lunedì 14 marzo 2011

I nuovi affari della 'ndrangheta a Milano: 35 arresti.


Trentacinque arresti nei confronti di altrettanti affiliati alla 'ndrangheta in Lombardia sono in corso in queste ore da parte del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano, dei Carabinieri del Ros, in collaborazione con la Polizia locale. Sequestrati anche beni per due milioni di euro.

Non c'è solo la "classica" e diffusissima infiltrazione nel settore del movimento terra nei cantieri edili di Milano, ma anche la gestione della "security" in molti, notissimi, locali notturni, l'estorsione agli esercizi pubblici che sorgono nelle stazioni della metropolitana, l'attività di "pizzo" ai chioschi dei "porchettari", il controllo dei posteggi fuori dalle discoteche più celebri, gestione di cooperative appaltatrici dei servizi di trasporto in Tnt e persino una "tassa" imposta a chi intendeva spacciare in alcune piazze della città.

E' l'inquietante quadro, l'ennesimo, che emerge dall'operazione "Redux - Caposaldo" contro la 'ndrangheta nel capoluogo lombardo che queste mattina ha portato all'esecuzione di 35 ordinanze di custodia in carcere richieste dalla Dda di Milano e disposte dal gip Giuseppe Gennari Di questi provvedimenti ben 14 contestano l'associazione per delinquere di stampo mafioso e sono indirizzate a personaggi di primo piano della 'ndrangheta "milanese".

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-14/nuovi-affari-ndrangheta-milano-102745.shtml?uuid=AaYkLJGD

Leggi anche:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/03/14/visualizza_new.html_1556172848.html


domenica 13 marzo 2011





Se anche fosse discutibile la persenza di un magistrato in piazza, siamo ormai in emergenza democratica. Dall'anomalia Berlusconi discendono le altre e sicuramente è da apprezzare chi come Ingroia ci mette la faccia.


Riforma giustizia e difesa della Costituzione. Berlusconi verso il “golpismo istituzionale”.



Se ci fosse bisogno per gli indecisi di un motivo in più per andare in piazza del Popolo, a Roma, il 12 marzo prossimo, a difendere la nostra Costituzione, la conferenza stampa di Berlusconi, che ha illustrato le linee guida della sua “controriforma” della giustizia, è proprio lì per spingerli con decisione a dimostrare: se non ora, quando? Se la riforma fosse stata fatta prima, 20 anni fa, ha sostenuto il Sultano di Arcore con tono stentorio: “ non ci sarebbe stata quella situazione che ha portato a cambiamenti di governo, all'annullamento di una classe di governo nel 92'-93', all'abbattimento di un governo nel 94', alla caduta di un governo di sinistra nel 2008 per la proposta di riforma della giustizia del ministro Mastella e il tentativo di eliminare per via giudiziaria il governo in carica". E poi, riferendosi al ridimensionamento del ruolo del pubblico ministero, uno dei punti che più gli stanno a cuore: "Il pm per parlare con il giudice dovrà fissare l'appuntamento e battere con il cappello in mano e possibilmente dargli del lei".

In un colpo solo, Berlusconi, indagato, imputato, prosciolto per prescrizione o per cancellazione dei reati ottenuta con leggi “ad personam”, si toglie la maschera di “statista” (“il più importante nei 150 di storia italiana”, ebbe a dire pavoneggiandosi anni fa!), per vestire i panni del putschista che, attraverso le maglie larghe dei procedimenti legislativi del nostro Parlamento, intende stravolgere istituzionalmente la democrazia e ribaltare i criteri fondamentali della civiltà giuridica e politica, come la conosciamo dalla rivoluzione francese ad oggi. Non solo, ma per portare a termine il suo progetto di stravolgimento della Costituzione farà largo uso dei media, che ormai controlla strettamente (in RAI ha rafforzato la sua “squadra” di opinionisti, tutti ingaggiati per condurre su Raiuno, il canale principale, in fasce di massimo ascolto): "Mi prenderò la soddisfazione di essere presente ai processi e credo che mi prenderò delle belle soddisfazioni e soprattutto spiegherò agli italiani come stanno veramente le cose…”.

Invece delle elezioni anticipate, insomma, avremo una lunga e snervante battaglia istituzionale che rischia di stravolgere il panorama politico, giudiziario e sociale del paese, come mai è capitato finora. La paura di perdere le elezioni politiche anticipate, visti tutti i sondaggi che lo danno in calo costante, ha spinto il Sultano a dar vita alla più grossa “campagna acquisti” di ‘parlamentari mai avvenuta in Italia, da una parte; dall’altra, lo ha consegnato mani e piedi alla Lega di Bossi, sempre più antieuropea e fuori dalla storia, pur di non farsi processare dai giudici di Milano, ben sapendo che stavolta non ce l’avrebbe fatta ad uscirne indenne. Il processo di revisione costituzionale che verrà messo in piedi durerà all’incirca 2 anni, quindi fino al 2013, e, molto probabilmente, non riuscendo il governo di destra ad ottenere i due terzi del consenso parlamentare, questa controriforma dovrà passare al vaglio di un referendum confermativo, come avvenne il 25 e 26 giugno del 2006 (governo Berlusconi-Bossi), quando l’altra controriforma costituzionale venne bocciata (su 47.160.264 elettori, 25.753.641 furono i voti validi (52,30%); i Sì 9.962.348 (38,68%), i NO 15.791.293 (61,32%), solo in Veneto e in Lombardia Sì sopravanzarono i NO).

In pratica, questa battaglia estrema, “l’arma fine di mondo” (come in Dottor Stranamore, fantastico film di Stanley Kubrik), servirà al Sultano per allungare la sua permanenza sulla poltrona di Palazzo Chigi, terminare la sua ragnatela affaristica nel campo dei media, delle telecomunicazioni e dell'energia, arricchirsi ancora e, ovviamente, evitare condanne. Se poi il paese va alla malora, questo è un problema per la gente comune e per chi verrà dopo di lui. Si avvererà così il detto “Dopo di me il diluvio”, del Re Sole, stavolta impersonato, si fa per dire, dal Satrapo di Villa San Martino, Palazzo Grazioli e Villa Certosa?

Tutto dipenderà dagli effetti subliminali che verranno scantenati nelle coscienze dell'opinione pubblica dalla massiccia campagna mediatica televisiva in programmazione, dalle palate di fango che verranno riversate sull’intera magistratura e su singoli magistrati, dal messaggio elementare che cercherà di far passare “di essere vittima dei giudici e della sinistra comunista”. Ma molto dipenderà anche dalla capacità della nuova opposizione che si sta formando nelle piazze, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e su Internet; se questa saprà trovare continuamente nuovi stimoli per scendere in piazza, per unire tutte le culture dell’opposizione, inglobando anche le diversità politiche. E forse non basterà, neppure questo moto di orgoglio! Forse dovremo stimolare e attendere anche qualche “intervento esterno”, da parte dei nostri tradizionali alleati internazionali, quelle “cancellerie” dei maggiori paesi industrializzati, a cominciare dagli Stati Uniti, che mal sopportano la politica affaristica e allegra del Sultano con i “campioni” dei regimi antidemocratici, come Putin e Gheddafi. E che ritengono Berlusconi “un clown”, come viene descritto nei dispacci dei diplomatici Usa, pubblicati dal sito Wikileaks, ancor più inaffidabile anche per come ultimamente ha gestito la crisi libica.

http://www.articolo21.org/2759/notizia/riforma-giustizia-e-difesa-della-costituzione.html


SUD ITALIA DAL 1861 TERRONI - VIDEO ILLUMINANTE FANTASTICO






Video a sfondo divulgativo e di denuncia sociale, ma anche una risposta ferma alle affermazioni del Ministro Brunetta

voce narrante Antonio Maria Lo Faro, tratto dalla lettera "Caro Nord" di Giuseppe Quartucci.


Da face book. Il 17 marzo 2011 by Antonio Fricano



..davanti al plotone d’esecuzione venne portata e fucilata la bambina Angelina Romano, di appena 9 anni.
Castellammare del Golfo - Erano le ore 13 di venerdì 3 gennaio 1862.

Questo è solo un esempio di ciò che tante persone ignorano e che si apprestano a festeggiare.

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“Il governo piemontese...si vendica mettendo tutto a ferro e fuoco. Raccolti incendiati, provvigioni annientate, case demolite, mandrie sgozzate in massa. I piemontesi adoperano tutti i mezzi più orribili per togliere ogni risorsa al nemico, e finalmente arrivarono le fucilazioni! Si fucilarono senza distinzione i pacifici abitatori delle campagne, le donne e fino i fanciulli."
L’ OSSERVATORE ROMANO, 1863

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“Entrammo nel paese, abbiamo incominciato a fucilare i preti e gli uomini indi il soldato saccheggiava ed infine abbiamo dato l’incendio al paese abitato da circa 4500 abitanti . quale desolazione, non si poteva stare d’intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli che la sorte era di morire abbrustoliti e chi sotto le rovine delle case"
CARLO MARGOLFO, bersagliere a Pontelandoflo, 1861 -

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“I Borboni non commisero in cento anni, gli orrori e gli errori che hanno commesso gli agenti di Sua Maestà in un anno."
NAPOLEONE III (lettera a Vittorio Emanuele II, 1861 )

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“La guerra contro il brigantaggio, insorto contro lo Stato unitario, costò più morti di tutti quelli del Risorgimento. Abbiamo sempre vissuto si dei falsi: il falso del Risorgimento che assomiglia ben poco a quello che ci fanno studiare a scuola"
INDRO MONTANELLI

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“Il Regno delle Due Sicilie aveva due volte più monete di tutti gli altri Stati della Penisola messi insieme"
FRANCESCO SAVERIO NITTI

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“…Prima di occuparci della mafia del periodo che va dall’unificazione del Regno d’Italia alla prima guerra mondiale e all’avvento del fascismo, dobbiamo brevemente, ma necessariamente premettere che essa come associazione e con tale denominazione, prima dell’unificazione non era mai esistita, in Sicilia. La mafia nasce e si sviluppa subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia."
ROCCO CHINNICI

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“Si è vero, noi settentrionali abbiamo contribuito qualcosa di meno ed abbiamo profittato qualcosa di più delle spese fatte dallo Stato italiano, peccammo di egoismo quando il settentrione riuscì a cingere di una forte barriera doganale il territorio ed ad assicurare così alle proprie industrie il monopolio del mercato meridionale"
LUIGI EINAUDI

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“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti."
ANTONIO GRAMSCI

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“Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia Meridionale, temendo di esser preso a sassate, essendo colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio."
GIUSEPPE GARIBALDI




venerdì 11 marzo 2011

I sacchetti di plastica soffocano i mari Anche il Mediterraneo è a rischio.


Secondo un rapporto di Legambiente che sintetizza diversi studi scientifici, 49 specie di mammiferi e 111 di uccelli sono a rischio. Alte le concentrazioni di borse 'usa e getta' anche nel mare nostrum: al largo dell'Isola d'Elba ci sono 862.000 mila frammenti per chilometro quadrato

Sacchetti “usa e getta” e rifiuti di plastica soffocano l’ambiente marino. E fanno strage di animali. Che ingeriscono le borse di cellophane o ne restano intrappolati. Il problema riguarda anche il nostro Mediterraneo, che, fra Italia, Spagna e Francia, presenta una concentrazione di plastica superiore a quella del Pacific Trash Vortex, un enorme accumulo di spazzatura in mezzo all’Oceano Pacifico. Le tonnellate di plastica nelmare nostrum sono 500. Lo rivela L’impatto della plastica e dei sacchetti sull’ambiente marino, rapporto che sintetizza i principali studi scientifici sull’inquinamento in mare da plastica abbandonata. Un dossier richiesto da Legambiente e realizzato dall’Arpa toscana in collaborazione con la struttura oceanografica Daphne dell’Arpa emiliana.

Secondo il documento, dal 60 all’80% di tutta l’immondizia trovata nelle acque marine è composto da plastica. Percentuale che, in alcune aree, raggiunge addirittura il 90-95% del totale. Gravi sono le conseguenze sulla fauna: secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) e l’Agenzia svedese della protezione ambientale, su 115 specie di mammiferi marini 49 rischiano quotidianamente di ingerire questi rifiuti, o di rimanerne intrappolate. Di 312 specie di uccelli, invece, 111 sono quelle a rischio, mentre sono quasi un milione i volatili marini uccisi ogni anno. Elefanti marini, delfini, capodogli e molte altre specie ingeriscono i sacchetti di plastica. Le tartarughe marine, che li scambiano per meduse, muoiono dopo una lenta agonia causata dal blocco totale del tratto digestivo, che ne causa il soffocamento.

Il fenomeno è noto da tempo. Già tre campagne oceanografiche eseguite negli anni 1994, 1995 e 1996 avevano evidenziato che sul tratto di Mediterraneo francese il 70% dei rifiuti marini era composto da sacchetti di plastica. L’International Coastal Cleanup, tra il 2002 e il 2006, aveva individuato le borse di cellophane come il rifiuto più presente in mare dopo mozziconi e bottiglie.

Le cose per l’Italia non vanno bene. Per Expedition Med, uno studio condotto dall’Istituto francese di ricerca sullo sfruttamento del mare e dall’Università belga di Liegi, nell’estate 2010 la concentrazione di plastica più alta nel Mediterraneo era infatti nel nord del Tirreno, al largo dell’Isola d’Elba: 892.000 frammenti per chilometro quadrato. Che, rispetto ad una media di 115.000, donano al nostro Paese un triste primato. “L’Italia è un Paese doppiamente esposto al problema della plastica e la dispersione dei sacchetti in mare – afferma Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente -. Lo è perché, prima del bando dei sacchetti ‘usa e getta’, commercializzava il 25% del totale degli shopper in tutta Europa. E perché le nostre coste sono affacciate sul Mediterraneo, coinvolto come i mari del resto del pianeta dall’inquinamento”. Per queste ragioni, secondo Ciafani, è assai positivo che in Italia dall’inizio di quest’anno sia entrato in vigore il bando degli shopper non biodegradabili.



2011/03/11 Giappone dopo il terremoto dello tsunami