lunedì 22 giugno 2015

Pensioni, il decreto del governo modifica in negativo la rivalutazione dei contributi. - Franco Mostacci

Pensioni, il decreto del governo modifica in negativo la rivalutazione dei contributi

Secondo l'esecutivo nessuno perderà nulla nel 2015, ma dal 2016 i lavoratori che hanno versato 200.000 euro ne perderanno circa 1.000. Alla Camera è stato depositato un documento firmato da Pd, Fi, M5s, Misto ed ex 5Stelle per tornare indietro.


La riforma Dini delle pensioni, la legge 335 del 1995, segnò uno spartiacque generazionale tra i lavoratori più anziani, che potevano continuare a beneficiare del sistema di calcolo retributivo (più favorevole), e quelli più giovani che, invece, passarono al contributivo (più penalizzante). Per questi ultimi, l’ammontare della pensione è proporzionale ai contributi versati mese dopo mese nell’arco dell’intera vita lavorativa.
La crescente precarizzazione del lavoro e le difficoltà a trovare un’occupazione stabile e duratura, hanno reso ancora più incerte le prospettive future di poter incassare un assegno pensionistico che garantisca l’autosufficienza. Ciascun lavoratore accantona ogni anno a fini pensionistici una parte del suo reddito lordo imponibile, che si va a cumulare con quanto versato negli anni precedenti, costituendo il cosiddetto montante contributivo, una somma che cresce nel tempo. Il legislatore ha pensato anche alla capitalizzazione di tale montante, ovvero all’adeguamento del suo valore nel corso del tempo. Il meccanismo prevede che il “tasso annuo di capitalizzazione è dato dalla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo (Pil) nominale, appositamente calcolata dall’Istat, con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare”. Il tasso di capitalizzazione, che nel 1997 era del 5,6% si è progressivamente ridotto a causa della bassa crescita dell’economia italiana e della ridotta inflazione.
La diminuzione del 3,5% del Pil nominale avvenuta nel 2009 (governo Berlusconi) ha creato un serio problema, considerato che il tasso di capitalizzazione per il 2014, che ha effetto per le pensioni da liquidare nel 2015, è pari a 0,998073. Per la prima volta, quindi, il montante contributivo accumulato dai lavoratori diminuirebbe. L’interpretazione della norma è, però, tutt’altro che chiara. Poiché la legge parla di “anno da rivalutare” è impensabile che si possa applicare un coefficiente inferiore a uno. A novembre scorso l’Inps (allora guidata dal commissario straordinario Treu) ha chiesto lumi al governo che, pochi giorni fa, con il Decreto legge 65 del 2015, recante “disposizioni urgenti in materia di pensioni, ammortizzatori sociali e garanzie sul Tfr”, emanato per venire (seppur di poco) incontro alla sentenza della Consulta, ha risolto – a modo suo – il problema. Alla legge Dini del 1995 è stato aggiunto un comma in cui si precisa che “il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo… non può essere inferiore a uno, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive”. La relazione tecnica di accompagnamento afferma che “la disposizione è finalizzata a scongiurare la perdita di valore dei trattamenti pensionistici che deriverebbe dalla svalutazione dei montanti contributivi accumulati dai lavoratori”. Nulla di più falso. I coefficienti ricavabili dalle stime del Pil (0,998073 per il 2014 e 1,005331 per il 2015), sono stati modificati per decreto aumentando a 1 il primo e riducendo a 1,003394 il secondo. Considerando un ipotetico lavoratore che ha accumulato un montante contributivo di 200 mila euro e versa 10 mila euro all’anno di accantonamenti per la pensione, ci troviamo di fronte a tre possibili scenari.
Se il governo, nel rispetto del principio di rivalutazione originariamente contenuto nella Legge Dini, avesse optato per una soluzione di buon senso riportando a 1 il coefficiente 2014 senza ridurre quello dell’anno successivo, il lavoratore avrebbe potuto contare alla fine del periodo su una somma pari a 221.120 euro. Se si applicassero i coefficienti effettivi il montante scenderebbe a 220.732 euro. Con quelli del decreto il valore si riduce addirittura a 220.712 euro. In buona sostanza, a parte coloro che stanno per andare in pensione e ai quali lo Stato non farà in tempo a effettuare il recupero, tutti gli altri lavoratori subiranno un danno economico, in quanto il montante contributivo non si rivaluta adeguatamente. Un camouflage legislativo che fa passare per onerosa (circa 12 milioni di euro) un’operazione che, invece, porterà futuri risparmi nelle casse dello Stato, superiori a quelli che si sarebbero comunque conseguiti senza alcun intervento. Un gioco delle tre carte, quello del duo Renzi-Padoan, che a conti fatti determina una ingiusta penalizzazione per i lavoratori. Talmente ingiusta che ieri è stato depositato in commissione Lavoro alla Camera – dove il dl è in discussione – un emendamento per tornare indietro, firmato dal Pd, ma anche da Fi, M5s, Misto ed ex 5Stelle.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/20/pensioni-il-decreto-del-governo-modifica-in-negativo-la-rivalutazione-dei-contributi/1795185/

Non ho ancora capito dove voglio andare a parare o a farci sbattere. Qui si sta portando avanti un gioco al massacro dal quale non credo che ne usciremo in buona salute.

L’Italia che sa vivere solo in emergenza. - Bruno Manfellotto

L’Italia che sa vivere solo in emergenza

Nelle situazioni estreme diamo il meglio di noi. Finita la corsa per aprire decentemente l’Expo, 
si riapre un fronte antico: quello dei conti pubblici.


Dunque le lacrime della prof Elsa Fornero ci costeranno quattro anni dopo una decina di miliardi (16 secondo Vincenzo Visco). Il groppo in gola, mentre la ministra pro tempore spiegava la riforma pensionistica, arrivò in diretta tv, la sera di domenica 4 dicembre 2011, alla parola «sacrificio», cioè l’azzeramento dell’indicizzazione al costo della vita delle pensioni superiori ai 1443 euro. Già allora molti temevano che la norma fosse incostituzionale, alcuni ne erano convinti, ma davvero la ministra pro tempore non poteva fare altrimenti, e meno male che lo fece: l’Italia rischiava il default, la fine della Grecia, già si immaginavano i cavalli della Troika abbeverarsi alle fontane di piazza Navona, a un passo dal Senato. E il governo Monti tagliò, tecnicamente, per evitare il commissariamento. Si era in emergenza. Come sempre.

Sì, il bel paese vive in perenne emergenza e solo quando questa incombe, esso si agita si industria si muove risolve. E talvolta riesce pure a dare il meglio di sé. Solo che emergenza chiama altra emergenza. La bocciatura della Corte costituzionale, per esempio, ha cancellato d’un colpo il sogno di attingere al tesoretto di 1,6 miliardi, nascosto nelle pieghe del bilancio pubblico, che Matteo Renzi avrebbe voluto destinare ai redditi più bassi e agli ammortizzatori sociali, riedizione corretta degli 80 euro in busta paga di un anno fa. Ma dieci (o 16?) miliardi sono tanti, due volte il gettito Imu sulla prima casa e più, assai difficili da trovare, e il buco costringerà il governo a una dura legge finanziaria - d’emergenza - e a riaprire le trattative con l’Ue sul contenimento del debito. Altro che avviare un piano Obama.

Anche l’EXPO, si sa, è stato realizzato in emergenza. E a caro prezzo. La corsa finale e un bel po’ di lavori aggiuntivi hanno fatto lievitare i costi: per il Padiglione Italia erano stati messi in conto 63 milioni, ne sono stati spesi 92; per la Piastra, la spina dorsale dell’Expo, il preventivo diceva 165 milioni, non ne basteranno 200; per rispettare l’investimento pubblico di 1,3 miliardi, infine, è stato necessario un robusto taglio ai progetti iniziali. Emergenza, ma legale, sarà anche il dopo Expo in un intreccio di controversie, tagli, ribassi di prezzi, contratti siglati con imprese sotto osservazione e ora all’esame di Raffaele Cantone.

Continuiamo? Sono emergenza continua gli sbarchi dei migranti; la corruzione; la spesa pubblica; la sanità; l’ambiente dissestato. E naturalmente anche il maltempo, i rifiuti, i dopo terremoto che durano per generazioni senza che nessuno vi ponga definitivamente rimedio. Non si programma né si previene. Di conseguenza l’esecutivo si adegua sparando decreti legge, d’urgenza e di emergenza: Berlusconi e Monti ne produssero insieme un centinaio; Enrico Letta più di venti, cifra appena superata dal gabinetto Renzi. In tutto, più o meno 165 decreti presentati in sei anni. In emergenza è stata approvata anche la nuova legge elettorale: a colpi di fiducia. E c’è la drammatica emergenza lavoro per la quale evidentemente non basta il Jobs Act: l’acqua c’è, avrebbe detto lord Keynes, ma il cavallo non beve. Insomma, la madre di tutte le emergenze è ancora la crisi economica. Che ci ricorda, dopo l’ubriacatura muscolare dell’Italicum, che ora bisogna cominciare a governare sul serio.

P.s. Se permettete, vorrei spezzare una lancia a favore dei “gufi”, come li chiama Renzi, quelli seri e intellettualmente onesti, per i quali il mio apprezzamento è pari alla gioia che ho provato per il brillante esordio dell’expo di Beppe Sala & c. Ecco perché: forse, se non ci fossero state le copertine dell’“Espresso” sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle imprese appaltatrici, non si sarebbe arrivati alla nomina di Raffaele Cantone a commissario anticorruzione e al suo prezioso lavoro di ripulitura; forse, senza le inchieste dell’“Espresso” sul ritardo nei lavori, non ci sarebbe stato quello scatto d’orgoglio che ha poi consentito di ultimare quasi tutti i padiglioni; forse, se non ci fossero state le domande che “l’Espresso” si è posto sull’uso di quelle immense aree a esposizione ultimata, sarebbe stato rimosso il tema centrale del dopo Expo. Insomma, per farla breve, evviva l’Expo, ma anche i gufi.

Case abusive a Mondello, indagato anche l'ex capo dell'Edilizia privata. - Sara Scarafia

Case abusive a Mondello, indagato anche l'ex capo dell'Edilizia privata
Una foto simbolica del reparto anti abusivismo della polizia municipale

Sono tre i dipendenti del Comune nel mirino della procura. Daniela Rimedio sino a 2010 era la dirigente dell'ufficio.

Non solo due funzionari: nell'indagine sull'abusivismo (leggi l'articolo) che ha scosso Palazzo delle Aquile è coinvolta anche una dirigente. Si tratta di Daniela Rimedio, attualmente allo Sport, che tra il 2007 e il 2010 sedeva invece a capo del settore Edilizia Privata. L'indagine riguarda una lottizzazione in via Miseno, a Mondello: nei giorni scorsi il giudice per l'udienza preliminare Daniela Cardamone ha respinto la richiesta di archiviazione per prescrizione e ha imposto al pubblico ministero Daniele Paci ulteriori indagini su 18 persone che, in concorso, potrebbero aver commesso i reati di lottizzazione abusiva e violazione della normativa in materia paesaggistica.

Sotto inchiesta sono finiti due uomini di punta degli uffici tecnici del Comune: si tratta degli architetti Mario Li Castri  -  numero due del vice sindaco Emilio Arcuri  -  e di Giuseppe Monteleone, funzionario all'Edilizia privata. Abitano entrambi in via Miseno: le indagini dovranno accertare se le case che hanno acquistato in fase di realizzazione dal proprietario del terreno, anche lui indagato, sono state costruite in violazione delle norme a tutela delle zone vincolate come quella di Mondello. Secondo il gip per realizzarlo si sarebbe dovuta seguire la procedura del piano particolareggiato: un iter complesso a tutela delle zone con vincoli paesaggistici che prevede pure un passaggio obbligato in Consiglio comunale. E invece sarebbe stata scelta la via più breve, il cosiddetto piano planovolumetrico. 

La Rimedio, ex dirigente dell'Edilizia privata finisce sotto indagine perché l'ufficio da lei guidato avrebbe portato avanti una attività di "natura quantomeno negligente" rilasciando la concessione. La Rimedio si difende: "Non ricordo nemmeno quale sia la pratica  -  dice  -  il dirigente non fa l'istruttoria ma rilascia la concessione alla fine se ci sono tutti i pareri". 

Li Castri, nei giorni scorsi, aveva invece sottolineato la figura di "acquirente in buona fede". I proprietari delle villette insomma avrebbero comprato case in costruzione ignorando l'iter seguito precedentemente per la lottizzazione. Ma nel verbale la polizia giudiziaria segnala la realizzazioni in diverse abitazioni pure di opere che non sarebbero state oggetto di concessione  -  piscine e verande  -  e solleva dubbi sulla natura della compravendita: risulterebbe che i singoli acquirenti abbiano acquistato soltanto "i terreni liberi" e non gli immobili.

L'indagine è arrivata in un momento delicatissimo per l'amministrazione comunale che entro fine mese dovrà scegliere i nuovi dirigenti a termine: Monteleone e Li Castri  -  architetti ritenuti di grande esperienza  -  sono in pole position per la guida dei settori tecnici più importanti, dal Centro storico all'Urbanistica. Il bando pubblicato dal Comune per la ricognizione scade il 28 gennaio.


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/01/23/news/case_abusive_a_mondello_indagato_anche_l_ex_capo_dell_edilizia_privata-105553583/ 

sabato 20 giugno 2015

Un nesso tra antimateria e spiritualità? - Emiliano Soldani


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Con la scoperta dell'antimateria, è iniziata la "rivoluzione della fisica", che porterà ad osservare fenomeni completamente nuovi. L'antimateria ci permette ad esempio di ricevere informazioni dal futuro, che attiveranno il DNA nelle sue potenzialità di espressione animica.

Lo scorso aprile, il laboratorio di ricerca svizzero CERN ha rilasciato una dichiarazione di risonanza mondiale: nel loro acceleratore di particellele, il Large Hadron Collider (Lhc, il più grande del mondo), dopo le prime collisioni avvenute all’energia record di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV), è stata rinvenuta l’antimateria sotto forma di un flusso di positroni (elettroni a carica positiva) all’interno dei raggi cosmici.
In ambito scientifico questa scoperta stabilisce inequivocabilmente l’esistenza della materia oscura, dopo decenni di speculazioni teoriche, iniziate nel lontano 1933, allorché Fritz Zwicky, noto astronomo svizzero, compì particolari rilevazioni sulla velocità di rotazione delle stelle intorno ai nuclei galattici. Infatti Zwicky notò una esagerata velocità di rivoluzione stellare, che poteva essere giustificata solo ipotizzando un surplus di forza di gravità, calcolata sulla base della teoria di gravitazione universale di Newton.
Dal momento che la gravità è direttamente proporzionale alla massa di un corpo fisico, occorreva ipotizzare l’esistenza di una massa aggiuntiva di materia dalle proprietà sconosciute, che aveva un effetto sulla gravità stellare, spiegando così l’aumento di velocità del moto dei corpi celesti osservati. Così l’antimateria venne semplicemente teorizzata e molti fisici si cimentarono da allora in calcoli matematici che ne dimostravano l’esistenza. Tuttavia sino a poche settimane fa nessuna evidenza scientifica aveva messo a tacere le logiche argomentazioni dei suoi detrattori.
Dalla scienza allo spirito
Il fatto che per noi svela aspetti squisitamente spirituali, aprendo il campo ad un arguto filosofeggiare che impegnerà certamente le più brillanti menti del nostro tempo, è la peculiare composizione fisica dell’antimateria rinvenuta: un flusso di positroni.
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La materia oscura presenta una carica elettrica opposta rispetto a quella della materia luminosa e quindi non si vede.
I positroni infatti sono materia a carica positiva, bilanciata dalla consueta materia elettronica con cui ci confrontiamo in ogni istante. Fin qui, nulla da eccepire, dato che appare logico ed opportuno che questa materia oscura presenti una carica elettrica opposta rispetto alla materia luminosa.
Ma Richard Feynman, fisico statunitense Premio Nobel nel lontano 1965, in un suo celeberrimo lavoro volto a schematizzare il comportamento delle particelle subatomiche attraverso la teorizzazione dei Diagrammi di Feynman, dimostrò che nel preciso istante in cui un flusso di materia positronica incontra materia elettronica, gli elettroni di quest’ultima, stravolgendo il loro naturale spin di rotazione, misteriosamente si accordano ai positroni ed iniziano a viaggiare a ritroso nel tempo!
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Il Premio Nobel per la Fisica Richard Feynman (1918-1988).
Quindi occorre abbandonare l’idea che dall’incontro tra materia e antimateria ne sarebbe risultata solo una colossale esplosione denominata processo di annichilazione. Piuttosto bisogna accettare l’idea che sia possibile invertire il flusso temporale e viaggiare a ritroso nel tempo. Quest’assunto non è affatto nuovo, poiché è il caposaldo dell’interpretazione transazionale della fisica quantistica (annunciata nel 1986) di John Cramer, fisico della Washington State University, che si basa sul concetto di ordine sintropico divergente dal futuro.
Un campo di coscienza ed energia
Facciamo un passo indietro, per ultimare il posizionamento di tutti i tasselli del domino che ci permetteranno interessanti riflessioni di carattere spirituale e filosofico, intendendo l’aggettivo spirituale nella sua classica accezione, “ciò che è proprio dello Spirito”, intendendo quindi lo Spirito come un agente creativo.
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Il matematico Luigi Fantappié (1901-1956).
Nel 1941 un matematico italiano, Luigi Fantappiè, coniò il termine sintropia, il cui significato è tendenza alla convergenza. Fantappiè partì da studi sulla relatività ristretta e sull’equazione di Schrödinger, che volevano giustificare le osservazioni empiriche negli esperimenti sulla doppia fenditura, nei quali l’elettrone si comportava in accordo all’idea dei soggetti sperimentatori. L’equazione di Schrödinger era relazionata all’interpretazione di Copenaghen della quantistica, in base alla quale l’uomo poteva vantare poteri quasi divini sulla natura, semplicemente osservando e trasformando l’oggetto della sua attenzione.
Fantappiè invece smentisce tale possibilità, che peraltro non trova riscontro alcuno a livello macrocosmico, ed introduce un concetto rivoluzionario: l’esistenza di un ordine implicito codificato in un campo di coscienza ed energia, che dal futuro accorda ogni aspetto del creato ad una volontà di massimizzazione delle forme di vita, volta al trionfo della biodiversità.
In altre parole il nostro Fantappiè, seguito da David Bohm e da una pletora di fisici che sposarono i suoi assunti, dimostrò l’evidenza di un ordine implicato superiore, ove tutti i potenziali quantici esprimibili sono contenuti. Il processo di osservazione a questo punto non crea realtà, bensì seleziona tra infinite possibilità codificate in linee temporali future ciò che si vuole collassare nel presente, manifestandolo in questo mondo. La teoria transazionale della fisica quantistica prova inconfutabilmente che le onde quantiche possono viaggiare a ritroso nel tempo.
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Un’immagine che illustra il campo morfogenetico della coscienza.
Se interpoliamo questi assunti con le tesi di noti biologi molecolari quali Rupert Sheldrake, oppure genetisti del calibro di Glen Rein, che affermano l’esistenza di un campo informato di coscienza che accorda il comportamento di tutto ciò con il quale è in risonanza, allora possiamo serenamente accogliere l’idea che questo campo informazionale intelligente contiene informazione vibrante nel futuro che condiziona la realtà espressa nel presente. E forse l’antimateria è proprio il mezzo usato da questo campo per trasmettere alla materia finalità e compiti, tra infinite variabili esprimibili. Come se la materia oscura fosse la bacchetta del direttore di orchestra che sincronizza i musici per la realizzazione di una melodia il cui fine è massimizzare l’espressione della vita.
Entrare in risonanza con la sapienza iniziatica
Tale prospettiva ridimensiona nettamente il nostro ego, che invece risultava forse eccessivamente esaltato dall’interpretazione di Copenaghen, e ci mette nella posizione di ascoltarci seriamente, in un’introspezione volta a conoscere come possiamo sintonizzarci con quest’ordine implicito dal sapore divino. Tanto più che coloro che si sono permessi l’accordatura alla sintropia, ravvisano l’azione di una sorta di forza sottile, che silenziosamente muove i tasselli e combina ogni sincronicità affinché vengano realizzati gli aneliti più profondi, i desideri animici che raramente riusciamo a manifestare. d04117be-f127-4274-a164-e4cc8a6c6b3aAllora forse dovremmo entrare in piena risonanza morfica (parafrasando Sheldrake) con il campo informazionale colmo di intuizioni da un futuro nel quale abbiamo espresso pienamente ogni volontà animica, sperimentando una felicità illimitata.
Ma come fare? La chiave è nella sapienza iniziatica di alchimia trasformativa, piuttosto che nella visione olistica della tradizione orientale, che alcuni fisici come David Bohm hanno avuto a cuore di approfondire, per trarre il massimo vantaggio dalle antiche conoscenze portate alla ribalta dalla fisica quantistica.
Al fine di entrare in risonanza con un campo di coscienza impersonale e collettivo dobbiamo sentire di essere come lui, per sintonizzarci sulla sua stessa lunghezza d’onda. Essere come questo campo significa lasciare andare l’inutile identificazione con la personalità, somma del nostro passato e del nostro carattere ed attitudini nel presente, senza temere la perdita dell’individualità, che è invece memoria della splendida peculiarità animica di ognuno di noi. La memoria del nostro passato è codificata nella materia elettronica che tutti conosciamo. Tale materia è il rallentamento frequenziale di una luce informata con il nostro karma collettivo, affinché in questo gioco si possa sperimentare l’illusione della solidità.
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La scoperta dell’antimateria al CERN.
L’antimateria invece rappresenta il rallentamento e la condensazione in forme manifeste di un’informazione proveniente dal futuro, ove il karma non esiste ed in suo luogo sono presenti intuizioni potenti, finalizzate alla nostra più autentica felicità.
Dobbiamo quindi accettare di affrancarci dalla personalità per riposare nella certezza che la nostra anima immortale potrà avere ogni strumento per spiccare il volo, trovando il giusto equilibrio di attenzione tra materia ed antimateria. Siamo stati troppo a lungo vincolati all’osservazione di ciò che era espresso, perdendo la poesia della sintropia trasmessa dall’antimateria.
Osservando coscientemente i nostri potenziali quantici esprimibili, nella certezza animica di non voler più indossare fittizie maschere personali, possiamo essere Uno con il campo informazionale ed integrare tutta l’antimateria di cui l’anima necessita per la piena realizzazione di sé!

Democrazia sospesa per proteggere BILDERBERG 2015. - Marco Ferini




I segreti del club Bilderberg. L'Austria blinda con 2.100 poliziotti, esercito e posti di blocco il meeting annuale dei potenti del mondo. Sul tavolo del convegno ci sono importanti argomenti di interesse pubbilco, ma cittadini e giornalisti sono tenuti a distanza.

http://www.la7.it/la-gabbia/video/democrazia-sospesa-per-proteggere-il-bilderberg-18-06-2015-157576

venerdì 19 giugno 2015

Pasticcio Ice: conti pignorati per pagare gli ex dipendenti Buonitalia. - Anna Morgantini

Pasticcio Ice: conti pignorati per pagare gli ex dipendenti Buonitalia

Ufficiali giudiziari all'attacco presso Monte dei Paschi e Poste italiane. Dove l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane hai suoi depositi. E' l'ultimo atto della querelle giudiziaria avviata dopo la chiusura della società del ministero delle Politiche agricole. Avvenuta in seguito all'allegra gestione dell'era Zaia.

Ufficiale giudiziario in azione e conti pignorati per mezzo milione di euro. E siamo solo all’inizio: il pasticcio Buonitalia – in breve, 19 persone che verranno pagate per non lavorare – rischia di costare ai contribuenti italiani almeno un paio milioni. Merito dell’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (nota ai più come ex Ice, il vecchio Istituto per il commercio estero), sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del dicastero dello sviluppo economico. Due settimane fa l’ufficiale giudiziario ha bussato al Monte dei Paschi di Siena, filiale di via Franz Liszt 21, e alla sede di Poste Italiane, in viale Europa, dove l’Agenzia dispone di conti correnti e fondi di investimento, e ha consegnato i primi atti di pignoramento per conto di tre ex dipendenti Buonitalia. E per la gioia di Riccardo Maria Monti, il presidente dell’Agenzia-Ice, altri costosi decreti ingiuntivi sono in arrivo nei prossimi giorni.
La storia è surreale. Buonitalia era la società creata dal ministro An all’Agricoltura Gianni Alemanno per la promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani. E’ stata chiusa nel 2011 per via della gestione allegra all’epoca di Luca Zaia, ma il decreto di soppressione prevedeva il trasferimento di funzioni, fondi e personale all’Agenzia-Ice. L’Ice era un altro carrozzone di Stato soppresso da Giulio Tremonti nel 2011 e resuscitato da Corrado Passera nel 2012, che gli ha cambiato nome e ha poi messo a dirigerlo Monti, un suo vecchio amico di famiglia. Bene: soldi e funzioni di Buonitalia Monti se li è presi, ma i 19 dipendenti, nonostante la carenza di organico lamentata dall’Agenzia e nonostante la loro evidente specializzazione nel made in Italy agroalimentare, li ha lasciati a spasso.
E a spasso sono tuttora. Così, mentre l’Agenzia procedeva a nuove assunzioni senza gare o concorsi (ilfattoquotidiano.it ha segnalato anche il caso anomalo di un portavoce da 105 mila euro) i 19 hanno dato il via a una vera e propria guerra giudiziaria: il 31 luglio 2013 il tribunale del lavoro di Roma ha dichiarato l’illegittimità del loro licenziamento; il 13 gennaio 2014 il Tar del Lazio ha accertato l’inadempienza dei ministeri competenti condannandoli a “provvedere entro 60 giorni” all’assunzione dei “buonitaliani”, previa verifica della loro idoneità; il 28 gennaio 2014 l’Agenzia-Ice è stata condannata a “dare immediata attribuzione alle disposizioni illegittimamente disattese e ad assumere i ricorrenti”, come spiega in un’interrogazione il senatore Aldo Di Biagio (AP). Il 7 ottobre il giudice del Lavoro Capaccioli ha dato ragione, per l’ennesima volta, a cinque ex dipendenti di Buonitalia, imponendo all’Ice di immetterli in ruolo e risarcirli degli stipendi mancati. Risultati? Zero.
Nessuna risposta neanche ai decreti ingiuntivi (rispettivamente per 100 mila euro, 150 mila e 250 mila euro) presentati da tre ex dipendenti. La palla è così passata all’ufficiale giudiziario, che ha pignorato presso le banche «conti correnti e/o titoli e/o azioni e/o obbligazioni e comunque qualsiasi altra somma dovuta, a qualsiasi titolo, a Ice-Agenzia (…) fino alla concorrenza della somma precettata».
Ma la somma rischia di lievitare ancora. I risarcimenti di cui sopra, infatti, riguardano solo il periodo intercorso tra il decreto di trasferimento del personale e l’avvio della «procedura di idoneità selettiva» nel dicembre 2014. Una specie di concorso, diciamo. Ma secondo quanto denunciato in due diverse interrogazioni dal senatore Di Biagio e dal deputato Massimo Fiorio (Pd), la Commissione ha dichiarato “non ammissibili” tutti i candidati provenienti da Buonitalia. Da qui: nuovi ricorsi al Tar, nuovo lavoro per gli avvocati, nuovo calvario per i senza lavoro. E, oltretutto, nuove spese in arrivo per i contribuenti. Totale previsto, a spanne, sui 2 milioni di euro. Soldi pubblici. Con un paradosso finale: “Tali somme saranno corrisposte dall’Ice a fronte di nessuna prestazione di lavoro”, commenta amaro Di Biagio. Insomma, gli ex dipendenti di Buonitalia, alla fin fine, verranno pagati per non aver potuto lavorare, nonostante ci abbiano provato a tutti i costi. Dirà qualcosa, la Corte dei Conti, al momento di approvare il bilancio dell’Agenzia? E, soprattutto, chiederà conto a qualcuno dell’eventuale danno erariale?