Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 16 giugno 2025
Le rovine di Pisac, arroccate sulle alture della Valle Sacra degli Incas in Perù. - Andrea Milanesi
domenica 15 giugno 2025
Triops longicaudatus - wikipedia
I Notostraca sono un ordine di piccoli crostacei appartenenti alla classe Branchiopoda. L'ordine comprende una sola famiglia (Triopsidae) suddivisa in due generi.
Gli appartenenti al genere Triops hanno due occhi composti ed un solo occhio naupliare posto fra gli altri due. La morfologia esterna apparentemente non ha subito modifiche da quella del Triops cancriformis nel Triassico 220 milioni di anni fa. Il Triops cancriformis potrebbe essere la più antica specie animale ancora vivente.[1] I membri dell'ordine ormai estinto dei Kazacharthra sono molto simili, essendo discendenti di questo stesso ordine.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Anche se i notostraci somigliano agli anostraci, la struttura è profondamente diversa. La testa e la parte anteriore del torace di questi crostacei sono coperti da uno scudo piatto ed ovale. Sul bordo anteriore della corazza, su una piccola sporgenza, sono posti due occhi composti scuri e senza palpebre. Tra di essi è posto un singolo occhio naupliare. Dietro i tre occhi si trova uno strano organo composto di quattro cellette la cui funzione non è chiara, potrebbe essere un organo che secerne internamente qualche sostanza. Il bordo posteriore della corazza ha un incavo semicircolare che lascia scoperta la parte posteriore del torace. L'addome termina con un telson sul quale sono posti due lunghi uropodi segmentati chiamati furcae.
Osservando un notostraco dalla faccia ventrale, si può facilmente notare la struttura dei suoi segmenti e degli arti. Nella parte anteriore il carapace piega verso la parte ventrale dove si unisce ad un grosso labbro (labbro superiore) di forma pressoché quadrata. Il primo e secondo paio di antenne sono molto piccoli mentre le mandibole sono piuttosto grandi con molte proiezioni dentali. La bocca è collocata tra le mandibole dietro il labbro. Dietro le mandibole ci sono due mascelle. Come negli anostraci, su ognuno dei restanti 10 segmenti toracici sono poste due zampe. Le zampe hanno, sul lato interno, sei lobi che spingono il cibo verso la bocca; sul lato esterno c'è un grande lobo natatorio ed uno per la respirazione trasformato in una branchia (gli anostraci hanno due lobi per la respirazione per ogni zampa). Studi dettagliati sui muscoli hanno portato alla conclusione che le zampe dei notostraci e degli anostraci non hanno relazione filogenetica, apparentemente si sono evoluti in modo indipendentemente pur avendo la stessa funzione.
Il primo e, meno ovviamente, il secondo paio di zampe di un notostraco differisce dalle altre paia di zampe perché i quattro lobi interni si sono modificati in una struttura allungata e segmentata a forma di flagello che sporge dai lati del carapace. Questi sono degli organi sensoriali che somigliano alle antenne degli altri crostacei. Questa modifica dei lobi interi delle zampe anteriori è sicuramente associata alla riduzione delle antenne.
Nelle femmine l'undicesimo paio di arti è dotato di una struttura abbastanza particolare: il grande lobo esterno, che negli alti arti è utilizzato per il nuoto, si è modificato in una capsula in grado di accogliere le uova. Nei maschi l'undicesimo paio di zampe è uguale agli altri.
Un'altra caratteristica sorprendente dei notostraci è che ogni segmento toracico dal tredicesimo in poi, porta da quattro a sei paia di zampe quindi queste specie possono avere fino a settanta zampe, più degli altri crostacei. Le zampe diventano più piccole mano a mano che si va verso i segmenti posteriori, gli ultimi segmenti sono privi di zampe.
Una evidente differenza fra i notostraci e gli anostraci è che nei primi le zampe anteriori sono dotate alla base di alcuni aculei che puntano verso l'interno. I notostraci usano questi aculei per raccogliere grossi pezzi di cibo e passarli da una zampa all'altra fino alla bocca. Gli anostraci filtrano il cibo sospeso nell'acqua mentre i notostraci non sono in grado di farlo. I loro arti posteriori servono soprattutto alla respirazione, difatti si può notare che anche quando sono fermi continuano a muovere gli arti posteriori mentre quelli anteriori sono fermi. Durante il nuoto le zampe si piegano e si raddrizzano con un movimento ad onda. Lo zoologo svedese Lundblad fece un esperimento versando alcune gocce di carminio nell'acqua vicino alle zampe posteriori e notò che l'acqua si muoveva lentamente in avanti verso la fessura formata dalle zampe posteriori, appena raggiunto il decimo paio di zampe il flusso si intensificò mostrando l'importanza degli arti anteriori nel portare il cibo alla bocca.
La visione è importante durante il nuoto dei notostraci: illuminando il fondo di un acquario posto in un ambiente buio questi crostacei cominciano a nuotare capovolti quindi gli occhi posti sul dorso sono sensibili alla luce. L'esperimento porta allo stesso risultato anche coprendo gli occhi ed il crostaceo è posato col ventre sul fondo. Apparentemente i notostraci reagiscono alla luce perché l'occhio naupliare attraversa il corpo fino al lato ventrale di fronte al labbro superiore dove è posta una zona non pigmentata. In conclusione i notostraci sono sensibili alla luce simultaneamente proveniente da sopra e sotto.
Il senso della vista non è utilizzato per la ricerca del cibo ma si avvalgono di speciali recettori chimici concentrati sulle strutture a forma di antenna poste sul primo paio di zampe. Un notostraco può scovare facilmente un lombrico in un acquario e mangiarlo. Gli studi mostrano che se viene aggiunto del chinino al verme, il crostaceo lo percepisce con le antenne e si rifiuta di mangiarlo.
continua su: https://it.wikipedia.org/wiki/Notostraca
sabato 14 giugno 2025
Gli scienziati hanno trovato un modo per distruggere le cellule cancerose usando la luce, non farmaci, nè radiazioni.
I ricercatori hanno creato un nuovo potente strumento che distrugge le cellule tumorali usando solo la luce e un colorante speciale già utilizzato negli ospedali. Questi “martelli pneumatici molecolari” non hanno bisogno di farmaci tossici né di radiazioni. Invece, vibrano così velocemente quando colpiti dalla luce nel vicino infrarosso da strappare le cellule tumorali dall’interno.
Il colorante, chiamato aminocianina, è normalmente usato nelle scansioni mediche. Ma quando viene colpito dalla luce, le molecole iniziano a vibrare un trilione di volte al secondo—velocità sufficiente ad aprire le membrane delle cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane vicine. Nei test di laboratorio, il 99% delle cellule di melanoma umano è stato distrutto in questo modo. Nei topi, metà dei tumori è scomparsa completamente dopo un solo trattamento, e il resto si è ridotto.
Ciò che rende speciale questo metodo è che la luce nel vicino infrarosso può penetrare in profondità nel corpo—fino a 10 centimetri—raggiungendo organi e ossa senza bisogno di interventi chirurgici. Inoltre, poiché il colorante si lega naturalmente alle cellule tumorali, il trattamento è altamente mirato.
A differenza dei trattamenti tradizionali, le cellule tumorali non possono facilmente resistere a essere fisicamente fatte a pezzi. E poiché il colorante è già approvato dalla FDA per l’uso umano nelle immagini diagnostiche, questo potrebbe accelerare i test clinici sull’uomo.
E non si tratta solo di cancro. Un altro studio guidato dalla Aston University ha scoperto che un tipo speciale di luce chiamata “luce attorcigliata” può attraversare la pelle e i tessuti senza perdere la sua forma. Può rilevare minuscoli cambiamenti in profondità nel corpo—come segni precoci di infiammazione, tumori o persino variazioni nei livelli di zucchero nel sangue—senza alcun taglio o ago.
https://www.facebook.com/photo/?fbid=734415432453548&set=a.161918353036595
Sorprendente. Ora sappiamo perché Monsanto ha attaccato i “denti di leone”. - Francesca Ferrari
Sorprendente. Ora sappiamo perché Monsanto ha attaccato i “denti di leone”:
giovedì 12 giugno 2025
Il drago volante.
Drago volante, nome scientifico Draco volans, è una lucertola appartenente alla famiglia Agamidae, endemica del Sudest asiatico. Come altre specie di Draco, esso è in grado di muoversi planando tramite un paio di membrane dette patagi.

Il drago volante raggiunge la lunghezza di 22 cm, coda inclusa. Il corpo è di color tanno, screziato da macchie scure. Le costole sono allungate ed emergono dai lati del corpo, a sostegno di una coppia di patagi. I patagi del maschio vanno dal tanno all’arancione acceso e presentano bande scure, mentre quelli della femmina non presentano bande, bensì segni irregolari.
Il drago volante si nutre di insetti, soprattutto formiche e, forse, termiti. Uno studio condotto nel Mindanao orientale, nelle Filippine, ha riscontrato che la dieta di questi rettili consiste esclusivamente di formiche.
La specie è endemica delle foreste pluviali tropicali del sud-est asiatico, diffusa soprattutto in Indonesia, Malaysia occidentale, Thailandia, nelle Filippine, a Singapore e nel Vietnam. In particolare, l’habitat di Draco volans è costituito dalle foreste secondarie, e dai confini delle foreste.
Le ‘ali’ del drago volante sono sostenute dalle sue costole, che formano lo scheletro dei patagi. Queste costole allungate sono sovrapposte tra di loro e non svolgono alcuna funzione nella respirazione. Non è in grado di volare attivamente, tuttavia riesce a sfruttare i patagi per planare di albero in albero.
Il drago volante può planare per 8 metri.
Il drago volante ha la capacità di planare utilizzando estensioni laterali simili ad ali della pelle chiamate patagia. Durante il salto, il Draco Volans aprirà le ali e scivolerà a terra, in genere possono planare per 8 metri.

I maschi sono molto territoriali, e non accettano la presenza di altri individui. Se due draghi si incontrano, gonfiano la gola, mettono in risalto le membrane laterali e si muovono freneticamente.
Le uova vengono deposte in una buca scavata nel terreno tra le radici degli alberi o sotto un lembo di corteccia. L’incubazione dura qualche mese, e alla schiusa i giovani sono già indipendenti.
I denti del drago volante, contrariamente a quelli degli altri sauri, sono differenziati: si possono notare anteriormente gli ‘incisivi’, poi i ‘canini’ e infine i ‘molari’, in un modo molto simile a quelli degli antenati dei mammiferi.
https://www.neveappennino.it/news/drago-volante-una-lucertola-in-grado-di-muoversi-planando/
