lunedì 24 maggio 2010

Cannes, premia Elio Germano:'Viva l'Italia, non il governo'

23 maggio 2010
Il 29enne Elio come Marcello Mastroianni 23 anni fa: miglior attore per La nostra vita di Daniele Luchetti, dedica il premio agli “italiani che fanno di tutto per rendere il nostro un paese migliore, nonostante la loro classe dirigente”.
di
Federico Pontiggia

CANNES: “I governanti rimproverano al cinema di parlare male della nostra nazione. Volevo dedicare questo premio all’Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere il nostro un paese migliore, nonostante la loro classe dirigente”. E per
Elio Germano sono applausi a scena aperta alla cerimonia di chiusura del 63esimo festival di Cannes: ex-aequo con il Biutiful con Javier Bardem diAlejandro Gonzalez Inarritu, è lui il miglior attore per La nostra vita diDaniele Luchetti. Bisogna andare indietro al 1994 per trovare un interprete italiano consacrato a Cannes, ovvero la Virna Lisi de La Regina Margot, e addirittura per un predecessore maschile si deve scendere fino al 1987, con il protagonista di Oci ciornie di Nikita Mikhalkov: Marcello Mastroianni. Non serve aggiungere altro per sottolineare l’importanza del traguardo raggiunto da Germano a soli 29 anni (ne compirà 30 il 25 settembre): straordinario “furbetto del canterino” in un one man show proletario nella periferia della sua città natale, Roma, Elio ha portato sul palco del cinema mondiale i ringraziamenti per il suo regista, i produttori Rai Cinema e Cattleya, ma anche un colpo al governo, assente a Cannes col ministro Bondi ma impegnato in patria a demolire lirica, cinema, cultura tutta. Per dirla alla francese, chapeau!

Felici siamo anche per la Palma d’Oro, piantata nella giungla dove avremmo voluto: chissà che la scena d'amore tra un pesce gatto e una brutta principessa non la faccia pendere verso la Thailandia, avevamo scritto. E così è stato: il visionario regista di
Big Fish e presidente di giuria Tim Burton ha dato il massimo riconoscimento aUncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives di Apichatpong Weerasethakul. Tra miti animisti e politica antimilitarista, reincarnazioni possibili e fantasmi sensibili, il regista thailandese ha fatto della giungla un nuovo Libro audiovisivo, un incontro tra umano e animale con morti vivissimi e figli-scimmioni dagli occhi rossi. E c’è pure tanta ironia ("Muoio perché ho ucciso troppi comunisti"), per rivendicare alla settima arte lo stile e il potere immaginifico cine qua non: Bim lo porterà nelle nostre sale, non perdetelo! Meno entusiasmo, almeno il nostro, hanno viceversa sortito gli altri esiti di Cannes 63: Grand Prix a Des hommes et des dieux di Xavier Beauvois, sul martirio ecumenico di sette monaci cistercensi in Algeria nel ‘96, che scivola nell’affabulazione televisiva e nell’enfasi spirituale (arriverà da noi con Lucky Red); premio della giuria a Un homme qui criedel chadiano Mahamat-Saleh Haroun, poeticamente edificante, stilisticamente elementare; miglior attrice protagonista Juliette Binoche per la sbiadita, noiosaCopia conforme di Abbas Kiarostami: era già sul poster di Cannes 63, a Juliette dei sospiri ora manca solo una statua d’oro al Palais... Ancora, Emanuelle Devosha consegnato al coreano Lee Chang-dong il premio alla sceneggiatura perPoetry, mentre il francese Mathieu Amalric l’ha spuntata per la regia della sua dolente, Burlseque Tournée e Michael Rowe vince la Camera d’Or al miglior esordio con Anno Bisestile. Chi rimane fuori? Another Year di Mike Leigh, dato per favorito alla vigilia, e My Joy dell’ucraino Sergei Loznitsa, un altro dei nostri favoriti. Pazienza, e viva l’Italia. Ma quella di Germano.

VIDEO DELLA PREMIAZIONE (
Repubblica.it)


Report contro la legge-bavaglio - (23 maggio 2010)


Paolo Borsellino: discorso in memoria di Falcone


Giro di vite sugli evasori - Marco Vicari

23 maggio 2010
Nuovo scudo fiscale. In Palio col Gratta e Vinci.

C'è ansia per le borse europee. A Milano la parola d'ordine questa settimana non è stata "Vendi!" o "Compra!" ma "Baratta!". In Italia prevale comunque l' ottimismo perchè un bot italiano vale ancora 3 pecore (contro le 3 pelli di daino dei bot spagnoli, le 2 pelli di camoscio dei bot portoghesi e le 2 pelli di risparmiatori dei bot greci). Martedì Tremonti si è recato a Bruxelles per la riunione Ecofin. Accolto da una banda che ha suonato per lui l'inno italiano, il sirtaki, Tremonti ha illustrato la prossima manovra: "Dovranno preoccuparsi gli evasori e i falsi invalidi". La minaccia ha generato una terribile ansia negli evasori. Molti per lo stress sono diventati ciechi e ora percepiscono una falsa pensione di invalidità. Altri dopo aver sentito le parole del Governo si sono pentiti. C’è chi giura di aver visto evasori urlare: “La prossima volta col cavolo che vi rivoto!”. Dunque giro di vite contro gli evasori. Infatti non tutti potranno accedere al prossimo Scudo Fiscale. Solo i fortunati che lo vinceranno al Gratta e Vinci. Tra i condoni, invece, si pensa di fare cassa con quello sul conflitto di interesse. Il meccanismo pare sarà il seguente: la domanda la fa tua moglie, il condono lo paga tuo cognato e se fai la richiesta ma poi non paghi, pignorano tuo fratello (dopo tutto il conflitto di interessi è uno dei capisaldi della nostra economia. Presto sulla moneta da un euro italiana non ci sarà piu' l'Uomo di Vitruvio. Ma suo figlio).

Sempre nella manovra pare vi saranno tagli alla Sanità. La notizia ha mandato subito al ribasso le azioni Novartis. Dopo la suina e l'aviaria pare infatti che l'Italia non potrà permettersi il vaccino per la prossima influenza unicornina (Una malattia gravissima che gli unicorni trasmetteranno agli uomini. Se non curata subito puo’ sfociare nell’ipocondria). C'è poi la proposta di tagliare molti posti letto negli ospedali. E di sostituirli con posti auto. Il paziente viene operato in macchina con anestesia locale, per permettergli di controllare l'orario del parcheggio e, in caso, andare a mettere altri spiccioli. Si parla di "Ricovero Drive in" perchè mentre ti operano dentro la tua 600, con le gambe fuori dal finestrino, ti intrattengono proiettando sullo schermo pubblicità di cliniche private. Non solo tagli, pero'. Ci sarà anche la promozione: "Arrivi in Punto, Te ne vai in Mercedes". Verrà estratto un fortunato, tra le vittime della malasanità, che avrà gratis il servizio pompe funebri. Tagli anche nella scuola: congelati gli scatti di anzianità. Confermato il trend di sempre: la cultura non paga. Dopotutto gli unici in Italia che han fatto carriera grazie alla scuola sono stati gli agenti della Diaz.



da Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010


domenica 23 maggio 2010

SCANDALO G8 Il business dell'eolico Ora indaga la procura antimafia - FRANCESCO VIVIANO


Inchieste in Sardegna, Calabria e Sicilia: a Grasso il coordinamento.


ROMA - "Basta un filo di vento - dice il procuratore della Direzione nazionale antimafia, Pietro Grasso - per scatenare l'interesse delle organizzazioni criminali, dalla mafia alla 'ndrangheta, sempre a caccia di grandi occasioni di investimento". È il caso del business dell'eolico. L'inchiesta principale riguarda le manovre per far decollare l'affare in Sardegna, ma ce ne sono altre aperte in molte regioni, dalla Lombardia alla Sicilia. Ora la svolta: due giorni fa Grasso ha incontrato i capi delle procure coinvolte per fare il punto sulla situazione e avviare un coordinamento tra le varie iniziative giudiziarie. "Non tutti gli imprenditori sono disonesti o collegati con i boss, ma in alcune inchieste - dice Pietro Grasso - queste presenze sono state accertate".

Il grande interesse suscitato dalla partita dell'eolico, sottolinea il procuratore nazionale antimafia, nasce dai finanziamenti milionari promessi dall'Unione Europea e dai governi nazionali. Ma mentre all'estero l'80% dei parchi eolici progettati vengono anche realizzati, in Italia soltanto il 20% arriva al traguardo. Molti milioni di euro si perdono per strada. L'ultima inchiesta, in ordine di tempo, riguarda proprio quel "filo di vento" che parte dalla Sardegna e si estende in altre regioni. Molti gli indagati eccellenti: il coordinatore del Pdl Denis Verdini, il faccendiere Flavio Carboni, il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci.

L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, che in queste settimane ha disposto una serie di perquisizioni in banche e uffici regionali. I documenti sequestrati confermerebbero quanto già accertato dai carabinieri e dalla Guardia di finanza. Il comitato d'affari per l'eolico sorto intorno a Flavio Carboni, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe raccolto enormi capitali di imprenditori siciliani, calabresi e campani, parte dei quali sarebbe finito in alcune banche italiane (tra queste il Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini) e parte in istituti stranieri. I fondi sarebbero serviti ad agevolare la concessione di licenze e la realizzazione di parchi eolici in Sardegna. Tra gli imprenditori interessati all'eolico sardo anche l'imprenditore Luigi Franzinelli intercettato in alcune conversazioni con Flavio Carboni e che in Sicilia è stato processato e condannato a due anni di reclusione per avere favorito imprese mafiose.

Tra le inchieste che d'ora in poi saranno supervisionate dalla Direzione nazionale antimafia di Pietro Grasso, ci sono quelle di Paola e Crotone dove gli imprenditori interessati all'eolico avrebbero verso mazzette di oltre due milioni di euro. Indagati, in Calabria, anche il sottosegretario alle Attività produttive, Giuseppe Galati (Pdl) e l'ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti.


La corruzione costa - Rainews24 1^ e 2^ parte



Ecco i primi tagli di Tremonti Ma non basteranno - Superbonus


23 maggio 2010
Meno tasse? Servono 28 miliardi di nuove entrate per riportare sotto controllo i conti pubblici.

Come previsto la Germania ha imposto la sua linea, la Banca centrale europea non favorirà l’inflazione stampando denaro per finanziare i deficit europei e tutti sono chiamati a lacrime e sangue. Guardandosi allo specchio, e parlando anche dell’Italia,Silvio Berlusconi ha detto: “Molti paesi dell’Unione europea sono consapevoli di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Siamo quindi alla resa dei conti: il Pdl che ci aveva promesso un’Italia con meno tasse e senza tagli si trova oggi a tentare di arginare il suo ministro dell’Economia Giulio Tremonti che ha bisogno di 28 miliardi di veri risparmi o di nuove entrate per riportare sotto controllo i conti pubblici. La prima bozza della manovra, fatta filtrare ieri al Corriere della Sera, ha alcuni tratti di populismo, misure di dubbia costituzionalità e, pur essendo priva di cifre, sembra ancora lontana dagli obiettivi di riduzione della spesa che si è dato Tremonti.

TAGLI AI DIRIGENTI. Il populismo si osserva nelle riduzioni degli stipendi degli alti dirigenti della Pubblica amministrazione dei manager pubblici. C’è anche un dato politico che non dispiacerà all’opposizione: la Protezione civile viene di fatto commissariata. I grandi eventi tornano ad essere soltanto le catastrofi e quelli non prevedibili, a comandare sulla gestione sarà adesso il Tesoro e non più Palazzo Chigi, cioè Tremonti invece di Berlusconi e Gianni Letta. Sparisce anche la Difesa spa (che doveva snellire i rapporti del ministero in appalti e uso delle risorse), si rinuncia a rifinanziare le regioni commissariate per la spesa sanitaria e si tagliano i trasferimenti agli enti locali che sforeranno il Patto di stabilità nel 2010 (saranno moltissimi). Ricompare una misura ad alto rischio di incostituzionalità: si rendono nulli i decreti ingiuntivi e i pignoramenti verso le Asl delle regioni commissariate reintroducendo una norma che lo stesso governo, nella persona del ministro della Giustizia Angelino Alfano, aveva bocciato nel 2007 alla Regione Campania che aveva provveduto con propria legge regionale. E questo sarà un problema per le imprese che non riescono a farsi pagare dalla sanità regionale. Si finisce con un taglio lineare (cioè non mirato a una riduzione delle risorse complessive) dell’8 per cento di alcune spese dei ministeri.

I CONTI. Più che una manovra all’altezza delle aspettative della Commissione europea e dei mercati finanziari sembra lo specchio della disperazione di una classe dirigente che non vuole ancora prendere del tutto atto della realtà e dei sacrifici necessari, quindi della necessità di un nuovo patto sociale. Per la prima volta nella storia delle manovre finanziarie non si conoscono i risparmi associati ad ogni misura, probabilmente perché il conto finale non è ancora stato fatto davvero e, sommando quello che già si conosce, si arriverà a stento a 20 miliardi di euro. Ne mancano quindi ancora almeno altri otto per arrivare vicino a quella che sarebbe la vera necessità per il solo 2011. Mentre infatti il governo continua a mantenere le sue previsioni di crescita per il 2011 all’1,4 per cento, le maggiori banche e istituzioni internazionali hanno abbassato le stime all’1,1 per cento per il prossimo biennio, riportando la lancetta dell’ammanco a 40 miliardi per due anni.

NUOVI CONDONI. Si capisce quindi perché in questi giorni si moltiplicano le voci di nuove misure straordinarie per aumentare il gettito che nel 2009 aveva retto solo grazie allo scudo fiscale. Le idee sono le solite: condoni edilizi, condoni fiscali per le imprese e via dicendo. Nessuna misura strutturale, nessun intervento per ridurre in modo permanente le spese nei prossimi anni. Si brancola nel buio con le mani in avanti sperando di non essere investiti da una crisi finanziaria che si avvicina a tutta forza. Chi sembra più consapevole del pericolo è proprio Tremonti che con i suoi scarni comunicati e le ripetute minacce di dimissioni, sapientemente fatte filtrare ai giornali, sembra oramai l’unico in grado di cambiare la rotta politica della manovra e del governo. Dopo le anticipazioni della manovra, Berlusconi ha subito smentito non il documento, ma i suoi effetti: “Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani, ma cercheremo con ogni mezzo di combattere le spese eccessive e naturalmente l’evasione fiscale”. Ma il ministro del Tesoro è consapevole che i mercati concederanno una tregua di sei-dieci mesi ai titoli del debito pubblico italiano per poi verificare l’efficacia della manovra e la consistenza della ripresa economica. Tremonti sa anche che entrambi questi dati rischiano di essere negativi e che a quel punto sarà in evitabile una resa dei conti nel governo e nel paese. Il calcolo di sostenibilità ci dice che servono 60 miliardi in tre anni di minori spese (strutturali) o di maggiori entrate (anche queste strutturali), che il nostro tenore di vita dovrà abbassarsi del 20 per cento ed assomigliare, anche in termini di prezzi al consumo e degli immobili a quello della Germania. La manovra estiva è solo l’inizio.

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da Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010


Le solite prese per i fondelli.


Berlusconi dovrebbe essere il primo a ridurre le spese (4miliardi anno per palazzo Chigi) e a pagare le tasse (che preferisce evadere utilizzando società offshore);


potrebbe pagarsi lui la multa di 350.000 euro al giorno per rete4 che ha preferito addebitare a noi;


potrebbe anche far vendere le frequenze lasciate libere dal digitale terrestre, e non farsi un cadeau per le sue televisioni!


Ma è Berlusconi, e continua a prendere per i fondelli i fessi che ancora lo seguono, se per interesse o per dabbenaggine non si sa, per acume mentale non di certo!