domenica 5 agosto 2018

I diamanti blu colorati dagli antichi oceani.

Un diamante blu (fonte: pixabay) © Ansa
Un diamante blu (fonte: pixabay)RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa

Ulteriore prova del riciclo della crosta terrestre.


diamanti blu, come il famoso Hope appartenuto alla regina Maria Antonietta, sono stati colorati dagli antichi oceani e sono l'ulteriore prova dell'enorme meccanismo di riciclo della crosta terrestre. Queste gemme sono infatti tinte da un elemento presente nell'acqua degli oceani, il boro, che scivola alla profondità nella quale sono prodotti questi diamanti, compresa fra 410 e oltre i 660 chilometri grazie al movimento delle placche terrestri

La dimostrazione, alla quale la rivista Nature dedica la copertina, si deve al gruppo coordinato da Evan Smith, dell'americano Gemological Institute of America, e parla anche italiano con Fabrizio Nestola, dell'università di Padova. "Questi diamanti sono estremamente preziosi ed è difficile ottenerli a scopi di ricerca", ha osservato Smith. Inoltre, ha aggiunto "è molto raro trovarne uno che contenga inclusioni di minerali". Questi minerali sono i resti della roccia in cui il diamante si è formato e contengono informazioni cruciali su come le gemme sono nate. E' stato proprio l'italiano Nestola a identificare molte delle inclusioni presenti nei 46 diamanti analizzati e a calcolare la profondità a cui si sono formate, grazie a una strumentazione per analizzare i materiali con i raggi X, acquistata con i fondi di un progetto del Consiglio europeo della ricerca (Erc) vinto nel 2013. 

L'analisi dei minerali intrappolati nei diamanti blu, provenienti da Africa, India, Sud America e Borneo, è durata due anni e indica che le pietre si sono formate nelle rocce esposte a condizioni estreme di pressione e temperatura, come quelle che si trovano alla profondità compresa tra 410 e oltre 660 chilometri, ossia al confine tra mantello superiore e inferiore, che sono gli strati compresi tra la crosta e il nucleo terrestre. La maggior parte degli altri diamanti si forma, invece, a profondità di circa 150-200 chilometri

Secondo l'ipotesi dei ricercatori, il boro degli antichi oceani "è stato incorporato nelle rocce chiamate serpentiniti", ha detto Nestola. Le rocce sarebbero successivamente state portate in profondità dai movimenti delle placche terrestri e lì avrebbero rilasciato tutta l'acqua incorporata. "La maggior parte di quest'acqua - ha proseguito l'esperto - risale verso la superficie terrestre, ma una piccola frazione viene intrappolata in altri minerali che a loro volta vengono trasportati a profondità ancora più elevate, dove ad un certo punto rilasciano un fluido contenente il boro degli oceani antichi e altri elementi". Se tra tali elementi vi è sufficiente carbonio, l'elemento di cui sono fatti i diamanti, si generano pietre blu, perché in esse il boro sostituisce alcuni atomi di carbonio

Le gemme giocano quindi un ruolo cruciale nel comprendere come la Terra si sia trasformata nel tempo e sono un ulteriore prova del riciclo della crosta nel mantello. Mostrano inoltre che i minerali ricchi di acqua viaggiano molto più in profondità nel mantello rispetto a quanto si credesse e ciò indica che esiste riciclo dell'acqua anche nelle profondità della Terra.


http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2018/08/02/i-diamanti-blu-colorati-dagli-antichi-oceani_db34d068-1c80-422b-983b-abcca0571354.html

Caos.

L'immagine può contenere: pianta

Chi divide gli uomini utilizzando le religioni, le ideologie politiche, lingue diverse, o delimitando i territori, o basandosi sul colore della pelle, sui ceti sociali, sul potere economico, sull'essere diversi, ....non fa altro che fomentare odio e confusione in un mondo già caotico dove tutto è niente.
Cetta.


Grande Piramide, i fisici scoprono il segreto della sua energia.




Diventa il modello per le celle solari del futuro.


Le celle solari del futuro si ispirano alla Piramide di Cheope: al di là delle leggende, la piramide di Giza è stata studiata con i metodi della fisica ed è emerso che riesce a concentrare l'energia elettromagnetica, e precisamente le onde radio, sia nelle camere interne sia nella base. Si potrebbero così progettare nanoparticelle ispirate alla struttura di questo edificio che siano in grado di riprodurre un effetto analogo nel campo dell'ottica, da utilizzare per ottenere celle solari più efficienti. Lo indica la ricerca pubblicata sul Journal of Applied Physics e condotta dai fisici della Itmo University a San Pietroburgo e del tedesco Laser Zentrum di Hannover.
Per Tullio Scopigno, fisico dell'Università Sapienza di Roma, l'applicazione prospettata dai ricercatori è interessante "ma questo studio va preso con cautela, in quanto basato su modelli matematici non ancora supportati da evidenze sperimentali". I ricercatori hanno condotto lo studio perché interessati alla struttura della della tomba del faraone Cheope dal punto di vista fisico. In particolare hanno voluto vedere come le onde radio si distribuiscono nella sua complessa struttura.
Per farlo hanno ipotizzato che non ci siano cavità sconosciute e che il materiale calcareo da costruzione sia uniformemente distribuito. Sulla base di queste ipotesi è stata messa a punto una simulazione matematica e si è visto che la Grande Piramide può concentrare le onde radio nelle sue camere interne e sotto la base, un po' come una parabola.
Sezione della Grande Piramide (fonte: Flanker, Wikipedia)
Questo avviene, rileva Scopigno, perché "la lunghezza d'onda delle onde radio, compresa 200 e 600 metri, è in un certo rapporto rispetto alle dimensioni della piramide". Questo significa che per avere lo stesso effetto con altri tipi di radiazioni che hanno lunghezze d'onda diverse, come la luce, sono necessarie strutture di dimensioni diverse, precisamente occorrono dispositivi in miniatura. Ecco perché i ricercatori prevedono di progettare nanoparticelle, ossia delle dimensioni di qualche milionesimo di millimetro, e a forma di piramide, in grado di riprodurre effetti simili nel campo ottico, da usare nelle celle solari.

Il mutuo per la villa di Renzi è subprime. - Vincenzo Imperatore

Il mutuo per la villa di Renzi è subprime

Renzi ha acquistato una villa a Firenze del valore complessivo di 1,3 milioni di euro con un acconto di 400mila euro e stipulando, per la restante parte, un mutuo di 900mila euro. Ma a me (e credo alla maggior parte degli italiani) non interessa assolutamente.
Come paga il mutuo? Dove ha trovato i soldi dell’acconto? Perché ha beneficiato di un prezzo di acquisto molto al di sotto delle quotazioni di mercato? Non me ne può fregar di meno! Mi incuriosisce, invece, approfondire le dinamiche di concessione creditizia seguite in questa circostanza dal sistema bancario che, cosi come gia ribadito la settimana scorsa, sembra viva ancora tutt’oggi in una “Frittole” che riporta al tempo dei disastri.
Andiamo con ordine.
Una regola universale e determinante per una efficiente gestione del conto economico di una banca si basa sulla capacità di concedere credito, sempre che si trovi, ogni volta si prestano soldi, una risposta ad una semplice domanda: come mi restituisce il denaro il beneficiario del prestito? In altri termini la concessione di un finanziamento si deve basare innanzitutto sulla capacità reddituale del richiedente (quanto guadagna) e poi, in secondo luogo (ma un luogo che “pesa” molto poco nei sistemi di rating creditizi) da una eventuale garanzia (se non mi paga, su cosa vado a rivalermi), come ad esempio l’ipoteca sull’immobile.
In tale ottica, per determinare il reddito minimo necessario che un richiedente debba avere per sopportare il pagamento delle rate di un nuovo mutuo, le banche seguono un criterio di calcolo più’ o meno standardizzato e generalizzato che presuppone che l’ammontare annuo delle rate del prestito non debba essere superiore al 30% (qualcuna arriva fino al 35%) del reddito netto dei richiedenti.
In altri termini, si suppone che con il 30% del reddito netto un cittadino possa coprire i pagamenti delle rate di ciò che ha acquistato con finanziamenti e con il restante 70% possa invece soddisfare le spese della gestione familiare corrente (fitto, utenze, alimentazione, abbigliamento, ecc…). Una delle cause che ha determinato, infatti, il disastro nel mondo finanziario e’ stata la concessione dei mutui subprime che, volendo semplificare, venivano appunto erogati a chi aveva un rapporto di lavoro non stabile e/o con un reddito variabile. Nel momento in cui il beneficiario perdeva il lavoro o guadagnava di meno, non poteva più pagare il mutuo e la banca poteva recuperare il capitale prestato solo svendendo l’immobile. Ma in un arco di tempo che, nel nostro paese, si stima in circa sette anni! E nel frattempo le banche fallivano!
Guardando il mutuo in questione, mi sono fatto due semplici, orientativi ed approssimativi calcoli. Renzi (ma potrebbe essere chiunque) ha un reddito lordo di circa 107mila euro che, al netto della tassazione (supponiamo una aliquota media del 40%), significa un introito netto di circa 65mila euro. Siccome il mutuo è stato contratto in cointestazione con la moglie, dobbiamo aggiungere anche il reddito di una insegnante di ruolo in un istituto superiore che, secondo una analisi di Economia Italia pubblicata dal Miur, può aspirare ad un guadagno medio di circa 25mila euro lordi annui che, sempre al netto delle imposte (immaginiamo un aliquota del 23%), equivale ad una entrata netta annua di circa 19mila euro annuo.
Totale dei redditi netti della famiglia 84mila euro! Ma pare che i Renzi abbiano impegni mensili (rate di altri mutui) per circa 4.250 euro, pari a 51mila euro annui che, sottratti al reddito netto, determinano un “reddito disponibile” di soli 33mila euro circa!
Come abbiamo detto precedentemente, la normativa delle banche prevede che solo il 30% (max 35%) di questo importo può essere destinato al pagamento di una nuova rata di mutuo e cioè, in questo caso, una cifra compresa tra i 10mila (30%) e i 12mila (35%) euro circa. Ora supponendo che Renzi, in virtù di una convenzione che preveda tassi agevolati per i parlamentari, abbia stipulato un mutuo alle migliori condizioni possibili e cioè a 30 anni (durata massima) e ad un tasso variabile del 0,5% (quasi in perdita per la banca visto che l’euribor ad un mese è -0,37), la rata mensile dovrebbe essere di circa 2.700 euro, cioè circa 32.400 euro annui!
Gli rimarrebbero quindi circa 600 euro all’anno per mangiare, vestirsi e accendere gli interruttori della luce! Ma, come gia’ accennato, questi sono fatti suoi!
Vorrei invece confrontarmi con chi, in quella banca, ha deliberato quel mutuo e chiedergli se questi criteri vengono applicati anche ai comuni mortali!

venerdì 3 agosto 2018

I voli (semivuoti) dell’«Air Force Renzi» e quel carteggio sui lavori interni. - Gian Antonio Stella




Effettuati in totale 47 voli. Preventivo da 16,6 milioni per cabina letto e doccia.

Solo. A un certo punto Angelino Alfano, nel vuoto, sarà stato trafitto da un assillo: che ci faccio qui, tutto solo, circondato da trecento posti vuoti? Era il 21 gennaio scorso e sul mega Airbus che lo riportava da Bruxelles a Roma c’era solo lui.

Sia chiaro: a leggere la stupefacente lista dei «voli effettuati col velivolo A-340» della flotta presidenziale ormai noto, a torto o a ragione, come l’«Air Force Renzi», lista emersa dagli spifferi di Palazzo Chigi, si tratta dell’unica «navigazione in solitaria». Sono proprio tante, però, le trasferte (e mancano quelle del presidente della Repubblica e di Gentiloni presidente del Consiglio) con un numero di passeggeri ridotto o ridottissimo rispetto alla capienza di un bestione metallico lungo 63 metri, (quasi tre volte un campo da tennis) e con un’apertura alare di 60 metri.

«L’aereo era stato scelto dalla Repubblica italiana», spiegava l’altro giorno su Facebook l’ex premier pd rispondendo alla nuova puntata del tormentone, il video messo online e subito virale del sopralluogo sull’Airbus di Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, «per valorizzare il nostro export, che nel 2017 valeva 448 miliardi di euro». Di più: «Secondo il business plan fatto dai tecnici, se utilizzato per le missioni si sarebbe ripagato il costo del leasing semplicemente con la presenza di almeno 2/3 de posti per gli imprenditori» chiamati a pagare il biglietto (qui, i veri costi dell’aereo voluto da Renzi).

Una stima ottimistica, se è vero che ogni ora di volo costa di solo carburante (poi c’è tutto il resto…) dai 2500 euro in su, a seconda del carico. Fatto sta che i viaggi di questo tipo, stando alla tabella che gira a Palazzo Chigi, sono stati davvero pochi. Tre in tutto, pare, guidati dall’allora sottosegretario allo sviluppo Ivan Scalfarotto. Uno di tre giorni a l’Avana, con 70 passeggeri all’andata e 64 al ritorno (ah, Cuba!), un altro di tre giorni in Pakistan (32 da Roma a Islamabad e 60 da Lahore a Roma), un altro ancora a New Delhi e Mumbai con 120 viaggiatori. Il più affollato di tutti. Fino a riempire poco più di un terzo dei posti a disposizione.



Spiccano, nella tabella dei 47 voli annotati alla voce «A340», che potrebbe contenere solo i viaggi più significativi, alcune trasferte di Paolo Gentiloni (Tbilisi, Abidjan, Ankara, Beirut, Jerevan…) quand’era ministro degli Esteri. E uno di Roberta Pinotti a Riad.

Tutti gli altri, dice la lista, li ha fatti l’allora ministro degli esteri Alfano. Con 31 persone a Lubiana, con otto a New York, con nove (ma solo due al ritorno) a Washington, dieci a Giakarta, sette ad Abu Dhabi…

Numeri che contrastano clamorosamente, se saranno confermati, con gli spazi a disposizione degli ospiti mostrati l’altro giorno dai due ministri nel reportage sul velivolo da tempo nel mirino dei pentastellati. File e file e file di sedili, vuoti come praticamente sono sempre stati in tutte le «escursioni» estere. «E tutto per cosa?», ha chiesto Danilo Toninelli, «Per riempire l’ego di Matteo Renzi». «L’aereo doveva stare a Ciampino ma non è stato possibile perché è troppo grande, come l’ego di Renzi», ha rincarato Luigi Di Maio, «Lui ci voleva mettere anche la vasca Jacuzzi…». Replica renziana: «Il cosiddetto Air Force Renzi è una delle più grandi bufale messe in campo dal M5S, un attacco personale, perché non hanno possibilità di fare un ragionamento sull’export».



Al di là delle reciproche beccate tra galli combattivi, tra i quali si è inserito Giuseppe Conte annunciando la disdetta del contratto («Parliamo di circa 150 milioni di euro spesi per soli 8 anni di noleggio, inclusi i 20 milioni per riconfigurarlo, per un velivolo quasi mai usato») un punto appare chiaro. Ego o non ego, si è trattato di un pessimo affare. L’airbus A340, presentato nel 1987, tanto tanto tempo fa, è un gran quadrimotore in grado di fare lunghi viaggi ma condannato da un errore iniziale: «tira carburante come un’idrovora», per dirla con «Il Fatto» che fu tra i primi a occuparsi della storia. Un limite che si è fatto via via più gravoso. Al punto che del più nuovo «340/600» (usato da Angela Merkel) avrebbero dovuto essere prodotti 200 esemplari ma a quota 97 la produzione decise: stop. La Singapore airlines, per dire, si era liberata dei suoi a fine 2010. Troppi costi.

Nell’ultimo anno in cui fu pubblicato il prezzo di listino ufficiale, 2011, costava 180,6 milioni. Da scontare, ovvio, come sempre in questi casi. Ma già il 26 ottobre 2016, pochi mesi dopo la firma del contratto tra la Direzione degli armamenti aeronautici (Armaereo) e l’Alitalia «per l’acquisizione in leasing dell’aeromobile Airbus A340-500 - riconfigurazione interna del velivolo», il nostro Leonard Berberi scriveva che stando a esperti di mercato, un aereo come quello preso da noi in leasing «si può comprare con non più di 18 milioni di euro». Cifre che sarebbe scesa oggi, sull’usato, a 8 milioni. Investimento iniziale basso, costi d’uso e di manutenzione stratosferici.

Valeva la pena di prenderlo in leasing per otto anni al prezzo che si è detto, con resa finale a Etihad? Lasciamo rispondere al coordinatore del Servizio per i voli di Stato, il colonnello Valerio Celotto. Che in una lettera al segretario generale di Palazzo Chigi, il 5 gennaio 2018, mentre infuria la campagna elettorale, riferisce che la «realizzazione di un’area dedicata all’autorità, suddivisa nella cabina letto con annesso bagno e doccia, nello studio privato nonché in un area riunioni con lo staff» avrebbe «un costo massimo stimato» pari al 16,6 milioni di euro.

In ogni caso però, spiega, il cronoprogramma è saltato perché «nonostante i numerosi solleciti», l’Alitalia ha comunicato d’aver infine ricevuto sei preventivi solo il 22 dicembre 2017. Meglio dunque, dato l’anno perso per i preventivi e un altro anno (minimo) per i lavori da fare, lasciar perdere. «Risultando più corretto che sulla questione si pronunci il nuovo Esecutivo».

Nel frattempo la regina Elisabetta che ha girato per anni come una trottola i paesi del Commonwealth, tira avanti con piccoli quadrimotori BAE 146, vecchiotti, fuori produzione ma ben mantenuti. Se proprio è necessario, per i viaggi all’altro capo del mondo, usa un B 747 di British Airways. Magari modificato negli spazi interni, ma preso a nolo volta per volta. Sparagnina…

https://www.corriere.it/politica/18_agosto_03/i-voli-semivuoti-dell-aereo-stato-5cf0c398-9694-11e8-8193-b4632fd4d653.shtml?refresh_ce-cp

Leggi anche: 
https://www.agi.it/cronaca/airbus_stato_renzi_conte_costi-4234111/news/2018-08-03/

Mafia, “è il tesoriere di Messina Denaro”. Sequestrati 60 milioni a imprenditore. “Finanziamenti anche da Banca Etruria”.

Mafia, “è il tesoriere di Messina Denaro”. Sequestrati 60 milioni a imprenditore. “Finanziamenti anche da Banca Etruria”

Giovanni Savalle non era mai stato coinvolto in inchiesta su Cosa Nostra. Oggi sono scattati i sigilli su 22 complessi aziendali, 12 pacchetti di azioni, 28 rapporti bancari, 47 fabbricati, 8 auto e la struttura dell'ex resort Kempisnsky di Mazzara del Vallo. Per i finanzieri, grazie ai rapporti con Alberto Rigotti, membro del Cda fino al 2010, ottenne soldi da Banca Etruria mentre le sue aziende erano prossime al fallimento.

Un signor Nessuno. Mai un’indagine, nemmeno un collegamento, seppur lontano, con gli ambienti mafiosi. Giovanni Savalle era un perfetto sconosciuto agli uomini dell’Antimafia siciliana. Qualche precedente per reati economici e finanziari, niente di più. Adesso il ragionere 53enne, imprenditore alberghiero originario di Castelvetrano come il superboss latitante di Cosa Nostra, viene visto sotto un’altra luce dai finanzieri del Gico di Palermo e dai carabinieri del Ros, che gli hanno sequestrato un patrimonio di oltre 60 milioni di euro.
Quasi 63 milioni sequestrati.
Aziende, conti, case, auto e villaggi non suoi. “È lui il tesoriere del boss Matteo Messina Denaro“, sostengono il procuratore aggiunto Marzia Sabella e il pm della Dda di Palermo, Piero Padova, che hanno coordinato l’inchiesta sfociata nei sigilli apposti, su ordine del Tribunale di Trapani, a 22 complessi aziendali, 12 pacchetti di partecipazione al capitale di altrettante società, 28 rapporti bancari, 47 fabbricati, 8 autoveicoli e la struttura dell’ex resort Kempisnsky di Mazzara del Vallo, oggi “Giardini di Costanza”, per un valore complessivo di 62.922.867 euro. Savalli, secondo gli investigatori, “risponde all’identikit dell’imprenditore che per anni ha sfruttato le conoscenze con esponenti mafiosi di rilievo (tra cui Filippo Guttadauro, che ha sposato la sorella di Messina Denaro) – ha spiegato Fabio Bottino, comandante del nucleo dei Ros – Questi rapporti hanno consentito di qualificarne la pericolosità sociale e l’ipotesi che i beni sequestrati siano frutto di attività delittuose dell’organizzazione criminale”.
Il finanziamento da Banca Etruria.
La vicinanza al capomafia di Castelvetrano avrebbe consentito a Savalle, trovato mentre rientrava dalla Svizzera, di accumulare una fortuna e assumere rilevanti dimensioni nel tessuto economico della provincia di Trapani. Altre amicizie e rapporti, sostiene la procura, gli avrebbero fruttato un finanziamento da Banca Etruria in un periodo in cui le aziende del suo gruppo Sicily House erano prossime al fallimento: i soldi sarebbero arrivati grazie ai suoi rapporti privilegiati con un membro del Consiglio di amministrazione dell’istituto di credito, Alberto Rigotti., in passato editore di EPolis e per le vicende legate a quell’azienda arrestato per bancarotta. Savalle “ha ottenuto il finanziamento da Banca Etruria di 1,5 milioni di euro attraverso Alberto Rigotti che, per questa vicenda, verrà incriminato per bancarotta dalla procura di Arezzo”, hanno spiegato gli investigatori della Finanza che hanno effettuato il sequestro”. In sostanza, Rigotti “avrebbe indotto il cda e il collegio sindacale a concedere il prestito nonostante lo stato di decozione della società. Savalle portò in Banca due scatole vuote e ottenne lo stesso il mutuo”.
Il racconto del medico affiliato alla ‘ndrangheta.
A parlare dei rapporti di Savalle col capomafia di Castelvetrano è stato il medico affiliato alla ‘ndrangheta Marcello Fondacaro, uomo della cosca Piromalli, che ha reso dichiarazioni anche su un altro imprenditore del settore finito sotto inchiesta, l’ex patron del Valtur, Carmelo Patti, poi deceduto. Per gli inquirenti, nel tempo Savalle avrebbe goduto dell’appoggio di influenti esponenti dell’associazione mafiosa come Filippo Guttadauro, cognato di Messina Denaro, Rosario Cascio, Giovanni Becchina, Girolamo Bellomo e Giuseppe Grigoli. Fondacaro ha raccontato che Savalle aveva rapporti col latitante di Castelvetrano attraverso il fratello della donna con cui Messina Denaro ha avuto una figlia. L’ex cognato del boss e l’imprenditore dovevano partecipare alla realizzazione di un villaggio a Isola Capo Rizzuto che prevedeva la partecipazione al 33% di Cosa nostra e ‘ndrangheta.
Le altre grane giudiziarie.
Recentemente Savalle è stato rinviato a giudizio per falso in bilancio in concorso con il titolare di un grosso laboratorio di analisi e ambulatorio palermitano, mentre nel 2014 venne coinvolto in un’inchiesta della procura di Torre Annunziata su appalti affidati per il recupero e il restauro dell’area archeologica di Pompei, “pilotati” in direzione sempre delle stesse imprese, tra le quali la Società Mediterranea spa aggiudicataria dei servizi di ristorazione, riconducibile al trapanese.

MAGNESIO: FA DIMAGRIRE, PROTEGGE LE OSSA, COMBATTE L’INSONNIA E ALLEVIA ANSIA E DEPRESSIONE.



Il magnesio è un minerale vitale per la nostra salute, definito da molti “fonte della gioventù” proprio per i suoi particolari benefici per la nostra salute. 
Previene l’ansia, tratta la depressione e interviene in numerosi processi del sistema nervoso.
Il magnesio ha tantissime funzioni e proprietà, capaci di proteggere il cuore, alleviare le infiammazioni e preservare la nostra salute, ed è per questo che è importante assicurarsi di non esserne carenti. 
Di seguito ti elenchiamo i principali benefici del magnesio.

Migliora il sonno. La melatonina, ormone che regola il sonno, subisce alterazioni quando soffriamo di una carenza di magnesio. Il magnesio equilibra il corpo e regola gli ormoni dello stress, una delle prime cause dell’insonnia.

Rilassa il sistema nervoso. La serotonina, ormone che regola anche il sistema nervoso e migliora l’umore, dipende dal magnesio.

Muscoli. Il magnesio permette una maggiore produzione di insulina, molto importante per la crescita e lo sviluppo dei muscoli. Inoltre, aiuta a dare energia alle cellule.

Flessibilità. Questo minerale rilassa i muscoli tesi. Senza il magnesio, infatti, i muscoli non riescono a rilassarsi e si è più propensi a soffrire di crampi.

Ossa. Il magnesio è fondamentale per l’assorbimento del calcio. 
Ci sono circa 18 nutrienti che contribuiscono alla salute delle ossa, e il magnesio è senza dubbio uno dei più importanti.

Denti. La carenza di magnesio causa uno squilibrio di fosforo e calcio nella saliva, danneggiando i denti.

Stitichezza. Il magnesio favorisce l’espulsione delle tossine dall’intestino, contribuendo ad un corretto e sano transito intestinale.

Idratazione. Il magnesio è un elettrolito essenziale e necessario per una corretta idratazione del corpo.

Enzimi. Sono molecole di proteine che stimolano tutte le reazioni chimiche del corpo. Il magnesio è necessario affinché gran parte degli enzimi funzionino correttamente e si aiutino tra esse.

Diabete. Il magnesio aumenta la secrezione di insulina, favorendo il metabolismo dello zucchero. Senza magnesio il glucosio non riesce a raggiungere le cellule.

via rimedio-naturale.it

(Importante: Questo sito web non dà consigli medici, né suggerisce l’uso di tecniche come forma di trattamento per problemi fisici, per i quali è invece necessario il parere di un medico. Nel caso si decidesse di applicare le informazioni contenute in questo sito, lo stesso non se ne assume le responsabilità. L’intenzione del sito è quella di essere illustrativo, non esortativo né didattico.)

https://www.sapereeundovere.com/magnesio-fa-dimagrire-protegge-le-ossa-combatte-linsonnia-e-allevia-ansia-e-depressione/

Il magnesio è un minerale presente negli alimenti di origine vegetale (verdure a foglia verde, frutta secca, legumi, funghi, cereali interi e banane).

Leggi anche: 
https://www.casadivita.despar.it/i-10-cibi-piu-ricchi-di-magnesio/