martedì 30 ottobre 2012

Fondi ai partiti: la casa delle cene eleganti di Berlusconi pagata dai contribuenti.


Patrizia Daddario


Lo si scopre in una nota del Pdl in cui viene comunicata una sorta di spending review sui costi del partito: solo nel 2011 Palazzo Grazioli è costato quasi due milioni e mezzo di euro al Popolo della Libertà, che ha pagato quella cifra con i rimborsi elettorali, quindi con soldi dei contribuenti.


La notizia è contenuta in una nota ufficiale del Pdl, che certifica come anche nel partito di Berlusconi sia in corso una sorta di spendig review sui costi sostenuti per gli affitti delle sedi storiche, ereditate da Forza Italia (insieme alle pigioni). E sì, perché i quattro milioni spesi nel 2011 sono troppi anche per il Pdl, specie se si considera che l’esborso è relativo a soli due immobili: la ‘casa’ del Popolo della Libertà in via dell’Umiltà (al numero civico 36) e – udite udite – anche la sede di via del Plebiscito. Ovvero la residenza romana di Silvio Berlusconi (come spiega l’Adn Kronos), quindi Palazzo Grazioli, l’enorme abitazione in cui si tenevano le ‘cene galanti’ con le donnine portate dal faccendiere pugliese Giampaolo Tarantini. Ergo, l’affitto della casa del Cavaliere è stato pagato per anni con i soldi dei contribuenti tramite i rimborsi elettorali.
Un passo indietro. Il ‘Ruby-Gate’ non era ancora scoppiato, era da poco trascorsa l’era di Noemi Letizia (che chiamava il Cavaliere con l’appellativo di ‘Papi’) e del divorzio dell’ex premier da Veronica Lario: nell’immaginario collettivo del Paese fece il suo ingresso Patrizia D’Addario, la escort barese della notte d’amore (a pagamento) con l’allora presidente del Consiglio nel lettone regalato da Putin. Le ‘sere eleganti’ di Silvio Berlusconi diventarono di dominio pubblico e l’allora capo del governo divenne “l’utilizzatore finale”, come da arcinota definizione del suo avvocato Niccolò Ghedini. Ora si scopre che per vivere nel teatro di quelle ‘cene’, Silvio Berlusconi non ha mai pagato un euro. Ed è lo stesso Pdl a renderlo noto, rivelando anche i particolari degli esborsi: “Nel 2011 – scrivono i tesorieri Rocco Crimi e Maurizio Bianconi nella relazione gestionale – i costi della locazione riferiti alla sede legale di via dell’Umiltà 36, sono stati pari a 1 milione 871 mila 712 euro”. Quindi, facendo due conti, l’anno scorso per Palazzo Grazioli il Pdl ha pagato un fitto di 2 milioni 128mila 288euro.
Altri particolari emergono dalla relazione dell’amministratore nazionale Sandro Bondi, “anche nell’esercizio 2011 Forza Italia ha messo a disposizione del Pdl le proprie rimanenti strutture centrali. Ricordiamo che per quanto riguarda queste ultime – spiega il senatore pidiellino – l’operazione ha richiesto la sottoscrizione di un’apposita scrittura privata, che ha definito i termini dell’addebito delle spese sostenute dal movimento azzurro nel periodo 1° aprile-31 dicembre 2009 e negli anni 2010 e 2011 per le strutture situate a Roma in via dell’Umiltà, 36 e in via del Plebiscito, 102 e dei connessi servizi distaccati”.
Ma non solo. Secondo quanto certificato da Sandro Bondi, infatti, “ad aggravare le finanze del partito si aggiungono le spese per il personale, che ammontano complessivamente a 3 milioni 233 mila 738 euro e si incrementano di 2 milioni 894 mila 726 euro rispetto all’anno precedente”. Quasi mezzo milione di spese in più dovuto “all’aumento del numero del personale dipendente, che passa dalle 23 unità presenti al 31 dicembre 2010 alle 84 unità in forza al 31 dicembre 2011″. Nella nota è specificato che per quanto riguarda le “unità in forza” si tratta di 4 giornalisti e 80 impiegati.

lunedì 29 ottobre 2012

Possiamo farcela.



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Marco Travaglio e il #Boom5Stelle



"L'astensionismo e il BOOM di Grillo sono due facce della stessa medaglia. Pensiamo a quanta gente non sarebbe andata a votare in più se non ci fosse stata l'offerta del MoVimento 5 Stelle, visto che ha votato meno della metà degli aventi diritto e visto che il MoVimento 5 Stelle con il suo candidato è vicino al 20% vuol dire che l'astensionismo sarebbe aumentato di un ulteriore 10%, ossia quasi due siciliani su 3 sarebbero rimasti a casa. Primo dato quindi: il M5S non fomenta l'antipolitica, ma anzi salva la politica dall'antipolitica, offrendo una proposta alternativa. Avvicina la gente alla politica anzichè allontanarla. La seconda questione, oltre al fatto che il M5S è il primo partito, riguarda i numeri dei partiti che hanno comandato in Sicilia in questi ultimi anni. Sono in via di estinzione. Vedo un pdl al 12% quando soltanto 11 anni fa maramaldeggiava in Sicilia alle politiche nazionali con il famoso 61 - 0. Vedo chi avrebbe dovuto aproffittare di questo malgoverno, cioè il pd, poco sopra il 12% del pdl. Vedo l'udc, che ha espresso gli ultimi due governatori entrambi forzatamente dimissionari per questioni giudiziarie, languire intorno al 10%. La Sicilia è particolarmente significativa è uno dei due grandi serbatoi di voti, assieme alla Lombardia, con i quali poi si vincono le elezioni politiche nazionali. E' una regione molto particolare, una delle meno favorevoli al M5S. Il fatto che il M5S sia il primo partito in una regione così poco abituata all'uso di internet è ovviamente ancora più significativo. Mi pare di poter dire che se il M5S prende il 18% con il suo candidato e il 15% con la sua lista in una regione come la Sicilia, allora è abbondantemente sopra il 20% nelle regioni del Centro Nord. Su questo non avrei dubbi." Marco Travaglio

http://www.beppegrillo.it/2012/10/marco_travaglio_e_il_boom/index.html

Passaparola - Comunicato politico numero cinquantatre - Beppe Grillo




"Signori stiamo per affrontare qualche cosa di straordinario, delle elezioni in Parlamento, un Movimento, elezioni via Web, non è mai stato fatto nulla di così straordinario. Facciamo quello che possiamo, le regole sono molte, poi stanno molto attenti se sbagliamo, bisogna non sbagliare nulla.
Quindi queste elezioni ci saranno e potranno votare tutti i nostri iscritti, che ovviamente sono quelli che hanno dato la documentazione, mandato la carta di identità, le solite cose che abbiamo chiesto, anche per garantire un po’ chi entra, sennò ti entra Toto u curtu e poi ce lo hai tutta la vita dentro, Toto u curtu.
Chi può essere eletto? Chiunque abbia già fatto una lista, perché più o meno le liste le abbiamo in tutta Italia, quindi per premiare quelli che sono stati con noi per 5 anni, che hanno combattuto sul territorio, che poi non sono stati eletti e si sono candidati. Quindi chiunque sia stato iscritto a una lista comunale o regionale può candidarsi. Ringrazio anche i 60 delegati che si sono offerti di fare questo compito di portare poi le liste in Tribunale, abbiamo bisogno di personale lì sul luogo, nelle circoscrizioni. Non si può candidare uno scelto in una circoscrizione che vive in un posto e si fa eleggere da un’altra parte, come succede nella politica normale, noi siamo qualche cosa di diverso. Quelli che vivono all’estero, gli italiani, è un’altra popolazione che c’è, che ci sta seguendo per la Sicilia, ci ha seguito, potranno iscriversi, mi raccomando di mandare un documento, l’iscrizione non costa niente, basta mandare i dati, ci stiamo organizzando. Tutte queste cose dovremmo metterle a punto anche insieme, io devo essere il capo politico di un movimento, però io voglio solo dirvi che il mio ruolo è quello di garante, di essere a garanzia di controllare, vedere chi entra, dobbiamo avere soglie di attenzione molto alte.
Chi entrerà in Parlamento si toglierà questo nomignolo ormai deleterio di onorevole: macchè onorevole! Niente onorevole, sarà Cittadino del MoVimento 5 Stelle, il leader sarà il MoVimento, il leader vero.
Terremo sempre un piede fuori dal Parlamento, quindi con i nostri rimborsi, con i nostri stipendi, che non dovranno superare un certo limite, con tutte le cose fatturate, messe online. Quelli di fuori controlleranno quelli dentro e quelli dentro saranno a disposizione di quelli fuori, cioè i Cittadini fuori potranno esporre una loro legge e proposta che verrà messa dentro attraverso i parlamentari e discussa in Parlamento.
Fare entrare nella Costituzione per esempio il fatto del referendum propositivo senza quorum, dell’obbligatorietà del Parlamento di discutere le leggi popolari di inserire dentro la Costituzione la legge elettorale del voto di preferenza, non si possono cambiare le leggi elettorali durante le elezioni.
Sarà un cambiamento epocale, duro, sbaglieremo, sbaglierò, mi accuserete di qualsiasi cosa, non lo so. Io credo che dovremmo affrontare insieme una grande cosa che stiamo facendo, ce ne renderemo conto tra qualche anno, quindi dateci una mano piuttosto che martellarci, a me e a Casaleggio, di darci delle martellate in testa, dateci consigli, una mano, abbiamo bisogno tutti uno dell’altro.Grazie." Beppe Grillo


Elezioni politiche 2013

Il MoVimento 5 Stelle (M5S) promuove la presentazione alle prossime elezioni politiche del 2013 di liste di candidati che si riconoscano nel Programma del MoVimento e nel suo capo politico Beppe Grillo, sotto il simbolo .
La selezione e la scelta dei candidati, che dovranno essere in possesso dei necessari requisiti e aderire al codice di comportamento degli eletti del MoVimento 5 Stelle in Parlamento, verranno effettuate attraverso la Rete dagli aderenti al M5S a tutto il 30 Settembre 2012, secondo la procedura di formazione delle liste pubblicata sul sito del M5S.
A fini organizzativi ed operativi, è stata acquisita la disponibilità di un gruppo di iscritti al M5S a farsi carico degli adempimenti tecnico-burocratici necessari a consentire la presentazione e partecipazione alle elezioni politiche delle liste di candidati scelti in Rete, nonché a svolgere campagne di sensibilizzazione sugli argomenti del Programma.
Essi rappresentano il gruppo politico organizzato che, riconoscendo come capo politico e suo rappresentante Beppe Grillo, depositerà il contrassegno  quale segno distintivo delle liste dei candidati e del programma formati secondo le procedure in Rete del MoVimento 5 Stelle.
Tutti i membri del Gruppo hanno preventivamente rinunziato a presentare la propria candidatura e verranno designati quali rappresentanti circoscrizionali incaricati del deposito delle liste.
Prima delle elezioni politiche del 2013 tutti gli iscritti al M5S potranno contribuire ad integrare il Programma del MoVimento – che diventerà programma di governo – accedendo all'apposita procedura che verrà pubblicata sul sito del M5S.

Aventino: voragine in piazza Albina.



Aventino: voragine in piazza Albina
La crepa si aperta in piazza Albino all'Aventino. 10 metri per 3 e profonda 5. Tre squadre di vigili stanno lavorando per capire l'entità dei danni.

Aventino: voragine in piazza Albina
Un'altra voragine, un'altra auto inghiottita dal manto stradale. Ormai i romani, come si dice, ci hanno fatto "il callo" e quello delle crepe sulle strade con disagi annessi e connessi è un fenomeno decisamente diffuso.

Questa volta è toccato a piazza Albina sul colle Aventino. Una voragine di 10 metri per 3 e profonda 5 ha risucchiato un'auto in sosta, parcheggiata proprio su quel lato della strada. L'episodio, a quanto appreso, ha coinvolto in primo luogo il muro di un'abitazione e ha provocato anche la rottura dei tubi dell'acqua, del gas e anche danneggiato i cavi dell'elettricità. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno tirato fuori la Bmw X5 sprofondata all'interno.


Aventino: voragine in piazza Albina
Tre squadre stanno lavorando per capire l'entità dei danni nell'area che è stata transennata. Nessuno è rimasto ferito.

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Report, inchiesta sui soldi e i rimborsi dell’Italia dei Valori. - Carlo Tecce


Report, inchiesta sui soldi e i rimborsi dell’Italia dei Valori


Il programma si occupa del denaro finito nelle casse del movimento di Antonio Di Pietro che, negli anni, ha aumentato il suo patrimonio immobiliare. Infatti, escludendo le 9 proprietà della moglie e le 2 del figlio maggiore, ne restano 45 comprese di garage e cantine.

Il titolo dice molto: insaziabile. Report si occupa di tutti i soldi finiti nelle casse dei partiti e in larga parte dispersi. L’inchiesta di Sabrina Giannini studia l’Italia dei ValoriAntonio Di Pietro si mostra disponibile, ma imbarazzato: “Prendo atto che a voi interessa più lo stuzzicadenti che la trave. Il nostro partito ha avuto un giudice penale, civile, amministrativo e contabile che ha controllato tutto”. E afferra il telefonino per chiamare Vincenzo Maruccio, capogruppo in Regione Lazio, al momento dell’intervista non ancora indagato per peculato.
Il servizio non inizia benissimo per l’ex magistrato. Prima grana bolognese, dice l’ex dirigente Idv Domenico Morace: “Feci una denuncia querela in Procura che riguardava l’intero partito Idv per il territorio di Bologna e chiedevo di essere sentito sui fondi regionali destinati al gruppo regionale. L’ho chiesto 2 anni fa e non ho avuto mai avuto la soddisfazione di essere chiamato se non in concomitanza, successivamente, alla mia intervista su  Affari Italiani”. E aggiunge: “Le verifiche che io feci riguardarono le entità di queste somme che Nanni aveva a disposizione e scoprì che si stava parlando di circa 90 mila euro l’anno. A fronte di queste segnalazioni verificai anche che per la mole di denaro che veniva impegnata non c’era un’attività politica di riscontro all’utilizzo di queste somme, oggi con le indagini della magistratura in corso cominciamo a intuire che fine facevano questi denari pubblici”. L’associazione che gestisce i soldi del partito viene fondata nel 2000 e per nove anni, ricorda la Giannini, è composta dallo stesso Di Pietro, Di Domenico e Silvana Mura.
La Giannini annota le cifre gestite dall’Idv: “Ma i tesserati non fanno parte dell’associazione che gestisce la cassa e nella quale si entra solo con la firma davanti al notaio. Il giorno dopo l’ingresso della moglie nella società, è il 2004, la Camera approva il piano di ripartizione dei rimborsi elettorali. Arrivano circa 5 milioni di fondi. Come si vede da questo verbale di riunione il rendiconto sarà approvato, anzi auto-approvato, l’anno successivo dal solo Di Pietro. L’unico presente. L’associazione gestisce 50 milioni euro fino al 2009, quando compare il nuovo statuto”. Poi si passa alle proprietà immobiliari di Di Pietro, cresciute esponenzialmente negli anni, secondo l’ex magistrato anche per le vittorie in tribunale grazie alle querele. Report chiede un parere a un geometra che, per conto di Elio Veltri, ex vicepresidente dell’Idv, ha catalogato e stimato gli immobili e le proprietà della famiglia dell’ex pm: “Escludendo da questa lista le 9 proprietà della moglie e le 2 del figlio maggiore, ne restano 45 comprese di garage e cantine”.
Spiega il geometra D’Andrea: “Abbiamo una movimentazione economica del 33% dal 1995 al 2001 e dal 2002 al 2009 che arriva al 67%, prima dei rimborsi elettorali e dopo i rimborsi elettorali, entrambe al netto delle vendite. Dopo il 2001 la famiglia inizia ad acquistare beni”. Nel 1995, racconta la Giannini, Maria Virginia Borletti, figlia del produttore milanese di macchine da cucire, decide di donare a Di Pietro e Romano Prodi una parte dell’eredità, quasi un miliardo di lire (che per l’ex pm non sono più di 500 milioni): “Eppure è lo stesso Di Pietro, nella nota memoria consegnata al magistrato, a dichiarare di avere usato la donazione Borletti per l’acquisto di immobili”. E lui ammette: “Certo che la parte che mi ha dato in donazione l’ho usata personalmente”. La giornalista insiste: “Solo a lei?”. E Di Pietro: “E certo che me l’ha data a livello personale”.
da Il Fatto Quotidiano del 28 ottobre 2012

Vauro.



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