Avevo già detto che sospettavo una sua sottomissione ai miliardi di Soros...qui c'è la conferma del mio sospetto.
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 19 febbraio 2019
Arresti domiciliari per i genitori di Renzi, la rabbia dell'ex premier.
Accusati di emissione di fatture inesistenti e bancarotta fraudolenta. Il provvedimento, emesso dal gip di Firenze, riguarda anche un imprenditore ligure. 'Assurdo e sproporzionato' commenta Matteo.
Arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi. Le misure sono state emesse dal gip di Firenze per bancarotta fraudolenta e per emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza, riguarda anche una terza persona, un imprenditore di Campo Ligure (Genova). I tre, secondo quanto si apprende, sono stati nel tempo amministratori di fatto di tre società cooperative, due delle quali dichiarate fallite. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l'emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all'interno di una delle società e, dall'altro, un'ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013. Oltre a Tiziano Renzi, Laura Bovoli ed all'imprenditore ligure Mariano Massone, tutti e tre ai domiciliari, nell'inchiesta della procura di Firenze sono indagate altre 5 persone. Tra queste Roberto Bargigli, detto Billy, autista del camper di Matteo Renzi durante le primarie per la segreteria del Pd.
L'ex premier Matteo Renzi apprende la notizia alle porte di Torino, dove alle 21 era atteso al Circolo dlela stampa per la presentazione del suo libro 'Un'altra strada. Idee per l'Italia di domani'. Decide di fare marcia indietro e affida ai social la sua rabbia.
"Ho molta fiducia nella giustizia italiana, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge" è il primo commento dell'ex premier. "Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato", ha scritto su Facebook Renzi commentando i domiciliari dati ai propri genitori. "Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in aula, come tutti i cittadini. Io continuerò a combattere per questo Paese, forte della mia onestà".
"Voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale. Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta", precisa Renzi.
IL POST DI MATTEO RENZI SU FACEBOOK
"Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano - oggi, casualmente proprio oggi - questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no". " E tutto accade -precisa Renzi- perché ho tentato di cambiare l'Italia".
Non si fanno attendere i commenti. Il ministro dell'interno Matteo Salvini a caldo dice: " L'arresto dei genitori di Renzi? Niente da festeggiare". Silvio Berlusconi precisa: "Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, con separazione dei giudici dai pm, che devono avere una carriera diversa".
"I figli non devono mai pagare le colpe dei padri: Matteo Renzi ha fatto danni per la nostra amata Italia e i cittadini si sono già espressi su di lui. Sui genitori la giustizia farà il suo corso". Lo afferma in un post su Facebook il sottosegretario M5S Stefano Buffagni. La solidarietà del Pd arriva da Maurizio Martina e da Matteo Orfini.
Per le 16 in Senato Matteo Renzi ha convocato una conferenza stampa.
La misura dei domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli è stata decisa dal gip Angela Fantechi perchè sussiste il concreto e attuale "pericolo" che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede, tributari e fallimentari, spiega il giudice. Non solo, continua, si tratta di reati che "non sono occasionali" ma si inseriscono in un unico programma criminoso che va avanti da molto tempo, realizzato in modo professionale e coinvolgendo numerose altre persone.
lunedì 18 febbraio 2019
Il 5S tornerà forte. - Marco Giannini
Nel giorno in cui mi sono convinto ad acquistare “La fattoria degli animali” di George Orwell, opera che già sento entrerà a far parte della mia “Gestalt”, ho appreso che Luigi Di Maio, il tanto odiato dalla “opulenta macchina del fango” mediatico Luigi Di Maio, ha deciso che alle elezioni europee il M5s non solo si doterà di 10 punti programmatici comuni per una Europa differente (magari simile a ciò che fu la CEE cioè “a misura d’uomo”), ma permetterà ai Candidati di stilare un programma personale per valorizzarne le diverse sensibilità.
E’ lo spirito del Movimento che conoscevo quello di non dimenticare nessuno, di non lasciare nessuno indietro nemmeno nel campo delle idee.
Non appena acquistato questo libro, lungo la splendida costa della mia Lido di Camaiore, ho detto al mio fraterno amico Vinicio “l’uguaglianza non ha niente a che vedere con l’omologazione, l’omologazione ne è l’opposto, è schiavitù”.
“Sincronicità” direbbe Jung.
Devo dire che la mossa del vicepremier pentastellato è quanto di più opportuno potesse ideare in un’epoca di pensiero unico, una epoca in cui non si sente mai citare la democrazia ma in suo luogo si sente ripetere allo sfinimento il combinato disposto “democrazia liberale” manco che esser liberali (anzi neoliberisti, turbocapitalisti e globalisti) fosse sinonimo di democrazia.
Un socialdemocratico cosa sarebbe un violento? Oppure è un perseguitato perché descrive (aspira alla) la normalità?
Solo perché denuncia la falsità dell’equazione libertà di capitale = libertà dell’uomo e descrive i tratti della prima come pari a quelli di una “libera volpe in libero pollaio” quando non è accompagnata da quei controlli e limiti che gli Stati dovrebbero disporre nell’interesse del benessere del cittadino comune? (Non me ne voglia il Direttore del potentissimo “Istituto Bruno Leoni”, Mingardi che ha citato me ed il mio saggio “Il neoliberismo che sterminò la mia generazione” nel suo libro “La verità, vi prego, sul Neoliberismo” opera recensita, la sua, sul Corsera da De Bortoli).
Attenzione! Essere un socialdemocratico non ha niente a che vedere coi sedicenti partiti socialdemocratici europei. Essi per la maggiore sono un coacervo di interessi del capitale finanziario che nutre per miliardi di euro centinaia di rentiers cioè parassiti, “entità” che non hanno mai lavorato mezzo minuto in vita loro speculando finanziariamente sulle nostre vite.
Le vite della “plebaglia europea”, così definita da uno dei padri fondatori della UE, tale Jacques Attali banchiere francese (https://it.wikiquote.org/wiki/Jacques_Attali).
Le associazioni legate a doppio cordone con questi “aristocratici” cioè le sinistre radical chic, ad ogni benedetto convegno, blaterano “about” il “Manifesto di Ventotene”, tuttavia, come per magia, un gradino sotto a questi splendidi princìpi, compare il solito target: creare un mercimonio mondiale di esseri umani, noi compresi, che girovagano disperati per il mondo finendo per svolgere mansioni nei paesi dove sono sottopagati così che non pensino ad altro che a sopravvivere.
Montanelli affermava che in Europa i tedeschi sarebbero entrati da tedeschi, i francesi da francesi e gli italiani da europei (cioè da fessacchiotti). Questo perché era a conoscenza di come le élite, per decenni, attraverso premesse dotate di alti ideali utili (affinché ci si fermasse alla superficie, ipnotizzati da cotanta dialettica e melassa) avessero inculcato nel dna mentale della nostra gente quella forma di perbenismo omologante, spacciato per “umanesimo” e tanto in voga nel “socialismo liberale” (un ossimoro). Il socialismo liberale ovvero il riferimento politico di chi smantella i diritti sociali per opera del “mercato”, spesso mettendo in competizione poveri locali con poveri migranti, riducendo la quota salari ed i diritti sociali di tutti in favore della quota profitti (di pochi): omologazione, del resto, equivale a controllo.
Vorrei rimembrare che in Italia il malcostume di distorcere le menti delle persone confondendo inopportunamente il neoliberismo con altro, vide il suo esordio con Silvio Berlusconi negli anni ’90 (liberismo = libertà) ed i risultati sono stati evidenti a tutti: tranquilli le sue SPA (il portafoglio dei suoi splendidi pargoli), adesso sono al sicuro; lo sono dal 2011, da quando cioè di tali aristocrazie è suddito (come garanzia della sua fedeltà c’è Tajani, bontà sua…).
Sono certo, mi auguro venga colta l’ironia, che agli italiani non importasse poi molto del futuro dei propri figli, agli italiani interessavano le sorti dei vari Piersilvio, Barbarella, Marina ecc.
La rete è cosparsa di cloni di Berlusconi (haters) che non fanno altro che ripetere “reddito di nullafacenza”, “reddito di nullafacenza”, “reddito di nullafacenza”, in altre parole di persone che mentono sapendo di mentire, questo tanto per regalare altro “amore” al proprio popolo (come quando Silvio votò il Governo Monti).
Di Battista nel frattempo afferma che “se non avremo più Europa, l’India e la Cina ci faranno il mazzo” ma sa bene che questa affermazione, citando Fusaro, è una perla di cretinismo economico (ammesso e non concesso che fosse di tipo economico), (in)utile ad apparire moderati a quell’elettorato, ad esempio i pensionati, ingenuamente (ingiustamente) indottrinato (spaventato) dal mainstream di Confindustria.
Il vero populismo è infatti quello che i media inculcano con messaggi subliminali in ogni dove, parlando delle virtù taumaturgiche di questa Europa citandola indirettamente perfino durante i reality.
Il populismo non è quello descritto dai giornali, populisti si è se si mente.
Nelle intenzioni e nella fattibilità delle proposte.
Il 5s in nemmeno 8 mesi di Governo ha quasi completato l’approvazione del pacchetto seguente: abolizione vitalizi, riduzione di 350 Parlamentari pur mantenendo due Camere, Reddito di Cittadinanza.
Non mi pare populismo visto che legiferano mantenendo quanto promesso e hanno davvero aperto in questo modo la casta come una scatoletta di tonno.
Ho alcune osservazioni da fare però:
- Perché Casalino non chiede ai suoi principali simboli (Di Maio e Di Battista) di illustrare continuamente in TV questi risultati?
- Perché non spiegano che con due Camere, nel passaggio che intercorre tra le due approvazioni, in quel mesetto, si dà il tempo ai cittadini, di accorgersi se qualcuno sta per approvare provvedimenti pro lobbies (cioè corruzione)?
- Perché non denunciano che viviamo in un paese devastato da cataclismi idrogeologici e che questo stato di cose rende oltre che inutile anche insensata la TAV (ci sono altre priorità) e che quando i politici dell’opposizione, affermano rabbiosi che non ci sono investimenti è solo perché hanno il dente avvelenato per la Torino-Lione essendoci dietro gli interessi delle solite caste? Sono i partiti di opposizione semmai che accettavano i dogmi imposti dalla UE operando in conseguenza i tagli sugli investimenti (mentre il Governo ha resistito al 2.04%).
- Perché non diffonde una grande verità e cioè che il Reddito di Cittadinanza italiano è il più normato in Europa (ricordo che il RDC c’è in tutta Europa)? Come ogni legge ha degli aspetti critici ma perché non dire che mille cittadini tolti dalla miseria contano più di un furbetto? Non si getta il bimbo con l’acqua sporca soprattutto quando il bimbo sono persone che altrimenti dovrebbero lavorare in nero, rubare o perfino prostituirsi.
Al riguardo un annetto circa fa, suonai il campanello di allarme sulle vulnerabilità del RDC ma quello prodotto da questo Governo ha effettivamente posto rimedio alla maggior parte di esse. Certo, incide fortemente sulla povertà assoluta e non su quella relativa ed è ancora privo di un salario orario minimo, ma comprendo che sia frutto di un compromesso con la Lega (però il salario orario ci vuole o si rischia un caso Hartz).
Aggiungo che qualora ci fosse anche la corsa al cambio di residenza, è sensato scandalizzarsi per una piccola percentuale dei 5, 6 miliardi totali del RDC quando ogni anno decine di miliardi se le intascano le banche internazionali mediante speculazione (a causa delle regole di Maastricht), evasione ed elusione?
Mi raccomando ai pentastellati: non rendete il RDC a tempo (cioè non rinnovabile come vorrebbe Garavaglia della Lega), in tal caso diverrebbe un conto alla rovescia e cioè un sussidio come gli altri, visto che perderebbe la sua funzione cardine: la sicurezza di non rimaner mai indietro (fattore che stimola i consumi quando si ha un lavoro).
Tornando alle affermazioni di Di Battista inerenti la Cina e l’India gli ricordo che “le dimensioni nel campo economico non contano” (cit. Bagnai). Anzi!
Un paese eccessivamente popolato di norma “è forte” perché mettendo in competizione centinaia di milioni di morti di fame opera la svalutazione del lavoratore, la “deflazione salariale” al fine di contenere i costi di produzione e l’inflazione (che penalizza l’export) tenendo alto il tasso di disoccupazione e bassi i salari!
Questa UE sta rincorrendo Cina e India in questo campo e non ci pensa neanche ad essere solidale. E’ ancora questo l’habitat che vogliamo?
La verità è che un paese è solido se ha una moneta forte quanto la sua economia, se ha una spesa pubblica primaria non eccessiva, se non è reduce da decenni di deficit e dispone di una bilancia commerciale in equilibrio (uno studio di Villemot e Durand, cioè di due grandi menti francesi, Università della Sorbonne, dimostra che l’Italia in caso di “Uscitaly” è la realtà più solida in UE).
Di Battista se quando parla di Cina e India si riferisce invece alla sfera geopolitica (multilateralismo vs unilateralismo) di cui all’italiano interessa il giusto ha ragione: è vero che in politica estera gli USA comandano sul nostro suolo, (Alessandro sa bene come finì per noi la seconda guerra mondiale) e ci vedono come una bellissima portaerei ma dopo l’epoca delle stragi e dopo l’idillio Bush-Silvio, gli USA si sono un po’ disimpegnati dalle nostre questioni interne.
La politica italiana, i partiti italiani, sono infiltrati da soggetti esteri (eufemismo, forse dovrei dire eterodiretti grazie alla “sensibilità” dei politici italiani verso il dio danaro), soprattutto europei; si osservi ad esempio chi detiene il nostro debito pubblico estero: Francia, Inghilterra e Germania.
Non lo nego, solo gli inglesi mi stanno simpatici forse perché non mirano a colonizzarci, almeno in codesta fase storica, mentre le altre due nazioni citate, ci impongono, attraverso i partiti tradizionali e col supporto dei media, scelte ideologiche smentite dalla letteratura scientifica economica, drenando benessere e lavoro (e quelli sì che interessano agli italiani!) dalla nostra Patria verso “Aquisgrana”.
Seguendo le indicazioni di costoro (dei partiti tradizionali) gli italiani hanno dato con fiducia le leve della nostra BC all’UE: per ripagarci da Bruxelles ci scatenano contro lo spread (se avessimo una BC non esisterebbe).
Un tradimento ” verso ciò che i nostri padri ed i nostri nonni sognavano.
C’è chi si chiama “Liberté ed egalité” (LeU) e chi si chiama come il partito globalista per eccellenza (il Partito Democratico USA) ma in ogni forza politica tradizionale italiana le suddette “sensibilità” sono miste cioè sono riferite a paesi diversi ed alle più disparate lobbies mondiali (ad esempio Soros).
Si rallegrino costoro! Al loro fianco adesso potranno contare su un De Falco in più contro questo Governo.
Il volto reazionario di Macron, ed il razzismo contro gli italiani manifestato dal liberale Guy Verhofstad di Alde (sì sempre Alde! La ragione per cui nel gennaio 2017 lasciai i 5s dopo 5 anni di fatiche e amore) sono vomitevolmente appoggiati dalla stampa nostrana (aprite gli occhi italiani!) e dimostrano che l’Europa non esiste se non nel suo estremismo e nell’odiosa eugenetica strisciante di cui è impregnata.
Ciò che non si dice è che queste reazioni sono emerse in seguito alla questione neocoloniale (altro che Gilet Gialli!) sollevata da Di Battista (elogio) e rivela che quella del romano non è mera propaganda che si dissolve dopo il voto europeo! Non potrebbe essere altrimenti perché quando si rivela una verità, anzi, una bomba, del genere si provoca una deflagrazione ed in Africa sono stufi del franco visto che è una palla al piede al loro sviluppo, alla loro emancipazione; dopo le rivelazioni di Di Battista si sono alzati i riflettori su codesta tematica in un intero continente e là si stanno organizzando movimenti di protesta su scala sovranazionale.
Come affermato dal romano non si può stare una settimana fermi sulla Sea Watch se non ci si occupa della radice dei problemi ed il 5s ha una identità se da un lato ferma l’immigrazione clandestina e dall’altro ragiona in questo senso.
Non credo sfugga che da quando il M5s ha subito una sconfitta (in Abruzzo) mi piaccia molto di più.
La mia storia di attivista del resto è sempre stata questa; quando il 5s era in difficoltà io ne facevo parte, quando saliva nei sondaggi e giungeva “la fiumana” di opportunisti pronti a dire “YES” tradendo tutti i valori (che non avevano), io me ne andavo scornandomi proprio con loro (di colpo più “realisti del Re”) che cercavano di approfittare delle mie legittime perplessità (diverso è il comportamento di chi prima si fa eleggere sotto una insegna e poi la tradisce, se hai una carica devi rispetto a un simbolo ed ai tuoi elettori, altrimenti sei un cialtrone).
Credo che non siano coincidenze: quando il 5s con coraggio si batteva su “posizioni di minoranza” chi ci credeva accettava anche di essere deriso dalla moltitudine, quando il 5s saliva nei sondaggi attraeva ogni personaggio in cerca di poltrona, di norma proprio quelli che fino a pochi minuti prima davano dei mentecatti ai “grillini”.
Ho visto una stretta di mano tra Di Maio e Salvini (https://www.youtube.com/watch?v=jne5kMRa43A) e sento molta positività; mi auguro di cuore che il capo politico (e meno male c’è un capo e quel capo) strutturi sul territorio il Movimento in prima persona senza delegare. Secondo me lo strutturerà sulla base della più grande apertura, sulle capacità, sulle competenze ed idee e non sulla base di ciò che ha fatto fuggire migliaia di persone e cioè le agendine telefoniche con i numeri degli eletti (pronti a creare stramaledette correnti), le dinamiche di gruppo, le imboscate, l’ignoranza ecc.
Quando vedrò chi hanno candidato capirò se in questo articolo ci ho visto bene: chi divide in destra e sinistra anziché in cittadini e lobbies è servito.
Come dice De Masi (quello che ha utilizzato il M5s per farsi conoscere salvo poi cercare di avvelenarlo con i soliti concetti di destra e sinistra tanto cari al PD e a Silvio Berlusconi da Arcore https://comedonchisciotte.org/domenico-de-masi-ma-cose-la-destra-cose-la-sinistra/) il ragazzo nato ad Avellino “impara velocemente”, cioè ha una intelligenza brillante e questo con buona pace di Matteo Renzi che se ne è uscito, dopo aver deformato il paese, con insulti degni di un nerd viziatello intento sul divano a giocare alla play.
Ps:
Già che ci sono non mi tiro indietro nemmeno stavolta e propongo altri piani di lavoro:
- Creazione di una Radio che non lasci a Radio Radicale le dirette dal Parlamento.
- Convocare come 5s la Gilda degli insegnanti (del resto anche Salvini spesso si è sovrapposto alle competenze di Ministeri pentastellati chiedendo loro un parere ) (https://www.orizzontescuola.it/autonomia-gilda-governo-freni-questa-corsa-verso-la-spaccatura-del-paese). Le perplessità di questo Sindacato, cui sono iscritto da pochi mesi, le condivido. Certe tematiche devono ricercare il massimo della condivisione e la scuola dovrà essere un cuore pulsante per il M5s. Il Gilda è un Sindacato molto serio e libero; anni fa proposi al Movimento di dotarsi di organizzazioni operanti nelle Università, nelle Istituzioni in generale e nelle aziende. Si inizi.
- Gli italiani sentono parlare di tutto tranne che di economia e sociale! A noi italiani importano lavoro, salari più alti e garantiti, IVA e accise. Lo so che sono impossibili vere politiche espansive essendo questo Governo figlio anche di Mattarella (Moavero, Tria) e Draghi (Giorgetti), lo comprendo, ma perché non proporre un tavolo Europeo in diretta streaming (e magari a reti unificate), durante il quale si illustrino costi e benefici dell’unione monetaria, paese per paese?
Dati prima e dopo la moneta unica dell’import, dell’export, della quota salari, dei salari reali, della disoccupazione, sforamenti del deficit/PIL, sforamenti dell’export, , evoluzione del rapporto di cambio Marco/Lira in vista di Ecofin, legame tra import/export e il cambio deciso il 24/11/96 (Ecofin), legame tra import/export e il target 2 ecc.
Sarebbe la volta che ai vari Fico e Nugnes daremmo qualcosa di simile (lo streaming) al Movimento prima versione (ma sicuri che loro ricerchino quello?) ma per qualcosa di affine ai bisogni del popolo e non per portare acqua al mulino dell’ideologia radical chic.
Non lo so ma quando sono ispirato significa che il Movimento sta intraprendendo la strada giusta, magari ne resterò deluso nuovamente (e scriverò altri pezzi su questo network) ma se tutto va come credo le 5 stelle torneranno presto a piacere.
In bocca al lupo (viva il lupo) Luigi Di Maio, il 5s si risolleverà forse anche meglio di prima perché finalmente ben delineato!
Sequestrate 8 associazioni di “volontariato” con affari per 20 milioni, 12 arrestati. - Giuseppe Nibali - 11 Dicembre 2018
Nuova maxi operazione coordinata dalla Procura di Catania, insieme a quella di Gela e svolta da Carabinieri e Polizia, volta a disarticolare una associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di vari delitti contro la pubblica amministrazione, come quelli di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e di frode nelle pubbliche forniture, nonché i delitti di estorsione e di maltrattamenti. Gli arrestati facevano dunque parte di una organizzazione che gestiva diverse cooperative e associazioni attive nell’opera socio-assistenziale di minori extracomunitari non accompagnati, persone diversamente abili ed anziani, allo scopo di accumulare, massimizzandoli, i profitti economici che, poi, venivano reinvestiti in altre lucrose attività imprenditoriali
Le condotte illecite consistevano nell’eludere metodicamente ed in modo fraudolento, l’osservanza degli obblighi contrattuali stipulati con vari enti della pubblica amministrazione, condotte che si concretizzavano poi, nel somministrare ai minori cibo di scarto, non garantendo loro condizioni igienico sanitarie adeguate e non fornendo la dovuta assistenza tramite personale qualificato. Nessun medico o infermiere ne psicologo o mediatore culturale, al punto che erano spesso gli stessi migranti a provvedere da sé.
Le associazioni e cooperative però percepivano egualmente i 35 euro giornalieri per gli adulti e 45 euro per i minori. Ma venivano spesi in base alle indagini effettuate da magistrati e forze dell’ordine, soltanto pochi euro al giorni per provvedere ai pasti e all’assistenza normale, utilizzando materiale di scarto come vecchi materassi raccolti dalla spazzatura, su cui molti degli assistiti si rifiutavano di dormire, preferendo il pavimento.
Inoltre, il gruppo, al cui vertice c’era Pietro Marino Biondi, classe 1956, e Gemma Iapichello, classe 1976, in particolare, si basava sull’assunzione in diverse cooperative, dei parenti dei funzionari pubblici addetti al controllo del settore, per un vantaggio di tutti.
Questi i nomi degli altri fermati dai Carabinieri:
CHYLEWSKA Hatarzyna Eugenia, detta “KASIA” cl.’80, ai domiciliari.
DI FRANCA Natale, cl.‘59; ai domiciliari.
DUCA Paolo, cl.‘68; ai domiciliari.
FAVATELLA Clara, cl.‘82; ai domiciliari.
FOTI Giuseppina, cl.‘72; ai domiciliari.
GIANNONE Alessandro, cl ‘83; ai domiciliari.
IAPICHELLO Gemma, cl.’76, tradotto carcere Catania Piazza Lanza.
PALUMBO Giuseppe Maria, cl. ‘57; ai domiciliari.
PASQUALINO Liliana Giuseppina, cl.‘63; ai domiciliari.
POLITI Francesca Provvidenza, cl.‘85; ai domiciliari.
VENTIMIGLIA Francesca, cl.’61, ai domiciliari.
DI FRANCA Natale, cl.‘59; ai domiciliari.
DUCA Paolo, cl.‘68; ai domiciliari.
FAVATELLA Clara, cl.‘82; ai domiciliari.
FOTI Giuseppina, cl.‘72; ai domiciliari.
GIANNONE Alessandro, cl ‘83; ai domiciliari.
IAPICHELLO Gemma, cl.’76, tradotto carcere Catania Piazza Lanza.
PALUMBO Giuseppe Maria, cl. ‘57; ai domiciliari.
PASQUALINO Liliana Giuseppina, cl.‘63; ai domiciliari.
POLITI Francesca Provvidenza, cl.‘85; ai domiciliari.
VENTIMIGLIA Francesca, cl.’61, ai domiciliari.
Le indagini, dirette dalla Procura Distrettuale hanno avuto inizio nel giugno 2017, poco dopo l’inizio di quelle portate avanti a Gela, partite da una manifestazione di protesta di migranti che lamentavano condizioni tremende a Villa Daniele, dove erano appunto ospitati, il 18 maggio 2017.
Successivamente i due filoni si sono congiunti, perchè sovrapponibili a causa degli stessi soggetti indagati,. Le prove raccolte da Carabinieri e Polizia hanno consentito di accertare quanto accadesse all’interno delle strutture ed i guadagni enormi ottenuti sfruttando le sofferenze altrui.
Ed infatti gli introiti erano ingenti, oltre 20 milioni di euro, per attività che andavano avanti da tempo ed erano svolte in modo certosino e preciso da tutti gli appartenenti al gruppo, ognuno con il proprio ruolo nell’amministrare appunto queste cooperative e associazioni attive nell’opera socio-assistenziale di minori extracomunitari non accompagnati, persone diversamente abili ed anziani, allo scopo di accumulare, massimizzandoli, i profitti economici che, poi, venivano reinvestiti in altre lucrose attività imprenditoriali.
In particolare c’era poi l’ausilio dei dipendenti pubblici, Natale Di Franca e Paolo Duca, dipendenti dell’INPS di Catania e Sondrio, che allo scopo di ottenere illeciti profitti e/o vantaggi (consistenti per Di Franca in ulteriori benefici per persone a lui vicine e dipendenti di una cooperativa riconducibile al sistema “BIONDI” e per Duca, la riassunzione della moglie in una delle associazioni di Sondrio sempre legate a Pietro Marino) compivano vari atti contrari ai propri doveri d’ufficio, come favorire e trattare con priorità le pratiche di gestione delle associazioni e/o informare Biondi e i suoi collaboratori, riguardo all’imminente esecuzione di controlli o ispezioni, nonché tralasciando di applicare le sanzioni previste per le infrazioni rilevate durante le verifiche compiute.
Biondi, Giannone, Palumbo e Francesca Ventimiglia, sempre nell’ambito delle cooperative e associazioni, maltrattavano gli ospiti a loro affidati; davano loro pochi vestiti, pietanze scadenti e avariate, letti infestati da parassiti, approfittando del fatto che questi fossero minori e quindi meno propensi a ribellarsi.
E ancora, è stato accertato come Biondi e Favatella avessero tentato di estorcere 400,00 euro da un giovane extracomunitario loro ospite, in cambio di un contratto di lavoro presso le cooperative da loro gestite, contratto che avrebbe consentito al giovane di ottenere il permesso di soggiorno e, quindi, la possibilità di rimanere in Italia evitando, di fatto, la sicura espulsione dal territorio Italiano. Ma anche i lavoratori assunti all’interno in molti casi venivano sfruttati, sottopagati.
Il sequestro preventivo delle cooperative e associazioni riguarda l’Associazione Solidarietà 2000, la Cooperativa Comunità Per Vivere Insieme, la Cooperativa Onlus Pianeti Diversi, la Cooperativa Progetto Vita Onlus, la Cooperativa Comunità Il Quadrifoglio Onlus, la Cooperativa Alba, la Cooperativa Le Fata Dell’arcobaleno, l’Associazione Albero Della Vita. Tutte insieme sono state valutate a livello patrimoniale con un valore di circa 3 milioni di euro per un giro di affari di circa venti milioni appunto. Soldi che venivano reinvestiti per arricchimenti personali, grazie alla sofferenza degli indifesi e degli inermi.
http://www.sudpress.it/sequestrate-8-associazioni-di-volontariato-con-affari-per-20-milioni-12-arrestati/#HxOKEP4vfVQQWP6E.99domenica 17 febbraio 2019
Lo spread, arma di distrazione di massa.
Quale sarà il personaggio pubblico che ne sparerà una per far alzare lo spread?
Dalle nostre parti, a quanto pare, non disdegnano praticare il masochismo per poter riversare la colpa dei risultati delle loro disgraziate manovre all'attuale governo...
E' un po' come il marito che si taglia il pisello per non concedersi alla moglie....
Ilsole24ore si cimenta nella pratica della fomentazione di massa.... e ci si mettono in due a scrivere articoli vessatori e fuorvianti contro le manovre del governo.
Infatti, da buoni opportunisti, non disdegnano il finanziamento pubblico ai giornali, ma accettano che i lavoratori vadano in pensione da morti...magari senza maturare alcun diritto di reversibilità ai familiari...
Cose dell'altro mondo....
Peccato, era un quotidiano abbastanza attendibile, ma ha perso molto smalto: pecunia non olet.
Prendiamo appunti e agiamo di conseguenza: votiamo si!
By cetta
Ce la possiamo fare!
Attenti! Vogliono far cadere il governo e con la votazione pensano di aver trovato l'escamotage per ottenere il risultato agognato. In ogni caso, sia che votiamo no, sia che votiamo si, ci discrediteranno ugualmente; nel primo caso perchè abbiamo contribuito a far cadere il governo, nel secondo perchè abbiamo disatteso uno dei cardini della nostra politica: quello di estromettere dalla conduzione dell'amministrazione pubblica chiunque venga indagato.
Questa volta, se vogliamo continuare a fare pulizia del putridume che hanno generato i governi precedenti, abbiamo l'obbligo di mettere da parte, ma solo momentaneamente, la nostra etica e votare si.
E' una questione di logica, non lasciamoci depistare, non dobbiamo mostrare debolezza, ma tenacia.
Ce la possiamo fare!!!
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PS. il quesito al quale dare una risposta è il seguente:
Il quesito
«Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
- Sì, quindi si nega l'autorizzazione a procedere
- No, quindi si concede l'autorizzazione a procedere».
È questa la formulazione del quesito scelta dal blog delle Stelle per chiedere agli iscritti di esprimersi sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini, indagato per sequestro di persone e abuso di potere e sequestro di persona per aver impedito a 177 migranti di scendere dalla nave Diciotti lo scorso agosto.
- Sì, quindi si nega l'autorizzazione a procedere
- No, quindi si concede l'autorizzazione a procedere».
È questa la formulazione del quesito scelta dal blog delle Stelle per chiedere agli iscritti di esprimersi sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini, indagato per sequestro di persone e abuso di potere e sequestro di persona per aver impedito a 177 migranti di scendere dalla nave Diciotti lo scorso agosto.
by cetta.
venerdì 15 febbraio 2019
Bernard-Henri Lévy: il “ragazzo immagine” di un’Europa fasulla. - Margherita Russo
Chi è Bernard-Henri Lévy, il filosofo francese che negli ultimi tempi è onnipresente con i suoi attacchi contro la “deriva autoritaria” rappresentata da governi democraticamente eletti euroscettici, e contro le pulsioni anti-UE che guadagnano un crescente consenso nei popoli europei stremati dal deficit democratico e dalla perdita di contatto di una UE sempre più lontana dalla realtà quotidiana dei cittadini? Questo ritratto ce lo descrive come un esponente delle élite coccolato dai media francesi, famoso e celebrato in patria nonostante i suoi meriti siano alquanto inconsistenti e la sua filosofia appaia piuttosto semplicistica e senza solide basi. Ed è ironico che quest’uomo si presenti oggi come il “testimonial” della campagna elettorale a favore della UE.
Di Scott McConnell, 1 febbraio 2019
Il pensatore francese Bernard-Henri Lévy è recentemente salito alla ribalta come “ragazzo immagine” nella difesa dell'”Europa” contro l’avanzata dei partiti nazionalisti-populisti così temuti dall’establishment. Ma è più probabile che il coinvolgimento di Lévy finisca per costituire un vantaggio per i nazionalisti. Nella sua lunga carriera, buona parte della quale passata sui media, come noto filosofo parigino, Lévy è stato un fondamentale artefice degli atteggiamenti culturali che hanno portato ai guai attuali della Francia.
Una strategia politica più saggia, per quanto poco onesta, per i partiti neoliberisti merkelisti e macronisti sarebbe di smussare le loro caratteristiche ideologiche e presentare i loro candidati come dei comuni, ordinari patrioti di centro-sinistra o di centro-destra. È quello che sta tentando Macron, con discreto successo, nella sua stessa battaglia contro i gilet jaunes. Oggi appare in TV con una bandiera nazionale ben in vista al suo fianco, e cerca di conquistare il pubblico con lusinghieri riferimenti patriottici all’”eccezionalità” della Francia.
Ma ecco che arriva Lévy, che con una dichiarazione pubblica sottoscritta da 30 scrittori e intellettuali getta il guanto ideologico sulle prossime elezioni. “L’idea di Europa è in pericolo“, recitano Lévy e i suoi co-firmatari. È sotto attacco da parte di “falsi profeti ubriachi di risentimento e in delirio davanti all’opportunità di cogliere le luci della ribalta“. Le elezioni del Parlamento europeo di maggio, affermano Lévy e i suoi firmatari, “rischiano di essere le più disastrose mai viste“. Chiamano gli europei a “una nuova battaglia per la civiltà“. “Suonano l’allarme” senza indugio contro “questi incendiari dell’anima e dello spirito che vogliono fare un falò delle nostre libertà“. Ma a Lévy non basta una semplice lettera pubblica. Promette un tour in decine di città europee a partire da marzo. A 70 anni si propone di diventare il paladino continentale della resistenza ai partiti euroscettici.
Invero, la sua coerenza merita rispetto. Bernard-Henri Lévy, o BHL come lo chiamano in Francia, è da sempre stato acerrimo nemico del nazionalismo francese. Ne "L’Ideologie francaise", il libro del 1981 che cementò la sua fama come il più telegenico dei “Nuovi filosofi” francesi e fece di lui un brillante personaggio nel mondo degli intellettuali da piccolo schermo, BHL ha dato un energico impulso di nazional-popolarità a un’idea che è diventata il cliché preferito di ogni antifao casseur desideroso di soffocare la libertà di parola nel mondo accademico occidentale: chiunque abbia un’idea che non condividi è letteralmente Hitler.
Nel suo libro, BHL sostiene che non c’era bisogno di sconfiggere i nazisti nel 1940 perché la Francia diventasse fascista, dato che i precursori del regime di Vichy erano già ovunque nella vita intellettuale francese. Essi sono parte integrante, come proclama il titolo, de “L’ideologia francese”. Si tratta della distorta semplificazione di una tesi avanzata in altri modi da storici seri – secondo cui il disprezzo per la democrazia parlamentare, l’ostilità al capitalismo borghese, l’antisemitismo, tutti elementi insiti in Vichy, non erano certo esclusiva dei tedeschi. Ma BHL spinge il ragionamento ai suoi limiti estremi, includendovi praticamente qualsiasi scrittore francese di fama e sensibilità patriottica. Maurice Barrès, che ha celebrato in letteratura il popolo francese nato da sangue e suolo comuni: bollato come un precursore di Vichy. Il cristiano socialista Charles Péguy, anche lui precursore di Vichy. Al partito comunista francese BHL non rimprovera di essere eccessivamente stalinista, ma di essere troppo francese. Nella narrazione di BHL, ogni scrittore francese che abbia mai celebrato il popolo francese diviene un predecessore del nazional-socialismo.
In una feroce critica dell’opera, Eric Zémmour conclude: “Amare la Francia è di destra ed estrema destra; l’estrema destra è Vichy; Vichy è la retata di Vel d’Hiv; Vel ‘d’Hiv, è la Shoa. QED, amore per la Francia = sterminio di ebrei“. Il libro è stato un successo e ha venduto bene, nonostante le feroci critiche alla sua eccessiva semplificazione da parte di alcuni (come Raymond Aron) che pure erano vicini a Lévy e generalmente favorevoli nei confronti dei Nuovi Filosofi come gruppo. Il lavoro di Lévy è stato strumentale all’avvio di una guerra culturale nella quale il ministro degli interni francese non riesce ad espellere un immigrato clandestino senza essere bloccato da attivisti per i diritti umani benpensanti che lo paragonano a Hitler. Questa, ovviamente, è l’era in cui oggi viviamo.
La carriera di BHL non si è fermata qui: è diventato un energico attivista appassionato di diritti umani, anche se in modo selettivo. Esistono filmati dove appare sulle barricate di Maidan, o a convincere il suo amico presidente Nicolas Sarkozy che la Francia aveva il dovere aiutare i ribelli che cercavano di rovesciare il Moammar Gheddafi in Libia. Tuttavia, secondo BHL non tutte le vittime dei diritti umani meritano la stessa attenzione, e alcuni nazionalismi basati sul sangue e sul suolo sono più accettabili di altri. Col passare degli anni Levy ha sviluppato un grande attaccamento per Israele. Oggi è diventato un apologeta per qualunque cosa il governo israeliano abbia voglia di infliggere ai palestinesi, a Gaza o altrove. Come dice Zémmour, notando il contrasto tra gli interventi di Lévy sui media riguardo la Francia e Israele, “BHL ha preso l’abitudine di interpretare un doppio ruolo, Zola a Parigi e Barrès a Gerusalemme“.
E adesso, questo anziano e facoltoso filosofo sarà il volto pubblico più importante della campagna per salvare l’Europa dai partiti euroscettici. Il dibattito elettorale promette di essere avvincente e senza precedenti. I partiti di destra e nazionalisti hanno, in generale, una visione articolata dell’Europa – il loro nazionalismo, in quanto tale, è diretto non contro gli altri europei, ma contro l’immigrazione di massa extra-europea. I loro punti di vista sono più o meno quelli sostenuti da Charles de Gaulle: che un’Europa degli stati nazione è più propensa a mantenere e promuovere gli aspetti creativi della civiltà europea rispetto a un’Europa dominata da burocrati che hanno elevato la libertà di movimento e diritti umani universali al rango di una pseudo-religione. Ma, nella pratica, sono molti i punti su cui occorre ancora lavorare.
Un altro gruppo di intellettuali europei [chiamato The True Europe, che include nomi come Philippe Bénéton e Roger Scruton, N.d.T.], che mira a preservare l’identità europea a fronte della globalizzazione e delle pressioni migratorie, ha pubblicato un proprio manifesto. La sottigliezza e profondità in esso espresse sono in netto contrasto con la dichiarazione redatta da BHL e dai suoi amici. Ne hanno discusso commentatori come Robert Merry, ma nel complesso ha attirato molta meno attenzione da parte dei media rispetto a BHL. I suoi autori sostengono una tesi difficile da riassumere, ma uno dei suoi punti chiave è che esiste un’Europa storica, forgiata culturalmente dal cristianesimo e politicamente dall’ascesa di stati nazione in opposizione all’imperialismo centralizzatore. Questa Europa è l’unica casa possibile dei popoli europei, e non può essere sostituita dalla falsa Europa di una UE che continua ad espandere i suoi poteri in maniera incontrollata, di un’immigrazione di massa senza assimilazione e di una cultura accademica dominata dal rimorso per qualsiasi aspetto del suo passato.
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