mercoledì 11 agosto 2021

Hombre vertical. - Marco Travaglio

 

Prematuramente interrotta la liaison con Renato Farina, l’altro Renato, Brunetta, non s’è preso neppure un giorno di riposo e ha subito preso a tubare con un altro bel bocconcino: il professor Cassese. Il quale, da quando sono arrivati i Migliori, si dedica anima e corpo a scrivere sempre lo stesso pezzo: tutto ciò che fa Draghi è meraviglioso, adorabile, stupefacente, anche quando si tratta delle stesse cose che, quando le faceva Conte, erano spaventose, detestabili, orribili. L’altroieri l’arzillo giureconsulto un tanto al chilo, che un anno fa paragonava Conte a Orbàn per la proroga di tre mesi dello stato di emergenza, s’è prodotto nel suo quotidiano peana a Draghi che l’emergenza l’ha prorogata di cinque mesi. In particolare era tutto eccitato perché SuperMario convoca ogni tanto il Consiglio dei ministri: evento eccezionale, mai visto prima. Poi ha criticato il Parlamento, che s’è permesso di emendare un decreto del governo, cioè di fare il Parlamento. Siccome il decreto è di Brunetta, questi lo ha rassicurato sul Corriere: gli emendamenti non pregiudicano “la necessità di ristabilire il merito nella gerarchia della società italiana”. È l’essenza della sua riforma, sempre tesa alla “mobilità verticale”, ma anche “orizzontale” nell’ambito di un “sistema di selezione moderno, trasparente, efficace e finalmente adeguato agli standard internazionali”. Diciamolo: era ora che arrivasse lui a “privilegiare le esperienze e i risultati raggiunti e non le appartenenze politiche e di casta” (senz’offesa per la nidiata di Cassese-boys sparsi nella Pa e nelle anticamere dei Migliori). Poche balle: occorrono “élite competitive”, e lui modestamente lo nacque, “che sostituiscano le oligarchie castali” affinché “prevalga il merito rispetto alle cooptazioni”. Bene, bravo, bis.

A questo punto ci saremmo aspettati qualche esempio concreto della Nuova Meritocrazia Brunettiana. Tipo la nomina, purtroppo sfumata sul più bello, del “consulente giuridico” Farina-Betulla che, lungi dall’essere cooptato per appartenenze politiche (era deputato di FI) o castali (è di Cl), era il frutto di una lunga e rigorosa selezione in base agli standard internazionali per le sue competenze giuridiche acquisite sul campo: alla Procura di Milano, durante la finta intervista ai pm per depistare le indagini sul rapimento di Abu Omar, poi in Tribunale, durante il patteggiamento di sei mesi di reclusione per favoreggiamento in sequestro di persona. Un caso tipico di ripristino della meritocrazia, che però Renatino s’è lasciato sfuggire l’occasione di vantare al cospetto del prof. Cassese. E noi non ci diamo pace per cotanta modestia. A meno che, parlando di “mobilità verticale”, non sia scappato da ridere anche a lui.

ILFQ

martedì 10 agosto 2021

Mica so’ Mario, io! - Marco Travaglio

 

E se il rag. Claudio Durigon lo facesse apposta? Mettetevi nei suoi panni (tanto ci state larghi). Siete di Latina, venite dal sindacato dei fasci (Cisnal-Ugl) che voi, da vicesegretario generale, consegnate chiavi in mano a Salvini. Il quale nel 2018 vi nomina deputato e sottosegretario al Lavoro. La vostra campagna elettorale nel Pontino la seguono certi galantuomini inseguiti dalle Procure. Dopo 15 mesi quel genio del vostro capo rovescia il Conte-1 e vi lascia a piedi. Sei mesi fa nasce il Governo dei Migliori e voi vi sentite subito esclusi: come potrebbe mai farne parte, anche come addetto alle pulizie, uno col vostro curriculum? Invece, miracolo: diventate sottosegretario all’Economia, cioè vice del migliore Franco, a sua volta vice del migliorissimo Draghi. Però, da vecchi fasci amanti della goliardia, scappa da ridere persino a voi. Così iniziate a combinarne di tutti i colori per vedere quanto impiegano i Migliori a sgamare l’intruso. A Fanpage confessate di farvi offrire cene da tipi “legati ai servizi segreti” che “fanno paura” e, casomai i Migliori non avessero udito bene, aggiungete un carico da undici sui 49 milioni fregati dalla Lega: “Quello che fa le indagini, il generale della Guardia di Finanza, l’abbiamo messo noi”. Per vedere di nascosto l’effetto che fa. Ma non fa nessun effetto. M5S e SI chiedono la vostra testa, ma i giornaloni dimenticano subito, Franco che con voi controlla la Gdf tace e Draghi – anziché cacciarvi a pedate, avendovi nominato lui – lo assolve in conferenza stampa con una supercazzola.

Ma voi, tignosi, alzate il tiro. In un comizio a Latina, scaldando il pubblico per Salvini, sparate che il Parco Falcone e Borsellino andrebbe dedicato ad Arnaldo Mussolini, il fratello tangentaro del Duce. Che c’è di peggio – pensate – che offendere in un colpo solo la memoria di due martiri dell’antimafia e i valori dell’antifascismo su cui si fondano la Repubblica e la Costituzione? Non solo Draghi e Franco, ma pure Mattarella (fratello di un martire dell’antimafia) insorgeranno come un sol uomo. Invece nisba, a parte le solite richieste di dimissioni da Conte e dalla sinistra. Come se toccasse a voi dimettervi e non ai presidenti della Repubblica e del Consiglio cacciarvi. Ora, mentre preparate la prossima mossa, vi domandate che deve fare di peggio un membro del governo per esser licenziato. Spalancare l’impermeabile ai giardinetti? Proporre un doppio monumento equestre a Hitler e a Riina a Palazzo Chigi? Fatica sprecata. La Legge dei Migliori l’anticipò Totò nello sketch del tizio che viene pestato ogni mattina da uno sconosciuto che lo chiama Pasquale, ma non reagisce mai perché “chissà ‘sto stupido dove vuole arrivare” e poi “che mi frega a me? Mica so’ Pasquale, io!”.

ILFQ

Si apre la settimana più rovente dell'estate, punte di 48 gradi.

 

Mercoledì 8 città da bollino rosso. Allerta per anziani e malati.


Si apre la settimana più rovente dell'estate con temperature che, al Sud, potranno arrivare a toccare i 48 gradi. E i primi segni tangibili di questa nuova ondata di calore si avranno già domani, con 4 città da bollino rosso (Bari, Campobasso, Latina e Roma).

Un numero che mercoledì raddoppierà (con Frosinone, Palermo, Perugia e Rieti che si aggiungeranno all'elenco). Il bollino rosso viene utilizzato nel bollettino delle ondate di calore del ministero della Salute per contrassegnare i centri urbani dove si registra il massimo livello di rischio caldo per tutta la popolazione, non solo quindi solo per le fasce più deboli come invece indica il bollino arancione.

Quest'ultimo è stato invece assegnato domani a 8 città (Bologna, Brescia, Catania e Frosinone, Latina, Palermo, Perugia e Trieste) e a 13 mercoledì (Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Trieste, Verona e Viterbo). I bollini gialli, invece, indicano uno stato di pre-allerta per le ondate di calore, mentre quelli verdi stanno a significare un'assenza di rischio caldo. A determinare quest'ondata di caldo in arrivo, spiegano i meteorologi de 'iLMeteo.it', è un anticiclone subtropicale africano che si sta espandendo con sempre maggiore forza per raggiungere il nostro Paese. La massa d'aria in arrivo si preannuncia rovente fino a 28/30 gradi a 1500 metri di altezza e questo potrebbe tradursi in temperature massime fino a 47-48 gradi al Sud e sulle due Isole Maggiori tra martedì 10 e giovedì 12 agosto. Ma i termometri saliranno anche al Centronord: fino a 38 gradi a Roma, Firenze, Bologna, ci penserà l'afa a rendere il tutto più insopportabile. Non ci saranno però solo le temperature a tratti eccezionali, spiegano gli esperti de 'iLMeteo.it', a rendere questa fiammata africana forse la più intensa della stagione, ci penserà pure la durata visto che almeno fino a Ferragosto non si intravedono segnali di cambiamento.

E proprio per la festività dell'Assunta si segnala la possibilità di qualche occasionale temporale sulle Alpi, non escluso anche in Valpadana sul finire della domenica di Ferragosto qui con associato calo delle temperature. Nello scenario più probabile delineato dagli esperti questa ondata di caldo è destinata a durare a lungo e potrebbe proseguire anche per alcuni giorni dopo Ferragosto. Intanto, ad inizio settimana saranno il Centro ma soprattutto il Sud e le Isole a dover sopportare i valori più estremi con massime intorno ai 40 gradi al Sud e localmente anche superiori nelle Isole. Sulle regioni del Sud queste temperature eccezionali si abbasseranno un poco nella seconda parte della settimana, mentre il caldo tenderà ad intensificarsi su tutte le regioni settentrionali (previste massime superiori ai 35 gradi sulla pianura padana, ma anche le notti saranno calde e afose). Per difendersi dal caldo il ministero ribadisce alcune fondamentali regole: evitare di esporsi al caldo o al sole dalle 11 alle 18; non frequentare zone particolarmente trafficate, in particolare per le persone più fragili; uscire nelle ore più fresche, mantenendo la distanza di almeno un metro dalle altre persone e evitando l'attività fisica all'aperto nelle ore più calde. Poi attenzione alla conservazione dei farmaci, bere abbondantemente, evitando bevande troppo fredde e quelle alcoliche. Importante poi seguire un'alimentazione leggera, preferendo la pasta e il pesce alla carne, evitando i cibi elaborati e piccanti. Quanto all'abbigliamento, il ministero della Salute suggerisce di indossare indumenti chiari, leggeri, in fibre naturali (es. cotone, lino), riparandosi la testa con un cappello leggero di colore chiaro e utilizzando occhiali da sole.

ANSA

Scontro su Ius soli, Salvini attacca Lamorgese. - Paola Lo Mele

 

Ministra apre a idea Malagò. Letta apprezza, non lucrare sul tema.


Accelerare sullo ius soli? La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese apre alla proposta lanciata dal presidente del Coni Giovanni Malagò per gli sportivi, auspicando che sull'argomento si arrivi ad "una sintesi politica". "E' un tema che si pone e di cui dobbiamo ricordarci non solo quando i nostri atleti vincono delle medaglie - afferma la titolare del Viminale -.

Dobbiamo aiutare le seconde generazioni a sentirsi parte integrante della società". Parole che accendono l'ira di Matteo Salvini ed innescano l'ennesimo scontro nella maggioranza. "Invece di vaneggiare di Ius Soli, il ministro dell'Interno dovrebbe controllare chi entra illegalmente in Italia", tuona il leader leghista. A lui replica a tono il segretario dem Enrico Letta: "Chi gioca e lucra sullo Ius soli semplicemente è fuori dalla realtà. E' un tema che non c'entra nulla con la sicurezza e la gestione dei migranti. C'entra con l'equità, l'integrazione, la vitalità di una società che è cambiata a dispetto della lettura faziosa che ne fanno i populisti".

La querelle tra Salvini e la ministra dell'Interno prosegue su un altro tema caldo: quello dei migranti. "I numeri sono aumentati, certamente, ma non parlerei di invasione...Salvini evidentemente non ha ben chiare quelle che sono le difficoltà che stiamo vivendo quotidianamente, ma se ci sono iniziative che non abbiamo adottato e lui ci può suggerire per bloccare gli arrivi via mare io le raccolgo volentieri", lo incalza Lamorgese. "Annuncia 'controlli a campione' nei bar e nei ristoranti. Quanto dobbiamo aspettare per 'controlli a campione' anche nei porti e ai confini?", ribatte il suo predecessore. A cavalcare l'argomento arrivano anche gli 'alleati' del centrodestra. "Ormai sbarcano quasi 1000 migranti al giorno.

Chiediamo un'azione Ue condivisa nella gestione dei flussi e dei rimpatri - afferma il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani -. E poi un piano per l'Africa. Fermiamo questa tratta di esseri umani". Mentre Giorgia Meloni rilancia l'idea del blocco navale per fermare subito "l'immigrazione illegale di massa".

Il sottosegretario all'Interno, il leghista Nicola Molteni, intanto, critica esplicitamente l'uscita del numero uno del Coni definito un "maldestro": "La cittadinanza è uno status non un diritto. La legge sulla cittadinanza non si cambia. Lo Ius soli non passerà mai - promette -. E la Lega è la garanzia di ciò".

Per il Nazareno, che incassa l'apertura di Lamorgese, "le Olimpiadi non hanno fatto altro che confermare quanto il Pd ripete da tempo: lo Ius soli è già nei fatti, è nella società, è nelle scuole, è tra i nostri ragazzi. Adesso la politica e le istituzioni hanno il dovere di adeguarsi a queste trasformazioni". Cerca di smorzare i toni l'azzurra Deborah Bergamini, secondo cui "più che pensare ad introdurre nuove forme di ius soli" servirebbe "far funzionare al meglio il sistema di regole attualmente in vigore. Ad ogni modo, complimenti al Presidente Malagó e a tutto lo sport italiano per questa Italia da record".

Plaude, invece, alla responsabile del Viminale il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli: "Questi ragazzi devono sentirsi parte integrante della societa'. Ed è paradossale che Salvini parli di 'vaneggiamenti' mentre gioiva delle medaglie olimpiche vinte da atleti non nati in Italia".

    (ANSA).

lunedì 9 agosto 2021

Durigon, Giuseppe Conte al Fatto: “Si dimetta dal Governo, frasi su Mussolini aberranti”. - Tommaso Rodano

 

Sul caso Durigon, Giuseppe Conte sembra pronto a combattere una delle prime battaglie da leader dei Cinque Stelle. Quella per le sue dimissioni: “Trovo grave e sconcertante – dice l’ex premier al Fatto – il proponimento del sottosegretario al Tesoro di cancellare l’intitolazione del parco di Latina a Falcone e Borsellino, con l’aggravante di volerlo restituire alla memoria del fratello di Mussolini. È aberrante voler cancellare anni di lotta alla mafia e il sacrificio dei nostri uomini migliori, per giunta allo scopo di restaurare il ricordo del regime littorio”.

Conte si aspetta che il braccio destro di Matteo Salvini nel Lazio sia allontanato subito dal governo: “
Il Movimento chiede che Durigon si batta pure per questo suo progetto ma dismettendo immediatamente l’incarico di sottosegretario di Stato, che richiede ben altri proponimenti”. Per l’ex premier, le parole di Durigon “mettono a nudo l’ipocrisia di forze politiche che, come la Lega, non hanno alcuna reale intenzione di contrastare il malaffare delle organizzazioni criminali”.

A tre giorni dalla proposta “nostalgica” del leghista, nel perdurante silenzio del premier Mario Draghi e dei suoi ministri, la questione Durigon non si sgonfia. Il centrosinistra si muove nella stessa direzione. Anche il Pd considera “grave” il caso Durigon e la posizione del segretario Enrico Letta – come fanno sapere dal Nazareno – coincide integralmente con quella del deputato dem Filippo Sensi: “Le dimissioni del sottosegretario mi paiono un requisito minimo di dignità, opportunità e senso delle cose”, aveva detto venerdì, a caldo. “Non è un semplice scivolone o una caduta di stile. Si è superato un punto. Va posta la questione della sua permanenza nell’esecutivo”, ha confermato Sensi al Fatto. Parole sottoscritte dal collega di partito Emanuele Fiano: “Un uomo che ha nostalgia di Mussolini, e addirittura ne cita il nome ingiuriando la memoria di Falcone e Borsellino, non può servire la Costituzione con disciplina e onore, non dovrebbe restare al governo”.

Una linea condivisa a sinistra anche da Articolo 1, come ha dichiarato Arturo Scotto: “Durigon ha giurato sulla Costituzione che è antifascista. Mi aspetto che arrivi qualche parola da Palazzo Chigi”. Per Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, “il braccio destro di Salvini nel Lazio non dovrebbe stare nel governo Draghi da tempo, da ben prima della genialata di intitolare il parco Falcone/Borsellino a Mussolini, non avendo chiarito alcunché dei rapporti opachi con i clan di Latina.”.

Ma pure il mondo associativo esprime “profondo sconcerto”, con Libera e Anpi che ritengono inaccettabile la presenza del leghista pontino all’esecutivo. Per Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo, “Durigon andrebbe radiato immediatamente, ha dimostrato un’assoluta mancanza di qualsiasi forma di sensibilità. Trovo semplicemente assurdo che una persona del genere possa far parte di un governo”. Ha parlato anche Maria Falcone, sorella di Giovanni: “Dichiarazioni che lasciano allibiti, tanto da credere impossibile che siano state realmente pronunciate. Confidiamo che il premier e i ministri prendano le distanze”.

A maggio il tema della permanenza di Durigon nell’esecutivo era stato oggetto di un’interrogazione parlamentare, in seguito all’inchiesta di Fanpage in cui diceva di aver influenzato la nomina di un generale della Guardia di Finanza che indaga sui soldi della Lega. Draghi aveva liquidato tutto con una replica di un paio di minuti. Stavolta forse sarà più complicato.

ILFQ

Fino al 2020 «il 75% dei tunnel liguri era fuorilegge». Castellucci tra gli indagati.

 

Il giudizio degli esperti della procura nell’ambito dell’inchiesta per il crollo della galleria Bertè nel dicembre 2019.

Fino al 2020 “il 75% dei tunnel liguri era fuorilegge”. Così il pool di esperti nominati dalla procura di Genova nella nuova consulenza chiesta dai pm Walter Cotugno e Stefano Puppo, coordinati dal procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto, nell’inchiesta sul crollo della galleria Bertè in A26 nel dicembre 2019.

I tecnici già scrissero che la Bertè aveva “gravissimi ammaloramenti” in un contesto di “inadeguati monitoraggi” negli anni. Sono 21 gli indagati nell’inchiesta sulle gallerie, a vario titolo, per crollo colposo, falso, attentato alla sicurezza dei trasporti e inadempimento di contratti di pubbliche forniture.

Castellucci e due ex dirigenti Aspi tra gli indagati.

L’indagine verrà chiusa in autunno. Il fascicolo sulle gallerie, in mano al primo gruppo della guardia di finanza, è stato riunito insieme a quello sulle barriere fonoassorbenti pericolose e a quello sui falsi report sui viadotti. In tutti e tre risultano iscritti, tra gli altri, l’ex ad Giovanni Castellucci e i due ex dirigenti Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli.

Erano stati i giudici del Riesame a sottolineare come «gli indagati hanno compiuto azioni e omissioni relative praticamente a tutti i tipi e gli oggetti di manutenzione e adeguamento nell’ambito della gestione delle autostrade». Nel corso delle indagini dopo il crollo del ponte Morandi, i tecnici di Spea avevano svelato che i controlli in galleria avvenivano in macchina ai 60 all’ora e al buio.

Nuovi cantieri.

Intanto lunedì sera 9 agosto partono i primi cantieri propedeutici agli interventi in galleria sulla A10: fino al 13 agosto chiuderà in notturna dalle 21,30 alle 5,30 il tratto tra Genova Aeroporto e Genova Pra’; nella notte tra il 13 e il 14 agosto il cantiere sarà operativo dalle 22 alle 8,30 di mattina.

IlSole24Ore

Lauree «inutili» e stipendi bassi? Ecco i titoli più richiesti entro il 2025. - Francesca Barbieri


Illustrazione di Andrea Marson/Il Sole 24 Ore

In Germania guadagnano quasi il doppio e in Svizzera addirittura 2,5 volte in più. In Belgio e Olanda sono a +50%, in Francia a +25%, in Gran Bretagna a +16 per cento.

Nella classifica europea degli stipendi per i giovani neolaureati l’Italia è ancora una volta nelle ultime posizioni: 28mila euro annui lordi rispetto agli oltre 32mila degli inglesi, ai 35mila dei francesi, ai 50mila dei tedeschi e ai quasi 80mila degli svizzeri.
Sarà per questo che in otto anni - registra la Corte dei conti - c’è stato un aumento del 41,8% dei trasferimenti per lavoro?

Barriere all’ingresso e lauree deboli.

Un fenomeno - sottolinea l’analisi della Corte dei conti - riconducibile sia alle persistenti difficoltà di entrata nel mercato del lavoro sia al fatto che il possesso della laurea non offre, come invece avviene in area Ocse, possibilità d’impiego maggiori rispetto a quelle di chi ha un livello di istruzione inferiore (solo il 68% dei laureati italiani ha un lavoro contro la media Ocse del’'85%).

In generale nel nostro paese il tasso di occupazione dei giovani è di molto inferiore alla media europea (16,8% tra gli under 25, quasi la metà rispetto al 32,1% dell’area euro) ed è alto il numero di Neet, oltre 3 milioni di under 35 che non studiano e non lavorano.E così in tanti, soprattutto tra i laureati, cercano fortuna all’estero.

«Il “paradosso italiano” – commenta Federica Meluzzi, dottoranda in economia all’Istituto Politecnico di Parigi – è che il rendimento del titolo universitario risulti basso nonostante l’offerta di lavoro molto qualificato sia tra le più scarse tra i paesi Ocse, come dimostrano le statistiche sul numero dei laureati. L’incapacità del sistema di assorbire e valorizzare le competenze acquisite durante gli studi universitari è sintomatica di problemi strutturali della nostra economia: da un lato, una struttura produttiva concentrata in settori a basso valore aggiunto, dall’altro una classe imprenditoriale poco qualificata, se si pensa che il 38% dei titolari delle micro e piccole imprese ha la licenza media e solo il 15% ha una laurea».

Le competenze chiamano competenze

“Skills beget skills” (le competenze chiamano competenze): «Le imprese guidate da un imprenditore o da un manager laureato - sottolinea Meluzzi - dimostrano una maggiore propensione all’assunzione di personale altamente qualificato, innovano di più e sono più produttive. Ed è questo equilibrio low-skill che è fondamentale rompere per creare opportunità e migliori condizioni per la forza lavoro più qualificata e al tempo stesso rilanciare la produttività».

Spiragli per il futuro.

Secondo un’elaborazione della società di consulenza Mercer si registra però un leggero trend di crescita almeno nelle buste paga: il salario iniziale dei neolaureati nel 2016 era 26.500 euro quindi in 5 anni è cresciuto del 6% circa (nel 2020 è di 28.000 euro), ma non per tutti. «Si sono abbassati da 27mila euro a 26mila euro i livelli d’ingresso per la laurea triennale - evidenziano da Mercer -, per la magistrale si è passati da 28mila a 28.459 euro, e per i master da 28mila a 31.500 euro». E il tasso di disoccupazione giovanile è in leggero calo (-0,2%) ad aprile 2021 attestandosi al 33,7%.

«Osservando l’andamento dei dati nel nostro storico - dichiara Mariagrazia Galliani, responsabile Mobility&Data di Mercer Italia - possiamo notare che la tendenza in Italia è di riconoscere maggiormente il ruolo dei giovani che si affacciano nel mondo del lavoro, mettendo a disposizione politiche di total reward che non solo puntino a elementi tangibili, ma che siano anche collegate a elementi di natura valoriale e che generino un senso di orgoglio e appartenenza rispetto al brand».

LAUREATI IN INGRESSO SUL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO PER INDIRIZZO

Valori medi annui, 2021-2025 (*Comprende scienze motorie. Fonte: Unioncamere - Anpal)

LAUREATI IN INGRESSO SUL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO PER INDIRIZZO

Superare il gap di formazione: il caso Generali.

La compagnia assicurativa Generali, ad esempio, ha condotto un’iniziativa di skill assessment globale durante il 2020 per comprendere l’effettiva preparazione dei propri dipendenti rispetto ad alcune skill fondamentali, definendo priorità e target per poi assegnare obiettivi di formazione per superare il gap tra bisogni e competenze effettive. L’iniziativa ha consentito a Generali Group di misurare oltre 45.000 livelli di professionalità nel mondo e ha potuto generare un enorme quantità di dati per meglio indirizzare i progetti formativi. Inoltre ha consentito di risparmiare il 30% del tempo che veniva prima utilizzato per training non efficaci, come per esempio corsi di formazione rivolti a lavoratori già con competenze in quell'ambito.

Il ”treno” Recovery fund.

Del resto, la formazione (non solo per i giovani) diventa la leva strategica per rilanciare il lavoro nei prossimi anni: le possibilità arrivano dal tesoretto di 30 miliardi previsti dal Pnrr al capitolo Education. Formazione chiave di volta per ripartire anche per il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco: «In Italia oltre 3 milioni di giovani tra i 15 e 34 anni non sono occupati, né impegnati nel percorso di istruzione o inattività formative - ha detto nelle considerazioni finali di lunedì 31 maggio - ; si tratta di quasi un quarto del totale, la quota più elevata tra i paesi dell’Unione europea. Se ne deve tener conto nel ridefinire le priorità per lo sviluppo economico e sociale e nel dirigere l’impegno verso la costruzione di un’economia davvero basata sulla conoscenza, il principale strumento a disposizione di un paese avanzato per consolidare e accrescere i livelli di benessere».

Quali lauree offrono più lavoro?

Allargando l’orizzonte al 2025 le previsioni di Unioncamere e Anpal evidenziano - nell’arco di 5 anni - una richiesta di 1,2 milioni di laureati da parte delle aziende italiane: per il 61-62% da inserire nel settore privato (dipendenti e indipendenti) e per il 38-39% in quello pubblico.

Economia, sanità e ingegneria al top.

In valore assoluto la richiesta riguarderà soprattutto dottori in economia o statistica, con una domanda compresa tra 36mila e 40mila unità l’anno (di cui 35.000-38.500 dell'indirizzo economico e oltre 1.300 di quello statistico).

Seguono i laureati dell’area giuridico e politico-sociale, per cui si prevede una richiesta di oltre 39mila unità all’anno (di cui 23.100 per giurisprudenza e 16.300 per l’indirizzo politico-sociale).

E poi spicca l’indirizzo medico-sanitario, dove serviranno tra 33-35mila laureati in media annua, ma anche le specializzazioni di ingegneria, con una domanda compresa tra 31-35mila unità, insegnamento e formazione (comprese scienze motorie) per cui si stima che saranno necessari circa 25mila laureati l’anno.

Skill mismatch.

Ma a fronte di 1,2 milioni di richieste delle aziende, sul mercato del lavoro faranno il proprio debutto 966mila laureati. Tra i più numerosi quelli ad indirizzo economico (oltre 30mila unità nella media dei cinque anni), poi gli ingegneri (circa 24mila all’anno), medici-sanitari e paramedici (circa 23mila unità annue) e laureati dell’indirizzo politico-sociale (20mila all’anno).

Tra gli indirizzi di ingegneria - evidenzia lo studio Anpal / Unioncamere - quello ampiamente prevalente è ingegneria industriale (11mila laureati all’anno).

Dove si concentra il gap maggiore? «Medico-sanitario, scientifico-matematico-fisico, ingegneria e architettura» si legge nel report sono gli indirizzi dove la richiesta supera la disponibilità di candidati con le competenze adeguate.

Per il settore medico-sanitario - per il quale si stima una carenza di offerta di 11-13mila laureati all’anno - il mismatch è evidentemente «il riflesso della crescente domanda di competenze sanitarie e di assistenza connesse all’invecchiamento della popolazione e all’adeguamento dei sistemi sanitari post-pandemia - evidenziano da Unioncamere -, anche in un’ottica di maggiore prevenzione e presidio territoriale».

Profili introvabili.

La forte richiesta di competenze nell’indirizzo scientifico-matematico-fisico (che comprende l’informatica), per il quale saranno richiesti oltre 8mila laureati all’anno, a fronte di un’offerta di 5mila unità in ingresso nel mercato, è la conseguenza dell’accelerazione dei processi di digitalizzazione e di automazione indotti anche dalla pandemia.

«Con buona probabilità - si legge nello studio - ciò influisce positivamente anche sui fabbisogni di laureati in ingegneria, per i quali tuttavia si riscontrano differenze rilevanti a seconda dei singoli indirizzi di ingegneria esaminati. Per architettura la domanda (compresa tra 13.000-13.400 laureati all’anno, con un'offerta di 6.200 neolaureati) appare legata soprattutto alla componente dei lavoratori indipendenti».

Per alcuni indirizzi si delinea invece un tendenziale eccesso di offerta: linguistico, chimico-farmaceutico, geo-biologico, agro-alimentare.

Per questi ultimi si ripropone quindi il fondamentale tema dell’orientamento e dei relativi servizi di supporto, tra cui una corretta informazione sugli effettivi sbocchi lavorativi che possono essere ragionevolmente previsti al momento di scegliere il corso di studi da intraprendere.

I 5 settori che pagano di più i giovani.

Secondo Page group - società specializzata in indagini retributive - sono 5 i settori offrono migliori stipendi d’ingresso per i giovani: information tecnolonogy, engineering, healthcare, finanza e tax & legal.

«In ambito It - spiegano da Page Group - un data scientist può arrivare a 40mila euro annui, software e web developer a 35mila euro, mentre in ambito finanziario un jounior financial controller può partire da 27mila euro e un junion internal auditor da 25mila».

Nel campo Engineer gli stipendi migliori per i giovani - secondo Page group - riguardano gli ingegneri di progetto (40mila euro) e gli application engineer (30mila euro). Nell’healthcare un clinical project manager può arrivare a 35mila euro l’anno e un esperto sul controllo qualità parte da 27mila euro. Nel Tax&legal infine un avvocato neoabilitato parte da 25mila euro lordi anni e un tax specialist da 30mila.

«Al netto dei ruoli che richiedono un percorso di studi specifico, nella ricerca dei candidati è in costante crescita l'importanza delle soft skill e delle attitudini caratteriali come l'intelligenza emotiva - conclude Pamela Bonavita, Senior Executive Director, della società di consulenza Hr PageGroup - che consente di adattarsi a contesti mutevoli e alla complessità moderna.Non esistono lauree “sbagliate” o ”inutili”: la regola d’oro per i giovani che si trovano a dover scegliere la propria facoltà universitaria è di optate per i percorsi che più li appassionano e gratificano, senza dimenticare di sviluppare le competenze digitali e le soft skill, tutti ingredienti fondamentali per una carriera di successo».

ILSole24Ore