mercoledì 28 novembre 2018

IL “FATTO QUOTIDIANO” SCENDE IN CAMPO A DIFESA DI LUIGI DI MAIO: “IL CASO DI SUO PADRE NON E’ PARAGONABILE AI CASI DI MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI - IL PUNTO VERO NON È CIÒ CHE HA FATTO PAPÀ DI MAIO AI LAVORATORI MA CIÒ CHE HA FATTO LUIGI - GRAZIE AL SUO RUOLO - PER IL PAPÀ O PER LA SUA AZIENDA. DA QUESTO PUNTO DI VISTA, ALMENO FINORA, LE SITUAZIONI SONO DIVERSE…”



Marco Lillo per il “Fatto quotidiano”

marco lilloMARCO LILLO

Di Maio ha annunciato che entro la fine dell' anno venderà, insieme alla sorella, la società Ardima Srl. Una scelta opportuna e non scontata che il Fatto aveva sollecitato ieri in un articolo basato su considerazioni ovvie. Finora grazie alle inchieste de Le Iene è emerso che l'azienda dei genitori del vicepremier ha usato tre o quattro lavoratori in nero 9 anni fa, quando Luigi Di Maio non era un politico e non aveva ruoli nell'impresa. Però il Fatto ha sottolineato ieri anche che l'azienda, in senso tecnico, cioé il complesso dei beni organizzati per fare impresa, è passato nel 2014 a Luigi e alla sorella.

boschi renziBOSCHI RENZI
Grazie alle perforatrici, alle betoniere, all'autocarro ma soprattutto grazie all'avviamento dell' azienda donata a Luigi e Rosalba Di Maio dai genitori, il capitale della Ardima Srl è salito di 80 mila euro. Poiché quel valore sarebbe stato creato anche grazie al lavoro nero del passato, Luigi Di Maio, pur non essendo provata una sua responsabilità diretta, deve cedere le quote. Questo avevamo scritto ieri. Però di qui a dire che, dal punto di vista dell'etica pubblica, Luigi Di Maio sia paragonabile a Maria Elena Boschi e Matteo Renzi ce ne corre.
RENZI BOSCHIRENZI BOSCHI

Il punto vero non è ciò che ha fatto papà Di Maio ai lavoratori ma ciò che ha fatto Luigi - grazie al suo ruolo - per il papà o per la sua azienda. Il punto non è se sia più grave il comportamento con i lavoratori di papà Renzi o di papà Di Maio ma ciò che ha fatto il papà di Di Maio per sé stesso, per i suoi amici o per la sua famiglia grazie al ruolo di Luigi.
Da questo punto di vista, almeno finora, le situazioni sono diverse.

pierluigi boschiPIERLUIGI BOSCHI
Matteo Renzi è stato assunto dall'azienda del padre e della madre nel 2003 alla vigilia della sua candidatura con certa elezione alla Provincia di Firenze. Grazie a quell'assunzione Matteo ha avuto 9 anni di anzianità contributiva e un tfr invidiabile a spese della provincia e poi del Comune con il giochino dei contributi figurativi pagati dall'ente locale mentre il presidente della Provincia poi eletto sindaco, restava in aspettativa nella società di famiglia. Quella furba assunzione permetterà a Matteo di andare in pensione 9 anni prima e gli ha già permesso di incassare decine di migliaia di euro sul conto per il TFR maturato dal 2004 al 2013.

lotti tiziano renziLOTTI TIZIANO RENZI
Veniamo al babbo: Tiziano Renzi, secondo quanto ha riferito ai pm Luigi Marroni, ha chiesto all' amministratore di Consip di aiutare il suo amico Carlo Russo che voleva entrare nel gran ballo delle gare. Tiziano Renzi nega ma i pm credono a Luigi Marroni. Bene. Tiziano non avrebbe potuto fare quella raccomandazione a Russo se non avesse avuto alle spalle la carica del figlio.

Finora nessun pubblico ufficiale ha descritto un tentativo simile del padre di Di Maio per far ottenere a sé, alla sua azienda o a quella di un suo amico un incontro o un vantaggio, grazie al peso del figlio. Non solo: Luigi Di Maio si è sottoposto alle domande delle Iene senza gridare al complotto e ha ammesso le colpe del padre. Mentre Matteo Renzi in privato nel 2016 non credeva al Babbo (che negava di ricordare di avere incontrato Alfredo Romeo) ma in pubblico non lo ha mai scaricato. Anche ora che i pm hanno finalmente scritto che 'probabilmente' quell' incontro tra il babbo e Romeo c'è stato a luglio 2015, Matteo non ha detto una parola critica sul padre.
Ghizzoni funerale MorattiGHIZZONI FUNERALE MORATTI

Anche Maria Elena Boschi, secondo l'allora numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni, gli chiese di comprare e quindi salvare la banca di cui il padre era vicepresidente.
Di Maio non ha chiesto a una grande società di comprare la Ardima di papà né ha partecipato a una riunione con un possibile acquirente. Mentre l' ex amministratore di Veneto Banca Vincenzo Consoli ha raccontato che il ministro Boschi fece capolino per pochi minuti a un incontro con i vertici di Banca Etruria e di Veneto Banca nella casa di famiglia nel 2014. Però non proferì parola. Un atteggiamento consigliabile anche oggi.

Fonte: Dagospia del 28 novembre 2018

martedì 27 novembre 2018

Bruco di falena Saturniidae.

Risultati immagini per Caterpillar of Saturniidae Moth

Saturnidi (Saturniidae Boisduval1837) sono una famiglia di Lepidotteri. Comprendono oltre 1800 specie, presenti in tutti i continenti ma diffuse soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali.[1]
Alcune Saturnidi sono di piccole e medie dimensioni, ma la maggior parte sono molto grandi. Appartengono a questa famiglia alcuni tra i Lepidotteri più grandi del mondo. Certe femmine di Attacus atlas e Coscinocera hercules raggiungono quasi i 300 mm di apertura alare. Saturnia pyri è la più grande farfalla europea.
Gli adulti hanno corpo peloso e sono privi di organi timpanici. L'apparato boccale è rudimentale e mancano di tubo digerente, sopravvivono quindi grazie ai lipidi immagazzinati durante gli stadi larvali. Le antenne dei maschi sono bi- o quadripettinate e portano cellule sensoriali in grado di percepire la presenza dei feromoni emessi dalle femmine anche a chilometri di distanza. Il collegamento tra l'ala anteriore e la posteriore avviene grazie alla forma di quest'ultima, senza che vi siano strutture particolari. La famiglia è caratterizzata anche da alcune peculiarità nel sistema delle nervature alari.
bruchi neonati presentano un cornetto dorsale sull'ottavo segmento addominale o urite. Sono presenti dei tubercoli, detti scolii, spesso ramificati e ricchi di setole e spine, la cui lunghezza in genere diminuisce negli stadi larvali successivi. Nella maggior parte delle sottofamiglie la pupa è priva di bozzolo e la metamorfosi avviene sotto terra in una celletta. Tuttavia alcuni membri della loro famiglia vengono utilizzati per produrre seta.
La maggior parte delle Saturnidi ha attività notturna, ma talvolta i maschi volano di giorno e le femmine di notte; in questo caso l'accoppiamento può avvenire di giorno. Le specie a volo diurno hanno sviluppato particolari strategie difensive. Nelle ali possono essere presenti macchie che imitano grandi occhi; spesso essi vengono esibiti all'improvviso, come nella specie Automeris io, spaventando il predatore che crede di essere fissato e minacciato da un vertebrato. Molte specie presentano setole urticanti.
Alcune specie italiane di adulti.
    
Saturnia Aglia tau              Saturnia Pyri                   Saturnia Antherea yamamai
Saturnia Cynthia
Fonte: wikipedia                  

Assenteismo, scoperti in Sicilia 42 “furbetti del cartellino”: 11 arresti. “Manipolavano il sistema delle presenze”.

Assenteismo, scoperti in Sicilia 42 “furbetti del cartellino”: 11 arresti. “Manipolavano il sistema delle presenze”

Dalle indagini della Procura di Palermo è emersa infatti, "una consolidata prassi di assenteismo ingiustificato realizzata attraverso un andirivieni di dipendenti pubblici che, in completa autonomia, gestivano i loro turni di servizio con presenze fittizie debitamente e furbescamente certificate".

Più di un dipendente su cinque truffava sulla presenza al lavoro negli uffici dell’assessorato regionale alla Salute a Palermo. Lo sostengono gli investigatori della guardia di finanza che hanno scoperto in Sicilia 42 “furbetti del cartellino”. Undici persone sono finite agli arresti domiciliari, altre undici hanno avuto notificato l’obbligo di firma e 20 invece, sono stati denunciati a piede libero e devono rispondere, a vario titolo, dei reati di truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni. Grazie a tre computer, infatti, alcuni impiegati riuscivano a segnare le presenze anche senza badge. Una opportunità utilizzata dai lavoratori infedeli per lasciare il luogo di lavoro senza perdere un euro di stipendio.
Dalle indagini della Procura di Palermo è emersa infatti, “una consolidata prassi di assenteismo ingiustificato realizzata attraverso un andirivieni di dipendenti pubblici che, in completa autonomia, gestivano i loro turni di servizio con presenze fittizie debitamente e furbescamente certificate”. Gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle, attraverso pedinamenti riscontri sul territorio e tramite l’utilizzo di microspie hanno “consentito di smascherare il fenomeno di cd dipendenti fantasma, rilevando e censendo più di 400 ore fraudolentemente attestate ma in realtà mai rese“.
Molti di loro infatti, “seppur fittiziamente risultavano in servizio, erano soliti recarsi a lavoro con circa 3 ore di ritardo,occuparsi di faccende private quali per esempio la spesa o il parrucchiere e in taluni casi persino raggiungere località fuori Palermo”, dicono i finanzieri. Tra gli indagati c’è una coppia: lui accompagnava la figlia a scuola e l’andava a prendere all’uscita, lei timbrava il cartellino del marito. Le telecamere piazzate dai finanzieri hanno immortalato la convivente di un impiegato che si intrufolava in assessorato per timbrare la fine del turno di lavoro, mentre il suo compagno si trovava altrove.
“Quello che impressiona in questa indagine iniziata nel 2016 è il numero di impiegati finiti nell’inchiesta: 42 su 200 che con disinvoltura hanno segnato 400 ore mai rese. L’indagine è iniziata dopo una segnalazione molto circostanziata fatta al 117 sull’assenza costante di alcuni dipendenti. Poi le indagini sono riuscite a ricostruire il fenomeno e le modalità con le quali i dipendenti riuscivano, grazie ad una rete di complicità, a garantire la presenza mentre si trovavano fuori per sbrigare faccende private”, spiega il comandante del gruppo di Palermo della Gdf, Alessandro Coscarelli.
L’assessore Ruggero Razza ha fatto sapere che “l’assessorato della Salute si costituirà parte civile nel procedimento e se dovessero ricorrere i presupposti avvierà le procedure di licenziamento per i dipendenti infedeli“. “Potrei dire – ha aggiunto Razza – che tra i primi atti al nostro insediamento c’è stata la direttiva sul controllo delle presenze e che i fatti per i quali si procede sono antecedenti all’insediamento di questo governo, la verità, però, è che fa rabbia pensare che dipendenti pubblici non siano presenti alle loro responsabilità. Sono sicuro che i magistrati andranno in fondo per scoperchiare del tutto questa vergogna”.
Fonte: ilfattoquotidiano del 27 nov. 2018

domenica 25 novembre 2018

Veneto, sequestrate 2 cave con 280mila tonnellate di rifiuti: “Erano contaminati, li miscelavano per fare lavori stradali”. - Giuseppe Pietrobelli

Veneto, sequestrate 2 cave con 280mila tonnellate di rifiuti: “Erano contaminati, li miscelavano per fare lavori stradali”

Secondo la Dda di Venezia, dopo anni di indagini condotte dalla Guardia di finanza e dai carabinieri forestali, le società che gestivano i siti 'depuravano' l'immondizia contaminata da metalli pesanti e amianto grazie alla miscelazione con altri rifiuti. E invece di smaltirla, la utilizzavano poi nell'edilizia o nelle grandi opere stradali. L'accusa è traffico illecito di rifiuti.

Non è facile immaginare 280mila tonnellate di materiale. E neppure diecimila tir, allineati uno dietro all’altro, necessari per trasportare montagne di rifiuti. La Direzione distrettuale antimafia di Venezia, dopo due anni di indagini coordinate dal pubblico ministero Giorgio Gava e condotte dalla Guardia di finanza e dai carabinieri forestali, ha chiesto e ottenuto il sequestro di due cave, riempite di immondizia. Si trovano a Noale, in provincia di Venezia, e a Paese, in provincia di Treviso.
In quest’ultima località il territorio comunale è stato trasformato in un autentico gruviera dallo scavo di cave nel corso dei decenni. Una di queste ospita una delle due discariche finite sotto sequestro perché il materiale contaminato da metalli pesanti e da amianto, sarebbe stato utilizzato per sottofondi stradali. Una procedura che avrebbe dovuto prevedere la pulizia. Invece, grazie alla miscelazione con altri rifiuti provenienti dal Veneto e dalle regioni vicine, vi sarebbe stato l’utilizzo per lavori stradali.
La competenza della procura distrettuale è scattata a causa dei reati ambientali connessi al traffico illecito di rifiuti. Le due discariche sono utilizzate dalla società Cosmo Ambiente di Noale, che è specializzata nel recupero e nello smaltimento di rifiuti speciali pericolosi nonché nella realizzazione di discariche e manufatti in calcestruzzo. I responsabili della società risultano indagati da un anno. A suo tempo vennero effettuate perquisizioni che sono servite ad acquisire i documenti riguardanti la movimentazione dei rifiuti e il loro eventuale utilizzo per lavori stradali.
Sono poi stati eseguiti campionamenti e verifiche sulla composizione dei rifiuti. E così si è chiuso il cerchio attorno a un impianto di trattamento a Noale, dove sono stoccate circa 80mila tonnellate, e alla cava Campagnole in località Padernello di Paese, dove si trova il quantitativo più imponente, circa 200mila tonnellate. Questa cava è di proprietà della ditta Canzian, ma è stata data in concessione alla Cosmo. Sono centinaia le aziende del Nord Est – e non solo – che vi trasportano rifiuti inquinati e contaminati.
Secondo gli investigatori – hanno operato anche i tecnici dell’Arpav – non sarebbe stato rispettato l’obbligo di trattare i rifiuti, eliminando amianto e metalli pesanti come rame, nichel, piombo e selenio. Vi sarebbe stata una semplice miscelazione con altri rifiuti, meno inquinati, così da ridurre la percentuale di contaminazione. Sarebbero stati poi aggiunti calce e cemento per produrre un amalgama da utilizzare nell’edilizia o nelle grandi opere stradali. Il provvedimento di sequestro è stato firmato dal gip Luca Marini. Le inchieste proseguono per verificare quale sia stato e dove sia avvenuto l’utilizzo del materiale.
Il gruppo Cosmo è il frutto dell’evoluzione di un’impresa familiare fondata più di cinquant’anni fa da Gino Cosmo. Oltre a Cosmo Ambiente, comprende Cosmo Scavi e Cosmo Servizi Ambientali. Tra i lavori effettuati, vi sono il Passante di Mestre, il casello autostradale di Noventa di Piave, l’aeroporto Marco Polo di Venezia e il parco San Giuliano di Mestre.
Mentre la sede centrale è a Noale, la discarica di Paese si trova in provincia di Treviso. Quest’ultima località conta la bellezza di 29 cave, che ne fanno il Comune più scavato della Marca. In una decina di casi le cave sarebbero a diretto contatto con la falda, in una zona ambientale particolarmente sensibile, perché a pochi chilometri vi sono le sorgenti del fiume Sile, costituite da risorgive, in un’area di grande bellezza naturalistica.
Fonte: ilfattoquotidiano del 23 novembre 2018

Perchè ci sanzionano?

Ci sanzionano perchè non mettiamo in pratica le imposizioni stabilite da chi regola l'economia nel mondo? Qui non si tratta di perdere la sovranità, si tratta di perdere la dignità.


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La donna.



















In ogni angolo del mondo la donna viene sottovalutata, usata, a volte malmenata, da sempre. 
Eppure, la donna è la custode della vita umana.
Dovremmo riservarle rispetto e riconoscenza per quello che fa; e se l'uomo si comporta male con lei è solo perchè non accetta la sua superiorità.
Sopra c'è un esempio dello sfruttamento al quale venivano e vengono sottoposte le donne rispetto all'uomo.

Cetta. 

I "piccioli" dei boss di Brancaccio Ecco la mappa degli investimenti. - Riccardo Lo Verso

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Da sinistra Antonino Lupo, Cesare Lupo, Salvatore Gambino

Coop per la gestione dei rifiuti, macellerie, pizzerie e società di catering affidate a prestanome.
PALERMO - Il 25 novembre 2011 l'avvocato Tommaso Scanio si presenta all'agenzia 18 di Banca Nuova, a Palermo. Porta all'incasso un assegno estero da 2 milioni di dollari americani. È stato emesso dalla Hsbc Bank Usa ed è tratto da un tale Michale Smith. Scanio chiede che l'assegno venga versato sul conto che quella stessa mattina vuole aprire in filiale. Un gesto fatale e forse anche disperato, dettato dalla necessità di fare soldi.
All'istituto di credito qualcuno si insospettisce e chiede informazioni ai colleghi americani. Risposta: l'assegno non risulta emesso. Da qui l'esposto alla Procura della Repubblica presentato dal dirigente della Direzione Legali affari generali di Banca Nuova.
Il mensile S in edicola dedica uno speciale, con nomi e intercettazioni finora inedite, all'inchiesta dei finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria che ha messo nei guai Scanio, ex vice procuratore onorario, e che ha portato ad un nuovo ordine di arresto per i fratelli Cesare e Antonino Lupo di Brancaccio e di Salvatore Gambino di Borgo Nuovo. Cersare Lupo sta scontando 28 anni per essere stato uno dei triumviri al potere nel feudo dei fratelli Graviano. Il fratello Antonino è stato condannato per mafia con sentenza definitiva e in primo grado per traffico di droga.
Il 9 giugno 2011 Scanio ci riprova: consegna in banca la copia di un messaggio con cui Hsbc Bank di Los Angeles attesta la regolarità dell'assegno. Chi è Scanio? Risulta titolare di uno studio legale con domicilio fiscale a Campofelice di Roccella e luogo di esercizio in viale Francia a Palermo. Dal 2005 al 2007 è stato consulente dell'Amia. Dall'ex municipalizzata dei rifiuti ha ricevuto parcelle per 80 mila euro. Una consulenza che gli è costata un processo per la stagione delle “spese pazze” dell'Amia nel quale è stato assolto con formula piena. In più è socio amministratore e legale rappresentante della “Fenice società cooperativa” con sede in via Celona, a Brancaccio. La coop all'inizio ha 35 dipendenti, ma a fine 2010 sono diventati 447, tra cui i fratelli Lupo.
C'è di più perché Scanio è stato presidente del Consiglio di amministrazione della “Sviluppo ambiente territorio”, una srl con sede in corso Domenico Scinà al Borgo Vecchio. Tra i soci c'è anche Maria Benedetta Lupo, figlia di Antonino. Ce n'è abbastanza per avviare l'indagine che viene però trasmessa a Caltanissetta, la cui Procura è competente quando ci sono di mezzo magistrati o giudici onorari, nel caso di Scanio, che lavorano a Palermo.
Nella coop Fenice sarebbe finiti 40 mila euro dei Lupo. Era Scanio nel 2013 a dire: “Il discorso dei soldi ora ci arriviamo al discorso dei soldi... perché il Lupo mi deve spiegare come... chi duemila chi tremila tutte queste cose comunque”.
L'elenco delle attività in cui sarebbero stati investivi i soldi della mafia prosegue con la “Recupero rottami” di via Pecoraino, intestata a Vito Ferrante, e con una macelleria in via dell'Orsa maggiore, ufficialmente di proprietà della moglie di Salvatore Alvares. Non sono gli unici affari ricostruiti dagli investigatori. Imprese edili, pizzerie e pollerie, una società di catering sono state intestate a presunti prestanome. Continua a leggere sul mensile S in edicola.
Fonte: livesicilia del 24 nov. 2018