mercoledì 2 settembre 2020

Referendum, il Sì rispetta l’assemblea costituente. - Nicola Ferri

Renzo Arbore e l'Orchestra Italiana mix - medley (8 pezzi) - YouTube
Come era già avvenuto con il referendum del 4 dicembre 2016 conclusosi con la bocciatura della maxi-riforma della Costituzione prevista dalla legge Renzi-Boschi (61,29 per cento No contro il 38,71 Sì), anche il referendum del 20 e 21 settembre che propone di ridurre i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200 è contrassegnato da bordate polemiche, scambi di accuse tra i due schieramenti, discesa in campo di contrapposti, agguerriti comitati elettorali.
Ma a differenza di quanto avvenne nel 2016, allorché i sostenitori del No, durante e dopo l’iter parlamentare, rimasero compatti sulle loro posizioni, stavolta non pochi alfieri del No provengono dalle file di coloro che in Parlamento (e fuori) avevano detto Sì, compiendo una incredibile giravolta di cui Il Fatto (28 agosto) ha fornito ampia documentazione con nomi, cognomi e foto per i posteri.
Orbene, mentre l’opposizione di destra sarebbe favorevole al Sì (ma Berlusconi è per il No), nella maggioranza di governo, essendo scontato il Sì dei 5Stelle, promotori con FI della legge-ghigliottina, il Pd sembra orientato per il Sì come Iv, ma non si sa come voteranno quei parlamentari che nel frattempo hanno abbandonato i loro gruppi per aderire al Misto.
Referendum “all’italiana” si dirà: referendum dell’incoerenza e degli spiriti ondivaghi che si barcamenano tra i Sì e i No a seconda delle convenienze elettorali. È lo stesso fenomeno che si riproduce in Parlamento con i “voltagabbana” e che non deve stupire più di tanto essendo un derivato del trasformismo nazionale giunto dalla fine dell’800 (Depretis) ai giorni nostri, ma già nel 1844 il poeta toscano Giuseppe Giusti nel Brindisi di Girella, ricordando il Signor di Talleyrand, principe dei Voltagabbana, declamava: “Viva Arlecchino e i burattini grossi e piccini, viva le maschere d’ogni Paese…”. (Per Openpolis dall’inizio della Legislatura hanno lasciato i gruppi di origine 15 senatori e 21 deputati 5S; 17 senatori e 38 deputati Pd; 17 senatori e 54 deputati FI).
Tornando al quesito referendario va sottolineato che gli strali dei No si appuntano soprattutto sulla drastica recisione dei numeri in entrambi i rami del Parlamento. Si afferma infatti in un documento di 183 costituzionalisti che la riduzione del numero dei parlamentari “avrebbe un impatto notevole sulla forma di Stato (Repubblica parlamentare, ndr) e di governo (esecutivo con la fiducia delle Camere, ndr) in quanto il taglio lineare incide sulla rappresentatività delle Camere e crea problemi di funzionamento dell’apparato statale”. Ma si tratta di un’obiezione priva di fondamento, poiché la rappresentatività si basa non tanto sui numeri, ma sulla qualità dei rappresentanti politici nonché sulla loro competenza e capacità di perseguire, mediante le leggi, gli interessi generali della collettività, contribuendo a realizzare nelle istituzioni gli obbiettivi indicati dalla Costituzione.
Costantino Mortati, uno dei Padri costituenti, già nel 1991 aveva sostenuto che il numero di 630 deputati fosse ingente, auspicandone la riduzione, e Gustavo Zagrebelsky ricorda che “il Parlamento, fino alla riforma costituzionale del 1963, era meno numeroso (la Camera dei deputati nella 1° Legislatura del 1948-53 era di 572) e ciò non ha mai fatto lamentare difficoltà nell’esercizio delle funzioni parlamentari… mentre va preso atto dell’assenteismo, dell’incompetenza, dell’anonimato, dell’irrilevanza di molti. Prende perciò corpo l’idea di diminuire i numeri degli oziosi valorizzando gli operosi”. Argomenti condivisi da altri autorevoli giuristi quali De Siervo, Clementi, Politi Di Suni, Zaccaria, Carlassare, Nicotra, Morrone, il quale ha notato che assemblee pletoriche si ritrovano solo in dittature come Cina, Corea del Nord ed ex Urss.
È importante rilevare infine che nell’Assemblea costituente prevalse la proposta che il numero dei componenti delle Camere dovesse essere indicato non in termini rigidi ma in rapporto all’entità della popolazione (Res. II S.C. p. 187 ss.) e l’onorevole Togliatti osservò che “una cifra troppo alta distacca troppo l’eletto dall’elettore con cui egli, in qualche modo, deve comunicare con rapporti personali e diretti” (Res. cit. pag. 437)*.
* “Meno siamo e meglio stiamo, che bisogno c’è di stare in tanti?”
(Renzo Arbore – Orchestra Italiana)

Per smascherare i furbi ricominciamo a studiare la logica aristotelica. - Daniele Luttazzi

2.1.5 Le dottrine del colore di Aristotele | colore digitale blog
Per comprendere gli errori di ragionamento che ci impediscono giudizi corretti, e finiscono per tarare il discorso pubblico, favorendo i furbi, occorre conoscere alcuni fondamenti. Esistono due tipi di giudizio: il giudizio logico (vero/falso) e quello analogico (più-o-meno-vero-o-più-o-meno-falso). L’argomento logico mette in relazione una regola di implicazione, un caso e un risultato. Esistono tre tipi di argomento logico: deduzione, induzione, abduzione.
La deduzione trae conseguenze certe:
regola Tutti gli esseri umani sono bipedi.
caso Il Papa è un essere umano.
risultato Il Papa è un bipede.
L’induzione generalizza i dati:
caso Il Papa è un essere umano.
risultato Il Papa è un bipede.
regola Tutti gli esseri umani sono bipedi.
L’abduzione formula un’ipotesi esplicativa:
risultato Il Papa è un bipede.
regola Tutti gli esseri umani sono bipedi.
caso Il Papa è un essere umano.
L’abduzione è il ragionamento logico più frequente: ci serve a formulare ipotesi sulla realtà. Nella scienza, dall’ipotesi abduttiva si deducono le evidenze da trovare; per induzione si verifica l’ipotesi accumulando fatti e dati sperimentali; e se l’ipotesi non è confermata si ripete il ciclo inferenziale: abduzione, deduzione, induzione (Peirce, 1878). Il valore probativo dei sillogismi sta nella verità dei due enunciati iniziali, detti “premessa maggiore” e “premessa minore”; ma nessun sillogismo è conclusivo, perché non spiega come facciamo a sapere la premessa minore, cioè il dato di fatto del secondo enunciato, per esempio “Il Papa è un essere umano” (Dodgson, 1939).
L’argomento analogico è diverso da quello logico. Ne esistono varie specie affini, fra cui l’entimema (argomento retorico) e l’esempio, che per Aristotele definivano la retorica. A differenza dei sillogismi logici, nell’entimema una delle due premesse è solo probabile, non certa. L’esempio migliore è quello che sorprende: “Il mare puzza particolarmente negli stretti, nei punti di congiunzione, come il corpo che puzza alle ascelle” (Cecchi, 1976)
La persuasione retorica. Si persuade con argomenti, eloquenza e pathos. Gli argomenti logici, come abbiamo visto, usano il ragionamento deduttivo, induttivo, abduttivo. Oltre al ragionamento, un argomento si avvale di concessioni: sono le obiezioni che potrebbero essere sollevate rispetto alla conclusione. Le si concede all’inizio del discorso, per neutralizzarle subito con un argomento migliore. Poi, dato che le verità assolute sono rare, il meglio che si possa fare è partire da premesse accettate. Era il trucco argomentativo di Socrate: poneva una domanda, e usava la risposta dell’interlocutore come premessa accettata. Le premesse sono vulnerabili: se mostri che sono sbagliate, avrai distrutto il sillogismo: un modo è portare la premessa alle estreme conseguenze (reductio ad absurdum).
Le fallacie logiche sono errori di ragionamento in cui le premesse sono condivisibili, ma la conclusione è sbagliata. I tipi più comuni di fallacia deduttiva sono: la contraddizione (la conclusione contraddice le premesse); la petizione di principio (la conclusione dedotta da una premessa che è la conclusione stessa: “Perché non porti il cappello, come Dio prescrive?”. “Ma nella Bibbia non è scritto da nessuna parte”. “Come no? C’è scritto che Dio mandò Abramo nella terra promessa”. “Embè?”. “Come avrebbe potuto mandarcelo senza cappello?”).
(2. Continua)

Le piaghe d’Egitto. - Marco Travaglio

10 piaghe d'egitto
La sapete l’ultima? “Destra avanti se vince il Sì”. “Ecco il Parlamento se vince il Sì: destra avanti in entrambe le Camere”. Lo scrive Repubblica, dunque dev’essere vero: pare proprio che la legge costituzionale approvata dal Parlamento quattro volte in due anni da tutti i partiti tagli un terzo dei parlamentari, ma solo quelli di 5Stelle e centrosinistra, lasciando intatti quelli di Lega, FdI e FI. È l’unica spiegazione, a meno di ritenere che la vittoria o la sconfitta alle elezioni non dipenda da quanti elettori hanno i partiti, ma da quanti eletti ci sono in totale. Altro che riformina: questa è una rivoluzione copernicana, una svolta mai vista nella storia dell’umanità. Ma pure un formidabile elemento di ottimismo per i giallorosa: per sorpassare in scioltezza le destre e vincere le Politiche, cercare di prendere più voti di loro è inutile; basta votare No al referendum, cioè conservare 945 parlamentari, e sarà un trionfo.
Ma, inoltrandosi nell’articolo, affiora una spiegazione alternativa: lo studio dell’Istituto Cattaneo a cui si riferisce – una simulazione del prossimo Parlamento col taglio dei parlamentari e la nuova legge elettorale proporzionale, alla luce dei sondaggi attuali – ha il grave torto di contraddire le ragioni del No sbandierate da Repubblica. Infatti dimostra, dati alla mano, che ridurre i parlamentari non comprime la rappresentanza (l’Italia in Europa ha il più alto numero di eletti in rapporto agli abitanti e lo conserverà anche dopo il taglio) né esclude le minoranze (i partiti presenti nell’attuale Parlamento ci tornerebbero anche in quello ridotto). Dunque Repubblica pensa bene di manipolarlo e, già che c’è, di fare un po’ di terrorismo, come se i suoi lettori fossero scemi: se votate Sì, poi vince la destra (che naturalmente, con gli attuali sondaggi, vincerebbe anche col No). Buon segno: se il livello della propaganda è così miserevole, il fronte del No dev’essere alla disperazione. Come quello del Sì alla schiforma renziana, che nel 2016 minacciava una serie di sfighe epiche “se vince il No”: uscita dall’Europa, crac delle Borse, crollo della produzione, tracollo dell’occupazione, niente più cure contro il cancro e l’epatite C… Ora il copione si ripete, ma contro il Sì. La vittoria della destra è solo il trailer. Seguiranno, prossimamente sulle varie testate del Giornalone Unico, altre puntate della serie “Se vince il Sì”: a parte il ritorno delle piaghe d’Egitto al gran completo, cavallette incluse, moriremo tutti di Covid, oppure sopravviveremo, ma con emorroidi lancinanti; pioverà sempre e gli ombrelli saranno vietati per legge; Porro e Vespa andranno in onda a reti unificate h 24; la Nutella saprà di merda; e ci sarà una grande morìa delle vacche, come voi ben sapete.

martedì 1 settembre 2020

Sciagura-Conte: manca solo che la destra gridi ai caschi blu. - Antonio Padellaro

Star del giornalismo: «Io e altri centinaia di reporter al soldo della Cia»  - Popoff Quotidiano
Alcuni titoli de La Verità di ieri 31 agosto. “Sapevano tutto già dal 12 febbraio. Ma non hanno fermato l’epidemia”. “È ufficiale il flop del bonus vacanze”. “I banchi con le rotelle? Ora si scopre che sono fuori legge”. “L’ultimo disastro del ministro Azzolina. Altro che vittima, è solo una incapace”. “La strage delle scuole paritarie. Gli aiuti del governo sono briciole”. “Ogni Vip una Ong. Risultato? Sbarchi e morti”. “Bellanova come la grandine: vendemmia a rischio”. Alcuni titoli di Libero: “La carica dei cinquecento. Immigrazione senza freni: siamo invasi”. “Tra i migranti il virus circola più in fretta. Positivo il 4% degli extracomunitari sottoposto a test. Tra gli italiani la media è 1,4%. Ma l’esecutivo nega tutto”. “Ministro sul binario morto. La De Micheli sbanda: ormai ha perso la bussola”. Alcuni titoli de Il Giornale: “Ancora una strage buonista. Esplode un veliero di migranti”. “Gualtieri copia Visco: a rischio la flat tax. Nel mirino le partite Iva”.
Non mi permetto di criticare le scelte di professionisti affermati come Maurizio Belpietro, Vittorio Feltri, Pietro Senaldi, Alessandro Sallusti. La questione semmai riguarda il giudizio sull’attività di governo da parte dei quotidiani d’opposizione più diffusi, che sono (o dovrebbero essere) lo specchio della pubblica opinione più radicata a destra. Per essi, e non da oggi, questo è un governo dove non si salva niente e nessuno, composto da un’accozzaglia di ministri colpevolmente incapaci, inetti, maldestri, incompetenti, superficiali, che agiscono nell’illegalità, che fanno danni peggio della grandine e delle cavallette, che gestiscono l’immigrazione a livelli criminali, degli stragisti per caso, e forse anche dei potenziali assassini. Ma se fosse davvero questa la realtà dei fatti cosa si aspetta a chiedere l’intervento dei Caschi blu dell’Onu? Al confronto il dittatore della Bielorussia è Abramo Lincoln. Quando, qualche tempo fa, mi azzardai a scrivere che a mia memoria nessun premier come Giuseppe Conte aveva ricevuto un trattamento così risolutamente ostile da parte della maggior parte dell’informazione cartacea e televisiva c’è chi saltò su: forse Silvio Berlusconi non era stato maltrattato dalla sinistra assai peggio? Vero, ma con la differenza che, a parte le numerose pendenze giudiziarie, Sua Emittenza aveva quasi tutti i media, e soprattutto le tv, ai suoi piedi (il famoso conflitto d’interessi). Onestamente, si può dire lo stesso dell’attuale presidente del Consiglio? E dunque mi asterrò dal sottolineare che il capo di questa presunta banda di incapaci e malfattori nei sondaggi riscuote, ancora e malgrado tutto, il 60% di gradimento popolare. La risposta la conosco già (vedi Salvini e Meloni): è chiaramente un consenso frutto della paura dopo che ha terrorizzato gli italiani con l’uso politico del virus. E qui alzo le mani.

Le riforme degli altri. Anche in Europa provano a sforbiciare. - Giacomo Salvini

Le riforme degli altri. Anche in Europa provano a sforbiciare

L’Italia non è un unicum, anzi: l’obiettivo di ridurre il numero dei parlamentari è comune alle altre grandi democrazie europee. Non solo con il “sì” al referendum costituzionale il nostro Paese resterà al vertice in Ue per rappresentanza tra eletti ed elettori, ma si assimilerà a molti paesi simili: in mezza Europa fioccano proposte per ridurre il numero dei parlamentari. Quanto basta per far dire allo studioso Giacomo Delledonne, ricercatore di Diritto pubblico comparato all’Università Sant’Anna di Pisa che all’argomento ha dedicato un paper, che “la vicenda italiana più recente può essere letta come una declinazione particolare di un più vasto movimento europeo”. Partendo dalla stretta attualità, parallelamente alla campagna referendaria italiana c’è un’altra grande democrazia europea che sta provando a tagliare i parlamentari: la Germania.
Nella notte tra martedì e mercoledì la Grosse Koalition che sostiene Angela Merkel (Spd e Cdu) ha trovato un accordo dopo un’estenuante trattativa sulla riforma elettorale che avrà l’obiettivo di ridurre da 298 a 280 i distretti e, di conseguenza, tagliare anche molti parlamentari. Al momento infatti, il Bundestag (la Camera bassa tedesca, l’unica elettiva) è composto da un numero variabile di parlamentari: oggi sono ben 709 nonostante nel 1996 il governo ne avesse stabiliti 598. E questo per un complesso principio di mandati in eccedenza e mandati compensativi del sistema elettorale che fa sì che dal 2002 a oggi i componenti del Bundestag siano cresciuti esponenzialmente da 603 ai 709 attuali. E, secondo le previsioni, il prossimo parlamento tedesco potrebbe arrivare a 800 componenti, la seconda camera al mondo dopo la Cina: sarà il “Bundestag XXL” come lo hanno ribattezzato i giornali tedeschi. Ma considerata l’attenzione teutonica per costi e sprechi (il Bundestag è arrivato a 1 miliardo l’anno), la Germania sta correndo ai ripari: la riduzione dei distretti avverrà gradualmente già a partire dalle elezioni federali del prossimo anno e si completerà dopo quella del 2025.
Un’altra riforma sovrapponibile a quella italiana è quella del governo francese. Il progetto di riduzione degli eletti all’Assemblea Nazionale era uno dei punti principali del discorso di inizio mandato del Presidente Emmanuel Macron e da qui è nato il progetto di legge governativo presentato dal premier Philippe il 29 agosto 2019 che riduce il numero dei deputati di un quarto: da 577 a 404. In caso di approvazione, la Francia passerebbe da 0,9 deputati ogni 100.000 abitanti a 0,6 contro l’1 dell’Italia.
Infine anche il Regno Unito si sta muovendo per tagliare i componenti della House of Commons composta da 659 deputati contro gli 800 della Camera dei Lords (non eletti). Il progetto è partito nella legislatura 2010-2015 (governo Cameron) in cui conservatori e liberaldemocratici avviarono il processo di riforma: il Parliamentary voting system and Constituencies Act individuò a 600 il numero massimo di deputati, ma a oggi non è ancora stato trovato un accordo sulle nuove circoscrizioni elettorali. Per questo, conclude Delledonne, “non c’è nessun caso italiano e nessuna anomalia: “La tendenza è comune a molti altri Paesi europei”.

Sabrina Beccalli, nell’auto anche ossa umane? -

Sabrina Beccalli, nell’auto anche ossa umane?

Potrebbe essere Cristina Cattaneo a mettere il punto sul caso di Sabrina Beccalli, la 39enne di Crema scomparsa dal giorno di Ferragosto. Al medico legale, nota per essersi occupata, tra l'altro, della vicenda di Yara Gambirasio, saranno consegnati nelle prossime ore i reperti trovati nella Fiat Panda nera di Sabrina e data alle fiamme da Alessandro Pasini, il 45enne amico della donna, che si trova in carcere con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere. A Cattaneo l'incarico verrà conferito a mezzogiorno di domani.

All’interno dell’auto di Sabrina gli inquirenti avevano trovato delle ossa di un cane, come accertato da due veterinari. Ma l’avvocato di Pasini, Paolo Sperolini, ha illustrato il parere di un altro medico legale secondo il quale tra le ossa ritrovate ci sarebbe una clavicola dello scheletro umano.
La Procura di Cremona ha dunque accolto il riesame, disponendo una nuova perizia. A fare luce sulla vicenda sarà anche il responso del Dna che potrà così chiarire se quelle ritrovate sono effettivamente ossa di un cane o se appartengono a Sabrina. "Aspettiamo l’esito della perizia - spiega all’Adnkronos il tenente colonnello dei carabinieri di Cremona, Lorenzo Carlo Maria Repetto -. Non escludiamo più niente ormai. Noi carabinieri abbiamo conservato i resti ritrovati in auto. Le certezze di prima non ci sono più anche se suffragate da certificati medici veterinari. La Procura ha deciso di riesaminare quella parte di reperti, posso dire che quello che c’era in macchina non ricordava vagamente un corpo umano”.

Ora occorreranno ancora dei giorni per poter risolvere almeno parte del giallo, per il quale i carabinieri sono stati da subito in prima linea grazie alla prontezza nelle ricerche. "L’importante per noi è stato trovare subito un responsabile - fa notare Repetto - era fondamentale dal nostro punto di vista. Il responsabile in casi del genere va trovato entro 48-72 ore altrimenti poi diventa difficile. Fortunatamente da questo punto di vista il bandolo della matassa è stato trovato subito". Al momento le ricerche del cadavere di Sabrina sono state sospese, in attesa di avere un riscontro dalla perizia che Cattaneo inizierà nelle prossime ore assieme a un pool di esperti.

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/09/01/sabrina-beccalli-nell-auto-anche-ossa-umane_DMTPhNYUeVzgZEMW7r0W3H.html?refresh_ce

Arguisco da tale domanda che in Italia siamo mostruosamente indietro in quanto ad anatomia patologica... non saper distinguere le ossa di un animale da quelle di un umano è da ignoranti o superficiali... In ogni caso, scusate il gioco di parole, tutto è affidato al caso!

Non riuscivo a non pensarci. - Salvatore Buccheri

L'immagine può contenere: il seguente testo "In Sicilia i boschi bruciano? Tranquilli: ci sono pronti i fondi"

Non riuscivo a non pensarci.
Così ho passato un paio d'ore su internet.
Lungi da me, ora, considerarmi esperto, la domanda ricorrente è:
Chi ci guadagna?
Lo scandalo che emerge di più nella cronaca social sono i 15000 euro/ora per i Canadair, ma non può essere solo quello.
La Sicilia per estensione degli incendi copre il 30% dell'estensione nazionale. (www.datiallefiamme.it)
Il bello di internet è la semplicità.
Ho cercato "Finanziamenti Incendi Boschivi"
Come se cercassi chi li finanzia.
Il quadro è allarmante.
Viene fuori una massa di soldi con cifre astronomiche che viene distribuita dall'Europa alle regioni in cui il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 fa la parte del leone. Il PSR è lo strumento di finanziamento e di attuazione del Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR) dell’Isola.

Nell’ambito della programmazione delle risorse FEASR, per il periodo 2014-2020, sono stati assegnati alla Regione Siciliana €2.212.747.000 che costituiscono la maggiore dotazione finanziaria assegnata tra le regioni italiane a livello nazionale.

In questo complesso sistema di bandi per finanziamenti due voci interessano il nostro patrimonio naturalistico
La misura 4 che mira a "Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura:

Suddivisa in sottomisure:
4A Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, compreso nelle zone Natura 2000 e nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell'agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell'assetto paesaggistico dell'Europa;
4B Migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi;
4C Prevenzione dell'erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi;

Dotazione Finanziaria 710.000.000,00 di euro

E la "Misura 8 – Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste" con le sottomisure:
- Misura 8.1 - Sostegno alla forestazione/all’imboschimento
- Misura 8.3 - Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici
- Misura 8.4 - Sostegno al ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici
- Misura 8.5 - Aiuti agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali
- Misura 8.6 - Sostegno agli investimenti in tecnologie silvicole e nella trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti delle foreste

Con una dotazione finanziaria di 202.150.000,00 euro

Quindi ci attestiamo sui 900 milioni di euro per la salvaguardia del patrimonio naturalistico
Fonte: http://www.psrsicilia.it/Allegati/ComitatoSorveglianza/CdS14giugno2018/2_Relazione%20stato%20di%20attuazione.pdf

Ci sarebbe un gran bel da fare in prevenzione, ripristino, sorveglianza, implementazione!

Qui intervengono le diatribe e gli interessi dei vari corpi antincendio che da questi bandi potrebbero trovare fondi per la sussistenza e il proprio lavoro.
Invece poche sembrano le voci che interessano lo spegnimento, ma (c'è sempre un ma) leggiucchiando di qui e di la si scopre che c'è tensione fra i vari corpi e dipartimenti.
i Forestali ad. es lamentano che sempre più frequentemente i comuni si affidano alla protezione civile lasciandoli fermi a guardare https://www.forestalinews.it/incendi-boschivi-in-sicilia-la-protezione-civile-si-fa-largo-a-danno-dei-forestali-antincendio-aumentano-gli-accordi-con-le-citta/

Da parte loro i VV.FF. lamentano: "Dall’altro lato il controllo del territorio da parte di Regione e Comuni stenta, come spiega Antonio Sasso, segretario generale della Fns Cisl di Catania (sindacato dei vigili del fuoco, ndr), che fotografa la situazione, quella etnea in particolare, evidenziando come la programmazione non tempestiva di uomini e risorse contribuisca a rendere l’emergenza “ancora più emergenza”. “Gli incendi, come ogni anno, si moltiplicano in estate – afferma -. Non abbiamo una stima precisa rispetto allo scorso anno, in virtù del fatto che ancora la stagione non si è conclusa. Siamo più o meno nell’ordine degli stessi numeri e potremmo operare al meglio avendo a disposizione più squadre”.

Altra questione arcinota e paradossale è come tutto ciò possa accadere in "un’Isola che conta circa 21 mila operai forestali – considerando solo quelli a tempo “determinato”, il “contingente” più corposo: in totale si arriva a oltre 22 mila (da non confondere con il Corpo forestale, le cui unità oscillerebbero tra 500 e 800) -, la metà di quelli presenti in tutta Italia".

Secondo stime dei forestali stessi "ognuno di questi lavoratori precari potrebbe controllare “appena” 17 ettari di vegetazione: un territorio modestissimo se raffrontato a quello che ipoteticamente dovrebbero monitorare gli omologhi della Lombardia (sono solo 373 per 664 mila ettari di superficie forestale)".

Insomma tutti gli attori principali puntano il dito sulla mancata programmazione e sui ritardi dell'organizzazione per cui gli interventi di prevenzione dovrebbero iniziare a marzo mentre è ormai routine che le convenzioni si firmino a giugno se non luglio quando già buona parte degli eventi si è gia' compiuta.

Quello che manca è un coordinamento tra uomini dello Stato e personale regionale. “Come organizzazione sindacale Cisl Fns – conclude Sasso – avevamo proposto di utilizzare gli uomini della Forestale per riuscire ad avere un servizio più efficiente: invece di dedicarsi agli incendi, si potrebbero dedicare alla manutenzione sul territorio, facendo attività di prevenzione attraverso la realizzazione di barriere tagliafuoco, ripulitura, interventi nei boschi per bloccare gli incendi”.

Non è però solo una questione di dove impiegare gli operai forestali, ma anche di “come”. Si tratta di una categoria “ostaggio” delle promesse di una classe politica che li ha relegati nell’eterno precariato tanto che la Commissione europea ha avviato nel luglio 2019 una nuova procedura nei confronti dell’Italia per aver abusato dei contratti a tempo determinato, in particolare proprio nel settore dei forestali. “Un metodo da condannare”, lo ha definito il governatore Nello Musumeci, quando a febbraio – prima che sull’Italia piombasse l’emergenza Covid-19 – aveva annunciato una riforma sistemica del settore entro la primavera. Riforma che per ora ha riguardato solo lo sblocco dei concorsi nel Corpo forestale: per mettere mano all’intero comparto si dovrà attendere il confronto con i sindacati che ripartirà il primo settembre in un tavolo a cui siederanno sia l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera che quello all’Ambiente Toto Cordaro. E intanto un’altra estate di incendi è passata"
https://www.forestalinews.it/sicilia-preda-dei-piromani-incuria-e-zero-prevenzione-la-cronaca-di-un-disastro-annunciato/

Da questo breve excursus con qualche leggero approfondimento da bar mi sento di potervi rassicurare perchè in fondo i fondi ci sono, 900 milioni di euro, non sono bruscolini, considerando che poco meno di questi sono stati approntati per il PSR precedente.
Quindi se la Sicilia brucia è perchè poi (non è dato sapere quando) diventerà verdissima.
La domanda che continuo a pormi è "La Sicilia brucia perchè ci sono i soldi?".
Ormai ne ho certezza.
L'hanno bruciata ieri per guadagnarci oggi e oggi sta bruciando per garantire il guadagno di domani.

Immagine tratta e modificata da: https://www.inuovivespri.it/2017/08/06/in-sicilia-i-boschi-bruciano-tranquilli-ci-sono-pronti-i-fondi-europei-per-i-privati/

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