sabato 9 luglio 2016

IL 2 OTTOBRE MORIRA' L'UNIONE EUROPEA. - Rosanna Spadini


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Le magnifiche sorti e progressivi dell'Ue sono ormai segnate, «il 2 ottobre morirà l'Unione Europea », dice Enrico Mentana, e stavolta, una delle rare volte … credo che abbia ragione. Perché proprio il 2 ottobre? Beh, per quel giorno è stato indetto il referendum ungherese sul ricollocamento obbligatorio degli stranieri, un quesito che chiamerà i cittadini ungheresi ad esprimersi pro o contro l'Unione: «Volete o no che l’Ue possa obbligarci ad accogliere in Ungheria, senza l’autorizzazione del Parlamento ungherese, il ricollocamento forzato di cittadini non ungheresi?». È il quesito del referendum proposto dal governo di Viktor Orbán, ed approvata dal Parlamento il 10 maggio. Che dire … secondo Orbán, si tratta di decidere sulla sovranità del Paese, e di far valere il diritto di scegliere con chi convivere, ma il voto rischia di essere l'armagheddon dell'Unione dopo l'avvenuto Brexit.

Poco prima il governo Orbán aveva votato contro il piano europeo del settembre scorso, sia l'Ungheria che la Slovacchia avevano preannunciato un ricorso legale e Budapest una consultazione referendaria. Il piano violerebbe la sovranità nazionale e rischierebbe di facilitare l'ingresso nel Paese di «terroristi», Bruxelles «non ha il diritto di ridisegnare l'identità culturale e religiosa dell'Europa». Ma dato che circa 400mila migranti e rifugiati sono passati per l'Ungheria nel 2015, prima della costruzione del muro che ha sigillato i confini meridionali, gli esiti del refendum appaiono già scontati.
Poi nello stesso giorno l'Austria ripeterà il ballottaggio presidenziale … e forse stavolta il vecchio "Ulrich", per ironia della storia, dopo aver trascorso tutto il secolo breve "senza qualità", annichilito da una sorta di spleen esistenziale postmoderno, potrà finalmente riscattarsi e decidere di far implodere l'Europa, ferendola nel ventre molle della Mitteleuropa, con una salvifica manovra di karakiri (Robert Musil, L'uomo senza qualità). Infatti "Dopo il Brexit - dice ancora Mentana - se passa il no a Budapest, se vince Hofer a Vienna, l'Unione davvero rischia di crollare. E la causa è sempre la stessa: la paura degli immigrati."

Il sistema sta squassando l'Europa dalle fondamenta, perché l'Ue appare ormai come l'aborto mostruoso di un progetto fallito … occorre una virata risoluta per affrontare le turbolenze populistiche, quindi è necessario eliminare i protagonisti dell'ultima fase storica, quegli uomini "senza qualità" che non sarebbero più credibili per il nuovo frankestein geopolitico in via di riassemblaggio.

Cadono come mosche … prima David Cameron, travolto dal Brexit, che lui aveva fermamente combattuto, ma il medium è il messaggio, diceva un certo Marshall McLuhan, dunque la stessa proposta del referendum celava trame finanziarie gentryste, ed indicava una via tutta in salita, conclusasi poi con la catastrofe annunciata … sputtanato in anteprima dai Panama Papers e poi definitivamente eliminato.
Poi arriva il turno di Boris Johnson, che dopo aver tenuto un discorso colto, moderato e sapiente, si dichiara inadeguato a guidare la compagine dei Tory … «Alla conferenza del partito Tory dell’anno scorso ho attirato l’attenzione su di una statistica preoccupante sul modo in cui sta cambiando la nostra società. È la proporzione tra lo stipendio medio dei top manager del Ftse100 e quello del suo dipendente medio – ribadisco, medio – in azienda. Questa sproporzione sembra in fase di esplosione a un ritmo straordinario, inspiegabile e francamente sospetto. … oggi c’è un signore là fuori che guadagna 810 volte la media dei suoi dipendenti. Cosa sta succedendo?»

«Il mercato unico è un microcosmo di bassa crescita. E’ cronicamente affetto da un elevato tasso di disoccupazione. I paesi dell'Ue sono gli ultimi della fila in quanto a crescita tra i paesi dell’Ocse; ed è incredibile che ci siano 27 paesi extracomunitari che hanno goduto di una crescita più veloce nelle esportazioni della Gran Bretagna, a partire dall’avvio del mercato unico nel 1992, mentre 20 Paesi hanno fatto meglio di noi nell’esportazione di servizi. Far parte dell'Ue non è poi così conveniente per le aziende britanniche. Perciò che cosa piace dell'Ue a questi pezzi grossi? Sostanzialmente due cose. A loro piace l’immigrazione incontrollata, perché aiuta a mantenere bassi i salari dei lavori meno qualificati, e quindi aiuta a controllare i costi, e di conseguenza ad assicurarsi che vi sia ancora più grasso da spartirsi per quelli che comandano. Un rifornimento costante di solerti lavoratori immigrati significa non doversi preoccupare più di tanto delle competenze o delle aspirazioni o della fiducia in se stessi dei giovani che crescono nel loro paese.»
Poi gagliardo si fa avanti Nigel Farage con il suo "Mission accomplished!" … e chi se lo aspettava ??
Proprio lui che è stato il paladino degli euroscettici, che aveva infiammato il parlamento europeo con le sue invettive anti Europa, e che aveva denunciato con particolare competenza tutte le distorsioni del cambio fisso. Infine arriva la dichiarazione di John Chilcot, presidente della commissione d'inchiesta britannica sul conflitto iracheno, che presenta un rapporto durato sette anni, secondo il quale "l'UK non esaurì tutte le possibili opzioni pacifiche prima di dichiarare la guerra all'Iraq di Saddam Hussein". Per di più Tony Blair (criminale di guerra) era stato avvertito sul fatto che una guerra in Iraq avrebbe favorito i gruppi terroristici per il rifornimento di materiale bellico, prima Al Qaeda e poi Isis.


Ora è chiaro che il Brexit non è stato un semplice segnale di allarme della crisi europea, ma un evento maturato nel tempo, cresciuto come un bubbone purulento sul tessuto epidermico sociale, malato terminale che sposta i rapporti di forza, sullo scacchiere geopolitico mondiale. L'intera architettura del mondo sta cambiando, perché l'UK è uno dei poli della civiltà occidentale, e se l'Inghilterra si dice fuori dall'Europa, ciò significa che muta il giudizio di valore sull'Ue e sui rapporti di potere degli stati. Infatti il polo catalizzatore dell'occidente, rappresentato dagli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, sta declinando sotto i colpi delle migrazioni di massa, che stanno disgregando l'Unione, per essere sostituito da un mondo multipolare, dove altre potenze reclamano la loro centralità. Il processo di unificazione europea, un prodotto neoliberista della civiltà atlantica, viene interrotto dalle élite avverse che hanno reso possibile il Brexit, e ciò potrebbe avere un effetto domino su tutto il continente.

Non credo che si consentirà all'Europa di tornare agli stati nazione e alle condizioni preesistenti all'attuale processo di integrazione … e comunque le tensioni si faranno assolutamente insostenibili, mentre alle nuove forze politiche antisistema, cresciute in modo travolgente sotto i colpi della crisi, non sarà concesso troppo spazio per l'acquisizione del potere. 
Stiamo assistendo alla fine di un'Europa, intesa non solo come aggregazione pacifica ed equilibrata di stati, ma anche come possibile istituzione consapevole della propria identità, cultura, civiltà, artefice del proprio destino e orgogliosa dei propri valori etici. L'Europa non ha valori etici, non li ha mai avuti, l'unico valore che dirige le sue scelte è un sistema ultraliberista compulsivo, al servizio degli interessi oligarchici, che stanno privatizzando tutto il possibile all'interno dei singoli stati.
Probabilmente siamo entrati in una nuova fase della crisi europea e di quella globale, una crisi che si rivela solo ora nella sua drammatica e molteplice natura: economica e finanziaria, ma anche istituzionale e geopolitica. Le strutture stesse della società ne saranno sconvolte dalle fondamenta. Nuove turbolenze si affacciano all'orizzonte e ne offuscano la visibilità, segnate da instabilità sociale crescente e da un progressivo disordine economico e finanziario, mentre le oligarchie dominanti tenteranno con ogni mezzo di sopravvivere, senza cedere minimamente nulla del loro potere agli odiati populismi anti-sistema, che cercano di accreditarsi con forza presso la massa dei consensi elettorali.
In ambito globale questa nuova civiltà multipolare si sta materializzando in fieri, giorno dopo giorno, mentre l'Ue in una prospettiva di ricomposizione dovrà confrontarsi con altri poli di aggregazione economica molto incisivi, come l'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Shanghai Cooperation Organisation, SCO), un organismo intergovernativo fondato nel 2001, che oggi comprende numerosi stati: Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Afghanista, India, Iran, Mongolia, Pakistan. Un'Organizzazione che agisce da sempre come giusto e necessario contrappeso verso gli Usa, difendendosi da eventuali sue aggressioni.

La SCO sta diventando una forza importante e riproduce lo spostamento del baricentro dell'ordine mondiale, che sta virando verso oriente … un trasferimento dalla cultura occidentale al mondo eurasiatico. Il Brexit è visto in oriente come il crollo del west, il tramonto dell'occidente e della sua cultura, protesa per secoli alla "civilizzazione" del globo. La fine dell'Ue, così come l'abbiamo pensata per decenni, sembra essere prossima, e la sua metamorfosi appare irreversibile.

Nasceva infatti da un patto scellerato tra "unificazione tedesca vs euro" … e mentre Andreotti diceva "Amo talmente tanto la Germania che ne preferirei due", Churchill forse ne avrebbe volute addirittura molte di più. C'era però una motivazione urgente, quella di scongiurare l'espandersi dell'Urss, che aveva già unificato tutta la parte orientale dell'Europa. La piantina politica dell'Eurasia dal '45 agli anni ottanta ci mostrava un'immensa e compatta massa rossa ad est, con una sottilissima striscia blu ad ovest.
In altri termini, l'unificazione dell'Europa occidentale era l'altra faccia dello sviluppo economico, che il capitale produttivo aveva progettato per arginare l'avanzata del comunismo e per rispondere alle esigenze fisiologiche della necessità di fare crescita. Il tutto garantito da una relativa pace sociale, con benefici generalizzati prodotti dal fordismo, da politiche economiche keynesiane e welfare generalizzato, che hanno distinto il periodo di massimo e apparentemente inarrestabile sviluppo della storia dell'umanità. 

Ma la storia dell'Europa non è stata semplice: avversione continua da parte dell'impero, per impedire che potesse divenire troppo potente … appartenenza alla Nato, che ha consolidato il potere americano e impedito la nascita di un'autonomia difensiva europea e di conseguenza di una concreta e comune politica estera … una permeabilità scandalosa all'azione devastante delle lobby economico finanziarie.
E' il ritorno dell'Heartland, il Cuore della Terra, la zona centrale dell'Eurasia, denominata così da Sir Halford Mackinder, il geografo inglese autore di "Democratic Ideals and Reality" 1919. L'Heartland era descritto da Mackinder come il territorio delimitato ad ovest dal Volga, ad est dal Fiume Azzurro, a nord dall'Artico e a sud dalle cime più occidentali dell'Himalaya. All'epoca, tale zona era quasi interamente controllata dall'Impero Russo. Per Mackinder, che basava la sua teoria geopolitica sulla contrapposizione tra mare e terra, Heartland era il "cuore" pulsante di tutte le civiltà di terra, in quanto logisticamente inavvicinabile da qualunque talassocrazia … « Chi controlla l’Est Europa comanda l’Heartland: chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo comanda il mondo »
Worlds war has begun …

Rosanna Spadini
Fonte: www.comedonchisciotte.org
8.07.2016

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16643

giovedì 7 luglio 2016

Referendum, Napolitano istruisce gli elettori: “Spero che i cittadini non vanifichino gli sforzi sulle riforme”

Referendum, Napolitano istruisce gli elettori: “Spero che i cittadini non vanifichino gli sforzi sulle riforme”

Il presidente emerito della Repubblica: "Su questa vicenda mi ci sono rotto la testa per quasi 9 anni. Ci sono delle imperfezioni, ma l'opera degli stessi costituenti non era perfetta e lo sapevano anche loro".

“Sì, ci sono delle imperfezioni, ma io ritengo che sia legittimo e auspicabile, e io me lo auguro fortemente, che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia ancora una volta finire nel nulla gli sforzi messi in atto in due anni in Parlamento”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano risponde al richiamo del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il leader del Pd, durante la direzione del partito, aveva fatto trasmettere i 3 minuti – ormai celebri – in cui l’allora capo dello Stato chiamato a un inedito mandato bis redarguiva il Parlamento di non aver fatto le riforme e, davanti, tutti gli eletti erano lì a spellarsi le mani. Ora il senatore a vita e presidente emerito rivendica quelle parole e rilancia, avvertendo i cittadini: “E’ auspicabile – dice – che la grande maggioranza dei cittadini non faccia finire nel nulla gli sforzi fatti dal Parlamento”. Il risultato del referendum sulla Brexit, insomma, insegna che dalle urne possono sempre uscire sorprese e questo può spaventare chi ha sostenuto finora le riforme costituzionali. Ancora di più dopo la polarizzazione della campagna elettorale che si è estesa dal merito della riforma alla stessa sopravvivenza del governo e al proseguimento dell’esperienza politica del presidente del Consiglio.
Quella di Napolitano d’altra parte è una posizione coerente, che è la base dei suoi due mandati da presidente della Repubblica e soprattutto ha ispirato la ragione sociale del governo Renzi: “Su questa vicenda delle riforme mi ci sono rotto la testa per quasi 9 anni” ha detto durante un intervento alla celebrazione del 70esimo anniversario della Cna. Napolitano ha sottolineato, tra l’altro, “l’opera degli stessi costituenti non era perfetta e lo sapevano anche loro”.
Napolitano racconta di aver passato quei 9 anni a “rompersi la testa”, ma anche a ricevere “dalle forze politiche perfino giuramenti fino alla fine della legislatura nel 2013 e poi riassumendomi la responsabilità al solo scopo di fare le riforme e quindi al di là dei perfezionismi, che dicono qua e là alcuni professori“. A proposito dei “perfezionismi”, Napolitano ha ricordato che “gli stessi costituenti riconobbero errori“: “Noi amiamo la Costituzione, i suoi principi, valori, indirizzi a cui non rinunceremo mai, ma nella seconda parte l’opera dei costituenti non è stata perfetta e lo sapevano anche loro”. Per questo motivo ora occorre “far prevalere il senso dell’interesse comune al di là del confronto fra forze diverse che si contrappongono per la guida del Paese: è questo lo spirito che deve continuare a guidarci – ha detto ancora l’ex capo dello Stato – non è qualcosa di impossibile, lo abbiamo saputo fare e dobbiamo mostrarci capaci di farlo ancora. E per liberarci di zavorre e questioni che ci impegnavano da tempo occorreva aprire una stagione di riforme“.
I primi a rispondere a Napolitano, incredibilmente, sono quelli di Forza Italia che all’inizio le riforme istituzionali le hanno scritte insieme al Pd e poi hanno ritirato il sostegno al testo dopo che i democratici hanno puntato su Sergio Mattarella come candidato al Quirinale. Secondo Francesco Paolo Sisto, deputato berlusconiano componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, “l’ex presidente della Repubblica, ormai impegnato in una martellante campagna referendaria, è stato il protagonista, in negativo, di una tra le pagine più antidemocratiche della nostra storia repubblicana. Con lui è stata asfaltata la volontà popolare, ribaltato un governo scelto dagli elettori e steso un tappeto rosso all’arrivo di Monti“. “Non c’è dunque da stupirsi che oggi proprio Napolitano sostenga una riforma antidemocratica – conclude Sisto – che non appartiene affatto al Parlamento ma solo ad una parte di esso”. Per questo motivo per Sisto Napolitano è “il miglior testimonial per il no”.
Questa è un'altra persona di potere della quale non possiamo vantarci.
E' incomprensibile il suo arrogante atteggiamento da borioso comunista radical-chic.
Credo che sia sotto gli occhi di tutti chi è che comanda in Italia.
Renzi è solo un'esecutore di ordini - compensato con prestigio personale - Mattarella è una figura-ombra, l'alter ego della situazione, un semplice avatar. Chi tira le fila, il burattinaio, è sempre lui, Re-Giorgio, che impartisce ordini per il tramite della sua Boschi-donzella.

Angelino Alfano, il problema del ministro Ncd è il fratello Alessandro: dalle indagini sulla laurea all’assunzione alle Poste. - Giuseppe Pipitone

Angelino Alfano, il problema del ministro Ncd è il fratello Alessandro: dalle indagini sulla laurea all’assunzione alle Poste

Negli ultimi anni Alessandro Alfano ha provocato più di un momento di apprensione al ministro dell'Interno: dalle indagini sul titolo di studio, al concorso vinto alla Camera di commercio di Trapani fino alle interrogazioni parlamentari sul curriculum.


Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha un problema e non è la percentuale da prefisso telefonico raccolta dal suo partito alle ultime elezioni amministrative. Non è neanche (non del tutto) Antonio Marotta, il deputato finito indagato nell’inchiesta anticorruzione della procura di Roma. La vera preoccupazione di Alfano, invece, ha una natura molto più intima. È un cruccio rappresentato da un ragazzotto classe 1975 che con il ministro dell’Interno condivide il cognome, i genitori, persino una leggera somiglianza fisica: si chiama Alessandro Alfano, ed è suo fratello minore.
L’indagine sulla laurea - E non solo perché è l’uomo che Raffaele Pizza sostiene di aver fatto assumere alle Poste per fare un favore al leader del Ncd (poi costretto al commento “sull’uso politico di materiale scartato dai magistrati”). Alessandro Alfano, infatti, negli ultimi anni ha provocato più di un momento di apprensione al potente fratello ministro. Nato – come il leader di Ncd – ad Agrigento da Angelo Alfano e Calogera Sciumé, una coppia originaria di Sant’Angelo Muxaro (piccolo comune della provincia), Alfano Junior (nella foto tratta dal suo profilo facebook) inizia a creare imbarazzo in famiglia già al momento di laurearsi: è il 2009 quando consegue – a 34 anni – la laurea triennale in Economia e CommercioSolo che quell’esame di laurea finisce al centro di un’inchiesta della procura di Palermo che iscrive trenta studenti nel registro degli indagati. Il motivo? Erano tutti sospettati di avere pagato un’impiegata della segreteria che in cambio inseriva nel database informatico dell’università esami mai sostenuti. La posizione di Alfano il minore verrà in seguito archiviata, ma quell’indagine crea più di un grattacapo al potente fratello, che in quel momento si è appena dimesso da ministro della Giustizia per installarsi alla segreteria del Pdl, poltrona dalla quale avrebbe dovuto poi raccogliere il testimone da Silvio Berlusconi.
“Quel concorso lo vincerà Alfano junior” - Quell’inchiesta sulle lauree false, infatti, apre una crepa nel curriculum di Alfano Junior che nel 2006, quando ancora non aveva conseguito il titolo di dottore in Economia e Commercio, era stato nominato segretario generale di Unioncamere Sicilia. Quattro anni dopo, a laurea acquisita, ecco che Alessandro Alfano vince il concorso da segretario generale della Camera di Commercio di Trapani: solo che ben prima che si tenesse quella selezione pubblica, un esposto anonimo aveva incredibilmente predetto la vittoria del fratello dell’ex ministro della Giustizia. E in quell’esposto, una mano anonima aveva anche fatto riferimento al fatto che Alfano junior non avesse alle spalle cinque anni di esperienza dirigenziale, requisito fondamentale per partecipare alla concorso di segretario generale della Camera di Commercio trapanese. È per questo motivo che nel dicembre del 2011  gli uomini della squadra mobile di Palermo piombano negli uffici della Camera di commercio di Trapani, sequestrando il fascicolo del concorso vinto da Alfano junior. Il clima tra Palermo e Roma si fa incandescente, Berlusconi si è appena dovuto dimettere da presidente del Consiglio e Angelino Alfano gioca un ruolo di primo piano nella larga maggioranza che sostiene il governo di Mario Monti: Alessandro è costretto dunque a fare un passo indietro, dimettendosi da segretario generale.
“Il fratello del ministro ha mentito nel curriculum” - Le polemiche su quel concorso e sui titoli vantanti da Alfano il minore, però, non si spengono: anzi, finiscono addirittura in Parlamento. “Alcune delle dichiarazioni contenute nella suddetta domanda (quella presentata per partecipare alla selezione della Camera di commercio ndr) peccano anche sotto il profilo della veridicità della ricostruzione curriculare da parte dell’interessato. Il dottor Alfano ha autocertificato, relativamente al ruolo di direttore regionale di Confcommercio Sicilia, in un periodo antecedente alla sua nomina a segretario generale di Unioncamere Sicilia, avvenuta a fine 2006. Risulta, infatti, che in realtà egli sia stato semplicemente distaccato presso la sede di Confcommercio regionale, in veste di semplice direttore provinciale di Agrigento, e che in tale Confederazione non ha mai rivestito il ruolo di Direttore regionale, visto che da tempo vi era un altro soggetto che rivestiva tale funzione, l’avvocato Marino Julo Cosentino”, scrive nell’estate del 2013 il parlamentare di Sel Erasmo Palazzotto, in un’interrogazione indirizzata a Flavio Zanonato, l’allora ministro dello Sviluppo Economico. Tradotto: per vincere il concorso alla Camera di Commercio il fratello del ministro dell’Interno avrebbe inserito nel suo curriculum un incarico al vertice della Confcommercio siciliana. Problema: quell’incarico, secondo Palazzotto,  era già ricoperto da un’altra persona, mentre Alfano Junior era all’epoca  direttore della sezione provincia di Agrigento. Un bel problema, anche per Alfano senior, che nel frattempo è diventato vice del premier Enrico Letta. A quell’interrogazione depositata nell’agosto del 2013, tra l’altro, non è mai seguita una risposta del ministero.
La scalata alle Poste - Nel frattempo, però, Alfano il minore ha già trovato un’altra sistemazione: nel settembre del 2013 viene nominato direttore della divisione Business Development di Postecom spa: solo il primo gradino di una fulminante carriera tutta interna al gruppo Poste italiane. Due anni dopo, infatti, viene promosso direttore del settore Offerta e Post Vendita di Poste tributi, nel maggio scorso, invece, approda direttamente alla società principale come dirigente.  Incarico che avrebbe ottenuto –stando alle intercettazioni della Guardia di Finanza – grazie all’interessamento del faccendiere Raffaele Pizza, arrestato nell’operazione anticorruzione di ieri, a sua volta fratello di Giuseppe, ex sottosegretario del governo Berlusconi, famoso soprattutto per aver rivendicato l’uso esclusivo del storico simbolo della Dc. Quello dei fratelli che provocano qualche imbarazzo, insomma, non è un problema comune solo in casa di Alfano. È probabile, però, che in queste ore al ministro dell’Interno sia tornato in mente un vecchio proverbio noto nella sua Sicilia: i parenti te li dà Dio, gli amici te li cerchi tu. Vista la lunga lista d’indagati del Nuovo centrodestra, si può dire che il responsabile del Viminale abbia avuto scarsa fortuna in entrambi i campi.

A Pavia la macchina che cura i tumori al 90% . Ecco i contatti e il telefono




Il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) è una struttura innovativa e tecnologicamente avanzata, voluta dal Ministero della Salute con Legge n° 388 del 23.12.2000, per il trattamento di tumori radio resistenti o non operabili, mediante l’uso di ioni carbonio e protoni. Nella sala sperimentale, nelle aree dedicate e nei laboratori si effettuano anche attività di ricerca clinica, radiobiologica e traslazionale.

Sincrotrone: l’invenzione che cura il tumore resistente ai raggi x 
Nonostante la struttura che ospita il Sincrotrone sia stata finanziata, in parte, dallo Stato, nessuno conosce il centro CNAO che attraverso l’adroterapia ha una percentuale elevatissima di guarigione dei tumori.
La puntata di “Report” di pochi mesi fa ha trattato un argomento molto importante e poco conosciuto per quanto riguarda la cura dei tumori.
A Pavia un gruppo di fisici e ingegneri hanno messo a punto una macchina per la cura dei tumori che esiste solo in altri tre luoghi nel mondo: Giappone, Cina e Germania.
Si tratta del Sincrotrone e cura i tumori radio resistenti.

Nella visita a Pavia il Sottosegretario Dott.Vito De Filippo (ex Governatore della Regione Basilicata) esplora le stanze in cui questo enorme macchinario viene utilizzato e attraverso il quale le particelle vengono accelerate:
 si tratta di struttura in cui viene iniettato un gas ricco di idrogeno o carbonio che crea un fascio di protoni o di ioni carbonio che percorrono questa circonferenza un milione di volte in mezzo secondo. Ad ogni giro le particelle aumento l’energia. Il carbonio richiede grandi macchine per venire accelerato ma quando arriva a colpire la cellula tumorale è tre volte più efficace dei raggi x.

Roberto Orecchia, direttore scientifico fondazione CNAO, spiega: 
“Il carbonio è più pesante e lascia una traccia all’interno della cellula. Nel suo percorso ad elevata intensità lascia una traccia tale che tutto quello che incontra, anche in questo caso del DNA, lo rompe. Questo è un tipo di danno non riparabile dalla cellula“.
Per tanto anche un tumore radioresistente può essere eliminato con gli ioni carbonio. Tutto questo sistema è stato messo insieme dall’eccellenza italiana nella fisica.

Sandro Rossi, Direttore Generale CNAO, spiega: 
il funzionamento del sincrotrone: ” Questo anello che ha una circonferenza di circa 80 metri, quando le particelle entrano in quell’anello cominciano ad accelerare e incominciano ad arrivare a circa 60/70% della velocità della luce. Quindi i fisici, gli ingegneri, selezionano l’energia giusta per arrivare dove esattamente il medico dice che bisogna fermare il fascio per trattare quel tumore“.
Con questa tecnica che si chiama Adroterapia stanno curando anche i sarcomi. “I sarcomi sono universalmente conosciuti come essere tumori radio resistenti – dichiara Roberto Orecchi – La probabilità di controllo locale con la Radioterapia generalmente non supera il 50/60%”.
Con la tecnica dell’Adroterapia, invece i dati sono più incoraggianti e arrivano all’80/85% di successo sulla malattia, in pratica significa di fatto la guarigione del paziente. Stanno emergendo anche altre indicazioni come il tumore del pancreas, che normalmente si riesce a curare nel 20% dei casi. Con l’adroterapia sono state registrate percentuali di sopravvivenza a due anni libera da malattie del 45%. Di solito tumori resistenti ai raggi x sono quelli della base cranica, tumori delle ghiandole salivari, tumori del retto, melanoma dell’occhio, e la prospettiva è quello di applicarlo anche per i tumori che colpiscono i bambini.
Oltre 600 sono i pazienti curati nel centro CNAO costruito per 150 milioni di euro di cui 95 messi a disposizione dallo Stato in base alla legge istituita dalla fondazione Veronesi del 2000. Nonostante sia sconosciuto l’invenzione del Sincrotone è orgoglio tutto italiano realizzato con l’Istituto di fisica nucleare Politecnico di Milano e l’Università di Pavia. Al progetto hanno partecipato 600 ditte di cui 500 italiane.
Come funziona Il lettino motorizzato in cui si stende il paziente come se fosse una tac è dotato di un laser con un puntamento ad altissima precisione colpisce il tumore in tante fette, come dichiara il direttore della fondazione; tali fette si scindono in un millimetro ciascuno e fetta per fetta colpisce il tumore.
Il trattamento varia dai 2 ai 15 minuti ed è perfettamente indolore.
Si curano anche pazienti che non avrebbero alternative. Purtroppo questa struttura, anche se finanziata dallo Stato, non tutti la conoscono perché non figura tra i centri di cura nazionale per il tumore. Il trattamento completo costa 24mila euro e finora solo le regioni Lombardia ed Emilia Romagna rimborsano l’intero costo della cura.
Altre regioni in Italia richiedono prima un’autorizzazione visto che molte Asl ignorano ancora il trattamento dell’Adroterapia. Purtroppo per far si che il CNAO venga elencato tra i centri riconosciuti per la cura del tumore si dovrà aspettare l’aggiornamento della legge di stabilità con l’elenco di malattie che potranno essere curate con l’adroterapia e completamente rimborsabili. Un aggiornamento che dovrebbe avvenire nell’immediato futuro visto che le persone in Italia malate di sarcomi sono oltre 4500, tutti tumori resistenti alla tradizionale radioterapia.
Il CNAO è stato istituito per volontà del Ministero della Salute e la Fondazione CNAO, incaricata della sua realizzazione, costruzione e funzionamento, è stata insediata a Milano il 21 novembre 2001, sotto la guida del prof. Ugo Amaldi. Il Centro si trova a Pavia e la sua inaugurazione è avvenuta il 15 febbraio del 2010. Nell’ottobre 2011 sono iniziati i trattamenti su pazienti volontari e selezionati dal ministero della salute. Il CNAO si prefigge lo scopo di curare i pazienti affetti da tumori solidi mediante l’uso di fasci di protoni e ioni carbonio: si tratta di particelle denominate adroni, da cui il nome di adroterapia. Nello stesso tempo effettuerà ricerca scientifica per individuare strumenti sempre più efficaci nella lotta contro il cancro.
In altri termini, il CNAO opererà a due livelli: presterà assistenza medica diretta ai malati di cancro e farà ricerca clinica e radiobiologica. Il centro funzionerà con prestazioni di carattere ambulatoriale; non sono previsti servizi di assistenza in regime di ricovero ordinario. A livello tecnologico il CNAO si avvale di un sincrotrone di 25 m di diametro, in grado di accelerare sia protoni, sia ioni di carbonio. Protoni e ioni saranno prodotti in due sorgenti, pre-accelerati da un acceleratore lineare, seguito da una linea di iniezione per il trasferimento delle particelle nell’anello del sincrotrone dove verranno ulteriormente accelerate ed estratte ad energie sino a 250 MeV per i protoni e 480 MeV/u per gli ioni carbonio. Il CNAO ha tre sale di terapia, una delle quali dotata di un sistema di trattamento con fascio sia orizzontale che verticale. In funzione del tipo di particelle utilizzate (protoni o ioni carbonio) e della loro energia, potranno essere irradiati tumori a profondità variabili da 1 a 27 cm.
PER CONTATTARE IL CENTRO:  http://fondazionecnao.it/it/   IL TELEFONO DEL CENTRO E’ 0382-078.963

mercoledì 6 luglio 2016

Mafia: undici arresti a Milano, "Favoriti clan per Expo".

Expo: padiglione Francia © ANSA
Expo: padiglione FranciaRIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/ANSA

Reati tributari, riciclaggi e associazione per delinquere.

Undici persone, tra cui un avvocato, sono state arrestate nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Milano con al centro reati tributari, riciclaggio e associazione per delinquere con l'aggravante della finalità mafiosa. 
Al centro dell'inchiesta c'è il consorzio di cooperative Dominus Scarl specializzato nell'allestimento di stand, il quale ha lavorato per la Fiera di Milano dalla quale ha ricevuto in subappalto l'incarico di realizzare alcuni padiglioni per Expo tra cui quello della Francia e della Guinea equatoriale.
Secondo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, le società del consorzio erano intestate a prestanomi di Giuseppe Nastasi il principale indagato, arrestato con il suo collaboratore Liborio Pace e l'avvocato del Foro di Caltanissetta, Danilo Tipo, ex presidente della Camera penale della città siciliana.
Le società coinvolte ricorrevano a un sistema di fatture false per creare fondi neriIl denaro era poi riciclato in Sicilia dove gli indagati avevano legami con la famiglia di Cosa Nostra dei Pietraperzia. Il Gico della Guardia di Finanza sta effettuando un sequestro preventivo per circa cinque milioni di euro.
Agli undici arrestati sono contestate a vario titolo le accuse di associazione per delinquere finalizzata a fatture false, a reati tributari, riciclaggio appropriazione indebita e ad alcuni degli indagati, tra cui Nastasi e Pace, l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra.
 L'indagine "è importante" in quanto questa volta "segnala" in Lombardia non "le infiltrazioni di 'ndrangheta, ma di Cosa Nostra". Lo ha detto in conferenza stampa il procuratore aggiunto e coordinatore della Dda milanese, Ilda Boccassini, che ha voluto evidenziare come in particolare Giuseppe Nastasi, titolare del consorzio di cooperative al centro dell'inchiesta, avesse "legami con cosche importanti come gli esponenti della famiglia Accardo". "Garantiremo agli indagati un processo rapido e quindi si procederà con la richiesta di rito immediato e alla trascrizione in tempi brevi di tutte le intercettazioni" che sono alla base dell'indagine, ha detto Ilda Boccassini. "Non sono individuate responsabilità penali in capo a Ente Fiera o a Expo", ha precisato il procuratore aggiunto.
Commissariata Nolostand spa
La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, presieduta da Fabio Roia ha disposto l'amministrazione giudiziaria della Nolostand spa, società del gruppo Fiera Milano. La decisione è stata presa perché alcuni indagati nell'inchiesta che stamani ha portato a unici arresti a Milano per reati di stampo mafioso hanno contatti con dirigenti e vertici della società. 
Mafia: pm, tema non è mancato controllo Expo
'Non è inchiesta su Fiera, indagine svolta in tempi rapidi'
"Qua non c'è il tema che Expo non ha controllato, è Nolostand (società del gruppo Fiera Milano, ndr) che non ha controllato e questa non è un'indagine su Fiera Milano ma sul consorzio di Nastasi che si è infiltrato in Fiera, con la Fiera, che poi ha lavorato per Expo". Così il pm di Milano Paolo Storari nella conferenza stampa sul blitz di stamani ha risposto ad una serie di domande. E a chi le chiedeva se le indagini non potessero avere tempi più rapidi, Boccassini ha risposto: "i tempi della Dda sono sempre rapidi". 
Expo Mafia: Sala, battaglia legalità non si fermi mai
'Sosteniamo ogni azione degli organi dello Stato'
"La battaglia per la legalità non deve fermarsi mai, a tutela dei cittadini e delle istituzioni e sosteniamo ogni azione degli organi dello Stato in tal senso". Lo ha dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex commissario di Expo. "Abbiamo lavorato e stiamo lavorando - ha aggiunto Sala - per proteggere Milano dalle infiltrazioni malavitose e dai rischi di corruzione. Risultati importanti sono stati ottenuti, ma la forza delle organizzazioni criminali non può essere sottovalutata nemmeno per un momento".

L'Iva sulle bollette? E' illegittima e va rimborsata.

L'Iva sulle bollette? E' illegittima e va rimborsata

Basta dare un'occhiata alla bolletta del gas o della luce per accorgersi che l'Iva viene spesso calcolata prendendo come base anche addizionali e accise. Tuttavia, questo rincaro sembrerebbe illecito, poiché non esiste alcuna legge che lo prevede. Come ricorda 'Studio Cataldi', i cittadini sarebbero legittimati a chiedere la restituzione delle somme indebitamente corrisposte, nella fattispecie solo della quota calcolata in eccesso.
Già nel 1997, la Cassazione aveva chiarito che un tributo non può gravare su un altro tributo simile, a meno che non sia la legge a prevederlo. Qualora la parte dell'Iva applicata sulle bollette fosse dichiarata illegittima per l'Erario potrebbero presentarsi delle conseguenze: se il rimborso per il singolo cittadino non è elevato, l'ammontare dei rimborsi complessivo potrebbe sfiorare cifre significative.
Tuttavia, sebbene con una recente sentenza la Cassazione abbia dichiarato illegittima l'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tia) stante la sua natura tributaria, sull'argomento bisogna ancora fare chiarezza.

Invasione in Iraq, rapporto Chilcot: "Guerra non era necessaria". Blair: "Io in buona fede".

Invasione in Iraq, rapporto Chilcot: Guerra non era necessaria. Blair: Io in buona fede

Il Regno Unito non esaurì tutte le possibili opzioni pacifiche prima di decidere di unirsi nel 2003 agli Stati Uniti nell'invasione dell'Iraq di Saddam Hussein. Queste le attese conclusioni di Sir John Chilcot, a capo della commissione di inchiesta che per 7 anni ha indagato sulle ragioni della guerra e che oggi presenta il suo Rapporto finale.
Per Chilcot, l'allora premier laburista Tony Blair giudicò le informazioni di intelligence sulla minaccia delle presunte armi di distruzione di massa irachene "con una certezza che non era giustificata". I piani per il dopoguerra, inoltre, furono "completamente inadeguati" alla situazione.
In una dichiarazione Blair ha risposto alle conclusioni del Rapporto: "Il rapporto dovrebbe mettere a tacere le accuse di cattiva fede, menzogne o inganni. Sia che la gente sia d'accordo o in disaccordo con la mia decisione di intraprendere un'azione militare contro Saddam Hussein, lo feci in buona fede e in quello che credevo essere il migliore interesse del Paese".
E' una critica "devastante", come la definisce il Guardian, quella rivolta nei confronti di Blair dal Rapporto. Per John Chilcot, che per sette anni ha guidato la commissione d'inchiesta, la decisione britannica di invadere uno stato sovrano per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale prima che tutte "le opzioni pacifiche per il disarmo" venissero esplorate, fu della "massima gravità". E se l'azione militare non era all'epoca "l'ultima risorsa" possibile, Chilcot suggerisce che uno dei fattori decisivi nella decisione di unirsi agli Stati Uniti e scendere in guerra, fu proprio il convincimento di Blair.
Secondo il Rapporto, il celebre dossier presentato dal premier alla Camera dei Comuni nel settembre del 2002 non era sufficiente a supportare l'accusa che l'Iraq di Saddam Hussein stava sviluppando armi di distruzione di massa. L'allora governo laburista non riuscì inoltre a prevedere le disastrose conseguenze della guerra, ha detto Chilcot nell'illustrare le conclusioni contenute nei 12 volumi che compongono il Rapporto. Con almeno 150mila morti, molti dei quali civili e "oltre un milione di sfollati", ha ricordato, "il popolo iracheno soffrì enormemente".