Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 23 maggio 2010
“NOI NON CI FERMIAMO” - Ferruccio Sansa
L’inciampo del Cavaliere e un blog a Hong Kong - Pino Corrias
La scena è notevole. Manipoli di senatori che a notte alta difendono la vendetta legislativa del Capo. Fabbricano filo spinato, dispongono multe ai giornalisti e editori, inceppano intercettazioni, fissano scadenze alle indagini, proibiscono, aggirano, nascondono. Vogliono che nulla possa essere raccontato sui giornali fino alla prima udienza del processo. Vogliono farci dimenticare cognomi e storie. Da Mills a Scajola, passando per un centinaio di altri labirinti illuminati fino a ieri, la Cricca e le scalate bancarie, le escort e i dalemiani pugliesi, le cliniche milanesi, l’Aquila, la Maddalena, le saghe siciliane, calabresi, campane, le telefonate della Mastella e quelle di Luciano Moggi.
E mentre questi insonni senatori lavorano di notte, fuori si addensa la tempesta perfetta. A chi piace questa legge? A nessuno tranne al Sultano che la pretende, al drappello dei ghedini che gliela stanno tagliando su misura e naturalmente agli invisibili banditi, faccendieri, corruttori, che non vedono l’ora di raddoppiare indisturbati i loro traffici di uomini, appalti, denari.
Non la vogliono i magistrati, né le forze di polizia. Protestano gli editori, i giornalisti, per fortuna anche quelli di Mediast, praticamente tutti, tranne l’astuto Minzolini. Protesta l’opposizione. L’Europa inorridisce. Gli americani ci fanno sapere quanto le deplorano per vie ufficiali e clamorose. Semplicemente perché sono norme che violano il buon senso, tutte le leggi e naturalmente la Costituzione. Sono norme criminogene. Fatte per proteggere i criminali dalla giustizia. Per accecare l’opinione pubblica. Per cancellare la cronaca, il diritto, trasformare questo Paese in un luogo senza storia, senza politica, senza futuro.
Se tutte le sirene d’allarme continueranno a suonare, forse questa legge non vedrà mai la luce. E pure il Cavaliere, rimasto al buio, sebbene indossando l’accappatoio bianco, finirà per inciampare e cadere. In alternativa prepariamoci alla disobbedienze, pubblicare subito, pubblicare tutto. A fabbricare qualche migliaio di blog a Hong Kong. O almeno uno.
(Vignetta di Fifo)
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/post/2490298.html
INTERCETTAZIONI: il giuramento di Art.21
Giuro che se e quando la legge bavaglio sarà approvata mi impegnerò a fare prevalere sempre e comunque il dovere di informare e il diritto di essere informati.
Giuro che attraverso tv, radio, giornali, siti e blog e con qualsiasi altro mezzo possibile darò qualsiasi notizia che rivesta i requisiti del pubblico interesse e della rilevanza sociale come prevedono le sentenze europee, i valori costituzionali e la legge istitutiva dell'ordine dei giornalisti.
Giuro che utilizzerò tutti gli strumenti possibili per disattivare questa norma ingiusta ed incivile si propone non solo di colpire giornalisti ed editori ma di oscurare l'opinione pubblica e di rendere impuniti corrotti e corruttori.
Giuro che sarò ora e sempre contro ogni bavaglio alla libertà di informazione e all'articolo21 della Costituzione
E' il nostro "giuramento di Ippocrate", il nostro impegno contro la censura e l'autocensura nell'informazione. Lo abbiamo diffuso nella giornata di oggi davanti a Montecitorio in occasione della manifestazione contro il ddl intercettazioni e vi invitiamo a firmarlo e a diffonderlo!
"Il ministro (bip) ha comprato casa con assegni intestati a (bip). Ci scusiamo ma non possiamo dire altro..." - di Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti / Intercettazioni, l'Europa ci tirerà dal tritacarne- di Federico Orlando /
Firma qui e giura anche tu contro ogni bavaglio
http://www.articolo21.org/1177/notizia/intercettazioni-il-giuramento-di-art21-.html
Come ilgoverno vuole combattere la mafia.
1 maggio 2010
Palermo. “Si chiede di sapere se il Governo non reputi necessario adottare dei provvedimenti di urgenza per sopperire immediatamente alle carenze di organico e risorse della Procura di Caltanissetta e delle altre Procure antimafia coinvolte nell'attività giudiziaria sulle trattative e sulle stragi '92-'93, come quelle di Palermo e Firenze”.
È la richiesta che il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, fa al governo attraverso un’interrogazione presentata al Senato.
Sulle stragi, spiega Lumia nell’interrogazione, “dopo anni di depistaggi e deviazioni le indagini sembrano avere imboccato la strada giusta per fare luce sul livello politico.
Tuttavia gli ostacoli e le difficoltà non mancano mai.
La Procura di Caltanissetta, infatti, titolare dell'inchiesta, presenta un deficit di uomini e mezzi che sicuramente non favorisce le attività di indagine”.
“Giungere alla verità – continua l’esponente del Pd – è fondamentale per sanare una ferita profonda della storia del nostro Paese e ridare credibilità allo Stato e alle istituzioni democratiche”.
“I tagli operati dal Governo alla giustizia – conclude Lumia – non vanno certo in questa direzione, visto che hanno impoverito anche le Procure antimafia, che da mesi lamentano la scarsità di uomini e mezzi.
Una decisione, questa, che stride con l'impegno antimafia sbandierato dal Governo ad ogni operazione antimafia realizzata dai magistrati e dalle Forze dell'ordine”.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/28397/48/
Il Csm non concede la proroga. E il Gip Tona lascia Caltanissetta.
di Redazione - 20 maggio 2010
Il Gip di Caltanissetta Giovanbattista Tona lascerà definitivamente il suo incarico.
Il gip, particolarmente apprezzato per il suo rigore e la sua precisione, doti riconosciute in diversi procedimenti sia dalle accuse che dalle difese, ha terminato il periodo di 10 anni in cui, secondo la legge Mastella, un magistrato può ricoprire lo stesso incarico.
Motivo per cui aveva chiesto l'applicazione ad alcune indagini di notevole complessità, da lui seguite da lungo tempo.
Dopo il no Tona passerà alla magistatura civile e per chi erediterà il suo incarico occoreranno mesi per studiare le carte, cosa che potrebbe determinare una nuova stagnazione di importanti inchieste appena riaperte.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/28356/78/
Lezioni americane - Giampiero Gramaglia
Il sottosegretario al Dipartimento di Giustizia Usa difende le intercettazioni. Goffa replica di Alfano: non cambierà nulla.
“Non vorremmo mai che accadesse qualcosa che impedisse ai magistrati italiani di continuare a fare l’ottimo lavoro finora svolto: le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini”, specie nella lotta alla mafia. Forse, Lenny A. Brauer, sottosegretario alla Giustizia dell’amministrazione Obama, con delega alla Criminalità organizzata internazionale, non si rende neppure conto d’intervenire a gamba tesa, con queste dichiarazioni, nelle polemiche italiane e ormai internazionali sulla ‘legge bavaglio’. E, infatti, Brauer, in Italia per colloqui sulla lotta al crimine, insiste: “La legislazione italiana finora è stata molto efficace”.
Il sottosegretario Usa sottolinea “l’eccellente cooperazione” tra autorità e inquirenti dei due Paesi nella lotta al crimine: “L’Italia ha fatto grandi progressi nel condurre le indagini e nel perseguire i gruppi mafiosi operanti entro i suoi confini”, anche se, insieme, “possiamo e dobbiamo fare di più”. Brauer non solleva il problema della libertà di stampa. E, quando s’accorge di essersi spinto lontano, precisa: “Non spetta a me entrare nel merito di decisioni che riguardano l’Italia. E non conosco i provvedimenti in discussione”. Una parziale marcia indietro che dà lo spunto al ministro Alfano per una goffa replica: “Non è stata prevista alcuna restrizione per i reati di mafia e terrorismo. L’esponente Usa non ha inteso in alcun modo entrare in valutazioni di merito sulla legislazione italiana in materia di intercettazioni”. Ma polemiche e critiche su questo aspetto del provvedimento sulle intercettazioni hanno ormai una dimensione mondiale. La stampa se ne occupa con toni duri.
In Francia, Nouvel Obs scrive che “media e magistrati italiani sono contrari alle limitazioni sulle intercettazioni”; in Spagna, El Paìs e Abc fanno muro contro il disegno di legge; in Gran Bretagna, il Financial Times dà rilievo alla sfida di Sky Italia, la tv italiana dell’editore australiano Rupert Murdoch, contro “la legge Berlusconi”. Il passo di Sky presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha sede a Strasburgo, deve ancora concretizzarsi: ci vorrà tempo perché esso possa essere avviato, bisognerà prima attendere l’esaurimento delle possibilità di ricorso nazionali. Da Bruxelles, la Commissione europea ricorda che non ha l’abitudine di commentare “disegni di legge in corso di elaborazione” e dice che “non farà un’eccezione in questo caso”. Il portavoce Olivier Bailly afferma: “Non abbiamo ricevuto nessuna protesta e non facciamo nessun commento”. Del resto, sulle violazioni dei diritti dell’uomo, la competenza è della Corte di Strasburgo e non degli organi dell’Ue.
A rispondere alle sollecitazioni dei giornalisti è la Freedom House, l’associazione no profit Usa che ogni anno pubblica una classifica mondiale della libertà di stampa:nell’ultima, l’Italia figura al 72esimo posto, in barba alle dichiarazioni di Mr B. che qui da noi c’è troppa libertà di stampa. Una posizione destinata a peggiorare, se la ‘norma bavaglio’ dovesse passare. Karin Karkekar, di Freedom House, dà un’intervista alla Bloomberg: il disegno di legge italiano “penalizza la stampa ed è contrario agli standard internazionali, perché “potrebbe punire i giornalisti per avere riportato un’informazione pubblicamente disponibile o notizie che sono di pubblico interesse”.
Per la Karlekar, “le misure con sanzioni così dure per i giornalisti sono fuori linea con le norme predominanti, che tendono a depenalizzare le pratiche illegali della stampa”. Le dichiarazioni di Brauer rischiano di tradursi in uno screzio tra Italia e Stati Uniti, anche perché il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si schiera, invece, in prima linea nella difesa del disegno ‘anti-intercettazioni’: “Tanti italiani – afferma – hanno sofferto la barbarie di vedere notizie private apparire sulla prima pagina dei giornali senza nessun filtro, una barbarie che deve finire”. Dopo di che, Frattini (esattamente come Alfano) tira fuori una frase che dovrebbe rassicurare gli Stati Uniti: “Tutto quello che servirà per combattere le mafie, intercettazioni incluse, non sarà né toccato né ridotto”. La questione non è emersa, ieri, nell’incontro che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha avuto al Quirinale, con il presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso, presente il ministro delle Politiche comunitarie Stefano Ronchi.
Ma potrebbe, invece, avere un’eco nella missione che Napolitano sta per intraprendere a Washington, dove, martedì, accompagnato proprio dal ministro Frattini, sarà ricevuto alla Casa Bianca dal presidente statunitense. Barack Obamapare avere una considerazione particolare per quel vecchio comunista italiano che, l’estate scorsa, a Roma per il Vertice del G8, salutò come “un leader mondiale”, ringraziandolo “per la sua leadership”. Primo dirigente del Pci a sbarcare negli Usa 32 anni or sono, Napolitano continua a interessare gli americani e a goderne la fiducia. La visita a Washington era prevista dopo l’estate, ma è stata anticipata su richiesta di Obama, e in tempi stretti: il presidente Usa vuole capire che cosa accade nell’Europa dei leader pavidi nella difesa della propria moneta. E, magari, vuole anche capire che cosa succede in Italia, tra scandali, corruzioni e ‘leggi bavaglio’.
LEGGI
Carelli: 'Dare notizie è un diritto' di Silvia Truzzi
Guarnotta: 'Napolitano rimandi il testo alle Camere' di Sandra Amurri
Da il Fatto Quotidiano del 22 maggio