“Potrebbe esserci qualcuno che ha interesse nell’usare una causale mafiosa che apparentemente sembra chiudere il cerchio per nascondere altre causali che devono restare occulte e che, se hanno un senso, devono incidere nella realtà e quindi sul processo politico in atto, creando un clima di destabilizzazione, di panico e di insicurezza”.
La riflessione che avete appena letto non è di un blogger paranoico che specula con la dietrologia perpetua e vede complotti sempre, comunque e dovunque. Le parole riportate, infatti, sono estratte da un’intervista rilasciata a SkyTg24 da Roberto Scarpinato, procuratore generale della Corte D’Appello di Caltanissetta.
Scarpinato, dopo aver ribadito che “occorre comunque lasciare tutte le piste d’indagine aperte”, si concede infatti più di qualche ragionevole dubbio sulla matrice e sugli esecutori dell’attentato di Brindisi. Un’azione che sembra voler ricondurre in maniera fin troppo immediata ed “automatica” alla strada mafiosa. Ventennario delle stragi, pochi giorni dall’anniversario della strage di Capaci, una scuola che celebrava proprio Falcone e, al contempo, modalità di esecuzione ed obiettivo colpito che sono assolutamente inusuali per la criminalità organizzata: per il procuratore si scorge una volontà di rivendicazione troppo forte ed apparentemente inequivocabile per essere credibile al 100%.
“Le modalità, più che altro, fanno tornare alla mente altre stragi compiute da altri soggetti – continua Scarpinato -. Soggetti forse intenti ad inaugurare una nuova strategia della tensione”. Anche perché, con un po’ di memoria storica, ci si ricorda che “La Mafia quando colpisce civili e non uomini di Stato ed in particolare dei ragazzi, non rivendica mai l’azione”. Perché? La risposta è abbastanza semplice: “Un gesto troppo impopolare, l’attenzione di media e forze dell’ordine che si moltiplica , gli affari che vanno male”.
E poi, riflettendoci, per quale validissimo motivo un’organizzazione criminale dovrebbe rendersi artefice di una strage così eclatante? Per intimorire? Per rispondere agli arresti eccellenti degli ultimi anni? E gli effetti collaterali? Possibile che non siano stati calcolati? Poi ancora, prendendo in analisi l’ipotesi di strage operata da soggetti non mafiosi, quale potrebbe essere la motivazione? Ancora una volta Scarpinato risponde puntuale: ”Per queste ipotesi non possiamo che fare appello alle esperienze del passato e, nel passato, la strategia stragista aveva scopi di stabilizzazione o destabilizzazione del quadro politico. Quindi direi qualcuno che vuole fermare il cambiamento o accellerarlo”
Per il procuratore, comunque, “probabilmente dietro l’attentato c’è un’intelligenza di tipo politico”. Parole chiare che riportano indietro nel tempo e placano almeno in parte il (comunque sempre sacrosanto) sentimento antimafioso esploso nelle ultime ore. Saranno naturalmente gli inquirenti a dover indagare sui fatti drammatici che hanno insanguinato la città pugliese anche se, sempre rivolgendo lo sguardo al passato, c’è da dire che quando in simili azioni c’è stata la mano di servizi deviati i colpevoli non sono quasi mai saltati fuori.
A maggior ragione, però, le persone devono rimanere vigili e lucide ed evitare processi di folla e rabbia che inquadrano in maniera isterica ed inequivocabile i responsabili della strage.
IL PROCURATORE DI BARI:"Uno Squilibrato? Dietro di lui forse altre persone"
Un messaggio chiaro a tutti i detective-tuttologi spocchiosi che infestano il web e che, dopo aver letto superficialmente le ipotesi di Scarpinato, le hanno bollate come "cazzate", lo ha rivolto lo stesso procuratore di Brindisi. Come noto, infatti, nelle ultime ore è comparsa la pista del cosiddetto "squilibrato isolato": un singolo uomo, malato di mente ed arrabbiato con il mondo, che avrebbe agito completamente da solo.
Ora, senza voler ricordare ai più ingenuoti che le "intelligenze politiche" si sono spesso (per non dire quasi sempre) servite proprio di squilibrati per certe operazioni, le parole di Marco Di Napoli danno ragione ai legittimi dubbi di Scarpinato: "Potrebbe essere un gesto isolato, ma non escludiamo la matrice politica e non escludiamo che dietro il singolo attentatore materiale possano esserci altre persone". Insomma: si sta lavorando per comprendere e, al momento, occorre conservare occhi aperti e lucidità e non giocare a fare gli anti-complottisti sfigati e vanesi.