martedì 30 luglio 2013

Metodo Stamina, da giorni i malati protestano davanti a Montecitorio. - Ilaria Vacca

Una decina di disabili gravi chiedono di poter essere sottoposti alle infusioni a base di staminali. Biviano: "Lo Stato condanna a morte migliaia di persone."
Roma – Da martedì scorso una decina di disabili gravi ha deciso di stazionare davanti a Montecitorio, per protestare contro l’impossibilità di accedere alla sperimentazione clinica del metodo Stamina. Si sono incatenati, con le loro sedie a rotelle e sono rimasti davanti alla Camera, in attesa della promessa di poter tentare le infusioni a base di staminali mesenchimali che propone Vannoni.
Hanno sopportato il caldo torrido di questi giorni e non hanno nessuna intenzione di andarsene, hanno anche tentato di fare irruzione nel palazzo del Governo. Insieme a loro anche Pietro Crisafulli, vicepresidente del Movimento Vite Sospese che racconta: “A me e ad un altro membro del Movimento è stato chiesto il documento di identità dalle forze dell’ordine presenti. Noi lo abbiamo fornito ma non ce l’hanno più restituito. Forse vogliono arrestarci. Ci hanno chiesto di far smettere la protesta, ma questo non dipende da noi. I malati sono stati chiari, non smetteranno di manifestare fino a quando non avranno l’accesso alle cure”.

“Io da qui non me ne vado senza aver raggiunto il risultato di poter curare me stesso e i miei fratelli.- sono le parole di Sandro Biviano, malato di Sla come suo fratello - Sono disposto a morire qui, davanti al palazzo che rappresenta uno Stato che condanna a morte migliaia di persone”.

I pazienti chiedono un decreto legge urgente che permetta di accedere al metodo Stamina anche ai pazienti che ne sono stati esclusi. Il Ministro Lorenzin era stata chiara: il metodo Stamina non è una cura, prima degli esiti della sperimentazione le infusioni non devono essere autorizzate.
La sperimentazione però non è ancora stata avviata, perchè Vannoni non ha ancora consegnato all'ISS la documentazione necessaria.  Il 1 agosto dovrebbero essere depositati i protocolli. Solo allora potrà essere eventualmente avviata la fase I della sperimentazione, volta a determinare la non pericolosità delle infusioni. Successivamente dovranno essere avviate le fasi II e III, solo alla fine della terza fase la terapia, se di efficacia confermata, potrà essere resa disponibile su larga scala.
E nessuno ne parla...

Cae Mabon, il villaggio celtico che sembra provenire dal mondo delle fiabe.

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Se vi trovate in Galles, nei pressi di un piccolo villaggio chiamato Fachwen, potete seguire le indicazioni per raggiungere una località chiamata Cae Mabon, che si annida in una radura di un bosco di quercia, attraversato da un piccolo fiume che a cascata raggiunge un lago vicino. Questo meraviglioso contesto si trova ai piedi dell’Elidir Fawr.
Il percorso dura meno di un chilometro e vi porta dritti in un luogo magico, dove è possibile trovare tutti i connotati delle più fantastiche tradizioni celtiche. Al centro del Cae Mabon si trova una tipica Roundhouse celtica con tanto di camino e tetto di paglia, dove poter passare molte intime serate in compagnia.
La casina dispone di una cucina completamente attrezzata, una sala da pranzo spaziosa e una sala riunioni e un bagno elegante. All’esterno vi è una capanna di paglia che ospita una doccia e perfino una vasca idromassaggio. L’acqua viene reperita dal vicino fiume.
Cae Mabon si è trasformato in un luogo di villeggiatura di successo; tant’è che i turisti arrivano da tutta la Gran Bretagna e dal mondo. E’ un ambiente ideale per incontrarsi, lavorare, isolarsi e giocare. Tanti gli eventi in programma: canto, danza, laboratori di lettura e terapeutici, lo yoga, la meditazione e ritiri spiritualiAncora, è possibile apprezzare il suggestivo paesaggio celtico e fare escursioni mitologiche, adatte anche a gruppi scolastici e per campi giovanili ambientali.
Cae Mabon può essere un luogo adatto anche per le aziende, dove poter fare corsi di creatività e comunicazione. Si celebrano anche riti stagionali e perfino matrimoni.
Cae Mabon ha anche ispirato disegnatori di libri illustrati per bambini, e cantautori. Un villaggio adatto insomma per ritrovare la pace con se stessi, la creatività, i vecchi miti celtici o per stare in compagnia. Il tutto isolato dai ritmi frenetici della modernità tipicamente occidentale.
Per saperne di più potete visitare il sito specifico: http://www.caemabon.co.uk/

Buffoni conclamati.



Ha, ha, ha...



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lunedì 29 luglio 2013

LA SESIUS TAX. - Eugenio Benetazzo










Tutto ebbe inizio nel 1958 quando Angelina Merlin, ostile maestra padovana e senatrice socialista intollerante dell'ipocrisia cristiana che consentiva ai maschi dell'epoca la frequentazione delle case chiuse, forte della sua idilliaca vocazione nel difendere i soggetti più deboli (leggasi allora le donne), si fece portavoce ed autrice della infelice Legge Merlin per l'abolizione della prostituzione. 
Sono passati più di cinquant'anni e sono nel frattempo cambiati anche molti costumi e punti di riferimento per il nostro tessuto sociale, a distanza di così tanto tempo una riflessione è pertanto dovuta. Se l'obiettivo della legge e della senatrice era quello di scoraggiare il meretricio e i suoi potenziali clienti, allora possiamo dire che il fallimento legislativo è plateale. Sino a prima dell'arrivo della Merlin, in Italia, intesa come denominazione geografica, la prostituzione è sempre stata regolamentata e consentita, andando dall'Antica Roma sino al Regno delle Due Sicilie, quest'ultimo che con grande lungimiranza aveva addirittura previsto il rilascio di una patente o concessione reale per l'esercizio della professione, se così possiamo chiamarla.

Il fenomeno della prostituzione in Italia è ormai privo di qualsiasi controllo grazie ad una legge tanto obsoleta quanto ridicola per l'epoca in cui stiamo vivendo. 
Tanto per dare alcuni numeri in Italia si stimano essere operative oltre 70 mila prostitute, la maggior parte delle quali esercita in strada o in luoghi pubblici (65%). Circa 20 mila sono straniere, soprattutto di etnia africana e slava. Il parco clienti è stimato in nove milioni di maschi, il che significa che ai fini statistici quasi un maschio su due è un potenziale cliente, considerando una popolazione maschile tra i 15 ed i 65 anni di quasi 20 milioni. Il dato che pochi invece soppesano adeguatamente è la percentuale di donne vittima del racket della prostituzione, vale a dire il 10%, questo significa che la quasi totalità (il restante 90%) sceglie liberamente di prostituirsi per i più vari motivi. Uno di questi probabilmente è rappresentato dalle aspettative di reddito, che può andare dai 3.000 agli oltre 10.000 euro mensili. Tax free naturalmente.  In Italia, infatti, non è considerato reato la vendita del proprio corpo, mentre lo è lo sfruttamento del corpo altrui anche se in ambiente organizzato. Questa assurdo quadro legislativo ha permesso proprio la mercificazione corporale nelle strade oltre che nelle case, tuttavia in piena clandestinità.

Eppure la prostituzIone non è illegale in gran parte dell'Europa,  ogni singolo stato cerca invece di punire le varie forme di sfruttamento, favoreggiamento ed induzione, nella speranza che questo renda più difficile il prostituirsi. L'era dei social network con tutte le loro potenzialità, unita alle risorse tecnologiche degli smart phone, ha letteralmente creato un effetto over boost all'intero settore del sesso a pagamento. Oggi infatti non vengono considerati e nemmeno normati severamente fenomeni di nuova generazione come il sexting (l'invio di immagini sessuali esplicite, principalmente tramite dispositivi di telefonia mobile, ma anche tramite altri mezzi informatici) che rappresentano nuove forme di microprostituzione. Le foto ed i video servono per pure finalità di marketing nell'intento di adescare nuovi potenziali clienti a cui erogare successivamente prestazioni sessuali complete. Deve fare rabbrividire per chi è un giovane padre sapere che l'ambiente in cui si svolgono tali incontri è nella stragrande maggioranza dei casi la scuola pubblica. Personalmente ho in più occasioni esplicitato la necessità di istituzionalizzare e tassare la prostituzione, stimando ungettito fiscale compreso tra i 10 e i 15 miliardi annui.

La mia personale proposta è la S.E.S.I.U.S. Tax intesa come acronomo di Soggetti Erogatori di Servizi di Intrattenimento e di Utilità Sociale, riferendosi tanto a chi si prostituisce (maschi e femmine) in modalità convenzionale quanto a chi si rivolge a un pubblico dedicato o di nicchia pensiamo ad esempio alle escort di lusso. La Sesius Tax è concepita come una licenza amministrativa che prevede, a pagamento, un rinnovo annuo in base alla tipologia di attività di intrattenimento sessuale che si desidera esercitare: in questo modo eventuali fenomeni di repressione o l'attività sanzionatoria diventano di  facile ed intuibile implementazione. I vantaggi e benefici per la collettività si possono identificare su tre diversi steps: monitoraggio sanitario (ogni intestatario di licenza deve effettuare periodicamente accurati controlli medici),sicurezza pubblica (chi decide di esercitare sulla strada può stazionare solo in prossimità di un parchimetro come è già stato introdotto ad esempio nella città di Bonn) ed infine un aumento del gettito fiscale grazie agli introiti provenienti dai rinnovi annui. Il vantaggio della licenza al posto dell'obbligo di rilascio di una ricevuta fiscale per ogni prestazione ha lo scopo di evitare fenomeni di evasione fiscale più che altro dovuti a motivazioni di privacy della clientela.

http://www.eugeniobenetazzo.com/licenza-di-prostituirsi.htm






Andrea Scanzi.



L'attesa per domani è in buona parte ipocrita, perché Silvio Berlusconi è stato già condannato in primo grado e in appello. La Corte Suprema di Cassazione non entra nel merito della sentenza, limitandosi a valutare rispetto delle norme e procedure.
Berlusconi è già stato condannato a quattro anni per evasione fiscale e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. In qualsiasi altro paese non farebbe più politica. Oltretutto ha molti altri processi pendenti. Eppure sta sempre lì. Da vent'anni. Grazie agli italiani che lo votano e grazie al Pd (e predecessori: que viva Violante) che lo ha sempre tenuto in vita. Anzitutto adesso.
Nel centrodestra sono sicuri del rinvio di un mese. Anche ammesso che venisse confermata la condanna, sono certi che il governicchio Letta andrebbe avanti (come ha ordinato Berlusconi nella solita intervista rilasciata a Libero e poi smentita) e che in qualche modo Napolitano e centrosinistra organizzerebbero una sorta di amnistia ad personam.
Nel caso peggiore, molto poco probabile, Berlusconi è pronto ad affidarsi alla figlia Marina come megafono e portavoce.
E nel Pd? L'attesa è vissuta con grande nervosismo. Ciò che più innervosisce è proprio la conferma della condanna: "Il Pd non reggerebbe l'urto e salterebbe come un birillo", dice Ugo Sposetti. Gli unici a "sperare" in una conferma della condanna sono quelli di Occupy Pd: "Alle volte è difficile non dare ragione a Grillo. Pd sveglia".
Santanché promette guerriglia, Biancofiore promette guerriglia. E Letta, beato lui, è "sereno".
Berlusconi non andrà comunque in galera. Glielo impediscono - toh, che coincidenza - le norme che escludono la detenzione in carcere per gli ultrasettantenni. In caso di condanna definitiva, la prospettiva sarebbe quella dell'affidamento in prova ai servizi sociali. Se li rifiutasse, rischierebbe al massimo gli arresti domiciliari.
La Sezione Feriale della Cassazione che deciderà domani il suo futuro può scegliere tra il rinvio di un mese (con rischio prescrizione); la condanna, l'assoluzione e l'annullamento del procedimento con nuovo processo (e prescrizione certa). Berlusconi non ha troppi motivi di essere pessimista. Nessuno dei cinque giudici è una toga rossa. Al contrario, è una Sezione fortemente e dichiaratamente conservatrice. Il relatore sarà Amedeo Franco, il presidente Antonio Esposito (padre del Pm Ferdinando, noto anche per le cene private con Nicole Minetti). Non è "rosso" nemmeno il rappresentante della Procura della Cassazione, Antonio Mura, braccio destro del procuratore generale Gianfranco Ciani e uomo di punta di Magistratura Indipendente, la corrente di destra delle toghe (di cui è stato anche presidente). E non sono "rossi" gli altri tre giudici a latere: Claudio D'Isa, Ercole Aprile e Giuseppe De Marzo.
La sensazione è che il Partito Unico vincerà anche stavolta, domani o tra un mese, e l'Italia perderà un altro treno per raggiungere un livello minimo di decenza.
Buona catastrofe.


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