sabato 29 maggio 2021

2019, la Lega sapeva: “Renzi lo farà cadere”. - Marco Travaglio

 

Il colloquio riservato tra il banchiere e l’ex leader Ds. E l’audio del leghista Grimoldi 1 mese dopo il Conte-2.

21 ottobre 2019, interno giorno. Siamo a Milano, nella Sala Commissioni del “Pirellone”, sede del Consiglio regionale della Lombardia. Paolo Grimoldi, deputato della Lega, segretario della Lega Lombarda e fedelissimo di Salvini, riunisce un gruppo di consiglieri regionali del partito e li aggiorna sulla situazione politica nazionale. Non sa che in quella sala tutte le conversazioni sono registrate. Il Carroccio ha perso il potere da due mesi e mezzo, dopo la crisi del Papeete e la nascita del Conte-2, propiziata paradossalmente proprio da Renzi. Il governo giallorosa ha giurato il 5 settembre.

Ma già il 17, dodici giorni dopo, il Rignanese ha mollato il Pd con una quarantina di parlamentari e si è fatto un partitino tutto suo, per ricominciare a manovrare contro il suo governo. Vuole rovesciarlo a fine anno, subito dopo la legge di Bilancio. E con chi fa sponda? Proprio con il Matteo leghista, grazie anche alla mediazione del paraninfo Denis Verdini, il plurimputato ex capatàz forzista in procinto di finire in galera, direttore editoriale del gruppo Angelucci, quasi suocero di Salvini (la figlia Francesca è la fidanzata di Matteo), nonché conterraneo e amico di Renzi fin dai tempi in cui questi era sindaco di Firenze, nonché coimputato di Tiziano Renzi nel processo Consip per traffico di influenze e turbativa d’asta.

I due Matteo s’incontrano, si parlano in gran segreto e mettono a punto il timing dell’agguato a Conte per l’inizio del 2020, mentre in pubblico fingono di attaccarsi un giorno sì e l’altro pure. Il 15 ottobre Renzi sfida addirittura Salvini a Porta a Porta e l’altro accetta: 90 minuti di botte da orbi arbitrati da Bruno Vespa.

Ma è tutta scena. Che cosa bolle davvero nel loro pentolone lo rivela l’onorevole Grimoldi ai consiglieri leghisti esattamente sei giorni dopo: “Che cosa volevo dirvi di politicamente rilevante? Che riteniamo che Conte abbia i giorni contati. Questo non vuol dire che riusciremo ad andare a votare come vogliamo. Ma molto probabilmente, dopo la legge di Stabilità, Renzi in testa ma non solo Renzi andranno a batter cassa per avere ulteriori spazi politici”.

Sono informazioni riservate, di cui non c’è traccia sui giornali. Il governo è nato da un mese e mezzo e nessuno immagina che, al netto di qualche scaramuccia fra 5 Stelle e Pd da una parte e Iv dall’altra sulle tasse “green”, sia già agli sgoccioli. Evidentemente Grimoldi ha saputo tutto da Salvini o dai pochi altri ammessi al suo inner circle. Il deputato spiega il movente che spinge Renzi a liberarsi del premier: “Molto probabilmente Conte verrà sacrificato sull’altare degli interessi di chi tiene in piedi questo governo e vuole avere spazio politico, cosa che non mi dispiace assolutamente, anzi, però tant’è”.

In pratica Renzi – forte del controllo ferreo sui gruppi parlamentari del Pd, dove il neosegretario Nicola Zingaretti è in minoranza – prima sventa le elezioni anticipate con il Conte-2; e poi lavora per affossarlo e creare un altro governo, con un premier diverso (meno popolare e meno “grillino”) e una coalizione di larghe intese che gli consenta di giocare di sponda con gli amici di Forza Italia e della Lega. Un disegno che ha subito condiviso con Salvini: altrimenti Grimoldi non lo conoscerebbe fin nei minimi dettagli. Eccoli.

“Che cosa vogliono fare? È ovvio che Renzi, dall’alto del suo 3, 4 o 5 per cento, nonostante riesca a occupare mediaticamente ampi spazi, vuole rappresentare quell’area di persone normali… (mormorii in sala: qualcuno fa notare che a fregare la Lega è stato proprio Renzi, ndr). Sì, Renzi nemico numero 1! Però all’interno di questa maggioranza non gli riesce difficile cercare di apparire come quello più normale. Se gli altri parlano dei pesci rossi, di dare il carcere se sbagli una fattura, di mettere la tassa sulle merendine o sulle bibite zuccherate, nel momento in cui lui fa una battaglia normale per dire che vuole difendere le partite Iva e non vuole aumentare le tasse, sembra un genio all’interno di questa maggioranza”.

Altro che nemico numero 1: Renzi è la sponda ideale per la Lega, per esempio contro le tasse “green” che tanto allarmano Confindustria e i padroni padani. Lui sì che, nell’ottica leghista, è “normale”. E poi è un ottimo piede di porco per scardinare il governo. La Lega non otterrà le elezioni anticipate, ma il taxi Rignano-1 lo riporterà al potere. Ancora Grimoldi: “Zingaretti è in seria difficoltà, perché i gruppi parlamentari del Pd sono rimasti tali semplicemente perché Renzi gli ha detto di rimanere nel Pd. A cominciare dal capogruppo al Senato (Andrea Marcucci, ndr), ma anche alla Camera ne abbiamo diversi. Questi… lui l’ha già detto, lo abbiamo sentito ieri (incomprensibile, ndr)… non fa segreto che da qui alla fine dell’anno i gruppi di Italia Viva aumenteranno ampiamente: lui adesso sta cercando di fare campagna acquisti in Forza Italia e nei 5 Stelle. Col nuovo anno ne farà tornare all’ovile non pochi invece dal Pd, che sono lì momentaneamente congelati”.

Quindi Renzi ha detto a Salvini di tenersi pronto, perché a gennaio richiamerà le sue quinte colonne parcheggiate nel Pd, a partire dal capogruppo al Senato Marcucci, e sferrerà l’offensiva finale: “Si giocherà la partita per mettere un presidente del Consiglio quantomeno che a lui vada bene, e ovviamente si giocherà la partita per il presidente della Repubblica”.

Così la Lega non solo potrà rimettere piede al governo, uscendo dall’astinenza da potere cui l’ha condannata l’improvvida crisi del Papeete, ma parteciperà anche alla scelta del nuovo capo dello Stato. Che, grazie a Renzi, non sarà più appannaggio della maggioranza giallorosa a trazione 5 Stelle. Ma di una grande ammucchiata a trazione centrodestra. Poi ci si mette di mezzo il Covid-19, il piano dei due Matteo viene congelato e il Conticidio accantonato per cause di forza maggiore. Ma è solo rinviato di un anno.

Voi capite, cari lettori, quanto è difficile credere che il Conte-2 sia caduto da solo perché aveva fallito, visto che i due Matteo avevano già deciso di pugnalarlo appena nato nella culla?

IlFQ

La legge dei Migliori. - Marco Travaglio

 

Contravvenendo all’impegno preso ieri, ho letto i giornali. E – sorpresa! – nessuno di quelli che attaccavano Conte perché voleva assumere 300 tecnici nella task force a Palazzo Chigi per controllare gli appalti del Recovery ha attaccato Draghi perché vuole assumere 350 tecnici nella task force a Palazzo Chigi per controllare gli appalti del Recovery (salvo cambiare idea ieri). Strano, vero?

Ora immaginate che sarebbe accaduto se Domenico Arcuri, quand’era commissario, fosse stato fotografato mentre chiacchiera al chiuso con altri a distanza ravvicinata e senza mascherina e pranza in piedi in un locale chiuso (cose vietate a tutti gli altri italiani), per giunta in un buffet senza distanze di sicurezza in un assembramento di decine di persone (mentre i buffet, a noi comuni mortali, sono consentiti solo a distanza di 1 o 2 metri e senz’assembramenti). Tutti ne avrebbero preteso le immediate dimissioni, come peraltro hanno fatto anche se Arcuri non faceva nulla del genere. L’ha fatto ieri a Perugia, come ha documentato Tpi con le foto qui accanto, il generalissimo Figliuolo. Possiamo anticiparvi in esclusiva mondiale che nessuno chiederà la sua testa, anche per l’oggettiva difficoltà di trovarla.

Un ultimo esercizio. Sentite queste parole, riportate dall’Ansa: sul prossimo via libera dell’Ema al vaccino dai 12 anni in su, “speriamo domani ci sia il via, speriamo a immunizzare tutti i nostri ragazzi, è fondamentale non solo per essere a scuola ma anche dal prima e il dopo: si devono incontrare è giusto lo facciano, la scuola è già sicura”. E ancora: “Abbiamo predisposto tutto per un esame di maturità che sia tale: quest’anno abbiamo introdotto il fatto che da marzo i Consigli di istituto hanno predisposto un elaborato. Non è un esame a caso ma un esame che parte da uno scritto pensato, ragionato, discusso. È importante sapere scrivere, altrimenti non si sa parlare”. Sante parole, almeno le ultime nove. Il resto appartiene a un idioma finora sconosciuto, probabilmente di ceppo non indoeuropeo. Immaginate se a parlare così fosse stata Lucia Azzolina: apriti cielo. Invece per fortuna è il suo successore Patrizio Bianchi, non nuovo alle licenze poetiche, o prosaiche. Al giuramento, gli domandarono quando avesse saputo della nomina e lui rispose sicuro: “L’ho imparato ieri… Speriamo che faremo tutti bene”. Inezie, rispetto agli annunci sulla scuola che “sarà la prima a riaprire” e invece è stata la prima a richiudere”; o sulla fine dell’anno scolastico spostata “a fine giugno per recuperare le ore perse” e poi addirittura anticipata di una settimana. Ma nessuno dice niente. È la legge dei Migliori, detta anche del marchese del Grillo: io so’ io e voi nun siete un cazzo.

IlFQ

venerdì 28 maggio 2021

Eran 300… e sono 350. - Marco Travaglio

 

Oggi non leggerò i giornali perché già so cosa scriveranno. Le stesse cose che scrissero quando Conte, a dicembre, annunciò una cabina di regia a Palazzo Chigi con il Mef, il Mise, 6 manager e 300 tecnici per vigilare sulle opere del Recovery, come richiesto a pagina 33 delle Linee guida dell’Ue. I renziani, inorriditi, bloccarono il decreto e lo tennero in ostaggio un mese e mezzo fino alla crisi di governo. “Abbiamo tagliato 300 parlamentari e ora mettiamo 300 consulenti?”, tuonò l’Innominabile: “Grazie a noi il Parlamento non sarà commissariato”. Salvini: “Ma siamo matti, una task force di 300 persone?”. La Casellati: “Sul Recovery nessuna cabina di regia o gruppo di esperti può sostituirsi al Parlamento”. E il Sole 24 Ore: “Incredibile ma vero. Sei super manager e 300 tecnici per i fondi Ue”. Messina su Repubblica: “Più o meno gli stessi poteri che avevano i quadrumviri nell’ottobre del 1922: i quadrumviri di Mussolini alla marcia su Roma”. Sempre su Rep, Bei seppelliva “la prova muscolare (già fallita)… con quella pletora di manager che avrebbero commissariato di fatto sia i singoli ministri che la Pa”. Sul Corriere, Polito el Drito definiva “quasi una beffa la cabina di regia con 300 tecnici”. E Fu(r)bini: “Renzi non è il solo a trovare fuori luogo il tentativo di Conte di accentrare il controllo dei fondi”. Di nuovo il Rignanese: “No a inutili task force. Abbiamo fatto nascere questo governo per togliere i pieni poteri a Salvini, non per darli a Conte”. E Faraone, a pappagallo: “Basta con questi metodi. Abbiamo evitato che Salvini prendesse i pieni poteri, ma non per darli a Conte”. E Rosato, a stampino: “No a un esercito di burocrati al posto dei ministri”. Geremicca sulla Stampa: “Una piramide che Conte ha maturato in assoluta solitudine”. Le Brigate Partigiane De Benedetti dalla clandestinità, cioè su Domani: “Conte ha provato a prendersi quei ‘pieni poteri’ che il Parlamento ha negato a Salvini”. E l’emerito Cassese, sulle barricate: “Troppi poteri a una sola task force incomprensibile. È una soluzione rococò, denota sfiducia nello Stato”. L’Innominabile in tournée sul Paìs: “Conte non ha il mojito ma vuole pieni poteri come Salvini”. Poi, con un gesto estremo, ritirò le due ministre per salvarci dal “vulnus democratico” del tiranno Giuseppi che “vuole pieni poteri che non gli consentiremo e gli chiediamo di rispettare la Costituzione”.

Ora il dl Semplificazioni di Draghi prevede una cabina di regia a Palazzo Chigi per vigilare sulle opere del Recovery con non 300, ma “350 collaboratori, consulenti o esperti, anche estranei alla Pa”. E adesso chi li sente i due Matteo, i renziani sfusi, i Cassese, i Messina, i Fu(r)bini, i Bei, i Polito, i Geremicca e i debenedettini? Anzi, chi li ha sentiti?

ILFQ

Le Regioni che hanno vaccinato di più: in testa il Molise, in coda la Sicilia. - Riccardo Ferrazza

 

I punti chiave


In testa c’è il Molise, nelle ultime posizioni la Sardegna: è la graduatoria delle dosi somministrate ogni 100mila abitanti nella quale le due Regioni, pur accomunate dal ritorno lunedì in fascia bianca, hanno performance molto diverse. Su centomila molisani sono stati inoculati quasi 60mila vaccini anti-Covid, quelli registrati sull’isola sono meno di 52mila. Anche in Friuli Venezia Giulia dal 31 maggio cadranno tutte le restrizioni (ad eccezione del distanziamento e dell’utilizzo della mascherina): la Regione è sopra la media nazionale con quasi 57mila dosi. Ultima in questa classifica è la Sicilia, distanzata di 11mila dosi rispetto al Molise.

In Molise «lavoro di qualità»

Le somministrazione di dosi ogni 100mila abitanti è uno delle misure con cui poter giudicare la campagna di vaccinazione delle Regioni partita 150 giorni fa. Non l’unica, però. Perché conta anche il modo in cui sono state distribuite le dosi per fasce di popolazione. Sotto questo aspetto il Molise è stato “promosso” dal commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo nel corso della sua visita: «Sono molto soddisfatto per il lavoro che si sta facendo in Molise - aveva detto il generale - e non solo perché in questa regione è stato raggiunto e mantenuto il target assegnato, che è di circa 2.500 vaccinazioni al giorno con potenzialità di oltre tremila, ma soprattutto perché si fa un lavoro di qualità. Siamo in media sugli over 80». In Molise il 91,2% degli ultra 80enni ha ricevuto una dose, il 79% ha completato il ciclo vaccinale.

Sicilia: -11mila (ogni 100mila abitanti) rispetto al Molise

La Regione siciliana è stata la prima a dare il via libera per le inoculazioni agli studenti maturandi, partite il 26 maggio su base volontaria e senza prenotazione. Ma è anche l’unica dove ci sono zone rosse (quattro comuni in provincia di Palermo in lockdown fino al 3 giugno). L’isola è nelle ultime posizioni per coperture vaccinale delle fasce prioritarie indicate dal commissario all’emergenza: la percentuale di over 80 con ciclo completo è pari al 66,2% (un ulteriore 11,9% con sola prima dose), quella di fascia 70-79 anni con ciclo completo è pari al 32,3% (a cui aggiungere un ulteriore 34% con sola prima dose). Infine, la percentuale di popolazione 60-69 anni con ciclo completo è pari al 24,4% a cui aggiungere un ulteriore 30,3% con sola prima dose.

La Sicilia ha somministrato 2,4 milioni di dosi. Ma guardando al numero di vaccini ogni 100mila abitanti si evidenzia il ritardo della Regione: 48.874 dosi: -5.700 rispetto alla media nazionale e -11mila rispetto al Molise. «Stiamo facendo tutto quello che era possibile fare. I vaccini in Sicilia vanno somministrati con sobrietà perché non arrivano in quantità» è la spiegazione del presidente regionale Nello Musumeci. «È anche vero che alcuni fattori hanno contribuito a creare situazioni diverse, prima fra tutti la diffidenza verso i vaccini» ha aggiunto.

Liguria in terza posizione.

A tenere il passo del Molise sulle vaccinazioni parametrate ogni 100mila abitanti è invece la Liguria, alla seconda settimana con dati da zona bianca e destinata a passare alla fascia senza restrizioni dal 7 giugno. La Regione è l’unica, insieme al Molise, a sfiorare le 60mila dosi ed è seguita dall’Abruzzo a quota 57mila.

IlSole24Ore

Fisco, con la flat tax al 15% in fuga dall’Irpef oltre 700mila contribuenti. - Marco Mobili e Giovanni Parente

 

È quanto emerge dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2020 e relative all'anno d'imposta 2019 pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze.

Sono più di 700mila i contribuenti in fuga dall'Irpef. A tanto ammontano le adesioni delle partite Iva che hanno scelto la flat tax al 15% e che nel 2019, primo anno d'imposta di applicazione della tassa piatta introdotta dal Governo Conte 1 a trazione giallo-verde, ha fatto lievitare l'esercito dei contribuenti forfettari a 1.563.000. È quanto emerge dall'analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2020 e relative all'anno d'imposta 2019 pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze.

Crescono i redditi degli autonomi.

Grazie alla flat tax al 15% per chi ha ricavi o compensi fino a 65.000 euro, dunque, le Finanze sottolineano come crescano significativamente i redditi medi da lavoro autonomo (+25,4%) e quelli d'impresa (+6,8%). La fuga dalla progressività dell'Irpef in favore di una tassa piatta è l'opzione dei contribuenti che hanno ricavi e redditi più bassi. Nella tassazione ordinaria, dunque, restano solo i soggetti con redditi più alti, determinando così valori medi più elevati. Si mantengono invece sostanzialmente stabili i valori medi del reddito da partecipazione (+0,8%).

Tasse e mattoni.

Nel 2019 il reddito da fabbricati, fanno notare dal Dipartimento delle Finanze, tassato in via ordinaria, si è attestato a 26,1miliardi di euro. Anche sul mattone va comunque registrata una fuga dall'Irpef che per il 2019 è stata del 2,2% favorita soprattutto dalla cedolare secca sugli affitti.

«Quota 100» spinge i redditi da pensionati.

Il reddito medio da pensione dichiarato al Fisco cresce del 2,4%, confermando il trend degli anni precedenti, mentre, grazie a Quota 100 diversamente dagli altri anni è aumentato il numero di pensionati (oltre 18.500 soggetti in più, +0,1%).

iù contratti a termine.

La fotografia restituita dalle Dichiarazioni dei redditi prima della pandemia coronavirus mostra come sia cresciuto anche il reddito medio da lavoro dipendente (+1,1%). Un dato che conferma evidenzia da una parte l'aumento del numero di lavoratori con contratti a tempo indeterminato (+2,5%) e dall'altra una diminuzione dei lavoratori con contratti a tempo determinato (-2,6%).

Le dichiarazioni presentate.

I contribuenti Irpef che si sono dichiarati al Fisco sono circa 41,5 milioni e hanno presentato i modelli di dichiarazione “Redditi Persone Fisiche” e “730”, e risultano in aumento di oltre153.000 unità La dichiarazione più usata è il 730 scelto da oltre 22 milioni di persone fisiche. A spingere il modello semplificato è stata soprattutto la precompilata anche questa in crescita e scelta da altri 800mila contribuenti in più rispetto all'anno d'imposta 2018. Sono invece 9,1 milioni i soggetti che hanno presentato invece il modello “Redditi Persone Fisiche”, mentre i dati dei restanti 10,4 milioni di contribuenti sono transitati con le Certificazioni uniche.

IlSole24Ore

Vaccini: da 3 giugno si apre a tutte fasce età. Entro lunedì l'ok Aifa per gli adolescenti.


Atteso per oggi il via libera da parte dell'Ema.

Dal 3 giugno sarà possibile somministrare vaccini a tutta la popolazione fino ai 16 anni, senza più dover rispettare il criterio delle fasce di età. È quanto annuncerà una circolare della struttura Commissariale per l'Emergenza di Francesco Figliuolo, non ancora diffusa.

"Gli adolescenti li avevo già inseriti nel piano vaccinazioni presentato a marzo": a dirlo, rispondendo a una domanda dell'ANSA, è stato il commissario straordinario all'emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al termine della visita al centro vaccinale di Bastia Umbra.

"Il piano delle vaccinazioni include anche la classe degli adolescenti, quelli che vanno da 12 a 15 anni" ha ribadito. Figliuolo ha inoltre ricordato che "la popolazione di adolescenti tra 12 e 15 anni è di circa 2 milioni e 300 mila giovani". 

"Il 10 maggio l'Fda ha già approvato i vaccini per gli adolescenti, l'Ema li approverà oggi e l'Aifa recepirà questa autorizzazione - nell'arco di un paio di giorni - perché non c'è nessun'altra indicazione preferenziale. C'è già un'età, ci sono già i vaccini e credo che oggi si completerà il ciclo per gli adolescenti dai 12 ai 15 anni. Ci sono 8,5 milioni di adolescenti in questa fascia d'età". Lo ha detto a Sky TG24 Giorgio Palù, presidente dell'Aifa, ospite di 'Buongiorno'.

L'Aifa quindi, dopo l'Ema, autorizzerà questo vaccino nel giro di uno o due giorni, "come è sempre avvenuto. Domani o al massimo lunedì. Poi dipenderà dalla disponibilità dei vaccini, come sappiamo per questa età sono raccomandati i vaccini a mRna. Negli Usa si sta studiano anche per i bambini più piccoli, e quello che sappiamo è che la risposta immunitaria è molto elevata come ci si attende in un sistema immunitario che è ancora giovane. Non solo, ma la protezione dopo la prima dose è oltre il 90% ed è vicina al 100% se non al 100% dopo la seconda dose. I bambini rispondono benissimo e sono protetti".

"Per i ragazzi al momento verranno somministrati solo vaccini a mRna. L'indicazione è un po' difforme nei vari paesi europei. Gli inglesi prima sotto i 30, poi sotto i quaranta non usano vaccini a vettore adenovirale e noi lo consigliamo sopra i 60 anni, in Francia sopra i 55". "Per gli aspetti fisiopatologici sappiamo che i bambini e i giovani adolescenti si infettano meno, trasmettono relativamente anche meno perché hanno meno ricettori sulle cellule piteriali delle vie respiratorie superiori. Però abbiamo imparato che con le varianti che hanno un aumentata affinità per i ricettori, un maggiore indice di contagiosità anche i bambini si infettano e possono essere una via di trasmissione quindi possono essere un importante serbatoio. Questo vaccino - ha ricordato Palù - si aggiunge per fascia d'età ma non rientra ancora in quello che è il calendario vaccinale per la vita". 

"Per Curevax, secondo quanto dice l'Ema per giugno dovrebbe esserci l'analisi del dossier - ha aggiunto - e se tutto va bene il via libera per luglio. E' un vaccino a mRna, è una tecnologia che hanno i nostri colleghi tedeschi e speriamo che presto anche in Italia ci sia questa impostazione verso l'innovazione tecnologica e diventiamo autonomi per essere in grado di produrli".

"E' possibile che il Sars-Cov2 sia sfuggito dal laboratorio di Wuhan, ma non lo sapremo mai finché i cinesi non collaboreranno mostrandoci tutte le carte" ha proseguito Palù. "Sicuramente questo virus è originato dalla Cina. Non potremo mai dire con certezza se sia un virus naturale o artificiale, non ne abbiamo la prova sierologica, né abbiamo trovato un ospite intermedio rispetto al pipistrello 'zampa d'elefante' che vive nelle grotte dell'estremo sud della Cina".

ANSA

giovedì 27 maggio 2021

Cingolani, il grande equivoco “verde” nel governo Draghi. - Gianni Barbacetto

 

Il più grande equivoco del governo Draghi si chiama Roberto Cingolani. Ognuno può dare il giudizio che vuole sull’operato dei Migliori, ma nessuno potrà negare che i fatti del ministro della Transizione ecologica sono quantomeno sfasati, incongruenti, contraddittori rispetto alle promesse con cui Cingolani è stato catapultato al governo. Doveva essere il protagonista della svolta, la novità radicale, il mutamento epocale, la rivoluzione verde. È stato la giustificazione del sostegno dei Cinquestelle a Draghi. Si sta dimostrando invece il più grosso errore di Beppe Grillo (dopo il video sul figlio). E lo possiamo ormai sostenere anche andando oltre il suo curriculum, che non lo qualifica certo come uomo del rinnovamento.

Ha gestito per anni un centro di ricerca a Genova (Iit) finanziato non per i suoi meriti, con modalità competitive, ma per concessione dall’alto del governo. Ha avuto così tanti soldi da non riuscire a spenderli, nell’Italia in cui la ricerca ha finanziamenti scarsi e insicuri. Il risultato più esibito è stato un robottino dalla faccia carina che non abbiamo ancora capito bene a che cosa serva. Cingolani ha poi garantito a Matteo Renzi il suo “progetto petaloso”: la partenza a Milano, per coprire il vuoto progettuale del dopo-Expo, di Human Technopole, per fortuna subito strappato a “Cingo” per l’immediata insurrezione del mondo dell’università e della ricerca. Come risarcimento è stato mandato a fare il manager a Leonardo, dove ha piazzato anche il suo uomo-comunicazione. E infine, eccolo qua, a incarnare la promessa green del governo Draghi. Ma i fatti, purtroppo, smentiscono le promesse. Più che ministro della Transizione ecologica, sembra il ministro del greenwashing. Qualche esempio.

Nel Piano nazionale energia e clima è prevista una corsia preferenziale per i “nuovi impianti per la produzione di energia e vettori energetici da fonti rinnovabili, residui e rifiuti”. Le ultime due paroline (“residui e rifiuti”) significano inceneritori, i cari, vecchi, inceneritori. Resta pesante la presenza del gas, tanto che perfino John Kerry, inviato speciale per il clima del presidente Usa Joe Biden, ha osservato: “Il ministro Cingolani mi ha mostrato le mappe dei gasdotti, esistenti e in discussione. Ma attenzione: il gas naturale è comunque un combustibile fossile, composto all’87 per cento circa di metano, quando lo bruci crei Co2 e quando lo sposti possono esserci perdite molto pericolose”. Per non spremersi le meningi a inventare progetti verdi, “Cingo” e il governo hanno preso i progetti già pronti delle aziende: Eni, Snam, Enel, che per la natura del loro business non hanno proprio una spontanea vocazione verde. Così finanzieranno con i soldi del Pnrr (quelli dell’Europa per fare cose nuove e green) il vecchio progetto “waste to fuel” (dai rifiuti al carburante) già avviato dall’Eni a Gela e a Marghera. E quello, sempre dell’Eni, a Ravenna, per riconvertire “impianti finalizzati a ridurre le emissioni da parte del settore industriale, ivi compresa la cattura, il trasporto, l’utilizzo e/o stoccaggio della Co2”. Avanti tutta, così, con le trivelle in Adriatico, che invece di essere dismesse continueranno a operare. A Enel sarà concesso di operare nei suoi impianti con meno controlli. A Snam via libera per i suoi gasdotti, quelli che lasciano perplesso finanche l’inviato di Biden. In generale, pochi soldi alla ricerca pubblica (solo 11 miliardi dei 60 a disposizione del ministero da qui al 2027). E meno controlli per tutti, via libera a interventi rapidi e finanziati con una cascata di soldi pubblici, nella terra della corruzione e delle mafie. Le organizzazioni criminali si stanno già preparando. L’esperienza ci insegna che ne vedremo delle belle. Poi, al primo scandalo – ci scommetto – la politica comincerà a strillare che la magistratura deborda e frena lo sviluppo.

IlFQ