martedì 3 novembre 2020

L’opposizione senza decenza invoca le urne. - Antonio Padellaro

 

Funziona così: la peggiore opposizione d’Europa dice al governo ammalato di Covid, ok ti diamo una mano a gestire sia la crisi sanitaria (soprattutto nelle Regioni guidate dalla destra) sia le tensioni sociali, ma in cambio vogliamo le elezioni anticipate nella primavera prossima. Giorgia Meloni aveva detto qualcosa di molto simile una settimana fa e dunque questa dovrebbe essere la reale posta in gioco, che tuttavia pone alcuni interrogativi di elementare decenza. Dice la Costituzione che le Camere possono essere sciolte anticipatamente su iniziativa dal capo dello Stato, e non da questo o da quel partito in un mercato delle vacche. Decisione che Sergio Mattarella sarebbe costretto a prendere solo se messo di fronte a una paralisi istituzionale senza soluzione, e con l’assenso della grande maggioranza dei partiti presenti in Parlamento. Se anche Conte e il Pd si piegassero al diktat, cosa tutta da dimostrare, non si vede per quale motivo dovrebbero farlo i 5stelle, la cui maggioranza relativa di oggi nessun sondaggio conferma che ci sarà anche domani. Per non parlare dell’Italia Viva di Matteo Renzi, partitino di palazzo destinato a defungere in “Italia Morta”, anche qui sondaggi alla mano. Per non parlare della pletora di ex grillini, ed ex tutto, barricati nel Gruppo misto che al prossimo giro torneranno alle consuete occupazioni (qualcuno dovrà addirittura trovarsi un lavoro) visto che difficilmente saranno ricandidati. Per quale cervellotica ragione, infine, l’attuale maggioranza dovrebbe tagliarsi gli attributi: 

1) rinunciando a eleggere il presidente della Repubblica all’inizio del 2021; 

2) spianando la strada a un nuovo Parlamento dove la destra avrebbe probabilmente un peso maggiore rispetto a oggi; 

3) consentendo così a un fronte di stampo sovranista di mandare al Quirinale il proprio uomo di fiducia? 

Se così stanno le cose, sembra evidente che quello avanzato dall’opposizione (ma Forza Italia, destinata all’estinzione se si tornasse al voto, che ne pensa?) sia un negoziato impossibile, utile solo a dire a Mattarella ‘noi ci abbiamo provato sono quelli là che si arroccano’. E in modo da lasciare sulle spalle del premier Conte e del governo l’intero carico delle misure gravose e impopolari imposte dalla pandemia. Insomma, più che una soluzione per affrontare l’emergenza, ha l’aria di una partita di poker giocata sulla salute degli italiani.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/03/lopposizione-senza-decenza-invoca-le-urne/5989377/

Denis Verdini condannato in Cassazione per il crack del Credito fiorentino: 6 anni e mezzo. Adesso dovrà andare in carcere.

 

La suprema corte ha confermato la condanna di secondo grado, scontandola di quattro mesi dichiarati prescritti. L’ex parlamentare può andare in cella almeno per i prossimi mesi. Colpa dell’età: l’8 maggio 2021, infatti, compie 70 anni e solo da quel momento potrà chiedere di scontare la condanna agli arresti domiciliari. L'avvocato Coppi: "E' un uomo molto forte e molto coraggioso e quindi pensiamo che saprà affrontare virilmente questa prova".

Denis Verdini andrà in carcere. Almeno per qualche mese. La Cassazione infatti ha confermato la condanna d’appello per l’ex senatore di Forza Italia, che dunque è stato dichiarato colpevole in via definitiva per la bancarotta del Credito cooperativo fiorentino. I 6 anni e 10 mesi del secondo grado sono diventati sei anni e mezzo visto che quattro mesi sono andati in fumo a causa della prescrizione.

La sentenza della Cassazione – La quinta sezione penale della Cassazione, presieduta da Paolo Antonio Bruno, non ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale, Pasquale Fimiani, che, nell’udienza di ieri, aveva chiesto per Verdini un nuovo processo d’Appello sollecitando l’annullamento con rinvio per numerosi episodi relativi alla bancarotta. Dichiarata la prescrizione, come richiesto anche dalla Procura Generale, per i reati di truffa relativi ai contributi all’editori degli anni 2010-11. Per questa vicenda Verdini è stato condannato sia in primo che in secondo grado insieme ad altri 15 imputati: il 3 luglio 2018 la Corte d’Appello di Firenze lo aveva condannato a sei anni e dieci mesi di reclusione, riducendo la pena inflitta in primo grado che era stata di nove anni. Una sentenza che arriva dopo due rinvii dell’udienza davanti alla suprema Corte a causa dell’emergenza coronavirus: inizialmente prevista per lo scorso marzo, l’udienza era slittata prima al 17 luglio e con un nuovo rinvio disposto per poter discutere, che ha trascinato la sentenza fino a oggi.

L’avvocato Coppi: “Andrà in carcere, è un uomo coraggioso” – Adesso per l’inventore di Ala, il gruppo parlamentare nato al Senato per sostenere il governo Renzi, si apriranno le porte del carcere. Colpa dell’età: sarà solo l’8 maggio del 2021, infatti, che Verdini comprirà 70 anni, limite d’età che gli consentirebbe di scontare la pena agli arresti domiciliari. L’ex senatore, dunque, finirà in prigione almeno fino a maggio: i sei anni e mezzo di condanna, tra l’altro, lo escludono dalle norme per abbassare la pressione nelle carceri e combattere il contagio del coronavirus. Possono chiedere di andare ai domiciliari, infatti, solo i detenuti con un residuo di pena da scontare inferiore ai 18 mesi. Ora la Cassazione dovrà notificare il dispositivo della sentenza dei giudici della quinta sezione penale alla Procura Generale di Firenze competente per l’esecuzione della pena. “Siamo profondamente delusi, sia perché il ricorso che avevamo proposto a noi sembrava fondato, sia soprattutto perché ieri il procuratore generale in un intervento molto motivato e molto persuasivo aveva chiesto l’accoglimento in larga parte dei nostri motivi di ricorso”, ha detto l’avvocato Franco Coppi, difensore di Verdini. Che ha confermato la detenzione penitenziaria per il suo assistito. “Purtroppo – dice Coppi – a questo punto mi pare che non ci siano esiti diversi. Per fortuna è un uomo molto forte e molto coraggioso e quindi pensiamo che saprà affrontare virilmente questa prova”.

La vicenda della banca – Per la vicenda del crack del Credito fiorentino, Verdini è accusato in pratica di aver concesso finanziamenti e crediti milionari senza “garanzie”, sulla base di contratti preliminari di compravendite ritenute fittizie. Soldi che, per la procura di Firenze venivano dati a “persone ritenute vicine” a Verdini stesso sulla base di “documentazione carente e in assenza di adeguata istruttoria”. In totale, secondo la magistratura il volume d’affari, ricostruito dai carabinieri dei Ros fiorentino, sarebbe stato pari a “un importo di circa 100 milioni di euro” di finanziamenti deliberati dal cda del Credito i cui membri, secondo quanto ricostruito nell’avviso di chiusura indagini “partecipavano all’associazione svolgendo il loro ruolo di consiglieri quali meri esecutori delle determinazioni del Verdini”. In sintesi secondo l’accusa, Verdini decideva a chi dare, e quanto, mentre gli altri si limitavano a ratificare “senza sollevare alcuna obiezione”. A dare il via all’indagine, la relazione dei commissari di Bankitalia che in 1.500 pagine avevano riassunto lo stato di salute del Credito fiorentino e le anomalie riscontrate.

Tutti gli altri guai giudiziari – Con la sentenza di oggi si mette un punto solo a una delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Verdini. L’ex coordinatore del Popolo della Libertà, infatti, ha anche un’altra condanna, al momento solo in primo grado: quella a cinque anni per la bancarotta della Società toscana di Edizioni, che pubblicava il Giornale di Toscana. Rischia inoltre un altro processo, per turbativa d’asta e concussione: poche settimane fa la procura di Roma ha chiuso le indagini sul suo conto, nell’ambito di uno dei filoni del processo Consip. In altre vicende è uscito assolto, come nel caso dell’inchiesta romana sulla compravendita del palazzo di via della Stamperia, per la quale era accusato di finanziamento illecito. E’ stato riconcosciuto non colpevole anche dall’accusa di far parte della cosiddetta P3, ritenuta dai pm romani un’organizzazione segreta in grado di condizionare il funzionamento degli organi costituzionali. Nello stesso processo era accusato anche di finanziamento illecito, reato per il quale in primo grado è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione. Ma solo per una parte del denaro incassato. Il restante è stato dichiarato prescritto, come pure l’abuso d’ufficio. Il processo è in corso in Appello, ma anche l’unica ipotesi di reato rimasta in piedi è ormai prescritta. Sempre grazie alla prescrizione si è salvato per il caso del processo sulla Scuola dei marescialli, un filone dell’indagine Grandi eventi della Procura di Firenze.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/03/denis-verdini-condannato-in-cassazione-per-il-crack-del-credito-fiorentino-6-anni-e-mezzo-adesso-dovra-andare-in-carcere/5989995/

Terapie intensive vicine alla soglia critica del 30% di occupazione: in 8 Regioni è già rischio collasso. – La diretta.

 

In cima alla 'lista nera' c'è la Valle d’Aosta che ha toccato ormai il 60% di saturazione dei suoi posti letto in rianimazione, seguita da Umbria al 47%, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano (42%). Numeri che arrivano sul tavolo del governo, alle trattative finali con i governatori per l'approvazione del nuovo dpcm. Anelli (Federazione medici): "Seconda ondata rischia di essere uno tsunami, malati Covid riducono la possibilità di garantire le cure agli altri".

Tutte le terapie intensive degli ospedali italiani sono vicinissime alla soglia del 30% di posti letto occupati da pazienti Covid-19, definita “critica” dal ministero della Salute. La media italiana si attesta infatti al 28%, ma è allarme rosso in 8 Regioni, che l’hanno già ampiamente superata. In cima alla ‘lista nera’ la Valle d’Aosta che ha toccato ormai il 60% di saturazione dei suoi posti letto in rianimazione, seguita da Umbria al 47%, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano (42%), Toscana (39%), Marche (35%), Piemonte (34%) e Campania (33%).È quanto emerge dai dati, aggiornati al 2 novembre, elaborati dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi Sanitari regionali. Numeri che atterrano direttamente sul tavolo del governo, alle prese con le fasi finali della trattativa con i governatori per il varo del nuovo dpcm atteso in serata. E che avranno un peso (insieme all’indice di contagio Rt) nella scelta di quali Regioni inserire in una delle tre fasce di rischio previste dall’esecutivo per evitare un lockdown su scala nazionale.

Tra le Regioni vicine alla soglia del 30% ci sono anche la Liguria (27% di posti letto occupati) e l’Emilia Romagna (25%), mentre PugliaSardegna e Sicilia registrano un 24% di occupazione dei posti letto di terapia intensiva. CalabriaLazioAbruzzo e provincia autonoma di Trento si attestano intorno al 22%, seguite da Friuli Venezia Giulia (21%), Basilicata (20%) e all’ultimo posto il Veneto con il 16% di posti occupati. Il problema è che l’andamento della curva delle ultime settimane rischia di portare a saturazione anche questi territori, al netto degli ulteriori posti letto ancora attivabili in base alla dotazione di ventilatori polmonari e altre attrezzature fornite dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri alle Regioni. In Veneto, dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 2.298 nuovi casi e 31 decessi, il governatore Luca Zaia ha chiarito che si prevedono “giorni impegnativi per le terapie intensive: ieri abbiamo ‘caricato’ 12 nuovi pazienti, oggi a metà giornata ce ne sono già una decina. Quindi – ha tenuto a sottolineare – ci stiamo avvicinando alla fase più acuta dell’epidemia”.

Torna a lanciare l’allarme sull’impatto del Covid sugli ospedali anche Filippo Anelli, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici italiani. “La preoccupazione dei medici è che questa seconda ondata non sia una mareggiata, ma uno tsunami che potrebbe travolgere il sistema sanitario. Per questo chiediamo al governo misure più aggressive”, si legge in un post su Facebook. “Il problema oggi – sostiene – riguarda la tenuta del sistema sanitario, perché l’occupazione progressiva dei posti da parte di malati Covid riduce via via la possibilità di garantire cure agli altri ammalati. Andando avanti così, la situazione potrebbe sfuggirci di mano”. D’altronde i dati dei contagi parlano chiaro: ieri, anche se in numeri assoluti i nuovi casi sono diminuiti rispetto al weekend, il tasso di positività sui tamponi effettuati è rimasto invariato. Allo stesso tempo la pressione sugli ospedali è continuata ad aumentare: attualmente sono 2.022 i pazienti assistiti in terapia intensiva in tutto il Paese, di cui 435 solo in Lombardia. I posti letto occupati nei reparti Covid, invece, sono 19.840. Un andamento che, in assenza di nuove misure, rischia di portare diverse Regioni – Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna – alla saturazione al 100% dei posti letto in ospedale, di fatto paralizzando il sistema sanitario. Da qui la decisione del governo di ricorrere a un nuovo dpcm con regole ancora più stringenti, fino al “lockdown light” alla tedesca (così l’ha definito la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa) per le Regioni più colpite dalla pandemia.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/03/terapie-intensive-vicine-alla-soglia-critica-del-30-di-occupazione-in-8-regioni-e-gia-rischio-collasso-i-dati/5989926/

La colpa, naturalmente, è di Salvini e dei negazionisti che hanno manifestato contro le restrizioni emanate dal Governo, scorrazzando lungo le strade senza mascherine.
Io chiedo di essere protetta, è un mio diritto, come è un mio diritto esercitare libertà di movimento, pertanto chiedo agli organi preposti:
di far rispettare le leggi, e di punire adeguatamente chi non le rispetta, perchè mi priva della libertà di movimento, provoca danni all'economia, e mette a rischio le strutture ospedaliere già sature di ricoverati per coronavirus.
C.

Dpcm: le nuove misure entro stasera. Vertice nel pomeriggio governo-Regioni.

 

'Non sarà un lockdown rigido, ma light sul modello tedesco', dice la sottosegretaria Zampa.

Il nuovo Dpcm di misure contro il coronavirus arriverà entro stasera, "nelle prossime ore". Il tentativo che si sta facendo è non paralizzare il Paese: non sarà un lockdown rigido, ma simile al modello tedesco, "un lockdown light". Così la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa su Rai Radio1 a Radio anch'io. "È abbastanza complicato- ha spiegato- cercare di fare una misura sartoriale basata su zone, è uno sforzo grandissimo che stiamo facendo. Il tentativo è non paralizzare il paese, voglio che sia chiaro. Non sarà un lockdown rigido, ma simile al modello tedesco, light". 

Secondo quanto si apprede, ci sarà un nuovo vertice governo-Regioni, con Comuni e Province, alle 15.30, con i ministri Boccia e Speranza, il commissario Arcuri e il capo della Protezione civile Borrelli.
  
Cirio, stop breve per poi ripartire per sempre - "Vedremo tra qualche ora in che misura il governo deciderà. Ma se saremo costretti a sospendere qualcuna delle nostre attività, sarà una sospensione che vogliamo breve, per essere pronti a ripartire come prima senza doverci più fermare". Così il governatore Alberto Cirio sul rischio lockdown per il Piemonte. "Queste settimane saranno difficili, delicate, dolorose, ma hanno una fine - aggiunge a margine di una conferenza stampa del Museo Egizio -. Possiamo chiedere un sacrificio, l'ennesimo, ma solo se c'è una prospettiva, solo se diciamo che questo è il sacrificio per poi ripartire normali e per sempre".

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/11/03/la-sottosegretaria-zampa-il-nuovo-dpcm-entro-stasera-_5b8730cd-c800-451a-9ec7-6fb29a84f2bd.html

NOVELLI NOSTRADAMUS. - Rino Ingarozza

 

Mi chiedo come mai il fato ce l'abbia tanto con loro.
Sembra che avvenga sempre il contrario delle loro previsioni.
Avete notato?
Si dimostrano sempre dei Nostradamus mancati.
È vero che parlano ogni giorno e quindi non possono dire sempre cose intelligenti, ma sbagliarle tutte .....ce ne vuole.
Anche il buon Giugliacci ogni tanto, indovinava una previsione del tempo, loro no, sbagliano tutto.
Non ne azzeccano una.
Nell'Agosto 2019 il buon Salvini, tra un mojito e una moto d'acqua, butta giù il governo, sicuro di andare ad elezioni.
Sbagliato..... c'è una cosa, in Italia, chiamata costituzione, che prevede un'altra cosa.
Il Capo della Stato ha il dovere di capire se c'è una nuova maggioranza.
E così è stato.

Lo stratega lombardo.
A Luglio di quest'anno, ancora lui...... e chi altri, se no ...... "ma chi l'ha detto che il virus debba ritornare?"
Sbagliato......il virus è ritornato.
E adesso sbraita che il governo non ha fatto niente.
Praticamente sta dicendo "Perché avete ascoltato un coglione come me? .....Io parlo, parlo, ma non mi dovete dare ascolto.
Io mi rivolgo solo ai miei, che si bevono ogni cosa che dico".
Il mago padano.
E lei? Poteva mancare la diversamente fascista?
Quella che, mentre noi contiamo i morti, conta i giorni che mancano alle elezioni e le chiede un giorno si e l'altro pure.
"Finitela di terrorizzare la gente, l'Italia ha superato la pandemia (grazie ai nostri consigli !!!????)
Sbagliato .........purtroppo non è così.
Si spera di .......superare te.
"Alle Regionali faremo il pieno e mandiamo a casa il governo".
Questo, tutti in coro.
Sbagliato ....... Hanno vinto in 3 Regioni su 7.
Per coerenza dovrebbero andare a casa, loro, ma non alla loro casa abituale, magari gliene facciamo una noi, bella grande da contenerli tutti, in Alaska o in Siberia.
Così stanno col culo al fresco.
Sondaggisti mancati.
E ancora, e anche questo, tutti in coro ....."L'Europa non ci darà mai un euro"
Sbagliato....... L'Europa (grazie a Conte ......e questo, per loro, è difficile da digerire) ci ha riconosciuto 209 miliardi, parte dei quali, a fondo perduto.
Non solo, affinché ciò non accadesse, non hanno votato il recovery fund.
Infischiandosi delle conseguenze del loro voto.
Se tutti avessero votato come loro, l'Italia veramente non avrebbe avuto un euro.
Prima chi? La vostra inettitudine?
Il vostro egoismo?
La bramosia di poltrone foderate di pelle umana?
I famosi artigiani di "Plotronesofà".
"Il virus è morto" detto dal famoso premio Nobel per l'imbecillità, Zangrillo.
Che è pur sempre di quella parte politica.
Sbagliato ....... come Lazzaro, anche se non ci ha messo tre giorni, ma tre mesi, il virus è resuscitato.
Alzati e cammina ......parla ma finiscila di dire cazzate.
"Con questa Ministra, la scuola non aprirà mai".
Sbagliato..........Grazie a questa Ministra, la scuola ha aperto regolarmente.
I protagonisti di "Notte prima degli esami".
Ci vogliamo mettere anche lui ...... quello che un giorno è col governo e un giorno contro (pur facendone parte?)
L'altro Matteo ....quello che quando parla ti fa pensare ....ma questo cosa ci fa nella maggioranza?
Il figlio adottivo di Berlusca.
"Fincantieri, caro Di Maio, fa navi, non ponti.
Navi, non ponti"
Sbagliato .........Fincantieri ha fatto il ponte di Genova, in tempi record.
Non ne azzecca una.
Parla per avere visibilità, ma resta un 2%. Gran risultato.
Catenacciaro.
Mi fermo qui ma, di esempi, ce ne sarebbero a centinaia.
Voglio essere buono.
A proposito...... domani vorrei andare a fare una scampagnata ......
Che tempo farà?
Ho capito ......porto l'ombrello, va .......

Sconcerto per la promozione di funzionari di polizia condannati per i fatti di Genova 2001. -

 

Promossi funzionari di polizia condannati per i fatti di Genova del 2001. Amnesty International Italia esprime “Sconcerto”

Amnesty International Italia ha espresso “sconcerto” per le promozioni, decise il 28 ottobre dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e dal capo della Polizia Franco Gabrielli, di due funzionari condannati in via definitiva in relazione alle gravissime violazioni dei diritti umani verificatesi a Genova nel 2001.

Le promozioni alla carica di vicequestore hanno riguardato Pietro Troiani e Salvatore Gava, che per i fatti di Genova furono condannati in via definitiva a tre anni e otto mesi più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici: Troiani per aver introdotto due bombe molotov all’interno della scuola Diaz, Gava per averne falsamente attestato il rinvenimento, affinché tale scenario potesse costituire una giustificazione per la sanguinosa irruzione nell’edificio e una ricostruzione da fornire ai mezzi d’informazione.

Desta sconcerto il fatto che funzionari di polizia condannati per violazioni dei diritti umani restino in servizio e, anzi, vengano promossi a ulteriori incarichi“, ha dichiarato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia.

In un periodo di grande tensione, nel quale sono bersaglio di azioni violente nelle strade italiane, le forze di polizia dovrebbero impegnarsi nel gestire le operazioni di ordine pubblico nel rispetto degli standard internazionali sui diritti umani. I loro dirigenti dovrebbero fare di tutto perché, proprio in momenti come questi, si rafforzi il rapporto di fiducia tra cittadini e forze di polizia. Decisioni come quelle del 28 ottobre rischiano al contrario di indebolirlo“, ha aggiunto Rufini.

Alla vigilia del ventesimo anniversario dei gravissimi fatti di Genova e nella costante assenza di rimedi legislativi a una delle cause che li favorirono, ossia la mancanza di codici identificativi per le forze di polizia, provvedimento che Amnesty International Italia chiede da anni, queste promozioni suonano come un’offesa alle centinaia di persone che vennero arrestate, detenute arbitrariamente e torturate in quella pagina nera della storia italiana“, ha concluso Rufini.

https://www.amnesty.it/sconcerto-per-la-promozione-di-funzionari-di-polizia-condannati-per-i-fatti-di-genova-2001/?fbclid=IwAR1msgISvrR96r7R7xYSOC4TVa2xn9hJv6eqSGjDmHfg8v4sx0FpRlTln8I


Deprecabile!

Serie A, il calcio batte cassa e non vuole pagare le tasse a causa del Covid. Ma perché dovremmo pagare noi i ‘buchi’ di Agnelli&Co.? - Lorenzo Vendemiale

 

I presidenti, che già non stanno pagando gli stipendi, non vorrebbero versare nemmeno le ritenute Irpef sugli ingaggi, sempre più insostenibili per i conti dei club. Ma perché lo Stato dovrebbe pagare per i “buchi” di Agnelli &C.? Perché noi cittadini dovremmo aiutare un sistema che continua a spendere e spandere, non è in grado di riformarsi, e per altro ha il privilegio di poter lavorare mentre gli altri chiudono?

“Siamo al collasso”, “il calcio rischia il default”, “il governo ci dia una mano”. Da una settimana la Serie A grida aiuto a gran voce. O meglio batte cassa, perché i tanti appelli lanciati attraverso il megafono mediatico altro non sono che un tentativo di ottenere un po’ di soldiMeno tasse, per la precisione: i presidenti, che già non stanno pagando gli stipendi, non vorrebbero versare nemmeno le ritenute Irpef sugli ingaggi, sempre più insostenibili per i conti dei club. Solo un rinvio di qualche mese, poi si vedrà. Ma perché lo Stato dovrebbe pagare per i “buchi” di Agnelli &C.? Perché noi cittadini dovremmo aiutare un sistema che continua a spendere e spandere, non è in grado di riformarsi, e per altro ha il privilegio di poter lavorare mentre gli altri chiudono? Probabilmente se lo chiedono pure a Palazzo Chigi, dove hanno ben altri problemi che fare un favore al pallone da centinaia di milioni.

I presidenti della Serie A non si smentiscono. Da settimane avevano in mente di bussare alla porta del governo, il precipitare della situazione sanitaria ha fornito l’occasione giusta: non appena hanno capito che si stava preparando un provvedimento economico, Lega e Figc hanno subito inviato una lettera per provare ad infilarsi dentro il “decreto Ristori”. “Il calcio è una grande industria e merita di essere considerata come le altre”, dicono. Ma rispetto agli altri c’è una differenza: la Serie A è tra le pochissime attività a cui per ora è concesso di continuare a giocare, mentre quasi tutti gli altri, ristoranti, negozi, palestre, sono costretti a chiudere.

È vero, anche il pallone deve rinunciare a tanto. Al pubblico, innanzitutto, ed è questa la rivendicazione dei presidentiMa i ricavi da stadio perduti secondo la stessa Figc rappresentano in media solo il 10% delle entrate di un club, possono anche raddoppiare aggiungendo l’indotto, ma certo non valgono quanto gli stipendi, che ammontano a oltre il 50% delle uscite. L’aiuto richiesto sembra sproporzionato rispetto alle perdite effettivamente subite. Anche altri settori hanno avuto riaperture contraddistinte da pesanti riduzioni del fatturato a causa delle restrizioni, ma non hanno beneficiato di nulla di simile. La solita furbata da pallonari, insomma. Che per lo Stato rappresenterebbe un vero e proprio salasso: per quattro mesi di Irpef parliamo di circa 200 milioni di euro di tasse, considerando che il calcio produce un gettito fiscale di oltre un miliardo, di cui il 50% da ritenute sui salari. Non a caso la proposta per il momento è stata rispedita al mittente, con la promessa di valutare più in là altre misure (possibilmente meno costose).

L’allarme è sincero, non ne dubitiamo: molti club sono davvero alla canna del gasÈ la ragione per cui la Lega vuole vendere un pezzo di campionato a fondi privati stranieri, nella speranza di fare cassa. Progetto discutibile, ma se la Serie A è libera di fare ciò che vuole col proprio patrimonio (anzi, non è nemmeno detto che sia così: bisogna vedere cosa ne penserà la Figc, e le varie autorità), diverso è se si parla delle tasse da versare, e quindi della collettività. Anche perché il calcio italiano non ha nemmeno fatto nulla per meritarsi questo aiuto da parte dello StatoIl pallone rischia il crack per colpa del Coronavirus, degli oltre 100 milioni non ancora incassati da Sky, degli stadi chiusi, ma anche e soprattutto del vizio di spendere più di quanto incassa, in particolare in stipendi, lievitati a dismisura mentre non aumentavano di pari passo i ricavi. Il sistema era già in crisi da tempo, il Coronavirus gli ha solo dato l’ultima spintarella verso il baratro. Oggi i presidenti piangono miseria, dicono di non avere più soldi per pagare stipendi e tasse, ma quest’estate hanno comunque fatto calciomercato, acquisti milionari, ingaggi faraonici, plusvalenze più o meno discutibili. È un po’ come la favola della cicala e la formica. Solo che al calcio italiano non è ancora passata la voglia di cantare.

Twitter: @lVendemiale

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Si dovrebbero vergognare!