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mercoledì 31 marzo 2021

Gran record di bombe dove arriva il bomba. - Tommaso Rodano e Gianni Rosini

 

Corsi e ricorsi. I frequenti viaggi del senatore tra Africa e Paesi del Golfo dove è schizzato il commercio di armamenti sotto il suo governo: da 2,1 nel 2013 a 14,6 miliardi nel 2016.

Matteo Renzi viaggia come se non avesse mai lasciato Palazzo Chigi. La sua carriera da conferenziere attinge al network di rapporti coltivati negli anni da premier. Le aree visitate nell’ultimo periodo, Africa e Golfo Persico, sono le stesse in cui il suo governo ha costruito un record storico in uno specifico settore: l’export di armi. “In tre anni, dal 2014 al 2016, il suo esecutivo ha sestuplicato le autorizzazioni per esportazioni di armamenti”, spiega Giorgio Beretta, analista dell’osservatorio Opal. L’Italia è passata dai 2,1 miliardi di euro del 2013 ai 14,6 miliardi del 2016. Le cifre riguardano tutto il mondo, ma la crescita è concentrata nelle due aree citate: Golfo Persico e Africa Subsahariana.

Africa. I numeri elaborati da Beretta mostrano una tendenza cristallina: negli anni di Renzi, in parallelo alle numerose visite del premier ai leader del continente, le esportazioni di armi verso gli Stati africani sono aumentate in modo esponenziale. Le aziende italiane hanno fatto affari in Etiopia, Congo, Nigeria e Angola, ma il record è in Kenya (dove il senatore ha programmato uno dei prossimi viaggi). Il traffico in direzione Nairobi è iniziato nel 2015 per poi esplodere nel 2017, l’anno in cui l’Italia ha consegnato al governo kenyota tre aerei da trasporto tattico C-27J Spartan prodotti dalla Alenia (per oltre 160 milioni di euro), tre elicotteri AW-109 per impiego militare di Agusta-Westland (44 milioni di euro), 1.500 fucili d’assalto Arx-200 e mille pistole mitragliatrici Mx4 fabbricate dalla Beretta (3,7 milioni di euro). Al governo c’era Gentiloni, ma le autorizzazioni per questi tre grandi contratti risalgono tutte all’anno precedente, l’ultimo di Renzi a Palazzo Chigi.

Qatar. I flussi verso il Golfo Persico sono ancora più consistenti. Nel 2014, la ricca monarchia qatariota era al centro del dibattito internazionale per le accuse di sostegno ai gruppi dell’Isis in Siria – protagonisti di crimini brutali anche contro civili e occidentali – per rovesciare il regime di Assad. Il canale con Doha viene aperto dalla visita del 2014 dell’ex vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli: “Il Qatar non è solo un attore imprescindibile per la stabilizzazione della regione – dichiara –, ma anche un Paese molto ricco, dove è più che opportuno esplorare ogni possibilità di collaborazione”. Nello stesso periodo, nel Paese è volata anche la ministra della Difesa, Roberta Pinotti. A gennaio 2016, l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani viene ricevuto a Roma da Renzi e dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nemmeno sei mesi dopo, a metà giugno, la ministra Pinotti e il suo omologo, Khalid bin Muhammad al Attiyah, siglano il Memorandum per la cooperazione nel settore navale, con la Difesa qatariota che firma anche un contratto con Fincantieri e Mbda per la fornitura di cinque navi militari per circa 5,3 miliardi di euro. L’accordo farà schizzare il valore delle autorizzazioni del 2017 verso il Qatar a oltre 4,2 miliardi e quelle del 2018 a oltre 1,9 miliardi di euro (nel 2015 erano appena 35 milioni, nel 2016 invece 341).

Arabia Saudita. Il commercio di armi è fiorente anche verso l’Arabia Saudita, il Paese del “Nuovo Rinascimento” e di Mohammad bin Salman, “amico” di Renzi e mandante dell’omicidio Khashoggi secondo la Cia. La vetta è nel 2016, con il via libera al famigerato export di bombe prodotte dalla Rwm di Domusnovas verso Riyad, protagonista nel sanguinoso conflitto nello Yemen. L’accordo prevede l’esportazione di circa 20mila bombe Mk80 per un valore di 411 milioni di euro: è la maggiore commessa italiana per munizionamento pesante dal dopoguerra. Come suggerisce il numero di licenza MAE45560 l’autorizzazione è del 2014. L’affare arriva dopo una serie di intensi incontri sull’asse Roma-Riyad: nel 2015 il ministro degli Esteri Adel al Jubeir è in Italia, a novembre dello stesso anno Renzi vola nella Capitale saudita per incontrare, tra gli altri, re Salman e l’allora vice principe ereditario Mohammad bin Salman, a ottobre 2016 a Riyad arriva invece Pinotti. L’export di bombe verso l’Arabia Saudita è stato sospeso nell’estate del 2019 e revocato definitivamente nel gennaio 2021.

Kuwait. L’11 settembre 2015 – pochi mesi dopo una visita di Pinotti nell’emirato –, Renzi riceve a Roma il primo ministro della monarchia, Jaber Mubarak al Hamad al Sabah. In quei giorni viene anche firmato un accordo intergovernativo che porterà, il 5 aprile 2016, all’intesa tra Finmeccanica e Kuwait City per la fornitura di 28 caccia Eurofighter Typhoon. Un affare da oltre 7 miliardi di euro.

IlFattoQuotidiano

lunedì 21 settembre 2020

Forse è davvero possibile attraversare i buchi neri rotanti per viaggiare attraverso lo spazio. - GAURAV KHANNA per The conversation
















Uno degli scenari più popolari della fantascienza utilizza i buchi neri come portali per un’altra dimensione o tempo o universo. Questa fantasia potrebbe essere più vicina alla realtà di quanto immaginato in precedenza.

buchi neri sono forse gli oggetti più misteriosi nell’universo. Nascono come conseguenza della gravità che comprime una stella morente senza limiti, arrivando a formare una singolarità; in pratica, un’intera stella viene compressa in un singolo punto producendo un oggetto con una densità infinita.

La singolarità provoca un buco nel tessuto dello spaziotempo stesso, forse aprendo un’opportunità per il viaggio nell’iperspazio, una scorciatoia, cioè, attraverso lo spaziotempo che consente di attraversare distanze su scala cosmica in un breve periodo.

I ricercatori finora hanno ritenuto che qualsiasi veicolo spaziale che tentasse di utilizzare un buco nero come un portale di questo tipo finirebbe per soccombere alle particolari leggi che regolano i buchi neri. L’ambiente caldo e  denso della singolarità e, soprattutto le maree provocate dagli effetti gravitazionali, stirerebbero e comprimerebbero una navicella alla navicella, prima di vaporizzarla completamente.

Volare attraverso un buco nero.

Il mio team all’università Dartmouth del Massachusetts  e un collega del Georgia Gwinnett College hanno dimostrato che non tutti i buchi neri vengono creati nello stesso modo e non tutti sono uguali.

Se il buco nero noto come Sagittario A*, situato al centro della nostra galassia, fosse grande e rotante, allora le prospettive per un veicolo spaziale cambierebbero drasticamenteQuesto perché la singolarità che un veicolo spaziale dovrebbe affrontare sarebbe molto delicata e potrebbe consentire un attraversamento pacifico. La ragione per cui questo sarebbe possibile è che la singolarità rilevante all’interno di un buco nero rotante è tecnicamente “debole“, e quindi non danneggia gli oggetti che interagiscono con esso.

In un primo momento, questo fatto può sembrare controintuitivo. Ma si può pensare ad esso come analogo all’esperienza comune di passare rapidamente il proprio dito attraverso la fiamma di quasi 2000 gradi di una candela, senza bruciarsi.

La mia collega Lior Burko e io abbiamo studiato la fisica dei buchi neri per oltre due decenni.

Nel 2016, la mia studentessa in corso di dottorato, Caroline Mallary, ispirata dal film di successo di Christopher Nolan Interstellar, ha deciso di provare se Cooper (il personaggio di Matthew McConaughey), avrebbe potuto sopravvivere al tuffo dentro Gargantua, un buco nero fittizio, supermassiccio e in rapida rotazione, grande circa 100 milioni volte la massa del nostro sole.

Interstellar era basato su un libro scritto dall’astrofisico vincitore del premio Nobel Kip Thorne e le proprietà fisiche di Gargantua sono fondamentali per la trama di questo film di Hollywood.

Basandosi sul lavoro svolto dal fisico Amos Ori due decenni prima, e armato delle sue forti capacità computazionali, Mallary costruì un modello in grado di valutare la maggior parte degli effetti fisici essenziali su un veicolo spaziale, o qualsiasi oggetto di grandi dimensioni, che cada dentro un buco nero rotante grande come Sagittario A *.

La scoperta fu che in tutte le condizioni un oggetto che cade in un buco nero rotante non avrebbe esperienza di effetti infinitamente grandi sul passaggio attraverso la cosiddetta singolarità dell’orizzonte interno del buco nero.

Questa è la singolarità che un oggetto che entra in un buco nero rotante non può evitare.

Non solo, nelle giuste circostanze, questi effetti possono essere piccoli o trascurabili, consentendo un passaggio piuttosto confortevole attraverso la singolarità. In effetti, non ci possono essere effetti evidenti sull’oggetto che cade. Ciò aumenta la fattibilità dell’utilizzo di buchi neri rotanti di grandi dimensioni come portali per il viaggio nell’iperspazio.

Mallary scoprì anche una caratteristica che non era stata pienamente apprezzata prima: il fatto che gli effetti della singolarità nel contesto di un buco nero rotante comporterebbero un rapido aumento dei cicli di dilatazione e compressione sulla navicella spaziale.

Ma per i buchi neri molto grandi come Gargantua, la forza di questo effetto sarebbe molto piccola, al punto che la navicella spaziale e gli individui a bordo non la rileverebbero nemmeno.








Lo sforzo fisico su una nave spaziale mentre entra in un buco nero – aumenta drammaticamente ma non cresce indefinitamente. Pertanto, un veicolo spaziale può sopravvivere. (Khanna / UMassD)

Il punto cruciale è che questi effetti non aumentano senza limite; in effetti, rimangono finiti, anche se gli stress sulla navicella spaziale tendono a crescere indefinitamente mentre si avvicina al buco nero.

Ci sono alcuni importanti assunti di semplificazione e caveat risultanti nel contesto del modello di Mallary. L’ipotesi principale è che il buco nero preso in considerazione sia completamente isolato e quindi non soggetto a disturbi costanti da parte di una sorgente come un’altra stella nelle sue vicinanze o persino da una radiazione in entrata.

Questa ipotesi consente importanti semplificazioni e vale la pena notare che la maggior parte dei buchi neri sono circondati da materiale cosmico: polvere, gas, radiazioni. Pertanto, un’estensione naturale del lavorodi Mallary sarebbe quella di eseguire uno studio simile nel contesto di un buco nero astrofisico più realistico.

L’approccio di Mallary all’utilizzo di una simulazione al computer per esaminare gli effetti di un buco nero su un oggetto è molto comune nel campo della fisica dei buchi neri.

Inutile dire che non abbiamo la capacità di eseguire veri e propri esperimenti in o vicino ai buchi neri, quindi gli scienziati ricorrono alla teoria e alle simulazioni per comprenderne il funzionamento, facendo previsioni e nuove scoperte. La conversazione

Gaurav Khanna , professore di fisica, Università del Massachusetts Dartmouth.

Questo articolo è ripubblicato da The Conversation sotto una licenza Creative Commons. Leggi l’ articolo originale .

https://www.reccom.org/2019/01/10/forse-e-davvero-possibile-attraversare-i-buchi-neri-rotanti-per-viaggiare-attraverso-lo-spazio/

giovedì 19 marzo 2015

LE CARTE che inguaiano Lupi: dai regali alla cena per la raccolta fondi, dal lavoro al figlio Luca al biglietto gratis per la moglie.




Un alto prelato cercava voti per lui.Tutti dal Papa che attaccò i corrotti.

Non c'è solo il lavoro trovato a suo figlio. C'è anche un viaggio aereo pagato a sua moglie per raggiungere Bari, in occasione di una convention dell'Ncd, ci sono i regali di Natale a lui e al suo staff. E c'è una cena per reperire fondi "nell'interesse del ministro". Insomma, dalle carte dell'inchiesta fiorentina sui grandi appalti, emergono relazioni e scambi fra il 'mondo di Maurizio Lupi' e quello che la procura ha chiamato il 'Sistema', che era guidato dai quattro arrestati con l'accusa di aver pilotato appalti pubblici. 

Secondo i carabinieri del ros di Firenze, l'ex capo struttura di missione del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza, faceva in modo di affidare la direzione dei lavori a un ingegnere, Stefano Perotti, che era entrato in contatto con il dicastero grazie a un 'faccendiere', Francesco Cavallo, definito nelle carte degli inquirenti "l'uomo di Lupi".

Per descrivere i rapporti fra gli arrestati e il ministero, i pm fiorentini annotano che "Lupi e la moglie sono stati ospiti dei coniugi Perotti per il fine settimana, nel settembre 2013 e nel dicembre 2013. Con riguardo al secondo incontro in Firenze, allo stesso ha preso parte anche Cavallo".

La moglie del ministro, Emanuela Dalmiglio, viene citata anche in un altro passaggio. In occasione di una convention di Ncd organizzata a Bari da Lupi, Cavallo le procurò il biglietto aereo Milano-Bari. Il prezzo è di 447 euro e il pagamento risulta intestato a Cavallo: "non è dato sapere - spiegano i pm - se tale spesa sia stata rimborsata". Poi c'è l'elenco dei doni 'gestiti' da Cavallo: "contatti ed incontri, anche conviviali - scrivono i pm - nonché l'organizzazione di una cena volta a reperire 'fondi' nell'interesse del ministro" e poi 900 euro in dolci, 1600 in borse, "la fornitura di abiti sartoriali" da 700 euro l'uno "in favore del Ministro Lupi, di suo figlio Luca e dei suoi segretari", l'acquisto di regali natalizi in favore dello stesso ministro e del suo entourage". 

Gli inquirenti ritengono che uno di questi fosse destinato alla segreteria di Lupi e costasse 7/8 mila euro. Fra gli 'amici' del ministro che spuntano nelle intercettazioni del 'Sistema' c'è anche l'ex delegato pontificio per la Basilica del Santo a Padova, monsignor Francesco Gioia, che, annotano gli inquirenti, si attivò per reperirgli voti per le europee del 2014. 

Monsignor Gioia è citato nelle carte anche perché chiese a Perotti e a Cavallo di trovare un lavoro al proprio nipote e per aver sponsorizzato un imprenditore per l'appalto del Palazzo Italia a Expo. Oltre ai coniugi Lupi, a cena con Cavallo ci va anche loro figlio, Luca. L'8 gennaio 2014, Cavallo lo contatta per "organizzare un po' di cose". Secondo i pm di Firenze, il riferimento è al lavoro da trovare a Luca: infatti, dalle conversazioni intercettate l'8 gennaio 2014 tra Lupi e Incalza, poi tra Incalza e Perotti e infine tra Perotti e Cavallo, "emerge - scrivono i pm - che l'interessamento del Perotti veniva attivato da Incalza, il quale, a sua volta, aveva incontrato Lupi Luca su richiesta del Ministro Lupi". 

Secondo i pm, gli arresti sono serviti a interrompere un 'Sistema' che non si era fermato con l'uscita di Incalza dal ministero, a gennaio 2015. "Ancorché Incalza abbia cessato il proprio incarico ministeriale - scrivono - lo stesso continua a frequentare il Ministero e ad esercitare la propria influenza. Incalza stesso - aggiungono - si è assicurato che l'incarico da lui ricoperto venisse affidato a Signorini Paolo, così come in effetti è avvenuto". Non manca un tocco di colorato paradosso: "E' davvero singolare la personalità di Perotti e di Cavallo - scrivono gli inquirenti nel motivare 'la sussistenza delle esigenze cautelari' - 


Seppur capaci di tessere fitte trame corruttive, il 27 marzo 2014 alle 6.30 partecipano alla messa in Vaticano di Papa Francesco" che pronunciò, "davanti a politici ed imprenditori, un'omelia sulla corruzione che ha suscitato clamore".


http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/03/18/dai-regali-alla-cena-per-la-raccolta-fondi-dal-lavoro-al-figlio-luca-al-biglietto-gratis-per-la-moglie-le-carte-che-inguaiano-lupi_8c9c5f36-1702-47fb-a0eb-68dabbc22ec1.html

mercoledì 17 ottobre 2012

Regali in cambio di prescrizioni di ormoni ai bambini, 67 medici indagati.


Regali in cambio di prescrizioni di ormoni ai bambini, 67 medici indagati


I camici bianchi sono accusati di aver ricevuto da 12 informatori scientifici della Sandoz somme di denaro, viaggi all’estero e oggetti di valore per equivalenti 500mila euro. Il prossimo passo è verificare se le prescrizioni hanno recato danno alla salute dei piccoli pazienti.

Regali in cambio di prescrizione di farmaci, nello specifico ormoni per la crescita destinati ai bimbi. Questo l’intreccio tra una azienda farmaceutica, la Sandoz, e 67 medici specialisti – soprattutto endocrinologi e nefrologi di strutture pubbliche e private – sparsi in tutta Italia, che sono finiti nella rete nei Nas. Circa 300 carabinieri del Nucleo operativo a tutela della salute e dei Comandi provinciali di 15 regioni stanno eseguendo in queste ore 77 perquisizioni a carico dei 67 medici indagati. 
I camici bianchi sono accusati di aver ricevuto, attraverso una organizzazione di informatori scientifici (12 persone) di una azienda farmaceutica somme di denaro, viaggi all’estero e oggetti di valore. L’indagine, condotta dal Nas di Bologna, è partita circa 2 anni fa ed è coordinata dalle Procure di Rimini e Busto Arsizio (Varese). Gli specialisti avrebbero intascato l’equivalente di circa 500mila euro per migliaia di prescrizione contestate. I reati ipotizzati sono quelli di truffa al Servizio sanitario nazionale, comparaggioassociazione a delinquere finalizzata alla corruzione e falso.
L’indagine ha portato alla scoperta dell’esistenza di una “collaudata organizzazione” che per incrementare le vendite di alcune tipologie di farmaci destinati ai bambini per curare i disturbi della crescita, dava o comunque prometteva somme di denaro, viaggi di piacere all’estero, oggetti di valore ed altro, a medici di strutture ospedaliere pubbliche e private, giustificandole con falsa documentazione, che indicava come il denaro fosse frutto di attività di consulenza, un contributo a congressi e seminari, o a viaggi per partecipare a meeting e seminari. 
“Non è la prima e, temo, non sarà l’ultima indagine di questo tipo – ha ammesso nel corso di una conferenza stampa il colonnello Antonio Diomeda, vicecomandante dei Nas – ma lo scenario che ne emerge stavolta è particolarmente allarmante. E’ un rapporto delittuoso e perverso quello che si era stabilito tra gli informatori scientifici e i medici, teso a favorire il consumo di alcuni farmaci biosimilari in cambio di somme di denaro (poi fatte passare per compensi di consulenze e studi, elargizioni ad associazioni onlus, rimborsi spese di congressi e convention, ndr), di viaggi in Italia e all’estero per i medici e i loro familiari e di oggetti quali gioielli e personal computer“.
Gli informatori scientifici sollecitavano i medici indagati ad aumentare le prescrizioni con l’inserimento in terapia di nuovi piccoli pazienti a cui venivano somministrati due tipi di farmaci innovativi a base di ormoni. I professionisti coinvolti sono specialisti in nefrologia, endocrinologia e pediatria e in alcune circostanze non esitavano a chiedere somme superiori con i dirigenti dell’industria che si premuravano di incontrarli personalmente. Il prossimo passo per i Nas, ha spiegato il tenente colonnello Giovanni Capasso, “è quello di verificare se queste prescrizioni hanno in qualche modo recato danno alla salute dei bambini”.