giovedì 26 settembre 2019

Scioglimento dei ghiacciai, oceani sempre più caldi e cicloni: l’allarme dell’Onu sul riscaldamento climatico. - Sara Gandolfi

Scioglimento dei ghiacciai, oceani sempre più caldi e cicloni: l'allarme dell'Onu sul riscaldamento climatico

Il rapporto dell’Ipcc avverte che i mari rischiano di salire di oltre un metro entro fine secolo. In alcune regioni montuose, rischia di sparire l’80 per cento dei ghiacciai.

A due giorni dal vertice sul clima dell’Onu, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha pubblicato un nuovo drammatico rapporto, dedicato agli oceani e alla criosfera — le parti congelate del pianeta — intitolato Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate. Annunciato al termine di una sessione plenaria di quattro giorni, nel Principato di Monaco, il rapporto è una sintesi di 7000 papers scientifici di 36 paesi diversi, e non lascia margine al dubbio sulla crisi climatica in atto. Oceani sempre più caldi e acidi, ondate di calore, piogge e cicloni più devastanti, isole sommerse.

L’innalzamento del livello del mare (finora + 16 cm) sta accelerando: senza un drastico taglio delle emissioni climalteranti, gli oceani entro il 2100 si alzeranno oltre dieci volte più velocemente di quanto sia avvenuto nel XX secolo. Ovvero 15 millimetri all’anno contro i 3,6 mm annui di oggi e l’1,4 mm del secolo scorso. Significa che il mare potrebbe sollevarsi di altri 84 centimetri entro fine secolo (secondo le stime più catastrofiche, addirittura 1,1 metri). Nello scenario migliore, con drastici tagli alle emissioni, si potrebbe limitare tale innalzamento a 43 cm.

I ghiacciai perderanno in media più di un terzo della loro massa nello scenario più grave (alte emissioni); alcune catene montuose potrebbero perdere oltre l’80 per cento dei propri ghiacciai entro fine secolo e molti sparirebbero completamente. Il ritiro dei ghiacciai di montagna modifica la disponibilità e la qualità dell’acqua a valle, con pesanti implicazioni per l’agricoltura e l’energia idroelettrica da cui dipendono le comunità locali.

La vita marina, già colpita duramente dal riscaldamento degli oceani, continuerà a declinare, anche se un taglio delle emissioni potrebbe ridurre il danno. Gli oceani si sono riscaldati senza interruzione dal 1970 e hanno assorbito più del 90% del calore in eccesso del sistema climatico. Dal 1993, il tasso del riscaldamento dell’oceano è più che raddoppiato. Tra l’84 e il 90 per cento di tutte le ondate marine di calore è oggi attribuibile alla crisi climatica: e le ondate sono due volte più frequenti, più calde e di maggior durata rispetto al periodo pre-anni Ottanta. La loro frequenza sarà di 20 volte più elevate se nel 2100 l’aumento delle temperature si fermerà a 2 ° C rispetto ai livelli preindustriali. Ma sarebbe 50 volte maggiore se le emissioni continuassero ad aumentare. Il riscaldamento dell’oceano riduce la miscelazione tra gli strati d’acqua e, di conseguenza, l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive per la vita marina.

L’oceano ha assorbito tra il 20 e il 30% delle emissioni di biossido di carbonio indotte dall’uomo dagli Anni ‘80, causando l’acidificazione degli oceani, destinata ad aumentare negli anni a venire. Il pH potrebbe crollare di altri 0,3 gradi entro il 2100, e questo implicherebbe un aumento dell’acidità di circa il 150 per cento. Fino all’80 per cento della parte superiore dell’oceano potrebbe perdere ossigeno già intorno al 2050. In conseguenza di ciò, la massa totale degli animali nell’oceano potrebbe diminuire del 15 per cento e la capacità massima di pesca crollare fino al 24 per cento entro fine secolo. I coralli sono particolarmente a rischio, anche nello scenario più roseo. Il riscaldamento e l’acidificazione degli oceani, la perdita di ossigeno e i cambiamenti nelle scorte di nutrienti stanno già influenzando la distribuzione e l’abbondanza della vita marina nelle zone costiere, in mare aperto e sul fondale marino.

I cambiamenti in atto negli oceani a loro volta generano fenomeni meteorologici estremi, destinati a peggiorare. Cicloni, uragani e tifoni diventeranno più potenti anche in un mondo a +2 C, causando maggiori danni alle coste, secondo il rapporto degli esperti Onu sul clima. L’«intensità media» dei cicloni tropicali e la percentuale dei cicloni di categoria 4 e 5, che è già aumentata negli ultimi decenni, «dovrebbe aumentare», anche se i cicloni in generale non dovrebbero essere più frequenti. Le correnti atlantiche – o Atlantic Meridional Overturning Circulation – che hanno un ruolo chiave nella redistribuzione del calore sul pianeta, sembrano destinate a indebolirsi, con il rischio di un aumento delle tempeste nell’Europa del Nord, di maggiori siccità in Sahel e Asia del Sud, e livelli del mare più alti nel nord est dell’America settentrionale.

Lo scioglimento del permafrost e del ghiaccio marino potrebbe provocare un aumento del riscaldamento marino, in un circolo vizioso che si auto-alimenta. Sta già avvenendo. Il disgelo in Groenlandia e Antartico sta rilasciando oltre 400 miliardi di tonnellate d’acqua all’anno. E a Nord l’area dell’Artico coperta dalla neve in estate si restringe di oltre il 13 per cento a decennio. Lo scongelamento del permafrost potrebbe rilasciare enormi quantità di diossido di carbonio e metano in atmosfera. Senza un drastico taglio delle attuali emission, si teme il rilascio di decine o centinaia di miliardi di tonnellate di CO2 entro fine secolo, con un’ulteriore accelerazione del riscaldamento climatico. Stessa conseguenza per lo scioglimento della neve e del ghiaccio.

Alcune isole sono destinate a diventare inabilitabili a causa dell’innalzamento degli oceani. Nello scenario peggiore, anche molte regioni costiere sono ad altissimo rischio: entro il 2300 il livello del mare potrebbe arrivare a +5,4 metri. Entro il 2050, molte megalopoli costiere e piccole nazioni insulari subiranno ogni anno catastrofi climatiche, anche con un’aggressiva riduzione delle emissioni di gas serra. Costruire una protezione contro l’innalzamento del livello dell’acqua potrebbe ridurre il rischio di inondazioni da 100 a 1.000 volte, se si investisse «da decine a centinaia di miliardi di dollari all’anno»,ma gli stati insulari non ne avranno i mezzi.

«L’oceano non può sostenere all’infinito il nostro attuale stile di vita — commenta Rebecca Hubbard di «Our Fish» — Stiamo spingendo ben oltre i limiti. L’Unione europea può lanciare un nuovo Green Deal prendendo subito misure per porre fine all’overfishing». E il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, che presiede il gruppo C40 Cities, contro il cambiamento climatico le ha fatto eco: «Il rapporto è una lettura scioccante. Le coste del pianeta sono la casa di circa 1,9 miliardi di persone e di oltre la metà delle megacittà del mondo, e tutte sono in grave pericolo se non agiamo subito per impedire l’innalzamento delle temperature e del livello del mare».

L’oceano e la criosfera svolgono un ruolo fondamentale per la vita sulla Terra. Un totale di 670 milioni di persone nelle regioni di alta montagna e 680 milioni di persone nelle zone costiere dipendono direttamente da questi sistemi. Quattro milioni di persone vivono permanentemente nella regione artica, e gli Stati in via di sviluppo delle piccole isole ospitano 65 milioni di persone. «Il mare aperto, l’Artico, l’Antartico e le alte montagne possono sembrare lontani a molte persone», ha dichiarato Hoesung Lee, presidente dell’IPCC. «Ma dipendiamo da loro e ne siamo influenzati direttamente e indirettamente in molti modi: per tempo e clima, cibo e acqua, energia, commercio, trasporti, attività ricreative e turismo, per la salute e il benessere, per la cultura e l’identità».


Suicidio assistito, la svolta della Consulta: è lecito l'aiuto in casi come quello di dj Fabo. - Sandra Fischetti


Dj Fabo


Ma c''è il 'no' dei medici cattolici, in quattromila obietteranno.


Con una sentenza storica la Consulta apre al suicidio assistito. E stabilisce che non è punibile chi agevola il suicidio nei casi come quelli del Dj Fabo, rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale e attaccato ad un sondino per sopravvivere, vittima di atroci sofferenze per la sua patologia, ma pienamente consapevole della sua volontà di considerare quelle condizioni di vita non compatibili con la sua dignità.
Ma ribadisce come resti "indispensabile" l'intervento del legislatore, che già aveva sollecitato inutilmente l'anno scorso sospendendo per 11 mesi la sua decisione sulla costituzionalità dell'articolo 580 del codice penale, una norma introdotta 90 anni fa e che pone sullo stesso piano aiuto e istigazione al suicidio, con la reclusione sino a 12 anni.
"Da oggi in Italia siamo tutti più liberi anche quelli che non sono d'accordo - commenta entusiasta Marco Cappato, il tesoriere dell'associazione Coscioni che accompagnò in una clinica svizzera per il suicidio assistito Fabiano Antoniani e che ora sarà certamente assolto nel processo a suo carico a Milano -. Ho aiutato Fabiano perché ho considerato un mio dovere farlo. La Corte costituzionale ha chiarito che era anche un suo diritto costituzionale per non dover subire sofferenze atroci". Anche il pm di quel processo, Tiziana Siciliano, che già aveva chiesto l'assoluzione per Cappato, parla di un passo molto importante. Tra chi esulta c'è Mina Welby, che ora chiede una "legge per la libertà di decidere fino alla fine".
E pure Beppino Englaro, il papà di Eluana, invita il parlamento a legiferare "secondo le indicazioni della Corte". Ma la sentenza divide. Non piace affatto al mondo cattolico. "Con la decisione di non punire alcune situazioni di assistenza al suicidio, la Corte costituzionale italiana cede ad una visione utilitaristica della vita umana", attacca Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita (Cei). E preoccupa i medici. Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, prevede una "forte resistenza" e pone una condizione: "chi dovesse essere chiamato ad avviare formalmente la procedura del suicidio assistito, essendone responsabile, sia un pubblico ufficiale rappresentante dello Stato e non un medico".
Si divide anche la politica. "Sono e rimango contrario al suicidio di Stato imposto per legge", dice il segretario della Lega Matteo Salvini. Dalla maggioranza è il vice segretario del Pd Andrea Orlando che chiede di seguire la strada indicata dalla Consulta, nella stessa giornata in cui diversi senatori della maggioranza hanno presentato una proposta di legge per il suicidio assistito. La Corte in particolare ha ritenuto non punibile a determinate condizioni, chi agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da "trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli". Ma ha posto dei paletti. In attesa dell' indispensabile intervento del legislatore, ha subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017). Non solo: la verifica delle condizioni richieste (come la irreversibilità della patologia e la natura intollerabile delle sofferenze) e delle modalità di esecuzione deve essere compiuta da una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente. Si tratta di cautele adottate "per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili", un'esigenza già sottolineata nell'ordinanza 207 con cui un anno fa aveva sospeso la sua decisione.

Luoghi magici.

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Meteore, Grecia

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Pammukale (castello di cotone) Turchia

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Parco nazionale dei laghi di Plitvice, Croazia

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Grand Canyon, Nationale Park, Usa

mercoledì 25 settembre 2019

Mafia, Silvio Berlusconi indagato nel procedimento stragi.

Mafia, Silvio Berlusconi indagato nel procedimento stragi

L'inchiesta della procura di Firenze sugli attentati del 1993. Una certificazione che consentirà all’ex premier di non rispondere al procedimento che vede imputato Marcello Dell’Utri.

PALERMO- Silvio Berlusconi è indagato nel procedimento aperto dalla procura di Firenze sulle stragi mafiose del 1993. La notizia si apprende a Palermo. I legali di Marcello Dell'Utri, imputato nel processo d'appello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, hanno depositato alla corte d'assise d'appello, che celebra il dibattimento, la certificazione da cui risulta che l'ex premier è indagato a Firenze. Una mossa, quella della difesa che aveva citato a deporre Berlusconi, che gli consentirà di non rispondere.

La nuova indagine su Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, accusati di essere i mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993, che colpirono Firenze, Roma e Milano, è stata avviata nel 2017. La procura di Firenze aveva ottenuto dal giudice delle indagini preliminari la riapertura del fascicolo, archiviato nel 2011, e aveva delegato nuovi accertamenti alla Direzione investigativa antimafia.

Obiettivo della nuova indagine era passare al setaccio le parole pronunciate in carcere dal boss Giuseppe Graviano, intercettato dai pubblici ministeri palermitani del processo 'Trattativa Stato-mafia' mentre parlava dell'ex presidente del Consiglio e dall'ex senatore di Forza Italia in carcere per scontare una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.

https://www.repubblica.it/cronaca/2019/09/25/news/mafia_silvio_berlusconi_indagato_nel_procedimento_stragi-236894685/

Falsi invalidi, indagata la madre di Arisa: la sedia a rotelle per messinscena.

Falsi invalidi, indagata la madre di Arisa: la sedia a rotelle una messinscena

Dopo gli arresti a Potenza nel blitz "Il canto delle sirene", agli atti di indagine spunta la madre della popolare cantante.

La madre della cantante lucana Arisa è tra gli indagati nell’inchiesta «Il canto delle sirene" sulle percezioni indebite di pensioni di invalidità e assegni di accompagnamento ai danni dell’Inps: la notizia anticipata stamani dalla trasmissione di Canale 5 «Mattino Cinque» ha trovato conferma negli ambienti giudiziari di Potenza.

Assunta Santarsiero, di 62 anni, di Pignola (Potenza) - accusata di truffa in concorso - secondo quanto emerge dagli atti dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza (che ieri ha portato a cinque arresti domiciliari eseguiti dalla Squadra mobile del capoluogo lucano, e a 40 indagati complessivi), avrebbe ottenuto la condizione di invalidità civile e i benefici dell’indennità di accompagnamento "fingendosi affetta da gravi patologie - ha scritto nell’ordinanza il gip Lucio Setola - tali da renderla incapace di attendere autonomamente agli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continuativa».

La donna nel 2017 fu «accompagnata dal marito e trasportata su carrozzina» nel Tribunale di Potenza, «perché non in grado di camminare autonomamente» e «al momento dell’esame clinico si dimostrò impossibilitata a provvedere ai suoi elementari bisogni e a svolgere gli atti quotidiani della vita senza assistenza», "traendo così in inganno» il perito nominato dal giudice del Tribunale civile. Secondo gli investigatori, però, «la visita sulla sedia a rotelle era evidentemente tutta una messinscena": dai pedinamenti degli agenti della Squadra mobile è invece emerso che la donna sarebbe stata «in grado di uscire da casa da sola e di muoversi autonomamente, portandosi persino nel terreno adiacente alla sua abitazione per dedicarsi ai lavori dei campi senza aver bisogno di essere accudita da alcuno e senza documentare difficoltà deambulazione». 

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/1174700/falsi-invalidi-indagata-la-madre-di-arisa-la-sedia-a-rotelle-una-messinscena.html

Montenegro, Dubrovnik, Neretva.

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martedì 24 settembre 2019

Thomas Cook, salta l'accordo sul salvataggio: dichiarata la bancarotta.

Thomas Cook, salta l'accordo sul salvataggio: dichiarata la bancarotta

A rischio 22 mila posti di lavoro nel mondo e 9 mila nel Regno Unito. Oltre mezzo milione di viaggiatori da riportare a casa: il rimpatrio dei soli cittadini britannici potrebbe costare fino a 600 milioni di sterline.

MILANO - Dopo 178 anni di storia il colosso dei viaggi britannico Thomas Cook alza bandiera bianca. Nella notte sono saltate le trattative con i creditori e la compagnia ha dichiarato bancarotta annunciando con una nota che "sono cancellati tutti i futuri voli e le future vacanze".

Mezzo milione di turisti in viaggio.
Il collasso della società mette a rischio sia 22.000 posti di lavoro a livello globale, di cui 9.000 in Gran Bretagna, ma anche il ritorno a casa dei 150 mila vacanzieri britannici che avevano prenotato il volo  con Thomas Cook e che ora vedono a rischio il proprio rientro, in quella che la Bbc definisce come "la più grande operazione di rimpatrio in tempi di pace". Un'operazione che secondo le prime stime potrebbe costare fino a 600 milione di sterline, finanziata attraverso il fondo di garanzia Atol, il sistema di protezione amministrato dall'ente dell'aviazione civile britannico e finanziato dalle industrie del settore. Secondo il Financial Times però oltre ai 150 mila britannici ci sarebbero altri 350 mila viaggiatori stranieri all'estero e il numero complessivo di persone da riportare a casa potrebbe raggiungere il mezzo milione.

Le accuse di Johnson ai manager.
Sulla questione è intervenuto anche il premier britannico Boris Johnson. "C'è da chiedersi quanto i dirigenti di queste società fossero adeguatamente incentivati a risolvere i loro problemi", ha detto criticando i manager dell'azienda. "E' una situazione molto difficile e ovviamente i nostri pensieri sono rivolti ai clienti di Thomas Cook, i vacanzieri che ora potrebbero avere difficoltà a tornare a casa. Faremo del nostro meglio per riportarli a casa", ha aggiunto. "In un modo o nell'altro lo Stato dovrà intervenire per aiutare i vacanzieri bloccati ".

Lo stop ai nuovi finanziamenti.
L'azienda -  il cui principale azionista è la cinese Fosun Tourism Group - non è riuscita a a raccogliere gli ulteriori finanziamenti per 200 milioni di sterline che servivano per evitare il collasso.  Fosun il mese scorso aveva già iniettato 450 milioni di sterline nella società all'interno di un pacchetto di salvataggio di 900 milioni di sterline. In cambio di quell'investimento Fosun aveva acquisito una quota del 75% della divisione operativa di Thomas Cook e un 25% della sua compagnia aerea. "Fosun - si legge in un altro comunicato - è delusa del fatto che Thomas Cook non sia riuscita a trovare una soluzione per la sua ricapitalizzazione con altre entità, i suoi creditori core e gli azionisti senior".

Guai finanziari, nuove abitudini e Brexit: le origini dela crisi.
Il crollo della compagnia non arriva però come un fulmine a ciel sereno. A maggio Thomas Cook aveva messo in evidenza nei propri conti trimestrali una perdita da 1,45 miliardi di sterline, a causa soprattutto della svalutazione di MyTravel, con cui si era fusa nel 2017, costata da sola quasi 1 miliardo. Inoltre un report di Citigroup negli stessi giorni aveva consigliato di vendere il titolo fissando un target di prezzo a zero.

Guai finanziari a parte, l'azienda ha in generale accusato la sempre maggiore propensione dei viaggiatori ad organizzare autonomamemente le proprie vacanze, facendo così meno ricorso ai tour operator. Come se non bastasse, su Thomas Cook si è abbattuta anche l'incognita Brexit. "Non c'è ormai alcun dubbio che abbia spinto molti clienti britannici a rinviare i piani per le loro vacanze", si era difeso il ceo Peter Frankahauser a maggio, rilevando di avere venduto soltanto il 57% dei pacchetti di viaggio per l'estate 2019, con un calo del 12% sull'anno precedente.

https://www.repubblica.it/economia/2019/09/23/news/thomas_cook_salta_l_accordo_sul_salvataggio_dichiarata_la_bancarotta-236703370/