lunedì 19 novembre 2012

E Silvio pagò in Alfani di bronzo. di Michele Serra (15 luglio 2011)



Come respingere l'ennesimo, inaudito attacco dei giudici comunisti? La famiglia Berlusconi sta studiando le possibili contromosse.

Etica. Prima di tutto sono state messe a fuoco le questioni di principio, che vanno anteposte a qualunque altra considerazione, e perfino agli interessi personali. Sul piano dei principi, pagare i 560 milioni di risarcimento alla Cir costituirebbe un gravissimo precedente: vorrebbe dire che anche per Berlusconi valgono le leggi di questo paese. Cioè - non so se vi rendete conto - che Berlusconi ha gli stessi doveri di un imbecille qualunque, come te che leggi questo articolo o io che lo sto scrivendo. Chiarito questo punto i Berlusconi hanno individuato una vasta gamma di strategie difensive.

Soluzione militare. E' suggerita dalla figlia Marina, che ha partecipato alla riunione di famiglia indossando un'armatura medievale autentica, appena ritoccata dal suo chirurgo estetico che ha rinforzato la cotta toracica portandola dalla seconda alla quarta misura. Si tratta di fortificare Arcore e prepararsi a un lunghissimo assedio, con pentoloni di olio bollente ai davanzali e un lungo tunnel sotterraneo per i rifornimenti di cibo e di escort. I grossisti di carne suggeriscono di sperimentare, per la prima volta in Italia, le escort surgelate, da stivare in grandi freezer già complete di tubino nero, trucco e ciondolo con la farfallina: basta avere l'accortezza di lasciarle frollare un paio di giorni prima dell'uso. 

Soluzione finanziaria. Abolire l'euro. Questo consentirebbe, oltre a trascurabili effetti minori come la cacciata dell'Italia dall'Europa, di dichiarare non esigibile qualsiasi somma in euro, compresa l'infame ammenda. Si tratterebbe poi di coniare una nuova moneta. Probabile l'introduzione del Silvio (valore leggermente superiore all'euro) con i suoi sottomultipli: il Piersilvio (che vale un decimo di Silvio) e altre monete spicciole come l'Alfano di bronzo, l'inconfondibile Bondo con il buco in mezzo e la minuscola Brunetta, così piccola che se cade per terra viene rapita dalle formiche e portata nella tana. 


Soluzione politica interna.Costituzionalisti e giuristi vicini al premier hanno studiato tutte le vie percorribili per una soluzione politica che eviti alla famiglia Berlusconi di pagare i 560 milioni. E' stato messo a punto un percorso complesso e delicato, formato da diverse fasi. Si tratterebbe di organizzare un colpo di Stato, sparare sulla folla, deporre Napolitano, arrestare gli oppositori, fucilare i membri del Csm, dichiarare il coprifuoco, abolire il Parlamento e, solo successivamente, una volta sistemati tutti i tasselli precedenti, apparire in televisione e dichiarare che non verrà pagato alcun risarcimento alla Cir.

Soluzione politica esterna. Ormai impraticabile l'esilio in Libia (troppo alto il rischio di essere bombardato dall'aviazione italiana), Berlusconi potrebbe chiedere asilo politico in Brasile, spiegando a Lula di essere vittima di una infame persecuzione politica, come Cesare Battisti, e di contare molti amici tra gli intellettuali francesi, tra i quali Sylvie Vartan. Per sembrare più credibile, Berlusconi si sta allenando a scrivere gialli, ma i primi tentativi sono deludenti: si capisce già dal primo paragrafo che il colpevole è il giudice comunista.

Soluzione psichiatrica.
 Per unanime convinzione è questa la più praticabile, quella che ha maggiori probabilità di successo. In diversi test, di fronte a psichiatri e criminologi di scuole differenti, i discorsi di Berlusconi sono stati giudicati "tipicamente paranoici, deliranti già nei presupposti, percorsi da megalomania deragliante, privi di qualunque connessione con la realtà". Ottime, dunque, le probabilità che il premier sia giudicato incapace di intendere e di volere e dispensato dal pagamento dei 560 milioni di euro.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-silvio-pago-in-alfani-di-bronzo/2156131

domenica 18 novembre 2012

Peseranno sulle nostre coscienze.



The bodies of four Palestinian sibling children of the al-Dalo family, who were killed in an Israeli air strike, lie on a hospital morgue in Gaza City November 18, 2012. Ten Palestinian civilians were killed on Sunday in an Israeli air strike on a house in Gaza, Palestinian medics said, the highest civilian death toll in a single incident during five days of fighting. REUTERS/Mohammed Salem.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151082160997101&set=a.399920977100.184844.257182797100&type=1&theater

POLITICA > MAZARA DEL VALLO, L`AUTO BLU DEL SINDACO IN SOSTA NELL`AREA RISERVATA AI PORTATORI DI HANDICAP.


(18 Novembre) Durante l’ultima seduta di consiglio comunale svoltasi nei giorni scorsi a Mazara, si è registrato un momento di diverbio altisonante tra il consigliere comunale Gianluca Messina e Il primo cittadino Nicola Cristaldi, presente in aula per l’approvazione del bilancio. Andiamo ai fatti: Nel chiedere la parola per intervenire su un punto dell’ ordine del giorno, il Messina invitava il Cristaldi a spostare l’auto blu di cui ne fa uso (ovviamente nel rispetto della legge e dei diritti consentiti al ruolo di primo cittadino) che in quel momento era parcheggiata adiacente al palazzo di città ma erroneamente, sulle strisce gialle, area riservata ai portatori di handicap. A quel punto è scattato il diverbio e lo scontro verbale conclusosi con pacatezza dopo l’intervento del vice presidente del consiglio Frazzetta che ha invitato alla calma i due interlocutori. Amarezza per chi ha poi visto l’infrazione dell’auto blu che sostava nel posto sbagliato. Ci si chiede, i vigili urbani avranno preso la multa o chiamato il carro attrezzi? Un semplice cittadino sarebbe stato già infrazionato. 
(Fonte articolo: Piero Campisi - Foto: Facebook)

Rimedi e ricette della nonna.



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Il delitto di usura - Emidio Orsini.


("Gli Usurai" di Quentin Metsys)
Viviamo in bancocrazia, il naturale sviluppo capitalistico della democrazia affidata alle banche che hanno persino il potere di nominare i loro premier. Il blog ospita l'intervento di Emidio Orsini, segretario del "Il delitto di Usura" un foro informatico, senza scopo di lucro, costituito esclusivamente da vittime di usura ed estorsione bancaria e criminale, nonché da sostenitori anche anonimi.
Intervento di Emidio Orsini, Segretario nazionale del movimento "Il delitto di Usura"
"Saluti a tutti, sono Emidio Orsini, segretario nazionale di un movimento apartitico, che è “Il delitto di usura”. Quando parliamo di usura bancaria qualcuno mi chiede: “Ma come fanno le banche a applicare i tassi usurari?”. Perché le banche sull’assunto che delle circolari della Banca d’ Italia li hanno indotte in errore, non hanno mai conteggiato nel costo del denaro le commissioni di massimo scoperto, quindi applicando gli interessi sono sempre qualche centesimo di percentuale sotto al tasso soglia, quello applicato trimestralmente sulla gazzetta ufficiale. Poi lo hanno superato, naturalmente, aggiungendo le commissioni e le spese non dovute che superano di gran lunga i tassi soglia, che diventano tasso da usurario.
Vorrei parlare dei tanti privilegi delle banche, perché oltre a applicare l’usura, le banche detengono privilegi immensi. Tra questi ne voglio indicare due: la possibilità, solo per esse, di segnalare il modo discrezionale, unilaterale alla Centrale Rischi il cattivo pagatore o il presunto debitore. Il più delle volte questo presunto debitore alla fine di lunghi e costosi procedimenti civili, magari si dimostra che non è debitore di ciò che crede la banca o, addirittura, è creditore della banca, però gli viene sbarrata la porta di accesso a qualsiasi credito legale, viene emarginato dalla società e considerato come un appestato in quanto segnalato come cattivo pagatore nella centrale rischi della Banca d’ Italia e delle CRIF.
L’altro grande privilegio che hanno le banche è la possibilità, ai sensi dell’articolo 50 del Testo unico bancario, con una dichiarazione estesa da un proprio funzionario (non da un soggetto terzo) che attesta che il credito richiesto è certo, liquido e esigibile. Il giudice a occhi chiusi concede i decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi, poi nelle more dei lunghi e costosi procedimenti civili le banche espropriano la vittima, l’utente, di ogni proprietà, con aste giudiziarie. Dopo vent’anni arriva la sentenza che asserisce che quel credito non era vero o esigibile.
Sono anni che stiamo facendo una battaglia per ristabilire quanto meno la pari dignità, altrimenti è un confronto impari quando un utente vessato dalle banche deve confrontarsi con soggetti che hanno tempi illimitati e soldi a non finire, che si definiscono imprenditori, ma non possono essere definiti tali, perché di imprenditori non hanno nulla! L’imprenditore rischia, fallisce, le banche non rischiano nulla, prendono i soldi all’1% e li rivendono allo Stato al 5 % o 6% quando va bene! Ai privati a oltre il 10%! Non falliscono mai! L’esempio del Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca del mondo. Se fosse stata veramente una azienda privata sarebbe fallita da tanti anni, invece è lì e resiste con i soldi degli utenti, dei cittadini italiani, e il suo ex Presidente oggi è Presidente dell’ABI, Mussari,
Sarebbe opportuno ridurre le contrapposizioni e le ostilità tra i consumatori e le banche, i fallimenti, i contenziosi, decongestionare gli uffici giudiziari. Porto l’esempio della Spagna: l’Associazione bancaria spagnola due giorni fa ha deciso di venire in contro ai proprietari di case in difficoltà con le rate del mutuo, e i partiti spagnoli stanno per varare una legge ad hoc. In pratica l’associazione bancaria spagnola ha congelato ogni azione esecutiva, loro li chiamano gli sfratti immobiliari, per due anni, per tutti i soggetti che non possono più pagare le rate puntualmente. Questa sarebbe una bella boccata d’ossigeno per gli italiani, ridotti alla fame. È una battaglia che noi come “Il delitto di usura” conduciamo da anni, in tutte le sedi istituzionali, politiche e partitiche e di governo, ma non siamo ascoltati. Io spero che veramente accada qualche cosa su questi rapporti, perché non è più possibile tenere un popolo schiavo di istituti di credito, allora sarebbe meglio nazionalizzarli! "

Sicilia: la spending rewiev di Crocetta, via i 21 capiredattori dell’ufficio stampa. - Giuseppe Pipitone


Sicilia: la spending rewiev di Crocetta, via i 21 capiredattori dell’ufficio stampa


I giornalisti, che costano all'amministrazione pubblica 4mila euro al mese a testa, sono stati assunti durante l'amministrazione di Cuffaro. “Costano 3,2 milioni di euro all'anno, con questi soldi la Regione può pagare 200 precari. Nemmeno alla Rai o a Repubblica ci sono 21 capiredattori” ha calcolato il neo governatore.

Ventuno capiredattori, con uno stipendio da quattro mila euro al mese a testa e nessun redattore semplice da coordinare. Sembra la redazione dei sogni e invece è “soltanto” l’ufficio stampa della presidenza regionale siciliana. Un ufficio che, numeri alla mano, dovrebbe produrre la migliore comunicazione del mondo. Ma a Rosario Crocetta, neo eletto governatore della Sicilia con il Pd e l’Udc, quell’ufficio stampa fatto di soli capiredattori non va proprio a genio. E per questo ha intenzione di azzerarlo. “Quei 21 giornalisti sono decaduti dal giorno in cui mi sono insediato e se sono ancora al loro posto lo sono in modo volontario e li ringrazio, per carità gli verranno retribuite queste giornate lavorative”, ha sentenziato il neo presidente, mettendo in apprensione tutti i componenti dell’ufficio stampa più ricco d’Italia.
Assunti ai tempi in cui sullo scranno più alto di palazzo d’Orleans sedeva Salvatore Cuffaro, l’ex governatore condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, i ventuno capiredattori erano passati indenni all’arrivo di Raffaele Lombardo, che li aveva confermati in toto. Adesso però Crocetta intende iniziare la sua spending review proprio dall’ufficio stampa presidenziale. “Costano 3,2 milioni di euro all’anno, con questi soldi la Regione può pagare 200 precari. Nemmeno alla Rai o a Repubblica ci sono 21 capiredattori” ha calcolato il neo governatore che poi ha puntato il dito contro Gregorio Arena, l’addetto stampa della presidenza di stanza a Bruxelles.
“Da eurodeputato sono stato nella sede della Regione a Bruxelles una dozzina di volte e lui non c’era, dicono che era in ferie. L’ho trovato a lavoro soltanto una volta. Quell’ufficio stampa non serve a nulla e costa dodici mila euro al mese”. Le dichiarazioni dell’ex sindaco di Gela hanno ovviamente provocato una serie di reazioni dagli organi di categoria. A cominciare proprio dal cdr dell’ufficio stampa presidenziale, che ha sottolineato come “qualsiasi decisione non possa essere assunta se non attraverso il rispetto delle norme previste dal contratto di lavoro dei giornalisti, a noi applicato, e dallo Statuto dei lavoratori”. “Se i giornalisti vorranno fare vertenza, lo facciano pure – ha replicato il neo governatore – . Non hanno un rapporto a tempo indeterminato perché non hanno fatto un concorso pubblico, il loro rapporto è fiduciario. Presentino i curricula e li verificherò assieme agli altri che riceverò”.
Crocetta però prima di azzerare l’ufficio stampa dovrà fare i conti con i contratti giornalistici a tempo indeterminato che blindano di fatto la posizione dei giornalisti. E anche la posizione dell’addetto stampa a Bruxelles è blindata per almeno tre anni. In caso contrario la Regione dovrebbe pagare un anno di stipendio a tutti i giornalisti sollevati dall’incarico dal neo governatore. “Abbiamo difeso dagli attacchi arroganti, mossi dai predecessori di Crocetta, i giornalisti che scrivevano su di loro – ha scritto l’ordine dei giornalisti in una nota – e difendiamo ora i giornalisti dagli attacchi arroganti di chi vuol cambiare tutto per non cambiare niente”.
In passato anche la Corte dei Conti si era interessata alla vicenda, aprendo un’indagine che calcolava in circa cinque milioni e trecento mila euro il danno erariale provocato dall’istituzione dell’ufficio stampa. Alla fine però i magistrati contabili avevano assolto sia Lombardo che Cuffaro.
Nel frattempo va prendendo forma la nuova giunta regionale. Lunedì dovrebbe essere il giorno in cui Crocetta nominerà il nuovo assessore all’energia. Un ruolo che sarà occupato da Nicolò Marino, per anni magistrato antimafia a Catania e oggi sostituto procuratore a Caltanissetta dove ha indagato sulla strage di via d’Amelio. Il nome di Marino circola da giorni, ma solo nelle ultime ore il magistrato ha annunciato che sarà a Palermo lunedì per partecipare ad una conferenza stampa con Crocetta a Palazzo d’Orleans. “Il resto lo desumete da voi” ha glissato il magistrato catanese. Come dire che sta per appendere la toga al chiodo.

Intervista: SAPELLI: DALL'ECUADOR "UN'UTOPIA" CHE INCANTA L' ITALIA. - Claudio Perlini



Intervista a Giulio Sapelli

L’Ecuador, il più piccolo tra i paesi del Sudamerica, propone un nuovo modo di gestione del debito pubblico. Lo fa attraverso le parole del suo Presidente, l’economista Rafael Correa, intervenuto all'Università Bicocca di Milano nel corso degli incontri previsti con i rettori degli atenei lombardi. A lui è infatti stata assegnata una lectio magistralis dal titolo "L'esempio dell'Ecuador di fronte alla crisi del debito in Europa". La ricetta del Paese Sudamericano è tanto semplice quanto complessa: “Rifiutando di pagare quanto richiesto dai nostri debitori - ha detto Correa - abbiamo risparmiato e investito l’equivalente di due anni di nuove infrastrutture nel Paese”. Secondo il presidente ecuadoriano, questo metodo è applicabile in qualunque Paese, anche in quelli europei: “Bisogna avere coraggio per prendere decisioni politiche anche se questo può influire sul rating, sul rischio-Paese. Un’economia sociale e solidale con il mercato porta benessere al Paese”. Insieme al professor Giulio Sapelli, docente di Storia economica all’Università di Milano, commentiamo questa proposta.

Professore, cosa ne pensa? 

Quello fatto da Correa è in sostanza lo stesso annuncio che aveva fatto anche l’Argentina alcuni anni fa attraverso la politica economica, certamente avventurosa, di Nestor Kirchner. Numerosi esperti della scienza economica ufficiale avevano preconizzato che, a seguito di questo, l’Argentina si sarebbe ritrovata isolata dal resto del mondo; eppure, come sappiamo, questo non si è mai verificato. 

Quindi la posizione di Correa non la stupisce? 

Non molto. Semplicemente Correa, ritrovatosi schiacciato dal debito estero, adesso si rifiuta di pagarlo, a fronte di una politica del Fondo monetario internazionale che in certi casi si è rivelata catastrofica. Abbiamo cominciato a capire quanto hanno sofferto i Paesi dell’America del Sud a causa del Washington Consensus (insieme di specifiche direttive di politica economica elaborate nel 1989 dall'economista John Williamson da destinare ai paesi in via di sviluppo che si trovassero in crisi economica, ndr) e per la politica del Fmi solamente quando le stesse regole sono state applicate in Grecia e in Portogallo.

Quanto si rischia però con una politica del genere?

Ovviamente molto, ma evidentemente tra la politica del Fmi e quella del rischio anche il popolo ecuadoriano preferisce di gran lunga la seconda ipotesi, ed è assolutamente comprensibile. Alcune conseguenze negative probabilmente ci saranno, l’Ecuador potrebbe essere espulso dal Wto oppure subire alcune forme di embargo, ma se Correa ha assunto tale posizione significa che può permetterselo, magari contando sul solido rapporto con il Brasile che vanta una politica economica molto autonoma. 

È davvero applicabile una politica del genere anche in Europa, per esempio in Italia? 

Credo proprio di no. L’Italia, come ben sappiamo, si ritrova con una “camicia di forza” chiamata euro, quindi una soluzione come quella dell’Ecuador non è assolutamente applicabile. Forse lo è in via assolutamente teorica, ma non possiamo non guardare alla realtà: nel contesto dell’Eurozona un’ipotesi del genere non è pensabile. 

Come giudica comunque un atteggiamento di questo tipo nei confronti del debito estero? 

Conosco molto bene il Sudamerica e devo dire che il neoliberismo del Washington Consensus ha distrutto gran parte dell’economia latinoamericana, così come l’avevano già indebolita anche le politiche protezioniste. Adesso, invece, fortunatamente si è capito che ad andare molto bene è un’economia mista come quella brasiliana. Anche se difficilmente applicabili altrove, esempi come questi risultano in tutti i casi molto interessanti. 

In Islanda invece i cittadini hanno chiesto in un referendum che la Costituzione venga riscritta per impedire il ripetersi della crisi finanziaria del 2008. Vogliono una quota maggiore dei proventi da energia geotermica e pesca. Cosa ne pensa?

Personalmente sono favorevole a iniziative di questo tipo e credo che gli islandesi abbiano fatto bene a richiedere il referendum, ma anche in questo caso parliamo di un Paese molto piccolo, con pochi abitanti, un'immensa fonte di energia e una grande educazione civica. Hanno poi avuto la fortuna di non essere stati integrati nell’euro, quindi non hanno il nostro stesso vincolo.

Entrambi i casi sono quindi interessanti, ma solo sulla carta.

Esatto. Stiamo parlando di Paesi capaci di rialzarsi dopo essersi avvicinati pericolosamente al baratro, di cui possiamo certamente imitare una spiccata creatività con la quale far nascere idee di questo tipo che a noi evidentemente manca. La lezione da imparare è questa, certamente non di politica economica.


Claudio Perlini
Fonte: www.ilsussidiario.netLink: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2012/11/16/DEBITO-Sapelli-dall-Ecuador-un-utopia-che-incanta-l-Italia/338527/
16.11.2012


http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11098