martedì 9 dicembre 2014

Mafia Roma, l’uomo di Zingaretti a Gramazio indagato: ‘Rispettami alle urne’. - Marco Pasciuti

Mafia Roma, l’uomo di Zingaretti a Gramazio indagato: ‘Rispettami alle urne’

Il 20 febbraio 2013, a pochi giorni dal voto, Michele Baldi, capogruppo alla Regione Lazio nella lista del governatore e non indagato, chiese al consigliere di Forza Italia accusato di brogli elettorali: "Glie dici alla tua rete di scrutatori de rispettamme?". Pochi giorni prima l'esponente del centrodestra era stato intercettato mentre parlava di "inserimenti" nelle urne.


E’ il 20 febbraio 2013. “Glie dici alla tua rete di scrutatori de rispettamme?”, domanda Michele Baldi, capogruppo della Lista Zingaretti alla Regione Lazio, non indagato. “Cento per centostai tranquillo, certo che sì… “, risponde Luca Gramazio, consigliere di Forza Italia iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di associazione mafiosa. L’intercettazione ha destato l’attenzione degli inquirenti che hanno svelato l’intreccio tra il potere romano e la Mafia Capitale perché solo pochi giorni prima lo stesso Gramazio aveva spiegato a un conoscente: “Finite le operazioni di voto i … le urne vanno in alcune … in alcune sedi (…) non si tratta della classica operazione di … di controllo delle schede … inc … quello c’abbiamo ancora il tempo per fa’ degli inserimenti“. Dichiarazioni che fanno pensare agli inquirenti della Procura di Roma che Gramazio e la “cupola” volessero truccare l’esito del voto.
E’ il 2 febbraio 2013, mancano 22 giorni alle elezioni: il 24 e il 25 successivi si sarebbe votato per rinnovare il consiglio regionale del Lazio spazzato via dallo scandalo FioritoGramazio, candidato alla Pisana con l’allora Popolo delle Libertà, telefona a Simone Foglio, eletto poi nelle liste del Pdl nell’VIII municipio di Roma ed estraneo all’inchiesta, e in attesa che questi risponda parla con una persona presente nella stanza: “Finite le operazioni di voto i … le urne vanno in alcune … in alcune sedi dove vengono .. .inc … nate, contate, tutto, non si tratta della classica operazione di … di controllo delle schede … inc … quello c’abbiamo ancora il tempo per fa’ degli inserimenti“. La persona in attesa al telefono risponde, ma Gramazio, rivolto alla terza persona, aggiunge: “… ce provo, se stiamo in tempo la metto“. Le parole di Gramazio sono prese sul serio al punto che i pm ipotizzano l’utilizzo per fini illeciti delle schede elettorali che normalmente vengono stampate in maggior numero rispetto al numero degli elettori e scrivono alla Prefettura per avere l’elenco delle tipografie romane incaricate dalla Zecca di Stato di stamparle.
La richiesta di Baldi emerge da una richiesta di decreto di intercettazione in via d’urgenza inoltrata il 23 febbraio dai carabinieri del Ros. A un capo del telefono il 20 febbraio c’è il solito Gramazio, all’altro c’è Michele Baldi, capogruppo della lista Zingaretti in Regione, che non compare nella lista degli indagati. “Oh, ma io mi aspettavo che tu mi mandassi un po’ de voti, visto che so’ stato ‘a fortuna tua – esordisce Baldi –  tu lo sai che io so stato a fortuna tua o no? … “. In virtù di questo presunto credito, Baldi avanza la sua richiesta: “Io a te! non a papà (il senatore Domenico Gramazio, ndr), a te! … te posso chiedere un favore da … leale?”. Alla risposta affermativa di Gramazio (“certo che sì”) il capogruppo di Zingaretti continuava: “Glie dici alla tua rete di scrutatori de rispettamme?”. Inequivocabile la risposta dell’esponente Pdl: “Cento per centostai tranquillo, certo che sì… “. Michele proseguiva: “ma, ehmmm … tu che sei un uomo d’onore … perché veramente so che invece le voci non … e quindi insomma ecco, se tu me fai rispettare te ne sono grato”. E il futuro capogruppo di Forza Italia, eletto con oltre 18 mila voti, tornava ad assicurare: “Assolutamente sì“. Una conversazione ritenuta importante dagli inquirenti, al punto da rubricarla sotto il titolo “Emergenze investigative” nella richiesta inoltrata alla Procura: “Dal momento che Luca Gramazio si sposterà in continuazione tra i seggi elettorali per seguire l’esito delle consultazioni elettorali, ed allo scopo pertanto di monitorarlo nei suoi movimenti e negli incontri che effettuerà nel corso delle operazioni di scrutinio, si richiede l’emissione di un decreto di intercettazione in via d’urgenza”.
Il cursus honorum di Baldi è un monumento alla trasversalità politica. Così gli inquirenti lo descrivono nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 37 persone: “Eletto nel consiglio regionale del Lazio il 26/02/2013, ha militato prima in Alleanza Nazionale, poi in Forza Italia, fondando la civica “Movimento per Roma”. Approdato infine nel centrosinistra, primo nella lista che porta il nome di Zingaretti, eletto e capogruppo della stessa in consiglio regionale”. Nel frattempo si è anche presentato alle elezioni comunali nel 2008 con la lista “Per Roma Baldi sindaco” che conquistava lo 0,8% e alle Regionali del 2010 con la lista “Movimento per Roma e per il Lazio, presidente Baldi”. Una corsa segnata da un inconveniente: agli inizi di marzo circa 1.400 firme false, alcune anche corrispondenti a persone decedute, a sostegno della presentazione della lista elettorale collegata a Baldi vennero scoperte dalla Digos di Latina. Il capogruppo Pd compare anche in un altro capitolo dell’inchiesta su Mafia Capitale. Baldi viene tirato in ballo da Giovanni Quarzo, indagato per associazione mafiosa, che domanda a Fabrizio Testa se Baldi fosse in grado di “controllare” Cosimo Dinoi nel gruppo misto durante le manovre che portarono Quarzo a diventare presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Roma.
Ora la posizione di Gramazio junior si aggrava: accusato di associazione di tipo mafioso, corruzione aggravata e illecito finanziamento, il consigliere regionale di FI compare anche nel capitolo che riguarda i reati “in materia elettorale al fine di incidere sul risultato delle elezioni”. La memoria corre ad un fatto strano che accadde proprio nei giorni delle ultime Regionali, quando una nota urgente inviata dagli inquirenti al pm Paolo Ielo segnalava il pericolo che le schede regolarmente compilate dagli elettori venissero sostituite con altre evidentemente preconfezionate. Il 24 febbraio gli scrutatori del seggio 608 di Roma si accorsero che mancava uno scatolone con 550 schede  e chiesero che venissero sostituite.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/09/mafia-roma-luomo-zingaretti-gramazio-indagato-rispettami-alle-urne/1258136/

Alla luce degli ultimi avvenimenti sorge il sospetto che oltre a pilotare le elezioni politiche, pilotino anche le cadute di governo per sovvertirne i vertici.
Le loro menti sono più che diaboliche, quindi, tutto è possibile.

L'ALGA SPIRULINA -




2300% in più di Ferro degli spinaci
3900% in più di Betacarotene delle carote
300% in più di Calcio del latte intero
375% in più di Proteine del tofu.

La spirulina è un’alga verde-azzurra microscopica, unicellulare, a forma di spirale discendente dalla prima forma di vita del pianeta. E’ un’alga d’acqua dolce che cresce e si moltiplica spontaneamente in numerosi laghi d’acqua dolce nell’Africa centrale, attorno al lago Ciad, nei laghi Budù e Rombù e in Africa orientale lungo la Rift Valley, nei laghi kenioti di Nakuru ed Elementeita e in quelli etiopici di Aranguadi e Kiloti, in Messico nel lago Texcoco.
E’ importante sapere che il lago messicano Texcoco è molto inquinato, è quindi da evitare la spirulina proveniente da questo lago.

La spirulina è la miglior fonte di proteine vegetali, con un contenuto proteico pari al 65%, più elevato di qualsiasi altro alimento naturale. Si tratta inoltre di una proteina estremamente facile da digerire e da assimilare.
Le pareti delle cellule di quest’alga sono, infatti, formate da muco-proteine di facile digeribilità perché si dissolvono completamente nell’apparato digestivo.
La spirulina è completa perché possiede tutti gli amminoacidi essenziali (quelli che l’organismo non riesce a sintetizzare) in proporzione ottimale e 10 dei 12 amminoacidi non essenziali.

È ricca di fitoelementi di ogni tipo:
composti come la ficocianina, i polisaccaridi e i solfolipidi che rafforzano il sistema immunitario.
La spirulina ha proprietà antibiotiche, inibisce la crescita di batteri, lieviti e funghi.
Questo superalimento ha una concentrazione eccezionale di nutrienti funzionali quale non si è mai vista in nessun cibo, pianta, erba o cereale.
I solfolipidi della spirulina possono impedire che i virus attacchino o penetrino nelle cellule, evitando così che si sviluppino infezioni virali.
È stato dimostrato che la ficocianina e i polisaccaridi della spirulina aumentano la produzione di macrofagi, contribuiscono alla riproduzione del midollo spinale, rafforzano il sistema immunitario e la capacità di resistenza alle malattie.
È consigliata soprattutto in gravidanza e durante lunghe maratone, agli atleti e a coloro che praticano body building.


Le pareti della spirulina non contengono cellulosa, essendo composte di soffici mucopolisaccaridi.
Ciò la rende facilmente digeribile e assimilabile.
Queste caratteristiche sono particolarmente importanti per le persone che soffrono di problemi di assorbimento intestinale, specialmente per gli anziani che di solito hanno difficoltà a digerire le proteine complesse e devono quindi attenersi a diete severe.
La spirulina, stimolando la crescita di lactobacilli e la pulizia del colon, favorisce la depurazione dell’intero organismo al quale dona vitalità e salute.
Essa è efficace per coloro che sono colpiti da malattie legate alla denutrizione come il kwashiorkor, che danneggia la capacità di assorbimento intestinale.
La spirulina, facendo aumentare il Lactobacillus intestinale presente nell’organismo, rende più efficiente l’assorbimento della vitamina B1 e di altre assunte durante la dieta.
Somministrata ai bambini denutriti, risulta più efficace del latte liofilizzato, dal momento che l’acido lattico in esso contenuto può essere digerito con difficoltà.
I grassi contenuti nella spirulina sono pari solamente al 5%, molto meno di quasi tutte le altre fonti proteiche.
Dieci grammi apportano solo 36 calorie e il colesterolo è praticamente inesistente.

La spirulina è l’alimento più ricco di betacarotene, con una concentrazione dieci-quindici volte maggiore delle carote.
Questo è importante per il mantenimento delle mucose e dei pigmenti necessari per la vista, per la riduzione del colesterolo e riduce il rischio di cancro di tutti i tipi (del polmone, del colon, dell’apparato gastrointestinale, della mammella e della cervice).

Contiene tutte le vitamine del gruppo B.
Inoltre la spirulina è la maggiore fonte di vitamina B12.
Questa è necessaria per lo sviluppo dei globuli rossi, specialmente nel midollo osseo e nei nervi.
La spirulina è indicata perciò in casi di avitaminosi, anemia perniciosa e degenerazione nervosa.
La spirulina fornisce quantità significative di tiamina (essenziale per il funzionamento dei tessuti nervosi), di riboflavina (necessaria per la trasformazione dell’energia contenuta nei carboidrati e nelle proteine) e di niacina (importante per il mantenimento dei tessuti cellulari).
Le altre vitamine del complesso B, la B6, la biotina, l’acido pantotenico, l’acido folico, l’inositolo e la vitamina E, sono anch’esse presenti.

La spirulina è il miglior integratore di ferro, oltretutto facilmente assimilabile dall’organismo e in percentuale molto maggiore che nei cereali integrali, che sono comunque anch’essi buone fonti di ferro, che è importante soprattutto per le donne, i bambini e gli anziani.
Il ferro è essenziale per avere forti globuli rossi e garantire l’efficienza del sistema immunitario.
La spirulina è un concentrato di calcio, presente in quantità molto superiori al latte. Il calcio è importante per le ossa e la trasmissione di impulsi nervosi ai muscoli.
Carenze di questo minerale possono portare all’osteoporosi, specialmente nelle donne anziane.
La spirulina è uno degli alimenti con una maggiore concentrazione di magnesio. Il magnesio facilita l’assorbimento del calcio e aiuta a regolare la pressione sanguigna.
Essa può anche abbassare la pressione arteriosa.


La spirulina contiene poco iodio e sodio e non arreca così disturbi a chi segue diete iposodiche.
Gli uomini hanno bisogno di minerali essenziali per il funzionamento dei sistemi enzimatici.
La spirulina fornisce moltissimi oligoelementi tra i quali manganese, cromo, rame, zinco ed il selenio, che è un potentissimo anti-ossidante.

Inoltre la spirulina contiene un tipo di zucchero, il ramnosio, che facilita il metabolismo del glucosio, con effetti particolarmente benefici per i malati di diabete.
E’ anche uno dei vegetali più ricchi di acidi grassi insaturi, importantissimi nella cura dell’arteriosclerosi.
La spirulina contiene, infatti, dal 4 al 7% di lipidi, ossia di grassi, e la maggior parte di essi sono acidi grassi essenziali.
Dieci grammi ne contengono 225 mg sotto forma di acido linoleico o gammalinoleico (GLA).
Il GLA è il precursore delle prostaglandine, gli ormoni principali che regolano diverse funzioni organiche.
Gli acidi grassi essenziali (EFA) favoriscono inoltre la normalizzazione del colesterolo, la riproduzione cellulare.
Il GLA si rivela utile in caso di infiammazioni, artrite, disturbi cardiaci, obesità, carenza di zinco, problemi alla prostata, dermatosi varie, alcolismo, sindrome maniaco-depressiva, schizofrenia, morbo di Alzaimer, morbo di Parkinson, sclerosi a placche.

La spirulina contiene fitonutrienti (utili nella prevenzione delle malattie degenerative) tra i quali diversi pigmenti (che aiutano a sintetizzare molti enzimi necessari a regolare il metabolismo e hanno un effetto immunostimolante), i carotenoidi (antiossidanti) e la clorofilla (purificante e disintossicante, ottima contro l’anemia).
Favorisce il rimarginarsi delle ferite ed il metabolismo della pelle. La spirulina è molto efficace per la cura degli effetti collaterali a carico dei reni indotti dai farmaci. Essa inoltre fornisce energia senza affaticare il pancreas o causare ipoglicemia, ha un effetto perciò anche antidiabetico.

La spirulina è utile in caso di intossicazione da metalli pesanti, in tutte le forme di immunodeficienza, ossia in tutte le malattie causate da farmaci, vaccini, pesticidi, erbicidi, radioattività e tossine.
La spirulina contiene un certo numero di enzimi, tra cui il superossido dismutasi (SOD), importante per smaltire i radicali liberi e combattere l’invecchiamento.
La spirulina riduce i livelli di radioattività nelle persone che sono state sottoposte a radiazioni di varia natura stimolando l’eliminazione di radionuclidi dall’organismo, favorendo la normalizzazione della capacità di adattamento dell’organismo e riducendo le reazioni indotte da tali radiazioni.

Con la spirulina si sono potuti guarire e salvare moltissimi bambini di Cernobyl in quanto si è potuto abbassare e anche annullare l’elevato tasso di radioattività che avevano nei loro corpi dopo essersi sottoposti ad una cura di alcuni mesi con questa “miracolosa” alga.


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Mafia Capitale, il fasciomafioso Carminati “riemerso” anche grazie a tre indulti. - Diego Pretini

Mafia Capitale, il fasciomafioso Carminati “riemerso” anche grazie a tre indulti

La prima condanna definitiva per l'ex Nar è arrivata nel 1987 per una rapina a una banca in zona Eur nel 1979. L'ultima nel 2010 per un colpo alla filiale della Banca di Roma all'interno del Palazzo di Giustizia di Roma, nel 1999. Ma ad aiutarlo sono stati gli sconti di pena che i giudici hanno applicati dopo i provvedimenti dei governi e del Parlamento nel 1986, nel 1990 e nel 2006.

Massimo Carminatier cecato. I giornali hanno raccontato tutto di lui in questa settimana. Terrorista, eversore, neofascista abile con gli esplosivi e criminale comune in cerca del colpo grosso.Valerio Fioravanti – autore della strage di Bologna – lo definisce uno che non “vuole porsi limiti nella sua vita spericolata: pronto a sequestrare, uccidere, rapinare, partecipare a giri di droga, scommesse, usura”. Link da trent’anni tra gli ambienti neofascisti e la mafia romana. Una storia nient’affatto consegnata alla storia. C’è la maxi rapina alla Banca di Roma del 1999, per esempio. E poi ancora e ancora. “Il nome del Cecato – scriveva due anni fa esatti Lirio Abbate sull’Espresso – viene sussurrato con paura in tutta l’area all’interno del grande raccordo anulare, dove lui continua a essere ritenuto arbitro di vita e morte, di traffici sulla strada e accordi negli attici dei Parioli. L’unica autorità in grado di guardare dall’alto quello che accade nella capitale”. Eppure,Massimo Carminati, il fascio-mafioso, senza un occhio non per caso, era ancora a piede libero, capace non solo di tornare “nel suo mondo” (di mezzo), ma anche di “infettare” le amministrazioni pubbliche. C’entrano anche – di nuovo – le scelte della politica. Carminati per 7 volte ha infatti potuto godere di indulti. Tre provvedimenti – nel 1986, nel 1990 e nel 2006 – che hanno tagliato uno dopo l’altro le pene che in oltre trent’anni di carriera l’ex Nar ha accumulato. E in alcuni casi si tratta di una miscela positiva – per Carminati – che incrocia le decisioni dei giudici, soprattutto i magistrati di sorveglianza che riconoscono, come prevede il codice e la legge, l’affidamento in prova e quando questo va bene anche l’estinzione della pena.
Il primo indulto di cui gode Carminati è quello del 16 dicembre 1986. Il presidente del Consiglio è Bettino Craxi, il suo vice è Arnaldo Forlani, il suo sottosegretario a Palazzo Chigi è Giuliano Amato, il ministro degli Esteri Giulio Andreotti, il guardasigilli Virginio Rognoni. Viene scarcerato il 22% della popolazione in carcere: oltre 9700 su 43500 circa. Tra chi beneficia del provvedimento è anche Carminati. Lo sconto si applica ai 3 anni e mezzo che la Cassazione gli ha inflitto per 9 capi d’imputazione: tra questi la rapina, il porto illegale di armi, la ricettazione, le lesioni personali. Si tratta di fatti del 1979 e del 1980. In un caso, il 27 novembre 1979, Carminati, insieme ad alcuni del Nar e di Avanguardia Nazionale (tra questi c’era anche Fioravanti), rapinò la filiale della Chase Manhattan Bank all’Eur. Rubano “assegni turistici”. Una parte della refurtiva finirà nelle mani del boss della Banda della Magliana, Franco Giuseppucci. Il dispositivo della sentenza definitiva (dell’aprile 1987) parla appunto di 3 anni e mezzo di reclusione. Ma su questa pena interviene l’indulto del 1986 che condona anche tutte le pene accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici. Finisse qui. Su questa condanna interviene anche un altro indulto, firmato – come il precedente – dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Il capo del governo è Giulio Andreotti, il suo vice Claudio Martelli, il ministro della Giustizia Giuliano Vassalli. Alla fine per questi 9 reati sarà disposta la riduzione della pena per liberazione anticipata nel 1992. Come prevede la legge sull’ordinamento penitenziario “al condannato a pena detentiva che ha dato prova di partecipazione all’opera di rieducazione” viene riconosciuto uno sconto di 45 giorni ogni 6 mesi di pena scontata. E quindi gli tolgono altri 7 mesi e rotti.
L’indulto del 1990 falcia anche un’altra sentenza della Cassazione, pronunciata nel 1991. I capi d’imputazione sono 4 e sempre gli stessi: rapina, detenzione illegale di armi e munizioni, porto illegale di armi. Il dispositivo è di un anno, 6 mesi e 20 giorni. Gli viene condonata l’intera pena della reclusione e tutte le pene accessorie. La data non è banale: 30 luglio 1980, due giorni prima che la stazione di Bologna saltasse per aria. La cancellazione totale della pena avviene anche per una sentenza della corte d’appello di Milano del 1988, 8 mesi per ricettazione, la data della commissione del reato è 20 aprile 1981. E’ il giorno in cui Carminati perde l’occhio: sta fuggendo verso la Svizzera insieme ad altri due avanguardisti. Al valico del Gaggiolo (in provincia di Varese) li aspetta la polizia che apre il fuoco. I due avanguardisti ne escono senza un graffio, Carminati ci lascia l’occhio. Finisce dentro, viene operato più volte, montano le polemiche perché i tre erano disarmati, i missini e i radicali chiedono la scarcerazione. Verrà liberato, ma dura poco perché viene coinvolto nelle indagini sulla Banda della Magliana. Pena finale 6 anni (è il 2000) poi per l’accumulo delle condanne diventeranno 11 e 9 mesi che in parte ha già scontato. Il magistrato di sorveglianza nel 2006 disporrà anche la revoca della libertà vigilata.
Infine il grande ritorno con il colpo al caveau della Banca di Roma: finirà con una condanna, pure quella indultata. La rapina è alla filiale interna al palazzo di Giustizia, a piazzale Clodio. E’ l’estate del 1999: Carminati è ritenuto la mente di tutta l’operazione, coordina 23 persone anche all’interno dell’edificio. Rubano 50 miliardi di lire, gioielli, decine di cassette di sicurezza. L’obiettivo, secondo chi indagherà, era raccogliere documenti riservati sui magistrati. La sentenza della Cassazione (21 aprile 2010) fissa la pena a 4 anni. Già nel maggio il procuratore generale di Perugia dispone la sospensione dell’esecuzione della pena. Poi arriva anche l’indulto, il terzo. E’ quello del 2006, al governo da pochi mesi c’è l’Unione e a Palazzo Chigi Romano Prodi, il ministro della Giustizia è Clemente Mastella, ma vota sì tre quarti del Parlamento: contrari solo Idv, Lega e An, si astengono i Comunisti Italiani. Il risultato è che tre mesi dopo – a luglio – Carminati ottiene l’affidamento in prova. A gennaio la pena è estinta. Gli restano – dopo i nuovi ricalcoli – un anno da scontare e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ma è evidente che per fare soldi, nei “pubblici uffici” non aveva bisogno di entrarci.

Mafia capitale, «Alemanno in Argentina con borse di soldi»: le ipotesi dei pm. La replica: «E' falso». - Valentina Errante





ROMA - Quattro viaggi, con le valigie piene di soldi. Destinazione Buenos Aires, passando dalla saletta vip. Almeno secondo le intercettazioni agli atti dell’inchiesta sul ”Mondo di mezzo".
Le indagini sulla possibile esportazione di valuta da parte dell’ex sindaco Gianni Alemanno, sono in corso. È sui soldi che si concentra l’attività di controllo del procuratore aggiunto Michele Prestipino, dei pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli e sul contante che i colletti bianchi della holding criminale avrebbero portato a Lugano.

L’ARGENTINA
È il 13 gennaio scorso quando Luca Odevaine, componente del tavolo per i rifugiati, parla con il suo collaboratore Mario Schina e Sandro Coltellacci, responsabile di una coop: «Per soldi se sò scannati, ma sai che Alemanno si è portato via...ha fatto quattro viaggi..lui e il figlio con le valigie piene di soldi in Argentina..se sò portati con le valigie piene de contanti, ma te sembra normale che un sindaco..».
Coltellacci risponde: «L’ho saputo». La conversazione continua poco dopo: «Me l’hanno detto questi della Polaria», dice Odevaine e Schina chiede: «Nessuno l’ha controllato?» E Odevaine: «No, è passato al varco riservato..ah un attore per me». Schina aggiunge: «Pensavo che i soldi se li prendesse tutti lui, sembrava che il sindaco non toccasse, invece l’ha toccati però che il sindaco..due..tre Panzironi 10 penso che gli equilibri erano quelli». Finora il Ros ha verificato un solo viaggio di Alemanno in Argentina, avvenuto in occasione di un Capodanno di qualche anno fa. Gli accertamenti, però, sono ancora in corso. La conversazione del 13 gennaio rivela agli inquirenti anche altri elementi: «A un certo punto deve essere successo qualche casino - dice Odevaine - perché ad Alemanno gli hanno fatto uno strano furto in casa, cercavano qualche pezzo di carta..credo che hanno litigato perché Alemanno ha pensato che ce li ha mandati questo».

LA PISTA SVIZZERA
Gli investigatori lo seguono fino a Lugano. Stefano Bravo, indagato per riciclaggio, è considerato lo “spallone” che portava i soldi in Svizzera per l’organizzazione. Non vuole lasciare tracce, preferisce passare da Milano «prendi una macchina, un treno che è pure più comodo...con tua moglie per evitare lo Sdi (servizio informatico interforze ndr)». I soldi finivano in una fiduciaria. Scrive il Ros: «Il 10 aprile, il dottor Bravo si recava a Milano per poi proseguire per la città di Lugano al fine di recarsi presso uno stabile, sede di diverse società e fiduciarie la cui natura e oggetto sociale sono allo stato in fase di accertamento».

Ma c’è anche un affare che, attraverso le società estere, Bravo avrebbe dovuto concludere per conto di Odevaine. Scrive il Ros dopo avere ascoltato le conversazioni intercettate: «La finalità del viaggio in Svizzera era da ricondurre a un’operazione di compravendita immobiliare da perfezionarsi con una società panamense». Odevaine aveva detto: «La società si chiama Rosdolf ed è di Panama, ma non posso vendere direttamente». La causa, aggiunge il Ros, è «la vigente legislazione venezuelana». «C’abbiamo la ”Oliveto” venezuelana, che però la casa madre è Costa Rica, invece lei ha una società anche venezuelana, penso possa essere utile». Responsabile legale della società è Maribel Avila Echenique, collaboratrice di Odevaine nella Fondazione Integrazione/azione, segna il Ros. Intanto Bravo interessava anche un procacciatore d’affari per trovare nuovi investimenti per conto di Odevaine: «Lui sta in Honduras a me interessa invece se lui va in Costa Rica, dove operiamo noi con L’Oliveto..ci apre i mercati in Panama e Nicaragua» dice Bravo.

LA REPLICA
La replica di Alemanno è tempestiva: «Si tratta di una millanteria totalmente infondata. Non ho portato mai soldi all’estero tantomeno in Argentina. Io sono l'unico sindaco di Roma che al termine del suo mandato è più povero di quando ha cominciato perché ho dovuto vendere una casa e aprire un mutuo per pagare i debiti della campagna elettorale. Per quanto riguarda il viaggio in Argentina ci sono stato per pochi giorni con la mia famiglia e un folto gruppo di amici, a Capodanno 2011-2012 per andare a vedere i ghiacciai della Patagonia».


http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/mafia_capitale_pd_ozzimo_coratti_patane_roma/notizie/1055157.shtml

Il delitto del piccolo Loris Stival La madre fermata per omicidio. - Alberto Samonà



Svolta nelle indagini per l’omicidio del bimbo di otto anni. Il provvedimento contro la Panarello dopo circa sei ore di interrogatorio in procura. Il marito: “Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso. Non ci posso credere”.

La svolta era attesa da giorni e ieri è arrivata puntuale.Veronica Panarello, 25 anni, è stata fermata stanotte con l’accusa dell’omicidio del figlio Loris, assassinato la mattina di sabato 29 novembre a Santa Croce Camerina.
Il provvedimento di fermo è arrivato dopo circa sei ore di interrogatorio in procura a Ragusa, al quale la donna è stata sottoposta dal capo dell’ufficio giudiziario Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota. Non avrebbe confessato, ma il provvedimento di fermo è stato emesso comunque sulla base degli elementi raccolti in questa settimana da chi indaga sul delitto.
Carabinieri e polizia erano entrati oggi pomeriggio a casa Stival, in via Garibaldi, a Santa Croce Camerina e dopo qualche minuto Veronica Panarello e il marito Davide Stival sono stati fatti entrare in un’auto civetta della polizia e portati via. La donna, avvolta in un cappuccio nero, è stata accompagnata in procura a Ragusa, dove è arrivata alle 17.48 e, sempre insieme al marito, è stata fatta entrare da un ingresso posteriore.
Ad indurre i magistrati a interrogarla ancora una volta ci sono gli esiti degli esami in laboratorio sui frammenti organici trovati sotto le unghie del piccolo Loris, da cui emergerebbe che il bambino prima di essere stato legato e strangolato con le fascette di  plastica, avrebbe tentato di difendersi.
La versione della Panarello in merito a orari e spostamenti, non ha retto alle verifiche delle forze dell’ordine e i magistrati l’hanno interrogata per chiarire tutti i punti oscuri e contraddittori del suo racconto su quella mattina di sabato 29, quando il piccolo Loris è stato assassinato e gettato in un canale di cemento a tre chilometri dal paeseÈ stato, infatti, completato l’esame sia delle immagini di tutte le telecamere presenti lungo il tragitto che la donna sostiene di aver compiuto sabato, sia dei tabulati telefonici del suo cellulare. Elementi sui quali i magistrati hanno insistito, alla luce del fatto che il racconto della Panarello è apparso in antitesi con le prove raccolte in questi giorni.
In serata, parlando con gli inquirenti, il marito di Veronica ha dichiarato: “Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso, non ci posso credere…”. Alle 23,30 in procura è arrivato il suo legale, l’avvocato Francesco Bellardita.
Nel pomeriggio, qualche minuto prima di allontanarsi con Veronica e il marito, in casa Stival erano entrati il capo della squadra mobile di Ragusa, Nino Ciavola, insieme al comandante del Reparto investigativo dell’Arma di Ragusa,  Domenico Spadaro. Per oltre un’ora carabinieri e polizia hanno letteralmente preso d’assedio l’area in cui si trova la casa della famiglia del piccolo Loris e hanno anche realizzato un cordone, per tenere lontani i giornalisti e gli operatori che si affollavano in zona fin dal mattino. Dopo qualche minuto, gli agenti sono usciti con la donna e il marito e sono partiti con diverse vetture alla volta di Ragusa.
Il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, anche adesso continua a ripetere che la donna non è indagata: “Per quanto mi riguarda, non c’è nulla di nuovo, non cambia nulla”.
E intanto, arrivano i primi commenti dei vicini di casa della coppia: “E’ una cosa inattesa che speriamo si chiarisca presto, lei è sempre stata una mamma perfetta: affettuosa e attenta”. Cosi’ dei vicini di casa commentano la presenza di polizia e carabinieri che hanno prelevato la mamma di Loris Stival. “E’ un doppio dramma per il bambino e anche per lei, noi siamo convinti che lei non c’entri alcunché”.
Per tutta la mattina di oggi un elicottero della polizia ha sorvolato per diverso tempo il perimetro del paese, mentre il vescovo di Ragusa, monsignor Paolo Urso, deponendo una corona di fiori per l’Immacolata, ha detto di pregare per Loris, affidandolo alla Vergine: “Preghiamo per un bambino, di nome Loris, e lo affidiamo alla Vergine, perché la Madre tenerissima lo possa accogliere nella serenità e la gioia del cielo”.
E fanno discutere le parole scritte dalla zia Antonella Stival poche ore fa sul proprio profilo Facebook: “Bastardi costituitevi”, aveva scritto la donna rivolgendosi al plurale.
Una frase non sfuggita ai giornalisti. E da qualche ora la donna ha chiuso il proprio profilo, motivando la decisione in questo modo: “Per ciò che riguarda i miei pensieri scritti sul mio diario, non fanno riferimento alla mia diretta conoscenza delle cose, ma solo ad un frutto dei miei pensieri addolorati da questa tragedia che ha colpito la mia famiglia ed al desiderio di giustizia, come credo l’abbia qualsiasi essere umano che si sente parte lesa”.
“Il giornalismo “spazzatura” – ha aggiunto – non fa altro che mal interpretare la nostra rabbia ed il nostro dolore, cercando a tutti i costi di infangare la nostra famiglia e metterci l’uno contro l’altro. Da questo momento in poi, come ho chiuso il telefono di casa ed il mio cellulare agli sciacalli mediatici, chiuderò questo mio profilo FB e mi adopererò alla dovute denunce legali per stalking e distorsione delle cose scritte o narrate.  Avete fatto del sano diritto d’informazione, una macchina di bugie e di diffamazione. Vergognatevi!!!”.
Emergono, intanto, particolari su un altro “post” che Antonella Stival aveva pubblicato ieri sulla propria bacheca Facebook. Adoperando un gioco di parole aveva scritto, riferendosi evidentemente ai fatti di questi giorni, “InFausto pensiero“, alludendo a un nome proprio maschile. A quanto pare, la persona in questione sarebbe tale Fausto M. parente della coppia, il quale oggi si è detto totalmente estraneo ai fatti, nonostante in questi giorni sia stato sentito dalle forze dell’ordine. In passato, l’uomo sarebbe stato collega di Veronica presso la stessa struttura, il “Donnafugata resort”.

Ha collaborato Francesco Ragusa

lunedì 8 dicembre 2014

Noi, il debito, lo stiamo pagando. - Rita Pani


Tempo fa girava su Internet una barzelletta carina, che pressappoco recitava: "Noi il debito non lo paghiamo". 
Esilarante. 
C'erano anche le immagini a far da corollario, con i giovani studenti incazzati e gli ultimi esemplari di operai, ormai estinti e trasformati in schiavi.
Sì, fa ridere sempre quella barzelletta, un po' come quell'altra che s'intitolava "Costituzione".
C'era un fine umorismo nella storiella che noi non avremo pagato il debito, perché per debito s'intendeva "la crisi economica", la più grande burla dell'ultimo millennio. 
C'era della perversione nell'accanimento col quale si diceva che mai avremmo pagato, perché a pagare siamo sempre noi.
La questione della mafia capitolina è l'esempio più eclatante di cosa sia realmente la crisi economica, ma sarebbe stupido non ammettere che non è solo Roma a funzionar così, ma tutta questa splendida landa desolata e violentata che è la nostra povera Italia.
Reggio Calabria, comune nel quale vivo da un paio d'anni (per disgrazia o per fortuna, ancora non so) è un altro esempio di bufala stratosferica. 
C'è la fame più nera, ma non è crisi economica. Sono anni e anni di ruberie mafiose, che hanno creato la voragine di bilancio, svuotato le casse del comune (a volte anche le stanze del comune). 
Il governo della città fu commissariato, l'ex sindaco già condannato in primo grado … e indovinate un po' chi sta pagando? Noi. 500 e rotti euro di tassa sulla spazzatura, che cambia nome ogni sei mesi e non sai più cosa stai pagando, quanto e come. Per inciso, la spazzatura resta ancora accumulata sulla strada, spesso – immagino – per essere usata come arma di ricatto verso il nuovo giovanissimo sindaco.
Noi lo paghiamo il debito, eccome se lo paghiamo!
Le spese straordinarie per la ricostruzione de L'Aquila, per esempio? Ricordate? "Troveremo i soldi per ridare ad ogni cittadino la casa che ha perso." E non fa più ridere la barzelletta, perché noi tutti pagammo e stiamo ancora pagando per le case di cartone che crollano, e per i soldi che i ladri si son rubati.
Lo paghiamo con la nostra vita, ogni giorno, perché per rimpinguare le casse svuotate dai banditi a libro paga delle mafie, continueranno oggi e domani a succhiare il nostro sangue.
Quante cose scontate, ho scritto. Quante banalità … e già temo il commentatore illuminato che mi parlerà di movimenti e gente onesta. 
E già mi rivedo intenta a spiegare per l'ennesima volta che prima di cambiare le regole, bisognerebbe cambiare chi le regole le scrive, e di certo non si può fare "andando a votare" secondo una legge scritta dalla mafia criminale che ci ha governato, e tanto meno si può accettare di andare a votare con una legge scritta da questi nuovi burattini inanimati, che prima o poi sostituiranno la Gazzetta Ufficiale con Twitter, dove ogni articolo di legge avrà valore se accompagnato da un "selfie".
Magari mi verrebbe anche di scrivere che bisognerebbe tornare in montagna, ma ho paura. Se leggessi "E ma cazzo quest'inverno non c'è manco neve", temo non reggerei.
Però sì … bisognerebbe tornare in montagna.

Rita Pani (APOLIDE)