La notte del 15 ottobre una banda composta da sei persone e capeggiata da un uomo legato a un clan barese, ha fatto irruzione in casa del 'cassiere' del Cavaliere, intimandogli di chiamare l'ex premier: "Abbiamo documenti in grado di ribaltare la sentenza Lodo Mondadori". Dopo un mese di indagini, sono in corso arresti e perquisizioni. La denuncia del sequestro formalizzata il 18 ottobre, due giorni dopo i fatti.
Sequestro lampo a scopo estorsivo, con l’offerta da parte dei malviventi di documenti utili ad alleggerire la posizione di Silvio Berlusconi nel caso Lodo-Mondadori. Giuseppe Spinelli, stretto collaboratore del Cavaliere (e noto alle cronache per i pagamenti cash alle Olgettine) è stato aggredito, a metà ottobre, in casa sua, e minacciato per tutta la notte (insieme alla moglie) con una pistola, da un gruppo di persone che ha chiesto all’ex premier – tramite, appunto, il suo cassiere – 35 milioni di euro “in cambio di documentazione utile all’ex presidente del Consiglio nel processo sul Lodo Mondadori, in grado di ribaltare la sentenza civile d’Appello”. La Polizia di Stato, a seguito di una serrata indagine, ha eseguito questa mattina sei arresti e varie perquisizioni. A indagare sull’episodio sono state la sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Milano e la Squadra mobile. Decine di uomini della Polizia di Stato stanno eseguendo in varie città italiane arresti e perquisizioni disposte dalla Direzione distrettuale Antimafia di Milano. La questura di Milano conferma che si è trattato di “sequestro lampo a scopo di estorsione, avvenuto nel milanese la notte tra il 15 e il 16 ottobre”. Non risulta che sia stato pagato alcun riscatto. Mentre, secondo quanto dichiarato dai vertici della Squadra Mobile, la magistratura è stata informata nel pomeriggio del 17 ottobre, 30 ore dopo la fine del sequestro. E la denuncia formalizzata il 18.
LA BANDA – Spinelli e la moglie sono stati sentiti dai pm la mattina del 18 ottobre. La banda che ha fatto irruzione in casa Spinelli era composta da sei persone. Le persone arrestate oggi sono sei: tre italiani e tre albanesi. Il regista è un pregiudicato di Bari, Francesco Leone, legato al clan Parisi. Leone è autore di una celebre rapina a fine anni ’80 alla Caripuglia di Bari, con bottino di 1 miliardo e 200 milioni di lire. Diventa pentito nel ’96, ma già nel ’97 i pm scelgono di non utilizzarlo nel processo per il Petruzzelli di Bari. Nel ’98 è di nuovo autore di rapine e gli viene revocato il programma di protezione. Nel 2000 viene arrestato per rapine e sequestri lampo a Roma (tentò di sequestrare un ufficiale dell’Aeronautica militare chiedendo 5 milioni di lire). Proprio per i sequestri lampo, viene condannato nel 2001 a 9 anni e 4 mesi. Insieme a lui Pierluigi Tranquilli, incensurato, arrestato dalla Mobile di Roma, fermato a un casello autostradale mentre era diretto in Toscana. Alessio Maier, nato a Como e residente a Malnate (Va), con precedenti per associazione a delinquere legati al traffico di auto rubate e a un giro di false finanziarie da cui partì un’indagine per truffa per cui fu arrestata anche la moglie di Franco Baresi, Maura Lari. Poi tre cittadini albanesi, tutti con precedenti penali: Ilirjan e Laurenc Tanko, Marjus Anuta.
LA TELEFONATA A BERLUSCONI – A riferire la dinamica del sequestro è il capo della Squadra Mobile di Milano Alessandro Giuliano: “Secondo il racconto dello stesso Spinelli, mentre rientrava in casa il 15 ottobre, è stato aggredito da uomini incappucciati mentre apriva la porta di casa. Queste persone hanno costretto i coniugi a restare segregati per tutta la notte, fino alle 9 del mattino successivo, quando Spinelli ha potuto contattare direttamente Silvio Berlusconi. Che era consapevole di essere al telefono con il suo collaboratore mentre era sotto minaccia”. Il sequestro finisce alle 9 del mattino del 16 ottobre. La segnalazione del reato è arrivata alla procura il 17 ottobre. E solo il 18 la denuncia formale. I malviventi avrebbero obbligato Spinelli a chiamare il Cavaliere proprio per proporre lo scambio tra soldi e documenti sul caso che ha contrapposto i Berlusconi e i De Benedetti. Forse una registrazione. Il Cavaliere e l’avvocato Ghedini, secondo le ricostruzioni fatte dalla polizia, avrebbero preso tempo. Poi la segnalazione alla magistratura. Da quel giorno, oltre un mese fa, Spinelli vive sotto scorta in località segreta.