mercoledì 17 maggio 2023

La spaventosa scoperta dell’artiglio di Mount Owen. - Lucia Petrone

 

Ecco la storia di questo incredibile ritrovamento.

Nel 1980, un team di archeologi stava effettuando una spedizione all’interno di un grande sistema di grotte sul Monte Owen in Nuova Zelanda quando si sono imbattuti in qualcosa di spaventoso e insolito. Con poca visibilità nella caverna buia, si chiedevano se i loro occhi li stessero ingannando, poiché non riuscivano a capire cosa si trovasse davanti a loro: un enorme artiglio simile a un dinosauro ancora intatto con carne e pelle squamosa. L’artiglio era così ben conservato che sembrava provenire da qualcosa che era morto solo di recente. Il team archeologico ha recuperato con entusiasmo l’artiglio e lo ha preso per delle analisi. I risultati sono stati sorprendenti; il misterioso artiglio è risultato essere i resti mummificati di 3.300 anni fa di un moa di montagna, un grande uccello preistorico scomparso dall’esistenza secoli prima. Il moa di montagna (Megalapteryx didinus) era una specie di uccello moa endemico della Nuova Zelanda. Un’analisi del DNA pubblicata negli Atti della National Academy of Sciences ha suggerito che il primo moa è apparso circa 18,5 milioni di anni fa e c’erano almeno dieci specie, ma sono si sono tutte estinte. Con alcune sottospecie di moa che raggiungono un’altezza di oltre 3 metri, il moa era una volta la più grande specie di uccelli del pianeta. Tuttavia, il moa di montagna, una delle specie di moa più piccole, non superava i 1,3 metri. Aveva piume che coprivano tutto il corpo, tranne il becco e la pianta dei piedi, e non aveva ali né coda. Come suggerisce il nome, il moa di montagna viveva nelle parti più alte e più fresche del paese. La prima scoperta del moa avvenne nel 1839 quando John W. Harris, un commerciante di lino e appassionato di storia naturale, ricevette un insolito osso fossilizzato da un membro di una tribù indigena Māori, che disse di averlo trovato sulla riva di un fiume. L’osso fu inviato a Sir Richard Owen, che lavorava all’Hunterian Museum del Royal College of Surgeons di Londra. Owen è rimasto perplesso dall’osso per quattro anni: non si adattava a nessun altro osso che aveva incontrato. Alla fine, Owen giunse alla conclusione che l’osso apparteneva a un uccello gigante completamente sconosciuto. La comunità scientifica ha ridicolizzato la teoria di Owen, ma in seguito è stata dimostrata corretta con le scoperte di numerosi campioni ossei, che hanno permesso la ricostruzione completa di uno scheletro di moa. Dalla prima scoperta delle ossa di moa, ne sono state trovate altre migliaia, insieme ad alcuni notevoli resti mummificati, come l’artiglio di Mount Owen dall’aspetto spaventoso. Alcuni di questi campioni mostrano ancora tessuti molli con muscoli, pelle e persino piume. La maggior parte dei resti fossilizzati è stata rinvenuta in dune, paludi e grotte, dove gli uccelli potrebbero essere entrati per nidificare o per sfuggire alle intemperie, conservatisi per disseccamento quando l’uccello è morto in un luogo naturalmente asciutto (ad esempio, una grotta con una costante brezza secca che vi soffia attraverso).

Quando i polinesiani migrarono per la prima volta in Nuova Zelanda a metà del XIII secolo, la popolazione di moa era fiorente. Erano gli erbivori dominanti nelle foreste, negli arbusti e negli ecosistemi subalpini della Nuova Zelanda per migliaia di anni e avevano un solo predatore: l’aquila di Haast. Tuttavia, quando i primi esseri umani arrivarono in Nuova Zelanda, il moa divenne rapidamente in pericolo a causa della caccia eccessiva e della distruzione dell’habitat. “Poiché hanno raggiunto la maturità così lentamente, [essi] non sarebbero stati in grado di riprodursi abbastanza velocemente da mantenere le loro popolazioni, lasciandole vulnerabili all’estinzione”, scrive il Natural History Museum di Londra . “Tutti i moa erano estinti quando gli europei arrivarono in Nuova Zelanda nel 1760”.


L’aquila di Haast, che faceva affidamento sul moa per il cibo, si estinse poco dopo.Il moa è stato spesso citato come candidato alla rinascita attraverso la clonazione poiché esistono numerosi resti ben conservati da cui è possibile estrarre il DNA. Inoltre, poiché si è estinto solo diversi secoli fa, molte delle piante che costituivano l’approvvigionamento alimentare del moa sarebbero ancora esistenti. Il genetista giapponese Ankoh Yasuyuki Shirota ha già svolto un lavoro preliminare verso questi obiettivi estraendo il DNA dai resti di moa, che intende introdurre negli embrioni di pollo.


https://www.scienzenotizie.it/2023/05/16/la-spaventosa-scoperta-dellartiglio-di-mount-owen-3469306?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

martedì 16 maggio 2023

Irritazione della Santa Sede dopo il no di Zelensky alla mediazione del Papa per la pace. Francesco: “Con le armi si continuerà a distruggere ogni speranza” - Francesco Antonio Grana

 

“Con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, ma al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace”. Il giorno dopo l’udienza in Vaticano con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è arrivato il duro monito di Papa Francesco che, al Regina Caeli recitato con i fedeli presenti in piazza San Pietro, è tornato a condannare il ricorso alle armi. Parole molto eloquenti che confermano la volontà di Bergoglio di continuare sulla sua strada anche per quanto riguarda la guerra in Ucraina, nonostante la netta chiusura di Zelensky a ogni possibile mediazione, non solo vaticana, con la Russia. In particolare, due affermazioni del presidente hanno, almeno per il momento, vanificato l’offerta di mediazione che il Papa gli ha rinnovato anche nell’udienza di ieri: “Non si può fare una mediazione con Putin, nessun Paese al mondo lo può fare” e “per me è stato un onore incontrare Sua Santità, però lui conosce la mia posizione, la guerra è in Ucraina e il piano deve essere ucraino. Siamo molto interessati a coinvolgere il Vaticano nella nostra formula per la pace”. In che cosa consiste il “piano di pace” presentato da Zelensky? Si tratta di 10 punti in cui si chiede il ritiro delle truppe russe, il ripristino dei confini, la firma russa di un trattato per l’integrità territoriale di Kiev e un accordo con i paesi Occidentali affinché forniscano strumenti di difesa all’Ucraina. In pratica, non una mediazione, ma una serie di condizioni che portino alla vittoria.

Parole che non potevano non irritare la diplomazia della Santa Sede. Non a caso all’incontro con Zelensky si è notata l’assenza del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, a Fatima per presiedere le celebrazioni del giorno in cui la Chiesa ricorda la prima apparizione della Madonna, nel 1917, ai tre pastorelli. È evidente a tutti che sarebbe potuto rientrare in anticipo e partecipare all’udienza dei vertici della Segreteria di Stato con il presidente ucraino, immediatamente successiva a quella con Francesco. Udienza nella quale Parolin è stato sostituito dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali della Segreteria di Stato. Uno scenario che conferma la solitudine di Bergoglio nel tentativo, tutt’altro che scontato, di arrivare a una mediazione che ha come primo obiettivo il cessate il fuoco, oltre ovviamente allo scambio dei prigionieri e al rientro a casa dei bambini portati con la forza in Russia. Trattative, queste ultime due, chieste esplicitamente dall’Ucraina al Papa.

“In questi giorni – ha affermato Francesco al Regina Caeli – abbiamo assistito di nuovo a scontri armati tra israeliani e palestinesi, nei quali hanno perso la vita persone innocenti, anche donne e bambini. Auspico che la tregua appena raggiunta diventi stabile, che le armi tacciano, perché con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, ma al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace”. Con l’immancabile preghiera per la fine dei conflitti: “A lei (Maria, ndr) ci rivolgiamo chiedendo di alleviare le sofferenze della martoriata Ucraina e di tutte le nazioni ferite da guerre e violenze”. Nella meditazione sul Vangelo domenicale, il Papa ha ricordato che lo Spirito Santo “non ci lascia soli mai, sta vicino a noi, come un avvocato che assiste l’imputato stando al suo fianco. E ci suggerisce come difenderci di fronte a chi ci accusa. Ricordiamo che il grande accusatore è sempre il diavolo, che ti mette dentro i peccati, la voglia di peccato, la malvagità. Riflettiamo su questi due aspetti: la sua vicinanza a noi e il suo aiuto contro chi ci accusa”.

Francesco ha aggiunto: “Lo Spirito Santo vuole stare con noi: non è un ospite di passaggio che viene a farci una visita di cortesia. È un compagno di vita, una presenza stabile, è Spirito e desidera dimorare nel nostro spirito. È paziente e sta con noi anche quando cadiamo. Rimane perché ci ama davvero: non fa finta di volerci bene per poi lasciarci soli nelle difficoltà. No, è leale, è trasparente, è autentico. Anzi, se ci troviamo nella prova, lo Spirito Santo ci consola, portandoci il perdono e la forza di Dio. E quando ci mette di fronte ai nostri sbagli e ci corregge, lo fa con gentilezza: nella sua voce che parla al cuore ci sono sempre il timbro della tenerezza e il calore dell’amore”. Quindi, ha concluso il Papa, “se invochiamo lo Spirito, impariamo ad accogliere e ricordare la realtà più importante della vita, che ci protegge dalle accuse del male”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/05/14/irritazione-della-santa-sede-dopo-il-no-di-zelensky-alla-mediazione/7160933/.

Zelensky, armi, Ucraina. - Giuseppe Salamone

 

Repubblica, la cui proprietà produce anche armi, ci dice che le armi italiani salvano vite. Non medici, infermieri, pompieri o attrezzature per gli ospedali, le armi per loro salvano le vite. In mezzo ad un conflitto di interessi grande quanto un carro armato cresce e prospera la grande "libertà di stampa" italiana. Incredibile!

Zelensky viene qui a imporre il volere di chi gli muove i fili e la premier donna, madre e cristiana, dopo che Podolyak ci ha minacciato di attentati terroristici qualora smettessimo di obbedire al regime di Kiev non solleva la minima obiezione davanti a queste minacce spudorate, ma non solo lo asseconda come un cagnolino, espone il popolo italiano ufficialmente in una guerra contro la Russia scommettendo e sostenendo erga omnes una vittoria sul campo di Kiev contro una potenza che ha a disposizione 6000 armi nucleari.

Ci si mette anche la grande stampa a servizio della propaganda a fare da eco a chi si presenta a reti unificate con simboli nazisti in bella vista. E questi sottosviluppati, tutti pronti il 25 Aprile per festeggiare la vittoria sui nazisti, non solo non sollevano la minima obiezione davanti a tutto ciò, ma si prestano financo alla propaganda del comico piazzando domande funzionali per la narrazione bellicista. Se proprio vogliono la guerra ad oltranza, che mandassero i loro figli a buttare il sangue anziché spingere e fare i forti dai loro salotti col sangue di poveri cristi.

Per concludere arriva la ciliegina sulla torta quando il "buon uomo democratico e partigiano" Zelensky risponde a Vespa dicendo che non ha bisogno di alcun mediatore mandando in frantumi il tentativo reale e concreto di Papa Francesco. Non è un caso che il Papa lo abbia liquidato dopo appena 20 minuti di colloquio, dopo che questo essere spregevole si sia presentato con la classica arroganza non rispettando nemmeno le basi del galateo istituzionale.

Dovevano farci capire di averci portato in guerra senza dircelo? Ci sono riusciti alla grande con un'operazione di propaganda mai vista negli ultimi 80 anni. Hanno fatto tutto andando contro il volere della maggioranza degli italiani e calpestando la Costituzione Italiana. Per concludere una piccola costatazione sul Presidente della Repubblica: Caro presidente, lei non è il mio presidente!

T.me/GiuseppeSalamone

https://www.facebook.com/photo/?fbid=243918868318744&set=a.165837202793578

lunedì 15 maggio 2023

L’ ENIGMA EGIZIO.


La Grandi Piramide di Cheope contiene un enigma di cui nessuno storico o archeologo preferisce parlare. Tutti gli archeologi sono concordi nel dire che la struttura della piramide è composta da circa 2.400.000 blocchi di roccia con un peso che varia tra le 2 e le 70 tonnellate. Ciascuno di questi blocchi di roccia è stato posizionato con una precisione assoluta, visto che la piramide ha un margine di errore di solo 1 centimetro alla base, e di solo 1 grado di allineamento verso il nord. Un risultato simile si ottiene oggi solo con dei sistemi di costruzione guidati dai laser.

Ma non è la precisione con cui è stata costruita la Grande Piramide a lasciare impressionati. E nemmeno vogliamo addentrarci sul modo in cui sono stati trasportati i blocchi. La “domanda dalle cento pistole” è invece un’altra: quanto tempo ci hanno messo? Perché è questa “la domanda di tutte le domande” da farsi?

Ammesso che gli operai egizi siano riusciti a tagliare, trasportare e posizionare 1 blocco al giorno, per costruire la Grande Piramide ci sarebbero voluti esattamente (2.400.000 : 365) anni, vale a dire 6.575 anni per terminarla. Questo vuole dire che la piramide, data per terminata nel 2.500 a.C. circa, sarebbe stata iniziata come minimo nel 9.000 a.C. Ma secondo gli archeologi la Grande Piramide venne costruita in soli 10 anni verso il 2.500 a.C. Cosa comporta questa affermazione?

Per essere costruita in circa 10 anni, come insegna l’archeologia ufficiale, calcolando che si lavorava solo con la luce del giorno e quindi 10 ore al giorno, ogni blocco della piramide deve essere stato tagliato, trasportato e posizionato al ritmo di meno 1 ogni minuto, ossia uno ogni 60 secondi o poco più. (1 blocco x 60 minuti x 10 ore x 365 giorni x 10 anni) = 2.190.000. Vi immaginate un gruppo di lavoratori dotati di strumenti teneri come il rame, che non conoscono nemmeno la ruota in quel tempo, tagliare blocchi da 2 a 70 tonnellate, trasportarli su tronchi tramite rampe e posizionarne 1 ogni minuto senza interruzione, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno, per 10 anni? Io onestamente ho qualche difficoltà.

La Grande Piramide fu sicuramente costruita da gente che viveva nel posto in cui è stata rinvenuta. Ma è piuttosto evidente che il tempo in cui venne realizzata, e forse anche gli autori che la realizzarono, probabilmente non sono quelli che in molti pensano.

L’articolo continua sul libro:
51 50 35 - L’INCONFESSABILE VERITA’ SULLE PIRAMIDI

Lo può trovare al seguente link:
https://www.amazon.it/dp/B09PJJM763

https://www.facebook.com/photo/?fbid=255096677037653&set=a.166635502550438

I Saturnalia di Zelensky in tv fra propaganda e fake news.

 

MONOLOGHI DA VESPA PER CONVERTIRE LA PLEBE – Le domande ficcanti dei giornalisti: “Quando si rimette la giacca?”. “E la cravatta?”. Nessuno ribatte quando il presidente dice falsità […]

(DI DANIELA RANIERI – ilfattoquotidiano.it) – La voce che la maggioranza assoluta degli italiani è contraria all’invio di armi in Ucraina e spera in un negoziato deve essere arrivata a chi governa e ai media conseguenti; così sabato, per la visita di Zelensky a Roma, le tv pubblica e privata hanno imbastito una giornata di propaganda ad alto impatto, una specie di Saturnalia zelenskiani culminati con l’ospitata del presidente ucraino in uno speciale Porta a Porta. Alcune cose serie sono state dette, ma anche molte ridicole o false. Vespa è supportato da giornalisti di vaglia, ciascuno dei quali fa una domanda a Zelensky. Siamo nel nel pre-serale, l’ora de L’eredità, per acchiappare il pubblico generalista. Location sobria: una balconata del Vittoriano, simbolo della liberazione dell’Italia dalla dominazione austro-ungarica e del sacrificio per la Patria.

Zelensky parte con un concetto che ribadirà più volte durante il monologo intervallato da domande detto intervista: “Putin ha eserciti pagati e quindi soldati non motivati”, mentre il popolo ucraino è pieno di fervore patriottico e sta al 100% col governo. Se fosse vero, Zelensky non avrebbe avuto bisogno di mettere fuori legge gli 11 partiti di opposizione, oscurare tre reti tv critiche col governo, istituire la legge marziale (reclutamento obbligatorio, potere giudiziario in mano ai tribunali militari, abolizione di leggi ordinarie). Putin “è un piccolo leader che uccide per difendere la poltrona”. Tutte buone ragioni per la Nato per protrarre una guerra per interposta Ucraina e destituirlo: l’ex premier israeliano Bennett ha rivelato che nel marzo ‘22 un tentativo di tregua fallì per il veto di Johnson e Biden, che volevano “to smash Putin”, distruggerlo.

Mentana, direttore Tg7: “Una corrente minoritaria aiutata dalla propaganda social crede che c’è stato un colpo di Stato nel 2014 e un eccidio nel Donbass”, una fake news su cui chiede a Zelensky “parole definitive”. Zelensky parla di Putin: “Non credo che grandi società continuino a fidarsi di questa persona, si è confuso, non c’ero nel 2014 come presidente, non mantiene gli accordi”. In realtà i crimini di guerra commessi in Donbass da truppe regolari ucraine e milizie neonaziste contro le popolazioni russofone sotto i governi Poroshenko e Zelensky, in violazione dei due accordi di Minsk su cessate il fuoco e autonomia di Lugansk e Donetsk, sono stati documentati per 9 anni da Onu, Osce, Amnesty, Unhcr, Human Rights Watch etc., a proposito di fake news. Zelensky aggiunge: “Ringraziamo voi giornalisti che mostrare la verità”.

Ci avverte che “il passo successivo è la Moldova, i Paesi del Baltico… sono Paesi Nato”, “dovete capire che è meglio aiutare l’Ucraina che mandare in guerra i vostri figli”. Pura propaganda di guerra. E sta ammettendo che non c’è scritto in nessun trattato che dobbiamo armare un Paese non Ue e non Nato.

Maggioni, direttrice Tg1: “Quand’è che si rimette la giacca?”. Vespa: “E la cravatta che gli ho regalato io!”. Zelensky pensa che è meglio tornare sotto le bombe: “Quando ci sarà la vittoria. Putin è come un grande animale feroce, cerca di aggirare le sanzioni con altri Paesi”. Così da una domanda sciocca esce una verità, cioè che le sanzioni non funzionano (economia russa: crescita superiore all’Europa; Ucraina: fallita).

Scorrono foto di lui che bacia Meloni. Dice: “Stiamo combattendo per i valori europei”, è una “guerra per i valori per la libertà di parola”, che Putin conculca in Russia. I nostri cari valori europei di libertà di parola, per i quali si prova a escludere il fisico Rovelli dalla Fiera del libro di Francoforte per aver criticato il ministro delle Armi Crosetto e invocato la pace. L’intellettuale Galimberti a In onda: Rovelli “non deve usare la sua posizione di scienziato per dire il contrario di quanto dice il presidente della Repubblica se invitato a rappresentare l’Italia”, come se non si potesse rappresentare il proprio Paese criticando le autorità. Una posizione che sarebbe piaciuta molto a Pavolini. E a Putin. È abolito l’art. 21, siamo alla caccia ai traditori della Patria.

Zelensky: “Non tutti sanno cosa succede all’informazione in Russia, Putin è riuscito a raccontare alla sua società che in Ucraina ci sono i nazisti”. Veramente risulta da rapporti Osce e da inchieste di Guardian e Bbc. Soprannominati “Uomini in nero”, dopo le denunce di Amnesty nel 2016 sono indicati in un rapporto Osce come “responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e uso sistematico di tecniche di tortura”. Il capo è Andrij Biletsky, membro del Parlamento ucraino dal 2014 al ’19 e cofondatore dell’Assemblea Social-nazionale, i cui obiettivi sono “la protezione della razza bianca”, l’eradicazione di “capitale speculativo sionista internazionale” e “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro gli Untermenschen (popoli inferiori, ndr)”. Sono quelli che i nostri giornali hanno chiamato “eroi kantiani” e “partigiani”.

Molinari: “L’arma atomica per difendere la Crimea è realistica?”. Zelensky: “Io credo che Putin non utilizzerà le armi nucleari, però nessuno può sapere cosa ha nella testa; se decide di usarle lui, il giorno dopo non sarà più vivo. Sta seduto al tavolo lungo, ha paura di ammalarsi di Covid: ha voglia di vivere, ho questa impressione, non dobbiamo avere paura”. Quindi ci fidiamo, contiamo sulla voglia di vivere di Putin percepita da Zelensky.

Dice che la Russia “non sarà invitata” al negoziato e “non si può fare la mediazione con Putin” (e con chi la fa, con Meloni e Vespa?), “avevamo una piattaforma di mediazione, gli accordi di Minsk”, che però sono stati violati anche da Zelensky. Minsk-2 prevedeva un Donbass sotto controllo di Kiev in cambio dell’autonomia speciale a Lugansk e Donetsk, dove Zelensky ha vietato la lingua russa e continuato la guerra civile anzichè cessare il fuoco.

De Bortoli gli domanda dei droni sul Cremlino. Zelensky: “Sicuramente non è stato un drone nostro. Putin inventa le cose, non so chi l’ha lanciato, altrimenti l’avremmo detto, non abbiano nulla da nascondere”. Certo, come quando un missile cadde in Polonia e Zelensky lo fece passare per russo pur sapendo che era ucraino e chiese l’intervento della Nato.

“Quando Putin vede sé stesso diventare più debole, potrebbe fare passi diplomatici, ma un anno dopo tornerebbe a uccidere”. I giornalisti annuiscono. Quindi finirà quando Putin muore? Al ponentino di Roma, all’ora dell’aperitivo sull’Altare della Patria, sembra stiano lì lì per deliberare di giustiziarlo.

Maggioni: “Ha mai pensato non ce la posso fare?”. Zelensky: “Ma ce l’ho fatta!”. Ridono. Vespa: “Non voglio un passaggio, voglio le armi!”, dice citandolo. Zelensky: “Posso ripeterlo, se aiuta il governo italiano!”. Vespa: “Oggi ne abbiamo avuto rassicurazione dal governo italiano”, sempre sia lodato. Sporge le mani verso la terrazza, gli mostra Roma: “Quanto bene le vogliamo, noi italiani”. Amen.

https://infosannio.com/2023/05/15/i-saturnalia-di-zelensky-in-tv-fra-propaganda-e-fake-news/?fbclid=IwAR244-9hp5wSKsJmX-cU9J7S5x4ZxzYIAzvyPk3pL-YDCg8f70_k-sDHZI4

sabato 13 maggio 2023

Taq-e Bostan: grandi rilievi rupestri scolpiti intorno al IV secolo d.C.

 

Taq-e Bostan, che significa Arco del Giardino o Arco di pietra, è un sito con una serie di grandi rilievi rupestri risalenti all'era dell'Impero sassanide di Persia (Iran), scolpiti intorno al IV secolo d.C. Consiste di tre parti principali che sono incorniciate investiture di Ardashir II, il grande Taq e il piccolo Taq. Quello grande è un capolavoro raffigurante il regno di Khosrow II e quello piccolo è un memoriale di Shapur III. Il monumento simboleggia il potere e la gloria. Gli intagli della parte d'ingresso della volta rappresentano feste dei re e governatori meravigliosamente eseguiti da artisti professionisti persiani di quei giorni.

Taq-e Bostan e i suoi motivi in ​​​​rilievo accentuano il potere, le tendenze religiose, la gloria, l'onore, la vastità della corte, il gioco e lo spirito combattivo, la festa, la gioia e l'esultanza

I re sassanidi scelsero una splendida cornice per i loro rilievi rupestri lungo un punto di passaggio e un campeggio della storica rotta carovaniera della Via della Seta. I rilievi sono adiacenti a sorgenti sacre che sfociano in una grande pozza riflettente alla base di una scogliera di montagna. Taq-e Bostan e il suo rilievo roccioso sono una delle 30 reliquie sassanidi sopravvissute dei monti Zagros . Secondo Arthur Pope, il fondatore dell'Iranian Art and Archaeology Institute negli Stati Uniti d'America , "l'arte era caratteristica del popolo iraniano e il dono di cui ha dotato il mondo".

Il sito e il suo rilievo roccioso sono una delle 30 reliquie sasanidi sopravvissute dei monti Zagros.
































venerdì 12 maggio 2023

L’anello di Carvilio - Anna Rita Rossi

 

L’anello di Carvilio,
ritrovato al dito di una matrona romana durante degli scavi sulla via Latina, testimonia il profondo dolore e al contempo il grande amore di una madre per suo figlio.
Nell’anno 2000, sulla via Latina, vicino Grottaferrata, alla periferia sud-est di Roma, mentre si eseguono degli scavi per togliere un traliccio da un terreno, affiorano dei gradini.
Allertata la Soprintendenza archeologica ed effettuati ulteriori scavi si scopre che quei gradini conducono a una porta sigillata. Al di là della porta, una tomba romana del I sec. d.C., ancora intatta.
La tomba di 9 metri quadrati ospita due sarcofagi di marmo. Nel primo è deposto “Carvilio Gemello”; nell’altro, “Aebutia Quarta”.
I corpi dei due defunti si sono conservati bene, soprattutto quello del giovane, probabilmente, grazie all’imbalsamazione e alle favorevoli condizioni microclimatiche della tomba.
Nel sarcofago di Aebutia, ricca matrona romana, è rinvenuto solo lo scheletro, ma sono presenti anche le ghirlande di fiori (lilium, rose e viole) che decoravano la defunta, la veste di seta che indossava e la preziosa parrucca rossa che aveva sul capo, fatta di capelli umani, fibre vegetali e crini animali.
Nessuno dei due defunti aveva in bocca la tradizionale moneta, come era nell’uso romano, questo fa supporre che Carvilio e Aebutia fossero seguaci del culto egiziano di Iside.
Parrucche simili a quella indossata dalla nobildonna romana sono state ritrovate anche in altre sepolture, mentre originale e assolutamente unico è l’anello a fascia, al dito di Aebutia, anello che ha suscitato grande stupore negli archeologi. Un oggetto di grande bellezza e di inestimabile valore per la sua unicità e per la valenza affettiva.
Al di sotto del castone (parte dell’anello, o di altro gioiello, dove è collocata la gemma) in cristallo di rocca, lavorato “a cabochon”, è posto un mini-busto di Carvilio, morto a 18 anni e tre mesi. Il giovane raffigurato è a torso nudo; sono evidenti i capelli ricci, le labbra sottili e il naso aquilino.
Grazie alla luminosità dovuta alla lente di cristallo, l’immagine di Carvilio acquista profondità quando la si osserva.
Aebutia aveva avuto due figli da mariti diversi. Carvilio era nato dal primo matrimonio della donna con Tito Carvilio, della famiglia Sergia. Dal secondo marito, invece, ebbe una figlia, Antestia Balbina, che si occupò della sua sepoltura.
Aebutia morì alcuni anni dopo Carvilio, all’età di 40-45 anni. Nel suo sarcofago erano presenti anche alcune piccole ossa infantili, fatto che indurrebbe a ipotizzare che la donna fosse incinta al momento della morte.
Il magnifico anello è conservato, oggi, presso il Museo Archeologico di Palestrina, Roma.


Di Anna Rita Rossi

https://www.facebook.com/photo/?fbid=138869819170999&set=gm.1304826050465582&idorvanity=248874672727397