Fauna acquatica. “Se il governo è forte resiste anche alle difficoltà interne ai partiti: se c’è burrasca dipende dal mezzo che utilizzi quando sei in mare, se c’hai un canotto o un gommone scadente, soffri le onde. Ma Conte è uno yacht di lusso, per l’Italia Conte è oggettivamente l’uomo che sta mettendo in sicurezza i conti… Ehm, volevo dire Draghi! Non mi permetterei mai di dire che Conte e Salvini sono un canotto” (Matteo Renzi, leader Iv, Tagadà, La7, 1.10). Ha parlato il plancton.
Il vizietto. “Antonio, poi ti coinvolgiamo, però le cose a tre più tardi, adesso facciamo le cose a due, non è il momento” (Matteo Salvini, leader Lega, ad Antonio Tajani, vicepresidente FI, dopo aver preso in braccio Giorgia Meloni a Spinaceto, Corriere.it, 1.10). Morisi aveva da fare.
Sinonimi. “Calenda e Bassolino sono due ‘sconfitti vincenti’” (Francesco Merlo, Repubblica, 8.10). Praticamente trombati.
Scenari. “Scenari interessanti a livello nazionale da questi risultati. È possibile uno schieramento competitivo di centrosinistra al netto dei Cinque stelle” (Bobo Craxi, capolista Psi a Roma a sostegno di Gualtieri sindaco, Corriere della sera, 7.10). Lui, per dire, ha preso 364 preferenze.
L’ombelico del mondo. “Il miglior risultato che Draghi poteva desiderare” (Domani, 5.10). “Sembra aver vinto la lealtà nei confronti del governo Draghi” (Massimo Franco, Corriere della sera, 5.10). “Il test che rafforza Draghi” (Messaggero, 5.10). “Le elezioni comunali hanno un solo vincitore: Draghi” (Piero Sansonetti, Riformista, 5.10). E senza neppure il fastidio di candidarsi.
Le vite parallele. “Ilda e l’amore segreto. Ora esalta la passione che contestò al Cav. Nel suo libro la Boccassini rivela il legame con Falcone” (Paolo Guzzanti, Giornale, 8.10). Quindi Ilda sta a Falcone come Ruby stava Berlusconi. Che fosse maggiorenne e non fosse pagata sono solo due piccoli dettagli: non per nulla Guzzanti è l’ex presidente della Commissione Mitrokhin.
La marcia trionfale. “Abbiamo vinto al primo turno da Muggia a Bernalda, da Codogno a Melfi, da Nardò a Villorba” (Matteo Salvini, Tg1, 4.10). Mica pizza e fichi.
La mosca cocchiera. “Calenda può convincere quel 50 per cento che non ha votato” (Marco Bentivogli, ex segretario Fim, Foglio, 8.10). Solo il 50 per cento? Minimalista.
Exit da Italexit. “Italexit tre iscritti o quattro? Ti faccio vedere a Milano quanto prendo! Ti confermo che sono un fuoriclasse, fra un po’ ci sono le elezioni a Milano e io sono candidato sindaco. Ci vediamo dopo lo spoglio, vedrai la bella sorpresa che ti ritrovi! Dovrai scriverlo sul tuo giornale!” (Gianluigi Paragone, ex Lega Nord, ex M5S, ora Italexit, a Fabrizio Roncone del Corriere della sera, Piazzapulita, La7, 23.9). Poi è stato di parola: a Milano ha preso il 2,99% e non è neppure entrato in Consiglio comunale. Che fuoriclasse, che bella sorpresa.
Minzolingua. “Simboli di un cambio di stagione: si dissolve nell’opinione pubblica il grillismo, malattia infantile del giustizialismo, e quei magistrati, o ex-magistrati, che ne sono stati gli eroi finiscono sul banco degli imputati. Piercamillo Davigo e Fabio De Pasquale…” (Augusto Minzolini, Giornale, 9.10). Poi ci sono i pregiudicato per peculato continuato: cioè i Minzolini.
Balle a rotelle. “110.000 banchi a rotelle inutilizzati perché non in regola con l’antincendio. Chi pagherà? Che vergogna! Perché dire no alla commissione d’inchiesta? Siamo orgogliosi di aver mandato a casa Conte e Arcuri: con Draghi e Figliuolo abbiamo detto basta anche allo scandalo dei banchi a rotelle” (Matteo Renzi, leader Iv, Twitter e Facebook, 4.10). I banchi in questione non furono approvati da Arcuri, ma da una commissione esterna al Commissariato; quelli contestati dai dirigenti scolastici (perché troppo larghi, non perché infiammabili) non sono 110 mila, ma 6 mila sui 37 mila consegnati; non sono a rotelle, ma banchi monoposto tradizionali; e furono subito sostituiti da Arcuri dopo la disdetta del contratto con la ditta portoghese inadempiente. Complimenti: quattro cazzate in tre righe.
Il titolo della settimana/1. “Buzzi e il pub ‘Mafia Capitale’: ‘Verrà a suonare Bobo Craxi’” (Stampa, 8.10). Sono soddisfazioni.
Il titolo della settimana/2. “Draghi: pandemia quasi finita” (Repubblica, 9.10). Abbiamo appena 1.200 morti al mese, che sarà mai.
Il titolo della settimana/3. “Renzi, Calenda e tutti i bulli un po’ piacioni che rompono le regole” (Francesco Cundari, Foglio, 9.10). Ah, ora si chiamano regole?
ILFQ