mercoledì 14 maggio 2025

Ursula von der Leyen - caso Pfizer - sms - Albert Bourla

 

La decisione della Commissione europea che ha negato a una giornalista del New York Times l'accesso ai messaggi di testo scambiati tra la presidente
Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, nel quadro delle trattative che portarono al maxi-accordo sui vaccini anti-Covid «è annullata». Lo ha stabilito il Tribunale Ue accogliendo il ricorso del New York Times.

La sentenza - da alcuni già definita storica - era molto attesa non solo per le sue implicazioni giuridiche, ma anche per il potenziale impatto politico sulla leadership della tedesca al suo secondo mandato alla guida dell'esecutivo comunitario. Il caso ruota attorno all'ipotesi che la Commissione europea abbia violato le regole sulla trasparenza: la richiesta di accesso agli sms - avanzata dal quotidiano statunitense e dalla sua giornalista Matina Stevis ai sensi delle norme Ue sull'accesso agli atti delle istituzioni comunitarie - si riferiva ai messaggi di testo scambiati tra von der Leyen e Bourla tra gennaio 2021 e maggio 2022.

Nella sua sentenza di primo grado, il Tribunale ricorda che, in linea di principio, «tutti i documenti delle istituzioni europee dovrebbero essere accessibili al pubblico», sottolineando che le risposte offerte da Bruxelles - che ha sostenuto di non essere in possesso di quei messaggi - «si basano o su ipotesi, oppure su informazioni mutevoli o imprecise». 


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Artefatto in ceramica. - Bulgaria

 

Questo artefatto in ceramica nasce dal periodo calcolitico, databile al V millennio a.C. Scoperto a Ovcharovo, situato nel nord-orientale della Bulgaria, l'artefatto presenta una rappresentazione schematica di una figura umana, potenzialmente raffigurante una divinità. L'esistenza di figurine simili nella regione indica una tradizione culturale comune tra le persone di quest'epoca. Oggi, il reperto è conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Sofia, Bulgaria.

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È morto José Pepe Mujica, ex presidente dell’Uruguay.

 

È morto l'ex presidente dell'Uruguay Josè ‘Pepe' Mujica. Aveva 89 anni, era malato e da tempo riceveva cure palliative per un tumore all'esofago diagnosticato nel 2024. Mujica fu presidente dell'Uruguay dal 2010 al 2015. In precedenza era stato senatore e ministro dell'Agricoltura. Nato nel 1935, avrebbe compiuto 90 anni il 20 maggio.

Pochi mesi fa, il 9 gennaio, Mujica aveva annunciato che il tumore si era espanso dall'esofago al fegato e che avrebbe fermato le cure: "Il mio corpo non ce la fa più. Il mio ciclo è finito e un guerrigliero ha diritto a riposare", aveva detto. Ieri poi la moglie Lucía Topolansky (ex senatrice e vicepresidente del Paese dal 2017 al 2020) aveva fatto sapere che l'ex presidente era "alla sua fine". E aveva aggiunto: "Sono con lui da più di 40 anni, sarò con lui fino alla fine. È stata la mia promessa". La sua morte è stata annunciata dal presidente in carica dell'Uruguay, Yamandú Orsi, che l'ha definito "presidente, attivista, guida e leader".

La vita di Pepe Mujica, da contadino e guerrigliero a presidente

Mujica era stato un guerrigliero con i Tupamaros (o MLN-T), un movimento di guerriglia urbana di sinistra ispirato alla rivoluzione cubana e attivo in Uruguay tra gli anni Sessanta e Settanta e durante la dittatura, quando ‘Pepe' passò dodici anni in carcere, in isolamento totale, subendo durissime torture. Venne liberato solo nel 1985, con il ritorno della democrazia, quando i detenuti politici ricevettero l'amnistia.

Fu tra i fondatori del Movimento di partecipazione popolare, o MPP, la formazione politica principale del Fronte Ampio. Eletto deputato per la prima volta nel 1994, venne poi nominato ministro dell'Allevamento nel 2005. Nel 2009 vinse le elezioni presidenziali con il 48% dei voti.

Era noto per il suo carisma e il suo approccio frugale – dovuto alle origini contadine e all'essere cresciuto in povertà, tanto che si definì il "presidente più povero del mondo", anche perché donava la grande maggioranza del suo stipendio in beneficienza – ma anche per la sua attività intellettuale. Il suo mandato da presidente portò numerose innovazioni: dalla legalizzazione della marijuana a quella dell'aborto e dei matrimoni omosessuali. In quegli anni i salari minimi aumentarono del 250%, e il tasso di povertà nel Paese passò dal 45% all'11%. L'Uruguay divenne anche uno Stato leader nel settore delle energie rinnovabili.

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Toprakkale Space Shuttle - Istambul

 

Il cosiddetto Toprakkale Space Shuttle è un artefatto intrigante e controverso ospitato al Museo Archeologico di Istanbul. Fu scoperto nel 1975 durante gli scavi a Tuspa (ora conosciuta come Toprakkale), un'antica città vicino al lago di Van, nella Turchia orientale che un tempo apparteneva al Regno Urartiano (830-612 a.C.).
L'oggetto è piccolo, lungo circa 23 cm, e presenta una figura seduta racchiusa in quella che alcuni descrivono come capsula o capsula. La sua forma insolita ha disegnato paragoni con uno space shuttle moderno, scatenando teorie su antiche civiltà avanzate e persino contatti extraterrestri.
L'artefatto ha guadagnato un'attenzione diffusa soprattutto grazie a Zecharia Sitchin, uno scrittore noto per aver promosso l'idea che gli antichi esseri umani fossero visitati dagli alieni. Ha rivendicato l'oggetto come prova di un vecchio viaggio spaziale. Tuttavia, gli archeologi tradizionali e i funzionari del museo non hanno confermato queste affermazioni. Infatti, alcuni suggeriscono che il pezzo potrebbe non essere nemmeno antico - potrebbe essere fatto di gesso e polvere di marmo, suggerendo che potrebbe trattarsi di una creazione più recente o addirittura di un falso.
Nonostante il brusio, il museo non ha ufficialmente esposto l'oggetto né rilasciato informazioni dettagliate sulla sua origine. Per ora, il Toprakkale Space Shuttle rimane un mistero - parte artefatto, parte leggenda e completamente aperto all'interpretazione.

Dichiarazione di Putin dopo le minacce e i ricatti dei leader Europei su altre sanzioni alla Russia. - Giuseppe Salamone

 

Ora mettetevi comodi, leggete attentamente questa dichiarazione di Putin dopo le minacce e i ricatti dei leader Europei su altre sanzioni alla Russia:
"Non possiamo farci intimidire da nuove possibili sanzioni. Chiunque inizi a spaventarsi perderà immediatamente tutto, ma dobbiamo capire cosa può accadere e dobbiamo essere preparati a qualsiasi azione dei possibili malintenzionati futuri. Fanno molte cose a loro discapito. Sembra che questa o quella cosa non verrà sicuramente fatta perché arreca loro danno. Ma a farla sono degli idioti/deficienti. Solo nel tentativo di farci del male."
Ora è partita la grancassa mediatica per la parola idioti/deficienti. Tutti indignati. Io onestamente non so come chiamare un cumulo di governanti che mettono sanzioni a un Paese facendo fallire il proprio. Che mettono sanzioni rinunciando al gas di un Paese per poi andarlo a comprare altrove quattro volte più caro.
Non so come definire questi personaggi che mettono sanzioni causando inflazione e incremento esponenziale delle bollette energetiche. Che mettono sanzioni causando impoverimento sociale e deindustrializzazione. Che mettono sanzioni e vedono le proprie economie in recessione o in stagnazione mentre l'economia Russa, sanzionata, cresce di oltre il 4%.
Dove sta il problema in quelle parole? Che dice di avere a che fare con degli idioti o deficienti? Perché, scusate, voi come chiamereste dei leader che si autosanzionano se non deficienti o idioti? Statisti? Patrioti? Sovranisti? No, idioti o deficienti è addirittura fin troppo poco!

martedì 13 maggio 2025

Qanat, Iran. - Nicolas Kess Jighu

 

Oltre 3.000 anni fa, nel cuore del deserto, i persiani compirono un miracolo.
In uno dei luoghi più aspri e aridi della Terra, gli antichi ingegneri persiani escogitarono una soluzione ingegnosa a un problema di vita o di morte: come portare l'acqua nel deserto. La risposta furono i qanat, uno straordinario sistema di gallerie sotterranee che sfruttava la sola gravità per trasportare l'acqua dalle lontane sorgenti montane alle città, alle fattorie e ai villaggi attraverso l'arido paesaggio. Nessuna pompa, nessun macchinario: solo ingegneria ingegnosa, strumenti semplici e determinazione.
Queste gallerie in leggera pendenza, alcune delle quali si estendevano per oltre 50 chilometri, incanalavano silenziosamente acqua dolce sotto la terra bruciata. Il risultato? Oasi verdi sbocciarono dove un tempo c'era solo sabbia sterile.
Città come Yazd, Nishapur e Gonabad crebbero attorno a queste importanti arterie sotterranee, diventando vivaci centri di commercio, cultura e vita quotidiana nell'Impero Persiano. I qanat alimentavano i giardini, irrigavano le colture, rifornivano i bagni pubblici e contribuivano persino a plasmare alcuni dei primi esempi di progettazione urbana.
Uno dei qanat più antichi ancora in funzione esiste ancora a Gonabad, in Iran. Con oltre 2.700 anni di storia, attinge acqua da un pozzo profondo 300 metri e scorre ancora oggi. Questo lo rende più antico di Roma e continua a svolgere la sua funzione.
L'UNESCO ha dichiarato i qanat iraniani Patrimonio dell'Umanità, non solo per la loro incredibile storia, ma anche come esempio senza tempo di gestione sostenibile delle risorse idriche. In un mondo che si trova ad affrontare una crescente scarsità d'acqua, questi antichi sistemi possono offrire preziosi insegnamenti per il nostro futuro. 

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IL TAVOLO OCCULTO DEI TRE PAPEROGA DI GUERRA. - Pino Cabras

Davanti al fiorire di ipotesi sui gesti goffissimi e maldestri dei tre Paperoga guerrafondai (Starmer, Macron, Merz) che cercavano di nascondere con enorme imbarazzo alcuni oggetti sul tavolo della loro riunione in treno, stiamo perdendo di vista un aspetto:
questi non vanno valutati con le normali interpretazioni che si riserverebbero alle personalità politiche normali (e sempre più rare) che abbiano ancora una qualche connessione con il loro popolo.
In questo caso stiamo parlando di tre assoluti sociopatici in mano a potenti oligarchie per le quali svolgono un lavoro di pura obbedienza, del tutto privi di un pensiero politico autonomo, sempre più indifferenti al consenso perché portati a sacrificare senza battere ciglio intere popolazioni.
Qualcuno ha pronto per loro un copione da recitare, dove la democrazia non conterà più nulla.
Starmer, a dispetto dell’intera storia laburista britannica da cui proviene, ha di recente deciso di smantellare entro l’anno con decine di migliaia di licenziamenti il nerbo del sistema sanitario, il tutto mentre stanzia miliardi per un folle riarmo, senza nessun rimorso e nessun occhio rivolto alla colossale impopolarità che gliene deriva.
Starmer va come un treno lanciato verso il fianco di una montagna, come se nulla fosse, come se il crescente consenso del partito di Farage dovesse essere travolto da un fatto più grave e inarrestabile.
Macron si è ridotto a reggere tutto il suo potere con manovre di Palazzo talmente misere e impacciate che farebbero apparire i “governi balneari” italiani di 50 anni fa capolavori da statisti. Vuole a tutti i costi spendere il capitale nucleare residuo accumulato dal ruolo di mini-superpotenza della Francia per intestarsi il sabotaggio della pace perseguito dalla classe dirigente globalista russofoba (provvisoriamente ridimensionata dalla confusa perestrojka di Donald Trump).
Anche Macron ha messo in modalità “a tutto vapore” la corsa verso la catastrofe, pronto a impedire chissà con quali soprese la corsa di Marine Le Pen.
Merz – da parte sua - vuole assorbire intorno a Berlino gran parte del riarmo europeo e rendere irreversibile la rottura con la Russia, al punto da promettere perfino la distruzione del Ponte di Kerč che unisce la Crimea al resto della Federazione Russa. Anch’egli è già dentro una rovinosa caduta dei consensi, ma lui pure se ne frega, come se fosse disposto a tutto, con i servizi segreti tedeschi che scalpitano per trovare pretesti per eliminare il principale partito di opposizione.
Nessuno stupore quindi che quel che nascondevano in modo grottesco i tre Paperoga guerrafondai possa essere la qualunque.
Qualunque cosa nascondessero, non era la più grave che potesse essere praticata delle loro personalità profondamente disturbate, poste al servizio di potentati ancora più impazziti.
Anche se non sarà facile ricostruire una partecipazione di massa, saranno i popoli a doversi riprendere la parola e il peso del consenso sovrano.
Diventa una questione di autodifesa, perché l’orizzonte di questi maggiordomi di Blackrock è un’Europa "armata e armante" votata alla guerra.