venerdì 4 marzo 2016

Ricetta elettronica, cosa cambia tra promemoria cartaceo e costi del ticket. - Patrizia De Rubertis

Ricetta elettronica, cosa cambia tra promemoria cartaceo e costi del ticket

Dal primo marzo è iniziata ufficialmente l'era della ricetta digitale. Ma il passaggio non equivale alla dematerializzazione: fino al 2017 il medico dovrà sempre stampare un promemoria. Si potrà ritirare il medicinale in qualsiasi farmacia italiana pagando il ticket previsto dalla Regione di residenza.

A forza di parlare di pensioni, quando arriva il momento giusto per andarci non ci si riesce mai a farlo senza complicazioni. E questo vale anche per la vecchia ricetta rossa per l’acquisto dei farmaci o la prescrizione di una visita specialistica. Così, anche se dal primo marzo è cominciata ufficialmente l’era della e-prescription, ovvero la ricetta elettronica, non si può ancora dirle addio. Nell’Italia dei rinvii, infatti, anche per questa rivoluzione c’è una lunga fase transitoria che si concluderà solo a fine 2017. E fino ad allora gli italiani dovranno continuare a convivere con la ricetta cartacea, ancora indispensabile per alcuni farmaci (come stupefacenti, ossigeno, prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale e farmaci con piano terapeutico) e il ‘piccolo promemoria’ (15×21 cm) stampato dal medico da consegnare al bancone della farmacia che permette di recuperare la prescrizione anche in caso di malfunzionamenti del sistema o in assenza di una linea veloce di collegamento alla rete, come già lamentato dai medici molisani.
La novità della ricetta digitale è, infatti, tutta qui: per prescrivere un farmaco, un accertamento o una visita, il medico si collega a un sistema informatico, lo stesso visibile al farmacista che poi consegnerà pillole o sciroppi. Peccato, però, che tra il dire e il fare ci sia di mezzo la tecnologia. Ed è dal 2010, con l’annuncio del decreto legge sulla dematerializzazione della ricetta medica cartacea, poi pubblicato in Gazzetta ufficiale nel novembre 2011 e sancito nel 2012 nel piano dell’Agenda digitale, che il sonno di amministratori e burocrati è turbato dalla realizzazione di questo passaggio che si è scontrato fin qui con una sperimentazione flop. In Sicilia, Valle d’Aosta, Trentino, Basilicata e Veneto, dove già dal 2014 le Regioni hanno iniziato a sostituire la ricetta rossa con quella elettronica, si sono ottenuti scarsi risultati a causa della mancanza di stampanti o toner negli studi medici, della scarsa informazione ma soprattutto della sostanziale inutilità visto che il passaggio al digitale non c’era ancora stato e i database non comunicavano tra loro. Tanto che il paziente ha sempre dovuto portare con sé una copia cartacea.
Come funzionerà d’ora in avanti è più chiaro. I dottori, per effettuare una prescrizione, si connettono dal proprio pc a un apposito portale gestito da Sogei e compilano online la ricetta che, identica a quella cartacea, genera un numero associato al codice fiscale del paziente. In questo modo vengono aggiunte in automatico anche le eventuali esenzioni. A questo punto, con un semplice invio, i dati diventano visibili in tutte le farmacie italiane sia pubbliche che convenzionate. Il paziente deve, tuttavia, prendere il promemoria cartaceo da consegnare al farmacista, il quale collegandosi allo stesso sistema – tramite il numero di ricetta e il codice fiscale – potrà accedere alla sua prescrizione ed erogare il medicinale prescritto. La farmacia, poi, invierà al server di Sogei i dati relativi all’erogazione (prezzo del farmaco, ticket, esenzioni) e i codici adesivi delle confezioni del farmaco, vale a dire le fustelle.
Si tratta, insomma, di uno degli effetti più importanti della nuova era digitale, visto che i medicinali potranno essere ritirati anche fuori dalla Regione di residenza. Chance fino ad oggi negata, visto che si era costretti a pagare per intero i farmaci. Ma, ora, grazie alla tessera sanitaria le farmacie potranno applicare il ticket regionale perché, nonostante le ventate di innovazione, il costo di una siringa o di uno sciroppo continua a essere assai diverso da una Regione all’altra. E toccherà, quindi, proprio alle Asl scambiarsi le informazioni sui medicinali prescritti e procedere ai relativi rimborsi.
In questa fase transitoria, inoltre, non si potranno ancora cogliere i vantaggi economici della dematerializzazione che servirà al Sistema sanitario a spendere meno e razionalizzare il sistema. Le ricette rosse, infatti, tra stampa, vidimazione e spedizione costano alle Asl tra 5 e 10 centesimi. E, considerando che in Italia ogni anno vengono emesse oltre 650mila ricette, il calcolo del risparmio è presto fatto: circa 450 milioni di euro, ossia quasi mezzo punto percentuale della spesa sanitaria pubblica complessiva.
Forte preoccupazione arriva dai medici di base. “Qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket e quant’altro dovremo verificare”, lamenta il segretario Fimmg, Giacomo Milillo che aggiunge: “Il medico non potrà più neanche contare sull’aiuto dell’assistente di studio nel velocizzare la procedura di compilazione delle ricette e questo comporterà visite più lunghe e attese più lunghe per gli assistiti”.

Addio posto fisso, risparmi e casa di proprietà: benvenuto Medioevo. - Francesco Manna


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Prima il posto fisso, poi il risparmio privato, infine la casa di proprietà.

Ci hanno abituato a pensare che il lavoro stabile sia anacronistico, una dimensione nostalgica e inadatta alle dinamiche del Terzo Millennio (il Jobs act legalizza il precariato permanente e il licenziamento arbitrario). Fatevene una ragione ci hanno detto. E ce la siamo fatta.
Ci stanno abituando a pensare che il bail-in sia una cosa buona e giusta (tradotto: le banche perdono giocando d’azzardo, i clienti pagano il conto, tutto a norma di legge). E ce ne stiamo facendo una ragione.
E ora vogliono abituarci a vivere tutti in affitto. Anzi: a considerare una fortuna riuscire a pagare un affitto, così come ormai si considera un privilegiato chi riesce a raccattare qualche voucher. E, a quanto pare, ce ne faremo una ragione.
Eppure lavoro, risparmio privato e casa di proprietà sono stati i pilastri portanti della classe media per decenni. Di più, sono stati i pilastri di quel poco di democrazia che abbiamo avuto: senza diritti sociali, la democrazia diventa un vuoto simulacro che fa da paravento a un’oligarchia di fatto. Oggi stiamo assistendo passivamente allo smantellamento di questi tre pilastri, una devastazione lenta, sistematica e tenace.
Il governo Renzi sta agevolando l’esproprio delle case da parte delle banche (vedi l’atto n.256: bastano sette mesi non pagati, anche non consecutivi, per far finire la casa all’asta) e, con le condizioni stabilite per il prestito ipotecario vitalizio,  alla morte del beneficiario over 60 gli eredi potrebbero ritrovarsi sul groppone costi insostenibili (con tanto di reintrodotti anatocismo e pignoramento della prima casa), perdendo il possesso della casa.
 
Il nuovo mondo si preannuncia così: niente diritti sul lavoro, niente risparmi, niente pensioni, niente casa di proprietà.
 
Al posto dei diritti, avremo qualche elemosina di Stato (probabilmente le chiameranno “misure umanitarie”) elargita ai più poveri fra i poveri, almeno sulla carta, per garantire quel minimo indispensabile di tenuta sociale.
 
La nuova classe media sarà un esercito di braccianti che vivono alla giornata.
 
In tre parole, saremo tutti sudditi.
 

Formazione, peculato da 11 milioni Inchiesta su Corsello e Monterosso. - Riccardo Lo Verso

, Cronaca

Il fascicolo è quello sui cosiddetti extrabudget della Formazione, coordinato dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal sostituto Luca Battinieri.

PALERMO- Il reato ipotizzato è gravissimo anche e soprattutto perché sarebbe stato commesso dal più alto burocrate della Regione, Patrizia Monterosso (a sinistra nella foto). Enorme è la cifra: undici milioni di euro. Sono tutti soldi dell'Unione europea e destinati alla formazione professionale.

Livesicilia aveva già scoperto che il segretario generale era indagata per abuso d'ufficio assieme ad Anna Rosa Corsello. Ora per entrambe la posizione si complica. Hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini sui cosiddetti extrabudget della Formazione, firmato dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal sostituto Luca Battinieri. Negli anni passati era abitudine concedere agli enti le cosiddette “integrazioni”. Somme che si aggiungevano a quelle previste inizialmente dal Piano dell'offerta formativa regionale. Quelle “integrazioni”, però, come ha sottolineato la Corte dei conti che ha emesso pesantissime condanne, sono illegittime.

"In più di una sede giudiziaria la mia assistita - spiega il legale della Monterosso, l'avvocato Nino Caleca - ha fornito chiarimenti. Anche adesso daremo il nostro contributo alla magistratura affinché emerga la verità e l'assoluta estraneità all'ipotesi contestata".

La stangata contabile è ormai definitivaLa condanna più pesante è arrivata proprio per il segretario generale Patrizia Monterosso che dovrà restituire alla Regione quasi 1,3 milioni di euro. Condannati pure gli ex assessori Santi Formica (dovrà restituire 379 mila euro), Luigi Gentile (224 mila euro), la dirigente Alessandra Russo (378 mila euro), Maria Carmela Di Bartolo (474 mila euro) e l'ex dirigente del servizio Rendicontazione, Nino Emanuele (365 mila euro).

Nelle more della sentenza la Regione aveva avviato le “compensazioni”. L'ex dirigente generale della Formazione, Anna Rosa Corsello, aveva ricevuto dalla Monterosso un atto di diffida affinché riequilibrasse la situazione. E così si arrivò al blocco dei finanziamenti dell'Avviso 20 a diversi enti di formazione per recuperare gli extrabudget degli anni precedenti. Un recupero che avrebbe potuto fare venire meno il danno erariale. Solo che alcuni enti si erano opposti costituendosi in giudizio.

E sono stati gli stessi enti che si sono ribellati alla compensazione a denunciare la faccenda alla Procura della Repubblica. E' nata l'inchiesta che ha portato ormai da mesi all'iscrizione nel registro degli indagati della Corsello e del dirigente Michele La Cagnina (il suo nome non compare nell'avviso di conclusione delle indagini) prima, e poi della Monterosso. La Corsello, nel frattempo sospesa dal giudice per un'altra presunta storia di posti di lavoro in cambio di favori, era stata interrogata due volte. La Monterosso era stata sentita a dicembre e in gran segreto. Si era difesa a tutto campo.

Non c'era alcun accordo con la Corsello, la diffida era legittima così come legittimo era il principio della compensazione fra i contributi europei e i finanziamenti regionali. E in ogni caso il recupero delle somme non era partito dal suo ufficio, ma dallo stesso Dipartimento della Formazione professionale. Questo è il nodo dell'indagine visto che, secondo i pm, la diffida sarebbe alla base di un peculato milionario per avere utilizzato i soldi in maniera diversa dalle regole ferree dettate dall'Unione europea. Ed è per questo che presto chiederanno di processare gli indagati.


http://livesicilia.it/2016/03/02/formazione-peculato-da-undici-milioni-corsello-e-monterosso-inchiesta-choc_722242/
Per saperne di più:
http://livesicilia.it/2013/12/18/e-i-burocrati-cercano-di-evitare-la-condanna-togliendo-i-soldi-agli-enti-di-formazione_419699/

giovedì 3 marzo 2016

Ragusa la mèta preferita dai turisti: supera anche Roma e Milano. - C.d.G.



Una reputazione turistica di 87/100 ottenuto attraverso il monitoraggio di circa 13 mila recensioni online. Per Ragusa un vero record a livello nazionale, visto che la media italiana è poco sopra gli 80 punti su 100. Per fare un confronto, Roma e Milano sono appena sotto gli 80 punti. Al Sud, le città cominciano a conquistare punti su punti, fino a Ragusa che fa registrare questo importante record.
La provincia di Ragusa, insomma ha molto appeal e fascino sui turisti che la valutano sempre in maniera positiva. Mare, spiagge, bellezze artistiche e culturali, specialità enogastronomiche: l’offerta turistica del territorio ragusano è completa, ma forse non ancora a sistema. 
Tale mancanza di integrazione delle proprie risorse ha forse trovato maggiore riscontro negativo nello sfruttare appieno l’ondata di curiosità e d’attrazione verso il territorio generata dalla fiction del Commissario Montalbano. La promozione indiretta (e gratuita) della destinazione e dei suoi dintorni forse non è andata di pari passo con un piano turistico adeguato e, nei vent’anni trascorsi del fenomeno Montalbano dei libri di Camilleri, molte occasioni sono state perdute.
“Numeri impressionanti – sostiene Marco Sajeva di Visioni – che danno il senso di come questa parte della Sicilia in particolare stia attraversando una fase di crescita impressionante. Per questo stiamo organizzando un seminario di web marketing turistico per spiegare bene questo fenomeno”.
L’aeroporto di Comiso di pari passo con la crescita turistica fa registrare il transito di 150 mila passeggeri e non sono considerati negli arrivi turistici, gli aeroporti di Catania e Palermo. 
Quindi i dati sono nettamente al ribasso. 
“Dobbiamo approfittare di questa situazione e sfruttare le potenzialità del nostro territorio che molto spesso sono proprio sconosciute agli stessi ragusani – spiega Maurizio Tasca, presidente della Fipe Ragusa -. Preso un incontro con l’associazione Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria per creare una sinergia per la valorizzazione del territorio”.
“Siamo convinti delle potenzialità di questo territorio – spiega Roberto Rizzo, commissario della Camera di Commercio di Ragusa – tanto che stiamo creando una “super camera di commercio “ che, numeri alla mano, sarà la quinta camera di commercio italiana”.

TARASSACO: PROPRIETÀ, USI E CONTROINDICAZIONI. - Francesca Biagioli

tarassaco rimedio naturale

Il tarassaco, o dente di leone, o radicchio selvatico, o soffione, è una pianta molto utilizzata in fitoterapia. Quali sono le sue proprietà? Quali i suoi utilizzi? E presenta delle controindicazioni? Conosciuto in particolare per le sue doti depurative nei confronti del fegato, il Taraxacum officinale ne nasconde molte altre.
Scopriamo allora tutti gli usi e le proprietà del tarasacco, ma anche le controindicazioni di questo rimedio naturale.
Il tarassaco appartiene alla famiglia delle Asteracee e fin dall’antichità è noto e utilizzato per le sue proprietà depurative e disintossicanti. I principi attivi si concentrano in particolare nelle radici e nelle foglie, ma anche i fiori gialli di questa pianta si possono raccogliere ed utilizzare per preparare ad esempio infusi o tisane.

PROPRIETA’ DEL TARASSACO

Le radici e le foglie di tarassaco sono ricche di principi amari molto utili a sostenere il lavoro del fegato, uno degli organi deputati alla disintossicazione del nostro organismo. Il tarassaco contribuisce dunque a sostenere fegato e cistifellea, stimolando contemporaneamente anche il lavoro dei reni che, attraverso l’urina, porteranno fuori le sostanze che non servono.
Si tratta quindi di un rimedio naturale depurativo ma anche diuretico molto apprezzato e utilizzato in caso di ritenzione idrica o nei periodi in cui si ha voglia di detossificare un po’ l’organismo in particolare durante i cambi di stagione. In questo caso, naturalmente, all’utilizzo del tarassaco andrebbe associata un’alimentazione sana ed equilibrata ricca di frutta e verdura cruda senza dimenticarsi di fare anche un po’ di attività fisica per aiutare l’organismo a spurgare.
Il tarassaco è un buon rimedio anche per chi ha il colesterolo alto dato che aiuta il fegato ad eliminare i grassi in eccesso, previene inoltre la formazione di calcoli biliari. Questa pianta vanta poi doti digestive e leggermente lassative oltre che essere utile a rafforzare l’azione del nostro sistema immunitario.
Il Taraxacum officinale è infine ricco di sostanze utili al nostro corpo come vitamine, sali minerali e antiossidanti.

USI DEL TARASSACO

Il tarassaco si può assumere sotto forma di tisana, in tintura madre o ancora in compresse. Per preparare un infuso depurativo e diuretico a base di questa pianta potete seguire una semplice ricetta leggendo QUI. In erboristeria trovate invece con facilità tisane disintossicanti o depurative per il fegato in cui è presente il tarassaco da solo oppure all’interno di un mix composto da più erbe. Si consiglia di berne un paio al giorno.
Per quanto riguarda la tintura madre, invece, di solito si consigliano dalle 30 alle 50 gocce di tarassaco da assumere un paio di volte al giorno per un periodo limitato che può essere di uno o due mesi da ripetere ciclicamente con una lunga pausa in mezzo. Sempre meglio chiedere il parere al vostro erborista di fiducia piuttosto che assumere questo rimedio fai da te.
Le compresse di tarassaco sono più concentrate, generalmente se ne consigliano 1 o 2 al giorno lontano dai pasti. Ogni prodotto comunque, anche in base alla concentrazione di principi attivi presenti, fornisce delle indicazioni sull’utilizzo che devono essere riportate in etichetta. Anche in questo caso meglio sempre chiedere consiglio al medico.

CONTROINDICAZIONI DEL TARASSACO

Tra le controindicazioni più frequenti del tarassaco c’è senza dubbio quella di poter creare una situazione di iperacidità gastrica. Da evitare se si soffre di gastrite o ulcera peptica. Assolutamente sconsigliato durante la gravidanza o in allattamento, il tarassaco è da assumere con cautela ed esclusivamente sotto consiglio medico anche in caso si assumano alcuni tipi di farmaci. Come molti altri rimedi naturali, infatti, può andare ad interagire con alcuni medicinali in particolare quelli antidolorifici, regolatori di glicemia o diuretici. Da evitare anche se si è allergici alle piante della famiglia "Asteracee".

Un parlamento pieno di cambi di casacca.




http://video.sky.it/news/politica/un_parlamento_pieno_di_cambi_di_casacca/v273746.vid

COME DEPURARSI DAI METALLI PESANTI. - Valeria Gatti

Come depurarsi dai metalli pesanti

Depurarsi naturalmente dai metalli pesanti che affaticano, indeboliscono e ammalano l'organismo è possibile, ecco come fare attraverso semplici accorgimenti e qualche aiuto da chelanti naturali.

Smog, aria, acqua (pioggia acida, avvelenamento di mari, fiumi, laghi e corsi d'acqua), cibo (per esempio il mercurio contenuto nel pesce), medicinali e farmaci, tabacco, otturazioni (amalgama dentale al mercurio), cosmetici, vernici, vestiti, oggetti d'uso comune: ecco come ci si può intossicare con i metalli pesanti.
Tra i metalli pesanti, sostanze con cui si convive quotidiamente, vi sono: mercurio, arsenico, piombo, cadmio, alluminio, nichel e i meno noti cromo, bario, tallio e altri ancora. Alcuni metalli pesanti, come per esempio rame, selenio, zinco, sono essenziali per mantenere il metabolismo del corpo umano, ma a dosi più alte possono portare ad avvelenamento
Per fortuna l'attenzione e il monitoraggio riguardo il rischio di far penetrare nell'organismo certi elementi dannosi è cresciuto con il tempo, si sono migliorati i materiali di costruzione (i vecchi tubi a piombo del trasporto dell'acqua sono stati sostituiti con tubature di plastica, per esempio) e l'attenzione e la sensibilità in tal senso sembra crescere, nonostante difficoltà e zone d'ombra permangano.
Ma cosa accade nel corpo umano? Piano piano questi metalli si accumulano e l'organismo non si riesce più ad espellerli attraverso normali processi di detossinaggio e epurazione dell'organismo.
Arrivati a questo punto, se non si fa uso di sostanze chelanti, in grado cioè di catturare il metallo pesante e trasportarlo fuori dall'organismo, il rischio che questi diventino un serio pericolo per la salute, andando a intossicare cervello, fegato, ossa e reni, è sempre più elevato. 

La chelazione naturale per depurarsi, rimedio del vivere quotidiano

Bisogna precisare che la chelazione, ovvero l'asportazione naturale di questi metalli pesanti, può avvenire sia attraverso una terapia medica, come nei casi più gravi, ma anche in modo naturale, attraverso un semplice processo di educazione o rieducazione al corretto vivere quotidiano, cioè semplicemente prestando attenzione e mettendo in atto alcuni accorgimenti tutt'altro che banali. Ecco quali:
  • Scegliere cibi biologici, sia di derivazione vegetale che animale, prodotti senza l'uso di pesticidi, fertilizzanti o altro.
  • Secondo alcune ricerche le alghe, come la spirulina o l'alga clorella, e l'aloe vera sarebbero utili chelanti naturali per purificare l'organismo; così come alimenti quali l'aglio e spezie come il coriandolo, la curcuma, il pepe nero e lo zenzero, ancora meglio se questi tre vengono utilizzati insieme.
  • Non abusare di farmaci.
  • Per la cottura evitare di usare pentole in alluminio o antiaderenti con PFOA, così come per gli strumenti che si usano in cucina.
  • Attenzione alla scelta dei profumi per l'ambiente e per l'auto: no a quelli industriali, sì a incensi naturali e oli essenziali
  • Procurarsi oli essenziali biologici e naturali, da usare sia internamente che esternamente, consultando il naturopata o esperto di fiducia. Gli oli essenziali di solidago, arancio amaro, maggiorana, pompelmo, mirra e carota, per esempio, si annoverano tra i migliori chelanti naturali, capaci di eliminare le tossine in profondità. Si può preparare un olio da massaggio per i piedi, mettendo qualche goccia degli oli indicati in una base, come olio di mandorle dolci oppure di calophylla o tamanu.
  • La zeolite in polvere attiva pare essere un minerale che, grazie alla sua struttura microscopica, è in grado di depurare profondamente l'organismo, in vendita in erboristeria o parafarmacia
  • Documentatevi il più possibile e passate parola: in libreria troverete numerosi testi che parlano di come difendersi dai metalli pesanti o tossici. 

Sintomi da intossicazione da metalli pesanti e diagnosi

Tra i sintomi principali si annoverano: stanchezza, spossatezza, nausea, diarrea, mal di testa, mal di stomaco, sudorazione abbondante, eccessiva magrezza, anemia, problemi alla pelle e ai capelli, allergie, disturbi respiratori, che includono irritazioni a naso, occhi e alla mucosa in genere, e sapore di metallo in bocca.
Nei casi più gravi si arriva a danni al sistema nervoso centrale, circolatorio, scheletrico e cardiaco, portando anche gravi patologie come cancro, Alzheimer, arterioclerosi, come certe ricerche e studi hanno nel tempo dimostrato.
Come avviene la diagnosi? Si può eseguire un test dei metalli pesanti analizzando le urine o attraverso il mineralogramma, test eseguito sul capello. 

Prova anche le tisane disintossicanti

Per approfondire:

I minerali tossici, quali sono