mercoledì 29 settembre 2021

Abracartabia. - Marco Travaglio

 

In attesa del prossimo film di Woody Allen, chi vuol farsi qualche sana risata può vedersi le audizioni alla Camera sul dlgs Cartabia per “rafforzare la presunzione di innocenza”. Cioè per abolire la cronaca giudiziaria. Ormai, fra depenalizzazioni, prescrizioni, improcedibilità, cambi di giurisprudenza à la carte, minacce ai giudici e altre porcherie, il rischio che un potente sia condannato è inferiore a quello che Italia Viva superi il 3%. Infatti ciò che spaventa lor signori non è più di finire in galera, ma sui giornali: cioè che si sappia quel che fanno. Quindi i pm e le forze dell’ordine potranno parlare delle loro inchieste “solo quando è strettamente necessario per la prosecuzione delle indagini o ricorrono altre rilevanti ragioni di interesse pubblico”. Cioè: meglio per loro se si stanno zitti, così i media non scrivono più nulla e la gente non sa più una mazza. Ogni tanto – abracadabra! – sparirà qualcuno da casa, parenti e amici penseranno al peggio e chiameranno Chi l’ha visto?, i giornali segnaleranno il curioso fenomeno dei desaparecidos come nell’Argentina anni 70: anni dopo si scoprirà che era stato arrestato, ma non era strettamente necessario dirlo.

Nel caso in cui un pm o un agente temerario si ostinino a informare di un’indagine, dovranno astenersi dall’“indicare pubblicamente come colpevole” l’indagato o l’imputato. Uno spasso: per legge il pm che chiede al gip di arrestare tizio deve indicare i “gravi indizi di colpevolezza” a suo carico: ora dovrà aggiungere che sembra colpevole, ma è sicuramente innocente. Anche se l’ha colto in flagrante o filmato o intercettato mentre accoltellava la moglie, o spacciava droga, o frugava negli slip di un bambino. E persino se ha confessato. Formula consigliata: “È innocente, arrestiamolo”. Severamente vietato poi “assegnare ai procedimenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza”. Retata di narcotrafficanti, mafiosi, terroristi, scafisti, papponi, pedofili, tangentisti? Operazione “Giglio di Campo” o “Tutta Brava Gente”. Anche fra i reati da contestare, evitare quelli che fanno pensar male: non più “associazione per delinquere”, ma “sodalizio conviviale”. La stampa dovrà cospargere le pagine di vaselina, evitando termini colpevolisti quali “criminalità organizzata” (tutt’al più disorganizzata, ecco). Ma questo già avviene su larga scala, infatti ieri l’Ordine dei giornalisti e la Fnsi han dato buca alla Camera. Se già i media chiamano statisti i pregiudicati, esuli i latitanti e perseguitati i colpevoli prescritti, il dlgs Cartabia è pleonastico. Anche grazie ai giudici che si portano avanti col lavoro e cancellano brutture come la trattativa Stato-mafia, condannando solo i mafiosi. Che trattavano sì, ma da soli. Infatti ora si chiama “trattativa mafia-mafia”.

ILFQ

Luca Morisi, l’ammissione dei due ragazzi romeni dopo il controllo: “Nel flacone c’è Ghb”. Salvini ora va all’attacco: “Schifezza mediatica”.

 

I due giovani fermati dai carabinieri riferiscono di avere avuto la droga "gratuitamente" dal guru social della Lega. Il suo avvocato smentisce: "Quel flacone con del liquido non era di Luca Morisi". Il legale nega anche la presenza di un quarto uomo (il 50enne presente nella mansarda) e annuncia che c'è un altro indagato nell’inchiesta, "di nazionalità rumena".

Nel cascinale di Belfiore le ore che hanno con ogni probabilità messo fine alla carriera di Luca Morisi nella Lega sono quelle che corrono tra il 13 e il 14 agosto. Lo spin doctor di Matteo Salvini – che adesso attacca la stampa che mette “il mostro in prima pagina” – è nella sua mansarda, sembra in compagnia di un 50enne. Lo raggiungono due ragazzi: sono di nazionalità romena, hanno circa 20 anni e vivono fuori dalla provincia di Verona, secondo le indiscrezioni convergenti di diversi quotidiani. I quattro restano in casa per almeno dodici ore. Un festino, probabilmente. Almeno a mettere insieme i racconti dei vicini che hanno riferito di “rumori per tutta la notte”.

Quando i due giovani vanno via vengono fermati dai carabinieri per un “controllo di routine”, come ha evidenziato per tutta la giornata di lunedì la procuratrice di Verona, Angela Barbaglio. Nella loro auto viene ritrovato un flacone: i due ammettono subito di fronte ai militari dell’Arma. “È Ghb”, la cosiddetta “droga dello stupro” usata anche per amplificare l’effetto della cocaina e spesso utilizzata durante rapporti consenzienti. Come riporta La Repubblica, i due riferiscono anche di averla “gratuitamente” da Luca Morisi, ora indagato per cessione di stupefacenti in attesa che i riscontri di laboratorio sulla sostanza – i risultati arriveranno almeno ad ottobre – confermino o meno quanto dichiarato dai giovani.

A quel punto, scatta la perquisizione nel cascinale. Dentro l’abitazione di Morisi vengono ritrovati circa 2 grammi di cocaina, non occultati. Il guru dei social leghisti viene segnalato in Prefettura, il possesso di quella modica quantità è un semplice illecito amministrativoPerò il racconto dei due romeni fa partire l’inchiesta della procura di Verona e, dopo 40 giorni in cui la vicenda è rimasta avvolta dal silenzio, viene a galla il vero motivo dell’addio di Morisi alla “Bestia”, avvenuto già agli inizi di settembre. Ai magistrati spetterà ricostruire non solo gli aspetti legati alla cessione da Morisi ai due giovani, ma anche ricostruire chi sia stato il fornitore delle due sostanze stupefacenti.

Ma la difesa dell’ex social media manager – dimessosi il primo settembre scorso dal suo ruolo – punta già a chiarire un aspetto fondamentale: “Quel flacone con del liquido non era di Luca Morisi, il quale – evidentemente – non può averlo ceduto a terzi”. L’avvocato Fabio Pinelli, difensore di Luca Morisi, in una nota, fornisce ulteriori chiarimenti, smentendo la presenza di un quarto uomo (il 50enne presente nella mansarda di Morisi) e annunciando che c’è un altro indagato nell’inchiesta. “Nel corso della perquisizione a casa di Luca Morisi non è stato sequestrato materiale informatico: né smartphone né pc. Risulta indagata anche un’altra persona di nazionalità rumena, che era in compagnia di un connazionale al momento sconosciuto”. Tre persone quindi, sostiene il legale, e “nessun quarto uomo” nell’alloggio dell’ex spin doctor di Salvini.

Nel frattempo la questione è politica. Innanzitutto perché la vicenda sconfessa diverse battaglie leghiste, ad iniziare da quella sull’uso delle droghe. E l’indagine piove sulla testa di Salvini, già alle prese con la bagarre tutta interna al Carroccio. Il leader si schiera accanto al suo “amico”, promette che lo aiuterà a “rialzarsi”. Dopo passa all’attacco della stampa, dicendosi “spiaciuto” della “schifezza mediatica” che “condanna le persone prima che sia un giudice, un tribunale a farlo”. Un paradosso dopo anni di campagne social su vicende giudiziarie in itinere legate ai temi degli stupefacenti. “Non conosco la vicenda, sono vicende personali”, ha aggiunto ripetendo che “Luca è una gran brava persona, un amico”. Ci sono giornalisti che sbattono “il mostro in prima pagina”. In un “Paese civile prima di condannare qualcuno, prima di sputtanare qualcuno – ha proseguito il segretario del Carroccio – si aspetta che sia la giustizia a fare il suo corso”.

ILFQ

“Il marocchino è affogato?”, poi le faccine che ridono. Voghera, la frase della sindaca e i dialoghi nella chat della giunta di centrodestra.

 

Il messaggio di Paola Garlaschelli e le risposte degli assessori nella chat pubblicati oggi si riferiscono allo scorso 12 marzo, prima della morte di Youns El Boussettaoui, ucciso in piazza da un colpo di pistola dell’allora assessore leghista alla sicurezza, Massimo Adriatici.

“Ma in tutto ciò il marocchino che chiedeva l’elemosina è affogato?“. È una delle frasi che appare nella chat della giunta di centrodestra di Voghera e pubblicata oggi sui sociali, a ormai più di due mesi di distanza dalle polemiche per la morte lo scorso 20 luglio di Youns El Boussettaoui, 39 anni, marocchino, ucciso in piazza da un colpo di pistola dall’allora assessore leghista alla sicurezza, Massimo Adriatici. La frase è stata scritta dalla sindaca di Voghera, Paola Garlaschelli, seguita dalle risposte della vice-sindaca Simona Virgilio e dell’assessore all’Urbanistica e Patrimonio, William Tura, con delle emoticon che ridono. Adriatici si è poi dimesso dall’incarico ed è indagato dalla Procura di Pavia per eccesso colposo di legittima difesa.

I dialoghi via chat pubblicati oggi si riferiscono allo scorso 12 marzo. L’argomento è sempre quello dei migranti. L’assessore Giancarlo Gabba, già al centro di numerosi attacchi per una sua frase in una conversazione del 26 giugno sempre in chat – “Finchè non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio!” – lo scorso 12 marzo aveva scritto: “Purtroppo ormai non bastano più i nostri vigili! Ci vuole ben altro!“: un’affermazione accompagnata dall’immagine stilizzata di una bomba.

La sindaca Garlaschelli, dopo la prima diffusione dei dialoghi via whatsapp a metà settembre, ha definito “riprovevole” il commento dell’assessore Gabba, che però è rimasto al suo posto in giunta. Una scelta che ha scatenato gli attacchi delle minoranze a Palazzo Gounela, sede del municipio di Voghera (Pavia), con ripetute richieste al sindaco di centrodestra di dimettersi. “Qualcuno – ha commentato oggi in una nota la sindaca – con metodi che non ho problema a definire squallidi e penosi, prosegue nel tentativo di destabilizzare la nostra Amministrazione. A tutto, ovviamente, c’è un limite: per questo abbiamo già avviato le dovute iniziative nelle sedi opportune.”

Dall’opposizione, intanto, chiedono le dimissioni della giunta comunale. Simone Verni, consigliere regionale di M5S Lombardia, sottolinea che “dalla chat della vergogna della giunta di Voghera emergono frasi ogni giorno più inquietanti“. “Come conclamato dalla vicenda Morisi, la Lega è sempre più il partito dell’ipocrisia. È opportuno che la sindaca, ora coinvolta in prima persona, metta fine a questo stillicidio che quotidianamente porta vergogna sull’intera città”, aggiunge Verni. Che quindi conclude: “Le dimissioni di questa Giunta non possono più essere considerate un’opzione, ma l’unica soluzione possibile per liberare Voghera dall’imbarazzo”.

ILFQ

Alloro

 

Molte signore aggiungono foglie di alloro ai nostri cibi, in particolare carne rossa e uccello

Non sai perché le foglie di alloro si aggiungono al cibo? Quando una donna chiede perché, lei dice: per dare sapore al cibo.
Se bolli le foglie di alloro in un bicchiere d'acqua e lo assaggi, non avrà alcun sapore.
Allora perché metti le foglie di alloro nella carne?
L ' aggiunta di foglie di alloro alla carne trasforma i trigliceridi in grassi mono e per sperimentazione e conferma:
Tagliare il pollo a metà e cuocere ogni metà in una pentola e mettere su una foglia di alloro, e sull'altra senza foglia di alloro e osservare la quantità di grasso nelle due pentole.
Se hai foglie di alloro, non c'è bisogno di una farmacia. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che le foglie di alloro hanno molti benefici.
Aiuta a liberarsi di molti problemi e gravi malattie di salute,
Sono i benefici della foglia di alloro: -
La foglia di alloro tratta disturbi digestivi e aiuta ad eliminare le protuberanze.
Bruciore,
Acidità
Raffreddore,
Regola il movimento intestinale, bevendo tè caldo all'alloro.
* Riduce lo zucchero nel sangue e la foglia di alloro è anche un antiossidante *
Consente al corpo di produrre insulina mangiandola o bevendo tè di alloro per un mese.
Elimina il colesterolo cattivo e solleva il corpo dei trigliceridi.
Molto utile nel trattamento di influenza, raffreddore e tosse grave, poiché è una ricca fonte di vitamina ′′ C ", puoi bollire le foglie e l'inalazione di vapore, per liberarti della fleuma e ridurre la gravità della tosse.
La foglia di alloro protegge il cuore da crisi epilettiche e fuoriuscite, poiché contiene composti di protezione cardiovascolare.
Ricco di acidi come acido caffeico, quercetina, eigonol e bartolinide, sostanze che impediscono la formazione di cellule cancerogene nel corpo.
Elimina insonnia e ansia, se preso prima di dormire, aiuta a rilassarsi e dormire in pace.
Bere una tazza di foglie di alloro cotte due volte al giorno spezza pietre ai reni e guarisce infezioni.

M.M. su fb 29/10/21


martedì 28 settembre 2021

Se citofonando. - Marco Travaglio

 

Ad ogni assoluzione eccellente – l’ultima quella selettiva per la trattativa Stato-mafia – i media e i poteri retrostanti intonano il liberi tutti. Come se fossero innocenti tutti gl’imputati eccellenti degli ultimi 30 anni, quelli attuali e pure quelli futuri. Poi a stretto giro la cronaca s’incarica regolarmente di rimettere le cose a posto, smascherando il volto lurido di pezzi da novanta del potere. Salvini citofona a un portone a caso: “Scusi, lei spaccia?” e la risposta è: “Sì, sono Morisi, la tua Bestia, ma è una semplice fragilità esistenziale irrisolta”. Non male, per uno che voleva arrestare pure i tossici per modica quantità e chiudere i negozi di cannabis light. Fortuna che ha cambiato idea, tant’è che a Morisi ha promesso di aiutarlo senza arrestarlo.

L’altro Matteo, che minacciava di pagarsi la villa – peraltro già pagata coi prestiti di un tizio da lui nominato a Cassa Depositi e Prestiti e poi da Lucio Depositi e Presta – coi soldi del Fatto che osava raccontare lo scandalo Consip, si vede rinviare a giudizio il babbo Tiziano per traffico d’influenze illecite nello scandalo Consip. La mitica Procura di Roma, ancor prima che gli amici Lotti, Ferri e Palamara tentassero di mandarci un procuratore amico, aveva chiesto l’archiviazione per Renzi sr. e l’assoluzione per l’amico Verdini: il primo è finito a processo e il secondo condannato a un anno (in aggiunta agli altri già collezionati nel curriculum) per turbativa d’asta.

Intanto Enrico Laghi è ai domiciliari a Potenza per corruzione in atti giudiziari. Stiamo parlando di un’architrave del Sistema: nominato dal governo Renzi a commissario dell’Ilva e dal governo Gentiloni a commissario di Alitalia, ex sindaco del gruppo Espresso-Repubblica e tuttora presidente e membro del Cda di Edizione (la holding dei Benetton). L’accusa, nata dalle dichiarazioni – stavolta attendibili e riscontrate – del coindagato Piero Amara, è di aver corrotto il procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo in cambio di un patteggiamento a tarallucci e vino dell’inchiesta Ambiente Svenduto avviata dal predecessore Franco Sebastio. I pm e il gip citano il racconto di Amara: “Laghi, Capristo… e Renzi erano tutta una cosa nella gestione del patteggiamento… L’Ilva insieme al governo ha appoggiato la nomina di Capristo… Il premier… ricordo che è venuto a Taranto, è andato a salutare Capristo… Anche i decreti concordavano” (uno bocciato dalla Consulta) per neutralizzare i sequestri: “Mi ricordo che Laghi ha materialmente scritto uno dei decreti, almeno mi disse, emanati dal governo Renzi”. Qualcuno si domandava il perché dell’attacco a freddo dell’Innominabile ai magistrati mercoledì in Senato. Ora c’è solo l’imbarazzo della scelta.

ILFQ

lunedì 27 settembre 2021

Spigolatrice di Sapri, polemiche per la statua in bronzo che mette in evidenza le forme. Boldrini: “Un’offesa alle donne e alla storia”.

 

Il monumento è stato svelato alla cittadinanza domenica 26 settembre, alla presenza delle autorità locali e del presidente M5s Giuseppe Conte. La foto ha subito iniziato a circolare online ed è stata duramente condannata da alcune esponenti politiche (da Boldrini a Cirinnà). Il senatore M5s Castiello: "A chi critica sfuggono le fattezze fisiche delle donne meridionali". L'artista si difende: "Allibito e sconfortato".

Polemiche per la statua della Spigolatrice inaugurata a Sapri, in provincia di Salerno, alla presenza delle autorità locali e del presidente M5s Giuseppe Conte in tour elettorale nella zona. Il monumento in bronzo rappresenta la lavoratrice dei campi, addetta alla spigolatura, al centro della poesia di Luigi Mercantini dedicata al fallito tentativo di insurrezione anti borbonica nel Cilento. Ma a far discutere è stata la scelta dell’artista di mettere in evidenza le forme della donna con un abito “trasparente” che rievoca un effetto di nudo.

La foto scattata durante la cerimonia di svelamento ha iniziato a circolare online nelle scorse ore e ha suscitato la condanna di alcuni esponenti politiche, mentre gli amministratori locali insistono nel difendere l’opera. “È un’offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare”, ha scritto su Twitter la deputata Pd Laura Boldrini. “Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell’Italia”. Mentre secondo la collega di partito Monica Cirinnà si tratta di “uno schiaffo alla storia e alle donne che ancora sono solo corpi sessualizzati”: “Questa statua della Spigolatrice nulla dice dell’autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l’oppressore borbonico. Sia rimossa!“, ha chiuso.

Lo scultore Emanuele Stifano si è difeso su Facebook, respingendo le accuse dei detrattori: “Sono allibito e sconfortato da quanto sto leggendo”, ha scritto. “Mi sono state rivolte accuse di ogni genere che nulla hanno a che vedere con la mia persona e la mia storia. Quando realizzo una scultura tendo sempre a coprire il meno possibile il corpo umano, a prescindere dal sesso. Nel caso della Spigolatrice, poiché andava posizionata sul lungomare, ho ‘approfittato’ della brezza marina che la investe per dare movimento alla lunga gonna, e mettere così in evidenza il corpo”. E a chi gli contesta la decisione di mettere in evidenza le forme, ha replicato che l’obiettivo era un altro: “L’anatomia non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800, bensì rappresentare un ideale di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza, il tutto in un attimo di grande pathos”. Inoltre, ha concluso “il bozzetto preparatorio è stato visionato e approvato dalla committenza”. Del resto, nessuna delle autorità locali è intervenuta per criticare l’opera, anzi anche il primo cittadino si è subito schierato con Stifano e ha lodato la statua. “E’ stata realizzata con maestria e impeccabile interpretazione dall’artista cilentano”, ha detto il sindaco di Sapri di Italia viva Antonio Gentile.

Tra le prime a sollevare la polemiche ieri c’era stata l’ex senatrice di Forza Italia e poi del gruppo Misto-Ala Manuela Repetti che, intervenendo su l’Huffington post, ha parlato di “schiaffo sessista”. A lei ha replicato direttamente il senatore M5s Francesco Castiello criticandola per “censure di tipo sessista”. “Ad arrecare grave turbamento alla suddetta sembra siano stati l’abbigliamento leggero e le forme pronunciate. Alla ex senatrice, che appartiene ad un’area territoriale a molte centinaia di km al di sopra del parallelo di Sapri, sfugge quali siano le fattezze fisiche delle donne meridionali”. Secondo Castiello, Repetti non tiene in considerazione il fatto che “lo sbarco avvenne a fine giugno in una rovente estate del sud Italia, quando chi nel duro lavoro della raccolta del grano non poteva certo indossare un pastrano con imbottitura”. Proprio Castiello, come ricorda Repubblica, è presidente della Fondazione Grande Lucania che ha finanziato il monumento e ha invitato personalmente il leader M5s Giuseppe Conte per presenziare all’inaugurazione. A questo punto, ha detto con tono provocatorio Castiello, “è auspicabile che il Sindaco, cui la ex senatrice chiede la demolizione della statua, converta tale indicazione nella meno radicale e più equa sanzione della sua copertura con un pesante paltó”.

Il personaggio della Spigolatrice è al centro appunto di un celebre componimento di Luigi Mercantini, sul fallimento della spedizione di Sapri di Carlo Pisacane che avrebbe dovuto scatenare una insurrezione nel Regno delle Due Sicilie. La poesia (“Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!”, recita l’inizio) è scritta appunto con il punto di vista di una contadina dell’800 addetta alla spigolatura del grano e che assiste allo sbarco di Pisacane.

ILFQ


E con questa notizia, noi italiani abbiamo toccato il fondo. Che io sappia un artista tende sempre a mettere in evidenza le fattezze del corpo umano. Le più belle statue lasciateci da artisti di altri tempi mostrano le nudità del corpo umano nel loro splendore. Il pudore lasciamolo agli ipocriti che gridano allo scandalo dimenticando che è proprio il loro Dio ad aver creato l'uomo nudo...

cetta.

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Tra moglie e marito. “Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte però è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, erano completamente obnubilati, oppure c’è stato anche un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda che dobbiamo farci per forza” (Barbara Palombelli, Stasera Italia, Rete 4, 16.9). Ma infatti: meno male che Francesco è disarmato.

Compiti a casa. “Bravi, avete chiesto scusa al Cav. Ma ora mandatelo al Quirinale” (Paolo Guzzanti, Riformista, 24.9). Mo’ me lo segno.

Tiromancino. “Mancino: ‘Io vittima di un teorema crollato sulla trattativa Stato-mafia’” (Repubblica, 25.9). Quindi adesso ce lo dici che cosa vi dicevate al telefono con Napolitano?

Disinformafia/1. “Gli imputati sono stati assolti con formula piena perchè non hanno ceduto alla mafia” (Francesco Merlo, Repubblica, 25.9). No, perchè hanno trattato con la mafia, ma il fatto non costituisce reato. Così come Merlo non costituisce giornalismo.

Disinformafia/2. “Così la teoria del complotto ha leso l’immagine del Paese. A Palermo smentita la tesi che lo Stato abbia cercato accordi con Cosa Nostra” (Mario Ajello, Messaggero, 25.9). Magari: la Corte d’appello ha confermato che il Ros trattò con Cosa Nostra, ma sono punibili solo i mafiosi e non i carabinieri. Una splendida immagine per il Paese.

Disinformafia/3. “Se le toghe vogliono riscrivere la storia generano mostri” (Claudio Martelli, ex ministro Psi della Giustizia, Giornale, 25.9). Tipo Martelli, che vent’anni dopo si ricordò di aver saputo da Liliana Ferraro della trattativa Stato-mafia.

Disinformafia/4. “Travaglio di bile. La trattativa non c’era. I manettari rosicano. Dopo la sentenza che sconfessa la tesi di pezzi dello Stato in combutta con i boss c’è chi reagisce stizzito (il Fatto) e chi prova a minimizzare” (Renato Farina, Libero, 25.9). Sconfessa a tal punto che condanna i boss: evidentemente i boss erano in combutta con pezzi dello Stato, ma pezzi dello Stato non erano in combutta con i boss. A uguale B, ma B non uguale A. Aristotele si rivolta nella tomba.

Disinformafia/5. “Processato chi aiutò mio padre” (Fiammetta Borsellino, Libero, 25.9). Suo padre è per caso lo stesso che disse a sua madre prima di morire: “Ho visto la mafia in diretta, mi han detto che Subranni è punciutu”, cioè associato alla mafia?

Disinformafia/6. “Non spiace qui ricordare che i natali del processo sulle trattative coincidono, ma guarda un po’, con quelli del Fatto: 10 anni buttati via” (Farina, ibidem). A parte che il Fatto ha 12 anni, il processo Trattativa inizia con un’intervista di Massimo Ciancimino a Nuzzi su Panorama diretto da Belpietro il 19 dicembre 2007. Scusa, Betulla, ma Pio Pompa non ti ha proprio detto niente?

Disinformafia/7. “L’eterno processo sulla Trattativa è crollato per tutti. Ma non per Travaglio e soci” (Dubbio, 25.9). Cioè per quelli che han letto il dispositivo della sentenza e l’hanno capito.

Tu quoque. “Per il Quirinale Gianni Letta può essere un nome, figurarsi se ho problemi!” (Pierluigi Bersani, deputato LeU, L’aria che tira, La7, 25.9). Come battuta era meglio quella sulla mucca in corridoio.

L’ideona. “Il futuro del Pd è draghizzare il centrosinistra” (Stefano Ceccanti, Riformista, 21.). Dopo gli strepitosi successi di quello renzizzato.

Sgub! “’Io, ex grillino, ho provato la galera’. Intervista esclusiva a Marcello De Vito” (Dubbio, 18.9). Se lo strappavano tutti di mano, ma alla fine se l’è assicurato Il Dubbio.

L’esperta. “Nel Pool di Mani Pulite io c’ero: i pm pensavano alla presa del potere” (Tiziana Parenti, Dubbio, 14.9). Infatti l’unica che si candidò e si fece eleggere fu lei.

L’esperto. “Oggi il Parlamento non è affatto esautorato Non tutte le fiducie sono uguali” (Francesco Clementi, costituzionalista, Dubbio, 24.9). Art. 986 della Costituzione: dipende da chi le chiede.

Indirizzo sbagliato. “Fedez insulta Conte: ‘Fai comizi affollati e vieti i concerti’. I cantanti si ribellano” (Libero, 23.9). Se ne deduce che Conte dovrebbe pregare la gente di non andare ai suoi comizi e, soprattutto, che il premier è ancora lui.

Dadaismo/1. “Surreale risposta della Raggi, in un’intervista al Fatto, sui cinghiali che scorrazzano nella capitale in cerca di rifiuti dentro ai cassonetti: ‘Sono un problema di competenza regionale’” (Annalisa Cuzzocrea, Repubblica, 23.9). Siccome si dà il caso che la legge affidi alle Regioni il controllo del patrimonio faunistico, se la risposta della sindaca è surrealista, il giornalismo di Repubblica è dadaista.

Dadaismo/2. “Dagli industriali a Di Maio crescono le adesioni al partito di Draghi” (Cuzzocrea, ibidem, 25.9). Ecco, appunto.

Il titolo della settimana/1. “Ritorna Berlusconi: ‘La Ue una necessità’. Weber: ‘Con lui l’Italia è rientrata in Europa’” (Giornale, 22.9). Senza essersi mai accorta di esserne uscita.

Il titolo della settimana/2. “I draghiani riluttanti” (Augusto Minzolini, Giornale, 22.9). Che cos’è, un nuovo reato?

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