Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 19 marzo 2020
Il COVID-19 sta cambiando l'Europa? - Massimo Erbetti
A quanto pare un virus, un organismo invisibile sta cambiando i burocrati europei, ci voleva una pandemia per cambiare rotta? Dopo aver ridotto la Grecia alla fame e dopo aver indotto centinaia di migliaia di cittadini europei ad odiare la BCE, nella notte il cambio totale di rotta. Christine Lagarde che giovedì scorso, in quattro schifose parole ha affondato l'economia europea, ha visto traballante il suo ruolo di potente, ha avuto paura e ha dichiarato:
"Tempi straordinari richiedono un’azione straordinaria. Non ci sono limiti al nostro impegno per l’euro. Siamo determinati a sfruttare tutto il potenziale dei nostri strumenti, nell’ambito del nostro mandato". Ma non solo la Lagarde si è espressa, il consiglio direttivo della BCE, in una nota scrive:
"Il Consiglio direttivo farà tutto ciò che sarà necessario nei limiti del suo mandato. Il Consiglio direttivo è pienamente preparato a incrementare il volume dei suoi programmi di riacquisto titoli e a modificarne la composizione, per quanto e fino a quando sarà necessario. Esplorerà tutte le opzioni e tutti gli strumenti per sostenere l’economia durante questo choc. Il Consiglio direttivo della Bce è impegnato nel giocare il suo ruolo di supporto di tutti i cittadini dell’area euro in questo periodo estremamente difficile. A questo scopo la Bce si assicurerà che tutti i settori economici possano beneficiare delle condizioni finanziarie di supporto che permettano loro di assorbire questo choc. E ciò si applica ugualmente a famiglie, aziende, banche e governi"
Non facciamoci illusioni, non crediamo veramente che questi soggetti si siano ravveduti e che da domani l'Europa diventi un paradiso, questo non accadrà, ma una cosa è certa, quando gli interessi diventano comuni, quando, come in questo caso tutti gli stati hanno lo stesso problema, quando tutti sono costretti a remare in una sola direzione, le cose cambiano radicalmente. Ci voleva un virus per mettere tutti sulla stessa barca. L'Europa non può e non deve essere un contenitore di vari stati, ognuno con i propri interessi economici, l'Europa deve essere altro, l'Europa deve essere solidale...questo, spero sia il primo passo per diventarlo..e se ciò non accadrà, se i burocrati continueranno ad essere lontani dai popoli, se il loro scopo primario rimarrà quello cinico e spietato che abbiamo visto fino ad oggi, l'Europa morirà...riuscirà un virus in quello che l'uomo non è riuscito?...vedremo...intanro 750 miliardi non era riuscito nessuno a metterli in campo...
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10216867272459738&set=a.2888902147289&type=3&theater
La Ue è nata male. E' una scopiazzatura degli Stati Uniti d'America, stato di stati che funzionano malissimo perchè hanno in comune solo la moneta e, pertanto, una banca centrale, mentre tutto il resto è affidato ai vari governi molto spesso in antitesi tra loro sia ideologicamente che materialmente. E' come mettere insieme persone con idee diametralmente opposte tra loro e costringerle ad uniformarsi solo monetariamente. Non credo che fosse questa l'idea mazziniana di una giovine Europa.
C'è da domandarsi: a chi giova avere un'Europa unita solo economicamente?
Cetta
Perché l’inquinamento da Pm10 può agevolare la diffusione del virus. - M. Cristina Ceresa
Le correlazioni vengono al pettine: l'inquinamento, soprattutto quello atmosferico, potrebbe aver preparato il terreno al Coronavirus e alla sua diffusione. Quantomeno i dati evidenziano una relazione tra i superamenti dei limiti di legge per il Pm10 e il numero di casi infetti da Covid-19.
Lo dimostra uno studio curato da una dozzina di ricercatori italiani e medici della Società italiana di Medicina Ambientale (Sima). Leonardo Setti dell'Università di Bologna e Gianluigi de Gennaro dell'Università di Bari hanno passato gli ultimi venti giorni sui dati registrati nel periodo tra il 10 e il 29 febbraio e li hanno incrociati: da una parte quelli provenienti dalle centraline di rilevamento delle Arpa, le agenzie regionali per la protezione ambientale, dall'altra i dati del contagio da Covid19 riportati dalla Protezione Civile, aggiornati al 3 marzo, lasso temporale necessario considerando il ritardo temporale intermedio di 14 giorni pari al tempo di incubazione del virus. La conclusione è che si evidenzia una relazione tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di Pm10 e PM2,5 e il numero di casi infetti da Covid-19.
La Pianura padana è in codice rosso anche nello studio: qui si sono osservate le curve di espansione dell’infezione che hanno mostrato accelerazioni anomale, in evidente coincidenza, a distanza di due settimane, con le più elevate concentrazioni di particolato atmosferico.
Il Pm10 avrebbe, secondo la ricerca, esercitato un'azione di boost, cioè di impulso alla diffusione virulenta dell'epidemia. Leonardo Setti lo mette in luce: «Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura padana hanno prodotto un'accelerazione alla diffusione del Covid19. L'effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai».
Potrebbe quindi essere questo uno dei motivi per cui la Pianura padana, rispetto alle altre zone d'Italia, ha cullato il virus in maniera più concentrata. A questo proposito è emblematico il caso di Roma, in cui la presenza di contagi era già manifesta negli stessi giorni delle regioni padane senza però innescare un fenomeno così virulento. Brescia è tra le città più colpite per inquinamento e caso di focolai di Coronavirus.
L'idea che l'inquinamento da Pm10 sia facilitatore delle infezioni non è nuova, a partire da polmonite e morbillo. La letteratura è lì a dimostrarlo e a suggerire norme importanti per ridurre l'inquinamento.
Il presupposto con il Coronavirus è lo stesso: il particolato funge da carrier per il trasporto del virus. Anche nell'etere. Forse tanto quanto una stretta di mano: «Più ci sono polveri sottili – afferma Gianluigi de Gennaro, dell'Università di Bari - più si creano autostrade per i contagi. È necessario ridurre al minimo le emissioni».
È noto che il particolato atmosferico funziona da vettore di trasporto per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus che si “attaccano” (con un processo di coagulazione) anche per ore, giorni o settimane. Inoltre, sarebbero lunghe le distanze che il virus potrebbe percorrere così trasportato.
Lo studio mette in luce un altro fattore: «L'attuale distanza considerata di sicurezza – fa notare Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) riferendosi allo spazio di un metro - potrebbe non essere sufficiente». Così come evidentemente non sono sufficienti le misure finora adottate per contenere l'inquinamento atmosferico.
https://www.ilsole24ore.com/art/l-inquinamento-particolato-ha-agevolato-diffusione-coronavirus-ADCbb0D?fbclid=IwAR1kCBBxaRQwx-QYP_bdUqqzd7YKSmBSB-Uj2hBzMVqBSVlX41KR1xQKsx0
Lega, niente multe al candidato Salvini. Che reclama l’immunità e non le paga.- Thomas Mackinson
Salvini e il suo autista sono in corsa per le amministrative di Milano. Corrono anche in città: a 90 all'ora, in città. Quando si beccano il verbale non fanno come tutti i milanesi, che pagano, ma mettono di mezzo i legali del Carroccio. Il risultato è un ricorso che fa leva sul "ruolo istituzionale" e sul "rischio sicurezza". Sei mesi fa se la prese con Napoli "capitale delle multe evase".
Matteo Salvini e il suo autista sono in corsa per le amministrative di Milano. E in città vanno proprio forte, a 87 chilometri all’ora per l’esattezza. Quando beccano la multa però non fanno i milanesi che pagano, ma mettono in mezzo gli avvocati del partito. Tutto per non sborsare 165 euro di sanzione al Comune che si propongono di amministrare e salvare i punti della patente del dipendente della Lega. Il risultato è un surreale ricorso che fa leva sul “ruolo istituzionale” e sul “rischio sicurezza“. La multa risale al 9 novembre scorso, di prima mattina, mentre l’auto di servizio della Lega passava a gran velocità su viale Enrico Fermi, dove il limite è 70, diretta alla sede della Lega lì a due passi.
Salvini, capolista a Milano nonché candidato a leader di tutto il centrodestra, sta dietro. Davanti c’è Aurelio Locatelli, lo storico autista dei big del Carroccio con licenza di agente di pubblica sicurezza che, scarrozzando Salvini, s’è guadagnato pure lui la sua candidatura. E allora: nessuno rallenti la corsa elettorale dei due compagni di viaggio uniti dal partito, dal motore a scoppio e da un singolare ricorso. In via Bellerio la pensano così ma prendono l’imperativo un po’ troppo alla lettera. Su procura del segretario, i legali del Carroccio hanno infatti chiesto di annullare la sanzione con un ricorso di sei pagine depositato l’11 marzo scorso. Non contestano affatto la violazione, certificata da telecamere ben note ai milanesi, ma rivendicano una sorta di “immunità” da codice della strada per il leader.
Salvini, capolista a Milano nonché candidato a leader di tutto il centrodestra, sta dietro. Davanti c’è Aurelio Locatelli, lo storico autista dei big del Carroccio con licenza di agente di pubblica sicurezza che, scarrozzando Salvini, s’è guadagnato pure lui la sua candidatura. E allora: nessuno rallenti la corsa elettorale dei due compagni di viaggio uniti dal partito, dal motore a scoppio e da un singolare ricorso. In via Bellerio la pensano così ma prendono l’imperativo un po’ troppo alla lettera. Su procura del segretario, i legali del Carroccio hanno infatti chiesto di annullare la sanzione con un ricorso di sei pagine depositato l’11 marzo scorso. Non contestano affatto la violazione, certificata da telecamere ben note ai milanesi, ma rivendicano una sorta di “immunità” da codice della strada per il leader.
In premessa ricordano che il segretario “ricopre incarichi istituzionali e che, per ragioni politico istituzionali, deve presenziare…”. Si tenga cioè presente l’alto valore trasportato. Salvini finisce così nel pubblico registro dei politici furbetti, quelli che prendono le multe come tutti i cittadini ma pretendono di non pagarle, perché al di sopra di regole e leggi buone solo per gli elettori. Un titolo che non farà felice il popolo leghista e mal si sposa con l’immagine da tribuno della rabbia popolare contro i privilegi della Casta. Non solo, giusto sei mesi fa il leghista aveva eletto Napoli “capitale delle multe evase”, attirandosi prevedibili polemiche: ora si scopre che Milano e Salvini non sono da meno, anzi.
Il passaggio forse più ardito verte su ragioni imperative di sicurezza. I legali ricordano che il loro assistito ha subito “recenti e gravissimi attacchi alla sua persona e alla vettura su cui viaggia” e per questo la sua auto “è regolarmente preceduta e scortata da vetture condotte da agenti delle Forze dell’Ordine”, sostenendo una sorta di diritto transitivo a commettere violazioni. È vero, argomentano, che l’auto della Lega è una vettura privata e come tale non può eludere limiti e divieti, come una volante che invece può farlo nei limiti di prudenza e diligenza e “nell’espletamento dei servizi di istituto”, cioè accendendo la sirena. Ma – scrivono – “tale obbligo può ritenersi assolto nella misura in cui l’auto di proprietà della Lega Nord viene affiancata e/o preceduta costantemente da una vettura della PS con apposito dispositivo attivo”. Ammesso che sia così, c’è un problema: le foto scattate al varco elettronico mostrano l’auto di Salvini in perfetta solitudine sul ponte. Nessuna volante, né davanti né di fianco. Così, la multa per ora resta e tocca vedere che cosa ne farà il Prefetto, mentre si scopre un’altra funzione di estrema utilità della scorta ai politici: far da paraurti alle multe che si meritano, perfino nelle città che vorrebbero amministrare.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/12/lega-niente-multe-al-candidato-salvini-che-reclama-limmunita-e-non-le-paga/2715364/?fbclid=IwAR0bSygR03YZ-n_zuTc0S3SZDc5Ti9ZY3EaKbdzbTxe3FWqvdFmUN-bXlyQ
Volgare, bugiardo, ignorante, irritante.
- Volgare lo è nel DNA;
- bugiardo lo è perché si finge cristiano osservante e bacia il rosario, ma
chiude le porte all'accoglienza di chi scappa dalle guerre e dalla fame;
- ignorante lo è perché non rispetta le regole e non capisce che, da personaggio istituzionale, dovrebbe dare l'esempio;
- irritante lo è perché è il tutto e il contrario di tutto e si oppone ad ogni manovra o decisione del governo senza mai proporre qualcosa di costruttivo e valido per la comunità.
- Volgare lo è nel DNA;
- bugiardo lo è perché si finge cristiano osservante e bacia il rosario, ma
chiude le porte all'accoglienza di chi scappa dalle guerre e dalla fame;
- ignorante lo è perché non rispetta le regole e non capisce che, da personaggio istituzionale, dovrebbe dare l'esempio;
- irritante lo è perché è il tutto e il contrario di tutto e si oppone ad ogni manovra o decisione del governo senza mai proporre qualcosa di costruttivo e valido per la comunità.
Avrei gradito che, mentre passeggiava mano nella mano con la sua fidanzata, lo avessero fermato e multato come tutti gli altri, ma lui non ama essere come gli altri, perché lui si sente superiore agli altri, e non perché lo sia, ma solo perché riveste una carica istituzionale che, oltretutto, non sa onorare e chiede l'immunità.
Lui si sente intoccabile, infatti voleva i pieni poteri.
Cerco di immaginare un governo con lui al potere... raccapricciante!
Depauperebbe il sud ulteriormente, ma molti sudisti non lo hanno ancora capito e credono alle sirene gonfie di mojito.
Lui si sente intoccabile, infatti voleva i pieni poteri.
Cerco di immaginare un governo con lui al potere... raccapricciante!
Depauperebbe il sud ulteriormente, ma molti sudisti non lo hanno ancora capito e credono alle sirene gonfie di mojito.
Mi sarebbe piaciuto anche che avesse restituito i 49milioni sottratti dalle nostre tasche!
Manca di correttezza morale, manca di rispetto nei confronti degli altri.
E' disgustoso!
Manca di correttezza morale, manca di rispetto nei confronti degli altri.
E' disgustoso!
Cetta.
mercoledì 18 marzo 2020
Berlusconi: in 20 anni, 784 milioni di rimborsi e finanziamenti elettorali - Primo Di Nicola, Francesco Giurato e Antonio Pitoni
Praticamente 110 mila euro al giorno. Ecco quanto l'ex Cavaliere ha incassato dalla sua discesa in campo. Attraverso Forza Italia e il Popolo della Libertà. Utilizzando le diverse leggi che hanno reintrodotto i contributi pubblici alla politica. Aboliti dagli italiani con il referendum del 1993. (art. di aprile 2015)
Una montagna di soldi. Quasi 800 milioni di euro in vent’anni. E’ la cifra che l’ex premier Silvio Berlusconi, oggi decaduto e ineleggibile in Parlamento dopo una condanna definitiva per frode fiscale, è riuscito ad incassare dallo Stato con finanziamenti e rimborsi elettorali. Dalla sua discesa in campo nel 1994, attraverso Forza Italia (Fi) e il Popolo della libertà (Pdl), nato nel 2007. Per la precisione, come risulta dai bilanci delle forze politiche che ilfattoquotidiano.it ha consultato, 784 milioni 182 mila 330 euro, l’equivalente di 1.518 miliardi 388 milioni 720 mila 109 lire. Una paghetta, per lui, di circa 110 mila euro al giorno. Nonostante nel 1993, appena un anno prima del debutto azzurro, sulla scia degli scandali di Tangentopoli, gli italiani avessero decretato con un referendum plebiscitario l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
FONDO MILIONARIO Con le politiche del 1994, segnate dal successo del Cavaliere contro “la gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto, oltre che di consensi, Fi fa subito incetta anche di miliardi. Grazie ad un blitz parlamentare che, a pochi mesi dal risultato referendario, come per magia, introduce il «contributo per le spese elettorali» ripristinando di fatto il finanziamento pubblico appena abrogato dal 90,3% degli elettori italiani. Lo stratagemma adottato è quello della costituzione del fondo per le spese elettorali: una torta da 90 miliardi 845 milioni di lire (46,9 milioni di euro) da dividere tra i partiti in base ai voti ottenuti. L’equivalente di 1.600 lire per ogni cittadino italiano, che consente a Forza Italia di incassare 33,7 miliardi del vecchio conio (17,4 milioni di euro). Un sistema che resterà in vigore fino al 1997, giusto il tempo di versare nel salvadanaio azzurro altri 12,9 miliardi di lire (6,6 milioni di euro) nel 1995, anno delle amministrative, e consolare il Cavaliere con 20,3 miliardi (10,5 milioni di euro) per la sconfitta rimediata dall’Ulivo di Romano Prodi alle politiche del 1996. Passa un anno e gli italiani sono chiamati ancora al voto per una nuova tornata amministrativa. Mentre gli alchimisti parlamentari si rimettono al lavoro per ritoccare di nuovo il sistema di calcolo dei contributi elettorali. Con una legge in vigore dal 2 gennaio 1997 che introduce «la contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici». In pratica i contribuenti possono destinare il 4 per mille dell’imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici (ma senza scegliere il partito), per un totale massimo di 110 miliardi di lire (56,8 milioni di euro). Inoltre, per il solo 1997, una norma transitoria ingrossa ancora di più la torta fissando a 160 miliardi di lire (82,6 milioni di euro) il tesoretto del fondo per l’anno in corso. E così, anche l’assegno di Forza Italia diventa più ricco: 30 miliardi di lire (15,5 milioni di euro). Prima che, per effetto del nuovo regime, si riduca a 20,8 miliardi di lire (10,7 milioni di euro) nel 1998.
INCASSI RECORD Per i partiti è un campanello d’allarme: solo una minima parte dei contribuenti ha aderito alla contribuzione volontaria. Così, mentre si marcia al ritmo di un’elezione l’anno, nel 1999, con il voto per il rinnovo del Parlamento europeo in calendario, il Parlamento dispone l’ennesima modifica alla disciplina dei contributi pubblici. E al sistema del 4 per mille subentrano i rimborsi elettorali. Una formula dietro la quale si nasconde il totale ripristino del finanziamento pubblico dal momento che l’entità dei rimborsi è del tutto sganciata dalle spese effettivamente sostenute per la campagna elettorale. Si ritorna, infatti, ad un contributo fisso di 4.000 lire per abitante che fa lievitare a quasi 200 miliardi il fondo per le spese elettorali messo a disposizione dallo Stato. Non solo. La riforma prevede cinque diversi fondi ai quali i partiti potranno attingere: per le elezioni alla Camera, del Senato, del Parlamento Europeo, dei Consigli regionali, e per i referendum. Insomma, piovono soldi per ogni tornata. Con un paletto: i rimborsi vengono pagati in cinque rate annuali in caso di legislatura politica completa, mentre l’erogazione è interrotta in caso di fine anticipata della legislatura. Il nuovo sistema entrerà in vigore a partire dalle politiche del 2001. Intanto, nel 1999, oltre alla vittoria delle Europee con il 25,16% dei voti, Forza Italia festeggia anche il mega assegno da 43,9 miliardi di lire (22,6 milioni di euro) incassato dallo Stato. Cifra leggermente inferiore rispetto ai 44,8 miliardi (23,1 milioni di euro) intascati nel 2000, quando gli italiani sono chiamati di nuovo alle urne per il rinnovo dei consigli regionali. E siamo al 2001. Va in scena l’election day: politiche e amministrative accorpate in un unico scrutinio. Forza Italia torna al governo del Paese e incassa il rimborso record nell’ultimo anno della lira: 124,8 miliardi (64,4 milioni di euro).
PIOGGIA DI DENARO Dal 2002 arriva l’euro. E mentre gli italiani fanno i conti con gli indiscriminati aumenti dei prezzi, trascinati al rialzo dall’innaturale equivalenza “mille lire uguale un euro”, anche in Parlamento si mettono al passo con i tempi. E le vecchie 4.000 lire di contributo vengono arrotondate a 5 euro: un euro per ogni voto ottenuto moltiplicato per ogni anno di legislatura, da corrispondere in 5 rate annuali. Insomma, con il passaggio alla moneta unica europea, l’ammontare complessivo da erogare a favore dei partiti nell’arco di una singola legislatura più che raddoppia passando da 193,7 a 468,8 milioni di euro (907,8 miliardi di vecchie lire). E mentre cambia la valuta, non cambia invece la frequenza delle elezioni. Stavolta si vota per le amministrative e per Forza Italia l’ingresso nella moneta unica si dimostra subito un ottimo affare: poco più di 80 milioni di rimborsi elettorali. I contributi dello Stato per il 2003, invece, sono poca cosa: nel conto economico di quell’anno figurano appena 1,2 milioni di euro, rimborsati per le elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia. Ma già l’anno successivo, con il rinnovo del Parlamento europeo, Forza Italia torna ad incassare un assegno di oltre 55 milioni di euro. E dopo i 40,7 milioni maturati nel 2005, anno delle elezioni regionali, gli azzurri fanno il botto nel 2006 con il primo assegno a sei cifre dell’era euro da 134,2 milioni. Tutto sommato una consolazione niente male per la seconda sconfitta subita da Berlusconi alle politiche per mano di Prodi dopo quella del 1996. Una pioggia di denaro pubblico frutto dell’ulteriore intervento legislativo sulla disciplina dei rimborsi elettorali, partorito da un decreto voluto proprio dal governo Berlusconi: si stabilisce che l’erogazione dei rimborsi elettorali è dovuta per tutti i 5 anni di legislatura, anche in caso di scioglimento anticipato delle Camere. In pratica, se la legislatura dura un solo anno, i partiti percepiscono i ratei annuali anche per il successivo quadriennio. Il risultato è che, a partire dal 2008, i partiti iniziano a percepire un doppio rimborso, incassando contemporaneamente i ratei annuali della XV e della XVI legislatura. Un meccanismo perverso, noto come «proroga regalo», che inaugura una vera e propria cuccagna per i partiti interrotta solo nel 2010 da un altro decreto emanato sempre dall’esecutivo dell’ex Cavaliere. Nel 2007, intanto, si vota solo nel piccolo Molise e Forza Italia deve accontentarsi di iscrivere a bilancio appena 329 mila euro.
PREDELLINO D’ORO Il 2008, invece, è l’anno dei grandi cambiamenti. E di nuovi record. Il 18 novembre 2007 Berlusconi sale sul predellino a Piazza San Babila, archivia Forza Italia riunendo nel Popolo della libertà (Pdl) anche Alleanza nazionale e torna al governo dopo la caduta di Prodi. L’ultimo bilancio della prima vita del partito azzurro annota il picco massimo mai registrato nei 15 anni di vita di Fi: 154,8 milioni di euro ai quali si aggiungono anche i primi 2,2 milioni incassati proprio dal Pdl nell’anno della transizione dal vecchio al nuovo soggetto politico. Nel 2009 si torna a votare per le Europee: il Popolo della libertà vince le elezioni, spedisce a Bruxelles 29 deputati e incassa 20,5 milioni di euro. Nel 2010, mentre nelle casse del partito del predellino piovono altri 32,7 milioni di euro, inizia la lenta frenata dei contributi statali. L’anno successivo, oltre all’interruzione del meccanismo della «proroga regalo» in caso di fine anticipata della legislatura, arriva anche una prima sforbiciata al fondo statale per le spese elettorali. Ma in attesa degli effetti dei tagli, il Pdl mette all’incasso un altro assegno da 31,5 milioni di euro. La mannaia definitiva si abbatte sui contributi pubblici nel 2012 con il governo guidato da Mario Monti: riduzione del fondo del 50%. A completare l’opera ci penserà poi il suo successore, Enrico Letta, fissando al 2017 l’ultimo anno di erogazione dei rimborsi elettorali prima della definitiva scomparsa. E, aspettando la fine del count down, nel 2012 il Pdl incamera altri 35,9 milioni.
GRANDE RITORNO L’anno successivo, proprio nei mesi del “sofferto” sostegno al governo Letta, Berlusconi rompe ancora una volta il giocattolo, rottama il Pdl e tiene di nuovo a battesimo Forza Italia. Ma è ancora il Popolo della libertà ad intascare i 22,9 milioni di rimborsi elettorali rendicontati nel 2013. Nel triennio successivo, invece, dovrà accontentarsi delle ultime briciole di quella enorme fetta da quasi 800 milioni servita finora al partito di Berlusconi e finanziata dai contribuenti.
FINANZIAMENTI E RIMBORSI ELETTORALI (1994-2013)
FORZA ITALIA
1994 € 17.428.001 (33.745.315.824 lire)
1995 € 6.666.358 (12.907.870.166 lire)
1996 € 10.509.770 (20.349.753.260 lire)
1997 € 15.534.176 (30.078.359.313 lire)
1998 € 10.775.449 (20.864.179.364 lire)
1999 € 22.694.348 (43.942.386.295 lire)
2000 € 23.149.601 (44.823.878.626 lire)
2001 € 64.453.767 (124.799.896.937 lire)
2002 € 80.098.963
2003 € 1.223.015,00
2004 € 55.457.715
2005 € 40.739.742
2006 € 134.260.442
2007 € 329.341
2008 € 154.889.210
1995 € 6.666.358 (12.907.870.166 lire)
1996 € 10.509.770 (20.349.753.260 lire)
1997 € 15.534.176 (30.078.359.313 lire)
1998 € 10.775.449 (20.864.179.364 lire)
1999 € 22.694.348 (43.942.386.295 lire)
2000 € 23.149.601 (44.823.878.626 lire)
2001 € 64.453.767 (124.799.896.937 lire)
2002 € 80.098.963
2003 € 1.223.015,00
2004 € 55.457.715
2005 € 40.739.742
2006 € 134.260.442
2007 € 329.341
2008 € 154.889.210
POPOLO DELLA LIBERTA’
2008 € 2.263.097
2009 € 20.504.343
2010 € 32.737.794
2011 € 31.552.146
2012 € 35.980.084
2013 € 22.934.968
TOTALE € 784.182.330
2008 € 2.263.097
2009 € 20.504.343
2010 € 32.737.794
2011 € 31.552.146
2012 € 35.980.084
2013 € 22.934.968
TOTALE € 784.182.330
Iscriviti a:
Post (Atom)