Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 23 febbraio 2025
Il Dwarfie Stane, Scozia. -
venerdì 21 febbraio 2025
giovedì 20 febbraio 2025
Herodium, Deserto di Giudea.
Arroccato su una collina artificiale nel Deserto di Giudea, circa 12 chilometri a sud di Gerusalemme e 5 chilometri a sud-est di Betlemme, sorge l’Herodium, straordinaria testimonianza della maestria architettonica e della visione grandiosa di Erode il Grande. Costruito tra il 23 e il 15 a.C., questo complesso unisce in modo unico le funzioni di fortezza, palazzo reale e mausoleo, riflettendo l’ambizione di Erode e il suo desiderio di lasciare un segno indelebile nella storia.
Il progetto dell’Herodium rappresenta un autentico capolavoro di ingegneria antica. La residenza reale, situata sulla sommità, era circondata da quattro torri, di cui la più grande ospitava gli alloggi privati di Erode, decorati con raffinati affreschi e pavimenti a mosaico. Il complesso comprendeva anche un lussuoso bagno in stile romano, dotato di calidarium (bagno caldo), tepidarium (sala tiepida) e frigidarium (bagno freddo), a testimonianza dello sfarzo tipico delle costruzioni erodiane.
Nel 2007, gli archeologi hanno scoperto all’Herodium un sontuoso sarcofago, ritenuto la tomba di Erode stesso. Questo ritrovamento ha offerto nuove preziose informazioni sulle pratiche funerarie e sull’architettura monumentale dell’epoca.
Oltre alla sua magnificenza iniziale, l’Herodium ebbe un ruolo di rilievo in eventi storici successivi. Durante la Prima Guerra Giudaico-Romana (66-73 d.C.), i ribelli ebrei trasformarono il triclinio (sala da pranzo) di Erode in una sinagoga, uno dei primi esempi noti di questa riconversione in tutta la regione del Levante. Più tardi, durante la rivolta di Bar Kokhba (132-136 d.C.), la fortezza divenne un bastione dei ribelli, come dimostrano i tunnel sotterranei e le fortificazioni rinvenute dagli archeologi.
Oggi l’Herodium resta un’imponente testimonianza dell’innovazione architettonica di Erode e della complessa storia della Giudea antica. Le sue rovine offrono a studiosi e visitatori una finestra unica sul passato, rivelando la fusione tra lusso e strategia militare che caratterizzava il regno di Erode. Ancora oggi il sito è al centro di importanti ricerche archeologiche, contribuendo a far luce sulle dinamiche culturali e politiche dell’antica Giudea
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mercoledì 19 febbraio 2025
Il piano di Trump per il futuro dell’Ucraina? Non solo terre rare: dal petrolio al gas, cosa dovrebbe cedere Kiev in cambio della pace.
Una colonizzazione economica. O, in termini meno tecnici, una svendita totale. Se accettasse le condizioni proposte e il contratto venisse effettivamente firmato, Kiev potrebbe dover letteralmente consegnare a Washington le chiavi del proprio comparto estrattivo. E non solo di quello. Perché non ci sono solo le terre rare nell’accordo che Donald Trump ha proposto all’Ucraina per continuare a garantirle il sostegno militare degli Stati Uniti: i “500 miliardi di dollari” che il tycoon ha chiesto a Volodymyr Zelensky comprendono altri importanti asset strategici come porti e infrastrutture di petrolio e gas. Tutto nero su bianco in una bozza del contratto preliminare pubblicata dal Telegraph.
Il documento, contrassegnato come “Privileged & Confidential” e datato “7 febbraio 2025”, afferma che gli Stati Uniti e l’Ucraina dovrebbero creare un fondo di investimento congiunto per garantire che “le parti ostili al conflitto non traggano vantaggio dalla ricostruzione dell’Ucraina”. Ma a restare fuori dal gioco non sarebbero solo quelle ostili: il fondo, si legge, “avrà il diritto esclusivo di stabilire il metodo, i criteri di selezione, i termini e le condizioni” di tutte le licenze e i progetti futuri. Washington, quindi, potrà decidere con quali paesi Kiev potrà o non potrà fare affari in futuro. L’accordo copre il “valore economico associato alle risorse dell’Ucraina”, tra cui “risorse minerarie, petrolio e gas, porti, altre infrastrutture (come concordato)” e “sarà regolato dalla legislazione di New York“. Feudo politico e finanziaro del tycoon.
Washington avrà diritto al 50% delle entrate che l’Ucraina ricaverà dall’estrazione di risorse e al 50% del valore finanziario di “tutte le nuove licenze rilasciate a terze parti”. Agli Stati Uniti sarà garantito “un privilegio su tali entrate“. “Una clausola che significa ‘pagateci prima e poi date da mangiare ai vostri figli'”, ha commentato una fonte vicina alle trattative con il quotidiano britannico. Per tutte le future licenze, inoltre, “gli Stati Uniti avranno un diritto di prelazione sull’acquisto di minerali esportabili”. Condizioni che al vertice sulla sicurezza tenuto nel fine settimana a Monaco hanno costretto i funzionari ucraini, già a conoscenza della bozza, a opporre buon viso a cattivo gioco, ufficialmente facendo professione di fiducia in vista un accordo, ma allo stesso tempo sostenendo a mezza bocca che l’intesa proposta da Washington è economicamente insostenibile e necessita di modifiche.
Era stato Zelensky a proporre agli Stati Uniti “condizioni favorevoli” per una partecipazione diretta nell’estrazione di minerali pregiati sul territorio ucraino durante una visita alla Trump Tower a settembre, con l’obiettivo di garantirsi la fornitura di armamenti anche dopo la vittoria del tycoon. L’idea del leader ucraino era di portare aziende statunitensi a stabilirsi sul territorio, creando un legame politico-economico con la prima potenza mondiale in grado di dissuadere Vladimir Putin dall’attaccare di nuovo il paese. Con la metà dei bacini minerari più preziosi che si trovano vicino al fronte di guerra nell’est o nelle aree occupate dai russi, il calcolo non dichiarato di Zelensky era quello di evitare che le riserve strategiche di titanio, tungsteno, uranio, grafite e terre rare finiscano nelle mani di Mosca. Difficilmente, tuttavia, avrebbe pensato di trovarsi di fronte a condizioni così dure, simili a quelle imposte agli stati aggressori sconfitti in guerra.
Trump aveva detto chiaramente di puntare alle ricchezze ucraine. Dall’inizio della guerra, aveva premesso, gli Stati Uniti hanno dato a Kiev tra i 300 e i 350 miliardi di dollari i aiuti. “Ho detto loro (agli ucraini, ndr) che voglio l’equivalente di 500 miliardi di dollari di terre rare – aveva detto il 10 febbraio a Fox News -, e hanno sostanzialmente accettato”. “Hanno terreni di enorme valore in termini di terre rare, in termini di petrolio e gas, in termini di altre cose”, aveva spiegato. Ora il pre-contratto quantifica la richiesta. Se la bozza venisse accettata, calcola il Telegraph, “le richieste di Trump ammonterebbero a una quota maggiore del Pil ucraino rispetto alle riparazioni imposte alla Germania dal Trattato di Versailles” che il 7 maggio 1919 pose ufficialmente fino alla Prima guerra mondiale, “in seguito ridotte alla Conferenza di Londra nel 1921 e dal Piano Dawes nel 1924”. Le condizioni “sono peggiori delle sanzioni finanziarie imposte a Germania e Giappone dopo la loro sconfitta nel 1945. Entrambi i paesi erano in definitiva beneficiari netti di fondi dagli alleati vittoriosi”.
Terrificante! Gli USA producono guerre per appropriarsi di tutto ciò che produce denaro... Visto che non sono riusciti ad ottenere ciò che volevano con la guerra provocata, usano altri sistemi per appropriarsi di ciò che interessa loro: terre rare, petrolio, gas... E non smetteranno mai, perchè la loro voglia di primeggiare in tutto e diventare padroni del mondo non cesserà mai!
cetta.
"Il forte di Samaipata" Bolivia. - Nicolas Kess Jighu
Situato nell'alta giungla della Bolivia si trova l'antico sito di Samaipata, un luogo avvolto nel mistero e scolpito nella pietra. Conosciuto come El Fuerte de Samaipata o "Il forte di Samaipata", questa antica meraviglia megalitica non è una fortezza nel senso tradizionale, ma piuttosto una vasta piattaforma di roccia scolpita adornata con simboli enigmatici e canali che sfidano una facile spiegazione.
Con una lunghezza di 220 metri e una larghezza di 60 metri, Samaipata è una delle pietre scolpite più grandi del mondo. La sua superficie liscia è incisa con figure, canali e nicchie, il che suggerisce che potrebbe essere stata un centro cerimoniale o astronomico. Alcuni storici ritengono che fosse un luogo sacro per la civiltà Inca, mentre altri suggeriscono che potrebbe avere origini più profonde, pre-Inca, potenzialmente risalenti a culture scomparse molto tempo fa.
Il design include diverse figure di animali, in particolare serpenti, e simboli che si allineano con punti celesti chiave. Ciò ha portato a teorie secondo cui il sito fosse un osservatorio astronomico. Tuttavia, a differenza di altri siti Inca, le incisioni di Samaipata sono più astratte e prive del taglio preciso della pietra tipicamente associato all'architettura Inca, il che aumenta il mistero su chi le abbia effettivamente costruite e per quale scopo.
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