domenica 23 marzo 2025

Scoperte strutture che si estendono al di sotto delle piramidi di Chefren, Khufu e Mykerinos sotto l’altopiano di Giza. - ROSA CAPPATO

 

Il Progetto Chefren è stato condotto e illustrato dal team di ricerca, coordinato da Corrado Malanga, Filippo Biondi, Armando Mei e Nicole Ciccolo.

Scoperta monumentale sotto l’altopiano di Giza, senza spostare neanche una pietra e a costo zero. “Queste strutture formano una vasta area di costruzioni non naturali, seguendo geometrie complesse”. È stata presentata una scoperta eccezionale, alla stampa internazionale sabato 15 marzo e domenica 16 in conferenza pubblica, alla presenza di circa mille persone. L’evento ha avuto luogo a Castel San Pietro Terme (Bologna). 

Il Progetto Chefren, “The Khafre Research Project SAR Technology” è stato condotto e illustrato dal team di ricerca, ampiamente discusso e con prove di supporto, coordinato da Corrado MalangaFilippo BiondiArmando Mei e Nicole Ciccolo quale responsabile dell’area comunicazione. 

Malanga è stato ricercatore ordinario presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa dal 1987 al 2017. La sua ricerca si è concentrata sulla sintesi e la reattività di composti eterociclici, sulla reattività di composti organometallici di nichel, silicio, magnesio e alluminio e su nuove reazioni in chimica organica correlate alla produzione di composti di valore più elevato attraverso trasformazioni di interconversione di gruppi funzionali (FGI). Questi interessi hanno portato alla pubblicazione di oltre sessanta articoli su riviste scientifiche internazionali nel campo della chimica. Ha insegnato corsi di Chimica Organica, Chimica Organometallica e Chimica Organica Sostenibile (Chimica Verde) presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa. 

Biondi ha una laurea in Ingegneria dell’informazione presso l’Università del Salento e laurea magistrale in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso la stessa università, un dottorato di ricerca in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Università dell’Aquila. 

Mei è laureato all’Università Federico II di Napoli in Politica economica e Storia delle civiltà africane. Il suo campo di interesse è lo studio delle civiltà antiche e in particolare dell’egittologia con particolare attenzione al periodo predinastico. Dal 2002, si è dedicato completamente a un percorso di ricerca storica e archeologica sul campo per l’Afterlife Foundation Centro Ricerche (Italia), che lo ha portato a esplorare sul campo gli antichi siti della civiltà egizia e in particolare l’Altopiano di Giza. Per 5 anni ha collaborato con il prof. Lloyd Knutson (scienziato ed ex Smithsonian Institution Washington, e 99° presidente dell’Entomological Society of America) e autore della prefazione del suo primo libro ‘Giza: Le piramidi satellite e il codice segreto’. 

Ciccolo è esperta in Grafologia; esaminatore di documenti forensi in diritto civile e penale. Questo team di esperti ha impiegato per la prima volta una tecnica innovativa che utilizza la tomografia Doppler con radar ad apertura sintetica (SAR, Synthetic Aperture Radar). I primi risultati ottenuti e rivelati riguardano la piramide di Chefren e l’underground di Giza. Si tratta di strutture, camere e corridoi dentro la piramide. Sono state anche identificate estese serie di pozzi verticali, che si stima si estendano almeno sino a 1000 metri di profondità, con ciascuna piramide principale, che funge da punto di accesso a questi sistemi sotterranei. Trovate inoltre vaste camere interrate, di dimensioni paragonabili a quelle delle piramidi stesse. 

I relatori hanno dettagliato i punti chiave della ricerca, durata circa un anno, sottolineando la natura delle tecniche non invasive usate, basate su dati SAR, forniti gratuitamente come open source da Capella Space (https://www.capellaspace.com) e Umbra (https://umbra.space).

Il progetto si fonda dunque su una tecnologia innovativa e conservativa. “Il nostro studio è stato ispirato da precedenti ricerche condotte, descritte e pubblicate da Filippo Biondi e Corrado Malanga. Tale ricerca, focalizzata sull’analisi delle strutture interne della piramide di Chefren, ha portato alla pubblicazione di un libro e di un articolo scientifico. Ha rivelato numerose strutture interne all’interno della prima piramide dell’Altopiano di Giza, scoprendo la presenza di stanze e corridoi sia sopra, che sotto il livello del suolo. Questa ricerca ha utilizzato la tecnologia SAR e, per la prima volta, impiegato un software innovativo e originale sviluppato da Filippo Biondi”. Il software ha permesso latrasformazione del segnale elettromagnetico radar in informazioni fononiche, in grado di rilevare spostamenti millimetrici di strutture vibranti all’interno delle strutture analizzate, rimaste completamente invisibili fino ad allora.

In pratica questo radar particolare ‘legge’ le vibrazioni emesse dai materiali, fino a parecchie centinaia di metri nel sottosuolo. Le immagini tomografiche ottenute attraverso questa metodologia ha portato alla costruzione di un modello della piramide di Khufu. “Nella seconda fase della nostra ricerca, abbiamo deciso di concentrare l’analisi radar sulla seconda piramide più importante dell’altopiano di Giza: la piramide del Khafre. Questa piramide ha fornito una ricchezza di dati relativi a strutture interne precedentemente sconosciute. Le immagini tomografiche ottenute dall’elaborazione dei dati satellitari hanno immediatamente evidenziato la presenza di 5 strutture situate al centro della piramide, sopra la ‘camera di Belzoni’, che contiene un presunto sarcofago erroneamente ritenuto essere la tomba del faraone.

Queste strutture condividono la stessa forma della cosiddetta ‘struttura di Zed’ trovata all’interno della piramide di Khufu, sopra il soffitto della camera del faraone o del re. I 5 Zeds sembrano essere collegati da percorsi geometrici, e accanto a queste strutture, ulteriori costruzioni secondarie sono visibili da varie angolazioni satellitari”. I risultati hanno dunque permesso di realizzare un modello 3D dell’intero complesso. L’esame di decine di immagini tomografiche ottenute da diverse angolazioni, utilizzando Capella Space e Umbra ha consentito la ricostruzione in 3D della maggior parte degli oggetti individuati all’interno della piramide di Chefren. Sotto il livello del suolo della struttura principale ci sono delle costruzioni cilindriche, allineate verticalmente, che si estendono per centinaia di metri sotto l’Altopiano di Giza. In particolare, otto di queste, disposte in due file parallele da nord a sud, scendono fino ad una profondità di 648 metri, fondendosi in due grandi ‘cassoni’ cubici che misurano circa 80 metri per lato. Gli 8 elementi cilindrici identificati nelle immagini tomografiche appaiono come pozzi verticali, cavi all’interno, circondati da percorsi a spirale discendente.

Nel mondo esistono analoghe costruzioni tubolari: in India, Turchia, Italia (il pozzo di San Patrizio). La fase successiva del progetto ha comportato l’analisi dei dati tomografici per determinare l’intera estensione delle costruzioni sotterranee sotto l’Altopiano di Giza. La scoperta: le immagini tomografiche rivelano chiaramente che sotto l’altopiano esistono strutture che si estendono al di sotto delle piramidi di Chefren, Khufu e Menkaure (Mykerinos) per circa due chilometri. I relatori hanno confermato che questa scoperta offre approfondimenti senza precedenti sull’antica civiltà egizia e sulle sue meraviglie architettoniche. “Queste strutture formano una vasta area di costruzioni non naturali, seguendo geometrie complesse”. Il Progetto ora prosegue. “Nella quarta fase della nostra indagine le strutture scoperte saranno ulteriormente analizzate, con la possibilità di scavo, per verificare la natura artificiale di quelle che abbiamo identificato”. È stato annunciato che tra qualche mese ci saranno ulteriori aggiornamenti.

https://piazzalevante.it/scoperte-strutture-che-si-estendono-al-di-sotto-delle-piramidi-di-chefren-khufu-e-mykerinos-sotto-laltopiano-di-giza/#:~:text=economia%20e%20sport-,Scoperte%20strutture%20che%20si%20estendono%20al%20di%20sotto%20delle%20piramidi,sotto%20l'altopiano%20di%20Giza&text=Scoperta%20monumentale%20sotto%20l'altopiano,naturali%2C%20seguendo%20geometrie%20complesse%E2%80%9D.

giovedì 20 marzo 2025

George Michael - Jesus to a Child (1994 Berlin MTV Awards) dedicata al asuo compagno Anselmo Feleppa, morto di Aids nel 1993.


Gesù Ad Un Bambino

La gentilezza è nei tuoi occhi, credo che mi hai sentito piangere
Mi hai sorriso come Gesù ad un bambino
Sono beato, lo so, il paradiso manda benedizioni ma può anche riprendersele
Mi hai sorriso come Gesù ad un bambino

E cosa ho imparato da questa sofferenza?
Pensavo che non mi sarei mai più sentito così
Verso qualcuno o qualcosa
Ma adesso so...
Quando trovi l''amore
Quando capisci che esiste
Allora l'amante che ti manca
Arriverà da te in queste fredde, fredde notti

Quando sei stato amato
Quando conosci la felicità che comporta
Allora l'amante che hai baciato
Ti conforterà quando non c'è in vista alcuna speranza

C'è tristezza nei miei occhi, nessuno può immaginarlo, nessuno l'ha mai provato
Mi hai sorriso come Gesù ad un bambino
Freddo e senza amore, con il tuo ultimo respiro hai salvato la mia anima
Mi hai sorriso come Gesù ad un bambino

E cosa ho imparato da tutte queste lacrime?
Ti ho aspettato tutti quegli anni
E proprio quando tutto è iniziato, lui ha portato via il tuo amore per me
Ma io continuo a dire...
Quando trovi l'amore
Quando capisci che esiste
Allora l’amante che ti manca
Arriverà da te in queste fredde, fredde notti

Quando sei stato amato
Quando conosci la felicità che comporta
Allora l’amante che hai baciato
Ti conforterà quando non c'è in vista alcuna speranza

Così le parole che non sei riuscito a dire
Le canterò per te
E l’'amore che avremmo potuto creare
Lo raddoppierò
Per ogni singolo pensiero che
E' diventato parte di me

Sarai sempre
Il mio amore

Beh, sono stato amato
Così ora so cos'è l'amore
E l’'amante che ho baciato
E' sempre al mio fianco

Oh l'amante che ancora mi manca
Era come Gesù ad un bambino
Scritta da George al suo compagno 

martedì 18 marzo 2025

IL GRANDE GELO E LE CITTÀ SOTTERRANEE.

 

Negli antichi testi di Zoroaster, si racconta un evento catastrofico che ha devastato la Terra: un'improvvisa e breve era glaciale, chiamata "i giorni di Malkush", durata circa tre anni. Prima che questo disastro avvenisse, una divinità, Ahura Mazda, ha offerto un mezzo di salvezza: costruire città sotterranee per proteggersi dal gelo. Potrebbe esserci un po' di verità in questa storia, che sembra uscire da un romanzo di fantascienza?
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Quello che vedete nella foto è Derinkuyu, una misteriosa città sotterranea situata nella regione della Cappadocia in Turchia. Secondo gli archeologi, il centro di questa città esisteva già 2.800 anni fa, almeno 8 secoli prima di Cristo. Stiamo parlando di un'intera città, scavata a 85 metri di profondità, capace di ospitare fino a 20.000 persone. Ma è probabile che anche le grotte naturali siano precedenti a quella data.
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Derinkuyu non è una semplice grotta: è una struttura complessa, con 18 livelli sotterranei, tra pozzi, cappelle, stalle, scuole e anche aree dedicate alla produzione di vino e olio. Alcune parti della città mostrano tracce di riutilizzo in epoca medievale, con l'aggiunta di strutture religiose cristiane, ma il nucleo originale risale a un'epoca molto più antica.
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La città fu "riscoperta" solo nel 1963, quando un uomo, durante i lavori di ristrutturazione della sua casa, trovò accidentalmente un tunnel che conduceva a questo mondo sotterraneo. Da allora, Derinkuyu è diventato uno dei più affascinanti esempi di antico ingegno umano.
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Derinkuyu non è un caso isolato. Poiché la tecnologia moderna ci permette di esplorare il mondo sotterraneo, stiamo scoprendo che le città sotterranee e le reti di tunnel sono un fenomeno diffuso in tutto il mondo:
Egitto: sotto l'altopiano di Giza, c'è un vasto sistema sotterraneo di caverne, gallerie artificiali e fiumi. Alcuni ricercatori, come il Dr. Selim Hassan, hanno documentato passaggi che si estendono per chilometri, suggerendo che gli antichi egizi (o forse una civiltà precedente) conoscevano tecniche avanzate di scavo.
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Guatemala: sotto il complesso piramidale Maya di Tikal, sono stati mappati 800 chilometri di gallerie, molti dei quali sono ancora inesplorati.
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Cina: nel 1992 sono state scoperte 24 grotte artificiali nella provincia di Zhejiang, scavate con incredibile precisione. Si stima che 36.000 metri cubi di pietra siano stati rimossi per costruirli.
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Europa: migliaia di tunnel dell'età della pietra, chiamati "Erdstall", si estendono in tutto il continente, lasciando gli archeologi perplessi sul loro scopo originario.
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Oggi sappiamo che circa 12.000 anni fa, la Terra fu colpita da un'improvvisa e intensa era glaciale, chiamata Dryas Giovane. Questo evento, durato circa 1.300 anni, ha provocato un drastico calo della temperatura e ha interrotto gli ecosistemi globali. Possibile che i "giorni di Malkush" raccontati da Zoroaster siano un ricordo distorto di questo cataclisma? E se è così, le città sotterranee come Derinkuyu sono state costruite per proteggersi dal gelo?
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Ma c'è di più: da cosa, o da chi, si proteggevano gli antichi quando scavavano queste città? Come potrebbero le persone che, teoricamente, non conoscevano il ferro o la ruota, creare opere così complesse? Anche con la tecnologia del ventunesimo secolo, costruire una città come Derinkuyu richiederebbe decenni di lavoro.
...
Cosa ci nasconde il nostro passato? Possibile che le civiltà avanzate, ormai dimenticate, abbiano lasciato tracce del loro passaggio sotto i nostri piedi?
...
L'articolo continua nel libro:
HOMO RELOADED - La storia nascosta degli ultimi 75.000 anni.

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giovedì 13 marzo 2025

Dio, religione, paradossi.

 

Viviamo in uno Stato democratico, sottomesso, purtroppo, alla religione cattolica, che non ammette le diversità di genere, tacciandole come abominio....

Se ne deduce, pertanto, che la religione cattolica taccia di abominio un creazione di Dio...

Ma, chi afferma ciò, si rendo conto del fatto che, se asserisce che siamo tutte creature di Dio, sta asserendo che il Dio al quale fa riferimento, è colpevole di aver sbagliato qualcosa durante la sua creazione?

Il Dio in cui poter credere dovrebbe essere il padre tanto decantato dalla religione cattolica, quello che:

- protegge i propri figli e fa giustizia ove ci fossero ingiustizie;

- che non permette che si verifichino guerre (le ha fatte anche la chiesa),

- e non manderebbe il figlio prediletto a sacrificare la vita per mondare i peccati causati dal suo "libero arbitrio" da lui voluto e concesso ai tutti i suoi figli...

Ma quanti errori attribuisce a Dio la Santa Chiesa Cattolica?


Io non posso credere in un Dio che non muove un dito per aiutare chi ha bisogno, che non punisce chi commette reati ...
e che, per mondare i peccati delle sue creazioni, sacrifichi la vita del suo figlio migliore che, essendo anch'esso un Dio, si presume abbia una vita eterna.

Ci sono troppe storture in questo mondo, per credere in un Dio cosi' poco paterno ed incoerente.

cetta.

martedì 11 marzo 2025

Serenità.

 

Durante la vita ho imparato che, se si ha la coscienza a posto, si è più propensi a superare gli ostacoli con coraggio e determinazione; basterà liberarsi degli elementi o persone che ci intralciano durante il nostro cammino. Sarà faticoso, ma la consapevolezza di poter contare su se stessi e sulla propria coscienza, ci aiuterà a superare gli ostacoli.

Tutti gli esseri viventi hanno il sacrosanto diritto di vivere la vita come più gli aggrada, purchè non danneggi gli altrui percorsi.

cetta

domenica 9 marzo 2025

Valeriana, la città Maya scoperta nello Yucatan

 

Nelle profondità della penisola dello Yucatan è emerso un enorme complesso sotterraneo, che ha rivelato un'antica civiltà diversa da qualsiasi altra conosciuta prima. Dai templi cerimoniali alle intricate incisioni e incisioni ultraterrene, la scoperta allude a un'arte avanzata, all'ingegneria e forse anche a una conoscenza astronomica primitiva. Questa cultura perduta potrebbe essere precedente ai potenti Maya o Aztechi? Mentre i ricercatori approfondiscono, si svelano misteri di rituali, offerte e connessioni celesti, sfidando tutto ciò che pensavamo di sapere sulla storia mesoamericana.

giovedì 6 marzo 2025

Gunung Padang: la piramide più antica del mondo nascosta sotto la Terra. Indonesia. - Nicolas Kess Jighu

Gunung Padang: la piramide più antica del mondo nascosta sottoterra.
E se la piramide più antica del mondo non fosse in Egitto ma in Indonesia? Gunung Padang, un sito misterioso nella Giava Occidentale, potrebbe essere proprio questo. Sebbene sembri una semplice collina ricoperta di fitta vegetazione, sotto la sua superficie si trova un'enorme struttura antica, che potrebbe riscrivere la storia umana.

Studi recenti che utilizzano il georadar (GPR), la tomografia sismica e gli scavi archeologici suggeriscono che Gunung Padang sia una piramide a più strati, costruita nel corso di migliaia di anni. Lo strato più alto, visibile oggi, è costituito da colonne di pietra, muri, sentieri e spazi aperti, datati a circa 3.000-3.500 anni fa (1.000 a.C.). Ma gli strati più profondi rivelano scoperte ancora più sorprendenti.

A una profondità di 3 metri, un secondo strato di blocchi di basalto colonnare è stato datato tra 7.500 e 8.300 anni fa (circa 6.000 a.C.), precedente alle prime civiltà conosciute. Al di sotto di questo, un terzo strato si estende per 15 metri di profondità e si stima abbia circa 9.000 anni. Ancora più sorprendentemente, un quarto strato, secondo la datazione al radiocarbonio C14, potrebbe essere antico quanto 28.000 anni, spingendo la civiltà umana indietro a un'epoca molto prima della storia registrata.

Questa scoperta sfida l'archeologia tradizionale, che tradizionalmente sostiene che gli umani fossero cacciatori-raccoglitori primitivi a quel tempo. Gunung Padang suggerisce che società avanzate potrebbero essere esistite molto prima di quanto abbiamo mai immaginato. I ricercatori ritengono che prima della fine dell'ultima era glaciale, una vasta massa continentale chiamata Sundaland si estendesse attraverso l'attuale Indonesia. Quando il livello del mare si innalzò 14.000 anni fa, gran parte di essa fu sommersa, nascondendo potenzialmente centinaia di civiltà perdute sotto le onde.

Gunung Padang potrebbe essere la chiave per svelare il nostro passato dimenticato? Con tre camere sotterranee ancora da esplorare, i segreti di questa antica piramide aspettano ancora di essere svelati.

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martedì 4 marzo 2025

Justin Trudeau. - Lorenzo Tosa

 

Il premier canadese Justin Trudeau ha risposto agli sciagurati dazi americani con quella che è, a tutti gli effetti, una vera e propria lezione al mondo su come si risponde, politicamente, economicamente e pure dialetticamente a Donald Trump.

“Il Canada non lascerà che questa decisione ingiustificata rimanga senza risposta.
Se le tariffe americane dovessero entrare in vigore questa notte, il Canada, a partire dalle 12:01 di martedì, risponderà con tariffe del 25% sui 155 miliardi di dollari di beni americani. Partiremo con i dazi su merci dal valore di 30 miliardi di dollari e poi continueremo il lavoro tra 21 giorni.
Le nostre tariffe rimarranno in vigore fino a quando l’azione commerciale degli Stati Uniti non sarà ritirata. Mentre esortiamo l’amministrazione statunitense a riconsiderare la sua decisione, il Canada rimane fermo nel difendere la sua economia, i suoi posti di lavoro, i suoi lavoratori e un accordo equo”.

Non una virgola di più, non una di meno.

Ecco, io i patrioti, quelli veri, me li immagino così. Come Justin Trudeau.

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sabato 1 marzo 2025

VAE VICTIS. - Daniele Dell'Orco

 

Di fronte alla scazzottata in mondovisione tra Donald Trump, JD Vance e Volodymyr Zelensky, il tribunale del web si è pronunciato nel modo più prevedibile e immaturo possibile.
I pro-Zelensky lo sono ancora di più.
I pro-Trump lo sono ancora di più (una prece per i furbetti che fino ad ora hanno sempre provato a tenere il piede in due scarpe).
Tuttavia, analizzando a mente un po' più fredda questa pagina di storia in diretta TV, è come sempre necessario sgombrare il campo dall'emotività.
Innanzitutto, il contesto.
Alla corte di Trump sono passati già Emmanuel Macron e Keir Starmer, e abbiamo visto come sono stati trattati. Anche in quei casi la stampa occidentale ha "celebrato" le "sfide" mosse da questi leader a Trump come una dimostrazione del risveglio dell'Europa.
Bugia.
Sono stati ridicolizzati entrambi.
Alla luce di ciò, della considerazione che Trump ha dell'Europa e dei suoi politici, delle frasi già pronunciate all'indirizzo di Zelensky, dei colloqui con Putin e, cosa da non dimenticare mai, dei VOTI ottenuti affinché facesse proprio ciò che sta facendo (possiamo discutere sul come), è stato davvero ingenuo da parte di Zelensky aspettarsi nella sua trasferta a Washington uno scenario rispetto a quello dell'agguato a favore di telecamera.
L'America del MAGA, una grande potenza e dunque situazionale come tutte le grandi potenze, non crede e non può credere che gli ucraini stiano combattendo per lei e per i suoi valori. L'America del MAGA crede che sia lei ad aver fatto un favore a Zelensky affinché restasse vivo, in buona salute e in grado di mettere una firma per saldare la cambiale ricevuta tre anni fa nei tempi e nei modi stabiliti dal creditore.
Dicendo alla fine persino grazie per i mesi concessi e per non aver permesso che su Bankova sventolasse il tricolore russo.
Zelensky, invece, pensa ancora che quello ucraino sia un esempio per il mondo libero e che sia quindi il mondo libero a dover dire grazie a lui e all'Ucraina. Ecco perché nell'intervista tv post-scontro ha persino definito l'America "partner".
Da questo palesemente lacunoso reality check nasce lo scazzo, giacché nello Studio Ovale la situazione è degenerata quando Zelensky ha "risposto" a JD Vance dicendogli in sostanza in pieno volto che in virtù di ciò che sta succedendo in Ucraina dal 2014 sarebbe improprio parlare di "diplomazia".
Il virgolettato chiave è: "Di quale diplomazia stai parlando, JD?"
Vance, che comunque deve essere sempre chiamato "Mr Vice-President" specie a casa sua, è il secondo uomo più potente del mondo che risponde a un elettorato che ha votato per lui e per Trump affinché potessero cambiare rotta in politica estera smettendo di spendere soldi per imprese militari che le persone non capiscono.
Così, di fronte alla reprimenda di Zelensky che vorrebbe invece che gli Usa si impegnassero ancora di più garantendo a Kiev le armi per essere abbastanza potenti da trattare con i russi alla pari e soprattutto le famose "garanzie" in caso di futuri attacchi russi, JD Vance ha detto ciò che TUTTI i suoi elettori pensano, ovverosia che Zelensky è un ingrato che ha fatto circonvenzione di incapace nei confronti di Joe Biden frodando l'America per miliardi di dollari per una faccenda privata della famiglia Biden e di una cricca liberal.
Subito dopo, con l'intervento di Trump a gamba tesa, la seconda leggerezza dialettica di Zelensky è stata quella di dire al Presidente americano che si sarebbe trovato nella sua "stessa situazione" molto presto.
Come può il leader di un Paese al collasso spiegare al leader della più grande potenza al mondo (e che vuole fare di tutto per dimostrare di esserlo) che "presto" si troverà nei guai come fosse un'Ucraina qualunque?!
È necessario allora ricordare chi sia davvero Volodymyr Zelensky: una figura cruciale del "Resistance Operating Concept", lo schema multifattoriale applicato affinché il "progetto Ucraina" non si sciogliesse dopo due ore dall'ingresso dei carri armati russi.
Pur animato da indubbio coraggio proprio nella concitata fase iniziale di conflitto nel 2022, la sua notorietà è stata estremamente caricata in modo artificiale affinché potesse essere accettato da tutto l'Occidente come leader da sostenere senza pensare alle conseguenze.
Dai mancati accordi di Istanbul in poi, però, qualcosa è iniziato a cambiare e, col passare dei mesi e con l'aumento del malcontento generale, la sua immagine si è sovrapposta a quella dell'establishment che una buona parte di opinione pubblica occidentale ormai odia in modo viscerale.
Contro il "sistema", già in crisi per via della gestione della pandemia, si è incanalata un'insofferenza visibile nei processi elettorali ma in generale nel crollo di fiducia da parte dei cittadini. E siccome quello stesso "sistema" ha sponsorizzato anche Zelensky, passato lo shock dell'inizio della guerra la gente ha iniziato a considerare anche lui parte di una impalcatura volta all'inganno, alla corruzione, all'incapacità nella gestione dei bisogni della gente comune.
Ciò, accompagnato da una carrellata davvero imbarazzante di stupidate da nebbia di guerra a cui si è prestato lo stesso Zelensky, ha contribuito via via ad offuscarne il mito.
Da par suo, Zelensky sta confondendo tuttora il suo ruolo e nello Studio Ovale ha dimostrato di fraintendere il coraggio con l'incoscienza. Essendo forse entrato un po' troppo nella parte, non ha capito che il patto col Diavolo non lo sta firmando oggi per la cessione di ricchezze agli Usa, ma l'ha firmato nella primavera del 2022 quando gli venne offerta la prospettiva di poter tenere vivo con flebo perenni e in stato comatoso un Paese che altrimenti sarebbe sparito del tutto.
E, in cambio, avrebbe comunque dovuto cedere tutto ciò che quel Paese ha da offrire.
Lui che per qualche ragione ha creduto che gli stessero offrendo la possibilità di vincere, si ritrova oggi incapace di accettare che l'offerta è sempre stata questa fin dall'inizio, ma i dem americani lo allisciavano mentre guardavano l'Ucraina sanguinare, Trump e JD Vance gli ricordano a brutto muso che ha già da tempo venduto l'anima al Diavolo.
E ora il Diavolo ha bisogno di incassare.
L'America del MAGA, alla luce di ciò, sta dicendo a Zelensky che l'accordo non si cambia e non c'è margine per "trattare" alcunché di nuovo, men che meno "garanzie di sicurezza" a tutela di qualcosa il cui destino è già legato al volere dell'America del MAGA.
Mostrare empatia nei confronti di uno sconfitto è comprensibile.
Il totale ribaltamento della realtà che va avanti da tre anni ad oggi però no.
Quando occupò Roma Brenno disse "vae victis", infierendo su coloro che non si erano ancora resi conto della portata della disfatta e provavano a reclamare tributi di guerra più leggeri. Ci si può impietosire al solo pensiero ma, pur nella sua crudeltà, è una scena che rientra nell'ordine naturale delle cose.
Oggi come allora.

MARCO TRAVAGLIO - Voleva essere un duro - IFQ - 1 MARZO 2025

 

A Zelensky era già accaduto di beccarsi le lavate di capo di un presidente Usa: era Biden che lo cazziava ora per la pretesa di miliardi e armi a getto continuo senza mai ringraziare, anzi rimproverando l’alleato di fare sempre troppo poco; ora per le bugie sul missile ucraino caduto in Polonia e spacciato per russo per trascinare gli Usa e il mondo nella terza guerra mondiale. Ma una scena come il match Trump-Zelensky nello studio ovale a favore di telecamere è un unicum nella storia, figlio dell’Èra Donald che sconvolge non solo la sostanza, ma anche le forme della diplomazia mondiale.
Zelensky era stato avvertito: o vieni e firmi l’accordo sulle terre rare, prologo della tregua, o stai a casa. Lui è andato senza firmare nulla. Ha anteposto la sua immagine agli interessi del suo Paese, sfidando Trump perché gli ucraini intendessero.
Voleva essere un duro, o almeno sembrarlo agli occhi del popolo che lo ama sempre meno, ricordando di essere il leader coraggioso che tre anni fa rifiutò un comodo esilio e restò a Kiev (anche perché Putin gli aveva garantito l’incolumità via Bennett). Forse s’è rafforzato con i nazionalisti che non vogliono sentir parlare di pace e compromessi. Ma non certo con la maggioranza non ideologizzata degli ucraini che non vede l’ora di chiudere la guerra e ci penserà bene prima di rivotare un nemico degli Usa chiamato “stupido” da Trump e cacciato dalla Casa Bianca.
Così Zelensky ha, se possibile, ancor più indebolito il suo Paese, sconfitto in guerra, spopolato da morti, profughi, disertori e renitenti alla leva, economicamente fallito e ora anche platealmente scaricato dal primo alleato. Che, se non è diventato nemico, poco ci manca.
Trump gli ha sbattuto in faccia le verità scomode che tutti conoscono benissimo, ma che lui si era illuso (perché era stato illuso da Biden e continua a essere illuso dall’Ue) di poter continuare a ignorare all’infinito: Ucraina e Nato hanno perso la guerra; Kiev senza gli Usa non si regge in piedi e ora che dice di no agli Usa non ha più carte in mano; Trump non si pone nel negoziato come alleato di Kiev, ma come “arbitro” fra Ucraina e Russia, neppur troppo equidistante visti i rapporti di forza.
E ora, giocandosi il rapporto con gli Usa, Zelensky si è conficcato in un vicolo cieco: o torna alla Casa Bianca, anzi a Canossa, col capo cosparso di cenere, sottoponendosi a forche caudine ancor più umilianti di quelle subìte finora e firmando qualsiasi cosa Trump gli metta sotto il naso; oppure resta solo, in balia delle truppe russe che avanzano e senza più aiuti dagli Usa, mentre Trump si accorderà con Putin.
La classica alternativa del diavolo: o un disastro o un disastro. Dopo aver perso la guerra, Zelensky rischia di aver perso anche la pace.

venerdì 28 febbraio 2025

VADIM PAPURA ERA UN GIOVANISSIMO COMUNISTA UCRAINO, DI 17 ANNI, CHE MORÌ ARSO VIVO NEL ROGO DELLA CASA DEI SINDACATI DI ODESSA,

 

appiccato da milizie neonaziste ucraine. Orde utilizzate per realizzare e consolidare il colpo di stato del 2014.
Un colpo di stato che rovesciò il governo eletto, colpevole di essere troppo "filorusso", cioè troppo poco "filostatunitense".
Ricordate l'assalto alla CGIL dello scorso anno da parte di Forza Nuova. Immaginate che quell' assalto si fosse concluso con un rogo e la morte di decine di persone innocenti. Immaginate che quel manipolo fosse parte di un'orda utilizzata per un colpo di Stato violento in Italia.
Che cosa avreste detto? E perché non un solo ricordo di quel tragico evento di 8 anni fa in queste ore?
Perché da noi se ne parlò pochissimo, come pochissimo si riflette sulla "denazificazione" citata da Putin. Forse perché nella "nuova" Ucraina i nazisti hanno potuto fare il bello e cattivo tempo per 8 anni.
Già, perché pochissimo si è parlato del fatto che la guerra in Ucraina dura da 8 anni. Non è iniziata nella giornata di oggi. Nulla si è detto sul fatto che a morire e ad essere minacciati fossero, continuamente, i civili dei territori del Donbass.
Tutto in funzione dell'ingresso di quel Paese nella NATO. Al fine di dispiegare bombe, arsenale nucleare e truppe atlantiche comodamente ai confini russi.
Non mi soffermo molto sul fatto che il nuovo regime ucraino, tra i primi atti, adottò la messa al bando del partito comunista (un partito rappresentativo di circa il 15% dell'elettorato) ed iniziò a perseguitare i suoi militanti e a colpire le sue sedi.
Non c'è stato un solo Tg o Talk che ne abbia parlato in questi 8 lunghi anni da noi.
Spegnete TV e lasciate perdere siti mainstream. La guerra è una cosa terribilmente seria. Non nascondiamoci nemmeno dietro l'equa distribuzione delle responsabilità "tra tutte le parti" in guerra. Blocchiamo questo accanimento contro la verità. Leggete questo post saprete cose che non sono state mai scritte....

mercoledì 26 febbraio 2025

DA DOVE VENIVANO? Nan Madol - Micronesia.

 

Immaginate di trovarvi su un’isoletta vulcanica sperduta nel Pacifico, circondati da migliaia di chilometri di oceano in ogni direzione. Non c’è terraferma per almeno 1.000 km. Eppure, davanti a voi si erge una città antica, fatta di blocchi di basalto colonnare, alcuni dei quali pesano fino a 50 tonnellate. Benvenuti a Nan Madol, uno dei più grandi misteri archeologici del mondo.
Nan Madol si trova sull’isola di Pohnpei, una piccola isola di appena 30 km di diametro. Nonostante le dimensioni ridotte dell’isola, la città si estende per 1,5 km ed è composta da circa 90 isole artificiali, collegate da canali e costruite con blocchi di basalto colonnare. Secondo stime prudenti, per costruire questa “metropoli” sono state utilizzate almeno 750.000 tonnellate di basalto. Per fare un paragone, gli egizi trasportarono 8.000 tonnellate di granito per costruire l’interno della Grande Piramide di Giza. Nan Madol, quindi, pesa 10 volte di più del cuore di granito della piramide.
Ma come è stato possibile costruire una città così imponente su un’isola così piccola e isolata? Gli abitanti di Pohnpei, poche migliaia di persone, non avevano né la tecnologia né le risorse per un’opera del genere. Trasportare blocchi di basalto del peso di 50 tonnellate richiederebbe una civiltà avanzata, con conoscenze ingegneristiche e logistiche fuori dal comune. Eppure, non ci sono tracce di una tale civiltà nella regione.
Un’analisi scientifica delle rocce di Nan Madol ha rivelato un altro enigma: solo il 40% del basalto proviene dall’isola di Pohnpei. Il restante 60% ha un’origine sconosciuta. Da dove è stato prelevato? E, soprattutto, come è stato trasportato fino a Pohnpei? Se per spostare il granito della Grande Piramide lungo il Nilo fu necessaria una delle più grandi civiltà del passato, chi ha trasportato un volume 10 volte maggiore nel cuore del Pacifico?
Nan Madol ha tutte le caratteristiche di una capitale: una struttura complessa, canali artificiali, isole dedicate a funzioni specifiche. Ma se era una capitale, dov’è il regno che governava? Attorno a Nan Madol non c’è altro che oceano. È come se la città fosse stata costruita da una civiltà scomparsa, di cui non abbiamo traccia.
Chi ha progettato e costruito questa città? Da dove provenivano i costruttori? Perché sono scomparsi senza lasciare altre tracce? Alcuni ipotizzano che Nan Madol sia stata costruita da una civiltà avanzata, oggi scomparsa, che dominava il Pacifico. Altri suggeriscono che possa essere il frutto di una tecnologia perduta o addirittura di un intervento extraterrestre. Quel che è certo è che gli abitanti di Pohnpei, con le loro canoe e capanne di paglia, non avrebbero mai potuto realizzare un’opera del genere.
Nan Madol rimane uno dei più grandi enigmi della storia umana. Una città costruita nel mezzo del nulla, con materiali di origine sconosciuta, che sfida ogni logica e ogni spiegazione convenzionale. Forse un giorno scopriremo la verità su questa “città impossibile”. Ma fino ad allora, Nan Madol continuerà a ispirare domande e teorie, alimentando il fascino per il mistero e l’ignoto.
ATLANTIDE 2021 – IL CONTINENTE RITROVATO

Successo senza precedenti nella sperimentazione sul trattamento del cancro.

 

Un recente studio clinico ha ottenuto risultati notevoli nel trattamento del cancro, con tutti i partecipanti che hanno subito una remissione completa. Lo studio, che ha coinvolto 18 pazienti con diagnosi di cancro al retto, ha utilizzato un farmaco chiamato Dostarlimab, un inibitore dei checkpoint appositamente progettato per rendere le cellule tumorali più visibili al sistema immunitario.
Dopo sei mesi di trattamento, le valutazioni mediche non hanno rivelato alcun cancro rilevabile in nessuno dei partecipanti. I medici hanno confermato questi risultati attraverso metodi di valutazione completi, tra cui esami fisici, endoscopie, biopsie e scansioni PET.
I professionisti medici notano che raggiungere un tasso di successo del 100% negli studi oncologici è straordinariamente raro, rendendo questi risultati particolarmente significativi.
Tuttavia, i ricercatori sottolineano che questi risultati preliminari, pur promettenti, richiedono una convalida attraverso studi clinici più ampi. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare l'efficacia a lungo termine e il profilo di sicurezza del trattamento prima di poter essere considerate un'implementazione più ampia.

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Perché gli orologi si sciolgono? - Guendalina Middei

 

Perché gli orologi si sciolgono?

E segnano tutti un’ora diversa?
Lo hanno definito il dipinto più «strano» al mondo!
Tutti lo conoscono, ma pochi ne hanno colto il vero significato.

Di primo impatto questo dipinto ti suscita un senso di inquietudine. Vi mostra una landa deserta dove sono presenti alcuni orologi che si stanno sciogliendo proprio davanti ai vostri occhi. Come se fossero fatti di gomma. Perché?

Perché il tempo non puoi possederlo o misurarlo. Non puoi conservarlo, ma soltanto viverlo e regalarlo. Nankurunaisa, dicono i giapponesi «il tempo è tutto».

Un giorno non rimpiangerai le promozioni che non hai ottenuto o le ricchezze che non hai accumulato, ma il tempo che non hai vissuto.

E la cosa più preziosa che puoi regalare a una persona non è una carezza, un bacio e neanche una parola. Ma il tuo tempo. La tua presenza. Ma questo dipinto ha anche un altro significato nascosto.

Se ci fate caso in bassa a destra c’è un quarto orologio color arancio che a differenza degli altri tre ha mantenuto aspetto solido. Delle formiche nere, che simboleggiano la morte, lo circondano come se volessero divorarlo, ma non ci riescono. L’orologio resiste.

Ecco, Dalì diede alla sua opera un nome bellissimo: «La persistenza della memoria». Perché? Perché mentre certe cose sono destinate a finire, altre invece no. I ricordi felici e le persone che abbiamo amato sono sempre dentro di noi. L'amore non muore con la morte, ecco cosa ci vi sta dicendo Dalì.

Ciò che è bello non muore mai. Ed ecco anche perché ogni orologio segna un’ora diversa.

Il tempo è troppo lento per coloro che aspettano, troppo rapido per coloro che temono, troppo lungo per coloro che soffrono, ma è eterno per coloro che amano.

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lunedì 24 febbraio 2025

Sole: potrebbe esserci un buco nero al suo interno? - Pasquale D'Anna

 

Se un buco nero inghiottisse il Sole, avremmo solo 8 minuti prima di accorgercene. Ma supponiamo che il Sole abbia inghiottito un piccolo buco nero: ecco cosa accadrebbe. 

Il Sole, la nostra preziosa fonte di calore e luce, collassa in un buco nero. O forse arriva un buco nero vagante e lo inghiotte. No, non è l’incipit di un romanzo di fantascienza. Se un buco nero di massa stellare inghiottisse il Sole, avremmo solo circa 8 minuti prima di accorgercene. Ma supponiamo che il Sole abbia inghiottito un piccolo buco nero primordiale. Ecco cosa pensano gli scienziati. I buchi neri primordiali sono ipotetici buchi neri che si sono formati durante i primi istanti dell’Universo. A differenza dei buchi neri di massa stellare o dei buchi neri supermassicci, i buchi neri primordiali sono “piccoli”, con una massa più o meno simile a quella di un asteroide e dimensioni inferiori a una palla da baseball. Compaiono in alcuni modelli teorici e sono stati usati per cercare di spiegare un po’ tutto, dalla materia oscura al misterioso Pianeta X. Molti di questi modelli sostengono che i buchi neri primordiali siano molto comuni nell’Universo, quindi è inevitabile che una stella alla fine ne catturi uno. Stelle con un buco nero al centro sono conosciute come stelle di Hawking.

Cosa sono le stelle di Hawking.

Un buco nero primordiale inizialmente non avrebbe quasi alcun effetto su una stella come il Sole. Rispetto alla massa del Sole, la massa di un asteroide potrebbe essere un granello di polvere. Un buco nero di questo tipo non potrebbe consumare rapidamente gran parte del Sole. Ma influenzerebbe le cose nel tempo. Un buco nero in una stella consumerebbe la materia nel nucleo stellare e crescerebbe con il passare del tempo. Se potesse crescere rapidamente, potrebbe consumare completamente una stella. In caso contrario, ciò potrebbe comunque influenzare l’evoluzione e la fine della vita della stella stessa.

Ma quindi c’è un buco nero nel Sole?

Lo studio mostra che tutto dipende dalla dimensione iniziale del buco nero primordiale. Per quelli con massa di circa un miliardesimo di quella solare, potrebbe consumare una stella in meno di mezzo miliardo di anni. Se ciò fosse accaduto, allora dovrebbero esserci parecchi buchi neri di massa solare là fuori, troppo piccoli per essersi formati da supernove come i tradizionali buchi neri di massa stellare. Se il buco nero primordiale è molto più piccolo, diciamo meno di un trilionesimo di massa solare, allora le cose si complicano. Il minuscolo buco nero consumerebbe parte della materia all’interno della stella, ma non a un ritmo veloce. Tuttavia, susciterebbe qualcosa nel nucleo, riscaldandolo più della sola fusione. Di conseguenza, una stella potrebbe gonfiarsi fino a diventare più fredda e più rossa delle normali giganti rosse. Tutta quella turbolenza nel nucleo potrebbe influenzare anche l’attività superficiale della stella. Perciò no, non esiste alcun buco nero nel nostro Sole. O se esiste, dovrebbe essere estremamente piccolo. Ma forse ci sono alcune stelle di Hawking là fuori, ed è questo che affascina gli scienziati. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire in astronomia!

ps://www.passioneastronomia.it/sole-potrebbe-esserci-un-buco-nero-al-suo-interno/?fbclid=IwY2xjawIpwtpleHRuA2FlbQIxMQABHazoTK3xlTGTCa1EKpuP0aQ5fgTNcPkmCxci3ehnkCrMKrmKWKY0Qbd53A_aem_FP_VJuo4QI0clOQ2wMqd4A#cosa-sono-le-stelle-di-hawking

Il Mistero della Grande Piramide di Cheope.

 

La Grande Piramide di Cheope cela un mistero spesso trascurato da storici e archeologi. È noto che la piramide è composta da circa 2.400.000 blocchi di pietra, ciascuno con un peso compreso tra 2 e 70 tonnellate. Questi blocchi furono disposti con una precisione straordinaria, con un margine di errore di appena 1 centimetro alla base e una deviazione verso nord di solo 1 grado, una precisione che oggi sarebbe possibile solo con tecnologie laser avanzate.
Tuttavia, la precisione costruttiva non è il mistero principale, né lo è il metodo con cui furono trasportati questi enormi blocchi. La vera domanda è: quanto tempo fu necessario per costruire la piramide?
Un calcolo sorprendente.
Se gli operai dell'antico Egitto avessero potuto tagliare, trasportare e posizionare un solo blocco al giorno, la costruzione della piramide avrebbe richiesto 6.575 anni! Questo significherebbe che la costruzione sarebbe iniziata intorno al 9.000 a.C., molto prima della data ufficiale accettata di circa 2.500 a.C., quando si ritiene che la piramide sia stata completata in soli 10 anni.
Un ritmo impossibile?
Se la piramide fosse stata davvero costruita in 10 anni, ciò avrebbe significato che gli operai avrebbero dovuto:
Tagliare, trasportare e posizionare un blocco ogni minuto
Lavorare 10 ore al giorno, senza sosta, per un decennio
Data la tecnologia dell'epoca, basata su utensili in rame (un metallo relativamente morbido) e senza l’uso della ruota, questa ipotesi appare altamente improbabile.
Il Mistero Rimane.
Sebbene sia chiaro che la Grande Piramide fu costruita dalla popolazione locale, il tempo impiegato per la costruzione e l’identità esatta dei costruttori rimangono avvolti nel mistero. Questa enigma continua a sfidare la nostra comprensione delle capacità costruttive delle antiche civiltà.