Esenzioni, crediti d’imposta, riduzione dei costi notarili e garanzia più elevata sui mutui: questo il mix di misure contenute nella bozza del decreto Sostegni-bis.
I punti chiave
Sono oltre 3 milioni i giovani tra i 25 e i 35 anni che vivono
ancora in famiglia con i genitori, circa la metà del totale contro il 30,5%
della media europea. Se si favorisse la loro autonomia abitativa tanto da
raggiungere gli standard europei, a cercare casa nei prossimi mesi potrebbero
essere circa un milione e 95mila giovani.
È questa la platea a cui si rivolge il mix di misure contenute
nella bozza del decreto Sostegni-bis allo studio del Governo, un pacchetto di
incentivi all’acquisto della prima casa che, fino al 31 dicembre 2022, prevede:
- l’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale
sugli atti di compravendita, nuda proprietà e usufrutto di case di abitazione
(purché non di lusso) a favore di under 36;
- l’esenzione dell’imposta sostitutiva sull’atto di mutuo;
- il riconoscimento di un credito d’imposta
come ristoro in caso di Iva pagata sul valore della casa che potrà essere
utilizzato in compensazione, nella successiva dichiarazione Irpef o ai fini
dell’imposta di registro nei successivi atti di donazione o successione.
Per una giovane coppia, ad esempio, in caso di
acquisto di un bilocale da 180mila euro in città tramite mutuo all’80% (si veda
la simulazione nella grafica), l’insieme di misure si potrebbe tradurre in un
risparmio di circa 2.800 euro se a vendere la casa è un privato: verrebbe
cancellata l’imposta di registro che per la prima casa è pari al 2% sul valore
catastale dell’immobile (che è 115,5 volte la rendita catastale); così come le
imposte ipotecaria e catastali (50 euro ciascuna) e quella sostitutiva (0,25%
dell’importo finanziato).
La misura diventa ancor più rilevante se a vendere la
casa è un’impresa, ad esempio se si acquista direttamente dal costruttore: lo
“sconto” sull’Iva farebbe lievitare il risparmio per gli under 36 fino a 9mila
euro. Anche se non si tratta di una vera esenzione Iva, essendoci limiti
imposti a livello Ue, ma l’importo di fatto verrebbe “rimborsato” tramite
credito d’imposta in un secondo momento.
L’ESEMPIO/1
Le spese legate all'acquisto dell'abitazione (prima casa) da parte di un giovane under 36
L’ESEMPIO/2
Le spese legate all'acquisto dell'abitazione (prima casa) da parte di un
giovane under 36
Gli onorari notarili.
Nella bozza del decreto Sostegni-bis è citato anche un
dimezzamento degli onorari notarili sulla stipula di questi atti, ma bisognerà
vedere la versione finale del testo. «Se si identificano gli onorari notarili
con quelli repertoriali - afferma Valentina Rubertelli, presidente del
Consiglio Nazionale del Notariato - l’impatto sul costo finale sarebbe scarso,
ma di rimando sarebbero preoccupanti le ricadute sulla tenuta degli archivi
notarili e della cassa previdenziale del Notariato. Se, invece, l’intento è
quello di incidere sui compensi effettivi, essendo stati aboliti i minimi
tariffari sin dal 2006, occorrerebbe reintrodurre dei parametri equi in
rapporto ai quali ragionare di “calmieramento”».
Oltre alle spese del notaio, resterebbero in carico al
giovane acquirente anche gli eventuali costi dell’agenzia immobiliare e quelli
dell’istruttoria di mutuo da parte della banca. Cifre che, comunque, tornando
all’esempio del bilocale acquistato in città, prevedono circa 10mila euro di
spese connesse alla compravendita.
L’accesso al mutuo.
A fare la vera differenza, poi, sarebbe la possibilità
di accedere a un mutuo al 100% che consenta di non dover versare il 20% del
capitale: per abbattere questa barriera il Governo prevede il rifinanziamento
con 55 milioni di euro del Fondo mutui prima casa gestito da Consap che concede
una garanzia statale (una sorta di fidejussione) per favorire l’accesso al
mutuo nei casi in cui il rapporto rata-reddito del richiedente non è
sufficiente e per di più ad un tasso calmierato; è inoltre allo studio
l’ipotesi di allargare lo strumento a tutti i giovani under 36, e non solo alle
giovani coppie o a coloro che hanno un lavoro atipico come previsto oggi,
magari innalzando la garanzia statale dall’attuale 50% dell’importo di mutuo al
70-80%, nell’ottica di “spingere” le 217 banche aderenti all’iniziativa a
concedere mutui al 100 per cento.
«Registriamo un forte ritorno di interesse da parte
delle famiglie sull’investimento sulla casa», commenta Stefano Magnolfi,
executive Director di Crif real estate services. Le richieste di mutuo sono in
crescita e, in questo scenario, aumenta il peso degli under 35 che nel primo
quadrimestre 2021 sono arrivati a coprire il 29,3% delle istruttorie. «Le
misure in arrivo potranno dare un ulteriore impulso al mercato», conclude
Magnolfi.
Il fondo prima casa.
Lo strumento
Garanzia pubblica del 50% sull’acquisto della prima casa per un valore massimo
di 25mila euro (e non di lusso). Previsto per alcune categorie (tra cui giovani
coppie e under 35 con lavoro atipico) un tasso calmierato. Resta facoltà della
banca decidere sulla concessione del mutuo e sul ricorso alla garanzia del
Fondo.
I numeri.
Le risorse stanziate nel Fondo ammontano a 829,6 milioni di euro. Al 30 aprile
2021 sono state ammesse 222.647 richieste e concesse garanzie per circa 670
milioni, di cui 7,2 milioni effettivamente escusse e 20,3 milioni che risultano
sospese o in sofferenza. La dotazione residua è di 155,6 milioni di euro.
IlSole24Ore