sabato 11 febbraio 2012

Processo Mills, la requisitoria del pm “Accertata la colpevolezza di Silvio Berlusconi”



“Non volevo usare espressioni colorite, ma si può dire, come si dice in queste aule, che Mills ha fatto scomparire il ‘cadavere’ e non ha mai voluto dare alcun aiuto per ritrovare il provento”, ossia quei 600mila dollari al centro dell’accusa. Lo ha detto il pm di Milano Fabio De Pasquale nel corso della requisitoria al processo Mills, in cui Silvio Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari: “Mills – ha aggiunto – non ha mai voluto raccontarla questa storia di Berlusconi e ha sempre tenuta nascosta la provvista”.

Questa mattina, in aula, De Pasquale aveva definito “formalismo da processo di mafia” la richiesta dei difensori di Berlusconi di avere indicazioni precise su tutti gli atti utilizzabili ai fini della discussione e di disporre la lettura delle dichiarazioni di tutti quei testi non sentiti in dibattimento. Un nuovo tentativo, da parte della difesa dell’ex premier, di allungare i tempi di un processo che si gioca sul filo della prescrizione, prevista per metà febbraio. Per questo il pubblico ministero ha chiesto al tribunale di bocciare quest’ultima questione posta da Piero Longo e Niccolò Ghedini. Le richieste dei due legali, ha detto il magistrato “mi riportano a venti anni fa, ad un processo di mafia dove era stato usato questo formalismo”. De Pasquale ha poi ricordato che l’articolo del codice indicato per la richiesta è “una norma di nessuna attualità”.

I giudici si sono ritirati nuovamente in camera di consiglio. Poi hanno dichiarato chiusa la fase dibattimentale e, dopo le 16, hanno dato il via alla requisitoria di De Pasquale, che è iniziata con la citazione della sentenza della Corte di Cassazione: “La sentenza con cui la Cassazione ha prosciolto per prescrizione David Mills dopo la condanna dell’avvocato inglese in primo e in secondo grado a 4 anni e mezzo di carcere non è solo il contenitore di materiale probatorio ma è una prova. Non servono espressioni colorite o passaggi brillanti, ma si deve rimanere su un piano freddo e tecnico”, ha aggiunto il pm: “Ci sono passaggi di fatto accertati definitivamente e legati alla colpevolezza di Silvio Berlusconi di cui parliamo in questo processo”.

Stamattina i giudici avevano bocciato le richieste di Niccolò Ghedini e Piero Longo di sentire nuovi testi. “Il collegio – è stato detto in ordinanza – ritiene che le proprie richieste non integrino quel carattere di assoluta necessità” richiesta in questa fase del procedimento. Così la difesa ha posto ai giudici una nuova questione, chiedendo al tribunale di indicare “specificatamente tutti gli atti utilizzabili ai fini della discussione”. In più ha chiesto che siano letti i verbali relativi alle dichiarazioni di testi non ascoltati in aula. Richiesta che ha scatenato la reazione del pm De Pasquale, che a breve sosterrà la requisitoria.

Le parole del pm sui “formalismi da processo di mafia” hanno subito scatenato polemiche politiche. “Non volevamo usare parole grosse, ma vediamo che i pubblici ministeri di Milano del processo Mills usano parole insultanti. Allora ricordiamo loro che il comportamento loro e del tribunale in quanto tale èquello tipico di un tribunale speciale”: così il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. “C’è un tribunale – aggiunge – che nel suo complesso deve comunque condannare Berlusconi e che per raggiungere questo obiettivo si sta mettendo sotto ai piedi i diritti della difesa, espelle testimoni dalla causa e addirittura gioca sui termini della prescrizione. Le forzature e gli strappi che stanno avvenendo a Milano sono una autentica offesa allo stato di diritto. E sarebbe opportuno che qualcuno almeno a livello di Csm desse a tutto quello che sta avvenendo una occhiata né distratta né omissiva”.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/11/processo-mills-oggi-requisitoria-dalla-difesa-formalismi-processo-mafia/190646/

FOTO: Taranto, furgone finisce in una voragine

La voragine che si e' aperta sull'asfalto a Taranto

Un furgone con a bordo tre persone è precipitato in una voragine (profonda 5-6 metri e larga sei metri) che si è aperta sull'asfalto, a causa dell'abbondante pioggia, nell'area del mercato settimanale del rione Tamburi a Taranto. I feriti, che non sono in gravi condizioni, sono stati estratti dalle lamiere dai vigili del fuoco e trasportati da ambulanze del 118 all'ospedale "Santissima Annunziata". Il manto stradale ha ceduto e il furgone è caduto nella buca ribaltandosi. L'intera area del mercato di via Deledda è stata interdetta agli altri operatori. Un mezzo speciale provvederà alla rimozione del veicolo. Sul posto sono intervenuti anche carabinieri e polizia.


http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2012/02/11/visualizza_new.html_77536787.html

«Io, investigatore scomodo sospeso per aver cercato la verità sui veleni lucani»



di FABIO AMENDOLARAPOTENZA - Ha scoperto che finti agricoltori lucani intascavano milioni di euro di fondi europei e che nei terreni dell’ex Liquichimica di Tito, alle porte di Potenza, c’erano tonnellate di veleni. Ha segnalato alla Procura potentina l’esistenza di strane società che avevano fiutato l’affare del ponte attrezzato. Ha sequestrato discariche abusive, multato cacciatori di frodo e indagato su un clan della camorra che cercava di mettere le mani su appalti per bonifiche ambientali. Poi, forse, ha messo il naso dove non doveva. E l’hanno sospeso dal posto di lavoro. Da un paio di mesi è senza stipendio. Il tenente della Polizia provinciale di Potenza Giuseppe Di Bello per un po’ non potrà fare l’investigatore scomodo. 

Morìa di pesci nellTenente, le hanno dato una punizione per aver rivelato segreti d’ufficio? Ma quali segreti d’ufficio? L’episodio che mi ha visto interessato deve essere ancora letto nella sua interezza. In sostanza sono stato sospeso per aver garantito trasparenza rispetto alle analisi sulle acque degli invasi lucani. 
Quindi non erano dati riservati? 
Si trattava di una serie di analisi chimiche dei principali invasi della Basilicata, a cominciare dal Pertusillo, una diga che porta acqua anche alla Puglia e nella quale si è verificata una massiccia moria di pesci. Quando si parla di temi che riguardano la salute dei cittadini tutto deve essere fatto alla luce del sole. Io ho solo applicato ciò che è previsto dall’accordo di Aahrus e dall’articolo 32 della Costituizione. I cittadini hanno il diritto di essere a conoscenza anche solo di ipotesi di rischio ambientale. D’altra parte proprio chi mi ha denunciato, l’ex assessore all’ambiente Vincenzo Santochirico, invitò i lucani a fare autonomamente le analisi delle acque di balneazione per essere sicuri del mare di Basilicata. 
Ma quelle analisi le aveva disposte la Procura della Repubblica? 
Assolutamente no. Era un’indagine che stavo svolgendo di mia iniziativa, essendo io un ufficiale di polizia giudiziaria. I dati provenivano dalla direzione generale del dipartimento ambiente della Regione Basilicata e contenevano i risultati del monitoraggio, compiuto il 5 e il 18 novembre del 2009, negli invasi di Monte Cotugno, del Pertusillo, del Camastra e e di Savoia di Lucania. Tutti registravano la presenza di colibatteri fecali, sintomo del malfunzionamento di depuratori. La presenza di sostanze chimiche, inoltre, testimoniava che c’era qualcosa che non andava anche sul fronte degli scarichi industriali. 
E lei ha deciso di diffondere quei dati. 
Il dirigente che mi inviò il fax con i dati mi invitava a fornirne copia ai portatori di interessi diffusi, cioé ai segretari dei partiti e ai presidenti delle associazioni ambientaliste. È proprio ciò che ho fatto. Poi, per controllare se la situazione fosse migliorata rispetto al mese di novembre, durante un mio giorno di ferie ho nominato ausiliaria di polizia giudiziaria una chimica e con la mia auto siamo andati sugli invasi. 
La zona industriale di Tito Scalo, dove sorgeva la Liquichimica - FOTO TONY VECEChi ha pagato le nuove analisi? 
Le ha pagate l’associazione Coscioni, Nessuno tocchi Caino e i Radicali. Il committente era Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani. 
E cosa è emerso? 
Che c’erano problemi in tutte le dighe. Per il Pertusillo, in particolare, il campione analizzato superava i limiti posti dal decreto legislativo riguardante la qualità delle acque. 
E invece di darle una promozione ha guadagnato una sospensione dal servizio. 
Senza stipendio, con due figli e un mutuo da pagare. Ora sono impegnato in una battaglia di civiltà per l’applicazione di diritti riconosciuti a livello europeo. Perché non applicare la convenzione di Aahrus, non garantire il diritto dei cittadini al libero accesso alle informazioni in materia ambientale, comprime i diritti dell’indivi - duo. A tutto ciò si aggiunga che, prendendo in esame tutti i reati ambientali degli ultimi 20 anni, le istituzioni pubbliche lucane non si sono quasi mai costituite parte civile nei procedimenti penali. 
È per questo che nasce il Comitato per la difesa della salute e dell’ambiente di cui lei è promotore? 
Stiamo raccogliendo firme per la trasparenza sui reati ambientali, perché solo attraverso la conoscenza è possibile garantire il diritto alla salute.

(Foto: in alto il tenente Giuseppe Di Bello; al centro la misteriosa morìa di pesi nella diga del Pertusillo; in basso l'area della ex-Liquichimica - le ultime due immagini sono firmate TONY VECE)



http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=349236&IDCategoria=12

venerdì 10 febbraio 2012

Atene a ferro e fuoco Slittano aiuti, scatta sciopero di 48 ore.

Scontri ad Atene contro le nuove misure di austerity
Scontri ad Atene contro le nuove misure di austerity


BERLINO - Un fallimento della Grecia è un rischio che non si vuole affrontare, e che non si potrebbe controllare. Lo ha detto la cancelliera Angela Merkel secondo indiscrezioni trapelate dall'incontro con i gruppi parlamentari tenuto oggi a Berlino.
Non ci sarà alcun rimpasto di governo in Grecia. L'ipotesi è stata esclusa questa sera da una fonte governativa che ha affermato che il premier Lucas Papademos non annuncerà alcun rimpasto al termine della riunione del Consiglio dei ministri prevista per questa sera. Voci circa un eventuale rimpasto del governo si erano diffuse già dal pomeriggio di oggi dopo l'annuncio delle dimissioni di una sottosegretaria socialista e di quattro ministri appartenenti al partito di estrema destra Laos.
SCATTA SCIOPERO DI 48 ORE - La Grecia si appresta a vivere oggi ancora una giornata di paralisi totale dovuta allo sciopero generale di 48 ore, proclamato dai principali sindacati del Paese - la Gsee (che raggruppa i lavoratori del settore privato), l'Adedy (che rappresenta i dipendenti del settore pubblico), e il Pame (quello vicino al Partito Comunista) - in segno di protesta contro le nuove rigide misure concordate fra il governo ellenico e i rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia.
Oltre a partecipare allo sciopero, i sindacati esortano i lavoratori a prendere parte compatti pure alle manifestazioni di protesta in programma per i prossimi tre giorni. La Gsee e l'Adedy hanno programmato per oggi venerdì e per domani sabato, alle ore 11.00, manifestazioni di protesta nella centralissima piazza di Atene, piazza Syntagma, mentre un'altra è in programma per domenica pomeriggio alle 17.00, giorno della votazione in Parlamento del disegno di legge per le nuove misure. Il Pame, come di consueto, ha indetto una manifestazione a parte oggi alle 11.00 in un'altra piazza della capitale, quella di Omonoia. Oggi tutti i settori del lavoro saranno fermi tra cui i trasporti pubblici (autobus, metropolitane e treni). Anche le navi e i traghetti resteranno attraccati nei porti per effetto dello sciopero di 24 ore proclamato dalla Federazione Nazionale Lavoratori Marittimi e quindi non vi saranno collegamenti da e per le isole. Si astengono dal lavoro i liberi professionisti, medici ospedalieri, avvocati. Chiusi anche scuole e ospedali dove sono garantiti solo i servizi di pronto soccorso. Rimarranno chiusi anche i tribunali, le banche, le sedi delle Autonomie locali, come pure i musei e i siti archeologici.
TAFFERUGLI NEL CENTRO DI ATENE - Tafferugli si sono registrati pochi minuti fa tra dimostranti e polizia nelle strade adiacenti la centralissima piazza Syntagma dove è in corso una manifestazione di protesta popolare contro le nuove misure di austerity concordate fra il governo greco e la troika. Secondo quanto riferito da radio locali, un gruppo di manifestanti ha lanciato alcune bombe incendiarie contro una decina di poliziotti in assetto antisommossa dispiegati nei pressi del Parlamento. Questi ultimi hanno reagito all'attacco esplodendo candelotti lacrimogeni e mettendo in fuga gli aggressori.

Cogenerazione, "Più sei efficiente più paghi"



Se oltre a generare elettricità da fonti rinnovabili con un impianto di cogenerazione, si recupera anche il calore, che altrimenti andrebbe disperso, per il produttore scattano accise aggiuntive. A denunciare l’ennesimo paradosso tutto italiano è Aper.

Cogenerazione, ''Più sei efficiente più paghi''
In Italia sprecare energia verde prodotta da cogenerazione conviene di più che recuperarla. Se infatti oltre a generare energia elettrica da fonti rinnovabili in un impianto di cogenerazione, dallo stesso motore si recupera calore, che altrimenti andrebbe disperso in atmosfera, per distribuirlo a utenze limitrofe, per il produttore scattano accise aggiuntive. Tradotto, più sei efficiente più paghi. Quindi “meglio” sprecare. A denunciare l’ennesimo paradosso tutto italiano è Aper (Associazione produttori di energia da fonti rinnovabili). L'anomalia è effetto di "un’inspiegabile posizione assunta dall'Agenzia delle Dogane con una circolare del 6 settembre 2011 (Prot. 75649/R.U.) - spiega l'associazione - che, nelle more di una riorganizzazione del sistema di contabilizzazione e applicazione delle accise sui combustibili impiegati per produrre calore, è intervenuta sui prodotti energetici da fonti rinnovabili (tipicamente gli oli vegetali, i grassi e i loro derivati). In esecuzione della circolare le direzioni territoriali dell'Agenzia hanno inviato a tutti i gestori di impianti di cogenerazione, poco prima della fine dell'anno, l'intimazione a dotarsi, entro il 1 gennaio 2012, di opportuni sistemi di contabilizzazione (i cosiddetti contatori rispondenti alla Direttiva MID) per poter applicare le accise al calore recuperato per via dell'efficienza".

Per l’Aper “il senso di queste disposizioni è paradossale: se produci energia elettrica da fonti rinnovabili a mezzo di combustibili, senza recuperare il calore, non sei gravato dall’onere delle accise (ragionamento corretto, in quanto in linea con la promozione delle fonti rinnovabili). Ma visto che sei già stato “premiato”- prosegue Aper - per la scelta di efficienza, si ha l'obbligo di anticipare all'Agenzia delle Dogane le accise computate su tutto l'ammontare di combustibile impiegato, per poi chiedere la restituzione sulla quota di combustibile servita per produrre la sola energia elettrica....

Gli ecobot: la nuova generazione di robot che mangia e fa la cacca.

EcoBot-III
EcoBot-III

Trasformano gli alimenti in energia. E mangiano di tutto: dagli avanzi di cucina agli escrementi.

MILANO - Esistono robot somiglianti agli uomini al 100%, come gli Actroid, creati da Hiroshi Ishiguro dell'Università di Osaka. E poi esistono robot che hanno gli stessi bisogni degli uomini per funzionare: devono mangiare, digerire e infine espellere escrementi. Sì, in pratica facendo proprio quella cosa là. Le «puzzette» sono da tenere in conto. I vantaggi di questi esseri meccanici? Non occupano la toilette e non mettono il pannolino, perché defecano in contenitori speciali e non vanno attaccati alla presa di corrente, perché trasformano gli alimenti in energia. In più hanno una grande qualità: sono di bocca buona. Non fanno storie per il cibo. Al contrario, ingurgitano di tutto, dagli avanzi di cucina agli escrementi umani, senza disdegnare gli scarti vegetali (erbacce e foglie). Addirittura, in futuro, potrebbero prendere il posto degli attuali wc (un robot-gabinetto?) e dei tritarifiuti.
ECOBOT - Si chiamano «ecobot» e sono nati al Bristol Robotics Laboratory dell'Università di Bristol. Gli ultimi esemplari, EcoBot-III, sono più sofisticati dei loro antenati versione I e II. Il loro «stomaco» è formato da tante celle a combustibile alimentate da urina, come indica uno studio pubblicato dalla rivista Physical Chemistry Chemical Physics, e persino da feci. Insomma, per essere attivi gli EcoBot-III riciclano il materiale organico delle fogne. Così ci aiutano a essere più eco-friendly. «La trasformazione del cibo in energia richiede un certo tempo», spiega Giulio Sandini, direttore di uno dei dipartimenti di robotica dell'Istituto italiano di tecnologia (Iit), «non è immediata, di conseguenza questa tecnologia può andar bene per i robot che hanno la possibilità di stare fermi, o magari hanno bisogno di poca energia. Si sta cercando di risolvere il problema energetico dei robot anche con batterie simili a quelle degli smartphone, ma l'autonomia delle macchine è limitata a una-due ore».
La ricerca del laboratorio di Bristol è sostenuta anche dalla Fondazione Gates. E interessa pure la Nasa che vorrebbe mettere i sistemi digestivi di questi robot nelle navicelle spaziali, in modo da trasformare gli escrementi degli astronauti in elettricità. Per il momento i robot «mangioni» non hanno braccia, viso e gambe. Non somigliano neanche lontanamente al robot-ballerino Asimo e al baby-robot iCub, made in Iit. Ma il loro look potrebbe essere modificato molto presto. Secondo i ricercatori l'aspetto fisico viene in secondo piano. Prima è necessario perfezionare la tecnologia delle celle a combustibile per garantire energia. Il passo successivo sarà quello di pensare al lato estetico.

Un doppio sbarramento per la nuova legge elettorale. - di Ugo Magri.




Piace ai maggiori partiti il testo elaborato da Violante sul modello proporzionale

Spunta una riforma elettorale largamente condivisa. Nella maggioranza ci lavorano da settimane, in totale segretezza. Il «copyright» è di Violante, ex presidente della Camera, ma strada facendo l’idea (condivisa dai vertici del Pd, non dai veltroniani) si è arricchita di contributi dal centrodestra e dall’Udc. Ora sul tavolo c’è una proposta abbastanza ben definita. Solo ieri lo si è venuto a scoprire, in quanto per due ore ne hanno ragionato a colazione Berlusconi e i suoi fedelissimi: lì a Palazzo Grazioli, si sa, perfino i muri hanno orecchie. Oltre al menù ricco di trigliceridi (pasta con sugo di carne, tiramisù al mascarpone), e insieme all’intenzione di stipulare con la Lega un patto di mutuo soccorso nei ballottaggi delle prossime amministrative, dalla mensa del Cavaliere è filtrata appunto la notizia dell’intesa sulle riforme, sia pure a uno stadio preliminare. Fonti autorevoli del Pd e del Terzo Polo confermano che la trattativa procede bene.

Di fatto, torneremmo al vecchio proporzionale. Con questo sistema verrebbero selezionati 464 deputati dei 630 che ne conta attualmente la Camera. Rispetto alla Prima Repubblica, tuttavia, scatterebbe un «bonus» di 140 seggi aggiuntivi che si spartirebbero solo le coalizioni (o i partiti: è ancora materia di discussione) capaci di superare un’asticella posta all’8-10 per cento (altro punto interrogativo). In pratica a dividersi il premio ce la farebbero Pd, Pdl, Terzo Polo, probabilmente la Lega e magari un’alleanza tra Di Pietro-Vendola-Rifondazione. Per gli italiani all’estero resterebbero 12 seggi; gli ultimi 14 verrebbero riservati come «diritto di tribuna» alle forze politiche che non superino una soglia minima, tipo 2 per cento. Niente preferenze perché, come hanno convenuto in un pubblico dibattito Cicchitto e Franceschini, le infiltrazioni di mafia e le intrusioni dei pubblici ministeri diventerebbero la regola, specie al Sud. La selezione dei candidati avverrebbe col metodo dei collegi.

Mentre Quagliariello e La Russa illustravano nei dettagli la proposta pervenuta dal Pd, da Berlusconi nemmeno uno sbadiglio. Ha solo domandato alla fine se questa legge favorisce l’abbraccio col Pd, di cui lui è diventato fautore. Gli hanno spiegato che prima del voto l’«abbraccio» è vietato, però dopo le elezioni nulla si può escludere perché ogni partito giocherebbe per sé. L’unico vero deterrente ai «ribaltoni» sarebbe rappresentato dalla «sfiducia costruttiva» (non si butta giù un governo se prima non si forma una nuova maggioranza), che farebbe parte del pacchetto di riforme istituzionali da approvare in fretta, o quantomeno provarci. Anche qui, risulta un accordo di massima tra i partiti maggiori. Si punterebbe a diminuire il numero dei parlamentari, a differenziare i compiti di Camera e Senato, a rivedere le competenze di Stato e Regioni, a rafforzare il premier consentendogli di licenziare i ministri e addirittura di chiedere lo scioglimento delle Camere al capo dello Stato (il quale potrebbe comunque rispondergli no).

Fino a giovedì prossimo proseguiranno i conciliaboli e gli incontri bilaterali (ieri Pdl con Rifondazione e Destra, Pd con Sel). Poi i «Tre Tenori», cioè Alfano Bersani Casini, si incontreranno per mettere o meno un timbro. C’è chi ipotizza un passaggio parlamentare per scrivere il patto nero su bianco con una «mozione di indirizzo» da approvare entro marzo (ne parla Franceschini, Enrico Letta si accontenterebbe di Pasqua); altri invece sostengono che la discussione generale in Aula sarebbe tempo perso, meglio mettere le due Camere immediatamente al lavoro. Su testo della riforma elettorale si potrebbero fare al momento buono delle modifiche. Proprio quello che teme Di Pietro: qualche scherzetto supplementare ai partiti piccoli, sotto forma di emendamento a sorpresa...