mercoledì 21 giugno 2023

Non conoscevo Manuel. - Simone Terreni

 

Cioè insomma, è successo quella roba lì.
E da quando è successo non penso ad altro. Fai le cose come se nulla fosse, ma non è così. Un magone allo stomaco, quasi un bruciore, un senso di angoscia.

Non conoscevo Manuel.
Ma il mio pensiero va continuamente a lui.
Come nel 2021 quando una bimba di Palermo di 11 anni morì in un’altra challenge di TikTok, una sfida fatta sui social.
Eh io cosa feci? Non lo accettai.
Invece di condannare i social e la tecnologia, come il coro dei perbenisti boomer benpensanti, mi dissi che dovevo fare qualcosa.
Invece di criticarli i ragazzi, mi dissi, proviamo a parlare il loro linguaggio.
Invece di criminalizzare i Social proviamo a riempirli di cose belle.

Così decisi di portare Dante su TikTok.
Tutta la Divina Commedia. E i ragazzi arrivarono e apprezzarono. E da allora mi sono impegnato come non mai. Libri, conferenze, incontri nelle scuole. Tanta tanta, cultura e divulgazione. Ci ho messo l’anima sempre gratis, sempre pensando di lasciare loro qualcosa.
La bellezza salverà il mondo, mi dicevo.

Poi, cioè insomma, succede quella roba lì.
Quando muore un bambino si blocca tutto. E mica ti rendi conto. Dici che non è possibile. Ed è inutile darti da fare, creare contenuti di qualità. È inutile dire che sotto i 13 anni si dovrebbero vietare i social, che servirebbe il Patentino Obbligatorio per lo Smartphone, che servono ore di Educazione Digitale obbligatoria nelle scuole, che è sempre una questione di EDUCAZIONE, che i primi a essere educati dovrebbero essere i genitori, che ogni like, OGNI SINGOLO LIKE che metti anche tu sui social, è importante.

Ma poi alla fine i ragazzi restano soli.
Preferiscono seguire e condividere le bravate web pericolose, fatte per monetizzare. E a te passa la voglia di fare tutto. Di arrenderti, di smettere. Capisci che hai perso. Perché a 5 anni davanti hai TUTTO. E tu non sai che cacchio sia questo “tutto”. Ma senti che era giusto che l’avesse questo cacchio di tutto.
Quando muore un bimbo non muore solo una persona.
Cioè insomma, succede quella roba lì.
Muore la possibilità per una nazione di essere migliore.

#fattinonfosteavivercomebruti

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La morte di Manuel provoca dolore, chi ha commesso il disastro provoca pena. Pena per chi non ha cervello, coscienza, perchè non pensa, non ha rispetto degli altri. Sono gli stessi che bullizzano chi la vita la ama, perchè loro la disprezzano. Sono frustrati in cerca di riscatto, lo stesso riscatto che loro negano a chi ha la sfortuna di incontrarli durante l'arco della vita. Di chi la colpa? Ardua sentenza, poichè, ahimè, credo che sia da addebitare ai tanti fattori che hanno come base di vita l'ignoranza... e ce n'è tanta in giro al giorno d'oggi. 
cetta

martedì 20 giugno 2023

Giuseppe Conte - Manifestazione #BastaVitePrecarie.

 

Ventimila persone sfilano a Roma con il Movimento 5 Stelle per gridare #BastaVitePrecarie. Ventimila protagonisti, ventimila cittadini provenienti da ogni angolo di Italia che hanno ascoltato la voce di chi non arriva a fine mese, di chi vive di precarietà nella totale indifferenza del Governo.
Eppure, non si è voluto dare credito a questa straordinaria mobilitazione, a questa gente che ha portato in piazza la prima, vera manifestazione contro il Governo Meloni.
I media mainstream hanno provato a ignorare la piazza di Roma - strumentalizzando una frase del discorso tenuto da Beppe Grillo sul palco di chiusura.
Una frase estrapolata dal suo contesto e criminalizzata perché, accarezzando il gusto del paradosso, incitava i presenti a indossare il “passamontagna” per compiere non già azioni violente, bensì pacifiche e utili per la propria comunità.
E così un omaggio al lavoro socialmente utile di tanti cittadini attivi, che si prendono cura in prima persona del proprio quartiere, del verde pubblico che hanno sotto casa, delle strade che attraversano ogni giorno - sostituendosi troppo spesso ad uno Stato troppo assente - ha originato un ridicolo coro di indignazione.
Ovviamente in questo coro si distinguono anche gli esponenti della falsa opposizione.
Ma cosa pensano, di intimorirci con questi comunicati allarmati?
O forse mirano a coprire con questi giochetti il grido che si è levato oggi dalla piazza romana?
Non ci riusciranno.
Come diceva Fabrizio De André, “voi non avete fermato il vento, gli avete fatto perdere tempo”.


UNA BRUTTA STORIA ITALIANA. - Roberto Vallasciani

 

Stamattina una mia amica mi ha segnalato questo post.
Ho scritto una chiosa finale perché credo che quanto avvenuto sia tanto grave quanto emblematico.

"Sono Pasquale Tridico figlio di un padre analfabeta che, come cantava De Gregori, faceva il guardiano di mucche, non sapeva né leggere e né scrivere e che per buona parte della sua vita è stato sordomuto. Nel paese della Calabria dove siamo nati veniva considerato un ritardato.

Mentre studio, mia sorella scopre che la sindrome di mio padre è curabile, e che la mutua poteva passargli (addirittura gratis!) un apparecchio acustico. Papà ottiene la sua protesi e questo gli cambia la vita: recupera l’udito e persino la parola, anche se, per tutta la vita, parlerà come un bambino.

Ma non è finita: Un altro mio fratello, il secondo, va a studiare a Torino, dove scopre che c’è possibilità del ‘collocamento obbligatorio’ per le persone come lui; convince papà a fare domanda da bidello in una scuola di Torino. La presenta lui e papà viene assunto! Ci trasferiamo tutti.

Dai miei 15 anni, 4 mesi all’anno ho fatto vacanze-lavoro in Germania; ho fatto il lavapiatti, il lavapadelle, il cameriere, animatore e coordinatore nelle colonie estive.

Se non avessi avuto questa vita di lavoro alle spalle non mi sarei messo a studiare il reddito, non avrei desiderato realizzarlo con tanta forza. Se quando pubblicai il primo saggio scientifico, nel 2014, qualcuno mi avesse detto che cinque anni più tardi sarei stato a capo del soggetto che erogava il reddito avrei chiamato l’ambulanza per farlo ricoverare.
Sono figlio del welfare; senza stato sociale laverei le padelle in Germania!”
#PasqualeTridico

Pasquale Tridico è dal 2019 Presidente dell’INPS. La sua gestione in questi anni è stata virtuosa: la produttività è aumentata del 20% ed i tempi di liquidazione delle prestazioni si sono ridotti del 15%. E mai come adesso l’Istituto ha goduto di autonomia ed indipendenza.
Bene.
Qualche giorno fa il governo Meloni ha commissariato l’INPS ed ha deciso di sostituire Tridico con un uomo di propria fiducia. La colpa di Tridico…? Essere stato messo in quel posto nel 2019 dal governo presieduto da Giuseppe Conte, oggi leader del M5S.

Non essendo io mai stato un elettore grillino posso dirlo con molta serenità: Tridico è stato cacciato perché è un bravo professionista, favorevole al salario minimo, senza padrini né padroni. E, soprattutto, è una mente libera. Forse per la Meloni & co questo è un problema.

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C'è solo una notizia: "20.000 partecipanti". - Massimo Erbetti

 

C'è solo una notizia: "20.000 partecipanti".
Dopo anni si riscende in piazza e la notizia è una sola: è stato un successo! Punto! Fine del discorso.
Che piaccia o no, che si voglia vedere o no, che ci si creda o no, che si cerchi di distogliere l'attenzione con: che Grillo ha detto, che Schlein c'era, che Conte correva, che siamo putiniani…e che bla bla bla…
20.000 questo è e ce dovete sta, c'è solo un'analisi da fare: un successo.
Non era scontato, non lo era affatto, ma il successo c'è stato, c'è tanta voglia di fare, di incidere, di crescere, di maturare.
Ne ho fatte tante di manifestazioni del movimento…ne ho viste tante di persone negli anni…ma stavolta è stato diverso…qualcosa è cambiato…ci ho riflettuto…non capivo cosa fosse…però qualcosa era cambiato…e lo percepivo…
Pensate che mi ci sono svegliato alle 2:30 co sto tarlo che mi rodeva in testa…e il primo pensiero è stato: "ma sarai scemo? Non hai niente di meglio da fare che pensare a sta cosa…ma poi proprio adesso? Ma rimettiti a dormire va…domattina con calma ci penserai…"
Di buoni propositi è pieno il mondo…ma si sa i buoni propositi rimangono tali e col cavolo che mi sono rimesso a dormire…il cervello frullava per la sua strada e quando va, io posso fare ben poco…
Ehhh ma ne è valsa la pena…in questo istante…alle 4:42 esatte…la risposta è arrivata…dopo varie ipotesi scartate la lampadina si è accesa.
E sapete cosa c'era di diverso? Di così diverso?...il fatto che sia facile scendere in piazza quando le cose vanno bene, quando si cresce, quando la gente ti batte le mani e ti dà le pacche sulle spalle…quando hai il vento in poppa…quando i sondaggi crescono…è tutto così maledettamente facile quando l'entusiasmo è alle stelle…
Tutti scendono in piazza quando la nazionale vince…ma trovami qualcuno disposto a scendere in piazza quando si perde…quando ti danno per finito…quando il morale è ai minimi livelli…
Ecco la differenza…ecco cosa non riuscivo a capire…la mentalità con cui si è scesi in piazza…
E quando capisci che è questa la differenza, tutto assume una luce diversa…non abbiamo perso…non siamo morti come dicono…siamo qua siamo vivi…più vivi che mai…più determinati che mai…
Adesso so che siamo forti…adesso si che siamo in grado di fare…adesso si che arriva il bello…perché quando sei abituato a vincere, quando sei abituato a crescere, quando non cadi mai è possibile che alla prima caduta puoi anche non rialzarti, puoi anche decidere che non fa per te, che rialzarsi è troppo faticoso…e che magari non ne vale la pena…meglio rinunciare.
E invece noi no!! Noi eravamo in 20.000…eravamo presenti…eravamo entusiasti…eravamo vivi…e diciamocelo eravamo anche belli…belli e sorridenti…belli e felici…belli, felici e sorridenti…nonostante il periodo nero nonostante un governo scandaloso, nonostante la congiuntura negativa…eravamo belli, sorridenti e felici…perché sentiamo che possiamo cambiare le cose…e le cambieremo…potete esserne certi.
Siamo qui, ci siamo e siamo anche in tanti…questa è la notizia…e più di qualcuno dovrà preoccuparsi e farci i conti con sta roba.
P. S. Grazie, grazie a tutti per la splendida giornata…e un ringraziamento particolare a tutte e tutti quelli che mi hanno riconosciuto…abbracciato…baciato…incoraggiato e addirittura ringraziato…sono io che ringrazio voi che continuate a sorbirvi sti pipponi allucinanti…"ve vojo bene"
P. P. S. Dajeeeee che li famo neri a sti quattro scappati de casa….in questo Paese una sola cosa deve rimanere precaria: la poltrona della Meloni.

La filosofia. - Peofessor X

 

Quando qualcuno chiede a cosa serve la filosofia, la risposta deve essere aggressiva, poiché la domanda è ironica e pungente. La filosofia non serve né allo Stato né alla Chiesa, che hanno altre preoccupazioni. Non serve a nessun potere stabilito. La filosofia serve a turbare. Una filosofia che non turba nessuno e non fa arrabbiare nessuno non è una filosofia. Essa serve a nuocere alla stupidità, fa della stupidità qualcosa di vergognoso. Non ha altro uso che questo: denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme.

Dovrà inoltre formare uomini liberi, che non confondano cioè i fini della cultura con gli interessi dello Stato, della morale o della religione, combattere la cattiva coscienza che hanno usurpato in noi il pensiero. (...) È vero che stupidità e bassezza continuano a esistere; ma non è un buon pretesto per decretare lo scacco della filosofia, giacché, se non fosse per quel po’ di filosofia che in ogni epoca ha impedito loro di spingersi sin dove volevano, esse avrebbero oggi proporzioni ancora maggiori.

Gilles Deleuze, “Nietzsche e la filosofia”.

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domenica 18 giugno 2023

Il Governo è in ritardo sull’indicazione delle fonti energetiche alternative...


Pubblichiamo il comunicato stampa dell'Osservatorio sulla Transizione Ecologica-PNRR - promosso da Laudato Sì, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Nostra, Ambiente e lavoro - dal titolo: "Il Governo è in ritardo sull’indicazione delle fonti energetiche alternative e non prevede nessuna consultazione con i portatori di interesse né la necessaria partecipazione alle scelte".


Il Governo ancora non indica, se non nel vago, quali siano le riforme e i progetti che intende sostenere e incentivare sia nel PNRR che nel nuovo capitolo del REPowerEU, un fondo di integrazione con l’obiettivo di assicurare la diversificazione delle forniture e accelerare la transizione verso le fonti rinnovabili, ricordando l’obiettivo della riduzione del 55% entro il 2030 delle emissioni climalteranti. Su questo argomento strategico per i comparti produttivi del nostro Paese il Governo non prevede la necessaria partecipazione alle scelte, nemmeno la consultazione dei portatori di interesse prevista dalla UE.

I progetti vanno realizzati entro agosto 2026: ritardare ancora può comprometterne la realizzazione, indispensabile per rafforzare la disponibilità energetica del Paese, ridurne i costi e decarbonizzare le attività produttive, in coerenza con il contrasto al cambiamento climatico.

I segnali della maggioranza, del Governo e dei Ministri responsabili delle scelte sono inquietanti. Il sequestro del carbonio nel sottosuolo (CCS) con soldi pubblici, bocciato dal Consiglio regionale dell’Emilia Romagna e da una call dell’UE, escluso dal PNRR rientra dalla finestra con il REPowerEU; il carbone forse uscirà prima del previsto, ma il governo vuole reintrodurre il nucleare in Italia stracciando i risultati di ben due referendum popolari.

Il Ministro Pichetto Fratin ha anticipato l’aggiornamento del Pniec ma senza la prevista consultazione dei portatori di interesse, ipotizzando un mix energetico al 2030, con due terzi di rinnovabili e un terzo di fossili, ma non perde occasione per dichiararsi per il ritorno al nucleare, senza alcun rispetto per il voto della maggioranza dei cittadini.

Facile intravvedere nel terzo di fossili il mantenimento, se non l’aumento, del metano, nella prospettiva di diventare un hub per l’Europa, che non dovrebbe esistere nella transizione energetica di alcun paese dell’UE. Il Governo sta preparando la reintroduzione dell’azzardo del nucleare da fissione. Si parla di fusione solo per confondere le idee, perché comunque non sarà disponibile prima di molte decine di anni.

Gli interessi che vogliono il nucleare da fissione non vanno sottovalutati, hanno lavorato da anni per la sua riabilitazione. Il nucleare da fissione sarebbe una scelta grave e sprezzante della volontà popolare e non potrebbe che trovare risposta in un nuovo referendum abrogativo, perché nulla è sostanzialmente cambiato - a cominciare dal problema irrisolto della sicurezza e delle scorie - da quando l’Italia ne è uscita per prima, per di più ora anche la Germania ha chiuso le sue centrali.

Gran parte delle centrali nucleari sono invecchiate e la terza generazione avanzata, la cosiddetta III+ (AP 1000, reattore PWR della Westinghouse, EPR PWR di Areva) sono un clamoroso fallimento senza dimenticare che l’EPR che Sarkozy voleva appioppare al Governo Berlusconi, respinto dal referendum del 2011, è passato a Flamanville da 3,2 miliardi di Euro a 19 come ha denunciato la Corte dei Conti francese.

Solo il salvataggio dello stato francese tramite EDF ha evitato il clamoroso fallimento di Areva. Miliardi di quella rovinosa avventura saranno recuperati dalla Francia tramite l’inserimento del nucleare, insieme al gas, nella “tassonomia verde”, a carico quindi di tutti i Paesi della UE. Un esito fortemente voluto e determinato al Parlamento di Strasburgo da tutta la Destra europea.

La IV generazione del nucleare da fissione è di là da venire, e, in ogni caso, sarà a carico dello stato, visto che da quando i sei progetti di reattori sono stati presentati nel 1999 dal Generation International Forum (GIF), nessun privato da 20 anni si è fatto avanti per produrre un prototipo industriale di potenza.

E’ auspicabile che la Destra al governo cominci a dubitare del nucleare. Le grandi centrali di potenza invecchiano prima di essere allacciate alla rete, i loro costi si moltiplicano per sei, la Generation IV che doveva subentrare resta sulla carta, né si può ripiegare sui reattori (Small Modular Reactor), “piccoli e sicuri” che semplicemente non lo sono ma moltiplicano i problemi. Per di più il numero di SMR per ottenere una potenza pari a quella di un EPR (1.600 MW) configura una disseminazione radioattiva di decine di piccoli impianti di 70-100 MW, come i due attualmente in esercizio sui 50 progettati. Questa filiera è militare, come la costruttrice Rolls Royce ha rivendicato dal Governo inglese.

Il nucleare è più vecchio del transistor, ha sottolineato il Nobel Giorgio Parisi, infatti i Reattori III+, Generazione IV, SMR sono tutti basati sugli stessi principi di funzionamento. Da quando la fissione nucleare è diventata impianto per la generazione elettrica le migliorie sono solo ingegneristiche, nessuno ha ripensato alla Fisica del Reattore per garantire la sicurezza della fissione in termini non solo di componenti e loro modifiche o di sala di controllo.

Il Governo è paralizzato nella realizzazione del Deposito nazionale per la bassa e media attività radioattiva. Si è tentato di aggirare il problema delle scorie ad “alta attività” stoccando tutto nella stessa area, allarmando ancora di più le popolazioni e facendoci così restare sotto infrazione della Commissione UE. La credibilità del governo sul nucleare è pari alla sua incapacità di dare attuazione ai Depositi per le scorie.

Mario AgostinelliAlfiero GrandiJacopo RicciMassimo SerafiniMassimo Scalia

Foto: https://it.freepik.com/foto-premium/mano-che-tiene-l-energia-solare-del-

sistema-ecologico-in-citta_3896415.htm

https://www.adista.it/articolo/70173

sabato 17 giugno 2023

Giustizia, cosa prevede la riforma Nordio approvata dal Cdm: la scheda.

 

Approvato dal Consiglio dei Ministri del Governo Meloni, il dl Nordio prevede diverse novità, in tema di intercettazioni, abuso d’ufficio e molto altro. Qui una sintesi.

Il Consiglio dei Ministri la approvato il disegno di legge contenente “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento giudiziario“. Nel primo pacchetto di riforme voluto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio la cancellazione dell’abuso d’ufficio, modifiche al traffico di influenze illecite, fortemente ridimensionato, stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni a tutela dei terzi non coinvolti nelle indagini e sulla custodia cautelare, limiti alla possibilità per i pm di ricorrere in appello. Ecco le novità introdotte.

ABROGAZIONE DELL’ABUSO D’UFFICIO E MODIFICHE A TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE – Abolizione dell’abuso d’ufficio e modifiche al traffico di influenze illecite, che viene meglio definito e tipizzato e “limitato a condotte particolarmente gravi”. Aumentano le pene previste che vanno da un anno e 6 mesi a 4 anni e 6 mesi. Per il reato è anche prevista la non punibilità se l’autore collabora con la giustizia.

INTERCETTAZIONI – Non devono essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento. Già oggi la legge vieta la pubblicazione del contenuto di intercettazioni fino al deposito: ora anche dopo il deposito degli atti, la pubblicazione del contenuto (totale o parziale) è possibile solo se le conversazioni sono citate dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzate nel corso del dibattimento. E non può essere rilasciata copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti o e dai loro difensori. Viene inoltre ampliato l’obbligo di vigilanza del pubblico ministero sui cosiddetti brogliacci e il dovere del giudice di ‘stralciare’ le intercettazioni, includendovi, oltre ai già previsti ‘dati personali sensibili’ anche quelli ‘relativi a soggetti diversi dalle parti’ (fatta salva, anche in questo caso, l’ipotesi che essi risultino rilevanti ai fini delle indagini).

CUSTODIA CAUTELARE – Il ddl prevede interventi sull’applicazione delle misure custodia cautelare, per le quale sarà necessario l’interrogatorio di garanzia dell’indagato, a meno che non sussista pericolo di fuga o di inquinamento delle prove Si introduce il principio del contradditorio preventivo in tutti i casi in cui, nel corso delle indagini preliminari, non risulti necessario che il provvedimento cautelare sia adottato ‘a sorpresa’. Questo per evitare l’effetto dirompente sulla vita delle persone di un intervento cautelare adottato senza possibilità di difesa preventiva e per consentire al giudice un contatto diretto on l’indagato prima dell’adozione della misura. La decisione, nel caso della custodia cautelare in carcere, sarà affidata non al gip ma a un collegio di tre giudici. Questa disposizione, dato l’impatto sull’organizzazione dei tribunali, entrerà in vigore tra 2 anni per consentire un intervento di ampliamento della pianta organica dei magistrati di 250 unità.

INFORMAZIONE DI GARANZIA – Nel ddl si prevede che nell’informazione di garanzia deve essere ora contenuta una descrizione sommaria del fatto su cui si indaga, che oggi non è prevista. Si prevede anche che la notifica avvenga con modalità che tutelino maggiormente l’indagato, stabilendo che la consegna avvenga in modo da garantire la riservatezza del destinatario.

LIMITI ALLE IMPUGNAZIONI DEI PM – Il ddl ridisegna il potere d’impugnazione del pubblico ministero contro le assoluzioni in primo grado per escludere che possa proporre appello rispetto a sentenze relative a reati di contenuta gravità. Ma restano appellabili le decisioni di assoluzione per i reati più gravi, compresi tutti quelli contro la persona che determinano particolare allarme sociale, tra i quali sono ricompresi i reati cosiddetti da codice rosso.

GIUDICI POPOLARI IN CORTE D’ASSISE – Si introduce una norma di interpretazione autentica per chiarire che il requisito di età massima fissato per i giudici popolari delle Corti d’Assise in 65 anni deve sussistere soltanto al momento della nomina. Si evita così il rischio che, in procedimenti per gravissimi reati anche per mafia e terrorismo, siano ritenute nulle le sentenze pronunciate da Corti d’Assise nelle quali un giudice popolare abbia superato i 65 anni durante il processo.

https://www.ilriformista.it/giustizia-cosa-prevede-la-riforma-nordio-approvata-dal-cdm-la-scheda-362978/