Il renziano Ettore Rosato, intervenuto a SkyTg24, ha tirato di nuovo in ballo Movimento 5 stelle e Pd, parlando (a loro insaputa) di una “fiducia” nei confronti di Conte che sarebbe venuta meno. Ed evocando, di fatto, una crisi istituzionale che al momento vuole solo il suo partito.
“Bisogna costruire un rapporto fiduciario di maggioranza che oggi non c’è più. Conte ha sciupato la fiducia che aveva”. Mentre in Europa cresce l’allarme per la variante di coronavirus che ha costretto il Regno Unito a varare misure più stringenti del previsto per Natale, l’unico pensiero di Italia Viva resta quello di far cadere il governo. Il renziano Ettore Rosato, intervenuto a SkyTg24, ha tirato di nuovo in ballo Movimento 5 stelle e Pd, parlando (a loro insaputa) di una “fiducia” nei confronti di Giuseppe Conte che sarebbe venuta meno. Ed evocando, di fatto, una crisi istituzionale che al momento vuole solo il suo partito.
“Anche i ministri del M5S non hanno apprezzato che il premier abbia mandato la ripartizione dei 210 miliardi del Recovery fund alle due del mattino senza discuterne con nessuno, secretando i progetti, per approvarli alle nove in Consiglio dei ministri”, spiega il coordinatore nazionale di Iv, riferendosi al vertice del 7 dicembre interrotto dopo pochi minuti per il falso tampone positivo della ministra Lamorgese. In realtà in quella riunione il premier avrebbe dovuto presentare la sua proposta per il Recovery (sia la ripartizione dei fondi che la struttura di governance), per poi discuterne nelle settimane successive con i ministeri, il Parlamento, le opposizioni e le parti sociali. Ma tutto ora è rinviato a gennaio per l’aut aut di Renzi. Rosato sostiene invece che la gestione della partita sul Recovery da parte di Conte “ha fatto cadere la nostra fiducia. E allora o il premier dice quale sia il suo percorso per i prossimi mesi o per noi questo governo è un’esperienza finita“.
Il deputato renziano sembra parlare a nome di tutta la maggioranza, nonostante Pd, Movimento 5 stelle e Leu non abbiano cercato pubblicamente alcuna verifica di governo in una fase così delicata per la pandemia. Solo due giorni fa Renzi aveva insistito, sostenendo che i dem “sono d’accordo con noi su tutte le richieste a Conte”. Ma a stretto giro era arrivata la secca replica del vicepresidente Pd Michele Bordo, mandato avanti dal segretario del partito per evitare l’incidente diplomatico: “Renzi parli per Italia viva e ci lasci stare”. Lo stesso Zingaretti ha cercato di scacciare le ombre sui suoi uomini, sostenendo che la “fase” della verifica di governo “va chiusa” al più presto, perché “non si può vivere nell’incertezza in eterno”. In realtà tra i dem c’è chi vorrebbe approfittare della situazione per cambiare alcuni ministri, mentre i pentastellati negano anche questo scenario. “Il M5S ha già più volte chiarito ufficialmente la sua unica posizione su questo tema”, si legge in un comunicato, che è quella di “una chiara contrarietà rispetto a ipotesi di rimpasto e piena soddisfazione nei confronti della squadra 5 Stelle”.
D’altronde la situazione epidemiologica non consente alcuna distrazione, men che meno una crisi istituzionale dagli esiti imprevedibili. Nel nostro Paese, come dimostrano i dati, la curva dei contagi ha smesso di scendere e c’è una prima risalita dell’indice Rt, motivo per cui il governo è stato costretto a varare regole più stringenti per le festività natalizie. Il timore è una recrudescenza del virus a gennaio, proprio quando la campagna di vaccinazione sarà a pieno regime. Come se non bastasse, la variante del Covid scoperta in Inghilterra ora inizia a fare paura: il ceppo è stato identificato anche in Danimarca e Australia e sempre più Paesi (tra cui l’Olanda e il Belgio) hanno bloccato i voli dal Regno Unito. L’agenda di governo, tuttavia, è condizionata dal confronto imposto da Renzi e che lui stesso ha rimandato a inizio 2021 dopo che nell’atteso faccia a faccia con Conte si è limitato a consegnargli un documento già pubblicato quella mattina su Facebook.