sabato 30 novembre 2019

Alessandro Di Battista: “Ormai Renzi sta più a Riad che a casa sua. Perché ci va?”

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Ieri ho rilasciato un’intervista a ITQ ribadendo le mie idee, e sono sempre le stesse.
-Ho insistito sulla necessità di una legge sul conflitto di interessi (oggi non si corrompe più con le bustarelle, si “corrompe” con consulenze e pagando politici per partecipare a convegni e conferenze).
-Ho parlato del sacrosanto recupero di tasse non versate da parte della Chiesa Cattolica e di altri istituti religiosi (5 miliardi!).
-Ho insistito sulla necessità di NAZIONALIZZARE le autostrade italiane. E’ lo STATO che deve guadagnare sulle autostrade (con l’obbligo poi di reinvestire gli utili in manutenzione e altre opere infrastrutturali), non i Benetton.
-Ho criticato aspramente il neo-liberismo che, prossimo agli ultimi colpi di coda, diventerà sempre più violento.
-Ho detto che se fossi un parlamentare non voterei il MES perché reputo che solo chiamarlo Meccanismo-Salva-Stati sia una balla colossale. Sono le mie idee, condivisibili o meno ma sono sempre le stesse.
Eppure per gli “amiconi” della redazione de La Repubblica starei “riportando il Movimento a destra”.
Il fascismo di oggi ha molte forme, va dalle più nostalgiche idiozie ai più vili etichettamenti ma l’obiettivo è sempre lo stesso: dividere e distrarre i cittadini.
Io non sono né di destra e né di sinistra quel che è certo è che La Repubblica, il giornale più liberista d’Italia è, obiettivamente, un quotidiano che rappresenta la peggior destra conservatrice. Quella che odierebbe le nazionalizzazioni (non è un segreto che i Benetton abbiano foraggiato con pubblicità per anni La Repubblica), quella che odierebbe favorire l’entrata degli operai nella proprietà delle aziende in crisi, quella che odia Trump anche se è stato il Presidente, ad oggi, meno guerrafondaio dai tempi di Jimmy Carter e certamente più “pacifista” del premio Nobel per la Pace Obama, responsabile, insieme a Sarkozy, Napolitano e Berlusconi della guerra in Libia che ha provocato morti e destabilizzazione oltre che l’avanzata del fondamentalismo islamico.
I “liberal” di oggi, dopo aver avallato l’ascesa del capitalismo finanziario che ha distrutto i diritti dei lavoratori cercano di rifarsi una coscienza parlando di ambiente. Ma badate bene, una cosa è la sacrosanta lotta in favore dell’ambiente, altro sono le ipocrite e banali prese di posizione liberiste che vogliono far pagare i danni ambientali ai poveri cristi e non a chi inquina davvero.
Quanto inquina l’industria bellica, quanto aver costruito migliaia di ordigni nucleari (solo Papa Francesco si occupa della bomba atomica ormai), quanto inquinano le grandi opere inutili sponsorizzate dai “giornaloni” della pseudo-dx o della pseudo-sx in perfetta sintonia con i “Matthews” (Renzi e Salvini, i “Matthews”, sono incredibilmente simili, sulla politica economica, sulle privatizzazioni e sulla politica estera la pensano allo stesso identico modo).
Ma su tutto questo le battaglie non si fanno o si fanno solo di facciata. Gli “sporchi ambientalisti” sono i green liberal, nuova forma di capitalisti che pensano che utilizzare bicchieri biodegradabili a casa (cosa giusta, per carità) sia sufficiente a salvare il pianeta ma che tacciono di fronte alle guerre di invasione mascherate da missioni di pace che oltre a provocare morte tra gli esseri umani uccidono l’ambiente.
Il Movimento abbia il coraggio di scagliarsi contro il falso ambientalismo abbracciando proposte concrete quali il telelavoro che dovrebbe essere incentivato anche all’interno della Pubblica amministrazione.
Il Movimento combatta contro le nuove forme di corruzione. La corruzione è come il doping, quando l’anti-doping arriva pensa già a nuovi aggiornamenti.
Ripeto, oggi esiste un modo, purtroppo ancora spesso legale, per foraggiare la politica e dettarle la linea: le consulenze e le conferenze.
Barroso, ex-Presidente della Commissione Europea, dopo aver speso il suo mandato nell’interesse degli istituti finanziari, ha, “magicamente” trovato lavoro come vice-presidente della banca d’affari Goldman Sachs. Questa roba non dovrebbe succedere, per questo una legge molto più stringente sul conflitto di interessi è fondamentale, anche nell’ambito della stessa Commissione Europea. In Italia l’aspettiamo da 25 anni. Per anni ci hanno fatto credere che a non volerla fosse Berlusconi. Balle! E’ il sistema politico-finanziario a non volerla.
Io non so come finiranno le inchieste sulla fondazione renziana Open. Ma il punto è politico. Nel 2016 Alberto Bianchi, ex-Presidente di Open (grande amico di Renzi e piazzato dal rottamatore dell’etica politica nel CDA di ENEL) ha ricevuto consulenze da centinaia di migliaia di euro dal gruppo Toto, il gruppo che gestisce le autostrade A24 e A25. Poco dopo Bianchi ha versato centinaia di migliaia di euro alla Fondazione Open, fondazione che, a quanto pare, metteva a disposizione di politici renziani carte di credito.
Ma la questione centrale è un’altra. Nel 2017, il governo Gentiloni, controllato di fatto da Renzi che oltre a vari ministri piazza la Boschi come numero 2 a Palazzo Chigi, fa un bel favore al gruppo Toto: un abbuono di 121 milioni di euro per la concessione dell’autostrada dei parchi.
E’ lecito pensare che il gruppo Toto abbia di fatto elargito centinaia di migliaia di euro alla fondazione Renziana (passando attraverso la consulenza ad Alberto Bianchi) per poi vedersi restituito il favore dal governo Gentiloni? Magari è ancora legale questa roba (vedremo l’inchiesta), ma è vomitevole. Come sarebbe vomitevole scoprire che il senatore semplice di Scandicci, Impruneta, Signa e Lastra a Signa, riceva compensi da parte dei sauditi.
Ormai Renzi sta più a Riad che a casa sua. Perché ci va? Partecipa a convegni? Fa l’ospite d’onore nelle conferenze sulle armi? Riceve denaro per questo? Sarebbe gravissimo che un senatore della Repubblica italiana fosse pagato da un paese straniero. Non sarebbe un palese conflitto di interessi?
Nell’attesa che abbia il coraggio di rispondere pubblicamente dico una cosa ai miei ex-colleghi del Movimento: accelerate! Soprattutto adesso. Luigi lo sta facendo e lo sostengo per questo. Accelerate sul conflitto di interessi, sulla nazionalizzazione di autostrade, sulla commissione di inchiesta sul finanziamento ai partiti, sul recupero dell’IMU non versato dagli istituti religiosi. Vedrete che i renziani passati a Italia “Morta” o quelli lasciati a fare politicamente da “palo” nel PD in Parlamento voteranno tutte le nostre proposte anche perché, se si dovesse andare ad elezioni adesso, non solo prenderebbero meno voti di Calenda ma molti di loro perderebbero l’immunità parlamentare e mai come ora credo ne abbiano bisogno…
(io Ricordiamo che il programma di ItaliaViva non è ancora chiaro, ma il primo punto che Renzi ci ha tenuto a precisare è che si deve aumentare la spesa in armi. E perché il secondo punto è l'unione di Fincantieri con Finmeccanica? Chi costruisce navi militari non fa navi da crociera. Un tempo la DC o la Sx erano pacifiste. Oggi sono diventati tutti 'affaristi'? Non c'è una sola cosa che Renzi dica di voler fare che non sia legata a un affare lucroso, visibile o invisibile, che Renzi pensa di fare a favore di se stesso. E' un affarista che fa affari con la politica).

venerdì 29 novembre 2019

Jon Bon Jovi ha aperto due ristoranti dove le persone bisognose possono mangiare gratis. - Emma Taggart

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Molte celebrità usano il loro status e la loro ricchezza per aiutare gli altri e rendere il mondo un posto migliore, ma Jon Bon Jovi porta la generosità al livello successivo. Sebbene sia noto per la sua musica, Bon Jovi è anche appassionato di cibo e aiuta le persone bisognose. Ecco perché ha aperto i suoi due ristoranti della comunità, JBJ Soul Kitchen , dove chiunque può mangiare gratuitamente.

Il primo ristorante di Bon Jovi è stato aperto nella zona di Red Bank nel New Jersey nell'ottobre 2011, e il secondo ha aperto i battenti nel 2016 vicino a Toms River, un'area che è stata gravemente danneggiata dall'uragano Sandy nel 2012. L'impresa alimentare del cantante è una delle tante progetti gestiti da The Jon Bon Jovi Soul Foundation , un'organizzazione benefica che mira a "rompere il ciclo della fame, della povertà e dei senzatetto".

Finora, Bon Jovi e il suo team di ristoranti hanno servito oltre 100.000 pasti a clienti paganti e bisognosi. Non ci sono prezzi nel menu, ma coloro che possono permettersi un pasto sono incoraggiati a donare $ 20. Per coloro che stanno lottando finanziariamente, possono mangiare gratuitamente e sono anche incoraggiati a fare volontariato al ristorante, aiutando a servire i pasti e lavorare in cucina. Dall'apertura dei ristoranti, il 54% dei pasti è stato pagato con donazioni e il 46% è stato guadagnato attraverso il volontariato.

I tavoli arrivano al primo arrivato, al primo servito, ma quelli che di solito non possono permettersi il lusso di un pasto caldo hanno la priorità. Ogni piatto è preparato con cura utilizzando prodotti coltivati ​​nell'orto del ristorante. I clienti possono scegliere tra una fantastica selezione di piatti deliziosi come il pollo al sesamo allo zenzero arancione, il filetto di baccalà condito con l'anima e la quinoa di verdure arrosto. Soul Kitchen dice: "Tutti sono i benvenuti al nostro tavolo dove ingredienti, dignità e rispetto di provenienza locale sono sempre presenti nel menu".

https://mymodernmet.com/bon-jovi-soul-kitchen/?fbclid=IwAR0SnLZLUwVJC5Ep7KLs5n7toq2-ZFrOWRQdQqCW0DxJaTdc0u21NtUp694

Andrea Scanzi: “Il poro Porro e la bile di Salvini”.



(Stanno perdendo la testa, è bellissimo!)

Ragazzi, questa è meravigliosa. Ieri scrivo un pezzo sul Fatto in cui ricordo che Salvini ama andare in tivù dove può intervistarsi da solo. Per questo va sempre da por(r)o, che oltre ad avere il cognome che merita è un (mediamente) noto giornalista senza lettori: il suo ultimo libro è apparso timidamente in classifica sei secondi, per poi scomparire nell’indifferenza generale. E lui ne soffre, perché con librerie e teatro non si può fingere: quando i lettori/spettatori devono pagare per leggerlo/vederlo, por(r)o ha lo stesso appeal del poro asciugamano. Stacce, Nicolino. C’è chi può e chi non può.

La funzione di por(r)o, nell’ecosistema, è quella di fungere da ciabattina lisa di Salvini. E in questo non è male, perché tutto è fuorché stupido. Fa ascolti né buoni né cattivi, ma sa muoversi benissimo assecondando il potere.

Ora: io, nel pezzo, lo provocavo “accusandolo” d’essere l’ufficio stampa (neanche il più noto) di Salvini. Ovviamente lui c’è cascato come un luccio. Tipico. Non solo: per difendersi lui che ha fatto? Ha lanciato uno strale sputazzante contro di me, in cui mi ha accomunato a caso a Lerner (con cui non ho mai avuto bei rapporti) e Formigli (da cui non vado ospite dai tempi di Badoglio). E questo suo strale, ma guarda un po’, da chi è stato rilanciato sui suoi social? Ma dal Cazzaro Verde in persona, ovviamente, che per l’occasione ha aggiunto il solito titolo da dissestati neuronali: “Porro asfalta tutti” (uno come por(r)o può asfaltate giusto il viottolo di casa sua, e solo se lo aiutano).

È meraviglioso: per dimostrare di non essere uno dei propagandisti (neanche il più noto) di Salvini, por(r)o ha puntualmente dimostrato di esserlo ancora di più. Al punto che il suo politico del cuor lo ha subito rilanciato, tipo Duce con l’Istituto Luce. Sei un genio, Nico’!

Resta poi da sottolineare la rabbia incurabile del Cazzaro Verde, il cui successo del mio libro lo ha proprio mandato via di testa. Due settimane fa mi ha attaccato dopo un mio intervento a Otto e Mezzo, giorni fa ho scoperto che è arrabbiato nero con me e non accetterà più confronti televisivi con me. E ora mi riattacca di nuovo, usando la sia ciabattina lisa di riferimento. Proprio non ce la fai a non considerarmi, Matteuccio. Onorato della bile (verde) che ti provoco. Io però ti sono amico e ti invito una volta di più al debutto teatrale del Cazzaro Verde a Milano sabato 21 dicembre. Sono rimasti cento posti, un posto magari lo trovi. Ti sono così amico che ti agevolo pure il link, fatti prendere due biglietti da por(r)o stesso: https://www.i-ticket.it/…/il-cazzaro-verde-scanzi-teatro-le…

Siamo solo all’inizio, Matteo. Te l’ho già detto: non sono Saviano, mi fai solo ridere (paura proprio no) e con te mi divertirò tanto. Tu, un po’ meno.

https://infosannio.wordpress.com/2019/11/28/andrea-scanzi-il-poro-porro-e-la-bile-di-salvini/?fbclid=IwAR208myXaX-Pfea1Dh4MHwPPuTDfxlhXqHX8xSIK5S_fesLbDndNNeNM_TE

Depositi&prestiti. - Marco Travaglio

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Non essendoci lasciati intimidire dal trio B.-Previti-Dell’Utri e neppure da Salvini, specializzati in querele e cause per danni a raffica, figuratevi se ci spaventa la loro controfigura parodistica e farsesca, al secolo Matteo Renzi. Da qualche giorno le nostre buche delle lettere – la mia e quella del Fatto – sono intasate di atti di citazione a mazzi, anzi a strascico firmati da questo pover’uomo, che ci accusa di diffamarlo e ledere la sua presunta onorabilità perché ci ostiniamo a raccontare le sue imprese. Politiche e soprattutto affaristiche, visto che non si capisce più che mestiere faccia. Con tutto quel che avrebbe da fare con i compari di Open e di Eyu inseguiti dalle Procure e dalla Finanza, trova il tempo di annunciare di averci chiesto “poco meno di un milione di danni”, col simpatico hashtag “colpo su colpo”, degno di un bullo di Ostia più che di un senatore di Scandicci. Poi, per cambiare un po’, ha pure minacciato una querela penale perché ieri ho scritto di un aiutino del “governo Renzi” nel 2017 al gruppo Toto, che poi finanziò Open: la svista era evidente e l’avrei rettificata spontaneamente, ben sapendo che nel 2017 il governo era presieduto da Gentiloni. Ma il nome del premier non sposta di un millimetro la questione. Di quel governo, Renzi fu l’artefice e il dominus: avendo giurato l’addio alla politica, era rimasto segretario del Pd, partito di stra-maggioranza, e aveva piazzato tutti i suoi uomini nei posti-chiave, da Gentiloni alla Boschi, da Delrio a Lotti, dalla Madia a De Vincenti, da Padoan a Calenda, dalla Bellanova a Faraone, da Scalfarotto a Migliore. Dunque, ammesso e non concesso che Toto volesse ricambiare il favore finanziando Open, non avrebbe sbagliato indirizzo.
In ogni caso, in veste di querelati e denunciati, siamo in buona compagnia: il disperato sta trascinando in tribunale tutti quelli che osano parlare di lui senza leccargli l’epa e la pappagorgia. Affinchè smettano anche loro, come già fanno spontaneamente i giornaloni che da due giorni nascondono lo scandalo Open con titolini invisibili in prima pagina, perlopiù dedicati non ai fatti oggetto dell’inchiesta, ma alle farneticazioni del rignanese. Il quale è talmente disabituato alla critica e persino alla satira che ha denunciato persino Crozza, per dire quanto è lucido e sereno. Se ci avesse chiesto un consiglio, gli avremmo suggerito di lasciar perdere i tribunali. Sia perché quelli come lui dovrebbero starne alla larga. Sia perché un laureato in legge dovrebbe conoscere la differenza fra uno sbaglio innocuo o una parodia di Crozza e un reato di diffamazione.
Sia perché fare causa a chi dice la verità porta sfiga: si rischia di perdere (Salvini), ma pure di finire in galera (Previti e Dell’Utri) o ai servizi sociali (B.). In ogni caso, se il poveretto si diverte così, faccia pure: casomai la sua pesca a strascico nelle nostre tasche gli portasse davvero “parecchi soldini”, almeno di quelli si conoscerebbe la provenienza. Resta invece da spiegare dove abbia preso tutti gli altri: quelli che gli hanno consentito di passare da un misero conto in banca con 15mila euro (fu lui a esibirne l’estratto a Matrix nel gennaio 2018) all’acquisto in giugno di una villa da 1,3 milioni e di totalizzare – lo dice lui – 800mila euro di entrate l’anno scorso e 1 milione quest’anno. Ai primi del 2018 la sua carriera di conferenziere-globetrotter (pagato non si sa bene da chi né come: c’è persino una misteriosa associazione intestata all’incolpevole Giovanni Spadolini) era appena agli inizi. Lo stipendio da parlamentare scattò solo dall’aprile 2018 (non più di 400 mila euro lordi l’anno, comunque). E i libri e i documentari tv -per quanto geniali come i suoi – non portano guadagni milionari, salvo che ci si chiami Camilleri o Angela.
Dunque attendiamo fiduciosi la lista dei bonifici con relativi donatori. Ma con tutti i processi che sta innescando con le sue mani, non mancherà occasione. Tantopiù che oltre la metà del costo della villa, 700mila euro su 1,3 milioni, gliel’anticipò la generosa madre dell’imprenditore Riccardo Maestrelli, che lui aveva nominato a Cassa Depositi e Prestiti e naturalmente finanziava Open. Un prestito – dice Renzi – che lui restituì nel giro di quattro mesi. Cioè fra giugno e ottobre di quell’anno d’oro che è stato per lui il 2018: l’anno in cui, mentre completava nelle urne la distruzione della sinistra italiana, ingrassava il suo conto corrente da 15mila a 800 mila euro in pochi mesi. Non sono questioni penali, almeno per lui e per ora. Ma politiche, etiche, deontologiche. 
Un politico che da premier nomina un imprenditore a un incarico pubblico (Cdp) non dovrebbe accettare un euro di finanziamento al suo partito o alla sua fondazione, né tantomeno chiedergli un prestito per la sua villa. Altrimenti, come minimo, è conflitto d’interessi e, come massimo, corruzione. Per informazioni, rivolgersi a Raffaele Marra, arrestato quand’era capo del Personale della giunta Raggi e condannato in primo grado per corruzione perché, ai tempi di Alemanno, si era fatto dare soldi per una casa dal costruttore Scarpellini, senza peraltro dargli nulla in cambio. Vedremo se la legge è uguale per tutti. Le indagini dell’Antiriciclaggio sono appena partite. Nell’attesa, siccome Renzi conferma il mega-prestito alla famiglia del suo nominato, e ne ha pure ricevuto un altro da 20mila euro da Marco Carrai che colleziona incarichi pubblici nella Firenze renziana, dovrebbe spiegare se li ritenga conformi all’art. 57 della Costituzione: “…I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore…”. Ma forse ha solo equivocato il significato di Cassa Depositi e Prestiti. I prestiti li abbiamo visti: attendiamo notizie sulla cassa e i depositi.

giovedì 28 novembre 2019

Fontanarossa ai privati, la vergogna dei vitalizi dell’Ars e la legge killer sulla Formazione/ MATTINALE 459.

Fontanarossa ai privati, la vergogna dei vitalizi dell’Ars e la legge killer sulla Formazione/ MATTINALE 459

La privatizzazione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania non è la solita operazione di ascarismo: è la capitolazione finale che aprirà la strada alla fine dell’agricoltura siciliana e alla privatizzazione dei beni culturali, delle autostrade, delle strade e via continuando. Il grottesco balletto sui vitalizi di Gianfranco Miccichè. La vergognosa riforma della Formazione professionale che completa la ‘macelleria sociale’ dei Governi Lombardo e Crocetta
Tre notizie – una di affari e due vergogne della politica siciliana – meritano di essere commentate. Sono la privatizzazione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania, il tentativo di salvare i vitalizi degli ex parlamentari e dei futuri ex parlamentari di Sala d’Ercole e una riforma della Formazione professionale fatta su misura per assestare il colpo finale a circa 8 mila persone.
FONTANAROSSA AI PRIVATI – Cominciamo con la privatizzazione dell’aeroporto di Catania. Ieri e nei giorni scorsi abbiamo dato spazio  coloro i quali sono contrari alla privatizzazione del più importante aeroporto del Mezzogiorno d’Italia. L’abbiamo fatto – e continueremo a farlo – non soltanto perché a noi la privatizzazione sembra un’operazione affaristica e ‘banditesca’, ma anche perché i signori che la stanno ‘pilotando’ – a cominciare dai rappresentanti del Governo regionale – si tengono chiusi.
Perché siamo contrari alla privatizzazione? Per tanti motivi. Il rimo motivo – che è il più importante – è perché consideriamo il liberismo economico una iattura.
Il liberismo sta distruggendo l’Unione Europea. Con il liberismo i circa 500 milioni di abitanti dell’Eurozona, da cittadini, sono stati trasformati in consumatori. Con l’aggravante che non c’è nemmeno la libertà di scegliere.
L’Unione Europea – che non è un’entità astratta – decide, ad esempio, che il grano che bisogna utilizzare deve essere di un certo tipo, anche se è ‘avvelenato’. E se i regolamenti europei – che sono nati a tutela della salute pubblica – non consentono l’arrivo in Europa di grani – duri e teneri – con alti gradi di sostanze contaminanti, ebbene, si cambiano i regolamenti per consentire ai questi grani di finire sulle nostre tavole sotto forma di prodotti trasformati (pasta, pane, pizze, biscotti, dolci e via continuando).
Può sembrare una follia. Questa alimentazione provoca disturbi a milioni di persone in Europa e nel mondo, mettendo in moto un demonico ‘effetto moltiplicatore’: nel senso che moltiplica gli affari delle case farmaceutiche che propongono e vendono i ‘rimedi’ per fronteggiare i problemi creati da questi grani.
Non è un caso se chi produce certi prodotti chimici – che servono proprio per coltivare certi cereali – siano gli stessi che producono i medicinali per curarne gli effetti!
Potremmo continuare con altri esempi nel settore agroalimentare e in altri settori. Questa è l’Unione Europea che plaude alle privatizzazioni, con la ‘benedizione’ dei falliti del Partito Socialista Europeo (PSE), servi apparentemente sciocchi del liberismo dominante.
Nel caso dell’aeroporto Fontanarossa non possiamo non sottolineare il PROGETTO ASCARO di un aeroporto con 10 milioni di passeggeri all’anno – con grandi margini di miglioramento – che verrà ceduto a chi, con molta probabilità, lavora per far fallire gli agricoltori siciliani e, in generale, per cedere ai privati non siciliani l’intera Sicilia.
Catania, Siracusa, Ragusa hanno tutti i numeri per puntare sull’agricoltura, sul turismo e sui beni culturali. Peraltro con due aeroporti: quello di Catania e quello di Comiso.
Noi – concetto che ribadiamo spesso – non crediamo che la Sicilia debba esportare i propri prodotti agricoli, perché non può reggere la concorrenza di chi produce in alcuni casi munnizza a prezzi super-concorrenziali. L’agricoltura siciliana, oggi, deve puntare al consumo interno, anche per riequilibrare la propria bilancia commerciale nel settore agroalimentare. I siciliani, ogni anno, spendono circa 13 miliardi di euro per l’alimentazione; ebbene, di questi 13 miliardi, 11 miliardi di euro vengono spesi per l’acquisto di cibi che arrivano dal resto d’Italia e, soprattutto, da Paesi esteri.
Cosa vogliamo dire? Che anche l’aeroporto di Comiso, insieme con quello di Catania, deve puntare sul turismo.
Ci dicono che con la privatizzazione dell’aeroporto di Catania e dell’aeroporto di Comiso il territorio ne trarrà giovamento. Ma è solo una volgare presa in giro. Lo ribadiamo: chi trarrà giovamento da questa privatizzazione saranno i soggetti esterni alla Sicilia che già hanno messo le mani su ‘pezzi’ della nostra Isola e che, con il sistema aeroportuale tra le mani, potranno completare l’opera di colonizzazione della Sicilia.
Ci dicono che non ci sono i soldi per investire nel potenziamento dell’aeroporto Fontanarossa. Questa, forse, è la più grande fesseria messa in giro. A parte la Cassa Depositi e Prestiti e altre banche internazionali, l’urbanistica – in un territorio come la Sicilia – consentirebbe mille altre operazioni per reperire capitali.
La verità è che gli interessi in ballo sono enormi. Prendendosi l’aeroporto di Catania e di Comiso, nel giro di pochi anni assisteremo alla stretta finale sugli agricoltori siciliani e alla privatizzazione dei beni culturali, delle autostrade e, in generale, di tutto quello che potrà essere privatizzato.
Quella di Fontanarossa, per chi non l’avesse capito, è un’operazione che va ben al di là dell’ascarismo che abbiamo conosciuto fino ad oggi: è la capitolazione della Sicilia intesa come terra con una propria identità culturale.
IL GROTTESCO BALLETTO SUI VITALIZI – Contemporaneamente alla svendita di Fontanarossa assistiamo al grottesco balletto sui vitalizi degli ex parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana (e dei futuri ex parlamentari).
Chi ha svenduto e chi sta svendendo la Sicilia dovrà pure andare in pensione. Vero è che, tra meno di vent’anni, la Sicilia non sarà più dei siciliani, ma per un altro po’ di anni gli ascari di ieri e gli ascari di oggi ci saranno. E come dovranno vivere questi signori? Con meno di 5 mila, 6 mila, 7 mila, 8 mila, 9 mila, 10 mila euro al mese? Non sia mai!
Certo, c’è una legge nazionale che ha tagliato i vitalizi in tutte le Regioni italiane. A tutte tranne che alla Sicilia. Dove l’Autonomia, che non viene applicata sulle cose serie, viene invece applicata per tutelare gli interessi dei pochi. A cominciare, appunto, dagli ex parlamentari e dagli attuali parlamentari che tra qualche anno saranno ex parlamentari.
Migliaia di giovani siciliani ogni anno sono costretti a lasciare la Sicilia per mancanza di lavoro, le strade e le autostrade della nostra Isola cadono a pezzi, le Province non svolgono i servizi previsti dalle leggi perché sono senza soldi, i Comuni pensano solo a tartassare i cittadini con tasse, imposte, autovelox, Ztl, la sanità pubblica siciliana è allo sbando (ormai aspettare giornate intere in un Pronto Soccorso o, magari, morire per esempio dopo aver lasciato un Pronto Soccorso non sono più notizie…), prendere un aereo senza prenotazione, per un siciliano, significa spendere da 500 a 800 euro!
Ebbene, a fronte di tutto questo – e di altre vergogne senza fine – qual è il pensiero fisso del presidente del parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, da un anno a questa parte? Salvare i vitalizi degli ex parlamentari e il proprio vitalizio!
Ieri, dopo batti e ribatti, Miccichè ha diramato un comunicato che è lo specchio del fallimento della politica siciliana che lo stesso Miccichè rappresenta in modo ‘esemplare’:
“Smentisco in maniera assoluta la notizia secondo la quale sono stato a Roma per chiedere un ok sul disegno di legge sui vitalizi approvato dalla commissione dell’Ars. Abbiamo incontrato gli esperti del ministero con i quali abbiamo discusso alcuni punti su cui avevamo dei dubbi. Per quanto mi riguarda, ritengo che la proposta di legge sui vitalizi sia ineccepibile dal punto di vista costituzionale. Ma con i tecnici ministeriali non ci siamo assolutamente soffermati su questo aspetto, anche perché non è di loro competenza”.
Così Gianfranco Miccichè adesso è diventato anche “costituzionalista”: e abbiamo detto tutto!
Rimane un sentimento che va oltre la vergogna: pensare che l’Autonomia siciliana, costata sangue e fatica ai siciliani negli anni ’40 del secolo passato, sia stata ridotta a protezione dei vitalizi è veramente penoso: ma i personaggi politici di oggi sono questi: Mazzarò alla ricerca della ‘roba’…
LA LEGGE KILLER SULLA FORMAZIONE – Un’altra vergogna è rappresentata dalla legge di ‘riforma’ della Formazione professionale varata ieri dal Parlamento siciliano.
Noi facciamo nostre le considerazioni che il sindacalista Sandro Cardinale e l’ex sportellista Adriana Vitale hanno messo nero su bianco.
Cominciamo con Sandro Cardinale, dell’Unione Sindacale di Base (USB):
“E con il ddl 506/128 si decreta la mazzata finale per il lavoratori della formazione professionale siciliana, dove le tutele dei licenziati della formazione vengono eliminate. Un disegno criminoso che da anni l’assessore Lagalla tenta di mettere in atto, oggi (ieri per chi legge) ci è riuscito grazie alla complicità di tutti gli schieramenti politici, maggioranza e opposizione, tutti indistintamente hanno votato a favore della condanna di migliaia di donne e uomini già massacrati con i Governi precedenti.
I Gattopardi hanno colpito ancora.
Complimenti al Presidente Musumeci che in campagna elettorale ha promesso la risoluzione della vertenza.
Complimenti al PD, al 5 Stelle che si è astenuto.
Complimenti ai tantissimi assenti, ma soprattutto complimenti al compagno Claudio Fava che ha prestato il fianco!
Cambiano gli orchestranti ma la musica è sempre quella.
Adesso tocca a noi fargli ingoiare il ddl!!!”.
Adriana Vitale:
Una grandissima “puttanata” approvare una riforma prima di dare risposte ai lavoratori massacrati. È come comprare una nuova macchina da un nuovo concessionario prima di estinguere il debito con il vecchio.
Vergognatevi TUTTI, ma proprio TUTTI.
Non riescono a mettersi d’accordo su nulla, solo per finire di massacrare i lavoratori, si sono accordati. Pane per i denti di quelli che ci considerano zavorra e di quelli che, con la puzza sotto il naso, ci considerano figli cooptati di un sistema, dunque da cancellare. Una proposta, figuriamoci, uscita dal cilindro dal PD, artefice del nostro massacro, che ha immediatamente trovato sponda anche tra quelli che nella scorsa legislatura si battevano il petto. Evidentemente più di qualcuno aveva cambiali elettorali da estinguere.
La restaurazione è servita con gli emergenti e con nuova e fresca carne elettorale da giocarsi a tempo debito. La manciugghia ha cambiato pelle ma non sostanza.
Qual è la differenza tra chi ci ha messi in ginocchio e chi, al posto di darci una mano per alzarci, con un calcio, ci stende per terra completando l’opera?
Gli assenti hanno sempre torto, gli astenuti sono solo ignavi che mantengono il numero legale per favorire l’approvazione, chi ha votato “SI” si qualifica da solo. Nessuno ha votato “NO”, dunque tutti complici!
Pagherete a caro prezzo le lacrime e la disperazione di coloro che avete ammazzato, il male prima o poi ritorna indietro.
Ci avete fatti sentire vecchi e inutili, ci avete distrutto la vita, la serenità, la normalità. Vi arrivi il mio sdegno per intero, pusillanimi inutili.
Leggere il giubilo di chi vanta la grande prodezza, che offende la nostra intelligenza, umilia la loro stessa dignità.
Tutto questo mentre taluni fanno i viaggi in quel di Roma per garantirsi i privilegi e operare un taglietto che corrisponde a qualche cena fuori, mentre noi non ci possiamo permettere neppure il pane da mettere a tavola. Senza pudore.
Questa legge di riforma della Formazione Professionale nulla cambia alla nostra vertenza, che esula dalla Formazione in quanto tale. Il punto non è questo: il punto, per come la vivo io, è la totale mancanza di rispetto: è ignorare la voce del popolo: è considerarci nessuno: è sentirsi attraversati da quattro buffoni che hanno in mano la mia vita e quella della mia famiglia: è essere considerati una spanna sotto gli ultimi: è sentirsi invisibili.
Avrebbero dovuto, prima di approvare un qualcosa che cancella irrimediabilmente trent’anni di vita e di un vissuto, dare risposte ad un problema di sopravvivenza che loro stessi hanno causato, e non importa la mano che ha trafitto la nostra vita se chi viene dopo non pone rimedio. Quella di oggi è la lama che trafigge e si conficca nella stessa identica ferita, causando dolore che si aggiunge al dolore. Uno sfregio che brucia peggio di uno schiaffo in pieno viso, che ti sbatte in faccia la realtà cruda e nuda, che ti fa sentire piccola e indifesa, ti fa sentire nessuno.
Foto tratta da Il Belice Informa
https://www.inuovivespri.it/2019/11/27/fontanarossa-ai-privati-la-vergogna-dei-vitalizi-dellars-e-la-legge-killer-sulla-formazione-mattinale-459/#GbjMWRBrBlQroU5b.99

Cucciolo di 18mila anni fa ritrovato congelato nel ghiaccio. E’ il più antico cane della storia. - Laura De Rosa

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(Photo: S Fedorov)


Lupo? Cane? O un antenato comune? Ancora non si sa, quel che è certo è che si tratta di un esemplare risalente a 18mila anni fa, in perfetto stato di conservazione. Lo hanno ritrovato in Siberia ed è stato analizzato presso un centro specializzato di Stoccolma, il Centre for Palaeogenetics, dove al momento è conservato.
Sulla pagina Twitter del centro specializzato nello studio del Dna delle specie estinte, i ricercatori specificano che “è necessario più sequenziamento!” per capire di che animale effettivamente si tratti.
L’esemplare è stato trovato nei pressi del fiume Indigirka e ora stanno continuando ad analizzarlo 4 scienziati, Dave Stanton, Pontus Skoglund, Love Dalén e Anders Bergström.
Qualora si scoprisse che si tratta di un cane, sarebbe il più antico mai rinvenuto. Mentre se dovesse presentare Dna endogeno come lupo-cane, questa scoperta sarebbe davvero importante per ricostruire la storia genetica dei suoi discendenti.
lupo cane
A giugno, sempre in Siberia, era stata ritrovata la testa di un lupo gigante vissuto 40mila anni fa deceduto tra i 2 e i 4 anni d’età e nello stesso sito dove era sepolto il cranio, è stato scoperto anche un cucciolo di leone delle caverne in perfetto stato di conservazione. Periodo fortunato per i ricercatori siberiani!

Renzi attacca i magistrati.

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Io ritengo che un uomo delle istituzioni non dovrebbe mai scagliarsi contro un'altra istituzione.
Ciò che ha fatto e sta facendo quest'uomo, degno della fama dei suoi peggiori predecessori, è di una gravità inaccettabile, inammissibile!
Non possiamo e non dobbiamo permettere che ciò accada ancora.
Quest'uomo è nelle istituzioni non per lavorare per la società, come dovrebbe essere, ma per garantire e procurare per sè e per chi gli sta intorno e lo coadiuva un benessere economico carpito anche illegalmente e con estrema sfacciataggine.

Quest'uomo crede di essere al di sopra della legge, di essere un intoccabile, emulo dei peggiori politici succedutisi nel tempo in questa povera Italia distrutta dalla corruzione.
Spero che la magistratura faccia il suo dovere e ci liberi da personaggi di questo bassissimo livello intellettuale e morale.

Spero che la politica ritorni a rifulgere nel suo ruolo principale che è quello della tecnica, dell'arte di governare uno stato.

cetta.