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sabato 11 settembre 2021

Facciamo un test a chi ha scritto i test di Medicina. - Francesco Prisco

 

Quattro domande non ammettono risposta: errore del ministero? O volevano ricordarci che i medici tutti i giorni si confrontano con quesiti irrisolvibili?

A che servono le università a numero chiuso? Ce lo chiediamo da sempre, ma puntualmente arriva qualcuno a tirarci le orecchie: servono a non sovraffollare le aule rendendo invivibili le lezioni, a non alimentare le illusioni di chi non studia, a non creare i disoccupati di domani. Come se un percorso di laurea di quattro/cinque anni, più eventuali specializzazioni, non fosse naturalmente selettivo. E invece no: la prima selezione pretendiamo di farla in entrata. Lo Stato, attraverso lo strumento dei test d’ingresso, «programma» i futuri professionisti, assicurando il lavoro ai migliori, ai più motivati.

E così, dal 1987, Medicina rappresenta l’idea platonica stessa del numero chiuso, la facoltà per definizione più esclusiva, quella che entrarci è una parola ma, una volta che sei entrato, hai svoltato per sempre. Ed entrarci significa innanzitutto sottoporsi a un test d’ingresso che è l’unico posto dell’Italia contemporanea in cui si pretende di dare senso compiuto all’espressione cultura generale. Di più: devi risolvere quattro quesiti irrisolvibili.

Nel test di quest’anno, infatti, c’erano una domanda di logica, una di cultura generale, una di biologia e una di matematica che non ammettevano risposte giuste, perché formulate male o perché chi le aveva formulate non aveva inserito la risposta giusta tra le possibili soluzioni al quesito. Enigmi da sfinge tebana di fronte ai quali la ministra dell’Università Maria Cristina Messa se l’è cavata con un giudizio salomonico: «Annulleremo le domande contestate e non ne terremo conto». Quindi arriva la nota ufficiale del Mur che ci informa che la domanda di matematica sarà «neutralizzata» per la «mancanza, nella stampa, di un segno grafico rilevante». Mentre «per le domande 2, 21 e 23, diversamente da quanto indicato, la risposta corretta non era la “A” ma, rispettivamente, la “E”, la “E” e la “D”». Tradotto in volgare: una domanda la abbiamo proprio cannata di brutto, mentre delle altre tre non sapevamo neanche noi la risposta corretta.

Sulle prime eravamo tentati di utilizzare queste poche righe per avanzare una modesta proposta: facciamo un bel test a chi ha scritto i test d’ingresso a Medicina. Non ci sembra molto sportivo infatti che da un lato della barricata ci siano 76mila ragazzi che rischiano il proprio futuro professionale e dall’altro un manipolo di oscuri burocrati ministeriali che non rischiano mai nulla. Ma forse, riflettendoci in maniera più approfondita, abbiamo capito il senso del loro operato: tutti i giorni, nell’esercizio della professione, un medico è costretto a confrontarsi con domande che non ammettono risposta. In qualità di medico, la ministra Messa non potrà che confermare.

IlSole24Ore

mercoledì 22 luglio 2020

Coronavirus, indagati i vertici del Policlinico San Matteo di Pavia e di Diasorin per l’accordo sui test sierologici.


Coronavirus, indagati i vertici del Policlinico San Matteo di Pavia e di Diasorin per l’accordo sui test sierologici

Le ipotesi di reato sono turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato. Al centro dell'inchiesta c'è l’affidamento diretto alla società piemontese per la sperimentazione dei test iniziata a fine aprile in Lombardia. L'ipotesi è che "tutti i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione effettuate dalla Fondazione Irccs San Matteo di Pavia" siano stati "trasferiti" a Diasorin, "favorendola" a discapito di altre potenziali concorrenti. Fra gli indagati il professor Fausto Baldanti, a capo del progetto e già travolto dalle polemiche per un presunto conflitto d'interesse svelato dal Fatto.

I vertici del Policlinico San Matteo di Pavia e della società Diasorin sono indagati dalla Procura della Repubblica di Pavia nell’ambito dell’inchiesta sull’accordo tra l’ospedale e la società piemontese per l’effettuazione dei test sierologici anti-Covid. A darne notizia è stata poco fa la stessa Procura con un comunicato stampa. Le ipotesi di reato sono turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato. Fra gli indagati compaiono il presidente della Fondazione Ircss San Matteo Alessandro Venturi, il direttore generale e il direttore scientifico, oltre al Responsabile del laboratorio di virologia molecolare Fausto Baldanti e all’ad di Diasorin Carlo Rosa. All’alba sono scattate anche le perquisizioni da parte del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pavia. I militari stanno sequestrando documentazione e apparati informatici presso gli uffici e i laboratori dei due istituti, mentre sono già iniziate davanti ai pm le audizioni dei ricercatori coinvolti nel progetto.
Al centro delle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal pm Paolo Mazza, c’è l’affidamento diretto alla Diasorin per la sperimentazione dei test di massa iniziata a fine aprile in Lombardia. L’ipotesi è che “tutti i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione effettuate dalla Fondazione Irccs San Matteo di Pavia” siano stati “trasferiti” all’azienda piemontese, fanno sapere dalla Procura, “favorendola” a discapito di altre potenziali concorrenti nel settore dei test sierologici per la diagnosi di infezione da Covid-19. L’annuncio del test innovativo aveva pure fatto schizzare alle stelle il titolo Diasorin in borsa. Tutto è partito dalla denuncia presentata da una società concorrente che si è opposta all’accordo stipulato tra i due istituti senza gara. Ulteriori accertamenti sono in corso per chiarire i rapporti economico-commerciali esistenti tra l’azienda di biotecnologie, Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita e la società Servire Srl, tutte operanti presso l’Insubrias Biopark di Gerenzano, in provincia di Varese.
La vicenda aveva creato polemiche anche per il ruolo del professor Fausto Baldanti, a capo del team del Policlinico che ha realizzato il progetto insieme a Diasorin e attualmente iscritto nel registro degli indagati. Come rivelato da Il Fatto Quotidiano, Baldanti sarebbe stato esposto a un potenziale conflitto d’interesse: il professore faceva parte del gruppo di lavoro del Comitato tecnico scientifico del Consiglio superiore della Sanità e di un organismo di lavoro messo in piedi dalla Regione Lombardia, incaricati di studiare la qualità dei test di tutte le aziende. Nonostante questo, l’accordo con Diasorin prevedeva royalties dell’1 per cento sulle future vendite dei kit da destinare al Policlinico. Un particolare che, stando alle inchieste giornalistiche, non era stato reso noto dal docente.
Dopo l’inchiesta del Fatto, il professor Baldanti ha rivendicato la correttezza del proprio operato ma ha preferito dimettersi dai gruppi di lavoro. I legali di TechnoGeneticsla società concorrente alla Diasorin che ha presentato un ricorso al Tar, hanno definito l’accordo “un del tutto inedito partenariato pubblico-privato” accusato di aver messo le conoscenze e il know-how di un’amministrazione pubblica scientifico-ospedaliera a servizio degli interessi di un soggetto privato, la spa piemontese. Che grazie a questo – è la loro tesi – otterrà il brevetto e la possibilità di commercializzare i kit. Secondo gli avvocati di TechnoGenetics, Francesco Abiosi e Ludovico Bruno, l’azienda pubblica, per mettersi al servizio di un privato, avrebbe dovuto individuarlo attraverso un bando. Per il Tar deve essere così, mentre il Consiglio di Stato pochi giorni fa ha ribaltato la decisione trasmettendo gli atti alla Corte dei conti. Una diatriba amministrativa che, apprende l’Ansa da ambienti della procura di Pavia, è avvenuta dopo l’inizio delle indagini da parte dei magistrati.
“Io ribadisco la correttezza dell’operato del Policlinico San Matteo, come chiarito anche dal Consiglio di Stato, e ho piena fiducia nella magistratura inquirente”, ha dichiarato all’Adnkronos il presidente dell’Irccs Venturi, anche lui indagato. Quello che c’è dietro l’accordo Diasorin-San Matteo sui test sierologici “è una cosa di una banalità estrema”, aggiunge. Un’azienda che ha inventato il suo dispositivo viene a validarlo nel nostro Irccs. Ma il dispositivo è di quell’azienda, non posso metterlo a gara. Siamo noi che siamo stati contattati dall’azienda. Diasorin ha scelto il San Matteo, non abbiamo scelto noi Diasorin”.
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venerdì 10 luglio 2020

Mose, Conte preme il pulsante via a innalzamento dighe.

Una paratia del Mose di Venezia © ANSA

Ambientalisti e comitati contro le grandi navi in laguna preparano una manifestazione di protesta.

"Siamo qui per un test, non per una passerella. Il governo vuole verificare l'andamento dei lavori". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Venezia in occasione della cerimonia per il primo test completo delle dighe mobili del Mose.
"E' giusto avere dubbi, è giusta la dialettica, ma dico a chi sta protestando, ai cittadini e intellettuali, concentriamoci sull'obiettivo di completare il Mose" ha aggiunto Conte. "Facciamo in modo che funzioni - ha proseguito -. Di fronte all'ultimo miglio la politica si assume le proprie responsabilità e decide che con un ulteriore sforzo finanziario si completa e si augura che funzioni".
Spitz: 'Non è finito, ci vogliono altri 18 mesi' - "Il Mose non è finito, ci sono 18 mesi di lavori e test, bisognerà avviare il collaudo tecnico funzionale e poi alcuni anni di rodaggio per l'avviamento, per la progressiva ottimizzazione con procedure trasparenti e controllo rigoroso dei costi". Lo ha detto la commissaria alla conclusione del Mose di Venezia, Elisabetta Spitz, aprendo la cerimonia per il sollevamento delle dighe mobili. L'opera, ha proseguito "ha una storia travagliata e controversa, a noi è stato affidato il compito di portarla a termine. Una lunga pagina si chiude, Ringraziamo i veneziani per la lunga pazienza. Con le prove dei prossimi mesi sarà già possibile dal prossimo autunno il sollevamento in caso di maree altissime e salvare dall'acqua alta la Laguna".
La Laguna di Venezia è stata chiusa completamente al mare, con l'effettuazione del primo test completo delle 78 dighe mobili del sistema Mose, per salvare la città dalle acque eccezionali. Alla prova sono presenti il presidente del consiglio Giuseppe Conte, i ministri Lucia Lamorgese, Paola De Micheli e Federico D'Incà, il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro. Sull'isola artificiale che divide la Bocca di Porto del Lido è stata approntata una 'control room' da cui si possono seguire le operazioni di sollevamento e discesa delle paratoie nelle quattro 'bocche', da nord a sud: Lido-Treporti, Lido-San Nicolò, Malamocco e Chioggia. Per consentire l'intera procedura è prevista l'interdizione completa del traffico marittimo.
Una decina le imbarcazioni che si sono radunate nello spazio acqueo davanti a Piazza San Marco per un'azione di protesta contro il Mose. Guardati a vista da imbarcazioni della polizia, i barchini hanno bandiere contro le grandi navi e contro quella che definiscono un'opera inutile.

venerdì 17 aprile 2020

Roche, messo a punto un test sierologico anti Covid-19.


Operatori sanitari al lavoro contro il Covid-19 (Foto d'archivio) ANSA/EPA

Il test, assicura l'azienda, sarà pronto per l'Unione europea già ai primi di maggio.

Roche ha messo a punto un test sierologico per individuare la presenza di anticorpi contro il coronavirus nei pazienti esposti al contagio da Covid-19. La casa farmaceutica svizzera, si legge in una nota, "punta" a rendere il test disponibile agli "inizi di maggio" nella Ue e "sta attivamente lavorando" con la Fsa americana "per un'autorizzazione d'emergenza". "L'individuazione di questi anticorpi - spiega Roche - potrebbe aiutare a indicare se una persona ha sviluppato un'immunità al virus".
L'individuazione di anticorpi "è centrale per aiutare a identificare persone che sono state colpite dal virus, specialmente quelle che posso essere state infettate ma non manifestano sintomi", spiega Roche annunciando il prossimo lancio del test, chiamato Elecsys. "Inoltre, il test può aiutare screening prioritari fra gruppi ad alto rischio, come i lavoratori sanitari, i fornitori di prodotti alimentari che possono aver già sviluppato un certo livello di immunità e che possono continuare a servire o ritornare al lavoro. Aver compreso di più circa l'immunità da Covid-19, può anche aiutare la società a tornare più velocemente alla normalità". "Ogni test affidabile sul mercato aiuta i sistemi sanitari ad aiutarci a superare questa pandemia. Roche sta collaborando a stretto contatto con le autorità sanitarie e sta accelerando la produzione per assicurare una veloce disponibilità del test a livello globale", ha spiegato il ceo di Roche, Severin Schwan". "Una pronta disponibilità e un veloce accesso ad affidabili test di alta qualità sono essenziali per i sistemi sanitari. Il test sugli anticorpi è un importante passo avanti nella lotta al Covid-19. Il test di Roche può essere prodotto rapidamente in grande quantità e reso ampiamente disponibile nel mondo", ha commentato Thomas Schinecker, ceo di Roche Diagnostics.

giovedì 6 dicembre 2018

Cancro, test rivoluzionario potrebbe diagnosticare tutti i tipi di tumore: come funziona. - Andrea Centini



Un team di ricerca australiano ha sviluppato un promettente test sperimentale che potrebbe rilevare tutti i tipi di cancro in pochi minuti. Gli scienziati hanno scoperto che il DNA delle cellule cancerose modifica la sua struttura quando immerso nell’acqua; sfruttando particelle d’oro è possibile evidenziare il cambiamento con un cambio di colore della soluzione o attraverso un segnale elettrochimico.

Sviluppato in laboratorio un rivoluzionario test sperimentale potenzialmente in grado di diagnosticare qualsiasi forma di cancro in pochi minuti, grazie alla capacità di rilevare una “firma” – tecnicamente un biomarcatore – che sembrerebbe essere presente in tutti i tipi di tumore. Lo ha messo a punto un team di ricerca guidato da studiosi dell'Istituto Australiano di Bioingegneria e Nanotecnologia (AIBN) presso l'Università del Queensland. Come indicato, al momento si tratta soltanto di un test sperimentale condotto su cellule cancerose prelevate da biopsie (liquide e non) e non coinvolgendo direttamente i pazienti. Gli scienziati sono comunque fiduciosi circa i risultati degli studi clinici in previsione.

Ma come funziona esattamente questo test? Tutto ruota attorno a una interessante scoperta fatta dalla squadra coordinata dai dottori Abu Sina e Laura G. Carrascosa e dal professor Matt Trau, docente presso il Centro per la nanomedicina personalizzata dell'ateneo australiano. In parole semplici, gli scienziati hanno scoperto che immergendo nell'acqua il DNA delle cellule cancerose, esso esprime una modifica ricorrente nella sua struttura (che non si manifesta immergendo le cellule sane). Che si tratti di tumore alla mammella, all'intestino, alla prostata o un linfoma, quando le cellule malate vengono inserite nell'acqua si evidenzia sempre la stessa tipologia di modifica al DNA. Gli scienziati australiani l'hanno rilevata analizzandolo il materiale biologico con un sensibile microscopio elettronico a trasmissione.

Sulla base di questa scoperta, Trau e colleghi hanno approntato un sistema in grado di mettere in evidenza la modifica strutturale, che si verifica tipicamente nel gruppo metilico, una piccola molecola superficiale del DNA. Poiché il DNA canceroso possiede una elevatissima affinità con l'oro, è sufficiente immergerlo in una specifica soluzione con particelle di questo elemento per osservare un cambiamento di colore in soli 5 minuti. È la “prova” che si è innanzi al cancro. Il test può essere eseguito anche rilevando il segnale elettrochimico del DNA su un piatto d'oro, che produce un segnale ancor più forte.

Gli scienziati hanno eseguito il test con 200 campioni di tessuti e sangue rilevando una precisione del 90 percento; si tratta di un ottimo risultato per un test sperimentale, ma dovrà essere ulteriormente perfezionato per evolvere in un sistema diagnostico d'uso comune. Solo studi clinici più approfonditi potranno dimostrare la sua efficacia e se è effettivamente in grado di rilevare tutti i tipi di tumore. I ricercatori hanno pubblicato i risultati sull'autorevole rivista scientifica Nature Communications.

https://scienze.fanpage.it/cancro-test-rivoluzionario-potrebbe-diagnosticare-tutti-i-tipi-di-tumore-come-funziona/