venerdì 15 agosto 2025

Poveri noi, schiavi di schiavi...

 

Non contano nulla e oggi ne hanno dato l’ennesima dimostrazione, organizzandosi una call tipo incontro tra alcolisti anonimi, dove ognuno, nella sua incapacità di elaborare mezzo pensiero decente, giocava a chi sparava la più grossa e roboante.
A Meloni, Ursula, Macron, Merz, Zelensky e compagnia, Trump ha solamente dato uno zuccherino. Del resto, si accontentano di poco: gli basta un pretesto per poter fare un comunicato, dando l’impressione di contare qualcosa, per finire nelle aperture dei TG e sulle prime pagine.
Ma concretamente sono un branco di falliti, esclusi dai negoziati sulla sicurezza di casa propria, che riescono a influire meno di zero. E infatti, non sapendo o non potendo mettere giù una strategia decente, continuano a ripetere “pace giusta”, “Ucraina nella NATO”, “diritto internazionale”, “i confini non si toccano” e tutte le altre robe che negli anni passati hanno totalmente disatteso o con cui hanno coperto chi continua a farli a pezzi, vedi Israele.
Ci fanno sapere di aver presentato 5 proposte, come se valessero qualcosa. Come se avessero vinto la guerra. Tra queste proposte, oltre a quelle sopra menzionate, dicono che prima di iniziare a parlare serve un cessate il fuoco. Giusto per far rifiatare e rifornire l’esercito ucraino. Non si rendono conto che ormai tutto è finito e che la Russia, negli ultimi giorni, appena ha schiacciato leggermente l’acceleratore, a momenti arriva davvero a Lisbona.
Però per loro va bene una call, un titolo o una pacca sulle spalle. Che è quella che gli ha appena dato Trump, dopo che, assieme a Biden, ci ha letteralmente spolpato vivi.
Sulla Russia, in particolare, dovrebbe essere una materia di studio: a partire da come ha fermato la NATO, passando per la neutralizzazione delle sanzioni e l’ampliamento dei rapporti diplomatici e commerciali nel mondo, per finire a come sta gestendo la vittoria di una guerra contro oltre 30 Paesi che spendono quasi dieci volte di più per comprare armi e nonostante tutto non hanno alcuna voce in capitolo!

martedì 12 agosto 2025

domenica 10 agosto 2025

Giudice Esposito i giornalisti che lo diffamarono riconoscono la loro non correttezza e chiedono scusa.

 

Sul Fatto del 09/08/2025

Un’altra vittoria per il giudice Antonio Esposito, presidente del collegio che in Cassazione rese definitiva, nel 2013, la condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi.

Nel 2020 fu oggetto di un violento attacco diffamatorio da parte dei giornali e delle tv berlusconiane che definivano la sua una “sentenza politica” espressa da un “plotone di esecuzione”.

Sono già arrivate le condanne in sede civile ai giornalisti di Libero, al direttore del Giornale e del Riformista nonché ad Alessandro Sallusti e Pietro Sansonetti per le dichiarazioni rese nel programma condotto da Nicola Porro Quarta Repubblica.

Oggi un lungo elenco di giornalisti chiude la partita in sede penale sottoscrivendo il seguente comunicato che riceviamo e pubblichiamo dal dottor Esposito, allegato all’atto di transazione: “I giornalisti di Libero, Pietro Senaldi (all’epoca direttore), Fausto Carioti, Vittorio Feltri, Fabrizio Cicchitto Fabrizio, Azzurra Barbuto, Renato Farina e Cristiana Lodi e i giornalisti del Giornale, Alessandro Sallusti (direttore) e Stefano Zurlo, tutti imputati in un procedimento penale per diffamazione a mezzo stampa ai danni del dottor Esposito pendente al Tribunale di Roma, hanno riconosciuto in una lettera indirizzata al dott. Esposito, la non correttezza e la ingenerosità delle accuse di cui il magistrato è stato fatto oggetto su articoli di stampa e nel corso di trasmissioni televisive, confermando che la funzione giurisdizionale dallo stesso esercitata è stata regolare e corretta.
Il dott. Esposito, preso atto dei chiarimenti, si è impegnato a rimettere le querele a suo tempo presentate”. 

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