venerdì 19 febbraio 2021

Movimento 5Sedie. - Marco Travaglio

 

Spunti per il nuovo spettacolo di Grillo. Belìn, c’era una volta un comico che capiva tutto prima degli altri. Tipo che la politica era marcia, la finanza anche peggio e la stampa teneva il sacco a entrambe. Così cominciò a informare la gente nei suoi show (chi ci andava scoprì che la Parmalat era fallita ben prima della Consob e dei pm). E fondò il Movimento 5 Stelle: tutti risero, poi piansero, poi passarono agli insulti, ai corteggiamenti e infine alle alleanze. E gli “scappati di casa”, in tre anni, trovarono un premier più che degno e portarono a casa quasi tutte le loro bandiere prima che il Matteo maior e il Matteo minor buttassero giù i loro due governi per liberarsi di loro. Nel momento del massimo trionfo, anziché rendersi prezioso e vendere cara la pelle, Grillo sbarellò. Scambiò per “grillino” Draghi, che a suo tempo chiamava “Dracula” e voleva “processare per Mps”. E spinse i grillini quelli veri ad arrenderglisi senza condizioni, in nome di un superministero-supercazzola alla Transizione Ecologica che doveva inglobare Ambiente e Sviluppo economico. Su quella promessa fece votare gli iscritti con un quesito che diceva mirabilie del Sì, nulla del No e non prevedeva l’astensione. Quelli si fidarono di lui, unico ammesso al cospetto di SuperMario, e dissero Sì al 60%. Poi scoprirono che era una battuta (quella di Draghi): il superministero era mini, per giunta diretto da un renziano per giunta indicato da Grillo; e il Mise, lungi dallo scomparire, passava semplicemente da Patuanelli a Giorgetti, noto ambientalista padano (vedi trivelle, Tav, Terzo Valico e altre colate di cemento).

Molti iscritti gabbati chiesero di rivotare, ma furono narcotizzati con altre supercazzole: “i ragazzi del 2099”, “la sonda Perseverance atterra su Marte e la Perseveranza atterra alla Camera”, “i Grillini non sono più marziani”. E i loro “portavoce” andarono al patibolo fornendo la corda al boia e dandogli pure la mancia. Donarono sangue e organi all’ex Dracula, che li liquidò con quattro perline colorate (Esteri, Agricoltura, Giovani, Rapporti col Parlamento), trattandoli peggio dei partiti con metà o un quarto dei seggi. I parlamentari coerenti col giuramento fatto agli elettori “mai con B.” votarono contro o si astennero, ma, anziché essere rispettati come minoranza interna, furono espulsi da chi era andato al governo con B. (già “testa d’asfalto”, “psiconano”, “psicopedonano”), col Matteo maior (già “pugnalatore dell’Italia da mandare a lavorare a calci”) e col Matteo minor (già “ebetino” e “minorato morale”). “Belìn”, ridacchiò il comico, “è il mondo alla rovescia! È come se Ario, Lutero e fra’ Dolcino avessero scomunicato il Papa! Lo dicevo io che ne resterà uno solo: io!”. Applausi. The end.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/19/movimento-5sedie/6106532/

Perseverance su Marte, la sonda della Nasa “ammarta”. L’emozione degli scienziati e la prima foto con un tweet: “Hello, world”.

Quella di Perseverance è un'impresa più importante di quanto si pensi. Appena il 40% dei veicoli che finora hanno tentato di posarsi sul suolo marziano ha infatti raggiunto l’obiettivo.

Un momento atteso da mesi. L’ammartaggio della sonda Perseverance sul suolo del Pianeta rosso. Un’emozione enorme e qualche lacrima per gli scienziati della Nasa ricevere, a sette minuti dall’atterraggio, da Marte il segnale che era andato tutto liscio. Ora la sonda e il mini elicottero Ingenuity potranno cominciare la loro missione: andare a cercare la vita in uno dei luoghi più suggestivi del pianeta, il cratere Jazero, il bacino di un antichissimo lago che potrebbe conservare tracce di vita passata. Dal Pianeta rosso sono già arrivate le prime immagini.

 

La missione Mars 2020 della Nasa è questa. Quella di Perseverance è un’impresa più importante di quanto si pensi. Appena il 40% dei veicoli che finora hanno tentato di posarsi sul suolo marziano ha infatti raggiunto l’obiettivo. Il cratere che la sonda dovrà esplorare si è formato miliardi di anni fa, forse in conseguenza dell’impatto di un asteroide, poi riempito d’acqua ed è diventato un lago profondo circa 500 metri, per poi diventare arido quando il clima su Marte è cambiato.

Perseverance è diventato il quinto rover della Nasa a muovere le sue ruote su Marte, dopo il Sojourner arrivato nel 1997 con la missione Mars Pathfinder e che funzionò meno di tre mesi, i rover gemelli Spirit e Opportunity, della missione Mars Exploration Rover arrivati nel gennaio 2014 e attivi rispettivamente per sei e quasi 15 anni, Curiosity, arrivato con la missione Mars Science Laboratory il 6 agosto 2012 e ancora attivo. Lanciata il 30 giugno 2020, la missione Mars 2020 del Jet Propulsion Laboratory della Nasa ha percorso quasi 3,9 milioni di chilometri in poco più sette mesi ed è la terza a raggiungere Marte nell’arco di dieci giorni, dopo la missione Hope degli Emirati Arabi e la Tianwen-1 della Cina. Delle tre missioni è però la prima a rilasciare un rover sul suolo marziano, considerando che l’altra missione programmata per farlo, la Tianwen-1, lo farà solo in maggio.

Per due anni il rover setaccerà il suolo per raccogliere i primi campioni destinati a essere portati sulla Terra. La missione Mars 2020 segna infatti l’avvio del programma Mars Sample Return (Msr), di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e al quale l’industria italiana contribuisce con il gruppo Leonardo. I campioni raccolti da Perseverance, grazie a un trapano installato, saranno inseriti in contenitori e depositati in luoghi precisi; il recupero è affidato alla missione prevista nel 2026 e nel 2031 un’altra missione dovrà portarli a Terra. Perseverance possiede un intero set di strumenti scientifici nuovi – dai microfoni, che ci permetteranno per la prima volta di ascoltare i suoni di Marte, al primo elicottero marziano, Ingenuity – tra cui uno strumento italiano: il microriflettore LaRA (Laser Retroreflector Array), realizzato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana. LaRA consentirà di aggiungere tasselli importanti alla conoscenza della struttura interna del pianeta. A bordo del rover anche alcuni dispositivi dimostrativi, le cui tecnologie sono state ideate nella prospettiva della futura esplorazione umana di Marte.

"Cercheremo tracce di vita su Marte e il rover Perseverance sarà capace di cercare queste tracce. Il mio ruolo sarà aiutare nell’interpretazione dei dati degli strumenti a bordo del rover e di comprendere se ci sono i ‘segnali’ di vita” dice la ricercatrice Teresa Fornaro dell’Inaf di Firenze, una dei tredici “Mars 2020 participating scientists” nel mondo. Parlando nel corso della diretta di RaiNews24 per l’ammartaggio Fornaro ha spiegato che “è molto plausibile che si siano sviluppate forme di vita unicellulari su Marte come avvenuto, durante lo stesso periodo, sulla Terra. Non ci aspettiamo che queste forme di vita si siano evolute come accaduto sulla Terra perché Marte si è rapidamente spento e la radiazione ha spazzato via tutto. Non ci aspettiamo che la vita si sia evoluta su Marte – ha spiegato ancora Fornaro- ma che ci siano stati microrganismi unicellulari potrebbe essere e noi ci aspettiamo di trovare queste tracce”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/18/perseverance-su-marte-la-sonda-nasa-ammarta-lemozione-degli-scienziati-della-nasa/6106480/

giovedì 18 febbraio 2021

Sapete cosa mi ha impressionato di Casalino ... - Giancarlo Selmi

 

Sapete cosa mi ha impressionato di Casalino nell'aggressiva (e non poteva essere diversamente) intervista di Floris e di "barba perfetta" Giannini? La consapevolezza della verità, la maniera disarmante (per il subdolo Giannini, soprattutto) di comunicare le proprie convinzioni.
Senza arroganza, senza supponenza ma con la forza di chi sa di aver fatto tutto quanto fosse nelle sue possibilità. Il massimo che potesse.
Mi ha colpito il modo con cui ha descritto l'impegno di Conte. Lo ha fatto come un osservatore, non come l'addetto alla comunicazione. Ha dato quella imparagonabile sensazione che solo la sincerità sa dare. E poi ha descritto una parte mai narrata dell'opera di Conte: il conseguimento di una vera autorevolezza internazionale. Finalmente, ha sottolineato una cosa che nessuno, inspiegabilmente e scandalosamente, dice: i 209 miliardi li ha ottenuti Conte. Adesso li spenderà qualcun altro però la condizione l'ha creata lui. E rimarrà nei capitoli di storia, al contrario di qualche altro Premier.
Si sono ostinati ad inserire questo bravo, onesto e preparato uomo in cataloghi molto poco calzanti. Si è ironizzato sulla sua omosessualità, sulla partecipazione al Grande Fratello, perché privi di argomenti, dimenticando, colpevolmente, la sua preparazione, il suo "stare sul pezzo". Casalino ha rotto un'annosa consuetudine: quella dell'uomo delle istituzioni in doppio petto, del palazzo impenetrabile per l'uomo comune. Lo ha aperto e lo ha fatto con semplicità, rendendolo accessibile idealmente a tutti.
Di fronte a sé, nel ruolo di intervistatore, aveva il giornalista che ha ripetuto fino all'esasperazione la favola delle "segrete stanze". Lo ha messo in condizioni di alzare la voce, lo ha innervosito, mettendone allo scoperto l'aleatorietà delle argomentazioni, la nullità dei pretesti.
Bravo Casalino. La serenità della ragione, del giusto, dell'onestà, contro l'arroganza del potere mediatico e la prigione della menzogna. Hai vinto tu e tutti ce ne siamo resi conto. Ti ringraziamo per il tuo prezioso lavoro. In quanto a "quelli": Non ti curar di loro, ma guarda e passa.

Giancarlo Selmi 

https://www.facebook.com/photo?fbid=510947466732551&set=a.163384871488814

M5s, Crimi espelle i 15 senatori del No a Draghi. Lezzi si oppone e si candida al direttivo. Grillo rilancia: “Unità e patto verde l’unica strada.”

 

Il post del capo politico dopo lo strappo dei 15 eletti a Palazzo Madama: "Non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo."

Chi nel M5s ha votato No alla fiducia al governo di Mario Draghi, sarà espulso dal Movimento. Ad annunciarlo ufficialmente è stato il capo politico Vito Crimi con un post su Facebook, rivolto ai 15 senatori che ieri sera hanno deciso di votare contro il nuovo esecutivo e di fatto sono andati contro l’indicazione degli iscritti. Ma la decisione è destinata a provocare un terremoto, soprattutto in vista del voto a Montecitorio dove i numeri potrebbero essere simili (si parla di una forbice di 15-30 deputati che sarebbero pronti a seguire i dissidenti). I neo espulsi però contestano la decisione e promettono battaglia tra ricorsi e proteste. La senatrice Barbara Lezzi, forte di una vicinanza con Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista, ha replicato dicendo che non è stata espulsa. E anzi ha rilanciato: “Mi candido al comitato direttivo”. Questa è solo l’ultima puntata di una lunga serie di scontri: solo ieri infatti, gli iscritti hanno dato il via libera alla modifica dello Statuto e quindi all’abolizione del ruolo di capo politico. Un voto che secondo Lezzi (e Casaleggio) avrebbe dovuto essere applicato immediatamente, procedendo all’elezione dei 5. E solo l’intervento di Beppe Grillo, arrivato ieri in serata, ha frenato la corsa: è un momento troppo delicato per procedere al rinnovo della leadership, per ora resta Crimi.

Beppe Grillo rilancia il patto verde – Proprio nel pieno delle polemiche interne. Il garante del Movimento 5 stelle ha rilanciato sul sul Blog un post della senatrice Patty L’Abbate che parla della “transizione ecologica”: “Siamo nell’era della resilienza, dell’antropocene, e dobbiamo necessariamente effettuare un salto quantico, passare da un regime di equilibrio (che realmente non lo è più) a un altro e l’unità, il patto verde, è l’unica strada. La transizione ecologica è proprio questo, un processo necessario di trasformazione a livello tecnologico, economico, ecologico, socio-culturale e istituzionale, scale che si influenzano e si rafforzano vicendevolmente, è un processo sistemico che tiene conto della complessità della natura, e che deve concentrarsi sulle interazioni e le interconnessioni tra il sistema economia ecologico e sociale”.

L’annuncio di Vito Crimi -“I 15 senatori che hanno votato No alla fiducia saranno espulsi”, ha scritto su Facebook Vito Crimi. “Ieri al Senato il M5s ha votato Sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto con coerenza, nel rispetto dell’orientamento emerso in seguito all’ultima consultazione, dove la maggioranza dei nostri iscritti si è espressa a favore. E lo ha fatto con coraggio, assumendosi la responsabilità di una scelta che non guarda all’interesse esclusivo del Movimento o al facile consenso, bensì agli interessi di tutti i cittadini italiani e della nostra comunità nazionale. Quello di chi ha votato sì è un voto unitario, una responsabilità collettiva, non del singolo”. Continua Crimi: “I compromessi con sé stessi, con i propri credo, convinzioni e valori, sono quelli più difficili”, si legge. “Riuscire ad affrontarli e sostenerli per il bene di un Paese che sta vivendo il momento più difficile della sua storia recente non è una sconfitta, è un valore aggiunto in termini di etica e dignità. I 15 senatori che hanno votato no sono venuti meno all’impegno del portavoce del Movimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti”, continua il capo politico ad interim. “Tra l’altro, il voto sul nascente Governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione. Ed ora i 15 senatori che hanno votato no si collocano, nei fatti, all’opposizione”, si legge ancora nel post. “Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo. Sono consapevole che questa decisione non piacerà a qualcuno, ma se si pretende rispetto per chi la pensa diversamente, lo stesso rispetto si deve a chi mette da parte le proprie posizioni personali e contribuisce al lavoro di un gruppo che non ha altro obiettivo che quello di servire i cittadini e il Paese”.

Chi ha votato contro – Ieri tra i 40 voti contrari al governo Draghi, 15 sono arrivati da senatori del M5s. Voti che arrivano anche da alcuni big come l’ex ministra per il Sud, Barbara Lezzi, e il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra. A loro si sono uniti Rosa Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio De Micco, Silvana Giannuzzi, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Matteo Mantero, Vilma Moronese, Cataldo Mininno e Fabrizio Ortis. Un numero più alto rispetto a quello anticipato alla vigilia, ma che si ferma a metà rispetto alle previsioni di poco meno di una settimana fa quando ci si aspettava uno strappo di quasi 30 persone. Sicuramente a cambiare gli equilibri ha contribuito l’adesione di nomi della prima guardia come Morra, che fino all’ultimo sembrava invece orientato all’astensione.

Lezzi, poco dopo l’annuncio ha rilanciato: “Ho appena letto il post del reggente perpetuo in cui comunica l’espulsione dal gruppo parlamentare dei 15 senatori, tra cui ci sono anche io, che ieri non hanno dato la fiducia al governo Draghi. Ho preso la decisione. Mi candido a far parte del comitato direttivo del M5s (da cui non sono espulsa)”, ha scritto su Facebook. “Credo che il 41% degli iscritti contrari ad allearsi con tutti, compresi Berlusconi, Salvini e Renzi, debbano essere rappresentati. Sono convinta, inoltre, che se il quesito fosse stato riproposto, come lo statuto prevede, quel 41% sarebbe stato più alto. Auspico, quindi, la massima serietà nel percorso che porta alle candidature e l’urgenza necessaria a sbloccare l’azione del M5s. Coraggio”.

“Penso di aver fatto qualcosa che certamente non mi mette a mio agio, però ci sono situazioni in cui bisogna anche rimanere soli. Se sono pronto all’espulsione? Adesso vedremo, io mi sento M5s fino al midollo. Non ci sono problemi, bisogna andare avanti e avere il massimo rispetto delle posizioni di tutti”, ha detto in mattinata il presidente dell’Antimafia. “Non rilascio dichiarazioni, ma le dico con chiarezza che faremo ricorso”, spiega invece Elio Lannutti. Secondo l’agenzia Adnkronos alcuni dei senatori espulsi stanno valutando di adire le vie legali, ricorrere al giudice contro quella che reputano un’ingiustizia. Che potrebbe indurli, tra le altre cose, a chiedere un risarcimento per danno di immagine. “C’è il quesito ‘truffaldino’ che è stato sottoposto alla base -dice uno dei senatori -ma anche una serie di altre questioni. Per dirne una: il nostro Statuto mette nero su bianco che il voto di fiducia va dato a un premier espressione del Movimento, vi sembra che Draghi lo sia?”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/18/m5s-crimi-espulsi-i-15-senatori-che-hanno-votato-no-a-draghi-lezzi-cacciati-dal-reggente-perpetuo-mi-candido-al-comitato-direttivo/6105417/

Amenità.



 

GENERALE LA GUERRA È FINITA. - Rino Ingarozza



Ma l'alouatta de Roma ha ben presente cosa significhino termini come Patria, patriottismo, patriota?

Non c'è giorno che non pronunci queste parole e non c'è giorno che non le pronuncino i suoi adepti. È chiaro che è stata "la bestia" a suggerirgliele. E' chiaro che e' stato il suo pool di esperti che le ha detto che sono termini che fanno presa e portano voti, ma fracassarci i maroni ogni giorno con questi termini .....ma anche basta.
Siamo nel 2021, non nel 1945. ...Generale la guerra è finita (diceva il poeta). Garibaldi non c'è più e neanche Mazzini e la "'giovine Italia". .....Il nemico è scappato, è vinto, è battuto ..(diceva sempre il poeta).
"Faremo un'opposizione patriottica" e che diavolo vuol dire? Farà un'opposizione sventolando la bandiera italiana e cantando avanti popo ....pardon ...l'inno di Mameli? E lo so, l'Italia sembrava essersi destata ma poi è ricaduta in un oblio che sembra non aver fine. Povera Patria (cit.) ad avere gente come voi (questo si). Povera Patria che crede che i fautori del degrado italiano, siano la soluzione. Povera Patria che affida la sentenza ai ladri e malfattori. Povera Patria che vivi ancora di espedienti. Povera Patria che togli dalle mani pulite e indiscutibilmente oneste, miliardi di euro e li affidi a mani sporche ('persino di sangue'), a chi ha già dimostrato di badare solo ai propri interessi. E anche (e scusate la volgarità) se hanno usato la vaselina, possibile che non avete sentito nessun dolore? Come se il passato non fosse mai esistito, come se il passato fosse stato rimosso dalle menti e dai cuori. Ma che popolo siamo?
Si dirà.....ma è stato Renzi, è stato Rospo Bean ...no, non è così, il potere appartiene al popolo, recita la nostra Costituzione e che popolo siamo se scendiamo in piazza per 100 euro in più e non lo facciamo per difendere il nostro futuro e quello dei nostri figli? Che popolo siamo se non mostriamo i denti quando veramente occorre? Siamo un popolo assuefatto al ladrocinio e alle malefatte. Siamo un popolo assuefatto alla rassegnazione. Al quieto vivere (il nostro). All'ubbidienza e non alla partecipazione. E allora mettiamoci in fila e a novanta gradi e ......ti prego non farmi molto male.
Ma poi patriota de che?
Ma se è alleata da oltre un quarto di secolo con uno che diceva che con il tricolore, cioè il simbolo del patriottismo, ci si puliva il culo.
Come mai non glielo ha mai rimproverato? Non le bruciava questo fatto? Non le bruciavano queste parole?
Cosa non si fa per due etti di consenso in più. Che idea politica vuole difendere se va a braccetto con chi calpesta la costituzione? Che patriottismo è il suo?
Falla finita.
......Tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa, è quasi amore ...('F. De Gregori).
....E e a culo tutto il resto ...(F. Guccini).

Imprese vs salari e diritti confronto Draghi-Conte. - Salvatore Cannavò

 

Diceva il Nerone di Petrolini: “Quando il popolo si abitua a dire che sei bravo, pure che non fai niente, sei sempre bravo”. Al posto del popolo mettete il 90 per cento del Parlamento, uno stuolo di giornalisti compiacenti e l’equazione regge lo stesso. Quello bravo è Mario Draghi, ma se si ha la pazienza di andarsi a rileggere il discorso con cui Giuseppe Conte inaugurò il suo secondo governo, si scoprirà che era bravo anche lui e che la distanza tra i due è invece misurabile in una diversa attitudine sociale: più legato al lavoro e ai diritti sociali Conte; più attento all’impresa Draghi. Se questo àncora il proprio governo a uno “spirito repubblicano”, l’ex avvocato del popolo si rifaceva a un “nuovo umanesimo” basato su principi “non negoziabili” saldamente allacciati alla prima parte della nostra Costituzione. A rigore istituzionale, insomma, sono almeno pari.

Sui temi Draghi deve concentrarsi sulla crisi pandemica, ancora inesistente nel settembre del 2019, ma egli stesso invita a guardare oltre. Sulla Scuola, ad esempio, sottolinea con forza “l’attenzione agli Istituti tecnici”, richiesta storica di Confindustria. Conte si dilungava invece sul diritto allo studio, sui costi per le fasce più deboli e sugli asili nidi, assenti nel discorso di ieri. Su università e ricerca invece dicono circa le stesse cose: “Investire adeguatamente, puntando all’eccellenza, ovvero a una ricerca riconosciuta a livello internazionale” (Draghi); “La qualità della nostra ricerca, già eccellente, può e deve essere ulteriormente accresciuta anche attraverso un più intenso coordinamento tra centri universitari ed enti di ricerca” (Conte).

Entrambi insistono sulla riforma della Pubblica amministrazione e la sua digitalizzazione. Anche sul terreno scabroso della Giustizia si legge che occorre “aumentare l’efficienza del sistema giudiziario civile” (Draghi) e che “il nostro Paese necessita di una riforma della giustizia civile, penale e tributaria, anche attraverso una drastica riduzione dei tempi” (Conte, il quale aggiunge la riforma del metodo di elezione del Csm – Palamara doveva ancora arrivare, ndr –, ma anche una preoccupazione per la lotta alla mafia, che Draghi non cita mai).

Di Draghi si dice che è il miglior governo sull’Ambiente, anche se si è limitato solo ad alcuni slogan, a parte il riferimento a Papa Francesco. Conte parlava già a fine 2019 di “transizione ecologica”, riferendosi al Green New Deal, “riconversione energetica, fonti rinnovabili, biodiversità dei mari, dissesto idrogeologico ed economia circolare”. E indicava subito lo stop alle trivellazioni come impegno immediato. Quasi simili sul Mezzogiorno: “Capacità di attrarre investimenti privati, creare lavoro, irrobustire le amministrazioni” (Draghi); “Banca pubblica, investimenti, capitale fisico umano e sociale, zone economiche speciali, Fondi europei di sviluppo e coesione” (Conte). Identici sul Fisco: “Ridurre gradualmente il carico fiscale preservando la progressività; rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all’evasione fiscale” (Draghi). “Graduale rimodulazione delle aliquote a sostegno dei redditi medio-bassi, in linea con il fondamentale principio costituzionale della progressività della tassazione” (Conte, che segna qui la sua differenza sociale: “Il nostro obiettivo è ridurre le tasse sul lavoro a totale vantaggio dei lavoratori e individuare una retribuzione giusta”). Quando parla di lavoro, Draghi si limita a citare le “politiche attive”, l’assegno “di riallocazione” e il personale per i centri per l’impiego.

Draghi vincola il governo all’Europa? Conte aveva detto che “l’Italia sarà protagonista di una fase di rilancio e di rinnovamento dell’Unione” e che “l’interesse nazionale sarà rafforzato se le istituzioni dell’Ue e la sua coesione interna ne usciranno rafforzate”. Pressoché analoghi gli impegni sulle migrazioni: rigore sui rimpatri, accoglienza ai richiedenti asilo, patto di Dublino. E poi si arriva alla tanto decantata svolta atlantica di Draghi come se l’Italia nell’ultimo anno e mezzo si fosse iscritta al Cominform. Eppure Conte aveva indicato chiaramente “tre assi fondamentali”: Unione europea, relazioni transatlantiche, con il corollario della nostra appartenenza alla Nato, “e l’imprescindibile legame con gli Stati Uniti e la stabilizzazione e lo sviluppo del Mediterraneo allargato”. Anche i rapporti con India, Russia e Cina, aveva aggiunto, devono essere “compatibili con la nostra vocazione euro-atlantica”.

Il binomio “bravo” e “incompetente”, come si nota, è solo propaganda. Basti pensare al Ricovery Fund che Draghi non intende riscrivere, ma solo “approfondire e completare” perché i progetti costruiti finora sono di “alto livello”. Appunto. Lo farà, però, da solo, con i ministri fidati che si è scelto lui. E alla fine, la sostanza è tutta qui.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/18/imprese-vs-salari-e-diritti-confronto-draghi-conte/6105229/