Il ministro dellEconomia Giovanni Tria tra i giornalisti al termine della conferenza stampa del vertice sulla manovra economica del Governo a palazzo Chigi, Roma, 03 ottobre 2018 RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA.
Stop nel 2019, poi taglio parziale. Debito cala ma non rispetta la regola.
Il governo ha inviato al Parlamento la nota di aggiornamento al Def. Confermate le stime del Pil del triennio all'1,5% per il 2019, l'1,6 per il 2020 e 1,4% nel 2021; la spesa per il 2018 è cifrata a 3,6 punti di Pil contro i 3,5 del Def. Confermati 9 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza e 7 per la quota 100 sulle pensioni; l'Iva non salirà nel 2019 ma, salvo altri interventi, tornerà a crescere dal 2020; previsti 10 miliardi di privatizzazioni in due anni; verso l'abolizione del patto di stabilità interno. Il ministro dell'Economia esprime soddisfazione: 'Con l'ok alla manovra via l'incertezza dei mercati e giù lo spread'. Preoccupazione sulla tenuta dei conti pubblici esprime invece il presidente della Bce Draghi che mercoledì scorso è salito al Colle. Intanto Piazza Affari è in territorio negativo e lo spread è in risalita.
Tria, con manovra via incertezza mercati - "I recenti livelli dei rendimenti sui titoli di Stato" base delle previsioni della nota di aggiornamento al Def "non riflettono i dati fondamentali del Paese. Contiamo che una volta che il programma di politica economica del Governo sarà approvato dal Parlamento, si dissolva l'incertezza che ha gravato sul mercato dei titoli di Stato negli ultimi mesi". Lo scrive il ministro dell'Economia Giovanni Tria nella premessa al documento. "Con livelli dei rendimenti più allineati ai dati fondamentali, le proiezioni di crescita e di finanza pubblica miglioreranno significativamente.
La nota di aggiornamento al Def - Nel 2018 gli "oneri per interessi" sul debito "sono rivisti al rialzo per poco più di 1,9 miliardi di euro (0,11 punti percentuali di Pil)". E' quanto si legge nella nota di aggiornamento al Def che il governo ieri in tarda serata ha trasmesso al Parlamento. Vista la "traslazione verso l'alto della curva dei rendimenti, che che su alcune scadenze eccede un punto percentuale" la spesa per il prossimo anno è cifrata ora a "3,6 punti di Pil" contro i "3,5 del Def". Rispetto ad aprile la spesa "crescerebbe di 0,2 punti di Pil nel 2020 e di 0,3 nel 2021".
Il governo intende procedere con "l'abolizione del patto di stabilità interno, che limitava le capacità di intervento degli enti locali". Lo si legge nel testo della nota di aggiornamento al Def pubblicato sul sito del Mef. Inoltre è prevista "la riforma del codice degli appalti per rendere più snella e trasparente la gestione degli acquisti e delle forniture della PA".
"Il Governo intende mettere in atto una serie di disposizioni per definire un sistema fiscale a misura di famiglia, alleggerendo il peso dell'imposizione tenendo conto del numero dei figli e della funzione sociale multidimensionale svolta dal nucleo familiare".
"Nel settore universitario sono allo studio misure per agevolare l'accesso alla no tax area al fine di ampliare la platea di studenti beneficiari dell'esenzione". E' quanto si legge nella nota di aggiornamento al Def. "È prevista, inoltre, la stabilizzazione da parte delle Regioni - si legge ancora - del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio per gli studenti meritevoli, ma privi di mezzi e la semplificazione delle procedure amministrative necessarie all'erogazione delle borse di studio".
La stima di riduzione del rapporto debito/pil nel 2020, "incorpora l'ipotesi di introiti da privatizzazioni e da altri proventi finanziari per circa lo 0,3 per cento del PIL", che equivale a circa 10 miliardi, "in entrambi gli anni 2019 e 2020", si legge nel testo della nota di aggiornamento al Def.
Salvini, stime Pil limitate - Le stime del Pil sono ottimistiche? "No sono limitate". Così il vicepremier Matteo Salvini ha risposto ai cronisti sui numeri inseriti nel Def dal governo. "Sono stufo di un'Italia che cresce dello 'zero virgola' - ha aggiunto - Noi investiamo sul lavoro per crescere dell''uno virgola' o 'due virgola'".
Def scommette su crescita ma da 2020 Iva torna a salire - L'Italia deve crescere "più rapidamente del resto d'Europa" e recuperare il "terreno perso negli ultimi vent'anni": un obiettivo che il ministro dell'Economia Giovanni Tria definisce "ambizioso ma realistico" al punto che i paletti fissati oggi dal governo nella nota di aggiornamento al Def potrebbero addirittura, assicura, essere superati. E così nonostante le stime del Pil per quest'anno vengano riviste al ribasso, quelle del prossimo triennio sono confermate rispettivamente all'1,5% per il 2019, l'1,6 per il 2020 e 1,4% nel 2021. Confermate anche alcune delle promesse gialloverdi, dal reddito di cittadinanza alla riforma della Fornero per un totale di 21,5 miliardi di impegni il prossimo anno. La coperta delle risorse è però corta e quindi l'Esecutivo riesce a sterilizzare solo in parte l'aumento dell'Iva: non salirà nel 2019 mentre tornerà ad innalzarsi parzialmente nel biennio successivo. A una settimana esatta dal Consiglio dei ministri che ha approvato la Nadef, il documento viene infine pubblicato e trasmesso alle Camere che la prossima settimana dovranno ingaggiare una corsa contro il tempo per riuscire ad esaminarlo e approvarlo: la scadenza, al momento, è fissata per mercoledì 10 ottobre.
Le misure viaggeranno su un doppio binario, sfruttando anche i cosiddetti disegni di legge collegati ma, dopo la guerra di cifre che si è consumata nelle ultime ore fra gli alleati di governo, viene confermata la dote di "nove miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza e sette per la quota cento, a cui vanno aggiunti un miliardo per i centri per impiego, due per la flat tax, un miliardo per le forze dell'ordine e un miliardo e messo per i truffati delle banche. Ipotizza anche incentivi per spingere le auto elettriche e ridurre le auto diesel e a benzina. "Con gli interventi previsti in manovra - si legge nel documento che fa da cornice alla manovra - il governo spingerà la crescita di 0,6 punti percentuali nel 2019, di 0,5 nel 2020 e di 0,3 nel 2021". Tornando al quadro macro, il Def però mostra come a peggiorare sia il deficit strutturale, cioè la misura su cui l'Ue valuta i miglioramenti dei conti pubblici dei Paesi: questo 'numeretto' peggiorerà il prossimo anno di 0,8 punti percentuali passando dallo 0,9% di quest'anno all'1,7% per poi rimanere stabile su questo livello anche nel 2020 e nel 2021. Rinviato poi sine die il pareggio di bilancio 'strutturale', previsto in precedenza nel 2020, quando "la crescita e la disoccupazione saranno tornati ai livelli precrisi". Il governo per contro registra una progressiva discesa del debito pubblico che passa dal 131,2% del 2017 al 126,7% del 2021, attestandosi al 130,9% di quest'anno. E seppure non si esclude la possibilità di una "riduzione più accentuata" proprio su questo fronte "qualora si realizzi una maggior crescita", l'Esecutivo si trova a dover ammettere di non rispettare la cosiddetta regola del debito "dato che il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto eccedere il benchmark di 3,9 punti percentuali".
Tria, con manovra via incertezza mercati - "I recenti livelli dei rendimenti sui titoli di Stato" base delle previsioni della nota di aggiornamento al Def "non riflettono i dati fondamentali del Paese. Contiamo che una volta che il programma di politica economica del Governo sarà approvato dal Parlamento, si dissolva l'incertezza che ha gravato sul mercato dei titoli di Stato negli ultimi mesi". Lo scrive il ministro dell'Economia Giovanni Tria nella premessa al documento. "Con livelli dei rendimenti più allineati ai dati fondamentali, le proiezioni di crescita e di finanza pubblica miglioreranno significativamente.
La nota di aggiornamento al Def - Nel 2018 gli "oneri per interessi" sul debito "sono rivisti al rialzo per poco più di 1,9 miliardi di euro (0,11 punti percentuali di Pil)". E' quanto si legge nella nota di aggiornamento al Def che il governo ieri in tarda serata ha trasmesso al Parlamento. Vista la "traslazione verso l'alto della curva dei rendimenti, che che su alcune scadenze eccede un punto percentuale" la spesa per il prossimo anno è cifrata ora a "3,6 punti di Pil" contro i "3,5 del Def". Rispetto ad aprile la spesa "crescerebbe di 0,2 punti di Pil nel 2020 e di 0,3 nel 2021".
Il governo intende procedere con "l'abolizione del patto di stabilità interno, che limitava le capacità di intervento degli enti locali". Lo si legge nel testo della nota di aggiornamento al Def pubblicato sul sito del Mef. Inoltre è prevista "la riforma del codice degli appalti per rendere più snella e trasparente la gestione degli acquisti e delle forniture della PA".
"Il Governo intende mettere in atto una serie di disposizioni per definire un sistema fiscale a misura di famiglia, alleggerendo il peso dell'imposizione tenendo conto del numero dei figli e della funzione sociale multidimensionale svolta dal nucleo familiare".
"Nel settore universitario sono allo studio misure per agevolare l'accesso alla no tax area al fine di ampliare la platea di studenti beneficiari dell'esenzione". E' quanto si legge nella nota di aggiornamento al Def. "È prevista, inoltre, la stabilizzazione da parte delle Regioni - si legge ancora - del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio per gli studenti meritevoli, ma privi di mezzi e la semplificazione delle procedure amministrative necessarie all'erogazione delle borse di studio".
La stima di riduzione del rapporto debito/pil nel 2020, "incorpora l'ipotesi di introiti da privatizzazioni e da altri proventi finanziari per circa lo 0,3 per cento del PIL", che equivale a circa 10 miliardi, "in entrambi gli anni 2019 e 2020", si legge nel testo della nota di aggiornamento al Def.
Salvini, stime Pil limitate - Le stime del Pil sono ottimistiche? "No sono limitate". Così il vicepremier Matteo Salvini ha risposto ai cronisti sui numeri inseriti nel Def dal governo. "Sono stufo di un'Italia che cresce dello 'zero virgola' - ha aggiunto - Noi investiamo sul lavoro per crescere dell''uno virgola' o 'due virgola'".
Def scommette su crescita ma da 2020 Iva torna a salire - L'Italia deve crescere "più rapidamente del resto d'Europa" e recuperare il "terreno perso negli ultimi vent'anni": un obiettivo che il ministro dell'Economia Giovanni Tria definisce "ambizioso ma realistico" al punto che i paletti fissati oggi dal governo nella nota di aggiornamento al Def potrebbero addirittura, assicura, essere superati. E così nonostante le stime del Pil per quest'anno vengano riviste al ribasso, quelle del prossimo triennio sono confermate rispettivamente all'1,5% per il 2019, l'1,6 per il 2020 e 1,4% nel 2021. Confermate anche alcune delle promesse gialloverdi, dal reddito di cittadinanza alla riforma della Fornero per un totale di 21,5 miliardi di impegni il prossimo anno. La coperta delle risorse è però corta e quindi l'Esecutivo riesce a sterilizzare solo in parte l'aumento dell'Iva: non salirà nel 2019 mentre tornerà ad innalzarsi parzialmente nel biennio successivo. A una settimana esatta dal Consiglio dei ministri che ha approvato la Nadef, il documento viene infine pubblicato e trasmesso alle Camere che la prossima settimana dovranno ingaggiare una corsa contro il tempo per riuscire ad esaminarlo e approvarlo: la scadenza, al momento, è fissata per mercoledì 10 ottobre.
Le misure viaggeranno su un doppio binario, sfruttando anche i cosiddetti disegni di legge collegati ma, dopo la guerra di cifre che si è consumata nelle ultime ore fra gli alleati di governo, viene confermata la dote di "nove miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza e sette per la quota cento, a cui vanno aggiunti un miliardo per i centri per impiego, due per la flat tax, un miliardo per le forze dell'ordine e un miliardo e messo per i truffati delle banche. Ipotizza anche incentivi per spingere le auto elettriche e ridurre le auto diesel e a benzina. "Con gli interventi previsti in manovra - si legge nel documento che fa da cornice alla manovra - il governo spingerà la crescita di 0,6 punti percentuali nel 2019, di 0,5 nel 2020 e di 0,3 nel 2021". Tornando al quadro macro, il Def però mostra come a peggiorare sia il deficit strutturale, cioè la misura su cui l'Ue valuta i miglioramenti dei conti pubblici dei Paesi: questo 'numeretto' peggiorerà il prossimo anno di 0,8 punti percentuali passando dallo 0,9% di quest'anno all'1,7% per poi rimanere stabile su questo livello anche nel 2020 e nel 2021. Rinviato poi sine die il pareggio di bilancio 'strutturale', previsto in precedenza nel 2020, quando "la crescita e la disoccupazione saranno tornati ai livelli precrisi". Il governo per contro registra una progressiva discesa del debito pubblico che passa dal 131,2% del 2017 al 126,7% del 2021, attestandosi al 130,9% di quest'anno. E seppure non si esclude la possibilità di una "riduzione più accentuata" proprio su questo fronte "qualora si realizzi una maggior crescita", l'Esecutivo si trova a dover ammettere di non rispettare la cosiddetta regola del debito "dato che il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto eccedere il benchmark di 3,9 punti percentuali".
Fonte: www.ansa.it del 05 ottobre 2018