giovedì 3 ottobre 2024

Che odore avevano i ricchi romani?

 

Nel 2019 un residente della città spagnola di Carmona stava scavando una piscina quando ha sfondato una camera sotterranea. Gli archeologi di Siviglia furono chiamati a indagare e, salendo nella buca, trovarono una tomba di famiglia romana intatta del I secolo d.C. con sei urne sepolcrali ancora in posizione.
Tra le offerte funerarie ad una donna morta intorno ai 40 anni c'era una delicata bottiglia ricavata in cristallo di quarzo, sigillata con un tappo di bitume e con al suo interno il contenuto coagulato. Utilizzando tecniche di scansione all'avanguardia come la diffrazione dei raggi X, la spettroscopia a raggi X a dispersione e la microscopia elettronica a scansione, gli esperti sono riusciti a determinare l'esatta composizione della sostanza all'interno del recipiente senza aprirla.
Che la bottiglia contenesse olio profumato - offerta comune nelle tombe romane - non era di per sé una sorpresa ma l'essenza precisa era di grande interesse. L'analisi ha rivelato che il profumo era composto da due ingredienti: primo, una base o un legante di olio d'oliva che avrebbe aiutato a facilitare l'applicazione e la conservazione dell'aroma. Quanto all'essenza, è stato identificato come pogostemon cablin, altrimenti noto come patchouli.
Quasi sicuramente importato dall'India, il patchouli sarebbe stato un bene raro e costoso in epoca romana e - insieme al suo prezioso vascello - attesta l'elevato status sociale del defunto. I ricercatori hanno precedentemente rilevato accenni di estratti floreali in bottiglie usate per conservare cosmetici, conosciuti come unguentaria, ma è la prima volta che viene individuata la fonte di un aroma.

Come potete riconoscere un presuntuoso? - Guendalina Middei

 

Lo sapevate che… Socrate aveva una tecnica per smascherare la presunzione.
Come potete riconoscere un presuntuoso? Semplice, è sempre convinto di avere ragione. E i presuntuosi ad Atene non mancavano. Socrate però avvicinava il suo interlocutore, confessando la sua ignoranza. Il famoso detto socratico «so di non sapere» è il presupposto di ogni confronto. Se sei convinto di sapere qualcosa, perché mai dovresti metterti in discussione?
Socrate lasciava parlare il suo interlocutore, lo ascoltava con attenzione e poi gli poneva una semplice domanda: «ti esti?» Che cos’è? Questa domanda, questa semplicissima domanda, apparentemente innocua, inoffensiva, riusciva a far crollare qualsiasi retorica. Va bene parlare di giustizia, bene, ricchezza, onore, morte, ma cosa sono? Grazie a questa domanda venivano fuori uno a uno pregiudizi, supponenza, vanità.
Ma ciò che davvero interessava a Socrate era la ricerca, tramite il dialogo, di una verità a cui il suo interlocutore doveva giungere da solo. «Io non sono stato maestro mai di nessuno; ma se c’è una persona che quando parlo, desidera ascoltarmi, non mi sono mai rifiutato.» Cosa vi sta dicendo Socrate? Non sono un maestro, non mi sento superiore a nessuno, accetto il confronto con chiunque, non importa chi sia il mio interlocutore: ricco o povero, ignorante o istruito. Credo nel dialogo e il dialogo era per Socrate l’essenza della filosofia, del pensiero.
È la parola stessa a dirvelo: dialogo viene da dia che significa “in mezzo a” e logos che significa “pensiero/ragione.” Dialogo significa che la ragione non sta mai solo da una parte, non è monopolio di questa o quella fazione, se qualcuno è convinto a priori di essere in possesso di una qualche verità assoluta, quella persona semplicemente non sta dialogando con voi e non sta pensando. Socrate invece voleva far pensare la gente, per questo era odiato dalla classe governante. Stimolava nei suoi interlocutori il dubbio e il senso critico, li spingeva a porsi continue domande. Tutto qui. Era pericoloso? A quanto pare sì, perché hanno voluto ammazzarlo per questo.

mercoledì 2 ottobre 2024

LA CITTÀ PIÙ ANTICA DEL MONDO È GERICO.

 

Situata in Cisgiordania, si stima che Gerico sia stata fondata intorno all'8000 a.C. Con una storia di oltre 10.000 anni, è considerata la città abitata ininterrottamente più antica del mondo.
Gerico, situata nella regione della Palestina nella Valle del Giordano, è una delle prime città conosciute dall'umanità. La sua storia risale a circa l'8000 a.C., rendendola una delle prime civiltà urbane della storia.
La città si trova nella Valle del Rift, vicino al fiume Giordano, e la sua posizione strategica è stata un fattore chiave per il suo sviluppo e la sua sopravvivenza nel corso dei secoli. Gerico è stata abitata da diverse civiltà nel corso della sua storia, tra cui cacciatori-raccoglitori preistorici, Cananei, Israeliti, Babilonesi, Persiani, Greci, Romani, Bizantini e Arabi, tra gli altri.
Uno degli aspetti più notevoli di Gerico è il suo antico sistema di fortificazioni, tra cui un muro di pietra che circondava la città nel periodo neolitico. Inoltre, è famosa per la sua sorgente d'acqua naturale, chiamata "Fonte di Elias," che ha rifornito la popolazione per millenni.
Gerico è anche nota per diversi eventi biblici, come la caduta delle mura di Gerico durante la conquista di Canaan da parte degli Israeliti, secondo il racconto dell'Antico Testamento.
Oggi, Gerico è una meta turistica di grande importanza, che attira visitatori da tutto il mondo grazie alla sua ricca storia e ai suoi impressionanti resti archeologici. La città è anche conosciuta per la sua agricoltura, in particolare per le piantagioni di datteri e la produzione di cosmetici a base di fango del Mar Morto.
In sintesi, Gerico è una città con una storia affascinante e di grande importanza per l'archeologia e la comprensione delle prime civiltà umane.



















Il mistero della mummia di Bashiri.

 

Tra le sabbie eterne dell'archeologia egizia, c'è un artefatto avvolto da un alone di mistero: la mummia di Bashiri. A differenza di altre mummie studiate a fondo, questa reliquia straordinaria resiste alle mani curiose della scienza moderna, i suoi segreti protetti dalla sua estrema fragilità.
Ciò che rende la mummia di Bashiri davvero unica è l'incredibile maestria con cui sono stati realizzati i suoi fasciamenti in lino. Talmente finemente intrecciati e disposti con cura meticolosa, queste bende sono un vero capolavoro dell'arte tessile antica, scoraggiando persino i più esperti egittologi dal tentare di svolgerle. Non a caso, è stata soprannominata "l'intoccabile".
Nonostante le difficoltà, l'importanza della mummia di Bashiri è innegabile. La cura straordinaria e la precisione nel suo avvolgimento suggeriscono che la persona sepolta fosse di altissimo rango nella società egizia. L'arte complessa delle bende, simile alla maestosità delle piramidi, riflette il profondo rispetto e l'importanza di chi riposa all'interno. 🏺✨

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10228334923572995&set=pcb.10228334930293163

domenica 29 settembre 2024

Tunnel neolitici: millenni fa l’Europa era attraversata da autostrade sotterranee? - Angela Di Francesca

 

Tunnel neolitici l'Europa era attraversata da autostrade sotterranee. Heinrich Kusch archeologo Tedesco afferma – con disarmante certezza, in alcuni casi – l’esistenza di una rete sotterranea di condotti che si estende, e citiamo, “dalla Scozia fino alla Turchia“. L’esperto ribadisce come ci siano degli anelli di congiunzione ancora nascosti (in attesa di essere scoperti?), ma come la teoria generale del collegamento sotterraneo tra civiltà antiche sia quantomeno plausibile. Affascinante pensarlo, senz’altro, così come riteniamo agevole formulare una teoria simile quando nell’alta Mesopotamia ci sono siti straordinari che stravolgono le nostre conoscenze su quel passato. Ogni riferimento al duo Göbekli Tepe – Karahan Tepe è puramente casuale.

Siccome siamo coscienti del fatto che il mondo intero senta il maniacale bisogno di saperlo, ve lo diciamo: non siamo pienamente d’accordo con Kusch, anche se ne condividiamo l’intraprendenza critica. L’archeologo può lasciarsi andare in queste supposizioni perché il campo di ricerca è abbastanza inesplorato. Inoltre costanti ritrovamenti di gallerie sotto terra avvalorano la sua tesi. In cosa stona perciò? Beh, per iniziare, è difficile credere che i cosiddetti “Tunnel neolitici” (che in realtà appartengono ad un’epoca anteriore, ma quando il web sentenzia, c’è poco da fare) fossero razionalmente collegati tra loro in lungo e in largo. Poi per un territorio così esteso! Forse è anche banale dirlo.

Tunnel neolitici entrate in Scozia e Germania.
Di certo non possiamo negare la loro esistenza, così come è impossibile distogliere lo sguardo di fronte ai dati che il caro professor Heinrich sviscera. I Tunnel esistono, si estendono per chissà quanti km e sono una realtà visibile in parte del continente europeo. E sì, queste gallerie testimoniano una grande conoscenza architettonica, nonché ingegneristica, appartenuta a popoli vissuti millenni fa (le testimonianze più sorprendenti ci parlano di opere antropiche di vecchie 12.000 anni).

L’umanità già allora conosceva strumenti e tecniche avanzate per la realizzazione di intere città sotterranee. Gli esempi non mancano. Kusch cita come prova le formazioni piramidali in Bosnia (sotto le quali si estendono tunnel chilometrici, la maggior parte dei quali inesplorati ed inesplorabili). Ma l’esempio balcanico secondo noi non è tanto azzeccato come lo è quello anatolico. L’esperto tedesco non poteva non chiamare in causa Derinkuyu, conglomerato urbano che sprofonda sotto il suolo per circa 85 metri e forse anche più.

Tunnel neolitici corridoio sotterraneo Cappadocia
La fonte più antica che ci parla di Derinkuyu è Senofonte (430 a.C. – 355 a.C.), il quale attesta lo sviluppo della città al VIII secolo a.C. In realtà è probabile che la sua formazione sia di molto precedente, ma come sempre, si avanza per teorie e non per certezze. Cosa si può ricavare da queste parole? Tanto o poco, dipende dalle prospettive che ognuno ha a riguardo.
Si crede che ci sia tanto da scoprire prima di giungere a tesi così azzardate, ma è questo il bello della ricerca… 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=9208296092520486&set=a.1018037388213105

Il lago Baikal, Siberia orientale, Russia.

 

Il lago Baikal, situato nella Siberia orientale, Russia, è una meraviglia naturale e patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
È il più antico lago d'acqua dolce, stimato tra 20-25 milioni di anni, e il più profondo, con una profondità massima di 5.315 piedi (1.620 metri). Questo antico lago contiene circa il 20% dell'acqua dolce terrestre, rendendolo una risorsa cruciale per il pianeta. Le acque cristalline del lago consentono una visibilità fino a 40 metri di profondità, offrendo una vista affascinante del suo mondo sottomarino. Uno dei fenomeni più coinvolgenti del lago Baikal si verifica in inverno, quando il lago si gela. Il ghiaccio forma splendidi frammenti turchesi, creando un paesaggio surreale. Questi frammenti di ghiaccio, modellati da forti venti, possono raggiungere altezze impressionanti. Possono formarsi fino a 32-39 piedi.
Manda un messaggio alla Legazpi.
Credito immagine: Olivier Renck, Alexey Trofimov.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=1707676609994100&set=gm.1344395106353275&idorvanity=1250840562375397

sabato 28 settembre 2024

Uno studio calcola in più di 6 miliardi di pianeti simili alla nostra Terra presenti nella sola Via Lattea, la nostra galassia: i dettagli. - Pasquale D'Anna

 

Possono esistere fino a un pianeta simile alla Terra per ogni cinque stelle simili al Sole nella Via Lattea, secondo le stime del 2020 degli astronomi dell’Università della Columbia Britannica che utilizzano i dati della missione Kepler della NASA (missione terminata). Per essere considerato simile alla Terra, un pianeta deve essere roccioso con un diametro simile a quello terrestre e in orbita attorno a stelle come il Sole (tipo G). Inoltre gli esopianeti devono orbitare nelle zone abitabili delle proprie stelle, la giusta distanza affinché ci sia una temperatura atta a poter “ospitare” acqua liquida, e potenzialmente vita, sulla sua superficie.

Un numero enorme di pianeti extrasolari.

Le stime precedenti della frequenza dei pianeti simili alla Terra andavano da circa 0,02 pianeti potenzialmente abitabili (per stella simile al Sole) ad uno. In genere, i pianeti come la Terra sono più difficili da individuare rispetto agli altri tipi, poiché sono piccoli e orbitano lontani dalle loro stelle. Ciò significa che un catalogo planetario rappresenta solo un piccolo sottoinsieme dei pianeti che sono effettivamente in orbita attorno alle stelle. Gli scienziati hanno usato una tecnica nota come “modellazione in avanti” per superare questi limiti.

Il radius gap.

La ricerca  ha anche fatto luce su una delle questioni più importanti della scienza degli esopianeti: il “radius gap” dei pianeti. Il divario di raggio dimostra che non è comune per i pianeti, con periodi orbitali inferiori a 100 giorni, avere una dimensione compresa tra 1,5 e 2 volte quella della Terra. I ricercatori hanno scoperto che il divario del raggio esiste in un intervallo molto più ristretto di periodi orbitali di quanto si pensasse in precedenza. La ricerca continua!

https://www.passioneastronomia.it/esistono-oltre-6-miliardi-di-pianeti-come-la-terra-nella-nostra-galassia-lannuncio-degli-scienziati/