lunedì 15 ottobre 2012

Succede a Francoforte.



Francoforte. la polizia tedesca toglie gli elmetti e marcia al fianco di occupy aprendo loro la strada.

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Stiglitz: Di che cosa avremmo bisogno per uscire dalla crisi. - Joseph E. Stiglitz



Lo scorso settembre, sulle due rive dell’Atlantico, le banche centrali hanno messo in campo alcune misure straordinarie: mentre negli Usa la Federal Reserve ha varato il “QE3” (la terza dose del quantitative easing), la Bce ha annunciato che acquisterà i buoni del tesoro dei Paesi membri dell’Eurozona in difficoltà, in quantità illimitata. I mercati hanno reagito con euforia: negli Usa il valore delle azioni ha raggiunto livelli da post-recessione. Tuttavia, tra gli esponenti politici, soprattutto di destra, c’è chi teme che le recenti misure monetarie possano comportare in futuro effetti inflattivi, o incoraggiare i governi ad allentare i freni della spesa.

Ma di fatto, sia l’euforia degli ottimisti sia i timori dei critici sono infondati. In tempi di capacità produttiva fortemente sottoutilizzata, e a fronte di prospettive deprimenti per l’immediato futuro, il rischio di un’impennata dell’inflazione è minimo.
Nelle iniziative della Fed e della Bce, tuttavia, si possono leggere tre messaggi che avrebbero dovuto portare a una tregua sui mercati. Innanzitutto, il riconoscimento che le azioni precedenti non hanno avuto gli effetti desiderati; di fatto le maggiori banche centrali, che sono le principali responsabili della crisi, hanno capacità assai limitate di rimediare agli errori commessi. In secondo luogo, se la Fed ha annunciato che intende mantenere i tassi di interesse a livelli straordinariamente bassi fino alla fine del primo semestre del 2015, evidentemente non si aspetta una ripresa in tempi brevi. Ciò dovrebbe suonare come un avvertimento per l’Europa, la cui economia è oggi assai più debole di quella americana.

Infine, la Fed e la Bce ci dicono che non saranno i mercati da soli a far tornare la piena occupazione in tempi brevi. Servono stimoli. E questa è anche una risposta a chi, in Europa e in America, chiede l’esatto contrario: un crescendo di austerità.
Ma gli stimoli che servono, sulle due rive dell’Atlantico, sono di tipo fiscale. La politica monetaria si è dimostrata inefficace, ed è quindi improbabile che, continuando su questa strada, e rincarando la dose, si possa portare l’economia a una crescita sostenibile.

Nei modelli economici tradizionali l’aumento della liquidità facilita il credito, soprattutto per gli investitori e talora anche per i consumatori, incrementando di conseguenza la domanda e l’occupazione. Ma consideriamo un caso come quello della Spagna, dove masse di denaro sono fuggite dal sistema bancario e continuano a fuggire, nel momento stesso in cui in Europa si favoleggia di un sistema bancario comune. Non sarà dunque col semplice aumento della liquidità, in parallelo con le attuali politiche di austerità, che si otterrà la ripresa dell’economia spagnola.

Dal canto loro, gli Stati Uniti non hanno dato alcun sostegno alle banche minori, che pure hanno un ruolo fondamentale nel finanziamento delle piccole e medie imprese. Non solo sotto la presidenza di George W. Bush, ma anche sotto quella di Obama, il governo federale ha sborsato centinaia di miliardi di dollari per sostenere le megabanche, lasciando fallire centinaia di piccoli istituti di credito, nonostante la loro importanza cruciale per l’economia.

Ma la stretta creditizia non si allenterebbe neppure se le banche fossero in condizioni di salute migliori. Certo, qualche effetto marginale non è da escludere: se il “QE3” provocherà piccole variazioni dei tassi d’interesse, potremo assistere a un lieve aumento degli investimenti. Un temporaneo rialzo delle azioni potrà forse indurre i più benestanti a consumare di più; e qualche proprietario di immobili sarà in grado di rifinanziare il proprio mutuo e potrà contare, grazie alla diminuzione dei ratei, su una maggiore capacità di spesa.
Ma chi dispone di più denaro sa bene quanto siano effimeri gli effetti delle misure temporanee sul valore delle azioni; e quindi non è propenso a scialare.

In circostanze diverse, l’abbassamento del tasso di cambio conseguente alla riduzione dei tassi d’interesse andrebbe a tutto vantaggio degli Stati Uniti, poiché a pagare le spese di una svalutazione competitiva sarebbero i partner commerciali dell’America. Ma a fronte del rallentamento generale dell’economia, e dato che anche in Europa la tendenza è di ridurre i tassi di interesse, i guadagni sarebbero in ogni caso modesti.

Se in Europa il potenziale positivo degli interventi monetari è maggiore, c’è tuttavia anche qui lo stesso rischio di peggiorare le cose. Per placare le ansie sull’eccessiva prodigalità dei governi, il programma della Bce vincola l’acquisto dei titoli di Stato a una serie di condizioni. Ma se si tratterà di ulteriori misure di austerità non accompagnate da significativi alla crescita, l’effetto sarà probabilmente identico a quello di un salasso: il paziente rischierà di morire prima di poter ricevere un buon ricostituente. Oltre tutto, nel timore di perdere la loro sovranità economica, i governi saranno riluttanti a ricorrere agli aiuti della Bce, che può concederli solo su richiesta.

C’è poi un altro rischio per l’Europa: se la Bce si preoccupa troppo dell’inflazione, mentre dal canto suo la Fed si sforza di stimolare l’economia Usa, i differenziali dei tassi d’interesse contribuiranno a rafforzare l’euro, a tutto danno della competitività dell’Europa e delle sue prospettive di sviluppo.

Sia per l’Europa che per l’America, il pericolo oggi è che i politici e i mercati facciano affidamento sulla politica monetaria per rivitalizzare l’economia; mentre purtroppo, al punto in cui siamo, il suo principale effetto è quello di distrarre l’attenzione dalle misure che servirebbero realmente a stimolare la crescita, quali una politica fiscale espansionistica e una serie di riforme del settore finanziario per incentivare il credito.

L’attuale tendenza recessiva, che dura ormai da cinque anni, non sembra destinata a cambiare in tempi brevi. Questo, in due parole, è il messaggio contenuto nelle misure della Fed e della Bce. I leader politici dovrebbero prenderne atto: prima lo faranno e meglio sarà.


http://temi.repubblica.it/micromega-online/stiglitz-di-che-cosa-avremmo-bisogno-per-uscire-dalla-crisi/

domenica 14 ottobre 2012

Evviva! Urrà! Fuori il primo!



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Troppo carina!



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Attentato di Brindisi, Sallusti censurato dall’Ordine dei giornalisti.


Attentato di Brindisi, Sallusti censurato dall’Ordine dei giornalisti


Il direttore de 'Il Giornale' è stato sanzionato, a seguito di un esposto della rete di giornaliste 'Giulia', per avere pubblicato in prima pagina l'immagine di una studentessa ferita e seminuda accasciata a terra dopo la bomba di Mesagne.

Censura per il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. E’ questa la sanzione stabilita dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia a seguito della pubblicazione in prima pagina di una minorenne seminuda, accasciata a terra e ferita nell’attentato diBrindisi. La decisione è arrivata a seguito di un esposto di G.i.u.l.i.a., la rete nazionale delle giornaliste unite libere autonome presentato lo scorso maggio e il procedimento si è concluso a ottobre.
“Il Consiglio ha ritenuto che la pubblicazione della fotografia de qua sulla prima pagina de Il Giornale abbia trasceso il diritto- dovere di informare il pubblico e abbia leso la dignità della persona ritratta – si legge nella notifica arrivata a Giulia-. Nello stesso tempo è stata proposta al pubblico una immagine impressionante”. Secondo il presidente dell’Ordine Letizia Gonzales “la pubblicazione dell’immagine ha amplificato le conseguenze dell’attentato a danno della ragazza ritratta. A tutti, infatti, è stato dato modo di coglierla in un momento di estrema vulnerabilità, mentre la sua condizione avrebbe richiesto maggiore riguardo e pudore”. In particolare “l’umiliazione che la ragazza ha subito nel rimanere a terra, inerte, con il corpo parzialmente scoperto è stata enormemente accresciuta dalla pubblicazione dell’immagine sulla prima pagina di un quotidiano”.
Sallusti, peraltro, è stato condannato dalla Cassazione a 14 mesi di carcere per diffamazione, sentenza sospesa dalla Procura di Milano. Nonostante questo, il consigliere e coordinatore milanese del Pdl Giulio Gallera lo ha candidato all’Ambrogino d’oro, importante onorificenza meneghina.

Marocchino salva famiglia finita nel canale ma poi fugge perché clandestino.



AVEZZANO - Un giovane marocchino si è tuffato in acqua e ha salvato una famiglia, padre, madre e un figlio, che stava annegando dopo essere finita in un canale della piana del Fucino a causa di un incidente stradale: l'autore dell'eroico gesto, probabilmente perché clandestino, una volta arrivati i soccorsi, si è allontanato facendo perdere le proprie tracce. 

È accaduto ieri sera lungo la Provinciale 20 fra Avezzano e San Benedetto dei Marsi. Stando alle testimonianze di alcuni passanti, dopo aver assistito all'incidente, l'immigrato non ci ha pensato neanche un istante: si è tolto i vestiti e si è lanciato nell'acqua gelida, riuscendo a estrarre dall'abitacolo gli occupanti feriti. I tre sono stati accompagnati all'ospedale di Avezzano. L'uomo, il più grave, si trova ricoverato in prognosi riservata.


http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/marocchino_eroe_incidente_auto_canale/notizie/225443.shtml

Come utilizzare al meglio le scarpe vecchie...



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