giovedì 19 marzo 2015

LE CARTE che inguaiano Lupi: dai regali alla cena per la raccolta fondi, dal lavoro al figlio Luca al biglietto gratis per la moglie.




Un alto prelato cercava voti per lui.Tutti dal Papa che attaccò i corrotti.

Non c'è solo il lavoro trovato a suo figlio. C'è anche un viaggio aereo pagato a sua moglie per raggiungere Bari, in occasione di una convention dell'Ncd, ci sono i regali di Natale a lui e al suo staff. E c'è una cena per reperire fondi "nell'interesse del ministro". Insomma, dalle carte dell'inchiesta fiorentina sui grandi appalti, emergono relazioni e scambi fra il 'mondo di Maurizio Lupi' e quello che la procura ha chiamato il 'Sistema', che era guidato dai quattro arrestati con l'accusa di aver pilotato appalti pubblici. 

Secondo i carabinieri del ros di Firenze, l'ex capo struttura di missione del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza, faceva in modo di affidare la direzione dei lavori a un ingegnere, Stefano Perotti, che era entrato in contatto con il dicastero grazie a un 'faccendiere', Francesco Cavallo, definito nelle carte degli inquirenti "l'uomo di Lupi".

Per descrivere i rapporti fra gli arrestati e il ministero, i pm fiorentini annotano che "Lupi e la moglie sono stati ospiti dei coniugi Perotti per il fine settimana, nel settembre 2013 e nel dicembre 2013. Con riguardo al secondo incontro in Firenze, allo stesso ha preso parte anche Cavallo".

La moglie del ministro, Emanuela Dalmiglio, viene citata anche in un altro passaggio. In occasione di una convention di Ncd organizzata a Bari da Lupi, Cavallo le procurò il biglietto aereo Milano-Bari. Il prezzo è di 447 euro e il pagamento risulta intestato a Cavallo: "non è dato sapere - spiegano i pm - se tale spesa sia stata rimborsata". Poi c'è l'elenco dei doni 'gestiti' da Cavallo: "contatti ed incontri, anche conviviali - scrivono i pm - nonché l'organizzazione di una cena volta a reperire 'fondi' nell'interesse del ministro" e poi 900 euro in dolci, 1600 in borse, "la fornitura di abiti sartoriali" da 700 euro l'uno "in favore del Ministro Lupi, di suo figlio Luca e dei suoi segretari", l'acquisto di regali natalizi in favore dello stesso ministro e del suo entourage". 

Gli inquirenti ritengono che uno di questi fosse destinato alla segreteria di Lupi e costasse 7/8 mila euro. Fra gli 'amici' del ministro che spuntano nelle intercettazioni del 'Sistema' c'è anche l'ex delegato pontificio per la Basilica del Santo a Padova, monsignor Francesco Gioia, che, annotano gli inquirenti, si attivò per reperirgli voti per le europee del 2014. 

Monsignor Gioia è citato nelle carte anche perché chiese a Perotti e a Cavallo di trovare un lavoro al proprio nipote e per aver sponsorizzato un imprenditore per l'appalto del Palazzo Italia a Expo. Oltre ai coniugi Lupi, a cena con Cavallo ci va anche loro figlio, Luca. L'8 gennaio 2014, Cavallo lo contatta per "organizzare un po' di cose". Secondo i pm di Firenze, il riferimento è al lavoro da trovare a Luca: infatti, dalle conversazioni intercettate l'8 gennaio 2014 tra Lupi e Incalza, poi tra Incalza e Perotti e infine tra Perotti e Cavallo, "emerge - scrivono i pm - che l'interessamento del Perotti veniva attivato da Incalza, il quale, a sua volta, aveva incontrato Lupi Luca su richiesta del Ministro Lupi". 

Secondo i pm, gli arresti sono serviti a interrompere un 'Sistema' che non si era fermato con l'uscita di Incalza dal ministero, a gennaio 2015. "Ancorché Incalza abbia cessato il proprio incarico ministeriale - scrivono - lo stesso continua a frequentare il Ministero e ad esercitare la propria influenza. Incalza stesso - aggiungono - si è assicurato che l'incarico da lui ricoperto venisse affidato a Signorini Paolo, così come in effetti è avvenuto". Non manca un tocco di colorato paradosso: "E' davvero singolare la personalità di Perotti e di Cavallo - scrivono gli inquirenti nel motivare 'la sussistenza delle esigenze cautelari' - 


Seppur capaci di tessere fitte trame corruttive, il 27 marzo 2014 alle 6.30 partecipano alla messa in Vaticano di Papa Francesco" che pronunciò, "davanti a politici ed imprenditori, un'omelia sulla corruzione che ha suscitato clamore".


http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/03/18/dai-regali-alla-cena-per-la-raccolta-fondi-dal-lavoro-al-figlio-luca-al-biglietto-gratis-per-la-moglie-le-carte-che-inguaiano-lupi_8c9c5f36-1702-47fb-a0eb-68dabbc22ec1.html

mercoledì 18 marzo 2015

Inchiesta Grandi opere, l'accusa: "Incalza scriveva il programma di Ncd e ha sponsorizzato la nomina di Nencini nel ministero di Lupi"

Inchiesta Grandi opere, l'accusa: "Incalza scriveva il programma di Ncd e ha sponsorizzato la nomina di Nencini nel ministero di Lupi"

Ercole Incalza era così influente all'interno del ministero delle Infrastrutture da aggiornare il ministro Maurizio Lupi, in procinto di farsi intervistare da un quotidiano, sullo stato dei lavori e dei finanziamenti delle Grandi Opere, da buttare giù il programma di governo che il Nuovo Centro Destra avrebbe dovuto presentare e da ottenere la nomina del senatore Riccardo Nencini a sottosegretario, dietro sua sponsorizzazione. E' quanto emerge dalle 268 pagine di ordinanza cautelare scritta dal gip di Firenze nell'inchiesta che ha portato all'arresto di quattro persone tra cui lo stesso Incalza e che avrebbe portato alla luce il rapporto stretto tra il ministro Lupi e alcuni imprenditori, con tanto di abito sartoriale regalato all'esponente di Ncd e lavoro dato al figlio Luca insieme a un Rolex da 10mila euro per la laurea.

"Incalza scrive il programma di Ncd" - Il magistrato si sofferma, anzitutto, sullo strettissimo legame tra Ercole Incalza e il ministro Lupi. "Una relazione - scrive - che ha sicuramente contribuito, da ultimo, all'affermazione del potere di Incalza nei rapporti con i dirigenti delle imprese e anche con altri soggetti istituzionali". Il 28 dicembre del 2013 è significativa per gli investigatori del Ros una conversazione tra i due che esalta "l'effettiva importanza" rivestita dall'ingegnere all'interno del dicastero delle Infrastrutture. Sul Corriere della Sera del 29 dicembre 2013 viene pubblicata l'intervista concessa dal ministro Lupi proprio sui temi trattati il giorno prima con Incalza. Ma era stretto anche il legame che Incalza aveva, più in generale, con il Nuovo Centro Destra: in una telefonata tra l'ingegnere e una tal Daniela il primo "afferma di aver trascorso la notte a redigere il programma di governo che Ncd avrebbe dovuto presentare e di essere in attesa del benestare di Angelino Alfano e di Maurizio Lupi". C'è poi una telefonata del 17 febbraio 2014 indicativa dei rapporti tra il ministro e Incalza: in questa conversazione Lupi - scrive il gip - "si lamenta con l'altro per essere stato da lui abbandonato. Incalza contesta tale affermazione dicendogli di aver scritto anche il programma". 

La sponsorizzazione per Nencini - Altro esempio dell'influenza che Incalza "sembra avere sulle decisioni del ministro si trae - evidenzia sempre il giudice di Firenze - il 28 febbraio 2014 quando Maurizio Lupi ha telefonato al primo e lo ha informato che, in seguito alla sponsorizzazione di quest'ultimo, avevano nominato viceministro per le infrastrutture il senatore Riccardo Nencini". Lupi - si legge ancora nell'ordinanza - "invita quindi Incalza a parlargli per dirgli che non rompa i coglioni. Nel corso di alcune successive telefonate Ercole Incalza fa presente che al ministero per le Infrastrutture sono arrivati due suoi compagni socialisti facendo riferimento a Nencini e a Umberto Del Basso De Caro. Il suo amico commenta tali nomine dicendo complimenti... sempre più coperto...". 

Travaglio. Balle coi Lupi.


Quando parla un politico, viene sempre da domandarsi:“Ma chi glieli scrive i testi a questo?”. Le intercettazioni della Banda Larga ci regalano una risposta sul ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, un tipo così sveglio e competente da stare lì sia con Letta sia con Renzi: il suo paroliere era Ercole Incalza. 
Il che spiega perché il sosia di Mariangela Fantozzi se lo tenesse ben stretto, anche da pensionato, con consulenze co.co.co. 
E perché minacciasse di far cadere il governo nel caso in cui la sua struttura fosse stata smantellata. Senza Ercolino, Lupi si sentiva perduto. Gli mancava la parola. Incalza stava a Lupi come Mogol e Panella a Battisti. Solo che Battisti, di suo, ci metteva le musiche, e che musiche. Lupi ci metteva gli errori, e che errori. Il 28 dicembre 2013 il presunto ministro deve dare un’intervista al Corriere sulle opere pubbliche. E, pur seguendole da 8 mesi,non ne sa una beneamata cippa. Così telefona a Incalza per le ripetizioni, come i concorrenti dei telequiz che chiedono l’aiutino all'amico a casa o comprano una consonante. 

Incalza, paziente, cerca di spiegargli qualcosa. Ma è un’impresa disperata. 

Lupi: “Devo fare un’intervista al Corriere sui cantieri lì...”. 
Incalza: “Mi han dato una scheda... gliel'ho data a coso”.
Lupi: “Ce l’ho qua infatti, per questo ti chiamo”. Bastasse la scheda: troppi numeri, troppe località, un casino. Urge traduzione: “Non riesco a capire nella Teem (la tangenziale esterna est di Milano, ndr)... dice che nel 2014 aprirà nuovi cantieri”. 
I: “No, qui non è che apriranno: sono lavori in continuità. Glielo direi però questo”. 
Lupi prende buona nota: “Sì sì, ma questo lo dico poi”.E la metro Napoli-Capodichino? 
I: “I cantieri sono aperti, finalmente continueranno”. 
Lupi coglie al volo: “Prosecuzione”. 
I: “Prosecuzione”. Punto,punto e virgola, due punti: massì abbondiamo, adbondantis adbondandum! L’affare s’ingrossa. 
L: “Cos’è il nodo metro-tranviario di Bologna?”. 
I: “È come se fosse una metropolitana in superficie”. Come se foss’antani. 
L: “Quando parli di piccole medie opere nel Mezzogiorno, perché nuovi cantieri per 400 milioni?”. 
I: “Perché sono quelli delle opere piccole e medie”. È ufficiale: diconsi “opere piccole e medie” le piccole e medie opere. 
Lupi ha le capacità di apprendimento di un bradipo: “Vabbè poi vedo”. Si spazia da Trieste a Piombino, da Civitavecchia a Taranto, da Ravenna al Brennero: gli scoppia la testa. E sui cantieri Anas rischia l’ernia al cervello: “Uhm invece per quanto riguarda Anas ne abbiamo già appaltati 170...107 cantieri?”. Ne avesse azzeccata una per sbaglio. 
Incalza tradisce il suo cognome e getta acqua sul fuoco: “Partirà una piccola parte... io sono molto attento a non dire cose che non sono poi vere, insomma”. Piano con le balle, ché poi la gente non vede niente e ti sgama: “Il cantiere vero andrà nel 2015, però se lo vuoi mettere... mettine metà, 100 milioni, 150, non è che parte tutto”. Fai buon peso. 
L: “Poi invece manutenzione ferrovie 580 milioni”.
I: “Sì”. L: “In continuità di cantieri già aperti”. I: “Sì”. 
L: “Nel senso cheil Terzo Valico resta aperto”. 
I: “Esattamente”. 
L: “In continuità pure ilBrennero”. 
Incalza, sullo sfinito spinto: “Esattamente”. 
Lupi si sente padrone della materia e non lo ferma più nessuno: “...e la Pedemontana Veneta”. 
Incalza sbatte la testa al muro: “No, la Pedemontana Veneta è stradale!”. 
Lupi la prende bene: “Sì, sì, vabbè”. Ferrovia o strada, se non è zuppa è pan bagnato.
I: “Vanno avanti i lavori che non sarebbero più andati avanti... ricordalo questo qua, io glielo direi”. 
Lupi segna tutto: “Sì, sì... E la circonvallazione di Lucca”? 
I: “Quelli partono”. Il ministro è sul pezzo: “Mala Pontina no”. Vaccata sesquipedale. 
I: “La Pontina come no?! La gara è già stata approvata!”.
Il ministro è nel pallone più completo, occhi pallati, salivazione azzerata, sudorazione a mille: “’sto porto di Ancona anche questo non partono i cantieri”. 
Incalza,disperato: “Altro che! Come no?! A ottobre potrebbe aprire i cantieri”. Però sirifà sulla Bari-Napoli, questa la sa. 
L: “L’Alta capacità Bari-Napoli dovrebbe qualcosa partire”. 
I: “Sì, parte un po’ di roba”. 
Lupi è deluso: “Vabbè”.
Incalza lo cazzia: “Come vabbè? Io vorrei che tu glielo dicessi al presidente del Consiglio che l’unica chiave che parte è questa... non sei d’accordo?”. 
E come potrebbe? Balbetta: “Questa-questa sì-sì!”. Però gli servirebbe un disegnino, come Gasparri-Marcorè che, intervistato a Raiot dalla giornalista spagnola-Sabina Guzzanti, la implorava: “Io ‘sta legge Gasparri nun l’ho scritta e nun l’ho manco letta: me prepari un appuntino così la capisco pure io?”.
Lupi vuol vendersi bene sul Corriere, con qualche cifra altisonante: “Se potessimo dire quanti lavori partono... o proseguono”. 
I: “Circa 8 miliardi... Non è poco,guarda!”. 
L: “8 miliardi di cantieri veri”. Abituato a B., il ministro si premunisce: “cantieri veri”, quelli che si vedono proprio, con le betoniere, le scavatrici, gli operai. 
Incalza conferma: “Sì sì”, però meglio tenersi bassini: "4 miliardi e mezzo sono sicuramente nuovi lavori”. 
L: “In termini di occupazione?... 50 mila?”. 
I: “Sono puttanate perché dopo due anni ‘sta gente se non ha continuità lavorativa sono cazzi”. 
L: “Ho capito”. 
Incalza non sifida: “Di questi 4 miliardi e mezzo... tu hai un 30 mila nuovi occupati...questi sono dati veri, non quelli dell’Istat”. 

L’indomani, sul Corriere, esce la trionfale intervista di Lupi. Titolo: “Oltre 10 miliardi per i cantieri”.Tutto inutile: non ci ha capito una mazza.

Gentili giudici di Firenze, non potreste fare un cambio merce, liberando Incalza e nominandolo ministro delle Infrastrutture?Almeno sa di che parla. Al suo posto potete prendervi Lupi, volendo. Ma tanto poi ve lo assolvono per totale incapacità di intendere e volere. 

Marco Travaglio FQ18 marzo 2015

Francoforte, proteste anti-austerity: scontri all'inagurazione della nuova sede Bce



Proteste contro l'austerity a Francoforte dove oggi viene inaugurata la nuova torre della Banca centrale europea, nel quartiere del Grossmarkthalle, i vecchi mercati generali della città. 
Dimostranti hanno dato alle fiamme almeno due auto della polizia. Le forze dell'ordine hanno reso noto che un agente è rimasto ferito da pietre lanciate dai dimostranti vicino al teatro dell'opera della città, l'Alte Oper. La polizia ha eretto barricate con il filo spinato attorno al quartier generale della Bce.
«Vogliamo fare una marcia pacifica», ha detto dice Ulrich Wilken, deputato del partito di sinistra al parlamento di Hesse. «In passato abbiamo protestato contro i salvataggi delle banche», dice Werner Renz, del gruppo Attac. «Quest'anno protestiamo per la Grecia, abbiamo bisogno di più Atene in Europa e meno Berlino. La situazione non si può risovere con la sola austerity», aggiunge.
La scorsa notte ci sono stati degli scontri nella città tra polizia e il gruppo anticapitalista Blockupy, che per oggi ha annunciato una marcia a cui dovrebbero partecipare decine di formazioni, inclusi simpatizzanti del partito ellenico di governo Syrizia.


http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/francoforte_austerity_scontri_inagurazione_sede_bce/notizie/1245544.shtml

Assunzioni irregolari a “Sicilia e Servizi”: indagati Crocetta e Ingroia.



L’ex magistrato Antonio Ingroia, il governatore siciliano, Rosario Crocetta, l’ex ragioniere generale della Regione, Mariano Pisciotta, e sei assessori della prima Giunta, sono indagati dalla Procura di Palermo con l’accusa di abuso di ufficio.
L’inchiesta mira ad accertare se furono commesse violazioni alla legge sulle assunzioni fatte nella partecipata regionale "Sicilia e Servizi" di cui Ingroia è amministratore unico. L’indagine fu inizialmente iscritta a carico di ignoti e, a luglio scorso, la Procura di Palermo decise di chiederne l’archiviazione.
Le scorse settimane, però, il gip, bocciando la scelta dei pm, ha ordinato all’ufficio inquirente di iscrivere nel registro degli indagati tutti i personaggi indicati nel rapporto della finanza che aveva indagato sulle presunte irregolarità nelle assunzioni.
Nell’informativa delle Fiamme Gialle si facevano, appunto, i nomi di Ingroia, Crocetta, Pisciotta e degli assessori Antonino Bartolotta, Ester Bonafede, Dario Cartabellotta, Nelli Scilabra, Michela Stancheris e Patrizia Valenti, componenti della Giunta che diede il via libera alle assunzioni.
Il cuore dell’indagine ruota attorno ad una legge che disponeva il blocco delle assunzioni e che sarebbe, dunque, stata violata. Sulla vicenda è in corso anche un procedimento contabile: Ingroia si è sempre difeso sostenendo che le assunzioni erano necessarie per evitare la paralisi della società e che, comunque, aveva potuto contare su un parere favorevole dell’Avvocatura dello Stato. Saranno ora i pm, coordinati dall’aggiunto Dino Petralia, a decidere se richiedere nuovamente l’archiviazione o sviluppare l’indagine.

martedì 17 marzo 2015

''Il M5S è il solito rompimento di coglioni'' #Incalza.



"Ercole Incalza era già stato sgamato dai portavoce 5 stelle.

In una interrogazione parlamentare dello scorso luglio, si chiedeva al ministro Lupi, alla luce dei 14 procedimenti penali in cui è stato coinvolto l’ingegner Incalza, salvato dalla condanna solo grazie alla prescrizione della ex Cirielli, se non fosse il caso di revocare il suo incarico alla struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture. 

Così come Ercole Incalza ha aiutato il ministro Lupi nello svolgimento della sua attività istituzionale e in quella politica - scrive il gip di Firenze - così quest’ultimo è spesso intervenuto in suo favore prendendone le difese”. 

Così, giusto per andare sul sicuro, Lupi decide di far scrivere la risposta all’interrogazione direttamente all’avvocato di Incalza, Titta Madia. Il cognome non vi suona nuovo? Certo, è lo zio del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia (lo dice lei stessa). Che coincidenza. 
Ma il meglio deve ancora venire. 
L’interrogazione del M5S, comunque, qualche preoccupazione l’aveva generata. Tanto che, una volta fatto il passaggio parlamentare in cui Lupi mette le vesti di avvocato di Incalza, gli investigatori registrano una telefonata. Antonia Incalza, figlia di Ercole, chiede a Sandro Pacella, braccio destro dell’ingegnere (“segretario, mediatore e consulente” come descritto dai giudici fiorentini che ne hanno ordinato l’arresto), notizie sull’interrogazione del M5S. Sentite cosa dice: 


No è andata ... ha letto quello che ha scritto Titta e lui ... e poi questi (il M5S, ndr) hanno replicato sul discorso dell'opportunità e comunque che è stato prosciolto con l'ex Cirielli che non c'entra un cazzo ... ‘sia Incalza sia lei’ rivolto al Ministro… ‘dovreste per opportunità andare via perché anche lei è indagata per abuso d'ufficio’ … questo è ... niente di che niente di che ... la risposta di Maurizio (Lupi, ndr) ... lo mette anche bene... chiara quindi non c'è stato problema... i soliti rompimenti di coglioni che fanno male questo è chiaro devi spiegare a papà ... però che dobbiamo fare?”


M5S Parlamento

http://www.beppegrillo.it/2015/03/il_m5s_e_il_solito_rompimento_di_coglioni_incalza.html

Perù. L’industria dell’olio di palma abbatte 23.000 ettari di foresta vergine. - Massimo Bonato

deforestazione
Per la coltivazione della palma da olio, diverse aziende operanti in Perù nel settore dell’olio di palma distruggeranno più di 23.000 ettari di foresta vergine nel nord dell’Amazzonia peruviana.
L’allarme proviene da diverse organizzazioni non governative, che hanno fornito dati riguardo alle due piantagioni di Maniti e Santa Cecilia, in cui le operazioni di deforestazione sono ormai imminenti, grazie a una recente decisione del governo. Se la deforestazione procede solo in queste due colture verranno interessati 9300 ettari di foresta.
“Abbiamo fatto un’analisi approfondita delle immagini satellitari del progetto e abbiamo concluso che il 84,6% delle piantagioni Maniti e Santa Cecilia sono foresta vergine”, recita un comunicato congiunto, steso dall’Associazione per la conservazione del bacino amazzonico del Perù e l’Associazione per la conservazione del Rio delle Amazzoni, citate dal «Guardian»:  “Questo implica disboscare 9343 ettari di foresta vergine”.
Le aziende coinvolte – la Islanda Energia e la Palmas del Amazonas – ricevono “un sostegno tecnico e finanziario” dalla Palmas del Espino, leader del settore dell’olio di palma del Perù e parte di uno dei più potenti gruppi di business nel paese, il Gruppo Romero.
Anche se l’area minacciata dalla coltivazione estensiva della palma da olio in Perù è minore che in altre regioni, come nei vicini Ecuador e Colombia – ma anche Indonesia o Malesia – l’espansione di questo settore nel territorio peruviano si è rivelato drammatico negli ultimi anni. Sia il governo centrale sia le amministrazioni regionali hanno adottato misure per promuovere e incoraggiare la coltivazione e più di 1,5 milioni di ettari sono stati identificati come potenzialmente adatti per la palma da olio, il che ha reso questo settore una delle minacce maggiori per l’Amazzonia peruviana.