Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 27 ottobre 2020
Gli abominevoli. - Marco Travaglio
Non fai in tempo a criticare Conte che subito ti ritrovi accanto i due abominevoli Matteo e ti tocca difendere il governo per scrollarteli di dosso. Noi non smetteremo mai di ringraziarli per averci liberati delle loro presenze al governo con i rispettivi suicidi del 2016 e del 2019. Ma anche loro, sotto sotto, sono felicissimi di non governare più. Altrimenti ora non potrebbero starsene in poltrona, sdraiati sui loro stipendi di 15mila euro netti al mese, a giochicchiare con lo smartphone in attesa delle decisioni del governo per poter dire l’opposto un minuto dopo, senza mai precisare cosa farebbero al posto di Conte. Noi speriamo ancora che il governo corregga le norme più inutili e irrazionali dell’ultimo Dpcm, riaprendo bar e ristoranti, ma anche cinema e teatri (anche fino alle 18) che grazie ai posti distanziati hanno il record negativo di contagi: come le messe, giustamente non vietate. Ma abbiamo anche indicato l’alternativa che vari esperti giudicano più efficace (in base ai parametri fissati dal governo stesso): zone rosse temporanee nelle metropoli e province più infette, a partire da Milano, Napoli e vaste aree di Lombardia, Campania, Piemonte. E noi non siamo pagati per proporre soluzioni, diversamente dai politici. Soprattutto quelli di maggioranza come l’Innominabile, la cui capodelegazione Bellanova ha condiviso il Dpcm con gli altri colleghi. Invece chi è all’opposizione come il Cazzaro può, anzi deve criticare: ma, per essere credibile, deve proporre le sue alternative.
Quali sono quelle dell’Innominabile e del Cazzaro per piegare la curva dell’epidemia? Lo sanno che, anche se riaprono locali, cinema e teatri, i contagi in Lombardia, Campania e Piemonte restano fuori controllo e da soli valgono la metà del totale nazionale, col rischio di saturare ospedali e terapie intensive? L’Innominabile ha già mostrato la sua ribalda nullaggine il 28 marzo, in pieno lockdown, quando propose di riaprire tutto mentre l’Italia registrava i picchi di ricoveri e di morti. Ora ripete lo stesso mantra mentre il picco della seconda ondata è lontano. Il Cazzaro, dopo una primavera trascorsa a invocare chiusure nei giorni pari e riaperture nei dispari, ha passato l’estate a negare e favorire il Covid, aizzando la gente a disarmarsi. Ora è pronto a chiudere Milano e Varese? La sua unica proposta è che il Parlamento metta su un bel Cts alternativo a quello del governo, con virologi lottizzati fra M5S, Pd, Lega, FdI, FI, Leu e Iv, per replicare davanti alle Camere la batracomiomachia che va in onda ogni sera davanti alle telecamere. Se le ambulanze non fossero occupate in missioni più urgenti, verrebbe da chiamarne due per portarli via entrambi.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/27/gli-abominevoli/5980952/
CIAO SONO IO ...... - Rino Ingarozza
- Pronto Giorgia. Ciao, dove sei? In parlamento?
Io ve lo giuro. - Massimo Erbetti
Si, io ve lo giuro, ci provo a capire le opposizioni, ci provo, le ascolto, anche perché il mio ruolo di consigliere comunale è di opposizione, vorrei tanto essere ascoltato dalla maggioranza e questo non accade praticamente mai, non accade per svariati motivi: per prese di posizione a prescindere, per non darti troppa visibilità e a volte anche per non far vedere agli elettori la propria incapacità...purtroppo la politica funziona così. Ma comunque, detto questo, vi giuro che ascolto quello che dice Salvini, vorrei capire quali sono le sue ricette, vorrei capire se dalla sua testa possano uscire soluzioni a cui il governo non ha pensato...ho ascoltato anche le ultime...e purtroppo per l'ennesima volta ho dovuto constatare che è molto facile parlare e buttare addosso al governo responsabilità che non ha e a chiedere soluzioni irrealizzabili...
"l'ennesimo Dpcm con cambiamenti: limiti e chiusure. Bisogna tutelare i soggetti più fragili, anziani e malati, senza richiudere in casa 60 milioni di italiani"...allora caro Salvini, come cavolo li tuteli malati, anziani e soggetti gragili, senza chiudere tutto? Fai una sorta di ghetto? Li mettiamo tutti in un bel campo di calcio e li lasciamo lì soli senza incontrare i parenti più giovani che vanno in giro per lavorare, divertirsi e magari vanno in palestra o al cinema?...Salvini dicci come faresti a fare sta cosa? Perché aprire bocca è facile, ma poi ci vogliono le soluzioni... "Servono subito tamponi a domicilio, assunzioni di medici e infermieri"...ma lo sa Salvini che la Sanità è gestita dalle regioni? Eppure Fontana ne ha fatti di errori..anche in questo caso usa errori suoi (ricordate che la maggioranza delle regioni è guidata da cento destra) per attaccare il governo.... "più autobus e metropolitane"..ecco, questo è un altro esempio della strumentalità di Salvini...il trasporto pubblico locale è gestito dalle regioni...per cui la colpa non è del governo..." Servono soldi, veri e subito, sui conti correnti di chi sarà danneggiato da nuove limitazioni o chiusure"...anche in questo caso, le sue parole contrastano con quanto detto precedentemente...ha accusato il governo di dare soldi a tutti, senza controlli ed ora vuole mettere contanti addirittura sui conti correnti senza prima effettuare controlli?....e ancora: "Ma cosa significa 'raccomandare' alla gente di non uscire e non spostarsi? Si può o non si può?"...ma caro Salvini, hai bisogno che il governo ti obblighi a fare qualcosa? Ma non lo sai che devi stare attento? Non lo sai che nei paesi del nord Europa, non c'è la necessità di obbligare il popolo? Il governo spiega i rischi e la gente si attiene ai consigli...basta poco...certo che tu questo non lo puoi capire, visto che non ne hai rispettato nemmeno uno dei "consigli" del governo...assembramenti...senza mascherina...distanze...e non finisce qui: "dopo sei mesi persi in chiacchiere, monopattini e banchi con le rotelle"...e ritiri fuori la storiella dei banchi con le rotelle...dei monopattini...ma perché non parli dei soldi che il governo ha dato alle regioni per la sanità e che a tutt'oggi non sono stati spesi? Questo non si deve sapere vero?....e poi il massimo, l'apoteosi: "Noi vogliamo un’Italia sicura, sana, laboriosa e libera"....e invece noi no...noi vogliamo che questo Paese vada a puttane, che nessuno lavori e senza libertà....io lo giuro...ci ho provato ad ascoltarti...ci ho provato con tutto me stesso...ma dicevi...dici...e continuerai a dire stupidaggini senza senso.
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Lorena Verucchi - face book
“Fossi in Conte, adotterei le stesse misure anticovid della Svezia e farei selezione negli ospedali come la Svizzera. Poi, mi preparerei 20 kg di popcorn e 10 casse di birra e mi godrei lo spettacolo di vedervi morire come mosche.
Sono parole forti, lo so, ma sentirvi lagnare per ogni cazzo di cosa che vi si dice è alienante. "Dittatura sanitaria", "Conte come il DUCE" e altre vaccate così (pronunciate, spesso, proprio da fascistoidi) fanno ridere, se non ci fosse da piangere. Avete rotto i coglioni con gli autobus pieni zeppi e, ora che vogliono reintrodurre una d.a.d. più forte ( per ridurre assembramenti dentro le scuole e nei mezzi pubblici) rompete ancora la fava perché" i vostri figli sono in prigione".I teatri sono in crisi da 20 anni perché nessuno ci andava (preferivate stare a casa a guardare la D'Urso) e ora che li hanno chiusi, sembrate tutti Dario Fo. Scaricavate film pirata da internet e, per questo, i cinema chiudevano. Ma ora siete tutti Fellini. Comprate di tutto su Amazon, ma ora vi stanno a cuore i negozietti di quartiere e i poveri artigiani.
La verità è che siete ipocriti. Disfattisti. Ignoranti come bestie.
Vi meritate il dj del papeete a capo della vostra mediocrità.
Il virus, dopo le 18, non è più contagioso? La mascherina è dannosa perché ti fa respirare la tua co2 e ti rincoglionisce, vogliono far fallire l'Italia ecc... No, mi dispiace deludervi. La mascherina non c'entra. Eravate rincoglioniti anche prima.
Poi, ovviamente, capisco che essere una partita iva, di questi tempi, sia la cosa peggiore che possa esserci. Ma è una pandemia. Tutto il mondo è in questa situazione. Addirittura molto peggio. Cosa era meglio? Tenere il negozio aperto e avere tutti i clienti morti?
Comunque vi invidio. Vorrei essere anche io come voi e urlare "non ce n'è coviddi!" e avere sempre la verità in tasca, dall'alto della mia cultura maturata presso l'università della vita.
Ne usciremo migliori. Manco per il cazzo”.
Coronavirus: allerta del Viminale, guerriglia a Torino e Milano. Negozi saccheggiati.
In migliaia in piazza da Milano, a Napoli, a Palermo, a Torino, a Roma. Non si ferma la rabbia dei commercianti e dei titolari di palestre penalizzati dal nuovo Dpcm. Incidenti tra manifestanti e forze dell'ordine. Alcuni feriti.
Sono 28 le persone accompagnate in questura a Milano in seguito degli incidenti di ieri sera a Milano durante una manifestazione non autorizzata contro i provvedimenti per il contenimento del coronavirus. La loro posizione è al vaglio degli investigatori per i provvedimenti a loro carico. Gli autori dei disordini sarebbero in particolare giovanissimi.
Nel contempo i carabinieri hanno arrestato per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale l'uomo che ieri sera, insieme a una ragazza di 17 anni, è stato sorpreso nel centro di Torino dare alle fiamme alcuni cassonetti dell'immondizia. Inoltre due cittadini egiziani, uno dei quali minorenne, sono stati arrestati per il saccheggio del negozio Gucci di via Roma. Sempre per resistenza arrestati tre italiani, di cui uno anche per furto aggravato nel negozio Louis Vitton. Anche due denunciati in relazione a quanto accaduto davanti al negozio di Gucci. Sono una decina, tra le forze dell'ordine, i feriti negli scontri di Torino.
Monta la protesta in tutta Italia dopo l'ultima stretta legata al Dpcm che prevede, tra l'altro la chiusura dei locali dopo le 18 e lo stop a palestre e attività sportive. I tassisti a Torino hanno occupato piazza Castello, a Cremona i ristoratori hanno battuto le pentole davanti alla prefettura e poi le hanno lasciate a terra come in un cimitero di stoviglie, a Catania hanno tirato bombe carta davanti alla prefettura, a Treviso in mille hanno sfilato in corteo, a Viareggio giovani hanno bloccato il traffico e lanciato fumogeni e petardi: in tutta Italia si sono svolte manifestazioni di protesta contro il Dpcm che impone le nuove chiusure per limitare il contagio da Covid. Altre se ne annunciano per le prossime ore. In piazza anche a Genova tra ristoratori, lavoratori dello spettacolo e no mask. Tensioni in serata nelle piazze, da Napoli a Milano a Torino, anche a Trieste. Sparati fumogeni e molotov contro le forze dell'ordine. Fermato un manifestante a Napoli, un ferito nel capoluogo piemontese.
Le forze dell'ordine hanno lanciato i lacrimogeni contro i manifestanti che stavano a loro volta lanciando pietre e bottiglie davanti alla sede della Regione Lombardia, in via Melchiorre Gioia, a Milano con l'obiettivo è quello di disperdere i partecipanti di un corteo non autorizzato e violento partito da corso Buenos Aires, la via più commerciale della città. Un poliziotto è stato ferito, sembra in maniera non grave, davanti alla Stazione Centrale di Milano: è stato colpito da un oggetto, forse una bottiglia ed è stato soccorso per essere medicato. E' stato poi disperso dalle forze dell'ordine il corteo: per ora due persone sono state fermate, erano non lontane dalla stazione Centrale. I manifestanti si sono sparpagliati nelle vie limitrofe a Corso Buenos Aires.
Due negozi della centralissima via Roma, a Torino, sono stati devastati da gruppi di manifestanti nel corso degli episodi di guerriglia con le forze dell'ordine. In un caso, un gruppo, dopo aver sfondato la vetrata d'ingresso, si è introdotto all'interno e si è dato al saccheggio. Sale, intanto, il bilancio dei fermati: sono dieci secondo la Questura.
Sale l'allerta del Viminale. Massima attenzione, necessità di disinnescare sul nascere ogni situazione di possibile rischio, massima fermezza nei confronti dei violenti. Al Viminale sale l'allerta per le tensioni sociali che potrebbero esplodere nel paese dopo il nuovo Dpcm del governo che ha rintrodotto una serie di restrizioni. Le manifestazioni dei giorni scorsi a Napoli, Roma e Torino, viene sottolineato, sono un campanello d'allarme anche se si è trattato di situazioni ben connotate: chi si è reso protagonista degli scontri con le forze di polizia, in sostanza, non aveva nulla a che vedere con le categorie che in qualche modo sono state più colpite dalla crisi di questi mesi ma con ambienti che avevano il preciso scopo di provocare disordini: ultras, estremisti di destra, centri sociali, soggetti che vivono di espedienti e piccoli reati utilizzati come manovalanza dalla criminalità organizzata. Ma la situazione ora potrebbe cambiare. La rabbia e la frustrazione che monta nel paese e che coinvolgono diverse categorie sociali e produttive potrebbero infatti diventare occasione perfette per chi ha interesse ad alimentare le tensioni. E, vista in quest'ottica, gli apparati di sicurezza non escludono che le manifestazioni annunciante per i prossimi giorni da chi è stato più colpito dai provvedimenti possano essere strumentalizziate e diventare l'occasione per provocatori e infiltrati di mettersi in mostra. Ecco perché, dicono ancora fonti qualificate degli apparati di sicurezza, "la questione dell'ordine pubblico è diventata molto sensibile e vanno disinnescate le situazioni più a rischio". Già in questi giorni sono state messe in campo una serie di azioni preventive e in ogni caso, viene ribadito, "non saranno tollerati eccessi". Ministero e Dipartimento della Pubblica Sicurezza, inoltre, sono in costante contatto con prefetti e rappresentanti locali delle forze di polizia proprio per rimodulare la strategia e mettere in campo ogni intervento per intercettare le possibili situazioni più a rischio prima che esplodano o si trasformino in veicolo per i più violenti. Sempre nell'ottica, viene ripetuto, della "massima fermezza".
La 'Milano da bere' si spegne - La pioggia non ferma la rabbia dei ristoratori, gestori di bar e pub di Milano e provincia che si sono dati appuntamento a pochi passi dalla Prefettura di Milano per manifestare la loro rabbia contro il nuovo decreto del governo che impone loro la chiusura alle 18. Una delegazione è stata ricevuta dal prefetto di Milano, Renato Saccone. Con loro bandiere tricolore e striscioni con le scritte 'Servono fatti non decreti', 'Falliamo noi fallite voi' e 'No tasse e più aiuti concreti'. Questo nuovo decreto "è peggio del lockdown - ha spiegato Alfredo Zini, ristoratore che ha promosso la protesta a Milano - ci sarà così un mercato parallelo di abusivismo, la gente potrà acquistare alimentari e alcolici e consumarli anche abusivamente per la strada. Chiediamo un allineamento del Dpcm e dell'ordinanza regionale, uno dice chiudere alle 18 e l'altra alle 23". Inoltre i ristoratori chiedono contributi "non a pioggia uguali per tutti ma commisurati alla perdita di fatturato". Inoltre Zini lancia l'allarme per la "chiusura di tante attività che potrebbero finire nelle mani della criminalità organizzata".
Napoli in piazza - "Reddito di salute per tutti la crisi la paghino i ricchi". Questo uno degli striscioni esposti in Piazza Plebiscito a Napoli con centinaia di persone per protestare contro i nuovi provvedimenti anticovid da parte del governo e della Regione Campania. In piazza rappresentanti delle categorie che si sentono danneggiate come i ristoratori, i titolari dei bar, settori dell'indotto del turismo, ma anche studenti, esponenti dei centri sociali, singoli cittadini che stanno perdendo il lavoro. "A salute e a prima cosa ma senza sorde nun se cantano messe", un altro degli striscioni. Intorno alla piazza decine di camionette delle forze dell'ordine e agenti in tenuta antisommossa. La protesta poi si sposta sotto la sede della Regione Campania. Urlando "dimissioni, dimissioni" contro il governatore Vincenzo De Luca alcune migliaia di manifestanti sono arrivati davanti all'ingresso della sede della Regione Campania in via Raffaele De Cesare, a Napoli. I manifestanti si sono fermati davanti all'ingresso che è chiuso con le saracinesche abbassate. In tanti intonano 'Napul'è' di Pino Daniele.
lunedì 26 ottobre 2020
Renzi supera il centrodestra: ‘Riaprire tutto’. Zingaretti: ‘Eticamente intollerabile avere piedi in due staffe. Nemico è virus, non le regole’.
LA LOTTA CONTRO LA PANDEMIA – Italia Viva dopo 24 ore dalla firma di Conte sul Dpcm si ricorda improvvisamente di essere al governo e contesta lo stop a locali, teatri, cinema, scuole e sport. In cambio non dice come fermerebbe la curva verticale di contagi. Il segretario del Pd: “Basta con questo diluvio di distinguo. Conta svolga ruolo di sintesi, noi ci siamo”
L’ultima volta era stato nel pieno della prima ondata di Covid a fine marzo scorso: gli scienziati predicavano la necessità del lockdown per far fronte al momento più duro della pandemia, Matteo Renzi chiese di “riaprire tutto” nonostante i contagi. Ora ha aspettato 24 ore dall’uscita dell’ultimo dpcm: ha visto le proteste e il malcontento, e si è accodato alle opposizioni. “Mentre si chiedono (ancora) sacrifici”, ha scritto nella sua enews, “sarebbe molto utile che il governo ci spiegasse quali sono i dati scientifici e le analisi sui quali si prendono le decisioni”. E “non le emozioni di un singolo ministro”. Per questo, ha annunciato il leader di Italia viva, chiederà ar Giuseppe Conte di modificare il dpcm “nella parte su ristoratori, luoghi di cultura e attività sportiva“. Insomma, ancora una volta Renzi chiede di “riaprire tutto” con tanto di petizione sostenuta online dal partito.
Quello del leader di Italia viva è un attacco diretto al suo stesso governo e l’ennesimo ammiccamento a un governissimo che rimescoli le carte, facendo ballare i giallorossi. E non a caso a rispondere per primo è stato il segretario dem Nicola Zingaretti: “Vedo molti distinguo da esponenti di governo, da forze di maggioranza con iniziative politiche che ritengo incomprensibili, penso che non siano mai stati seri quei partiti che la sera siedono ai tavoli del governo e la mattina organizzano l’opposizione rispetto alle decisioni prese la sera precedente”. E ancora: “E’ sempre stato sbagliato, ma ora stare con i piedi in due staffe è eticamente intollerabile. In gioco c’è la vita delle persone. L’Italia si aspetta da chi ha responsabilità di governo serietà e autorevolezza”. E, ha concluso: “Il nemico è il virus, non le regole”.
Proprio ieri Conte ha firmato il dpcm: una firma arrivata dopo tensioni e scontri con le Regioni, ma anche sullo stesso tavolo dei ministri tra chi chiedeva di fare di più e chi invece insiste nel dire che è ancora troppo poco. Il tutto in un quadro sociale sempre più teso che richiede, specie dal fronte della maggioranza, reazioni di responsabilità istituzionale. Italia viva ha taciuto nelle fasi più delicate, mentre ora che il provvedimento è entrato in vigore si scatena in polemiche politiche che, il più delle volte, la vedono alleata dell’opposizione. Tanto che, molto spesso, supera perfino il centrodestra nelle richieste. “Ricordo nitidamente i giorni nei quali i ministri, finito il cdm, andavano in piazza a manifestare contro il governo”, ha scritto il vicesegretario dem Andrea Orlando. “Tempi assai più semplici di questi eppure non andò bene allora, per il governo ma ancor più per il paese”.
Renzi accusa il governo: “Ha deciso sulla base delle emozioni di un ministro” – L’accusa del senatore contro la sua stessa maggioranza, ma soprattutto contro il governo dove siede la ministra Iv Teresa Bellanova, riguarda appunto la decisione del premier di procedere con un lockdown parziale. Ma non solo: Renzi accusa Conte di non aver tenuto in considerazione i dati, ma solo “le emozioni”. In realtà proprio il presidente del Consiglio ieri, illustrando il contenuto del dpcm, ha detto agli italiani che “non si possono ignorare i dati dei contagi” e “lo stress sul sistema sanitario nazionale”. Ma non solo: ha specificato che proprio il fatto che l’indice Rt abbia superato la soglia critica di 1.5 ha spinto l’esecutivo a intervenire. Per Renzi invece è tutto sbagliato: andava tenuto tutto aperto, nonostante l’impennata di contagi e ricoveri. Tutto aperto a partire dalla scuola: “Chiudere di nuovo le scuole è una ferita devastante“, ha scritto ancora nella enews. “Servono i tamponi rapidi a scuola, non i banchi a rotelle. Servono le aziende private per i trasporti, non complicate regole sulla didattica a distanza”. Poi Renzi ha parlato del sistema sanitario: “Servono più posti in terapia intensiva, più personale sanitario e un sistema di tracciamento degno di questo nome, non generiche raccomandazioni ai cittadini. Serve far funzionare in modo efficiente e sicuro la macchina dei test, non chiudere i teatri e i ristoranti che rispettano le regole, perché questo crea un effetto a catena in tanti settori”. Una lunga serie di contestazioni nel merito di cose che non sarebbero state fatte in questi mesi: ma ancora una volta responsabile sarebbe quello stesso governo di cui fa parte.
Addirittura ora Renzi prende a modello quanto fatto dall’Alto Adige che, ignorando quanto deciso dal dpcm, ha deciso di far valere la sua autonomia e tenere aperti bar e ristoranti oltre l’orario consentito. “Chiederemo”, ha detto ancora il leader di Italia viva, “che il presidente Conte valuti di seguire la stessa strada intrapresa dal presidente dell’Alto Adige, che ha firmato un’ordinanza che prevede che i ristoranti siano aperti fino alle 22. Per quanto riguarda la ristorazione, è bene ricordare che i dati Istat – che mettono insieme alberghi, ristoranti e bar – ci dicono che il valore aggiunto 2019 di questo aggregato è di 64 miliardi di euro, quasi equivalente a quello di tutto il comparto edilizio”.
Quindi, mentre il ministro della Cultura Dario Franceschini mette in guardia sul fatto che “chi protesta non ha capito la gravità del virus”, Renzi insiste nel dire che i maggiori contagi sono sui mezzi di trasporto e non nelle sale teatro o concerto. “Va bene rinunciare”, ha chiuso Renzi, “a molte libertà per il virus. Ma chiudere i luoghi di cultura e di sport è, invece, un errore: è più facile contagiarsi sulla metropolitana che a teatro. E la chiusura dei ristoranti alle 18 è tecnicamente inspiegabile, sembra un provvedimento preso senza alcuna base scientifica. A cena il Covid fa più male che a pranzo? E per chi si era attrezzato valgono le stesse regole? Ci rendiamo conto del danno economico devastante?”. Per affrontare la pandemia, “serve un piano, una visione, una strategia. Non rincorrere gli eventi, ma prevederli come stiamo dicendo – spesso inascoltati – da mesi”.
Zingaretti alla direzione Pd: “Serve occasione per rilancio l’alleanza. Conte faccia sintesi” – Il segretario Pd, intervenendo davanti alla direzione, ha invece difeso strenuamente le misure previste dal dpcm. Proprio come fatto dal ministro della Cultura poco prima. “Le misure hanno una ragione. Per fermare il Covid dobbiamo tornare a limitare la circolazione degli individui e le occasioni di incontro senza tornare a un lockdown, stando vicino a chi pagherà un prezzo economico e produttivo per questi giorni che possono salvare l’Italia, portarla fuori dall’incubo”, ha detto. Sul tavolo però c’è molto di più: ovvero la tenuta del governo e quel patto di legislatura da rinnovare come richiesto e promesso da Conte solo pochi giorni fa. “Un’occasione che rilanci le ragioni di questa alleanza è attuale, anche per rispondere all’interrogativo di come affrontare la fase che abbiamo davanti è di attualità”, ha ribadito Zingaretti davanti ai suoi. “Il patto di legislatura non solo non perde di attualità, ma diventa importante. C’è bisogno di coesione e coerenza. Serve un salto di qualità nella capacità di sentirsi uniti in una missione storica”.
Secondo Zingaretti, “dobbiamo trovare le forme di un passo in avanti nel rapporto con le opposizioni, di una collaborazione maggiore, senza preconcetti, senza guardare alle convenienze di partito, serve all’Italia fare un salto in avanti fra forze di maggioranza opposizione”. E per il leader dem serve “un salto di qualità”: “Tutto si tiene se c’è un salto netto di qualità nel rigore con cui il governo affronterà questa fase. Vuol dire autorevolezza, serietà. Rapidità, non perdersi nei mille rivoli burocratici dei provvedimenti, e non avere paura di mettere al primo posto l’efficacia delle azioni. O si recupera una credibilità dello Stato o prevarrà disincanto, che diventa rabbia”. Quindi si è rivolto alle forze di maggioranza: “Le prossime ore sono determinati, faccio un invito alle forze di maggioranza, basta con questo diluvio di iniziative, di distinguo, di se e di ma“.