domenica 3 marzo 2019

Vitalizi ad ex deputati Ars, ecco i nomi e gli importi. - Giacinto Pipitone (2-febb.-2015)

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PALERMO. Ecco la lista degli ex deputati dell'Ars che godono di vitalizio, ognuno con i rispettivi importa. Una spesa che alla Regione costa 1,5 milioni di euro al mese.


Accardo Michele 3108,58
Aiello Francesco 6838,88
Alaimo Bernardo 6838,88
Amata Francesco 4973,73
Arnone Mario 3108,58
Aulicino Armando 4973,73
Barba Alfonso 4973,73
Barbera Giovanni 3108,58
Basile Giuseppe 6838,88
Basso Francesco 3108,58
Battaglia Giovanni 4973,73
Battaglia Maria Letizia 3108,58
Bellafiore Vito 3108,58
Bisignano Franco Antonio 3108,58
Bono Nicola 4227,67
Bosco Camillo 8704,02
Bosco Mario 3108,58
Brancati Benedetto 4973,73
Burgaretta Aparo Sebastiano 6838,88
Calanna Nunzio 3108,58
Caltagirone Salvatore 3108,58
Campione Giuseppe 6838,88
Cantone Biagio 3108,58
Capitummino Angelo 8704,02
Carullo Antonio 3108,58
Catania Franco 4973,73
Cavallaro Mario 3108,58
Chessari Giorgio 8704,02
Cipolla Nicolò Rosario 6838,88
Coco Mariano 3108,58
Coco Vincenzo 3108,58
Colajanni Luigi Alberto 1865,15
Colombo Luigi 4973,73
Confalone Giancarlo 4725,04
Corallo Salvatore 8704,02
Costa Vincenzo 6838,88
Crisafulli Vladimiro 6838,88
Cristaldi Nicolò 8704,02
Culicchia Vincenzino 7957,96
D’Acquisto Mario 9077,05
D’Agostino Giuseppe 3108,58
D’Antoni Sergio Antonio 3108,58
D’Urso Somma Giuseppe 3108,58
Damagio Saverio Emanuele 3108,58
Damigella Patrizio 4973,73
Davoli Giovanbattista 3108,58
Di Bennardo Emanuele 3108,58
Di Stefano Giuseppe 3108,58
Drago Giuseppe 4973,73
Errore Angelo 6838,88
Fasino Mario 10880,03
Ferrara Arturo 6838,88
Ferrari Liborio 3108,58
Ficarra Anna Maria 3108,58
Firrarello Giuseppe 4973,73
Fleres Salvatore 8704,02
Foti Vincenzo 4973,73
Franco Giuseppe 3108,58
Galasso Alfredo 3108,58
Galletti Giuseppe 6838,88
Gentile Raffaele 4973,73
Gentile Rosalia Teresa 4973,73
Germanà Antonino (di An.) 3108,58
Giacalone Vito 4973,73
Giambrone Vincenzo 3108,58
Giannone Giuseppe 3108,58
Giannopolo Domenico 4973,73
Giubilato Salvatore 4973,73
Giuliana Francesco G. 6838,88
Giuliano Gaetano Carlo 4973,73
Gorgone Francesco Paolo 6465,85
Granata Benedetto 6838,88
Grillo Morassutti Salvatore 7211,91
Grillo Salvatore 8704,02
Grimaldi Ugo Maria 3108,58
Guarnera Vincenzo 4973,73
Gulino Luigi 4973,73
Gurrieri Alfredo 3108,58
Gurrieri Sebastiano 3108,58
Iocolano Paolo 8704,02
La Corte Gioacchino 3108,58
La Grua Saverio 3108,58
La Placa Vittorino 3108,58
La Porta Francesco 4973,73
La Russa Angelo 7211,91
Laudani Adriana 6838,88
Lauricella Giuseppe 3108,58
Leanza Salvatore 6838,88
Leone Vincenzo 4973,73
Libertini Mario 3108,58
Liotta Santo 4973,73
Lo Certo Sebastiano 3108,58
Lo Curzio Giuseppe 8704,02
Lo Giudice Calogero 7957,96
Lo Giudice Vincenzo 4973,73
Lo Porto Guido 4725,04
Lo Turco Salvatore 3108,58
Lombardo Antonino 6838,88
Lombardo Raffaele 4973,73
Lombardo Salvatore 4973,73
Macaluso Emanuele 6092,82
Magro Francesco 4973,73
Mancuso Giuseppe 3108,58
Mannino Calogero 4973,73
Mannino Pasqualino 3108,58
Manzullo Giovanni 6838,88
Marchione Serafino 3108,58
Marconi Marina 3108,58
Marino Giovanni 6838,88
Martino Federico 3108,58
Martino Francesco 8704,02
Martorana Federico 3108,58
Mazzaglia Mario 10258,31
Mercadante Giovanni 3108,58
Messina Antonino 6838,88
Mezzapelle Paolo 3108,58
Morinello Salvatore 4973,73
Moschetto Angelo 3108,58
Motta Carmelo 4973,73
Mulè Sergio 4973,73
Natoli Salvatore 9636,60
Nicolosi Nicolò 6838,88
Ordile Luciano 9636,60
Ortisi Egidio 6838,88
Paffumi Angelo 3108,58
Palazzo Renato 3108,58
Palillo Giovanni 4973,73
Parisi Francesco 8890,54
Parisi Giovanni 6838,88
Paternò Di Roccaromana A. 3108,58
Pellegrino Bartolomeo 6838,88
Petrotta Giovanni 3108,58
Pezzino Giovanni 3108,58
Pezzino Vincenzo 3108,58
Piccione Nicolò 4973,73
Piccione Paolo 6838,88
Pignataro Giuseppe 3108,58
Piro Francesco 6838,88
Pizzo Pietro 5346,76
Placenti Salvatore 8704,02
Plumari Salvatore 8704,02
Prestipino Giarritta G.pe 4973,73
Provenzano Giuseppe 3108,58
Pullara Leopoldo 4973,73
Purpura Sebastiano 4973,73
Ragusa Giuseppe 3108,58
Ricevuto Giovanni 3108,58
Ricotta Michele 3108,58
Risicato Elio 4973,73
Rosano Angelo 4973,73
Rosso Sebastiano 3108,58
Rubino Raffaello 4973,73
Russo Michele 9636,60
Saladino Gaspare 4973,73
Sanzarello Sebastiano 4973,73
Saraceno Carmelo 3108,58
Sbona Sebastiano 3108,58
Scalici Antonino 4973,73
Segreto Giuseppe 3108,58
Seminara Antonio 3108,58
Silvestro Gioacchino 4973,73
Sottosanti Fulvio S.re 3108,58
Spagna Fausto 4973,73
Speranza Bartolo 3108,58
Spoto Puleo Sebastiano 3854,64
Stancanelli Raffaele 6838,88
Sudano Domenico 4973,73
Susinni Biagio 4227,67
Toscano Giuseppe 3108,58
Trimarchi Giovanni 3108,58
Trincanato Gaetano 10258,31
Tringali Paolo 3108,58
Tumino Carmelo 4725,04
Tusa Antonio 4973,73
Valastro Sebastiano 4973,73
Villari Giovanni 5719,79
Virlinzi Gaetano 3108,58
Vizzini Gioacchino 6838,88
Zago Salvatore 8704,02
Zizzo Pietro 3108,58
Le pensioni degli ex deputati regionali (sistema misto retributivo-contributivo, cifra lorda mensile, dati giugno 2014).
Adamo Giulia 4478,78
Ammatuna Roberto 4592,01
Apprendi Giuseppe 4527,20
Bufardeci Giambattista 4831,53
Cristaudo Giovanni 6526,89
Di Guardo Antonino 4669,33
Ferrara Massimo 2842,94
Limoli Giuseppe 4536,24
Maira Raimondo 4049,18
Musotto Francesco 4792,55
Scammacca Della Bruca Guglielmo 4869,72
Speziale Calogero 8870,29

Vitalizi a ex deputati Ars e familiari Costano 1,5 milioni di euro al mese. (2-febb.-2015)

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Una spesa di c irca 18 milioni di euro l'anno. Si tratta di 195 onorevoli, 119 familiari, tra cui vedove e figli.

PALERMO. In Sicilia per pagare i vitalizi degli ex deputati regionali l'Assemblea sborsa ogni mese un milione e mezzo di euro, pari a oltre 18 milioni all'anno. L'assegno viene erogato a 314 tra ex parlamentari e loro familiari. Si tratta dei politici che hanno maturato il diritto al vitalizio prima dell'entrata in vigore delle modifiche al regolamento sul trattamento economico approvato dal Consiglio di Presidenza dell'Ars nel febbraio del 2012. Il vitalizio infatti è stato abolito dal primo gennaio del 2012.
Gli onorevoli che percepiscono il vitalizio sono in totale 195l'assegno di reversibilità, a seguito della morte dell'ex parlamentare, invece viene incassato da 119 familiari, tra cui 7 figli di ex deputati che continuano a ricevere il vitalizio del genitore in quanto rientrano tra le cosiddette categorie protette previste per legge. Per la prima volta, l'elenco dei beneficiari del vitalizio, comprese gli assegni di reversibilità e aggiornato al primo gennaio del 2015, sono stati pubblicati nel sito dell'Assemblea regionale siciliana. L'Ars pubblica i nomi dei beneficiari, il numero di legislature fatte e la spesa complessiva mensile, mentre non viene evidenziato l'importo assegnato a ogni singolo ex deputato. Gli assegni, tuttavia, vanno da 3mila a 10mila euro al mese.
 Gli ex parlamentari che percepiscono l'assegno calcolato col retributivo sono 180 per una spesa mensile di 902,3 mila euro al mese; l'assegno vitalizio di reversibilità viene erogato a 117 familiari (tra cui 7 figli) per un totale di 522,25 mila euro al mese; 15 ex deputati ricevono invece pensioni dirette erogate col sistema 'pro-ratà, un mix tra retributivo e contributivo: si tratta degli ultimi «pensionati», ex deputati che hanno ricoperto la carica tra la XII e l'attuale XVI legislatura (l'ultimo pensionato è Pippo Gianni che ha lasciato l'Ars lo scorso ottobre dopo la ripetizione del voto delle regionali nelle sole sezioni di Pachino e Rosolini).

In 200mila a Milano contro il razzismo.



Ennesima manifastazione-supercazzola costruita ad hoc da chi sull'argomento ci marcia. Per placare il razzismo serve un'educazione non una manifestazione che esalti il problema mettendolo in evidenza e creando fazioni che nulla hanno a che fare con la risoluzione dello stesso. Siamo alle solite: si fanno manifestazioni NON per risolvere i problemi, ma per mettere in difficoltà, agli occhi di chi vede, la parte avversaria. Tutto per un tornaconto personale; Peccato che ci sia, purtroppo, chi ci casca e partecipa a queste meschinate costruite ad arte da chi, avendo il carbone bagnato, inscena "colorate ed eclatanti" manifestazioni usando i partecipanti come oggetti da mostrare. Partecipanti che ignari di essere usati, manifestano in favore dei loro aguzzini e contro chi non vuole che vengano bistrattati nei famigerati "centri di accoglienza" e sfruttati nel lavoro dai caporali. Siamo alla frutta. Cetta.

Giustizia interpretativa.


Se vi capita, incidentalmente, di uccidere qualcuno - meglio se di sesso femminile - dite di essere stati preda di una "tempesta emotiva", vi dimezzerà la pena alla quale avrebbero dovuto condannarvi. 

Lo so, mi direte che, per logica, la "tempesta emotiva" dovrebbe rappresentare un aggravante della pena, ma vi faccio notare che è sempre un rapporto matematico: un - invece di un +; 


piuttosto, è d'uopo l'applauso all'avvocato che ha difeso il "per metà-assassino" e che è riuscito ad intontire, con le sue supercazzole, i magistrati giudicanti.


Da encomio entrambi: avvocato e magistrati giudicanti.
La giustizia, intanto, è andata, per l'ennesima volta, a farsi benedire!


bycetta

Prima querela dagli Usa contro i fratelli Conticini, l'inchiesta sui 6,6 milioni per l'Africa può ripartire. - Gerardo Adinolfi

Prima querela dagli Usa contro i fratelli Conticini, l'inchiesta sui 6,6 milioni per l'Africa può ripartire

A presentarla la no-profit Operation Usa. I fratelli, tra cui il cognato dell'ex premier Matteo Renzi, sono accusati dalla procura di aver usato per fini personali parte dei fondi versati dalle organizzazioni benefiche. L'indagine, dopo la modifica delle norme sull'appropriazione indebita, era ferma per l'assenza di formali denunce dalle parti lese.

L'inchiesta sugli oltre 6,6 milioni di dollari destinati all'assistenza di bambini africani ma che secondo le accuse sarebbero transitati sui conti privati di Alessandro Conticini, fratello maggiore di uno dei cognati dell'ex premier Matteo Renzi, non corre più il rischio di naufragare dopo la modifica della legge sulla procedibilità dell'appropriazione indebita introdotta dal governo Gentiloni. Negli scorsi giorni, infatti, è arrivata una prima querela, presentata della Operation Usa di Los Angeles, organizzazione no profit tramite cui opera la Fondazione Pulitzer, che permette così ai pm della procura di Firenze Luca Turco e Giuseppina Mione di andare avanti nelle indagini, almeno per il filone che riguarda i 5,5 milioni di dollari versati dalla Operation Usa  tra il 2009 e il 2016 alla società Play Therapy Africa creata da Alessandro Conticini, ex funzionario Unicef di Addis Abeba. Altri 3,8 milioni di dollari sono stati versati invece dall'Unicef che, per il momento, ancora non ha risposto alla richiesta della procura fiorentina. Sul suo sito Unicef Italia, a ottobre, spiegò le somme erano "il corrispettivo di prestazioni nell'ambito di regolari contratti in diversi paesi del mondo". Secondo la procura però una parte di essa è passata sui conti personali di Alessandro Conticini e del fratello Luca ed è stato usato per investimenti immobiliari. L'avvocato Federico Bagattini, che difende i tre fratelli, respinge in pieno le accuse. E spiega: "Abbiamo chiesto di essere interrogati da mesi, ma quando ci hanno mandato l'avviso i fatti contestati erano diversi da quelli richiesti per l'interrogatorio". E sull'arrivo della prima querela dice: "Meglio così, ci piace vincere nel merito".

L'inchiesta per appropriazione indebita e riciclaggio vede coinvolti i tre fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini, marito della sorella di Renzi, ed era ferma e destinata all'archiviazione se nessuna delle parti offese avesse presentato querela. Nello scorso aprile, infatti, una norma del governo Gentiloni aveva cambiato la legge sull'appropriazione indebita trasformandola in un reato procedibile solo su querela di parte. I magistrati furono così costretti a stoppare le indagini, e a inviare tramite rogatorie internazionali, una richiesta agli enti no profit che sarebbero stati danneggiati, per chiedere se fosse loro intenzione querelare.
 

A distanza di mesi - il termine di 90 giorni ancora non è scaduto - la prima a rispondere è stata la Operation Usa. A dare nuova linfa all'indagine, inoltre, potrebbe essere anche la modifica della procedibilità per l'appropriazione indebita introdotta dalla legge anticorruzione promulgata il 10 gennaio scorso. La norma prevede che per i casi di appropriazione indebita aggravata sia introdotta di nuovo la procedibilità d'ufficio. La procura sta studiando le nuove norme e aspetta la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale per capire cosa è cambiato.
Secondo la procura di Firenze, che ha affidato le indagini alla guardia di finanza,  la cifra versata dalle diverse organizzazioni benefiche alla società dei Conticini è stata di 10 milioni di dollari.  Ma per i pm oltre 6,6 milioni di dollari sarebbero stati utilizzati in gran parte dai Conticini per investimenti immobiliari e per l'acquisto di quote di alcune società della famiglia Renzi o di persone a essa vicine. Un'accusa gravissima. La procura ritiene che una parte del denaro sia inquadrabile quale compenso di Alessandro Conticini, di sua moglie e dei loro collaboratori, ma non nelle proporzioni rilevate nei passaggi dai conti della società in quelli personali di Conticini. Non 6,6 milioni su 10.
Alessandro Conticini, 42 anni, e il fratello minore Luca, 37, che poteva operare sui conti della Play Therapy Africa e su quelli personali del fratello, sono sotto inchiesta per appropriazione indebita aggravata e autoriciclaggio. Il terzo fratello, Andrea, gemello di Luca e marito di Matilde Renzi, sorella dell'ex presidente del consiglio, è indagato per riciclaggio, per gli acquisti, a nome del fratello Alessandro, di quote di tre società: la Eventi 6 della famiglia Renzi, la Quality Press Italia e la Dot Media di Patrizio Donnini e di sua moglie Lilian Mammoliti, legati ai Renzi. Queste operazioni risalgono al 2011. Alla Eventi & sono arrivati 133 mila euro, alla Quality Press Italia 129 mila, alla Dot Media 4 mila.

L'inchiesta della procura di Firenze nasce da alcune segnalazioni bancarie. Sui conti correnti personali di Alessandro Conticini presso la Cassa di Risparmio di Rimini, agenzia di Castenaso (città di origine dei tre fratelli), sono transitati – secondo le accuse - quasi 6,6 milioni di dollari provenienti dalle donazioni, in parte utilizzati nel 2015 per la sottoscrizione di un prestito obbligazionario di 798 mila euro emesso da una società dell'isola di Guernsey, e in parte destinati fra il 2015 e il 2017 a un investimento immobiliare in Portogallo per un importo di 1 milione e 965 mila euro.


https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019/01/16/news/firenze_prima_querela_dagli_usa_l_inchiesta_sui_6_6_milioni_per_l_africa_puo_ripartire-216722703/?fbclid=IwAR2iyWba0Od0ElaT_e2dlzl8RaqqC2xYq1yXV7lexg-KEQkY6TAZm63zYwo

Veltroni avrebbe potuto presentare querela in virtù del suo stato di consigliere del direttivo, ma, partendo dal principio che una mano lava l'altra, non ha voluto creare problemi al collega di partito.

Andrea Scanzi: “Zinga, Marty, Lo Smilzo e il fenicottero bulimico Calenda”. (Guida breve alle Primarie)

Domani ci saranno le Primarie Pd. L’attesa, nel paese, è diversamente spasmodica. Il Pd se l’è presa giustamente comoda, impiegando solo un anno dalla Waterloo delle Politiche. I tre sfidanti saranno Zingaretti, Martina e Giachetti. Il Partito spera di raggiungere almeno un milione di votanti, per poi andare in tivù e dire che loro sono felici di tutta questa partecipazione popolare. Così felici che, poi, se anche perdono le elezioni chi se ne frega.
L’ineffabile Zinga. E’ il favorito, ma se non raggiungerà il 50% più uno dei consensi rischierà l’usuale gogna dei delegati allorquando il Congresso dovrà scegliere l’erede di nessuno (cioè di Renzi e Martina). L’ineffabile Zinga è, per distacco e mancanza di avversari, il migliore tra i candidati. Il piccolo problema non è tanto quel carisma da salumaio triste di Vitiano, quanto il suo parlare tanto senza dir nulla. E’ contro i 5 Stelle, però un po’ anche a favore. E’ contro Renzi, però “Matteo ha fatto anche cose buone” (come il Duce). Panettone, ma anche pandoro. Una sorta di “maanchismo” veltroniano, forse fuori tempo massimo. Domanda: quanti, nel mondo reale, non vedono l’ora di smettere di votare 5 Stelle per votare Zingaretti?
Il rutilante Marty. Parlare di Maurizio Martina ti fa sentire come quando Spinoza cercava di descrivere il nulla. Di lui tutti non ricordano assolutamente niente: e non potrebbe essere altrimenti. Durante le consultazioni ha provato a dialogare con i 5 Stelle, solo che poi Renzi gli ha tirato le orecchie e ciao core. Il rutilante Marty ha un coraggio così spiccato che, se per caso a Don Abbondio capitasse di incontrarlo, si sentirebbe per contrasto Chuck Norris. Ultimamente Martina si è trasformato in supereroe, agghindandosi come Dylan Dog. Non è un caso: il primo albo della serie Bonelli si intitolava L’alba dei morti viventi, che è poi il programma di Martina. Tra i suoi grandi sostenitori c’era Richetti, uno che si innamora sempre della persona sbagliata come Lady Gaga, e c’è ancora quel galantuomo di De Luca Vincenzo. Daje Marty!
Il Bondi smilzo. Roberto Giachetti è ormai inarrivabile nell’incarnare il peggio del peggio della politica italiana. Dopo un inizio da radicale anonimo, è divenuto vagamente noto per quel suo vezzo del digiunar a favor di telecamera perché la legge elettorale gli faceva schifo. Poi però ha votato la fiducia sull’Italicum, che è un po’ come marciare per la pace e poi sganciare la bomba atomica sull’opposizione. La sua candidatura è tra le più brutte nella storia dell’umanità, ma a lui – perfezionista – non bastava e per questo ha chiesto aiuto a Calamity Jane Ascani. I loro video hanno l’allegria delle epidemie e l’efficacia delle catastrofi. Dopo aver perso tutto quel che c’era da perdere, Giachetti si è reinventato turborenziano efferato, ovvero una sorta di Bondi smilzo post-contemporaneo. Non ha chance di vittoria, ma ha ottime possibilità di rovinare la vita a Zingaretti. Vicino alla sinistra come il Foglio ai successi editoriali, potrebbe avere una vaga funzione nell’ecosistema solo se portasse tutta la sua bad company di sostenitori (Boschi, Marattin & Marcucci: insomma, l’Armageddon) in un partito ad hoc. Chiamato magari “SIP”, ovvero Siamo I Peggiori. Purtroppo però Giachetti non lo farà, perché ha tanto coraggio quanta coerenza.
Il Cigno Nero. Sui tre candidati aleggia come un fenicottero bulimico Calenda. Il quale, tra una foto sexy e l’altra in riva alle pozzanghere, continua la sua cavalcata da incrocio bolso tra un Barca debole e un Renzi minore, interpretati peraltro da un Renato Pozzetto che si ostina a parlare in romanesco. Calenda resta un politico inutile come la prima “r” di Marlboro, ma non diteglielo altrimenti ci rimane male. E si mangia anche l’ultimo cigno rimasto sul pianeta Terra.

sabato 2 marzo 2019

GUIDA ALLA VERGOGNA CHIAMATA ELEZIONI EUROPEE. - Paolo Barnard



Votare per un Parlamento i cui legislatori non possono fare le leggi, e i cui legislatori devono lottare come assassini se vogliono opporsi a potentissime leggi fatte da gente che nessuno elegge – cioè votare alle elezioni per il Parlamento Europeo – è rendersi complici intenzionali di una dittatura. Se non lo sapevate, ora lo saprete leggendo queste righe. Poi le scuse stanno a zero, italiani.
*(Nota: solo un pelo tecnico in un paio di punti, il resto spiegato a zia Marta)
La gran massa di quelli che oggi vi stanno dicendo che una rimonta Populista Euroscettica alle europee di maggio sarà esplosiva contro la bieca autocratica UE di Bruxelles, è così ripartita:
Il 2% sono consapevoli falsari.
Il 98% sono inconsapevoli cretini.
Se la mattina del 27 maggio 2019 il più potente burocrate d’Europa, Martin Selmayr, vedrà su Sky News il faccione raggiante di Salvini ‘che non lo tiene più nessuno’, scrollerà le spalle e penserà “Vabbè, una rogna in più”. Mica altro, perché la sua Europa verrà solo di un poco infastidita. Mica altro.
Va detto subito il perché, e s’inizia da qui: il Parlamento Europeo è il più farsesco demenziale baraccone mai pensato dalla Storia politica umana. Credere che dall’interno di un carrozzone impantanato come questo, un’eventuale fronte anti Bruxelles possa iniziare a sparare cannonate micidiali fin dalla mattina del 27 maggio, è da fessi, o da falsari come Salvini, Bannon, il 5Stelle e i loro soci in UE.
Spiego tutto qui. 
1)Votare per dei vigliacchi.
I parlamentari europei che delegano la stesura di leggi sovranazionali – cioè più potenti di quelle scritte dai singoli Paesi e sovente anticostituzionali per loro – ai burocrati non eletti della Commissione Europea di Bruxelles, non sono solo dementi, sono anche dei vigliacchi. Il “principio di comodità” è ciò che li guida. E’ comodo sedersi a Strasburgo, intascare un grasso salario, e poi dare la colpa a Bruxelles per i danni micidiali che alcune sue leggi ci causa. Questo principio fu descritto nero su bianco, proprio alla luce del sole, da due accademici (Epstein e O’Halloaran) in uno studio della Cambridge University del 1999: “I legislatori hanno noti incentivi a delegare tutto il potere ai burocrati… fra cui il fatto di evitare di essere poi chiamati a rispondere ai cittadini per scelte dure e impopolari (tradotto: per le infami ‘riforme’ di lavoro e pensioni, e i tagli di spesa alla Juncker, nda)”. Serve dire altro?
2)Dal poter far nulla, al poter fare quasi nulla!
Dal 1979 al 2007 i parlamentari europei sono stati talmente impotenti di fronte alla Commissione UE che uno si chiede cosa facessero tutto il giorno. La cosa divenne talmente oscena e grottesca che alla fine i super burocrati di Bruxelles decisero dal 2006, e poi l’anno dopo col Trattato di Lisbona, d’infilare dei ritocchini cosmetici che dessero l’impressione che il Parlamento potesse bloccargli le leggi. Coi nomi fighi di Regulatory Procedure With Scrutiny  e di Art. 290 TFEU (la cosmesi deve sempre suonar fighissima) fu dato al Parlamento il potere di opporsi alle leggi della Commissione, così come poteva fare il Consiglio dei Ministri. Ma è una totale farsa, come spiegherò sotto. Quindi il Parlamento UE è passato dal poter fare nulla al poter fare quasi nulla.
3)Prima farsa: I parlamentari contestano? Costa una fortuna, e i tempi gli sono nemici. Risultato: gliela danno su.
Il Trattato di Lisbona, che di fatto regola tutto il funzionamento dell’UE, ha reso il costo in denaro e in mezzi di una contestazione del Parlamento contro la Commissione quasi inaffrontabili. Le leggi della Commissione sono di proposito scritte da oltre 300 tecnocrati con intrichi legali asfissianti, per cui il parlamentare UE se volesse capirci il minimo dovrebbe pagare uno staff di tecnici a costi altissimi, ma non solo. Deve poi avere ulteriori mezzi per “istruire” un’intera Commissione Parlamentare sul tema che vuole criticare, e tutto questo solo per iniziare ad agire. Infine deve trovare ancora mezzi per formare una coalizione che sia d’accordo con lui/lei, e non basta: deve anche convincere la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni.
Poi ci sono i tempi: 4 mesi per 1) organizzare tutto quanto detto prima; 2) fare uno spossante lavoro di lobby pro contestazione con tutti i partiti del Parlamento UE; 3) e rifare tutto daccapo in seno al Consiglio dei Ministri che, per legge, deve essere d’accordo. Scaduti i 4 mesi, il parlamentare UE s’attacca al tram…
Il peso, i costi e gli ostacoli di una contestazione contro una legge della Commissione sono quasi sempre maggiori dei benefici… meglio per il parlamentare una forma di baratto in privato con Bruxelles”, scriveva nel 2017 il College of Europe, Bruges, riportato allora sul The Economist. In altre parole: meglio dargliela su come Parlamento UE, e tentare il mercato dei polli in privato. (si veda anche sotto)
Ecco i risultati di questo demenziale e democraticamente osceno meccanismo per cui un parlamentare eletto deve svenarsi per contestare burocrati non eletti: dal 2009 al 2017, su 545 leggi proposte dalla Commissione, il Parlamento UE di fatto ne ha contestate l’1,1%. Il resto, e sono tutte leggi più potenti di quelle italiane, è passato liscio come l’olio. Mettiamo pure che i Populisti Euroscettici prendano buoni numeri a Maggio: è stra-ovvio da quanto detto sopra che avranno una vita infernale per anche solo mantenere una frazione di ciò che oggi sbraitano agli elettori, della serie “A Maggio gli facciamo fare le valige! Spacchiamo tutto!”. E questo anche per altri seri motivi, eccoli.
4)Seconda farsa: Contestano? Ecco la lista dei permessi che gli ci vogliono.
Quindi, il prode parlamentare UE che volesse bloccare una super-legge della Commissione deve avere una barca di soldi, dei tecnici pazzeschi, convincere un mare di altri parlamentari e partiti e commissioni solo per iniziare ad agire. Ma per arrivare a una conclusione di successo deve poi anche sconfiggere i seguenti veti: il possibile veto della Commissione Parlamentare interessata; un possibile veto che viene da conflitti di giurisdizione fra le Commissioni, cioè gli dicono “sta roba non è legalmente di tua competenza e levati dalle balle”; un veto se poi, dopo tutta sta gimcana, il parlamentare non ottiene la maggioranza assoluta di tutto il Parlamento UE e non ottiene anche l’ok del 55% del Consiglio dei Ministri (cioè di tutti gli Stati UE). Giuro, non è teatro Pirandelliano, è come funziona sto delirio chiamato Parlamento UE.
5)Terza farsa: parlamentari evirati costretti a fare i lobbysti, e spesso di nascosto.
Michael Kaeding è ‘Professore Jean Monnet’ di politica europea (per chi ha letto il mio Il Più Grande Crimine il nome Monnet dice tutto, nda) all’università Duisburg-Essen, oltre a ricoprire un’altra decina d’incarichi nelle maggiori Think Tanks d’Europa. Sì, è un super tecnocrate UE, D.O.P. direi, proprio l’opposto di un Euroscettico, ok? Ci siamo scritti di recente su questo tema, e lui è stato incredibilmente trasparente: “Guardi Barnard che l’ho dichiarato pubblicamente in diversi studi, e le cito dai miei testi. Per il fatto che la Commissione Europea, che fa tutte le leggi, è consapevole di avere una legittimità democratica piuttosto attenuata, cerca sempre di non arrivare allo scontro coi parlamentari europei…” – “Esiste un potere di fatto dove il singolo parlamentare baratta con la Commissione su certe leggi, piuttosto che tentare uno scontro. Il problema è che questi negoziati non sempre sono trasparenti, o addirittura sono difficili da scoprire”. 
In altre parole: il parlamentare UE ha in pratica zero poteri di realisticamente bloccare le leggi fatte dagli autocrati di Bruxelles, come ampiamente provato sopra, e allora può sempre tentare di fare il lobbysta nell’ombra. Ma anche un super tecnocrate come Kaeding arriva a chiedersi: “Come funzionano ste trattative informali fra parlamentari UE e la Commissione? E poi davvero hanno effetto? Rendono la Commissione più democratica agli occhi dei cittadini?”. 
6)Altra balla: il Parlamento UE può bocciare sia la Commissione che il suo Presidente.
Questa è surreale: il Parlamento UE può in effetti bocciare sia la nomina del Presidente della Commissione UE, sia la lista dei Commissari UE. Poi cosa succede? Che – come di fatto successe dietro le quinte anche con Jean Claude Juncker – Presidente e Commissari vengono ripresentati quasi identici, o, al meglio, con cosmetiche correzioni per salvare la faccia ai parlamentari contestatari. Poi cosa succede? Che se un ipotetico Parlamento UE ‘machizzato’ dai salviniani non accetta il salva-faccia, esso riboccia il tutto. Allora che succede? Succede che si entra nel labirinto chiamato Crisi Costituzionale secondo il Trattato di Lisbona, il quale come già dissi anni fa è di fatto la nuova Costituzione UE introdotta di nascosto nel 2007, dopo la bocciatura francese e olandese della prima Costituzione proposta (bocciata perché “socialmente frigida”).
E allora chi la risolve la crisi costituzionale sopra descritta? Il Parlamento UE? Ma non facciamo ridere. Il Consiglio Europeo? Ma non facciamo ridere, esso ha consegnato dispute di sto genere a oltre 2.800 pagine di codicilli indecifrabili scritti da tecnocrati nel 2007 (Trattato di Lisbona), e da cui si desume, secondo studiosi come Jens Peter Bonde, che la crisi verrebbe a quel punto messa nelle mani della Corte Europea di Giustizia, che è ancor meno eletta della Commissione UE. Risultato: la bocciatura del Parlamento UE in oggetto vale, se davvero si arriva al muro contro muro, come le banconote Bolivar di Maduro oggi. Devo spiegare?
7)Infine, il punto di tutti i punti. E anche qui il Parlamento UE è zero.
Le leggi della Commissione UE ficcano il naso dappertutto, dagli omogeneizzati alle regole d’accesso alle comunicazioni satellitari; da come devono essere fatte le lampade al neon a cos’è la cioccolata; fino alla tua privacy e a come irrigare un campo, ecc. Ma ciò che questa Europa ha portato di più devastante sulla più bella e democratica Costituzione del mondo, la nostra, sono i Trattati. Finora in tutto quest’articolo abbiamo parlato del (di fatto) grottesco/inesistente potere del Parlamento UE di opporsi alle leggi sovranazionali della Commissione. Esse sono chiamate “Leggi Secondarie”.
La “Legge Primaria” in Europa sono quei Trattati, come Maastricht, Lisbona, o il devastante Fiscal Compact (quello che ci ha imposto nella Costituzione di Calamandrei la distruzione del suo senso più profondo, cioè l’equità sociale, assieme all’abolizione dei poteri di spesa sovrana del Parlamento di Roma, mica nulla).
Lottare per, come si usa dire, ‘andare in Europa’, cioè prendere numeri nel Parlamento UE, è anche in questo caso, e soprattutto in questo caso, una colossale presa per il culo del pubblico, perché  il parlamentare europeo ha lo stesso potere di cambiare o di eliminare i devastanti Trattati Neoliberisti europei – cioè quelli economici che contano perché si parla di Spesa di Stato per le nostre vite, malattie, lavoro, pensioni o giovani e della nostra Costituzione – ha lo stesso potere, dicevo, che ha la tachipirina nella cura dell’ictus.
Ecco come stanno le cose. Il Trattato di Lisbona, con l’Art. 48 TEU, sancisce che per modificare un Trattato europeo ci sono quattro procedure. In tutte e quattro il ruolo del Parlamento UE è limitatissimo. Tre sono le fondamentali: la Procedura Ordinaria, la Semplificata, e la Passerelle (in francese). Vi garantisco che non esiste un Premier in tutt’Europa che sappia cosa siano, perché sono procedure più complesse della Fisica Teorica (leggerle per credere). Vi basti sapere quanti attori a livello UE devono essere tutti insieme coinvolti, pluri-consultati, coordinati, informati e infine convinti per cambiare un Trattato:
– Tutti i 28 governi nazionali, e anche solo uno può porre il veto a tutto
– La Commissione di Bruxelles
– Il Consiglio Europeo
– Il Consiglio dei MInistri
– la cosiddetta Convenzione europea
– la Conferenza Intergovernativa
– la Banca Centrale Europea
– e in ultimo il Parlamento UE
E qualcuno crede ancora che i futuri salvinici o orbanici eroi a Strasburgo potranno dire ‘beo’ sui Trattati? Vi riassumo le procedure, e lo faccio alla disperata, perché davvero solo per un decente riassuntino occorrerebbero 25 pagine di questo articolo:
La Procedura Ordinaria: la proposta di modifica di un Trattato può partire da Stati UE, Commissione o Parlamento, e va diretta al Consiglio Europeo. A quel punto va messa assieme una Convenzione europea dove vanno chiamati: i rappresentanti di tutti i governi, con i rappresentanti dei Parlamenti nazionali, con la Commissione, e col Parlamento UE. Poi verrà indetta una Conferenza dei governi europei che deciderà sulle proposte di cambiamento del Trattato in questione. Se fallisce la Convenzione, fallisce tutta la procedura. Alla fine il tutto torna poi ai Parlamenti nazionali che dovranno votare un sì o no, ma basta il veto di uno solo per bloccare tutto. Ora ditemi voi dove diavolo compare il potere del macho parlamentare Populista Euroscettico (eventuale) in sto macello.
La Procedura Semplificata: la proposta di modifica di un Trattato può partire da Stati UE, Commissione o Parlamento, e va diretta al Consiglio Europeo. Consiglio Europeo e Consiglio dei Ministri si consultano con la Commissione, con la Banca Centrale Europea e col Parlamento UE, ma non c’è nulla di vincolante da parte di quest’ultimo. Poi Il Consiglio approva la modifica, ma di nuovo si deve tornare a ogni singolo Stato membro per un sì o no, e basta il veto di uno solo per bloccare tutto. Ora ditemi voi dove diavolo compare il potere del macho parlamentare Populista Euroscettico (eventuale) in sto macello semplificato.
La Procedura Passerelle. E’ una specie di scorciatoia super tecnica nella modifica di un Trattato. Per esempio, essa permette al Consiglio Europeo di autorizzare il Consiglio dei Ministri a ignorare i Trattati modificando la maggioranza di voto che gli è richiesta per certe decisioni (da unanimità a maggioranza qualificata). Oppure lo autorizza a cambiare il modo di legiferare in UE da ‘speciale’ a ‘ordinario’ anche quando i Trattati avrebbero imposto la modalità ‘speciale’. Però per adottare la scorciatoia Passerelle, il Consiglio Europeo deve raggiungere voto unanime. Ma come sempre si deve tornare a ogni singolo Stato membro per un sì o no alla Passerelle, e basta il veto di uno solo per bloccare tutto. Ora ditemi voi dove diavolo compare il potere del macho parlamentare Populista Euroscettico (eventuale) anche qui.
Chiaro e limpido no? Soprattutto facile da capire, basta arrivare a Strasburgo, leggere Wikipedia e si cambia la Storia, eh?
8)Ma poi, è vero che a Maggio i Populisti Euroscetti vinceranno?
Non diciamo cretinate. Basta guardare i numeri dei 9 gruppi parlamentari europei per capire che i Populisti Euroscettici dovrebbero centuplicare i loro consensi per dominare il Parlamento, e gli altri perderne il 90% di botta. Una cosa sembra certa dai sondaggi: su 12 partiti cosiddetti Populisti in Europa oggi, solo la Lega otterrà un certo successo, gli altri aumenteranno di 2 o 3 o forse 4 seggi.
9)Conclusioni.
Salvini, coi suoi due economisti con 10kg di Vinavil fra culo e poltrona politica, e Di Maio con Casaleggio, vi hanno mentito su tutto. Hanno calato le braghe di fronte a Bruxelles in 5 minuti con una spesa pubblica che è un insulto alla storia italiana. I padani si sono rimangiati la Eurexit perché “eh, abbiamo beccato solo il 17% e quindi sticazzi le promesse elettorali, ma la poltrona ce la teniamo”, mentre Salvini mandava emissari anonimi da Bloomberg a dirgli “rassicurate i Mercati! staremo nei ranghi” (lo pubblicai su Twitter con foto).
Oggi sti cialtroni vi dicono che a Maggio sbaraccheranno tutta l’Europa… andando coi loro culi, Vinavil e poltrone proprio nella più ignobile Europa, quella del suo Parlamento. Avete letto qui i motivi per cui anche questa è una balla da vomitare.
Ma sti puzzoni a parte, rimane vero per tutti voi quanto ho scritto all’inizio, e lo ripeto:
Votare per un parlamento i cui legislatori non possono fare le leggi, e i cui legislatori devono lottare come assassini se vogliono opporsi a potentissime leggi fatte da gente che nessuno elegge – cioè votare alle elezioni per il Parlamento Europeo – è rendersi complici intenzionali di una dittatura. Se non lo sapevate, ora lo sapete perché avete letto queste righe. Quindi le scuse stanno a zero, italiani.
https://comedonchisciotte.org/guida-alla-vergogna-chiamata-elezioni-europee/

(In genere non condivido le idee di Barnard, ma se tutto ciò che ha scritto in questo articolo corrisponde a verità, c'è da domandarsi: quando i nostri governanti hanno indetto il famigerato referendum per scegliere se entrare a far parte della UE sapevano quali sarebbero state le conseguenze? Conoscendo la loro inettitudine e svogliatezza, dubito che avessero letto il regolamento relativo alla sua costituzione e, quindi, che nemmeno sapessero a quali problemi saremmo andati incontro, primo fra tutti la svalutazione del 50% del valore e, pertanto, del potere d'acquisto della nostra moneta....

Ue, è il frutto partorito da menti contorte, malate, una lacunosa accozzaglia di leggi inique, fazioso contesto di oligarchi schiavi del potere economico. E' nata male e va corretta) bycetta.