domenica 7 novembre 2010

“Summit notturni e telefonate: ecco i rapporti tra Lombardo e la mafia”


I pm: legami provati, uomini dei clan nelle liste Mpa. Il governatore incontrò con un esponente di primo piano dei Santapaola per avere appoggio elettorale

Il governatore siciliano Raffaele Lombardo

“Non scordatevelo che gli ho dato i soldi nostri, quelli del Pigno, glieli ho dati a lui per la campagna elettorale”. Parole di Vincenzo Aiello, capo di Cosa Nostra a Catania, intercettato dai Ros mentre discute con gli affiliati della destinazione dei proventi del pizzo di un centro commerciale “alla campagna elettorale – sottolineano i pm – diRaffaele Lombardo”. Dietro le sbarre sono finiti in 50 tra imprenditori, politici e boss del clan mafioso Ercolano Santapaola, il più potente nella Sicilia orientale che ha sulle spalle una lunga storia di stragi, omicidi e affari. Il governatore della Sicilia è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha sempre negato ogni coinvolgimento, la sua posizione è in corso di valutazione, ma agli atti del procedimento Iblis ci sono le intercettazioni dei principali padrini e picciotti siciliani. Coinvolti diversi esponenti politici, anche nazionali. Documentata ad esempio la visita in carcere con cui Nino Strano – fino a poche settimane fa assessore regionale al Turismo e noto per la sua abbuffata di mortadella in Parlamento il giorno della caduta di Prodi – ha omaggiato il boss Marsiglione. “Era Natale, solo una visita di carità” si è difeso.
Lo scorso 31 luglio nella richiesta d’arresto nei confronti dei 50 indagati vistata dal procuratore capo Vincenzo D’Agata, i pm Giuseppe Gennaro, Antonino Fanara, Agata Santonocito eIole Boscarino hanno scritto che sarebbe “provata in punto di fatto, l’esistenza di risalenti rapporti – diretti e indiretti – degli esponenti di Cosa Nostra della provincia di Catania con Raffaele Lombardo e con Angelo Lombardo“. Il rapporto sarebbe “non occasionale né marginale – aggiungono i magistrati – ma cospicuo, diretto e continuativo grazie al quale l’uomo politico poteva avvalersi del costante e consistente appoggio elettorale della criminalità organizzata di stampo mafioso a lui vicina”.

La festa con i boss
“Onorevole, questo rosé?” Vino di qualità e auto di lusso posteggiate davanti la villa in campagna del geologo Giovanni Barbagallo, militante Mpa, arrestato perché considerato anello di congiunzione tra i Lombardo e i boss Rosario di Di Dio e Vincenzo Aiello. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni, bisogna festeggiare l’elezione al Parlamento nazionale del fratello di Raffaele, secondo i pm la festa sarebbe “significativa della compenetrazione tra esponenti del crimine organizzato, amministratori della cosa pubblica, politici e imprenditori”. Angelo Lombardo arriva con un’Audi Q7 intestata all’Mpa. Ad attenderlo c’è Alfio Stiro, referente del bossSalvatore Tuccio detto “Turi di l’ova”, condannato definitivamente per associazione mafiosa, precedenti per detenzione e porto d’arma da fuoco, già sottoposto a sorveglianza speciale. I caraninieri del Ros filmano tutto, le cimici registrano.

Uomini graditi ai clan nelle liste Mpa
Il capo di Cosa Nostra catanese Vincenzo Aiello sarebbe intervenuto anche sulla scelta dei candidati nelle liste Mpa. I Ros, mentre è in corso la campagna elettorale delle comunali di Gravina, grosso centro in provincia di Catania, intercettano le conversazioni tra il geologo Giovanni Barbagallo dell’Mpa e Alfio Stiro il cui genero viene candidato con l’approvazione del capo di Cosa Nostra Vincenzo Aiello. Quest’ultimo sembra conoscere bene il territorio: parlando di Gravina comunica a Barbagallo che presto gli avrebbe presentato Fabio Bacciulli, “un amico”, già assessore col sindaco Mpa. Sullo sfondo gli “affari” del “piano regolatore” e la costruzione di un nuovo “cimitero” dice Aiello.

La notte in bianco con il capomafia
Rosario Di Dio, “esponente di primissimo piano della famiglia Santapaola”, secondo i pm avrebbe intrattenuto “rapporti diretti” con Raffaele Lombardo. “…Da me – dice il boss intercettato riferendosi a Lombardo – all’una e mezza di notte è venuto ed è stato due ore e mezza, qua da me, dall’una e mezza alle quattro di mattina… si è mangiato sette sigarette”. “Recandosi nottetempo – scrivono i pm – a casa dell’amico mafioso per chiedere il suo appoggio elettorale sapeva che una richiesta di voto proveniente da un soggetto dotato di indiscusso prestigio criminale non poteva essere tanto facilmente disattesa… la circostanza che l’incontro si sia svolto dall’una e mezza alle quattro di notte può spiegarsi soltanto con la consapevolezza che i fratelli Lombardo avevano di recarsi a casa di un mafioso”. In una delle conversazioni il boss racconta della richiesta di voti dell’assessore provinciale Orazio Pellegrino dell’Mpa “uomo di Raffaele Lombardo”.

I rapporti con il boss di Enna
Agli atti ci sono anche i rapporti definiti “desolanti” dai pm, tra Raffaele Lombardo e il boss di EnnaRaffaele Bevilacqua. Nell’agenda personale il boss Bevilacqua scrive: “Ore 8 da Raf”. Poi un nuovo appuntamento pochi giorni dopo: “Ore 8.30 da Raf… a chi fare domanda per aeroporto?”. Lombardo sarebbe “consapevole” di incontrare un “impresentabile”, secondo i pm. Relazioni pericolose vengono documentate anche attraverso Salvatore Bonfirrario, “personaggio di sicura caratura criminale affiliato all’associazione criminale del Bevilacqua” che viene anche redarguito da Lombardo: “Ma che cazzo ti hanno fatto e fatto – dice Lombardo – ti hanno chiesto di votare Palermo e stai votando Palermo…”. E Bonfirrario riferendosi al boss Raffaele Bevilacqua rispondeva: “Diciamo che Raffaelluccio, Raffaelluccio si è schierato con Palermo su input di Silviuccio Cuffaro e quindi tu stai eseguendo questa cosa”. Emblematico un ulteriore episodio considerato dagli investigatori: “La telefonata tra il Bonfirrario e il Bevilacqua intercettata il 17 maggio 2003, nel corso della quale Lombardo si rifiuta di parlare al telefono con il Bevilacqua se non per il tramite del Bonfirrario!”.

Al momento non sussisterebbero elementi per l’arresto di Raffaele Lombardo secondo quanto hanno comunicato i legali del governatore siciliano e il procuratore capo Vincenzo D’Agata. Nel corso degli interrogatori dei 50 arrestati nell’operazione Iblis però, potrebbero emergere dei riscontri determinanti nell’accertamento della verità processuale. Raffaele Lombardo si ritiene vittima “dell’odio criminale”, secondo il Governatore siciliano sarebbe in atto una manovra politica per bloccare le riforme della sua amministrazione.

Di Antonio Condorelli

Da
il Fatto quotidiano del 7 novembre 2010



sabato 6 novembre 2010

Religioni nel mondo.


Che ne dite?

Io avrei pensato di mettere intorno ad un tavolo tutti i capi di tutte le religioni esistenti e gli imporrei di decidere, di comune accordo, quale religione è quella vera e, di conseguenza, quale Dio è quello vero.

Eliminate le religioni-partito, elimineremmo gran parte dei problemi che affliggono il mondo, comprese, e soprattutto, le guerre.

Si può fare?


Cosce mafiose.



Semplificazione normativa a Venezia: l’acqua alta passa alla regione.

Il Veneto finisce sott’acqua. Confermando la vocazione al sommerso.

(Ma guardiamo il lato buffo: un sacco di leghisti sui gommoni)

Il maltempo è stato così devastante che i telegiornali hanno dovuto alleggerire con un servizio sui morti sul lavoro.

Il Veneto ha risposto all’emergenza usando le procedure standard: squadre di cittadini girano per le strade gridando alle acque di tornarsene a casa loro.

Si indaga sulle responsabilità delle istituzioni: pare che abbiano montato il Mose al contrario.

Vicenza allagata. I gatti girano già in umido.

La Protezione civile presidia la città mentre il suono delle ambulanze echeggia per le vie: è il loro modo di festeggiare un altro affare concluso.

Ora il Veneto chiede aiuto. Ma nessuno lo capisce.

Esondazioni anche in Calabria: colpiti due quartieri di Gioia Tauro, eccetto i negozianti in regola coi pagamenti.

Berlusconi a Fini: “È maggiorenne e incensurata. È la mia ultima offerta”.

Il premier: “La mafia vuole colpirmi”. Com’è noto, anche a Falcone riempirono la casa di mignotte.

Secondo il premier, gli scandali sarebbero una vendetta della mafia. In pratica si tratta di ammutinamento.

“Fango e menzogne non mi fermeranno”. Sono amici di vecchia data.

Ruby si racconta: “Ricordo ancora le frustate sulla schiena di mio padre”. Non credevo che la accompagnasse alle feste.

Berlusconi lamenta: “La stampa non dà risalto a ciò che davvero fa il governo”. Tranne forse Penthouse.

Draghi: “I precari vanno stabilizzati. Potrebbero cadere dai tetti.

Cgil, una donna alla guida. Inevitabili gli scontri.


http://www.spinoza.it/2010/cosce-mafiose



Taormina: “Le parlamentari PdL? Il 15% eletto perché l’ha data”

L’avvocato ex onorevole di Forza Italia in un’intervista a Klaus Condicio rilascia dichiarazioni imbarazzanti sulle onorevoli del partito di Berlusconi

5143214506 f197760b3c Taormina: Le parlamentari PdL? Il 15% eletto perché lha data“Legge antiprostituzione? Ridicolo, il 15% delle parlamentari Pdl e’ stata eletta dopo averla data…. Quando decidero’ di fare i nomi ci saranno sorprese”. Lo ha dichiarato l’avvocatoCarlo Taormina intervistato da Klaus Davi,conduttore di KlausCondicio, programma in onda su You Tube.

MI QUERELANO? ME NE FREGO! – “Non ho paura di querele- continua l’avvocato- di me hanno paura… Questa storia dei peana delle parlamentari Pdl che esultano per la legge sulla prostituzione mi fa ridere sa. Ben il 15% di queste signore e’ stata candidata dopo averla data al capo di turno… e poi fanno la guerra alle prostitute”. Taormina non teme guai giudiziari: “No perche’ sanno che io so non tutto ma di piu’. Una delle piu’ grandi liberta’ del mondo e’ stata quella di disporre del proprio corpo. Ora vogliono fare la legge contro le lucciole, penso che sia prioritaria la liberta’”.Carlo Taormina ha poi aggiunto: “La situazione non e’ solo di adesso ma data nel tempo… In Forza Italia sapevamo gia’ di queste indecenze e i nomi di chi l’aveva data. Anche qualche maschio si e’ prostituito con altri maschi ma per loro ci sono state altre forme di prostituzione: fare affari”.

IERI PARLAVA DI BRUNETTA – «A Renà datte ‘na regolata», avrebbe detto l’avvocato Carlo Taormina al ministro Renato Brunetta, nel 2006, quando il ministro era un eurodeputato e «si era incaponito» con un caso. Il caso, raccontato da Taormina in un’intervista di ieri al Corriere della Sera, era quello di Nadia Macrì, la giovane di Reggio Emilia che sostiene di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con il premier. La Macrì fu portata più volte dal ministro allo studio del legale per una faccenda di affidamento del figlio della Macrì. «Io cercavo di dissuaderlo – afferma Taormina – avevo parlato anche con il pm di Modena e insomma la situazione era piuttosto ingarbugliata. Dopo tutto eravamo colleghi all’università di Tor Vergara». L’avvocato Taormina dice di sentirsi «offeso» e «strumentalizzato», perchè se dai verbali della Macrì emerge che sono stati pagati 10mila euro per un incontro sessuale con Berlusconi e solo 300 da Brunetta, «mi viene il sospetto, come dire? Di aver fatto parte del pagamento della prestazione. Perchè ricordo che Brunetta si era impegnato lui a pagare le spese legali della Macrì ma io non vidi un soldo». Gli incontri tra Taormina e Brunetta andarono avanti per 3-4 mesi, fino al giugno 2006 e all’epoca, il ministro «era anche piuttosto adirato perchè Berlusconi – conclude Taormina – non l’aveva candidato al Parlamento».

http://www.giornalettismo.com/archives/93536/taormina-le-parlamentari-pdl/




Cose Nostre: non far finta di niente!