mercoledì 17 marzo 2021

Speranza: gli eventi non incrinano la fiducia, la campagna vaccini va avanti.

 

"Il governo italiano considera i vaccini la prima vera chiave per chiudere questa stagione, quanto avvenuto nelle ultime ore non incrina la nostra fiducia, la campagna di vaccinazione va quindi avanti e dovrà accelerare anche con l'aumento delle dosi che avremo a disposizione, l'auspicio è che già da domani possa arrivare una risposta dall'Ema. Abbiamo massima fiducia e pretendiamo il massimo livello di sicurezza", ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione alle Commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato.

"L'auspicio - ha detto il ministro Speranza - è che già da domani arrivino rassicurazioni per rilanciare la campagna di vaccinazione .

Nel secondo trimestre avremo in arrivo oltre 50 milioni di dosi e nel terzo trimstre avremo 80 mln di dosi attese, questo significa che potremo avere una accelerazione molto significativa".

"Nelle prossime ore stiamo lavorando a due interventi normativi: uno per favorire l'impegno di farmacie e di infermieri nella campagna di vaccinazioni e per favorirne l'accelerazione", aggiunge Speranza.

"Il primo asse - ha spiegato Speranza - riguarda il potenziamento dei servizi territoriali per garantire l'esigibilità dei Lea. Implementare una assistenza di prossimità significa mitigare la povertà sanitaria. Altro punto del primo asse è la casa di comunità che sarà presidio della salute per dare risposte: un ecg, un consulto sulla salute sui bambini, sarà una rete che riorganizzerà strutture frammentate ora sul territorio".

"Investire nella trasformazione digitale del nostro sistema sanitario - ha proseguito il ministro - è una priorità ed è un lavoro che deve cominciare dal cuore stesso del sistema . Cio che serve è una centrale di calcolo per elaborare la grande quantita di dati disponibili, anche per la costruzione di scenari. Questi mesi ci hanno insegnato l'importanza dei modelli predittivi, pertanto è necessario costruire un modello unico".

Intanto, mentre è attesa per domani, giovedì 18 marzo, la valutazione dell'Ema sugli eventi tromboembolici denunciati dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca nei Paesi europei, l'agenzia europea per i medicinali rassicura sul caso AstraZeneca. Draghi ha sentito ieri Macron: condividono l'auspicio di una pronta ripresa delle somministrazioni.

 Fonte: ANSA

Come non detto. - Marco Travaglio

 

È una vera vergogna che Giuseppe Conte, schiavo di Trump e di Casalino, grillino e dunque servo dei No Vax alla Sara Cunial, sospenda per tre giorni il vaccino AstraZeneca fottendosene del Verbo della Scienza, fregandosene delle rassicurazioni di Ema, Aifa, Iss, Css, Cts, Ministro della Salute e generalissimo-commissarissimo Figliuolo con tutti quei nastrini sul fianco sinistr-sinistr! dell’uniforme (e non avete visto il retro), gettando così nel panico decine di migliaia di italiani in attesa della prima o della seconda dose, compromettendo il Piano Vaccinale presentato in pompa magna domenica e già da buttare lunedì per lo stop di almeno 72 ore e perché molta gente non si vaccinerà comunque più o pretenderà una dose di Pfizer o di Moderna o di Johnson&Johnson anziché una dell’antidoto britannico ormai sputtanato, o magari una di Sputnik o di Sinopharm, così favorendo pure i suoi amichetti russi e cinesi, e quel che è peggio non ci ha neppure messo la faccia – lui così prodigo di conferenze stampa, videomessaggi e dirette Facebook – lasciando un’intera Nazione nel terrore e allo sbando senza uno straccio di spiegazione, una parola di conforto, una frase di rassicurazione, una sillaba di informazione e facendo in un giorno, da solo, molti più danni di tutto l’esercito mondiale dei No Vax in tutta la loro vita, con una gigantesca iniezione di sfiducia impossibile da cancellare, ed esponendo le massime autorità sanitarie dello Stato a una figura barbina, avendole costrette a rimangiarsi tutte le garanzie sull’infondatezza dei sospetti su decessi, trombosi, eczemi, unghie incarnite e altre reazioni avverse post-Astrazeneca, confondendo – da premier per caso, incapace, incompetente, inesperto, inetto, dilettante allo sbaraglio qual è l’“avvocato del popolo”, scelto per disperazione dal movimento del comico genovese, dell’“uno vale uno” e della piattaforma tarocca Rousseau – la consecutio temporum col nesso causale, l’immunità da Covid con l’immortalità, e regalando un formidabile assist alla peggior destra negazionista antieuropeista sovranista nemica della scienza, della competenza e del progresso, con cui del resto il Fregoli di Volturara Appula governava prima di mettersi col Pd, e infatti il suo vecchio sodale Salvini ora ha buon gioco a manifestare in piazza Montecitorio con la Meloni e poi a occupare il Parlamento per protesta contro il disastro politico, scientifico e comunicativo denunciato da tutti i giornali, tg e talk show e aggravato dal fatto che il decreto Ristori, pronto da due mesi e più, continua a non arrivare, ergo si dimetta subito, sparisca per sempre e lasci il campo al Governo dei Migliori. Ah no, scusate, non era lui. Come non detto.

ilFQ - 17.3.2021

Concorsi, un anonimo annunciò ai pm i vincitori. - Antonio Massari

 

La lettera - L’inchiesta sulla corruzione al Careggi parte da una soffiata: “Si vive in un silenzio omertoso”. I pm hanno riscontrato le sue parole.

“Oggetto: delazione anonima”. È il 23 ottobre 2019 quando il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, invia al suo capo Giuseppe Creazzo, il testo di una lettera che è appena giunta sulla sua scrivania: “Mi pregio trasmettere per le relative determinazioni l’allegata delazione anonima proveniente da un asserito ‘accademico di Medicina di Careggi’”. Nel linguaggio tra togati, le “relative determinazioni”, altro non sono che l’avvio di un’indagine. L’asserito “accademico di Medicina di Careggi” chiude la sua missiva con queste parole: “So che l’anonimato non rappresenta il massimo, ma non tutti hanno la forza e la possibilità di seguire strade giudiziarie. Spero che possiate interrompere questa vergogna!”. Eppure due anni prima, era il 2017, un ricercatore universitario ebbe la forza di denunciare: il suo nome è Philip Laroma Jezzi – oggi è professore associato a Firenze – e grazie al suo esposto e alle prove prodotte fu avviata l’indagine che disvelò il baronaggio operato in tutta Italia nel diritto tributario. Fu il primo grande terremoto nell’ateneo fiorentino. E non fu l’ultimo. L’anno successivo un’altra inchiesta travolse la facoltà di Medicina e, in questi giorni, siamo di fronte alla terza ondata causata dalla nuova indagine condotta da Tescaroli e dal pm Antonino Nastasi.

Pur non avendo il coraggio di Laroma – che ha sempre sostenuto di non essere un “eroe” ma di aver fatto solo il suo dovere: denunciare – l’anonimo “accademico di Medicina di Careggi” ha comunque dato un notevole impulso all’indagine. Ha infatti allegato alla sua lettera 11 nominativi per altrettanti concorsi. “Per dimostrarLe che non mi sbaglio – scrive l’anonimo a Tescaroli – Le indicherò i vincitori dei concorsi accademici in atto prima ancora che molte commissioni presiedute dai baroni di Careggi si siano ancora insediate”. Circa 18 mesi dopo bisogna ammettere che in 7 casi su 11 l’anonimo l’ha azzeccata in pieno. Il primo dei nominativi vince il 14 ottobre 2019, quindi prima che la lettera giunga in procura, mentre il secondo risultato lo azzecca 24 ore dopo che Tescaroli ha trasmesso la missiva a Creazzo. E il lato più incredibile sta nel fatto che il vincitore indicato – come sottolineerà qualche mese dopo la Guardia di Finanza – è anche l’unico candidato. Il terzo vaticinio è datato 31 dicembre 2019: l’anonimo ha individua 3 nuovi professori ordinari su 3. Trattandosi di un anonimo, e non sapendo se i professori indicati siano indagati per i concorsi in questione, in questa sede decidiamo di non menzionarli. Se decidiamo di pubblicare le parole dell’anonimo è perché il suo scritto non soltanto è un atto depositato nell’indagine, ma è anche uno degli inneschi principali che hanno portato Tescaroli e Nastasi ad avviare l’indagine che oggi conta una trentina di professori indagati – molti per corruzione – tra i quali il rettore Luigi Dei. Nessuno scambio di denaro poiché il do ut des riguarda la spartizione delle nomine nei concorsi.

Prima di tornare al nostro anonimo segnaliamo che Tescaroli allega, alla comunicazione inviata a Creazzo, anche una nota, pubblicata dall’associazione Trasparenza e Merito, con la quale l’Osservatorio indipendente sui concorsi universitari aveva segnalato – proprio al Rettore, oltre che all’Anac e al Miur – probabili criticità su alcuni dei concorsi mezionati dall’anonimo. Un dettaglio che getta sulla vicenda una luce ancora più incredibile.

“Gentilissimo”, scrive l’anonimo a Tescaroli, “sono un accademico di Medicina di Careggi, penalizzato ed escluso dalla mafia dei baroni che da anni decide vita e morte di una classe di medici che, salvo rarissime eccezioni, in un silenzio omertoso, accetta di buon grado ogni decisione, qualunque essa sia, sperando un giorno di coronare il suo sogno di mediocre universitario: avere la cattedra! Bene, dopo i recenti scandali, nulla è cambiato (…). Ho letto con entusiasmo che la vicenda cattedropoli le è stata affidata e confido nella sua integerrima capacità di perseguire l’attività illecita, già dimostrata in veste di pm in processi chiave del nostro paese. Sappia che non uno dei concorsi che si stanno svolgendo è regolare. Praticamente tutti sono caratterizzato da bandi profilati atti a facilitare un vincitore, che nel 90% dei casi è un interno, spesso unico candidato presente! È una vergogna!”.

Non sappiamo se davvero il 90% dei concorsi è truccato – e ci auguriamo che non sia così – e ovviamente la “mafia dei baroni”, espressione molto dura, non ha nulla a che vedere con la mafia, che Tescaroli conosce molto bene per averla combattuta sin da giovanissimo pm in Sicilia. Però l’anonimo aveva visto giusto: nonostante le indagini in corso da anni, secondo l’accusa, le spartizioni e le corruzioni continuavano. Nonostante le segnalazioni delle associazioni, ancora una volta, si è dovuto attendere l’azione della magistratura.

ilFQ - 17.3.2021

martedì 16 marzo 2021

Ecco perché Letta a capo del Pd è una buona notizia. - Andre Scanzi

 

Enrico Letta (di nuovo) a capo del Pd è una buona notizia? Domanda legittima, ma dalla risposta complicata. Senz’altro è una brava persona, e non è poco. Dopo il tradimento del 2014 patito da Renzi, che pochi giorni prima gli aveva detto di stare “sereno” ospite dell’amica Daria Bignardi, Letta ha navigato a distanza dal sudicio mare della politica politicante.

Profilo centrista e garbato, mai iconoclasta e poco divisivo, Enrico Letta alla guida del Pd è una buona e al contempo una meno buona notizia. Partiamo dalle meno buone. Il suo primo punto debole è il profilo da “usato sicuro”. Letta appartiene a tutti gli effetti a una nomenclatura di centrosinistra che ha fallito, al punto tale che il Pd non ha mai vinto uno straccio di elezione nazionale (Regionali ed Europee fanno storia a sé). Ritornare a Letta sa di polveroso e politichese: chi è l’elettore che dovrebbe votare – o rivotare – il Pd grazie a Letta? Bah. Al tempo stesso, Letta è una figura squisitamente priva di carisma. Se Zingaretti non sapeva incendiare le masse, con Letta non è che si avvertano miglioramenti. Mi si dirà qui che la storia del carisma è una dannazione della politica contemporanea, e che sia meglio un politico serio e silenzioso rispetto a un fanfarone falso ma mediaticamente scaltro. Siamo d’accordo, ma qui non bisogna vincere il Premio della Critica: qui c’è da vincere le elezioni, sconfiggendo questa destraccia e questi mefitici rigurgiti di renzismo. Oltre a ciò, Letta era e resta il leader Pd che ha accettato per primo l’abbraccio con Berlusconi. Anno 2013. Rodotà venne “ucciso” dal suo stesso Pd nella corsa al Quirinale (una delle più grandi vergogne della Repubblica italiana). E Letta fu la faccia dell’orrenda Restaurazione imposta dal Napolitano Bis. Lo stesso Letta, in quei giorni, diceva che Berlusconi fosse meglio dei grillini. È incredibile come, in otto anni, sia cambiato tutto.

E qui veniamo agli aspetti positivi della scelta di Letta. Una scelta assai furbina operata da Franceschini e Orlando, che hanno proposto un nome a cui la Base Riformista renziana (Guerini, Lotti, etc) non può dire di no, ma che certo non può amare. Una sorta di scacco matto, almeno per ora, sebbene il Pd resti un progetto politico drammaticamente balcanizzato (auguri, Enrico!). Letta, al momento, vuol dire due cose. La prima è che il Pd rilancerà l’accordo con M5S e bersaniani (e Sardine, e società civile), perché questa è stata la sua linea dalla nascita del Conte II a oggi. La seconda è che, con lui alla guida, Renzi non ha chance alcuna di rientrare nel Pd. Renzi è quello che lo ha accoltellato politicamente nel 2014. È quello a cui consegnò la campanella col broncio. È quello che, durante le settimane della crisi, Letta criticava duramente un giorno sì e l’altro pure. Se c’è lui al comando, possono rientrare nella “Ditta” i renziani minori ma non certo i Renzi e le Boschi.

In questo senso, verrebbe da esprimere solidarietà a quei soloni senza lettori né morale che, fino a ieri, parlavano di un Renzi “geniale e vincitore”. Come no: è il politico meno amato dagli italiani, almeno tra i sedicenti “leader”, e con la sua crisi scellerata ha consegnato il Pd a Letta e i 5 Stelle a Conte. Ovvero alle sue vittime più note, che ora verosimilmente lo isoleranno ancora di più. Davvero un “genio” e un “vincente”, ’sto Renzi!

Alla luce di tutto questo, a oggi la scelta di Letta è – lungi dal giustificare cortei – più una buona che una cattiva notizia. Tutto il resto si vedrà.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/16/ecco-perche-letta-a-capo-del-pd-e-una-buona-notizia/6134710/

Terzo Valico, gare truccate e mazzette ad alta velocità: in 30 a giudizio. Anche l’ad di WeBuild Pietro Salini e il supermanager Ercole Incalza. - Marco Grasso

 

L’idea di affidarsi ai campioni nazionali dell’industria è stato il sogno della stagione in cui tramontava la Prima Repubblica: la convinzione era che i privati, con leggi speciali, potessero fare meglio, in modo più rapido, onesto ed efficiente del settore pubblico, travolto da Tangentopoli. Anche quella strada però ha portato alle aule di giustizia. Con la Cassazione che ha ribadito che il general contractor, sostituito allo Stato, risponde degli stessi reati, corruzione e turbativa d’asta, come incaricato di pubblico servizio. Per l’accusa, dietro all’Alta velocità c’è un campionario ricorrente in altre vicende italiane: appalti truccati, mazzette, serate con escort, commistioni di alto livello tra politica e imprenditoria, costi gonfiati.

Ieri il giudice per le indagini preliminari di Genova, Filippo Pisaturo, ha rinviato a giudizio oltre trenta persone. Il nome più noto è Pietro Salini: amministratore delegato di We Build, uomo della ricostruzione del Ponte di Genova e a capo del consorzio che vorrebbe costruire il Ponte sullo Stretto di Messina. Prosciolto per uno dei capi di imputazione perché prescritto, è stato mandato a giudizio per vari episodi di turbativa d’asta sui tunnel del Terzo Valico ferroviario, la nuova linea fra Genova e Milano, arrivati a costare oltre 6 miliardi. Insieme a lui sono indagati, fra gli altri: il grand commis dei lavori pubblici italiani Ercole Incalza; l’ex ragioniere dello Stato Andrea Monorchio e il figlio Gian Domenico (quest’ultimo indagato anche per corruzione); Michele Longo, ex presidente di Cociv, general contractor del Terzo Valico, partecipato a maggioranza da Impregilo; l’imprenditore Stefano PerottiDuccio Astaldi, patron di Condotte d’Acqua Spa. Assolto Alberto Rubegni, presidente del Gruppo Gavio.

La busta bianca “Ingegne’, ecco la paghetta”.

Il rischio concreto, però, è che la montagna partorisca il proverbiale topolino. L’operazione Amalgama, una delle indagini più dirompenti sulla pubblica amministrazione degli ultimi anni, si sviluppa fra il 2014 e il 2016. Ci lavorano tre Procure: Firenze indaga sui rapporti degli imprenditori impegnati nell’Alta velocità in Toscana con i palazzi romani; Roma su corruzione e il sospetto di infiltrazioni di uomini considerati vicini ai clan; Genova sul filone del Terzo Valico. La parte toscana viene spezzettata e in parte archiviata. Il procedimento romano è da tre anni in un limbo di competenza territoriale: se lo sono passati il tribunale della capitale, Terni, Bolzano e Alessandria. L’unico filone che va a dibattimento è quello ligure. Ma andrà poco lontano: sempre che non arrivino assoluzioni nel merito, le turbative si prescrivono fra la metà 2021 e l’inizio del 2022.

Nella loro richiesta, i pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini descrivono così il sistema Terzo Valico: “Le gare venivano aggiudicate non applicando o comunque distorcendo le norme del codice degli appalti per favorire una determinata impresa a discapito di altre, per ragioni a volte correlate a patti corruttivi, oppure per motivi di interesse aziendale inerenti i rapporti con i due azionisti di riferimento del Cociv, Salini Impregilo Spa e Condotte d’Acqua”. Alcune tangenti vengono filmate in diretta dalla Guardia di finanza. È il 16 dicembre 2014. L’imprenditore campano Antonio Giugliano entra nell’ufficio dell’ex direttore generale Cociv Pietro Marcheselli. Ha una busta bianca in mano. In silenzio fa il segno del numero dieci con la mano: “Ingegnè, ecco la paghetta”. Di paghette, per gli investigatori, ne giravano parecchie. A volte erano definite “mozzarelle”. Per quei fatti hanno patteggiato in quattro, tutte pene sotto a i due anni: Marcheselli, il suo collega Maurizio Dionisi, Giugliano e il suo collaboratore. Un altro funzionario del consorzio, Giulio Frulloni, accusato di essere stato corrotto con escort, è deceduto a inchiesta in corso.

Le liti familiari “Questi si sono presi a bottigliate”.

Le gare erano costantemente truccate, per la Procura, anche dove non sono state trovate tracce di corruzione. Alle imprese amiche venivano svelate le offerte in anticipo, escamotage che consentiva di offrire anche “50 euro in meno”. “I vertici del Cociv – scrivo i pm – facevano riferimento a Pietro Salini, per ogni decisione di rilievo attinente a Cociv”. Nell’inchiesta va in scena anche una sorta di dinasty familiare. A Pietro Salini (assistito dall’avvocato Grazia Volo) viene contestata l’esclusione del cugino Claudio (poi morto in un incidente stradale), e della sua azienda, la Salc. “Si sono presi a bottigliate, lui non lo vuole vedere”, commentano alcuni funzionari Cociv. “Mi raccomando in tutti i modi di evitare che possa avere qualcosa”, dice lo stesso Salini a Longo, in una delle intercettazioni. “Non ci sono state turbative d’asta, tuttalpiù si trattava di scelte sull’affidabilità – commenta l’avvocato Giuseppe Zanalda, che assiste molti degli indagati col figlio Emanuele – siamo soddisfatti dell’assoluzione dell’ingegnere Rubegni (difeso con Fabio Fossati), il giudice ha sconfessato i pm”.

Il filone romano rimbalzato tra pm.

L’inchiesta di Genova ha acquisito in parte anche degli altri fascicoli. Quello romano, da cui emerge la figura di Domenico Gallo, imprenditore calabrese nei cui confronti la Procura di Reggio Calabria ha eseguito un sequestro antimafia da 200 milioni di euro. Sarebbe stato socio occulto di un funzionario, Giampiero De Michelis, anche lui indagato: “Abbiamo creato un mostro”, dicono di lui i funzionari di Cociv. C’è infine la vicenda che coinvolte Giampiero Monorchio, figlio di Andrea, ex ragioniere dello Stato.

In una delle telefonate registrate è l’ex potentissimo capo dei Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci a chiedere a Ercole Incalza di “dare una mano al figlio di Monorchio”. Monorchio junior e l’imprenditore Stefano Perotti sono accusati di aver corrotto con “due oggetti di valore” l’ex presidente di Cociv Michele Longo.

Ed è Gallo ad aver battezzato l’indagine. Intercettato dai carabinieri del Ros spiega: “Tra la stazione appaltante e chi fa i lavori deve crearsi l’amalgama, sennò non si va avanti”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/16/terzo-valico-gare-truccate-e-mazzette-ad-alta-velocita/6134686/

QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO. - Bruno Fusco

 

Da quando è caduto il governo Conte sembra non esserci più un governo.
Almeno, prima, il cazzaro di Rignano ti faceva sapere cose, sputacchiava parole tipo MES, vulnus, shock because, animava il dibattito parlamentare, anche l'altro cazzaro, quello dei rutti, ogni tanto sganciava una flatulenza e i suoi lo applaudivano orgogliosi, ma pure l'altra, la Mattea Meloni, ad ogni seduta veniva posseduta da qualche spirito maligno, e vomitava in parlamento, con espressioni da esorcismo, insomma, c'era da discutere, vedevi i talk show pieni di giornalisti in lacrime per i poveri ristoratori,
potevi apprezzare la stazza oleosa di Vissani a pieno schermo che inventava ricette per i ristori, Briatore che ti faceva divertire più di Crozza, un Formigli che animava le mie palle che cambiavano canale da sole, la Merlino e la Panella preoccupate per gli operai della Whirlpool:
"qualsiasi cosa noi ci siamo!"

Adesso li guardi è sembrano tutti lobotomizzati,
ti viene in mente "Qualcuno volò sul nido del cuculo", aspetti che McMurphy (Jack Nicholson)
mandi a fare in culo tutti e ci salvi da questo incubo, ma anche il Beppe nazionale,
sembra aver perso quella grinta, che faceva tanto speranza, McMurphy dove sei?

Guardi il TG UNO, che dopo i numeri della pandemia ti racconta notizie di cronaca rosa, sempre questa casa reale inglese tra le palle, il cane di Lady Gaga, l'ultimo amore di Platinette, e non ti resta che guardare il TG della Corea del Nord, non ci capisci nulla, ma è molto più credibile!

Un Paese allo sbando, con tutte la paure ancora intatte, non ultima un vaccino che viene sospeso, mandando nel panico milioni di persone, per non parlare dei ristori, ancora nei cassetti del Parlamento dal 20 Gennaio, soldi per il 2020!
E questo Recovery Fund, argomento urgentissimo fino a Natale, bisognava correre, lavorare anche di notte, non c'è più tempo, lo stiamo perdendo, vai con il defibrillatore, e adesso sembra che sia ancora vivo, che c'era tutto il tempo necessario, forse fino a Maggio!
E avete martellato Conte ogni giorno, che non ha finito nemmeno la cena di Natale per correre a palazzo Chigi con un consiglio dei ministri?

Ma questo governo dei migliori forse era inteso come i migliori paraculo in giro?

Adesso arriva Draghi e ci vaccinerà al volo, mentre dormiamo, non ce ne accorgeremo nemmeno, una specie di Babbo Natale con il sacco pieno di vaccini, favole per bambini, la verità sta sempre in un altro luogo, e i giornalisti non ci vanno mai, e dobbiamo ringraziare quei pochi che ce ne danno conto, tutto si ferma nell'ipocrisia vergognosa di chi è ancora seduto in parlamento con la scusa del bene del Paese,
in un'orgia da restaurazione che tanto bene non sta facendo, se non ai loro redditi personali.

Intanto i Benetton incassano ancora i pedaggi di Autostrade e tirano sul prezzo del regalo che hanno avuto da Prodi e Berlusconi, e la giustizia è sempre lenta a definire i danni e le colpe, e la memoria diventa acqua, ma non per i parenti delle 43 vittime.

Adesso Letta si diletta, e ha il coraggio di sfidare Salvini, e mette dei temi sul tavolo fastidiosi per la destra,
non entro nel merito, ma gli devo riconoscere che ha osato, in un clima di leccaculo lobotomizzati che hanno messo da parte i temi divisivi, ma che metti da parte?

C'è un conflitto d'interessi spaventoso da mettere immediatamente in discussione, ci sono i salari che fanno schifo, c'è l'acqua pubblica da togliere dalle mani delle multinazionali francesi, e dai tanti consorzi privati, c'è da rivedere questo codice rosso per i femminicidi che non serve ad un cazzo!
Se una donna si sente minacciata bisogna agire subito, ed è già troppo tardi!

C'è una RAI da riformare, una legge Gasparre da stracciare, c'è una opacità sulle prossime 500 nomine nelle partecipate di Stato, ci sono De Scalzi e Profumo da prendere a calci in culo!

C'è una mafia fin troppo silenziosa, e questo è un sintomo spaventoso, non gli pareva vero il cambio di governo, e come una vecchia serie intitolava: All'ultimo minuto! "Picciotti il recovery è cosa nostra! Via le regole dagli appalti!"

Da quando Conte non c'è più, nessuno ha il coraggio di metterci la faccia, anche perché le hanno tutti a somiglianza dei loro culi!

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Coronavirus, si sperimenterà anche a Palermo il vaccino tutto italiano.

 

Il Policlinico Paolo Giaccone coinvolto, insieme ad altre 27 realtà ospedaliere, nella seconda fase dello studio condotto sul siero GrAd-Cov.2.

PALERMO - L’Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone di Palermo è tra i centri clinici individuati per sperimentare il vaccino anticovid italiano. Il Policlinico è coinvolto, insieme ad altre 27 realtà ospedaliere, 26 in Italia e 1 in Germania, nella seconda fase dello studio condotto sul vaccino GrAd-Cov.2 (meglio conosciuto come ReiThera) dalla società biotecnologica italiana ReiThera in collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma.

Nella Fase 1 della sperimentazione, partita ad agosto 2020 e terminata lo scorso gennaio, sono stati raccolti i dati preliminari sulla sicurezza e l’immunogenicità del vaccino sull'uomo. A novembre sono stati resi noti i primi risultati di efficacia che hanno dimostrato non solo che il vaccino è stato ben tollerato, ma che è stato immunogenico, ovvero l’organismo in cui è stato inoculato ha prodotto sia anticorpi che linfociti T.

La sperimentazione proseguirà ora con la Fase 2 e 3, per verificare in modo più avanzato quali sono le risposte al vaccino da parte di soggetti volontari. I risultati registrati da ciascuna struttura saranno successivamente raccolti ed elaborati a livello centrale con l'obiettivo di produrre in tempi brevi il primo vaccino anti-Covid made in Italy.

«Diversamente dai vaccini Pfizer e Moderna, che si basano sulla tecnologia a mRNA - spiega Antonio Cascio, direttore della Uoc di Malattie Infettive e Tropicali e referente per la sperimentazione - il Reithera, come i vaccini AstraZeneca, Johnson & Johnson e Sputnik, si basa su una piattaforma vaccinale del vettore virale che contiene l’informazione genetica per produrre la proteina spike del Sars Cov2. Lo studio prevede l’arruolamento di soggetti volontari di entrambi i sessi e di età superiore ai 18 anni (anche anziani) che presentino queste condizioni: Non aver contratto in precedenza un’infezione da Sars Cov2 confermata da test molecolare; avere condizioni cliniche stabili; assenze di malattie gravi e/o incontrollate; non essere in gravidanza (confermata con test positivo) o in allattamento».

Probabilmente a breve si raccoglieranno le candidature di quanti vorranno avere iniettato il vaccino. L’impegno per chi sceglierà di diventare un volontario si traduce in un controllo iniziale per valutare lo stato di salute e, se idoneo, in successive 7 visite a distanza di tempo per monitorare gli anticorpi. I volontari dovranno effettuare la ricerca di Sars Cov2 con tampone naso-faringeo molecolare prima delle somministrazioni e saranno sottoposti a stretto monitoraggio clinico e sierologico, nonché a contatti telefonici settimanali. Nei due giorni (1 e 22) in cui sarà inoculato il vaccino verrà richiesto di restare in osservazione presso il centro clinico per almeno 30 minuti.

https://www.lasicilia.it/news/covid/399736/coronavirus-si-sperimentera-anche-a-palermo-il-vaccino-tutto-italiano.html