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mercoledì 9 giugno 2021

Il pirlicidio. - Marco Travaglio

 

Avere un libro nella top ten dopo 10 giorni con zero recensioni è già una bella soddisfazione (le recensioni sono come i premi che, diceva Longanesi, “non basta rifiutarli: bisogna non meritarli”). Ma vederlo evocare un po’ da tutti senza mai citarne il titolo (un po’ come la Mercegaglia imputata per evasione) è proprio da sballo. Il bello è che chi lo evoca non l’ha letto. O ha letto l’unica recensione: quella del miglior leccapiedi del Foglio, datata però 14 aprile, quando il libro non solo non era stato pubblicato, ma neppure scritto. Però il noto linguista già sapeva che riguardava “il complotto internazionale contro Conte”. Invece riguarda quattro congiure nazionali, tutte alla luce del sole per chi ha occhi per guardare anziché lingue per leccare. E quella andata a segno si fondava proprio sulla maxiballa delle cancellerie europee allarmatissime per il Pnrr di Conte (che poi era di Gualtieri, Amendola e gli altri ministri), per la governance con 300 tecnici (molto più numerosi dei 550 di Draghi) e per il no al Mes (che, da quando c’è Draghi, è una ciofeca). E chi la raccontava la panzana sesquipedale sull’intera Ue schierata contro Conte, per far dimenticare che il Recovery Fund l’aveva ottenuto lui? Gli stessi giornali che ora la attribuiscono al mio libro (che sostiene l’opposto).

Basti pensare che, mentre Repubblica, Stampa, Corriere, Messaggero, Sole 24 Ore, Giornale, Foglio&C. la sparavano a edicole unificate, il capogruppo del Ppe Martin Weber, merkeliano di ferro, chiamava Lorenzo Cesa per spingerlo ad aiutare il Conte-2 con “responsabili” dell’Udc. La congiura fu tutta italiana (a parte qualche ammiccamento all’ambasciata Usa, allergica alla politica un po’ più multilaterale e un po’ meno servile di quel governo rispetto ai precedenti). Vi parteciparono festosamente i padroni del vapore tramite i loro house organ che chiamiamo “giornali”. I quali ora fanno il giro delle sette chiese in cerca di smentite alla tesi opposta a quella del mio libro che non possono citare. Il Corriere domanda a Conte: “Lei crede al Conticidio per mano (sic, nda) di un complotto internazionale?”. Conte risponde: “Nessuno ha mai pensato a un complotto internazionale. Il mio governo ha sempre ricevuto forte sostegno dalle cancellerie europee”, vedi “l’affidamento per i 209 miliardi del Recovery”. Allora Riformatorio e Foglio se la ridono: “Conte sbugiarda Travaglio” (che dice la stessa cosa). La Stampa ci riprova con Bonafede: “Il famoso Conticidio: crede anche lei (sic, nda) al complotto internazionale?”. Risposta: “Il Conticidio è sotto gli occhi di tutti, ma non fu un complotto internazionale”. Poveretti: farebbero quasi tenerezza, se qualcuno non li scambiasse ancora per giornalisti.

IlFQ

giovedì 21 maggio 2020

Quei Bravi Ragazzi (The Good Club). - Federico Nicola Pecchini



Di questi tempi si sente spesso parlare di teorie del complotto. Ma io voglio parlarvi di un complotto reale, effettivo, e non semplicemente di teorie. Per intenderci, un “complotto” non è altro che una congiura, una trama (di solito segreta) ordita da un certo gruppo di persone ai danni di qualcun’altro. La cosa sorprendente, però, è che in questo caso il complotto sarebbe a fin di bene, l’obiettivo finale nientepopodimeno che “salvare il mondo”. A chi mi riferisco?
Ma ovviamente al Good Club — il Club dei Buoni — un’iniziativa promossa dal co-fondatore di Microsoft Bill Gates già nel lontano 2009. Come riportato dal Times di Londra, l’esclusivissimo gruppo comprendeva la crème de la crème del capitalismo mondiale: David Rockefeller, il patriarca della famiglia più ricca d’America, i finanzieri Warren Buffet e George Soros, i magnati dei media Michael Bloomberg, Ted Turner e Oprah Winfrey. Ad accomunarli, oltre alla spropositata ricchezza, era la bontà. Tutti quanti infatti, dopo una vita dedicata al profitto, si erano miracolosamente convertiti alla filantropia.
Il buon Bill li chiamò a raccolta per discutere dei maggiori problemi che minacciavano il futuro dell’umanità, e delle possibili strategie per risolverli. Secondo l’informatore del Times, si trovarono tutti d’accordo nel considerare la sovrappopolazione come il problema più importante. Per chi ancora non lo sapesse infatti, il numero di esseri umani sul pianeta è cresciuto a dismisura nel secolo scorso, passando da poco più di 1 miliardo e mezzo nel 1900 a oltre 6 miliardi nel 2000. Oggi siamo a 7 miliardi e mezzo, e il numero continua ad aumentare. Perciò i nostri filantropi decisero all’unanimità di “affrontare la crescita demografica come una minaccia potenzialmente disastrosa a livello ambientale, sociale e industriale”, qualcosa di talmente tremendo che solo un loro tempestivo intervento avrebbe potuto evitare il peggio.
“La bomba demografica” — copertina di un pamphlet del 1954
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lunedì 18 settembre 2017

Consip, altro che colpo di Stato: ecco tutta la storia dell’inchiesta. Marco Lillo

Negli uffici  –  Carabinieri e Gdf nella sede  della  Consip.

Dall’intercettazione tra l’ex premier e il generale Adinolfi pubblicata dal “Fatto” alle dichiarazioni del procuratore Musti sugli incontri con i Noe - 2015-2017.

Per smontare il teorema del ‘complotto’ contro Matteo Renzi costruito dal Noe dei Carabinieri con la complicità del pm Henry John Woodcock e del Fatto è molto utile una semplice cronologia.
Quando il capitano Gianpaolo Scafarto, ai primi di settembre del 2016, avrebbe fatto alla pm di Modena Lucia Musti la confidenza generica su un’indagine non meglio precisata (“Scoppierà un casino, arriviamo a Renzi”) erano già accaduti alcuni fatti. In particolare un signore toscano amico di Tiziano Renzi di nome Carlo Russo era già entrato più volte nell’ufficio di Alfredo Romeo per parlare degli appalti che interessavano all’imprenditore. Non solo in Consip ma anche in Grandi Stazioni e in Inps. Stando alle informative di Gianpaolo Scafarto di quel periodo erano già accaduti questi eventi: il 3 agosto Romeo aveva chiesto a Russo di incontrare il padre del premier di allora perché aveva problemi con il suo amico amministratore di Consip, Luigi Marroni, per una serie di appalti del valore di centinaia di milioni di euro. Russo aveva proposto allora di fare una bisteccata a casa di Tiziano Renzi con lo stesso Marroni. Il 31 agosto Romeo era tornato alla carica e Russo aveva riferito così la risposta di Tiziano: “gli ho detto che … dobbiamo fare sto passaggio con Marroni! M’ha detto dice: ‘Fammi finire sto casino prossima settimana ci mettiamo’”.
Quando Scafarto avrebbe fatto la sua profezia, Romeo aveva già proposto a Russo il famoso ‘accordo quadro’ che poi sarà precisato meglio il 14 settembre nel famoso foglio che – secondo l’interpretazione dei Carabinieri – reca l’offerta di 30 mila euro al mese per Tiziano Renzi in cambio di un incontro al mese con Luca Lotti e con Luigi Marroni per propiziare un occhio di riguardo su Romeo da parte della Consip guidata da Marroni.
La confidenza di Scafarto (‘scoppierà un casino arriviamo a Renzi’) quindi non è la prova del movente delle sue macchinazioni contro Tiziano e Matteo ma un annuncio abbastanza prevedibile (e certamente scorretto se vero) sulla base di indizi già raccolti.
Prima però ricordiamo come è nata la teoria che piace tanto ai grandi giornali, alla politica e ai membri del Consiglio Superiore della Magistratura vicini a Renzi.
Il teorema (ben descritto ieri in un pezzo di Carlo Bonini su Repubblica) vuole connettere due fatti che non c’entrano nulla: lo scoop del Fatto del luglio 2015 sulla telefonata di Matteo Renzi con il generale Michele Adinolfi e lo scoop del Fatto del 2016-2017 sul caso Consip. Ebbene il teorema è delineato nel libro del segretario del Pd Avanti.
Renzi ricorda così il nostro scoop della telefonata tra lui e il generale della GdF Adinolfi, nella quale i due sparlavano di Enrico Letta, intercettata nel 2014 e pubblicata dal Fatto il 10 luglio 2015. “È la prima volta – scrive Renzi – in cui faccio la conoscenza del Noe, Nucleo operativo ecologico dell’Arma dei carabinieri, che su incarico di un pm di Napoli, il dottor Woodcock, mi intercetta. Apprenderò dell’intercettazione mentre sono presidente del Consiglio, grazie a uno scoop del Fatto Quotidiano firmato da un giornalista che si chiama Marco Lillo. Segnatevi mentalmente questo passaggio: Procura di Napoli, un certo procuratore, il Noe dei carabinieri, il Fatto Quotidiano, un certo giornalista. Siamo nel 2014, non nel 2017, sia chiaro. Che poi i protagonisti siano gli stessi anche tre anni dopo è ovviamente una coincidenza, sono cose che capitano”.
L’insinuazione che Il Fatto abbia ottenuto le notizie per i due scoop nel 2015 e nel 2016-7 sempre grazie al Noe e al pm Woodcock è falsa e diffamatoria ma trova subito una grancassa nelle istituzioni.
Il libro esce il 12 luglio e sembra il canovaccio delle domande poste al pm Lucia Musti di Modena appena cinque giorni dopo dal presidente della prima commissione del Csm. L’avvocato Giuseppe Fanfani, ex sindaco Pd di Arezzo, amico di Maria Elena Boschi e già legale del padre, ascolta con i suoi colleghi del Csm il procuratore di Modena nell’ambito del procedimento contro Henry John Woodcock finalizzato a capire se il pm di Napoli che ha osato intercettare il padre del leader Pd debba essere trasferito per incompatibilità.
La pm Lucia Musti ha ricevuto per competenza nell’aprile del 2015 le carte del fascicolo Cpl Concordia, istruito da Woodcock, nel quale era contenuta l’intercettazione di Matteo Renzi con il generale Adinolfi. La telefonata è divenuta pubblica nel luglio 2017 perché non era più segreta e Il Fatto – come la Procura di Napoli ha ricostruito già nel 2016 – l’ha avuta da fonti non investigative in modo pienamente lecito. E non era più segreta per una svista non del pm Woodcock ma degli uffici dei pm dell’antimafia che l’avevano ricevuta per competenza di materia da Woodcock proprio come la dottoressa Musti l’aveva avuta a Modena.
I pm di Napoli nel 2015-2016 indagarano i carabinieri del Noe che avevano aiutato il personale di segreteria, oberato di lavoro, a effettuare la scansione delle pagine senza avvedersi che l’informativa depositata non era quella omissata ma la versione precedente, che non conteneva gli omissis. Così quelle due pagine così delicate con i giudizi sprezzanti di Renzi su Letta sono finite nel computer della Procura accessibile a tutti gli avvocati del procedimento. Tre avvocati (almeno) ne vennero in possesso e così Il Fatto ha potuto acquisire tutte le carte pubbliche del fascicolo, compresa quella che doveva restare segreta. Questo tragitto è stato accertato con certezza dai pm e dai loro periti informatici grazie anche alle perquisizioni ai danni dei giornalisti del Fatto e in particolare al sequestro e all’analisi del computer del collega Vincenzo Iurillo che ha firmato quello scoop con chi scrive questo articolo.
I carabinieri del Noe furono indagati e interrogati ma i pm Alfonso D’Avino e Giuseppe Borrelli ne chiesero l’archiviazione a febbraio 2016 perché “E’ da escludersi che la scansione integrale della informativa del 15.10.2014 sia stata intenzionalmente effettuata dai militari al fine di renderla ostensibile attraverso il suo inserimento al TIAP (il sistema informatico della Procura, Ndr)”; 2) “la pubblicazione degli atti era avvenuta ad opera del cancelliere (incolpecole anche lui, Ndr) addetto alla segreteria del pm dell’antimafia Cesare Sirignano”.
L’audizione della dottoressa Musti al Csm doveva essere diretta ad appurare le responsabilità dei magistrati in quella fuga di notizie. Woodcock in questo caso non aveva alcuna responsabilità ma il pm Musti ne approfitta per fare due dichiarazioni contro la polizia giudiziaria preferita dal pm napoletano: i carabinieri del Noe.
La prima riguarda il fascicolo Cpl Concordia del 2015 e l’allora vicecomandante del Noe dei Carabinieri Sergio De Caprio, alias Ultimo.
Questa è la ‘la seconda versione’ del verbale pubblicata dal quotidiano Repubblica (diversa da quella del giorno precedente) riguardo all’incontro Ultimo-Musti per le carte dell’indagine Cpl Concordia del 2015: “Il presidente Fanfani chiede: «Chi glielo disse?». Musti: «Il colonnello De Caprio mi disse: “Lei ha una bomba in mano, se vuole la può fare esplodere”». Fanfani: «Ma in riferimento a cosa?». Lei: «Ma cosa ne so? Cioè, io non lo so perché erano degli agitati. Io dovevo lavorare su Cpl Concordia, punto, su quest’episodio di corruzione. Dissi ai miei, “prima ci liberiamo di questo fascicolo meglio è”».
Musti quindi sta dicendo al Csm che Ultimo quando consegnò il fascicolo Cpl Concordia a Modena disse che era una bomba. Il fascicolo non era centrato su Renzi ma sulla coop emiliana e conteneva intercettazioni del 2014 riguardanti: 1) i rapporti tra Massimo D’alema e la Cpl Concordia; 2) la Fondazione Icsa fondata da Marco Minniti ma lasciata dall’ex sottosegretario nel 2013; 3) intercettazioni su altri personaggi del Pd tra cui anche Matteo Renzi ma non solo lui.
Dal testo del secondo (e probabilmente vero) verbale pubblicato da Repubblica ieri si evince chiaramente che il pm Lucia Musti non dice e nemmeno insinua mai che ‘la bomba’ a cui faceva riferimento Ultimo fosse l’intercettazione di Renzi con Adinolfi.
La seconda cosa che dice il pm Lucia Musti al Csm riguarda il fascicolo che nel 2016 vedeva il solito Noe, sempre sotto la direzione del pm Woodcock, impegnato sul versante Consip. Così sempre Repubblica (sempre nella seconda versione del verbale ieri) riferisce la versione del pm Lucia Musti su un suo incontro con il capitano Scafarto ai primi di settembre del 2016: «Lui mi ha parlato del caso Consip, un modo di fare secondo me poco serio, perché un capitano, un maresciallo, un generale sono vincolati al segreto col loro pm, non devi dire a me che cosa stai facendo con un altro. Quindi, quando lui faceva lo sbruffone dicendo che sarebbe “scoppiato un casino”, io dentro di me ho detto “per l’amor di Dio”. Una persona seria non viene a dire certe cose, quell’ufficiale non è una persona seria». Fanfani vuole dettagli: «De Caprio ha detto “Ha una bomba in mano”, mentre Scafarto “succederà un casino”?». Musti risponde: «Scoppierà un casino, arriviamo a Renzi».
E’ evidente dalla lettura di questa versione del verbale l’inesattezza di quanto pubblicato il giorno prima. Lucia Musti non ha mai dichiarato che Ultimo e Scafarto le dissero: ‘Dottoressa, lei, se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi’.
Una cosa è la bomba Cpl Concordia di cui parla Ultimo senza alcun riferimento a Renzi e alla sua conversazione con Adinolfi poi pubblicata dal Fatto.
Altra cosa è quel generico “scoppierà un casino arriviamo a Renzi” che sarebbe stato detto nel settembre 2016 dal capitano Scafarto quando aveva già in mano indizi pesanti su Tiziano Renzi.
La scorretta rappresentazione della realtà fatta dai grandi quotidiani insinua che la bomba di cui parlava Ultimo a Lucia Musti nel 2015 fosse l’intercettazione Adinolfi-Renzi. Non basta. la grande stampa e il Pd al seguito forzano anche il senso della frase di Scafarto per insinuare un intento complottistico del Noe contro Renzi nel 2016.
Scrive sul punto Il Corriere della Sera di venerdì “Il fatto che l’ex capitano del Noe abbia detto a Musti, quattro mesi prima di consegnare l’informativa e anche prima che fosse registrata la famosa frase «Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato» falsamente attribuita a Romeo («assume straordinario valore e consente di inchiodare alle sue responsabilità il Renzi Tiziano», scrisse Scafarto nel rapporto), potrebbe far immaginare che l’obiettivo dei carabinieri fosse proprio il padre dell’ex premier. Come se fosse un possibile movente della successiva manipolazione dell’intercettazione. E chi volesse ipotizzare che quello fosse lo scopo dei falsi contestati a Scafarto (…) ora avrebbe un motivo in più per sostenerlo”.
La rappresentazione di un colloquio in cui Scafarto parla con Musti prima di avere nelle mani gli indizi e le registrazioni che inguaieranno Tiziano Renzi ha permesso al Pd Michele Anzaldi di presentare un’interrogazione al Governo e ha fatto parlare di ‘fatti di gravità inaudita’ all’ex segretario Pd Dario Franceschini e di “complotto” al capogruppo Pd Luigi Zanda. Grazie a questo modo di fare informazione non è apparsa ridicola la visita di Matteo Renzi a Rignano così raccontata in un pezzo dal titolo “Consip, Renzi subito a Rignano dal padre. Con lui il faccia a faccia della pace”.
Il pezzo è uscito il 14 settembre, proprio nel primo anniversario del giorno del famoso pizzino. Il 14 settembre 2016 infatti Alfredo Romeo scrisse su un foglietto ritrovato il giorno dopo nella spazzatura dal Noe e interpretato come un’offerta nero su bianco al ‘compare di Tiziano Renzi, Carlo Russo, di 30 mila euro al mese, destinati a ‘T.’ che secondo la tesi accusatoria sarebbe Tiziano Renzi.
Al di là delle conseguenze politiche della strumentalizzazione delle frasi della pm Musti, c’è una conseguenza giudiziaria di non poco conto. Alla Procura di Roma sono state trasmesse dal Csm le dichiarazioni della pm di Modena perché i pm Paolo Ielo e Mario Palazzi valutino se inserirle nel fascicolo contro Woodcock. Non solo. Lunedì prossimo la solita prima commissione del Csm presieduta dal solito Giuseppe Fanfani convocherà i due pm di Napoli, Giuseppe Borrelli e Alfonso D’avino, che si sono occupati del’indagine sulla pubblicazione da parte del Fatto dell’intercettazione Renzi-Adinolfi.
In pratica il presidente della commissione del Csm convoca i procuratori aggiunti di Napoli e trasmette carte alla Procura di Roma perché finalmente si indaghi a fondo nella direzione del collegamento tra i due scoop del Fatto, proprio la direzione auspicata dal leader Matteo Renzi nel suo libro.

martedì 25 novembre 2014

LE TEORIE DEL COMPLOTTO E LA CREDIBILITA' DEI BLOG. - The Saker



Cari amici,
Noto con un certo sgomento quanto alcuni (molti?) di voi siano ancora saldamente legati ad uno schema mentale che vede in qualsiasi "teoria del complotto" un errore della logicaLe reazioni al (provocatorio)  articolo di Koenig su Ebola e HIV sono un tipico esempio di questo tipo di sbandamento nella logicaQuindi mi sembra che sia arrivato il momento di mettere in chiaro alcuni dei presupposti di base di questo blog.


G1.   Una "teoria della cospirazione" èa prioriuna buona cosaPerchéPerché il mondo è pieno zeppo di cospirazioniChe cosa è una cospirazioneÈ un piano segreto di un gruppo di personeC'è veramente qualcuno che possa ancora credere davvero che negli USA siano state create ben 16 agenzie di "intelligence" e che le decine di migliaia di professionisti che vi lavorano non abbiano tramato ogni santo giorno nemmeno un complotto, proprio quinegli Stati Uniti?  Non sapete nemmeno che anche le multinazionali cospiraronoCome e perché pensate che vengano inventate le leggi antitrust?  Sapete che anche il codice penale è pieno di cospirazioni criminali? Infatti l'affare sta proprio qui: se si vuol comprendere che cosa succede dietro la cortina di fumo che i media delle multinazionali e del governo ci gettano davanti agli occhi, si deve perdere una bella fetta del proprio tempo a cercare tra le teorie del complottoIn parole povere, se ci si rifiuta di prendere conoscenza delle (cosiddette) teorie del complotto, si resta ciechi. 
Punto.

2.   Non me ne frega niente della "credibilità" mia o del mio blogNon mi sto occupando di "credibilità". La "credibilità" è un "fatto di autorità", cosa che presuppone che una certa informazione sia considerata credibile perché proviene da "A", che è una fonte credibileQuesto non è quello che voglio per questo blogNella comunità del Saker io voglio che tutti siano prima di tutto critici con tutti e su tutto e che si giudichi un argomento solo per quello che merita  (o che non merita). Se domani Poroshenko o Joe Biden scrivessero un buon pezzo, io non esiterei a pubblicarloNon perché io sia d'accordo con loro o che mi abbiano convinto (io firmo solo quello che scrivo io!), ma per prendere spunto per alimentare una discussione intelligenteIn altre parole, la"credibilità" è qualcosa che io collego ad un argomentonon ad una persona.

3.  Per respingere una ipotesi dobbiamo entrare nel meritoSe non vogliamo che si sviluppi dentro di noi un sistema di rigetto automatico (tipo 1984), senza avere nessuna capacità di analisi, non c'è nessun modo per nessuno di noi di valutare una tesi senza essere esposti alle conseguenze che questa stessa tesi può provocareUn'ipotesi è proprio quella  del "forse" o del "e se ...". Se la tesi  supera una fase preliminare di accettazione e si riesce a formalizzarla, la tesi diventa una teoria. Solo dopo questa prima fase, la teoria può essere testata, per comprendere in dettaglio se abbia elementi e capacità di previsioneSolo allora si può dire, dimostrandolo che la tesi è falsaNel caso di Ebola e dell' HIV tutto quello che sento è il lato "A", quello che sostiene che questi virus siano stati creati dal governo degli Stati Uniti, mentre il lato "B", dice che non è cosìNel frattempo, non c'è NESSUNO che ha messo sul piatto un minimo argomento di discussione-semi-intelligente, per valutare queste ipotesiInvece le ipotesi vengono respinte, di primo acchito, come "teorie della cospirazione". Chi si comporta in questo modo, a quanto pare, non riesce a rendersi conto che secome risulterebbe da queste ipotesiil governo degli Stati Uniti avesse qualcosa a che vedere con la creazione dei virus HIV o Ebolaper definizionequesto sarebbe un complotto e, sempre per definizione , solo una teoria del complotto potrebbe aiutare a dimostrare il contrario.
Cosa c'è di sbagliato in questo ragionamento  ?! Non serve più nemmeno un filo di logica nelle cose?!

4.  Last but not least - in questo blog c'è « libertà di pensiero »qualcosa di cui c'è un assoluto bisogno nella nostra società in cui domina un pensiero unico e che è completamente monoliticaCredo che la Libertà implichi la libertà di far lavorare il cervello di tutti e quindi di dover rischiare di restare esposti per quel che si dice, se si è sbagliato o se si dice qualcosa di falsoTutti i media e anche il 95della blogosfera sono impegnati a cercare di stabilire quanto sia alta la propria "credibilità", proprio come un cane che fa pipì nei quattro angoli di una stanza per delimitare il suo territorioDico che se questo è quello che vogliono, lascio agli altri l'aspirazione alla "credibilità" - io aspiro alla « libertà»Voglio che questo blog sia un luogo dove le persone possano presentare un "crimethink-un-pensiero-criminalizzato" sbagliato o eretico,  ma anche che qui si presentino quelle idee che altrove sarebbero perseguitateChe vengano qui, che vengano a presentare qui, le loro ideee se voi non sarete d'accordo con loro - che accettino di essere fatti a pezzi con i fatti e con la logica del ragionamento, siate spietatinon lasciamo che si nascondano per non dover rispondere ad una analisi impietosa Ma non dovremo respingerli a priori, non dovremo respingerli prima chesiano giudicati da una "prova dei commenti" nella quale tutti noi faremo parte della giuria.
Si dà il caso che mi ricordi di certe persone molto ben informate che, alla fine degli anni '80 primi anni '90, dicevano che l'HIV avesse tutte le caratteristiche per considerarlo un virus programmato in laboratorio. Ci può essere un valido motivo per confutare un'ipotesi di questo genere a prima vista? No, se non si sa nulla sulla storia della ricerca di armi chimiche e batteriologiche promosse dall'industria bellicain particolare di quella fatta da parte del governo degli Stati UnitiMa personalmente, io non ho nessuna  opinione sull' HIV nessuna  opinione su Ebola.
Francamentenon ho avuto tempo di formarmi un'opinione su questi argomenti (oh sì, io non ritengo che avere una opinione per tutto sia un specie di "diritto". Avere un parere è il risultato di un processo di una lunga e attenta analisi alla fine di questo processo a voltenon sempre, si riesce ad avere un parere personale). Per essere molto onestinon mi interessa nemmeno questo. Ma mi interessa che gli altri (media) si interessino a quello che c'è scritto in questi articoli, per questo motivo ho postato gli articoli di Koenig perché sapevo per certo che gli altri (che non nominerò) si sarebbero tirati indietro e non li avrebbero pubblicati, probabilmente per ragioni di (tutela della loro) "credibilità".
Non è che abbia un particolere interesse su questo argomento specificoma ho un immenso interesse a tutelare la libertà intellettuale di questo blogE non potrò mai, e poi mai, permettere che delle considerazioni sul livello di "credibilità", possano interferire con la libertà intellettuale di questo blog. Oltre a questo ci sono un sacco di blog veramente, realmentetotalmente "credibili" e "rispettabili". Qualcuno ha avuto modo di restare libero e non-rispettabile e io molto deliberatamente ho scelto di far parte di quella "frangia lunatica dei teorici della cospirazionecon "credibilità zero", e non permetterò a nessuna doxa della società di dettare la scaletta di quello che dovrebbe non dovrebbe essere postato sul blog.

 traduzione Bosque Primario.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14261