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giovedì 6 febbraio 2020

Ecco a chi serve la prescrizione.



















Prescrizioni già ottenute da Berlusconi:
-1) Lodo Mondadori
Corruzione semplice.
- 2) All Iberian 1
Finanziamento illecito ai partiti.
- 3) Consolidato Fininvest
Falso in bilancio.
- 4) Bilanci Fininvest 1988-1992
Falso in bilancio e appropriazione indebita.
- 5) Processo Lentini
Falso in bilancio.
- 6) Corruzione dell'avvocato David Mills[1]
Presunta corruzione dell'avvocato David Mills per indurlo a compiere una falsa testimonianza nei processi All Iberian e -Arces.
- 7) Unipol
Rivelazione di segreto d'ufficio.
- 8) Corruzione del senatore De Gregorio
Concorso in corruzione.

Naturalmente, poichè ha altri svariati procedimenti ancora pendenti ed è in grado di pagare profumatamente molti azzeccagarbugli, ambisce a mantenere la prescrizione.
Inoltre, se l'unica condanna definitiva comminatagli riguardava frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita, tutti reati commessi contro le istituzioni del paese che dovrebbe difendere in parlamento, come mai non è stato interdetto definitivamente da ogni incarico pubblico?
Troppi gli interrogativi per i quali non avremo mai risposte riguardo questo tristo individuo, ma è la storia del nostro martoriato paese.
C.
PS. elenco prescrizioni - wikipedia

venerdì 27 settembre 2019

Il Pap’occhio. - di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 27 Settembre:

L'immagine può contenere: 4 persone
Mentre Facebook chiude pagine satiriche e letterarie perché gli algoritmi non capiscono le battute e tantomeno l’arte, e i giornaloni continuano a prendersela con le fake news dei social perché rivogliono l’esclusiva sulle bugie, un fatto di cronaca rimette le cose a posto.

L’ex pm ed ex deputato forzista Alfonso Papa, condannato in primo grado a 4 anni e mezzo di galera in un filone dello scandalo P4, se la cava per prescrizione in appello.

Ma l’AdnKronos, che vanta come presidente l’ex generale Michele Adinolfi (a suo tempo intercettato, indagato e poi archiviato nell’inchiesta P4), “informa” che è stato “assolto da tutti i reati”. E raccoglie le lacrime e la gioia dell’imputato perché è stata “accertata la verità” dopo i “lunghissimi anni” di persecuzione in cui “ho perso una famiglia e un lavoro”.

Povera stella. Tutti i siti, trattandosi di un’agenzia di stampa, se la bevono e rilanciano.
“Papa assolto”, dunque il suo arresto era “illegale”. Ergo il pm Woodcock che l’aveva indagato è un puzzone. E ora “chi risarcirà” il povero martire?

La Corte (come già quella di Palermo sulla balla “Andreotti assolto”) invita i somari a leggersi il dispositivo, che non è di assoluzione, ma di “non doversi procedere per intervenuta prescrizione” degli stessi “reati per cui l’imputato era stato condannato in primo grado”.

Quindi Papa non è un innocente perseguitato, ma l’ennesimo colpevole che l’ha fatta franca.
Grazie agli avvocati e al tribunale che sono riusciti a far durare 6 anni il processo a un solo imputato. Roba da ispezione ministeriale. Anche perché gli altri tre processi di primo grado a carico del noto galantuomo durano da 7 anni.

Un legislatore degno di questo nome avrebbe bloccato la prescrizione vent’anni fa, quando falcidiava i processi di Tangentopoli.

Invece B. (per i noti motivi) e il centrosinistra (per i noti motivi) allungarono i processi e dimezzarono la prescrizione. Dovettero arrivare i 5Stelle, noti incompetenti, per bloccarla dopo la sentenza di primo grado: se l’avessero fatto gli altri, il processo Papa non si sarebbe prescritto.

Nessun avvocato o giudice avrebbe perso tempo e il processo sarebbe durato pochi mesi. E, se anche fosse durato 6 anni, la prescrizione non avrebbe ripreso a correre in appello.

Ora Salvini e B. sperano di neutralizzare la legge Bonafede prima che entri in vigore il 1° gennaio.
E pare che parte dei renziani e del Pd, la stessa che tentenna sulle manette agli evasori, dia loro manforte.

Se così fosse, il Conte 2 nato per combattere Salvini&B. coi fatti non avrebbe più senso e il M5S dovrebbe aprire subito la crisi.

La paura di Salvini&B. non può giustificare un governo che fa le stesse porcate di Salvini&B.


https://www.facebook.com/TutticonMarcoTravaglioForever/photos/a.438282739515247/2788060131204151/?type=3&theater

mercoledì 23 aprile 2014

Il venditore di medicine, Travaglio in scena: “Film sul marcio del mondo del farmaco”. - Irene Buscemi



Il 29 aprile arriverà nelle sale cinematografiche ‘Il venditore di medicine‘, il film diretto da Antonio Morabito, interpretato da Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Evita Giri e con la partecipazione straordinaria di Marco Travaglio. “Tutto è iniziato come un gioco tra amici, ma alla fine hanno deciso di tenere le scene girate anche se li ho pregati di tagliarle”, scherza il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano che aggiunge: “Se il mio contributo può suscitare una maggiore curiosità su una pellicola importante ben venga”. Quello che emerge dal racconto è un mondo deviato: pazienti visti come cavie e medici di base spregiudicati che prescrivono farmaci inutili. “Sembra un horror, ma purtroppo i fatti di cronaca superano la fantasia”, afferma Travaglio. “E’ qualcosa che riguarda ognuno di noi – racconta il regista – Non è un’inchiesta, ma una narrazione basata su fatti reali”. A partire dallo spunto iniziale: la malattia del padre e la ricerca di un farmaco che possa guarirlo.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/04/22/venditore-di-medicine-travaglio-in-scena-film-che-denuncia-marcio-del-mondo-del/275725/

domenica 12 maggio 2013

Tutti i processi del (l’ex) Presidente.


Nell'arco della sua carriera politica (e non solo) Berlusconi è stato indagato e processato almeno 20 volte
Nell’arco della sua carriera politica (e non solo) Berlusconi è stato indagato e processato almeno 20 volte.
Sembrava che fosse invincibile, invece mister B. è crollato. Distrutto non dal logoramento fisico (come ci si sarebbe aspettato per un uomo in età avanzata) ma dai pm. Quella “magistratura politicizzata”, quella giustizia comunista che l’ha perseguitato durante tutta la sua carriera politica, infestandogli probabilmente anche i sogni, con immagini sfocate di toghe macchiate di rosso (comunista, non sangue) minacciose e incombenti sul suo impero mediatico e sulla vita privata.
Alla fine la legge l’ha incastrato nonostante tutti i legittimi impedimenti del caso, i rinvii a giudizio e i rischi di prescrizione, le indagini durate anni e gli appelli, i tempi biblici della giustizia italiana. La condanna è a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici per una “presunta” (come dice lui) evasione fiscale di 3 milioni di euro (e proprio “nell’anno in cui il mio gruppo ha versato all’erario 567 milioni di euro”) nell’ambito della compravendita dei diritti televisivi per Mediaset.
Non sono serviti né il lodo Schifani né il lodo Alfano a salvarlo, né la richiesta di spostamento del procedimento a Brescia, fortino pidiellino, per la presenza a Milano di 54 magistrati possessori di azioni Mediaset che, secondo la difesa, “avrebbero potuto figurare come parti offese”; non sono serviti nemmeno i rinvii e i legittimi impedimenti per malattia dell’ex premier né per gli impegni elettorali. Alla fine la giustizia ha fatto il suo (lento) corso e ha condannato mister B.
Ma il processo Mediaset non è l’unico che negli anni ha pesato sulle spalle del Cavaliere. In 20 anni di governo più o meno incontrastato, l’ex Premier ha collezionato oltre una ventina di procedimenti a carico, 2 dei quali estinti per amnistia, 6 caduti in prescrizione, 5 assoluzioni di cui 2 per sopraggiunta legge con valore retroattivo sulla depenalizzazione del falso in bilancio (insussistenza di reato), peraltro introdotta proprio durante il Berlusconi II, e ancora 9 processi archiviati, 1 condanna in primo grado (da sommare a quest’ultima dell’8 maggio) e 3 procedimenti ancora in corso.
AMNISTIE – Tutto inizia nell’anno 1989, quando nell’ambito di un processo per diffamazione avviato da una querela dello stesso Berlusconi contro i giornalisti di Epoca, mister B. afferma sì di essersi arruolato nella P2, ma di non aver corrisposto nessuna somma di denaro per l’iscrizione al famigerato Licio Gelli. A chiusura del processo per diffamazione, che vide assolti tutti i giornalisti, Berlusconi fu da loro accusato di falsa testimonianza, ma il processo non si celebrò mai per sopraggiunta amnistia.
Amnistia che lo salvò anche nel 1999, quando il Cavaliere fu accusato di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio per l’acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio.
ASSOLUZIONI – Nel novembre 1994 Berlusconi riceve un invito a comparire davanti al pm Antonio Di Pietro (!) per un’indagine sulle presunte tangenti versate ad alcuni ufficiali della Guardia di Finanza che stavano svolgendo dei controlli su alcune aziende milanesi (tra cui ovviamente quelle di mister B. da Mondadori a Mediolanum). Il Cavaliere fu assolto in quel caso grazie alla testimonianza dell’avv. David Mills (un nome che suona familiare in anni più recenti, senza dubbio: vedi il processo Mills nella sezione PRESCRIZIONI).
Ancora, nel 1996 viene accusato di falso in bilancio nell’acquisto di Medusa, l’azienda cinematografica, ma viene assolto nel 2001 perché “per la sua ricchezza avrebbe potuto non essere al corrente dei fatti contestati“.
A fine 2005 si conclude per assoluzione (per sopraggiunta depenalizzazione del reato di falso in bilancio) anche l’annosa vicenda All Iberian, società dietro la quale pare si celasse la Fininvest. Il primo capo d’accusa, risalente al 1996, imputava alla berlusconiana Fininvest il finanziamento illecito del PSI di Bettino Craxi attraverso una serie di società off-shore, tra cui appunto la All Iberian, che avevano il compito di prelevare denaro dai fondi oscuri dell’azienda e versarli su conti esteri intestati al partito socialista. Nel 1998 il procedimento fu diviso in due tronconi: uno riguardante il finanziamento illecito ai partiti (All Iberian 1), l’altro il falso in bilancio Fininvest (All Iberian 2). Il primo cadde in prescrizione nel 2000 (vedi sezione PRESCRIZIONI), il secondo si concluse (ingloriosamente) per insussistenza del reato a seguito della famosa legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio varata dal Berlusconi II.
Nel 2000 iniziò il processo Sme, relativo alla vendita della stessa Società Meridionale per l’Elettricità: nell’ ’85 Romano Prodi, in qualità di presidente dell’IRI, Istituto per la Ricostruzione Industriale possessore della SME, aveva “promesso” la società a Carlo De Benedetti, presidente Buitoni, firmando la stipula di un accordo preliminare per l’acquisto del pacchetto di maggioranza. L’accordo non piacque a Bettino Craxi, allora presidente del Consiglio, che spinse per la riapertura delle trattative. Comparvero allora altre 3 offerte di acquisto, una proprio di Fininvest. De Benedetti chiese il ripristino dell’accordo, ma il tribunale civile di Roma respinse la richiesta, e le azioni della Sme furono poi vendute in pacchetti più piccoli. Nel 2000 iniziò il processo a carico di Berlusconi, che lo accusava di aver corrotto il presidente del Gip del tribunale di Roma nonché un giudice, allo scopo di ritoccare la sentenza del tribunale civile di Roma. Il processo Sme subì una battuta d’arresto nel 2003 “grazie” al lodo Schifani, e infine si concluse nel 2008 con l’assoluzione di mister B.
PRESCRIZIONI – Sono 6 i reati imputati al Cavalier Berlusconi e caduti in prescrizione negli anni. Il primo processo ad essere annullato nel 2000 fu l’All Iberian 1, relativo all’accusa di finanziamento illecito ai partiti.
Il secondo procedimento ad andare in prescrizione (con non poche polemiche, e sempre per il sopraggiungere della depenalizzazione del falso in bilancio) è quello relativo al caso Lentini: l’accusa è sempre di falso in bilancio, perpetrato attraverso il versamento “in nero” di 10 mld di lire, lira più, lira meno, dalle casse del Milan a quelle del Torino per l’acquisto del giocatore Gianluigi Lentini.
Poi è il turno del Lodo Mondadori, che segna l’inizio di una nuova battaglia nell’ambito della guerra tra mister B. e Carlo De Benedetti, uno dei tre azionisti di maggioranza della casa editrice. In questa occasione Berlusconi è accusato di concorso in corruzione giudiziaria, ovvero di aver pagato i giudici di Roma,  insieme al fido Cesare Previti, avvocato della Fininvest, per far pendere in suo favore la decisione circa l’impugnazione del lodo Mondadori. Come si sa, la Mondadori andò in mano a mister B., provocando la ribellione di non pochi giornali; nel 2003 il processo per corruzione a carico del Cavaliere cadde in prescrizione per “non luogo a procedere per attenuanti generiche”.
Ancora: tra il 2003 e il 2004 Berlusconi viene prosciolto anche dall’accusa di falso nei bilanci della Fininvest: nel 2000 era stato accusato, insieme al fratello Paolo, di aver “alterato” le dichiarazioni relative alle spese per i diritti tv tra il 1988 e il 1992, intascando un bel po’ di quattrini, mentre nel 2001 il Cavaliere era stato indagato dal pm Greco con l’accusa di falso in bilancio (consolidato Fininvest) e utilizzo di società estere per creare un fondo “nero” di 1550 mld di lire, che poi sarebbero stati reinvestiti nelle operazioni più varie: per risanare le casse del Milan, per operare in borsa sui titoli Rinascente, Standa, Mondadori e Sbe, per liquidare vari pagamenti sottobanco, a Craxi, Previti etc., e per farsi un fondo pensione alle Bahamas.
Infine nel 2012, bloccato dal Lodo Alfano e dal legittimo impedimento durante il Berlusconi IV, va in prescrizione anche il processo Mills, che vedeva mister B. imputato per la corruzione dell’avvocato inglese che testimoniò (secondo i pm dietro profumato pagamento, 600mila dollari) in favore di Berlusconi nei processi All Iberian e per la corruzione della Guardia di Finanza (vedi sopra).
Tutto questo senza voler scendere nei dettagli dei procedimenti archiviati, che vanno dall’imputazione per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco (caso Dell’Utri), alle tangenti fiscali sulle Pay tv, all’accusa di essere mandante delle stragi tra il ’92 e il ’93 , al traffico di sostanze stupefacenti, all’abuso dei voli d’ufficio, e ancora alla diffamazione per mezzo televisivo, alla spartizione pubblicitaria Rai – Mediaset, al caso Saccà (2007), allora presidente di Rai Fiction pressato da B. per far entrare in Rai le sue attrici, all’inchiesta di Trani sulle pressioni esercitate per la chiusura della trasmissione Anno Zero di Santoro.
Ma veniamo ora alla parte più interessante e purtroppo meno succosa: quella relativa alle condanne. Per ora, a pendere effettivamente sul capo di mister B. sono soltanto due sentenze.
La prima è relativa al caso Unipol, che in primo grado ha condannato l’ex Premier a un anno di galera per aver rivelato intercettazioni protette dal segreto di ufficio in occasione del tentativo (2005) da parte dell’Unipol di dare la scalata alla Bnl (roba che scotta, mica bazzecole!: le rivelazioni riguarderebbero infatti una telefonata tra Piero Fassino e la moglie, in cui l’allora segretario Ds lasciava intendere che la scalata fosse stata politicamente appoggiata dal suo partito; per l’occasione Fassino ha chiesto un risarcimento di 1 mln di euro).
La seconda condanna è quella dell’altro ieri, relativa alla frode fiscale Mediaset, mentre altri 3 processi sono ancora in corso. Il caso Ruby, che vede mister B. imputato per prostituzione minorile e concussione aggravata, (dopo aver intrattenuto rapporti sessuali con lei Berlusconi avrebbe fatto pressione sui funzionari della questura di Milano per ottenerne il rilascio – la ragazza era stata fermata per sospettato furto – e affidarla poi alle sapienti braccia di Nicole Minetti, secondo lui perché la ragazza era la nipote di Mubarak e il suo arresto avrebbe provocato un incidente diplomatico, secondo gli inquirenti per coprire il reato di prostituzione minorile consumatosi durante i festini a luci rosse di Arcore…) si avvia ormai al giudizio di primo grado; ma il Cavaliere dovrà rispondere ancora per la corruzione del senatore Giorgio De Gregorio (pagato 3 mln di euro per “migrare” nel Pdl) e la diffamazione di Antonio Di Pietro, che, come Berlusconi ha più volte dichiarato in pubblico, si sarebbe comprato la laurea con i punti del latte o giù di lì.
Lui invece, mister B., i suoi “punti del latte” li ha usati decisamente meglio. Sarà per questo che è ancora lì. Ma non tocca a noi dirlo. Bisognerà attendere i verdetti, quelli ufficiali, della magistratura dalla rossa chioma. Sempre che, dopo questa stoccata, mister B. ci arrivi ancora in piedi.
G.G

mercoledì 17 ottobre 2012

Regali in cambio di prescrizioni di ormoni ai bambini, 67 medici indagati.


Regali in cambio di prescrizioni di ormoni ai bambini, 67 medici indagati


I camici bianchi sono accusati di aver ricevuto da 12 informatori scientifici della Sandoz somme di denaro, viaggi all’estero e oggetti di valore per equivalenti 500mila euro. Il prossimo passo è verificare se le prescrizioni hanno recato danno alla salute dei piccoli pazienti.

Regali in cambio di prescrizione di farmaci, nello specifico ormoni per la crescita destinati ai bimbi. Questo l’intreccio tra una azienda farmaceutica, la Sandoz, e 67 medici specialisti – soprattutto endocrinologi e nefrologi di strutture pubbliche e private – sparsi in tutta Italia, che sono finiti nella rete nei Nas. Circa 300 carabinieri del Nucleo operativo a tutela della salute e dei Comandi provinciali di 15 regioni stanno eseguendo in queste ore 77 perquisizioni a carico dei 67 medici indagati. 
I camici bianchi sono accusati di aver ricevuto, attraverso una organizzazione di informatori scientifici (12 persone) di una azienda farmaceutica somme di denaro, viaggi all’estero e oggetti di valore. L’indagine, condotta dal Nas di Bologna, è partita circa 2 anni fa ed è coordinata dalle Procure di Rimini e Busto Arsizio (Varese). Gli specialisti avrebbero intascato l’equivalente di circa 500mila euro per migliaia di prescrizione contestate. I reati ipotizzati sono quelli di truffa al Servizio sanitario nazionale, comparaggioassociazione a delinquere finalizzata alla corruzione e falso.
L’indagine ha portato alla scoperta dell’esistenza di una “collaudata organizzazione” che per incrementare le vendite di alcune tipologie di farmaci destinati ai bambini per curare i disturbi della crescita, dava o comunque prometteva somme di denaro, viaggi di piacere all’estero, oggetti di valore ed altro, a medici di strutture ospedaliere pubbliche e private, giustificandole con falsa documentazione, che indicava come il denaro fosse frutto di attività di consulenza, un contributo a congressi e seminari, o a viaggi per partecipare a meeting e seminari. 
“Non è la prima e, temo, non sarà l’ultima indagine di questo tipo – ha ammesso nel corso di una conferenza stampa il colonnello Antonio Diomeda, vicecomandante dei Nas – ma lo scenario che ne emerge stavolta è particolarmente allarmante. E’ un rapporto delittuoso e perverso quello che si era stabilito tra gli informatori scientifici e i medici, teso a favorire il consumo di alcuni farmaci biosimilari in cambio di somme di denaro (poi fatte passare per compensi di consulenze e studi, elargizioni ad associazioni onlus, rimborsi spese di congressi e convention, ndr), di viaggi in Italia e all’estero per i medici e i loro familiari e di oggetti quali gioielli e personal computer“.
Gli informatori scientifici sollecitavano i medici indagati ad aumentare le prescrizioni con l’inserimento in terapia di nuovi piccoli pazienti a cui venivano somministrati due tipi di farmaci innovativi a base di ormoni. I professionisti coinvolti sono specialisti in nefrologia, endocrinologia e pediatria e in alcune circostanze non esitavano a chiedere somme superiori con i dirigenti dell’industria che si premuravano di incontrarli personalmente. Il prossimo passo per i Nas, ha spiegato il tenente colonnello Giovanni Capasso, “è quello di verificare se queste prescrizioni hanno in qualche modo recato danno alla salute dei bambini”.