Il caso - Il giornale spagnolo Abc: nel 2010 una valigia con 3,5 milioni a Casaleggio sr. La replica : “Falso”. L’Ambasciata: “La perizia sul documento: ecco cosa non torna”.
C’è l’intestazione, il timbro e poi qualche dubbio riguarda anche la data. Stando ad alcune indiscrezioni raccolte dal Fatto, sono i primi risultati di una perizia disposta dal ministero degli Esteri del Venezuela sul documento che ieri è diventato un caso politico, specie alla luce delle posizioni tenute dai 5Stelle, che non hanno mai appoggiato il tentativo di Juan Guaidò di rovesciare il governo di Maduro.
Stiamo parlando della notizia pubblicata dal giornale di destra spagnolo Abc che ha annunciato di aver visionato documenti secretati dei servizi di Caracas dai quali si evince che nel 2010 il governo dell’allora presidente Hugo Chavez avrebbe finanziato il Movimento 5 Stelle con una valigetta contenente 3,5 milioni di euro. Il denaro sarebbe stato spedito da Nicolas Maduro, oggi alla guida del Paese e al tempo ministro degli Esteri, al console venezuelano di Milano, Giancarlo di Martino. Quest’ultimo a sua volta avrebbe fatto da intermediario con Gianroberto Casaleggio (deceduto nell’aprile del 2016). È la ricostruzione fornita dal giornale spagnolo, che ieri ha ricevuto una raffica di smentite. A cominciare da Davide Casaleggio: “Tutto totalmente falso – ha detto il figlio di Gianroberto –. È una fake news uscita più volte, l’ultima nel 2016. Dalle smentite ora passeremo alle querele”. Anche fonti dell’ambasciata venezuelana a Roma parlano di “un documento falso”. “Ci sono tanti punti incongruenti in una nota che è falsa e contraffatta”, aggiungono. E infatti il ministero degli Esteri ha già disposto una perizia su quel documento.
L’atto segreto, lo “scoop” di Abc
L’atto riporta la data del 5 giugno 2010 ed è classificato come “segreto” dalla direzione generale dell’intelligence militare del Venezuela. Qui si parla dei 3,5 milioni di euro destinati al Movimento 5 Stelle, somma che – spiega il giornale spagnolo – sarebbe stata attinta da fondi riservati amministrati dall’allora ministro dell’Interno (oggi al dicastero dell’Economia), Tareck el Aissami, “che era ed è una delle persone nella cerchia di fiducia di Maduro”, il quale a sua volta avrebbe autorizzato il trasferimento di denaro. Secondo Abc, destinatario di quei presunti fondi neri sarebbe stato Gianroberto Casaleggio, che nel documento viene definito come promotore di un movimento “rivoluzionario di sinistra e anticapitalista nella repubblica italiana”.
I dubbi su intestazione, data e simbolo
Sulla validità di questo documento è in corso una perizia “di parte”. È stata infatti disposta dal ministero degli Esteri venezuelano. Non è ancora conclusa. “Stiamo aspettando l’informazione più approfondita da parte del ministero degli Esteri – spiegano fonti dell’ambasciata venezuelana a Roma –, ma ci hanno già spiegato i risultati di una prima parte della perizia della nota”. Sarebbero dunque quattro i punti “incongruenti” evidenziati da una prima analisi dei periti. A cominciare dall’intestazione.
Il documento pubblicato dal quotidiano spagnolo riporta in alto: “Ministerio de la Defensa”. Secondo fonti dell’ambasciata venezuelana a Roma, questo basta per dimostrare che non si tratta di un atto “interno”: “Abbiamo cambiato i nominativi dei nostri ministeri nel 2007 – spiegano dall’Ambasciata –. Da allora tutti si chiamano ‘ministerio del poder popular’ e così via. In quella nota del 2010, fatta tre anni dopo questa modifica, non c’è il cambio del nominativo del ministero”. Insomma l’intestazione sarebbe dovuta essere “Ministerio del Poder Popular para la Defensa”.
Un altro dubbio riguarda il simbolo dello Stato riportato sul documento. “Il simbolo è stato modificato nel 2006: da allora la testa del cavallo è rivolta verso sinistra. Non corrisponde neanche il timbro, quindi”. Altro aspetto, ma meno rilevante rispetto ai precedenti, spiegano dall’ambasciata, riguarda la dicitura “director general inteligencia militar”: “Anche questa non è esatta”. E poi dei dubbi riguardano la data riportata. “Nelle prossime ore – aggiungono – sapremo di più. Stiamo aspettando l’informazione più approfondita da parte del ministero degli Esteri”. Che nel frattempo, via Twitter, annuncia azioni legali.
Il giornalista: “Tutto vero, ho altre prove”
Ieri ha smentito la ricostruzione riportata da Abc anche il console venezuelano a Milano, Giancarlo Di Martino: “Smentisco totalmente” di aver agito da intermediario per fare arrivare i soldi al M5S, ha detto. “A Madrid c’è la cupola dell’ultradestra fascista venezuelana e credo che il documento sia stato prodotto proprio lì”, ha aggiunto.
Mentre i giornalisti autori del presunto scoop non arretrano. Marcos Garcia Rey, firma dell’articolo, in un’intervista al sito Open ha ribadito: “Non ho dubbi che questa valigetta in contanti sia arrivata in Italia (…) e che Di Martino abbia fatto da intermediario tra il governo di Hugo Chavez e il Movimento 5 Stelle. Ho pubblicato il documento, ma ho altre prove che ciò che vi è scritto sia la verità”.
Adesso, con tutte le querele annunciate, la questione dai giornali potrebbe trasferirsi in tribunale.