sabato 28 aprile 2012

Teramo, minacce ad Ingroia: annullata partecipazione a Premio Borsellino.



Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia
Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia


Roma - (Adnkronos) - Contro il procuratore aggiunto di Palermo è arrivata una lettera minatoria e sono comparse alcune scritte su un muro a Martinsicuro.


Roma, 27 apr. - (Adnkronos) - Annullata la partecipazione del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, al Premio Borsellino, previsto stasera a Teramo. La decisione e' arrivata in seguito a una lettera di minacce e a delle scritte contro il magistrato apparse su un muro a Martinsicuro.


"Antonio Ingroia - si legge in una nota della segreteria organizzativa - dopo aver appreso dalla stampa della lettera di minaccia pervenuta tramite gli organizzatori dell'incontro-presentazione del libro e delle scritte murali deliranti contro la persona dello stesso a Martinsicuro (Teramo), in previsione dell'incontro programmato per stasera, ritiene opportuno rinviare la sua partecipazione".
La decisione, si legge ancora nella nota, e' stata presa "anche per ovviare disagi per le forze dell'ordine, che avrebbero comunque garantito la massima sicurezza al procuratore e il quale ringrazia sempre per la loro disponibilita' e professionalita'".


http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Abruzzo/Teramo-minacce-ad-Ingroia-annullata-partecipazione-a-Premio-Borsellino_313248413736.html

‘Obama ha capito la rete, i nostri partiti no’. - Francesca Martelli





“A differenza della politica americana, in Italia i partiti considerano Internet solo come uno strumento, una componente aggiuntiva e non un mondo con il quale bisogna connettersi”. È il giudizio di Stefano Rodotà, giurista e promotore di una campagna per la diffusione della Rete. Nel keynote speech tenuto al Festival del giornalismo di Perugia, Rodotà ha sottolineato come i blog e i social network abbiano prodotto cambiamenti anche nel tradizionale modo di manifestare in piazza: “In questo modo le forme di protesta sono state rese più agevoli”. Le grandi organizzazioni, quali partiti e sindacati, hanno quindi perso questo monopolio ed è “un cambiamento straordinario”. Il noto giurista parla anche del fenomeno Grillo: “Ci sono anche movimenti che usano la rete meglio e sono più democratici di quello. Lui non è la conferma del populismo che passa attraverso la rete, ma la sottolineatura che la rete può produrre anche questo”.
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La carica delle tasse locali oltre mille euro a famiglia. - Roberto Petrini

La carica delle tasse locali oltre mille euro a famiglia


Sindacati in trincea: "Così ci mangeranno del tutto la tredicesima di quest'anno". Alla vigilia delle elezioni, molti sindaci hanno già aumentato i tributi, altri lo faranno dopo.


LA carica delle tasse comunali continua. A pochi giorni dalla tornata elettorale che coinvolgerà circa mille amministrazioni locali, la pressione fiscale è in primo piano: Imu, addizionali Irpef, tassa dei rifiuti, imposta di soggiorno, tasse di scopo, Rc auto e Irpef regionale. Secondo l'"Osservatorio" della Uil servizi politiche territoriali i sindaci che hanno già deciso il rincaro dell'Irpef sono 341, i grandi Comuni che hanno deliberato rincari dell'Imu (già assai pesante) sono 24, quelli che hanno varato la tassa di soggiorno 495, mentre 12 capoluoghi hanno aumentato la Tarsu. Il costo medio è alto: 157 per l'Irpef comunale, 371 per quella regionale, 113 euro per l'Imu prima casa, 223 per la spazzatura. Tassa di soggiorno anche sui camping. In media più di 1.000 euro se ne andranno in tasse locali. Ma non è finita: entro il 30 giugno, dopo le elezioni, i Comuni potranno ancora aumentare l'Irpef e avranno tempo fino al 30 settembre per ritoccare l'Imu. "Giù le tasse", hanno chiesto Cgil, Cisl e Uil. "Ci mangeranno la tredicesima del 2012", ha avvertito il segretario della Uil Angeletti.  

L'addizionale comunale. Costeranno 157 euro pro-capite: a Roma l'aliquota più alta d'Italia Le ha sbloccate il governo Berlusconi e da allora 341 Comuni ne hanno approfittato, tra questi 8 città capoluogo. I Municipi possono aumentare l'addizionale dallo 0,1 allo 0,8 per cento e molti sindaci lo hanno fatto senza indugi. Ad esempio, a Palermo è passata dallo 0,5 allo 0,8; a Chieti dallo 0,7 allo 0,8; a Brescia dallo 0,2 allo 0,55; a Viterbo dallo 0,4 allo 0,5 per cento. Ferrara ha deliberato 3 aliquote per fasce di reddito passando da una aliquota unica dello 0,5 ad aliquote comprese tra lo 0,6 e lo 0,8 per cento. Roma, che ha l'aliquota più alta d'Italia, allo 0,9 per cento, ha confermato. Ma non è finita: la stragrande maggioranza dei Comuni potrà ancora agire, magari dopo le elezioni amministrative, perché c'è tempo fino al 30 giugno per deliberare l'aumento. Il costo medio pro capite sarà quest'anno di 157 euro. Il gettito 3,4 miliardi. 

La tassa di scopo. Nessuno vuole l'Imu-bis, consumatori sul piede di guerra Per ora l'hanno applicata solo 20 Comuni, ma vista la fame di risorse che affligge i sindaci non è esclusa una escalation della tassa di scopo o Imu bis. Per metterla in campo bisogna impegnarsi a finanziare con il gettito un'opera pubblica, può durare fino a dieci anni e, se l'opera non viene realizzata, deve essere restituita al contribuente. Nata con il governo Prodi è stata confermata da Berlusconi e, da ultimo, da Monti che ha dovuto adeguare il meccanismo alla nuova Imu. Infatti la base imponibile dell'Imu-bis è la stessa dell'Imu: di fatto si tratta di una addizionale dello 0,5 per mille alla base imponibile dell'Imu, cioè la rendita catastale rivalutata. Il Codacons ha già messo le mani avanti e ha minacciato: se la tassa sarà applicata al di fuori dei suoi limiti sarà illegittima e scatteranno migliaia di ricorsi al Tar. 

La tassa di soggiorno. Per i turisti fino a 35 euro al giorno, a Firenze e Venezia si paga il lusso Chi fosse già partito per il ponte, condizioni economiche permettendo, la troverà già operativa in molti centri. E' l'imposta di soggiorno: costa fino ad un massimo di 5 euro a notte. Solo in albergo? No. Anche il turismo low cost subirà la stangata. A Firenze, ad esempio, si paga 1 euro a notte anche per il campeggio, a Ragusa 1 euro per l'agriturismo, a Genova un euro per il B&B. I sindaci di città d'arte, di mare, montagna e collina si sono mossi con velocità: fino ad oggi l'hanno deliberata in 495. Introdotta dal governo Berlusconi e prevista dal federalismo municipale potrà dare un gettito che, secondo una stima approssimativa, è valutato in 1,2 miliardi. Per un soggiorno di una settimana in media si pagheranno 22 euro. Ma se si sceglie un albergo a cinque stelle a Venezia o a Firenze l'aggravio è di 35 euro a persona. Per una famiglia di quattro persone basta moltiplicare. 

La Tarsu. Milano, Messina e Reggio Calabria, rifiuti e servizi più cari del 25-30% Le cartelle in molte città stanno arrivando in questi giorni: è maggio infatti il mese della Tarsu, la tassa sui rifiuti. Già 12 Comuni capoluogo hanno messo a segno o annunciato gli aumenti: a Messina il 30 per cento, a Reggio Calabria il 25 per cento, a Milano, dove il costo del servizio era fermo dal 2002, l'aumento sarà del 20 per cento. Rincari sono previsti anche a Torino, Siracusa, Bari e Latina. Si paga in base ai metri quadrati e dal prossimo anno arriverà un'altra sorpresa: la Tarsu cambierà nome in Tares, cioè tassa sui rifiuti e servizi. La parte rifiuti dovrà coprire il 100 per cento del costo del servizio (oggi è possibile anche posizionarsi più in basso), ma soprattutto si pagherà anche un forfait per illuminazione, anagrafe e così via: una sovrattassa che andrà dai 30 ai 40 centesimi al metro quadrato. Il costo non è irrilevante: 223 euro a famiglia per 7,2 miliardi. 

L'imposta Rc auto. Colpiti gli automobilisti per finanziare le Province Anche le Province partecipano al balletto delle tasse. Nel carniere vantano l'imposta sulla Rc auto: la base è del 12,5 per cento, ma le Province possono aumentarla (o diminuirla) del 3,5 per cento. Dal 2010, da quando è in vigore il decreto sul federalismo fiscale varato da Tremonti e Calderoli, su 90 province 68 hanno approfittato dell'occasione. Di queste 34 lo hanno fatto quest'anno. Da Napoli a Bari, da Potenza a Torino gli aumenti sono arrivati fino al tetto massimo. In controtendenza solo la provincia di Firenze che ha diminuito l'imposta sulla Rc auto dell'1 per cento. Non si tratta di minutaglie: costa in media 133 euro ad automobilista e dà un gettito di 1,8 miliardi, il 40,9 per cento delle entrate proprie delle Province. A rendere ancora più doloroso l'intervento la prevista franchigia di 40 euro sulla deducibilità della tassa sulla Rcauto che va al Servizio sanitario nazionale (10,50 per cento) che sarà introdotta per finanziarie la riforma degli ammortizzatori sociali. 

L'addizionale regionale. A maggio verifica sulla sanità, si rischia lo 0,3% in più La batosta non è stata ancora digerita e non sono escluse sorprese per il futuro. Lo sblocco delle addizionali regionali va attribuito al governo Berlusconi, ma l'esecutivo Monti - per far fronte all'emergenza - ha aumentato l'aliquota di base dell'Irpef regionale dello 0,33 per cento portandola all'1,23 per tutte le Regioni. A conti fatti si tratta in media di un esborso complessivo di 371 euro, aumenti compresi. Il gettito delle addizionali regionali è complessivamente di 11 miliardi di cui 2,4 miliardi relativi al recente rincaro. Il costo dell'inasprimento è stato di 76 euro in media testa per 40 milioni di contribuenti. L'effetto si è sentito sulle buste paga di gennaio-marzo e la coda si troverà nella dichiarazione dei redditi. Ma non è finita: a maggio ci sarà la verifica sui disavanzi sanitari e c'è il rischio che in alcune Regioni scatti l'incremento dello 0,3 già in vigore in Campania, Molise e Calabria.  

venerdì 27 aprile 2012

"Le Porte Girevoli delle Nomine" - Servizio Pubblico - Marco Travaglio





Sei miliardi in quattro mesi: i dati della Guardia di Finanza sull’evasione fiscale.






I controlli della prima parte del 2012 hanno portato alla denuncia di circa 1.300 persone. 853 evasori totali. Record di irregolarità nel commercio. Le storie: la pasticceria di Reggio Calabria nasconde 400 mila euro, oltre tre milioni occultati da teatri romani.

Sei miliardi di euro di evasione fiscale in quattro mesi. Con 2.192 evasori totali scoperti. Sono i dati di questa prima parte del 2012 presentati dalla Guardia di Finanza, relativi a tutto il territorio nazionale. In materia di Iva, le Fiamme Gialle hanno scoperto 650 milioni di euro non dichiarati. Le persone denunciate all’autorità giudiziaria sono  853, che non avevano presentato la dichiarazione, e altre 530 per occultamento o distruzione della contabilità.
I 2.192 evasori totali sono accomunati dal fatto di non aver presentato per almeno un anno la dichiarazione dei redditi. Invisibili per il Fisco, in molti casi si concedevano un elevato tenore di vita con macchine di grossa cilindrata, ville e sostanziosi patrimoni accumulati. I maggiori ‘picchi’ di evasione, riferisce in una nota la Guardia di finanza, sono stati riscontrati nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio (quasi il 25% del totale), delle costruzioni edili (circa il 22%), delle attività manifatturiere (11), delle attività professionali, scientifiche e tecniche (5,7) e delle attivita’ di alloggio e ristorazione (5,5).
Tra i casi scoperti dalla Guardia di Finanza, c’è quello di un noto bar a La Thuile – nota località sciistica vicina a Courmayer – che negli ultimi 5 anni non ha dichiarato ricavi per 350mila euro. Lo ha scoperto la Gdf di Aosta dopo alcuni approfondimenti seguiti a un normale controllo sulle ricevute e sugli scontrini fiscali.
Ancora, un’apprezzata pasticceria nel centro di Reggio Calabria, oltre a non aver dichiarato negli ultimi 2 anni ricavi per 400mila euro, si avvaleva anche di lavoratori in nero. Mentre un albergatore di Grado (Gorizia) ha fatto a meno di dichiarare l’oltre mezzo milione di euro di ricavi, incassati dopo il “tutto esaurito” della sua struttura nelle ultime stagioni estive. “E’ stata una dimenticanza”, ha riferito l’imprenditore turistico alle Fiamme Gialle di Gorizia che si apprestavano a eseguire i controlli.
Non è l’unico caso di asserita “dimenticanza”. La Guardia di Finanza ha messo nel mirino una società di capitali di Roma che gestisce alcuni teatri di cabaret del quartiere Esquilino e un’altra che controlla un centro di divertimenti con annesso ristorante e bowling. La prima avrebbe “dimenticato” di dichiarare 3 milioni e 600mila euro di ricavi; 4 milioni circa la seconda. E a Messina, un centro di macellazione di carni che aveva nascosto al Fisco ricavi per oltre 30 milioni di euro. 
Casi eclatanti emergono a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. I finanzieri di Venezia hanno scovato un fotografo di matrimoni che, a fronte di oltre 200 servizi e di 100 book realizzati, aveva emesso solo 35 ricevute, non dichiarando incassi pari a 200mila euro, sui quali avrebbe dovuto pagare imposte per circa 80mila euro. Era invece a prima vista impeccabile la contabilità di un gioielliere della provincia di Brescia, che emetteva scontrini e teneva la documentazione fiscale, ma le Fiamme Gialle ora gli contestano quasi un milione e mezzo di redditi non dichiarati e circa 300mila euro di Iva evasa. A tradirlo il lusso e il tenore di vita, assolutamente incoerente con il suo profilo fiscale.
Stessa storia per una donna di Ravenna che non solo andava in giro su una delle sue due Porsche, ma aveva una villa hollywoodiana a Milano Marittima e faceva viaggi extralusso, scegliendo sempre hotel a 5 stelle. I finanzieri hanno scoperto che tutto quel lusso non proveniva da regali ricevuti nel tempo, come da lei riferito, ma dalla sua attività, tenuta ben nascosta, di intermediario nel commercio per conto di una grossa società con varie sedi nel nord-Italia. Per redditi accumulati nel tempo di circa 2 milioni di euro.

Firme false: Indagato il presidente della Provincia di Milano Podestà (Pdl). - di Giovanna Trinchella



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All'esponente politico viene contestato dalla Procura di Milano il reato di falso ideologico. Per gli inquirenti l'allora coordinatore regionale del partito sarebbe stato il "promotore" del taroccamento delle firme necessarie alla presentazione delle liste alle amministrative 2010.

Nuovi guai per il Popolo delle Libertà in Lombardia. Guido Podestà, attuale presidente della Provincia di Milano, è indagato per il pasticcio della presentazione delle liste elettorali del partito alle amministrativo del 2010. Ad annunciare di aver ricevuto questa mattina un avviso di garanzia e di chiusura delle indagini è stato lo lo stesso Podestà,  che all’epoca era il coordinatore regionale, con una nota sul suo sito, precisando che quanto agli atti “non ha nulla a che fare con l’attività istituzionale e di amministrazione della Provincia”. Gli inquirenti considerano Podestà il “promotore” del reato: ovvero falso ideologico continuato e pluriaggravato. 
Quello delle firme false è il secondo capitolo della vicenda su cui stava indagando la Procura di Milano sulle liste per le elezioni amministrative del 28 e 29 marzo 2010. Nel fascicolo erano già indagati, a vario titolo, quindici rappresentanti del PdL, per lo più consiglieri provinciali e comunali, che avevano certificato l’autenticità delle firme consegnatigli da Clotide Strada, vice responsabile del settore elettorale del PdL in Lombardia, nonché collaboratrice della consigliera regionale lombarda Nicole Minetti. In questo stralcio è finito il nome di Podestà che secondo l’accusa che avrebbero quindi ordinato l’operazione di falsificazione delle firme. Non perché il partito non fosse in grado di raccogliere le firme, avendo un bacino di elettori amplissimo in Lombardia, ma solo per sciatteria e forse per la necessità di aggiungere nel listino bloccato nomi dell’ultima ora.
La chiusura indagini della prima parte dell’indagine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo porta la data del 17 ottobre e l’ipotesi  accusatoria è che che siano state falsificate molte firme e precisamente 608 per le elezioni regionali, per cui era candidato alla poltrona di governatore Roberto Formigoni, e 308 per le provinciali, per cui era candidato proprio Podestà. Le firme erano necessarie per la presentare la lista regionale “Per la Lombardia ” e quella provinciale “Il popolo della Libertà – Berlusconi per Formigoni”. La maggior parte dei presunti sottoscrittori, che sono stati ascoltati dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, non hanno riconosciuto le loro firme oppure hanno dichiarato di averle apposte, ma per altre liste elettorali. A dicembre infine il procuratore aggiunto Alfredo Robledo aveva interrogato alcuni degli indagati, ma quei verbali erano stati segretati. In uno di questi ci sono le dichiarazioni che hanno messo nei guai anche Podestà, in particolare proprio quelle di Clotilde Strada, responsabile della campagna raccolta firme.   


giovedì 26 aprile 2012

ll Nobel Stiglitz: “L’austerity sarà un disastro per l’Europa”. - di Martin Eiermann





L’austerità di per sé «sarebbe sicuramente un disastro» e «le conseguenze nel breve termine saranno molto negative per l’Europa» dice il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz per il quale è impossibile che tutto il Continente possa diventare come la Germania. Ma è il modello economico globale che non funziona: «Non importa se poche persone al vertice sono strapagate - quando la maggioranza dei cittadini non si è arricchita, il sistema economico non funziona».Le politiche di recessione ci stanno portando verso una doppia recessione, mette in guardia l’economista statunitense Joseph Stiglitz. Si è incontrato con il giornale tedesco The European per discutere il nuovo pensiero economico e l’influenza del denaro nella politica.


The European: Quattro anni dopo l’inizio della crisi finanziaria, si sente rassicurato dal modo in cui gli economisti hanno provato a comprenderla, e dal modo in cui le loro analisi sono state recepite dai politici?
Stiglitz: Mi lasci analizzare questo tema in modo leggermente diverso. Gli economisti accademici hanno giocato un ruolo importante nel causare la crisi. I loro modelli erano eccessivamente semplificati, distorti, e trascuravano gli aspetti più importanti. Questi modelli sbagliati hanno incoraggiato i politici a credere che il mercato avrebbe risolto tutti i problemi. Prima della crisi, se io fossi stato un economista di strette vedute, sarei stato molto compiaciuto dal vedere quanto impatto avessero gli accademici sulla politica. Ma sfortunatamente questo è stato un danno per il mondo. Dopo la crisi avresti sperato che il pensiero accademico fosse cambiato, e che i politici fossero cambiati con esso, diventando più scettici e cauti. Ti saresti aspettato che, dopo tutte le previsioni sbagliate del passato, i politici avrebbero chiesto agli accademici di ripensare alle loro teorie. In generale sono deluso sotto tutti i punti di vista.

The European: gli economisti hanno visto i difetti dei loro modelli teorici ma non hanno provveduto a liberarsene o a migliorarli?Stiglitz: nel mondo accademico, quelli che credevano nel libero mercato prima della crisi ci credono ancora. Pochi hanno cambiato idea, e voglio riconoscergli il merito di avere detto: “Ci eravamo sbagliati. Avevamo sottostimato questo o quell’aspetto dei nostri modelli”. Ma i più hanno dato una risposta differente. I sostenitori del libero mercato non hanno rivisto i propri convincimenti.

The European: Guardiamo al lungo periodo.

http://temi.repubblica.it/micromega-online/ll-nobel-stiglitz-%E2%80%9Cl%E2%80%99austerity-sara-un-disastro-per-l%E2%80%99europa%E2%80%9D/