mercoledì 25 agosto 2021

Salvini s’arrende, Durigon no. Braccio di ferro tra capo e ras. - Giacomo Salvini

 

Ultimi giorni - Il leader leghista apre alle dimissioni: “Vediamo cosa è più utile per il governo”. Ma lui resiste: “Non lascio”.

Dopo venti giorni di silenzi e difese d’ufficio, Matteo Salvini si arrende. Dal meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini, il leader della Lega apre per la prima volta alle dimissioni del suo sottosegretario all’Economia Claudio Durigon. Un passo indietro che potrebbe arrivare anche in tempi brevi: secondo una fonte autorevole della Lega, Durigon potrebbe fare un passo indietro già entro questa settimana. Eppure il sottosegretario resiste: “Non mi dimetto” ha detto a chi gli ha parlato nella giornata di ieri. Anche nella Lega, dunque, ci sono tensioni sul caso scoppiato il 4 agosto scorso quando il sottosegretario al Tesoro ha proposto di reintitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini (fratello del duce) invece che a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino provocando la reazione indignata delle associazioni antimafia e antifasciste e di Pd e M5S che a settembre, quando riaprirà il Parlamento, presenteranno una mozione di sfiducia. “Ho la massima fiducia e stima di Claudio ma valuteremo cosa è meglio fare per lui, per la Lega e per il governo” ha detto Salvini a margine del dibattito a cui hanno partecipato tutti i leader di partito. Una prima crepa dopo giorni in cui Salvini aveva derubricato la questione a polemica “strumentale” sperando che tutto si sgonfiasse nel giro di pochi giorni, una volta passato Ferragosto. E invece non è stato così.

Salvini ieri ha definito Durigon come il “papà di Quota 100” e spiegato che con lui sta parlando “di pensioni e del saldo e stralcio delle cartelle esattoriali” ma poi ha fatto capire che nei prossimi giorni i due prenderanno una decisione per togliere il governo Draghi dall’imbarazzo: “Noi siamo qui per risolvere i problemi e non crearli, per spegnere le polemiche e non per alimentarle”. Poi al Fatto conferma: “Non possiamo passare l’autunno a parlare di fascismo e comunismo: troveremo una soluzione io e lui”. Una dichiarazione che arriva il giorno dopo il faccia a faccia a Palazzo Chigi tra Salvini e il premier Mario Draghi (e tra quest’ultimo e Giorgetti) che fino ad oggi non ha detto nulla sul caso. Secondo fonti vicine a entrambi, nel colloquio di lunedì i due non hanno parlato di Durigon ma la giravolta di Salvini è quantomeno sospetta. E soprattutto, è l’interpretazione dei suoi fedelissimi, apre alle dimissioni del sottosegretario al Tesoro già entro questa settimana. Nei prossimi giorni i due si vedranno e decideranno il da farsi. Salvini sembra pronto a scaricarlo ma dovrà vincere le resistenze del suo fedelissimo. Negli ultimi giorni la pressione politica sul sottosegretario leghista ha messo in imbarazzo il governo e l’obiettivo del leader della Lega è quello di non creare problemi a Draghi quando si aprirà l’autunno caldo delle riforme – fisco, pensioni e concorrenza – e alla vigilia dell’elezione del presidente della Repubblica. Una mozione di sfiducia metterebbe in grosso imbarazzo il governo e provocherebbe una spaccatura profonda tra centrosinistra e centrodestra. E così Salvini vuole togliere le castagne dal fuoco a Draghi prima del voto. L’ipotesi più probabile è che Durigon si dimetta e accetti un posto più pesante nella Lega, oltre alla promessa della candidatura a presidente della Regione Lazio nel 2023.

Il passo indietro di Salvini è stato provocato anche dalla pressione che Pd e M5S hanno messo su Durigon con la minaccia della mozione di sfiducia. Da Rimini il segretario dem Enrico Letta ieri ha confermato che il leghista “si deve dimettere” perché “l’apologia di fascismo è incompatibile con Costituzione e governo”, mentre il leader del M5S Giuseppe Conte ha concordato raccontando che nel 2019, da premier, chiamò Salvini per “revocare le deleghe” al leghista Armando Siri (indagato per corruzione): “Sono fiducioso che Draghi risolverà il caso” ha concluso Conte. Se arriveranno le dimissioni di Durigon, però, non sarà gratis. E Salvini lo ha fatto capire alzando i toni contro il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese su cui pende una mozione di sfiducia di FdI. “Serve un cambio, deve iniziare a fare il ministro” ha detto Salvini.

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Tutti a casa. - Marco Travaglio

 

L’abilità tutta italiota di trasformare anche la peggior tragedia in farsa è nota. Ma su Kabul si esagera. Per giorni i mejo strateghi del bigoncio si lambiccavano in avvincenti spiegazioni dell’ignominiosa ritirata americana, roba che Caporetto al confronto fu un capolavoro di compostezza. Per alcuni era tutta colpa di Di Maio: se non andava in spiaggia poteva tagliare la strada ai talebani. Per altri era il titolo del Fatto “I talebani fanno i democristiani” che rafforzava i mullah e fiaccava la resistenza dei nostri (come se fare, cioè fingersi, equivalesse a essere). Merlo su Rep ci dava degli “italiban” e spiegava che “i talebani mettono bombe e tagliano gole nelle città dell’Occidente” (chi di voi non ne ha mai incontrato uno sotto casa con cinturone esplosivo e coltello da picnic?). Poi Conte diceva un’ovvietà: “serrata trattativa coi talebani” coinvolgendo Cina e Russia.

Apriti cielo! È “l’avvocato dei tagliagole” (Sallusti, Libero), subisce “il fascino del kalashnikov” (Messina, Rep), “Il dna del M5S è la fascinazione per regimi e autocrazie: Iran, Venezuela, Russia, Cina” (Cappellini, Rep),“Conte ha una grave lacuna: gli Esteri” (Sorgi, Stampa), “I talebani ringraziano Cina e 5Stelle” (Minzolingua, Giornale). In sottofondo, gli alti lai dei Nando Mericoni twittaroli, da Johnny Riotta a Polito el Drito ai poveri Iacoboni e Lavia, ormai tutt’uno con l’orchestrina renziana. Poi purtroppo il mondo intero si fa grillino e diventa una gigantesca Volturara Appula. Borrell (Ue): “La Ue deve dialogare coi talebani”. Grandi (Unhcr): “I talebani mostrano pragmatismo, bisogna trattare”. La Merkel, Johnson, Prodi, il G7: “Trattare coi talebani”. Angela chiede financo aiuto a Putin e Draghi, oltreché Russia e Cina, vuol coinvolgere pure il Pakistan (che ospitava Bin Laden): gli italoyankee in gramaglie. Ieri, il giorno più nero. Lucio Caracciolo, firma di punta di Stampubblica, si dà alla clandestinità sul Riformista per dire che “è ovvio, bisogna trattare coi talebani”, “sono cambiati”, ma non sono mai andati “a fare attentati in giro per il mondo: si son sempre e solo occupati dell’Afghanistan” (un modo elegante per dare del somaro al Merlo). Ieri, i due colpi di grazia: Biden agli ordini dei talebani (“Ok, ok, ce ne andiamo il 31”) e la serrata trattativa fra il mullah Baradar e il capo della Cia Burns, altro noto burattino di Conte. Colpiti e affondati, gli amerikani a Roma si chiudono in un luttuoso silenzio: solo marce militari. Se fossero spiritosi, chiamerebbero qualcuno dal bar, come Sordi in Tutti a casa: “Signor colonnello, accade una cosa incredibile! I tedeschi si sono alleati con gli americani! Ah no? È tutto finito?! Ma non potreste avvertire i tedeschi? Ci stanno continuando a sparare!”.

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Bollette luce e gas verso il rincaro: come si può risparmiare. - Celestina Dominelli

 

Per contenere l’esborso legato ai consumi di luce e gas è possibile mettere in campo alcuni accorgimenti: una mini-guida per tenere sotto controllo i costi.

Se in autunno le tariffe di luce e gas registreranno nuovi aumenti causati dai rincari delle materie prime, i consumatori si ritroveranno l’amara sorpresa in bolletta in occasione del consueto aggiornamento trimestrale fornito dall’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente. Per cercare di contenere i costi è però sempre possibile intervenire su alcuni tasselli, in modo da ridurre l’esborso per i consumi energetici. Piccoli accorgimenti che vanno da un uso più responsabile degli elettrodomestici alla scelta della tariffa più conveniente per la luce e per il gas. Ecco alcune contromisure per alleggerire il peso della bolletta.

Come ridurre i consumi di luce e gas.

Per ottenere una riduzione dei consumi, si può partire, come detto, con una serie di accortezze sia nell'uso degli elettrodomestici (per esempio, spegnendoli di notte) che nella scelta delle lampadine optando per prodotti a basso consumo o led per ridurre la spesa legata all'illuminazione domestica. Quanto agli elettrodomestici, è sempre meglio privilegiare un modello a risparmio energetico indirizzandosi, ad esempio, su un apparecchio di classe A+ o A++ che garantisce un contenimento dei consumi energetici. Anche per il gas, poi, è possibile mettere in campo alcune strategie. Quali? Se avete in casa un termostato, è bene non portare la temperatura al di sopra di una certa asticella (in genere 21° C) per non far lievitare i costi in bolletta. Senza contare l'importanza di effettuare una revisione periodica della caldaia in modo da correggere eventuali malfunzionamenti.

I comparatori web per confrontare le offerte.

Per ottenere, poi, ulteriori risparmi in bolletta, si può sicuramente agire a monte scegliendo la tariffa più vantaggiosa rispetto al proprio profilo di consumo. Impresa, va detto, non certo facile anche perché il pressing di vecchi e nuovi operatori è costante e non sempre alla presentazione di una super offerta corrisponde poi un effettivo risparmio sui costi sostenuti in bolletta. Per questo motivo, può senz’altro tornare utile il ricorso a un comparatore che consente di confrontare più offerte. Su internet ce ne sono diversi forniti dalle stesse società che poi mettono in pista la propria proposta, ma esiste anche un comparatore pubblico e indipendente voluto dall’Authority presieduta da Stefano Besseghini.

La piattaforma voluta dall’Arera per i consumatori.

Il comparatore pubblico è il “Portale offerte”, attivo dal 1° luglio 2018, che contiene tutte le proposte sul mercato di vendita al dettaglio elettrico e gas naturale. Su questo sito, è possibile confrontare e scegliere, senza costi, le offerte di elettricità e gas. La piattaforma, realizzata e gestita dall'Acquirente Unico, sulla base di quanto disposto dall'Arera in attuazione della legge 124/2017, che ha previsto la fine dei servizi di tutela, mette a disposizione un motore di ricerca di semplice utilizzo e offre una serie di informazioni utili sui mercati dell’energia e sulle novità di legge previste. Per poter effettuare il confronto, sono richieste alcune informazioni reperibili in bolletta: dal consumo annuo di gas e/o energia elettrica al codice di avviamento postale (non tutte le offerte sono disponibili in tutte le zone del paese), fino al consumo per fasce orarie (nel caso dell’elettricità).

L’adesione a un gruppo d’acquisto.

Per tagliare l’esborso in bolletta, c’è anche un’altra strada da intraprendere: l’adesione a un gruppo d’acquisto che s’impegna ad assicurare informazioni e assistenza agli aderenti secondo le linee guida dell’Autorità. Tali gruppi nascono con l’obiettivo di selezionare uno o più venditori per la fornitura di energia elettrica e/o gas naturale ai clienti finali riuniti nel gruppo. Sono promossi da un “organizzatore” attraverso campagne che possono essere periodiche o permanenti, durante le quali singoli clienti finali possono aderire al gruppo. E, dopo aver selezionato le offerte commerciali più vantaggiose, il gruppo d’acquisto le propone ai propri membri che possono stipulare il proprio contratto di fornitura con il venditore alle condizioni stabilite. L’Arera ha stabilito delle regole che i gruppi di acquisto devono adottare per un periodo iniziale di almeno due anni . Gli aderenti sono accreditati e compaiono in un elenco apposito consultabile sul sito dell’Authority.

Il portale consumi.

Se la strada che avete scelto è quella di modificare l’offerta di cui si beneficia o di aderire a un gruppo d’acquisto, può risultare utile verificare più da vicino i propri consumi in modo da ponderare eventuali cambiamenti. Anche in questo caso, è disponibile uno strumento voluto dall'Arera: si tratta del Portale Consumi, attivo dal 1° luglio del 2019 e consultabile all’indirizzo www.consumienergia.it, che consente agli utenti di tenere sotto controllo i consumi registrati dalle bollette di luce e gas. Il sito consente infatti di consultare i propri dati di consumo storici, elettrici e gas, in modo chiaro e fruibile. Per l'accesso servono le credenziali sicure dello Spid (il Sistema pubblico di identità digitale), con nome utente, password e la generazione di un codice temporaneo di accesso. Il Portale permette così di recuperare tutte le informazioni sui propri contratti di luce e gas oltre ai dettagli sui consumi.

IlSole24Ore

Scoperta l'origine dei raggi gamma 'super energetici'.

 

Prodotti dall'urto di protoni con gas interstellari.


Forse svelata dopo 100 anni di ricerche l'origine dei raggi cosmici: la scoperta arriva dall'osservazione dei raggi gamma di altissima energia generati dall'urto di protoni accelerati dai resti di una supernova con le nubi di gas interstellari. A indicarlo è lo studio pubblicato sull'Astrophysical Journal da un gruppo di ricerca internazionale guidato dai giapponesi dell'università di Nagoya.

"È un lavoro molto interessante - ha commentato all'ANSA Giorgio Riccobene, dell'Università di Catania e ricercatore dei Laboratori Nazionali del Sud dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) - perché dimostra l'origine adronica, cioè riconducibile a protoni accelerati dalla sorgente, di una parte consistente dei raggi gamma ad altissima energia che riusciamo ad osservare. Inoltre, ed è uno degli elementi più rilevanti, riesce a misurare quantitativamente il numero dei raggi gamma prodotti dall'interazione dei protoni, circa il doppio di quelli prodotti dall'urto di elettroni".

La scoperta si inserisce nell'ambito dello studio dei raggi cosmici, uno 'zoo' di particelle di ogni tipo che viaggiano ad altissime velocità nello spazio fatto in particolare da protoni e nuclei atomici, la cui origine però non è ancora stata scoperta. Un importante passo in avanti arriva ora con questo nuovo lavoro che ha messo insieme una gran quantità di dati proveniente da tanti strumenti, come il radiotelescopio Nanten, l'Australia Telescope Compact Array, l'osservatorio Hess e il satellite europeo a raggi X Xmm-Newton.

Mettendo a confronto i dati ne è emerso che l'origine dei raggi gamma ad altissima energia è dovuto allo scontro tra particelle accelerate da resti di supernovae - quel che resta dopo l'esplosione di grandi stelle - e le nubi di gas interstellari che generalmente le circondano. A fare la parte del leone, nel 70% dei casi, sono in particolare i protoni che viaggiano a velocità prossime a quelle della luce il cui urto con i gas produce una serie di nuove particelle tra cui raggi gamma e neutrini. "Per avere ora la conferma definitiva di questo modello - ha concluso Riccobene - sarà però necessario trovare la 'pistola fumante', ossia i neutrini associati a questi eventi. Confidiamo che una conferma potrà arrivare nei prossimi anni dal telescopio per neutrini Km3Net in fase di realizzazione in Italia".

(foto: Resto di supernova (fonte: NASA/ESA/JHU/R.Sankrit & W.Blair)

ANSA

martedì 24 agosto 2021

I Nommo della tribù Dogon del Mali

 

Nommo sono spiriti antropomorfi venerati dal popolo Dogon del Mali. Il nome può riferirsi sia ad un solo Nommo, sia al Nommo primordiale, sia ad un gruppo di Nommo. Il nome Nommo deriva da una parola Dogon che significa far bere; viene anche ricordato come Il Maestro dell'Acqua, l'Ammonitore o il Distruttore.

I Nommo vengono descritti aventi la metà dal corpo superiore umana e l'altra metà serpente, fatti d'acqua e privi di articolazioni.

Il Nommo è stato il primo essere vivente creato da Amma, il dio supremo del cielo e creatore dell'universo, attraverso l'acqua fecondata dal suo seme.



Mitologia

Nommo si moltiplicò divenendo quattro coppie di gemelli. Uno dei gemelli si ribellò contro l'ordine stabilito da Amma, destabilizzando quindi il creato. Per purificare l'universo e ripristinare l'ordine ancestrale, Amma sacrificò un Nommo maschio ancora nell'uovo, smembrandone il corpo e sparpagliandolo per il cosmo.I Nommo sono presenti in ogni forma d'acqua, nei raggi del sole e sono responsabili per aver dato all'uomo la parola, la tessitura e l'arte di forgiare i metalli.


Wiki

Parte la corsa ai bonus d'autunno: 10 aiuti tra tv, affitti, terme e fondo perduto. - Dario Aquaro e Michela Finizio

 

Si parte dal 23 agosto con la rottamazione dei vecchi televisori. A settembre si chiudono i termini per i sostegni «alternativi» e gli incentivi alla rinegoziazione degli affitti. A ottobre si apre il tax credit sanificazione.

Bonus che viene, bonus che va. Tra partenze e scadenze, il gran ballo delle agevolazioni (fiscali e no) riprende con un calendario rinnovato, che da qui a fine anno chiama in causa una decina di misure. Si è partiti lunedì 23 agosto con la rottamazione tv: chi consegna un televisore comprato prima del 22 dicembre 2018 può ricevere uno sconto del 20% sull’acquisto di un apparecchio compatibile con i nuovi standard del digitale terrestre.

Un piccolo aiuto fino a 100 euro, previsto dalla legge di Bilancio 2021 e attuato con il decreto del Mise del 7 luglio scorso, utilizzabile in teoria entro la fine del 2022 ma vincolato alle risorse disponibili (100 milioni di euro). Un incentivo cumulabile con il “vecchio” bonus tv-decoder, riservato alle famiglie con Isee fino a 20mila euro, che in quel caso avrebbe importo massimo di 30 e non 50 euro.

Il vincolo delle risorse limiterà anche il bonus terme che, invece, partirà a ottobre contando su un plafond di 53 milioni, per distribuire voucher del valore massimo di 200 euro a copertura dei servizi termali. Il via alle prenotazioni negli stabilimenti accreditati verrà comunicato sui siti di Mise e Invitalia: ma sarà un giorno di ottobre, come anticipato dal ministro Giorgetti che ha firmato il Dm 1° luglio, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 5 agosto, per attuare il bonus stabilito dal Dl 104/2020, cioè il “decreto Agosto” di un anno fa.

Anche altre agevolazioni in arrivo o in scadenza questo autunno risalgono a leggi approvate quasi un anno fa. Così il lento ritmo dei decreti attuativi intreccia e accavalla le date; e il nuovo calendario della bonus economy – proliferazione continua di incentivi – nei prossimi mesi coinvolgerà misure assai diverse.

L'intreccio con gli aiuti Covid.

Sulla carta sono già fissate una serie di scadenze. A partire dal 2 settembre: termine per l’invio delle richieste di contributo a fondo perduto in versione “alternativo”, misurato sul calo di fatturato del cosiddetto anno pandemico (aprile 2020-marzo 2021). La finestra per le domande si è aperta il 5 luglio, e i due mesi di tempo concessi sono motivati anche dalle difficoltà che alcuni possono incontrare nella compilazione dell’istanza: sia per il corretto calcolo del calo di fatturato (che dev’essere di almeno il 30% rispetto al dato del periodo aprile 2019-marzo 2020); sia per la necessaria certificazione del rispetto dei limiti Ue sugli aiuti di Stato fissati dal Temporary framework.

È un esempio di come l’introduzione dei tanti aiuti Covid abbia complicato la trama di appuntamenti. Fa ancora discutere, in questo senso, anche la deadline del 10 settembre (troppo a ridosso delle ferie) che in tanti chiedono di spostare al 31 ottobre: si tratta del termine previsto per la consegna del modello Redditi 2021 da parte delle partite Iva che vogliono accedere al fondo perduto “perequativo”, a conguaglio, basato sul calo degli utili e sui dati di bilancio. Quei dati dichiarativi servono però a definire le percentuali del contributo stesso da riportare nel decreto attuativo del Mef, che a sua volta dovrà ricevere l’ok della Commissione Ue. Insomma: proprio il cambio di data innescherebbe un circolo vizioso, facendo slittare a fine anno il pagamento di questi aiuti.

Il 30 settembre, poi, scadono le altre istanze da presentare all’Inps: gli stagionali e occasionali che non hanno già ricevuto in passato l’indennità Covid devono fare domanda per la nuova tranche prevista dal decreto Sostegni bis; mentre i genitori che non beneficiano degli assegni al nucleo familiare possono richiedere l’assegno temporaneo per i figli minori a carico, modulato in base all’Isee, senza perdere gli arretrati dal mese di luglio.

Affitti, sanificazione e acqua.

Nel frattempo, il 6 settembre tramonta la possibilità di chiedere il “contributo affitti” da parte dei proprietari di case locate come abitazione principale nei Comuni ad alta tensione abitativa, e che nel 2021 hanno ridotto o ridurranno l’importo del canone. I contratti coinvolti sono quelli in vigore almeno dal 29 ottobre 2020; il contributo a fondo perduto è pari al 50% dello sconto applicato e spetta fino a 1.200 euro per locatore.

Durerà invece un mese - dal 4 ottobre al 4 novembre - il periodo entro il quale imprese, autonomi ed enti non commerciali potranno fare domanda del credito d’imposta sanificazione del 30% delle spese sostenute a giugno, luglio e agosto 2021 per sanificare gli ambienti, gli strumenti dell’attività, e per l’acquisto di Dpi e altri dispositivi di sicurezza anti-Covid (compresi i tamponi per gli addetti).

In questo panorama mobile, slitta a febbraio 2022 la finestra per le comunicazioni del tax credit “acqua potabile”, pari al 50% delle spese per l’acquisto e l’installazione di filtri, depuratori e gasatori dell’acqua potabile. È uno dei due “bonus idrici” decisi con l’ultima legge di Bilancio. L’altro è il “bonus rubinetti”, che però attende ancora le istruzioni operative.

La bonus economy è infatti piena di misure dormienti, annunciate ma ferme su carta. E di iniziative che non producono gli effetti sperati, come il bonus vacanze 2020: i voucher già emessi sono spendibili fino al prossimo 31 dicembre; ma anche se venissero usati tutti, varrebbero il 30% delle risorse stanziate.

(Illustrazione di Giorgio De Marinis/Il Sole 24 Ore)

IlSole24Ore

Come (non) ti faccio la scuola: vien meglio spartirsi il bottino. - Antonello Caporale

 

Fondi innovazione. I 40 milioni del ministero.

“Oste, com’è il vino?”. Come un cliente in trattoria il ministero dell’Istruzione ha proposto una sorta di selezione intuitiva, il tipico fai da te, per far accedere i piccoli Comuni del Mezzogiorno a un fondo speciale di 40 milioni di euro per la costruzione delle scuole cosiddette innovative. Doveva essere una gara delle virtù nascoste nell’Italia interna, una scommessa sulla passione, la dedizione, la voglia di realizzare nei luoghi più remoti dell’Italia scuole straordinarie, non solo iper moderne e tecnologicamente avanzate ma capaci di produrre una resistenza civile all’abbandono dei borghi, il cuore dell’Italia nascosta. Si sta trasformando nella solita distribuzione a pioggia, con la prova che da difficile si è fatta facile, anzi facilissima. Vince, o meglio rischia di vincere, giacché la procedura non è stata ancora conclusa, il Comune che ha già progetti cantierabili nel cassetto. E così il peggio diviene il meglio o il vecchio si fa nuovo e l’ordinario si converte in straordinario. Un tratto di penna gentile e troppi i maghi Zurlì all’opera. Perde, o rischia di perdere, chi ha faticato a produrre un’idea, chi ci ha creduto davvero.

L’avviso, per come è stato stilato, sembra purtroppo una spinta alla fraudolenza. Il ministero tributa premi per realizzare scuole innovative ma non chiede, nella selezione generale, di visionarne i progetti. Crede sulla parola. Dopo si vedrà. Il punteggio più alto lo concede infatti a chi si trova con un progetto esecutivo in mano, magari rispolverato, un po’ taroccato. E così oste com’è il vino? Tutti i partecipanti hanno infatti dichiarato di avere pronti progetti innovativi. Innovativi in che senso? Innovativi come? Vattelapesca.

Ho avuto la ventura di seguire e sostenere passo dopo passo la realizzazione di una scuola innovativa nel comune di Palomonte, dove sono nato, ai piedi della catena montuosa degli Alburni che separa la Campania dalla Lucania. Il progetto dell’amministrazione, far divenire il luogo del sapere come perno sociale della comunità, realizzare una scuola che non chiudesse mai, aperta al mattino agli studenti e al pomeriggio ai cittadini, offrendo al paese luoghi dentro la scuola come il cinema, il mercato, la palestra, rispondeva esattamente al quesito della legge. E così con colleghi e amici, tra cui Pietrangelo Buttafuoco e Ficarra e Picone, ci siamo impegnati perché questa idea vedesse la luce. “Bellissima idea”, ci dice il ministro del Sud Peppe Provenzano che raggiunge Palomonte e osserva la squadra al lavoro. Progettisti giovani, tutti meridionali, e lo Iuav, l’istituto universitario di architettura di Venezia, come consulente scientifico, impegno che il rettore Alberto Ferlenga assume con generosità e a titolo gratuito. Con una piccola onlus sosteniamo le indispensabili spese dello studio di fattibilità, il Comune, come tutti i comuni del Sud, ha infatti le casse vuote, e si arriva al ministero. I dirigenti del Miur accolgono con un grande sorriso il progetto: bellissimo anche per loro, da finanziare sicuramente. Ma come? Illustriamo a mezzo Parlamento questa anomala scuola-comunità, che effettivamente riscuote successo. Da Forza Italia a Leu, passando per i Cinquestelle e il Pd, tutti si danno da fare. Nella legge di bilancio del dicembre scorso spuntano 40 milioni di euro per trovare un modo di finanziare questi e altri progetti realmente innovativi nelle aree interne e depresse del Mezzogiorno.

Si arriva all’avviso pubblico dello scorso 28 giugno e qui la sorpresa: l’innovazione, da elemento trainante, da condizione assoluta e insuperabile, diviene un dettaglio, anzi una frattaglia. Conta di più avere un progetto cantierabile, e quello di Palomonte, che l’amministrazione ha definito nei dettagli, non è ancora esecutivo, perde punti benché sia stato promosso dalla commissione di tecnici che, per conto del Miur, studiano modelli di “scuole da abitare”. Vince quindi non la qualità ma lo stato di avanzamento della progettazione. Chiunque si trovi in mano uno già cantierabile lo presenta. Un po’ di fotovoltaico sul tetto e, oplà!, l’innovazione è servita.

“Così si rischia di perpetuare divari territoriali e ingiustizie sociali. Dietro il progetto di Palomonte c’era l’idea che il comune più lontano potesse ambire ad avere la scuola migliore”, dice Provenzano, oggi vicesegretario del Pd. E Lucia Azzolina, l’ex ministro della Scuola: “Progetti come quelli di Palomonte sono strumenti potentissimi contro la dispersione scolastica e rappresentano modelli virtuosi d’esempio e ispirazione per altri territori. Hanno un valore doppio”. La forzista Stefania Prestigiacomo, autrice dell’emendamento con cui si finanziavano modelli di questo tipo, è stupita: “Voglio augurarmi che il ministro Bianchi blocchi i tentativi di dare spazio a contributi a pioggia. Intendevamo assicurare la dote solo a progetti realmente innovativi che sapessero trasformare i luoghi del sapere in centrali aperte alla vita delle comunità”. Stefano Fassina, relatore della legge di bilancio, discretamente incacchiato: “Ci aspettavamo un avviso pubblico che articolasse la definizione di scuole innovative. Così si rischia di bruciare il piccolo budget che deve servire per realizzare esperienze scolastiche straordinarie in una miriade di piccoli progetti ordinari”.

Così sembra o, forse, così è se vi pare.

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